Leggi - Ella Studio

VENERDÌ 20 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
GAZZA GOLOSA
1Il cibo preparato con cura custodisce il gusto dell’amicizia.
Massimo
Spigaroli e
la sua
squadra
alla Corte
Pallavicina
Sopra una
fase della
lavorazione
FORNACIARI
Il gioiello della Bassa
raro, costoso, buono
1Il culatello si fa in
poche migliaia di
pezzi all’anno.
Ecco dove (e
come) mangiarlo
Maurizio Bertera
A
parte chi ama le atmo­
sfere fiabesche e ovatta­
te, tipiche della Pada­
nia, c’è solo una categoria di
persone che attende di buon
umore – e con l’acquolina in
bocca ­ l’arrivo delle nebbie e si
augura la loro persistenza: gli
appassionati di Culatello, pro­
duttori e consumatori. Sono si­
curamente tra le 150mila per­
sone che si radunano ­ al grido
di «speriamo ci sia la nebbia» –
nella Bassa Parmense, per l’an­
nuale «Novembre Porc». Li ca­
piamo perché si festeggia il Cu­
latello di Zibello, salume che
prende il nome da uno degli ot­
to comuni in provincia di Par­
ma (gli altri sono Busseto, Po­
lesine Parmense, Soragna,
Roccabianca, San Secondo,
Sissa e Colorno) dove viene re­
alizzato.
IL PROTAGONISTA E’ un picco­
lo capolavoro a forma di pera,
sui 4 kg di peso, con un leggero
strato di grasso nella parte in­
feriore e imbrigliato in più giri
di spago che formano una rete
a maglie piuttosto larghe. Il Cu­
latello resta una delle espres­
sioni più nobili della norcine­
ria: nobile di origine, perché
faceva capolino nei banchetti
delle corti rinascimentali ed
era un diritto che i Marchesi
pretendevano dai contadini co­
me la caccia e la pesca nelle lo­
ro terre. Un cibo inarrivabile
per l’epoca, costoso ma non eli­
tario oggi. La nobiltà tecnica è
arrivata sino al XXI secolo con
la tecnica di lavorazione, lunga
ed estremamente delicata, e
l’utilizzo della sola noce di co­
scia, la parte più pregiata del
maiale che deve essere di razza
emiliana o lombarda, Da qui la
rarità e un prezzo al produttore
sui 70 euro al kg: sul mercato
se ne trovano solo poche mi­
gliaia di pezzi ogni anno. Il re­
sto è imitazione,soprattutto al­
l’estero, insopportabile per chi
lo ama e lo conosce.
GHIOTTONERIA PER POCHI La
Dop – creata nel 2009 e seguita
dalle 21 aziende del Consorzio
– riguarda 60mila unità. Anco­
ra meno sono i pezzi – circa
22mila – che si fregiano di un
ulteriore marchio, quello della
Storica Consorteria del Cula­
tello di Zibello (e della Spalla
Cruda di Palatone, altro salu­
me top) che segue i canoni an­
tichi come il periodo di produ­
zione (da settembre a marzo
compresi), la lavorazione ma­
nuale, il divieto di conservanti
e additivi nonché la stagiona­
tura esclusivamente in cantine
naturali dove è appunto l’alter­
nanza del clima a realizzare
l’eterna magia. Ci vogliono mi­
nimo 18 mesi, si arriva tran­
Pagina a cura di
Pier Bergonzi
e Daniele Miccione
Enzo Bianchi (1943, fondatore e priore della Comunità di Bose)
SOSTIENE LO CHEF
di ROBERTO
DI PINTO
quillamente a 36. I soci della
Storica Consorteria sono
14: Podere Cadassa, Antica
Corte Pallavicina, La Bastia,
Roberto Mezzadri, Gladis
Soncini, Angelo Minozzi, La
Buca, Campanini, Antica Ar­
denga, Graziano Cacciali,
Colombo, La boutique della
carne e dei salumi, Bre del
Gallo, Croce e Delizia.
Ognuno, pur rispettando
tradizione e normativa
DOP, ha la sua ricetta o me­
glio la miscela di salagione
in cui talvolta trova posto
anche vino bianco secco. Di
certo, il bouquet di un cula­
tello appena tagliato è pieno
e complesso, il gusto unico e
raffinato: entrambi conqui­
starono il vate D’Annunzio
che si definiva «un cupidis­
simo amatore» del gioiello
della Bassa.
COME GUSTARLO? Massimo
Spigaroli, il guru della spet­
tacolare Antica Corte Palla­
vicina che guida con il fra­
tello Luciano, non ha dubbi
in materia: «Pane fresco, un
ricciolo di burro se lo si vuo­
le più morbido, una grande
bollicina italiana a meno
che non si voglia bere un
Fortana, rosso frizzante in
omaggio al nostro territo­
rio». Curiosità: Spigaroli è il
produttore che cura la sele­
zione per lo chef Massimo
Bottura. All’Osteria France­
scana, si serve Culatello di
Zibello con 42 mesi di sta­
gionatura. Un record.
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SORSEGGIANDO
di LUCA
GARDINI
UN GRANDE RISOTTO
COI SEMI DEL BASILICO
RIECINE, QUEL CHIANTI
PIGIATO CON I PIEDI
Roberto Di Pinto, 32 anni, è lo chef del
ristorante Bulgari Hotel di Milano.
Napoletano, grande sensibilità per i
prodotti di qualità, ha una cucina
«mediterraneo­metropolitana».
el cuore del Chianti Classico c’è
un enologo speciale. Si tratta di
Sean O’Callaghan, anima
dell’azienda Riecine, che grazie al
Sangiovese allevato su colline intorno ai
400 metri di Gaiole riesce a offrirci vini
straordinari. E’ il caso del Riecine, che è
il nostro miglior assaggio dell’annata
2012 delle recenti Anteprime.
Q
uando sento il profumo del
basilico torno indietro nel tempo.
Mi rivedo bambino a Napoli, con i
miei fratelli, alla pizzeria sotto
casa. Mi piaceva vedere il pizzaiolo al
lavoro. Però quelle foglioline verdi sul
pomodoro non mi andavano giù!
Chiedevo sempre di toglierle. Una sera il
pizzaiolo mi convinse a mangiarne una
cruda. Fu un’esplosione di sapori che
ricordo ancora. Da allora mi è rimasta
la passione per il basilico. Ne uso di tre
tipi: napoletano, ligure e siciliano. Il
primo lo adopero solo in cottura: ha
una foglia molto grande e un sapore
forte, che vira quasi sulla menta. Due
foglie nella pasta al pomodoro sono il
massimo. Gli altri due hanno una foglia
più piccola, sono delicati, perfetti nel
pesto o a crudo. Nella nuova carta ho
un piatto dove il basilico è protagonista:
faccio un raviolo bicolore (giallo e
verde) che riempio con una tartare di
gambero rosso congelata. La breve
cottura fa scongelare il gambero ma lo
lascia crudo. Servo i ravioli con una
crema di zucchine e basilico, vongole
veraci e due foglioline.
N
O’Callaghan ha un rispetto assoluto
della vigna e dell’uva, che viene
raccolta a mano, sistemata in piccoli
contenitori e pigiata delicatamente coi
piedi.
Al naso, il Chianti Classico Riecine ha
profumi netti e tesi di lamponi gialli,
eucalipto e radice di liquirizia. Al gusto
è rotondo, con una piacevolissima
freschezza, tannini eleganti e un
sontuoso finale di floreale di rosa.
CHIANTI CLASSICO 2012, Riecine.
Località Riecine, Gaiole in Chianti
(Siena). UVE: Sangiovese in
purezza. PREZZO: 20 euro circa.
IL VOTO
97/100
RAPPORTO QUALITÀ PREZZO
VANTAGGIOSO

SI ABBINA ALLA GRANDE CON
QUAGLIE ARROSTO CON
PATATE AL SALE DI CERVIA
DEGUSTARE ASCOLTANDO
NEK
«FATTI AVANTI AMORE»
Il consiglio
M
ettetevi in casa una piantina di ba­
silico: è facile da tenere e ha un
profumo strepitoso. Un trucco per
il pesto è lasciare alle foglie un po’ di gam­
bo: darà quel tocco di amaro che migliora
il gusto. Chi vuole stupire può fare un ri­
sotto con i semi. Io li faccio idratare nel
succo di basilico per un’ora finché svilup­
pano una membrana gelatinosa esterna.
Poi preparo un risotto con il succo di tre
tipi di pomodori, lo faccio mantecare con
olio extra vergine e aggiungo limone can­
dito, alici marinate e il caviale di basilico
morbido fuori e croccante dentro. Una bi­
bita divertente e rinfrescante si ottiene
mescolando metà birra artigianale e metà
gazzosa. Poi si miscela con un pesto di ba­
silico e zucchero di canna. Va bene come
antipasto accoppiato a un’ostrica molto
sapida e carnosa oppure come intermez­
zo tra un secondo di carne e uno di pesce.
h
K
3
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LA CONFETTURA
I lamponi biologici
da gustare a colazione
CONFETTURA EXTRA
LAMPONI 4 VASETTI
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SUL SITO AZIENDALE
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confetture dal sapore mai
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 www.aldomambretti.it