Arcidiocesi di Brindisi - Ostuni Parrocchia SS. Resurrezione In questa settimana… 2 L 19,00 19,00 Incontro Associazione della Medaglia Miracolosa Preghiera di lode RnS 3 M 17,00 19,00 Movimento vedovile Commissione liturgica 4 M 5 G 19,00 Consiglio Pastorale 1° VENERDÌ DEL MESE 6 V 16,30 18,00 7 S 8 D Adorazione Eucaristica animata dall’AdP Via Crucis animata dal gruppo famiglie III DOMENICA DI QUARESIMA Via Montenero, 72100 Brindisi Tel & fax 0831586093 [email protected] – www.ssresurrezione.it 1 marzo 2015 2015 II domenica di Quaresima (anno B) Dal vangelo di Marco (9,2-10) In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti. Commento Dalla domenica del deserto al Vangelo della luce. Sul Tabor, graziosa collina battuta dal vento Gesù ha voluto portare i suoi a vedere il suo vero volto. La montagna è la terra dove si posa il primo raggio di sole e indugia l'ultimo, la terra che si innalza nella luce, la più vicina al cielo, quella che Dio sceglie per parlare e rivelarsi. Nella solitudine e nella preghiera, Dio si è mostrato in tutta la sua seducente bellezza, perché soprattutto nell'interiorità Dio svela il suo volto. Ed è stato stupore, gioia, ebbrezza: Gesù che parla con Mosè ed Elia (la Legge e i Profeti) a confermare la sua messianicità, la nube, ricordo della nube primordiale che aleggiava sulle acque della creazione, il timore che prende Pietro e gli altri, perché di fronte alla maestosità di Dio la nostra arroganza e saccenza svaniscono. Infine, l'affermazione ingenua e divertente di Pietro: è bello per noi restare qui, Maestro. Altrove non è bello: qui è la nostra identità, abitare anche noi una luce. È bello stare qui: il nostro cuore è a casa soltanto accanto al tuo, Signore. Sul monte il volto di Gesù brilla di un contenuto che lo travolge, di un’energia che non si ferma al volto, neppure al corpo intero, ma tracima verso l’esterno e cattura la materia degli abiti: le sue vesti divennero bianche come nessun lavandaio sarebbe capace. Se la veste è luminosa sopra ogni possibilità umana, quale sarà la bellezza del corpo? E se così è il corpo, come sarà il cuore? Sul Tabor il corpo di Gesù trasfigurato racconta Dio. Tutto ciò che Gesù ha detto è vero perché il suo corpo splende, anticipo del Regno: Regno di luce e di tenerezza perché il suo Corpo è luce e tenerezza; Regno di bellezza e di grazia perché il suo Corpo è bellezza e grazia; Regno di incontri che lega insieme in un nodo di stupore le sei presenze sul monte. L'entusiasmo di Pietro, la sua esclamazione stupita: che bello! ci fanno capire che la fede per essere pane, per essere vigorosa, deve discendere da uno stupore, da un innamoramento, da un «che bello!» gridato a pieno cuore. Abbiamo urgente, assoluto bisogno di recuperare il senso del bello nella nostra vita. Quante volte ci viene da dire, a chi ci chiede della fede: è bello credere!!! Sì: è bello essere qui, Signore, è bello essere tuoi discepoli. Non avete mai avuto il fiato mozzato dalla percezione di una diga che, dentro il vostro cuore, stava allagando la vostra vita? Quella sera in montagna, nel silenzio assordante della natura, quel viaggio in quel monastero, quella Lectio o Adorazione, la veglia di preghiera che vi ha preso particolarmente... esiste per tutti il Tabor, il momento in cui, per un attimo, facciamo l'assoluta esperienza di Dio, l'esperienza dell'Assoluto di Dio. Certo: il rischio è quello di restare chiusi nell'emozione, di legarsi troppo alla percezione senza aprirsi alle conseguenze di vita di questo incontro. Così gli apostoli, scesi dal Tabor, dovranno salire su un'altra collina: il Golgota. Lì la loro fede sarà macinata, seminata, resa pura. Senza coinvolgimento emotivo, senza reale bellezza, senza entusiasmo, è difficile essere credenti, è difficile restare cristiani. Il nostro mondo ha bisogno di bellezza, di armonia. Bello poter dire: “Sono cristiano perché non ho trovato nulla di più bello di Cristo!”. Ma come tante cose belle, la visione non fu che un attimo. «Una nube li coprì e venne una voce: Ascoltate Lui». Il Padre prende la parola ma per scomparire dietro la parola del Figlio. Il mistero di Dio è ormai tutto dentro Gesù. Con Mosè, dal volto intriso di luce, con Elia, rapito su un carro di fuoco e di luce, tutta la bibbia converge su Cristo. Sali sul monte per vedere e sei rimandato all’ascolto. Scendi dal monte e ti rimane nella memoria l’eco dell’ultima parola: Ascoltate Lui. La nostra via lucis è l’ascolto. Quella luce, «la luce della trasfigurazione che è l’energia stessa di Dio» è ancora disponibile: nella Parola, nei sacramenti, nella bontà delle persone, nella bellezza delle cose, talvolta scintilla breve talvolta fiume di fuoco. Ma questo Vangelo ci porta una notizia ancora più bella: la trasfigurazione non è un evento che riguarda Gesù solo, al quale noi assistiamo da spettatori. È un evento che ci riguarda tutti, al quale possiamo e dobbiamo partecipare. Il volto di Gesù sul monte è il volto ultimo dell'uomo, è il presente del futuro. È come sbirciare per un attimo dentro il Regno, vederlo come una forza possente che preme sulla nostra vita, per trasformarci, per aprire finestre di cielo. Preghiamo col Vangelo Salendo sul monte della tua gloria, fa' che i nostri occhi si volgano a te, Signore. Solo così i nostri peccati non ci ostacoleranno e le nostre paure non bloccheranno il camino. Invocando il tuo nome, sperimenteremo la tua presenza. Tu cammini con il tuo popolo: a te la nostra lode senza fine!
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