italia oggi

Del 19 Febbraio 2015
Estratto da pag. 6
A seguito del braccio di ferro fra Chiamparino e Fuksas si è dimesso il direttore dei lavori
È stato stritolato da due Titani
Chiamparino, Fuksas e la mega parcella del grattacielo
di Giorgio Ponziano Sergio Chiamparino e Massimiliano Fuksas litigano e il nuovo, costruendo palazzo della
Regione Piemonte rimane una bella addormentata. Si tratta di una delle prime patate bollenti finite nelle mani
del neo-presidente della Regione che ha dato fuoco alle polveri. Ovvero Fuksas sarà pure un archistar ma non
gli sono concesse bizze e neppure onorari da capogiro. Fuksas ha risposto che non è colpa sua se i politici sono
confusi nelle scelte e quanto ai compensi è quasi un regalo che fa a Torino e al Piemonte.
La tensione tra i due è salita a tal punto che sono dovuti intervenire i pacieri che però non sono riusciti finora a
placare i bollori. L'unico, non scontato risultato è stato organizzare un incontro tra i due nelle prossime
settimane. Ma sono pochi coloro che credono che si raggiungeranno risultati concreti. Anche se una vittima
della guerra tra l'influente esponente Pd e il famoso architetto c'è già e si chiama Carlo Savasta, direttore dei
lavori del grattacielo, da ieri ex-direttore poiché ha dato le dimissioni, travolto dalla furia dei due e dall'essere
finito in un'indagine della procura sugli appalti e subappalti relativi al nuovo palazzo.
Ma c'è anche un'altra indagine parallela, ad opera della Corte dei conti, che ha messo sotto la lente il compenso
percepito dallo studio di Massimiliano Fuksas per la progettazione: 22,4 milioni di euro già liquidati. Nella
lettera di dimissioni, Savasta scrive che «non potevo più garantire serenità nella conduzione di un cantiere che
ogni giorno richiede l'assunzione di responsabilità nel momento in cui sono sottoposto ad un'attività di
indagine». Nell'arena scende ora in campo, in sostituzione di Savasta, un docente di tecnica delle costruzioni al
Politecnico di Torino, Paolo Napoli. Toccherà a lui fare la spola tra Chiamparino e Fuksas. Infatti
nell'affidargli l'incarico la giunta Chiamparino non ha mancato velenosamente di sottolineare: «Abbiamo
grande rispetto nei confronti di Fuksas, riconoscendogli doti professionali e artistiche, ma questa istituzione
pretende lo stesso rispetto. Pubblico non è sinonimo di corruzione, incapacità e inefficienza». E Fuksas: «ho
scritto al neo presidente della Regione una lettera con l'elenco degli interventi che stanno stravolgendo il mio
edificio. Non mi ha risposto. E nemmeno mi ha chiesto di accompagnarlo durante la visita in cantiere. Solo
l'architetto può spiegare nei dettagli il progetto, illustrare gli spazi, raccontare l'idea racchiusa nell'opera. Non
lo riconosco, non può chiamarsi Fuksas».
La lite riguarda la spending review della Regione. Alla preoccupazione per i costi crescenti la cordata AtiCoopsette impegnata nella realizzazione dell'opera ha presentato proposte di modifica per ridurre di mezzo
milione di euro l'importo. Proprio di questa variante si stanno occupando i magistrati. In ogni caso c'è il placet
dell'architetto? Le versioni sono discordanti. Secondo la Regione, Fuksas avrebbe assecondato la
riprogettazione con le varianti al ribasso dietro un compenso di mezzo milione di euro, di fatto cancellando il
risparmio da parte del bilancio regionale. Di fronte a questa richiesta nessuno si è sentito di portare in
consiglio la delibera. Fuksas invece sostiene di non essere mai stato favorevole alle varianti perché snaturano il
suo progetto. È da due anni che questo tiraemolla va avanti, adesso è arrivato Chiamparino e ha sbattuto i
pugni sul tavolo.
Dice il suo braccio destro, l'assessore al Bilancio, Aldo Reschigna: «Quali sono le ragioni per cui nel 2012
quelle varianti venivano acconsentite da parte del progettista e successivamente sono negate dal progettista
come opere che stravolgono e modificano l'impianto del progetto originario non è dato a questa
amministrazione regionale poterlo conoscere».
Non solo. Reschigna rivela anche che «c'è una richiesta da parte del professionista di maggiori compensi per
2.719.388,05 euro per prestazioni di progettazione svolta in dipendenza del contratto. Una richiesta che non
trova seguito da parte dell'amministrazione regionale. Da qui inizia il contenzioso tra le parti, formalizzato con
un atto di citazione nei confronti dell'amministrazione regionale presso il tribunale di Torino».
Quindi c'è pure una causa tra l'architetto e la Regione, che gli aveva commissionato la progettazione.
Conferma Chiamparino: «Se si vuole parlare, prima bisogna ritirare le carte bollate. Se no le usiamo anche noi.
È un ragionamento che vale per tutti, Fuksas non fa eccezione».
Tra colpi di cannone e qualche abbozzo. Fuksas dice: «Certo che ci tengo, a quel grattacielo: anche se l'ho
disconosciuto. È pur sempre il mio bambino. Pronto a rinunciare ad ogni emolumento, e a seguire a costo zero
la direzione artistica di quel che rimane. Questo dico a Chiamparino». O meglio all'incontro bilaterale da cui
dipenderà il futuro di un grattacielo bipartisan, ideato da Enzo Ghigo (Forza Italia), avviato da Mercedes
Bresso (Pd), portato avanti da Roberto Cota (Lega), ora appannaggio di Chiamparino.
I lavori sono incominciati nel 2011, dovevano durare 35 mesi. Sarà il secondo edificio, in Italia, per altezza,
dopo la Torre Unicredit di Milano, anche se dai 220 metri iniziali si è passati a 209 per risparmiare, ma il
conto rimane salato, doveva costare 200 milioni, arriverà a 300. A spese del contribuente. Il bello è che alcuni
consiglieri hanno proposto di non trasferirvi più la sede del consiglio regionale. Conclude Vittorio Bertola,
capogruppo del Movimento 5 Stelle in consiglio comunale a Torino: «I politici regionali, dopo aver deciso di
costruire un nuovo grattacielo a spese nostre non ci si vogliono trasferire. Secondo loro è antieconomico, ma
vogliamo scommettere che quello vero è «laggiù al Lingotto è scomodo, ci vadano i dipendenti, noi stiamo
tanto bene nei nostri uffici aulici in pieno centro»? E se invece è veramente antieconomico, perché l'hanno
costruito, e perché a progetto del grattacielo già avviato la Regione ha comprato due palazzi in pieno centro
per ospitare gli uffici dei consiglieri?».