L`uLtima frontiera

L’uLtima frontiera
Testi di Claudio Nizzi
A cura di Michele Ginevra
Proprietà letteraria riservata
© 2015 RCS Libri S.p.A., Milano
ISBN 978-88-17-07199-4
Prima edizione: marzo 2015
© 2015 Sergio Bonelli Editore
Tex – L’ultima frontiera
Testi di Claudio Nizzi
Disegni di Goran Parlov
Il personaggio di Tex è stato creato da Gian Luigi Bonelli
e realizzato grafcamente da Aurelio Galleppini
Realizzazione grafca: Studio Nora
Coordinamento redazionale: Francesca Martucci ed Elisabetta Sedda
www.rizzoli-lizard.com
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Conversazione a tre
A curA di Michele GinevrA
AVVENTURE NEL NORD:
ATMOSFERE PRATTIANE
PER L’AUDACE TEX
CONVERSAZIONE CON CLAUDIO NIZZI E GORAN PARLOV
A CURA DI MICHELE GINEVRA
Michele Ginevra: “L’ultima frontiera” è l’ennesimo ritorno di Tex “sulle piste del Nord”, sicuramente uno dei più riusciti. Oltre a essere un
episodio ben inserito nella logica texiana, se ne
può apprezzare il contesto: uno straordinario
omaggio alla letteratura di genere e alla sua rilettura prattiana.
croato, ma quelle pagine lo convinsero del tutto. Fu
così deciso che Parlov sarebbe entrato nel ristretto
numero di disegnatori ritenuti all’altezza di disegnare
un “Texone”.
Per la scelta del soggetto avrei avuto - come
sempre - mano libera, salvo sottoporlo all’approvazione di Sergio e Decio Canzio prima di passare
alla sceneggiatura. A quel punto pensai di costruire
una storia che fosse un omaggio a “Wheeling” di
Hugo Pratt, storia da cui ho sempre sentito promanare un grande fascino. (Anni dopo, nel “Texone”
disegnato da Bruno Brindisi, I predatori del deserto,
resi un omaggio ancora più esplicito a Una ballata
del mare salato, che per me è la più bella storia a
fumetti di tutti i tempi).
Oltre a Pratt, “citai” anche Zane Grey, al punto
da dare il suo nome al protagonista negativo della
storia. Non ero un gran lettore di Zane Grey, ma
da ragazzo mi aveva molto colpito la lettura del suo
romanzo L’anima della frontiera (da cui proviene
la scena dell’uomo inchiodato al tronco con un
pugnale).
Claudio Nizzi: Ti spiego la genesi di questa storia.
Avevo appena scritto un episodio di “Nick Raider”, disegnato da Goran Parlov, dal titolo Sangue sulla neve.
Il fnale di questa storia si svolgeva in un paesaggio
selvaggio e nevoso, che Goran aveva disegnato con un
perentorio bianco e nero carico di suggestioni (più alla
Alex Toth, in quel momento, che alla Pratt). Quelle
pagine mi fecero pensare alla possibilità di scrivere per
Parlov una storia di Tex con la stessa ambientazione.
Ne parlai a Sergio Bonelli (che per i “Texoni” era
sempre alla ricerca di disegnatori “nuovi”, ovvero mai
apparsi sulla serie mensile) e gli suggerii di dare un’occhiata alle pagine “nordiche” di Parlov. Non che a
Sergio fosse sfuggita la bravura del giovane disegnatore
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Un’ultima curiosità. Per la sequenza iniziale della storia avevo suggerito a
Parlov di ispirarsi ai magnifici “indiani del
Nord” di Pratt. Lui mi prese alla lettera e
li fece talmente simili a quelli di Pratt che
dovemmo frenarlo per timore di beccarci
un’accusa di plagio.
incontravo in redazione, Sergio Bonelli mi
salutava sempre e voleva sapere cosa stessi
facendo. Gli rispondevo che ero sempre impegnato con “Nick Raider”. Allora mi lusingava chiedendomi quando avrei disegnato un “Tex” per la serie regolare. Siccome
me lo ripeteva spesso, cominciai a capire
che lo pensava veramente. Poi, in occasione
dell’ennesimo incontro, mi sorprese dicendomi che, se proprio non volevo disegnare una storia per il “Tex” mensile, almeno
avrei potuto fargli un “Texone”... Ci rimasi!
Ero già molto impegnato con Queirolo che
stava curando una nuova serie a cui mi aveva
chiesto di partecipare. La serie era “Magico
Vento” e Queirolo non voleva privarsi della
mia collaborazione. Ma dopo aver realizzato
L’ultima frontiera, ritornai a sua disposizione.
Per me è stata una tappa molto importante. Mi è piaciuto il risultato fnale. Ho
potuto valorizzare e mettere in evidenza il
mio stile. E poi è stato molto bello vedere le
vetrine della libreria di Piazza San Babila a
Milano ricoperte dal mio “Tex”.
Tornando al tema dello stile, credo sia
un’entità dotata di una propria vita, che
si evolve sempre. Tutto quello che impari
determina il tuo stile. Poi dipende anche
da come viene prodotto e stampato il tuo
lavoro. Anche il formato infuisce parecchio.
M.G.: L’editore Sergio Bonelli ti mise
in coppia con un vero e proprio enfant
prodige del fumetto internazionale.
C.N.: Già dai suoi esordi si capiva che
Parlov sarebbe arrivato molto lontano.
Disegnò “Nick Raider” per qualche
anno, poi me lo “rubarono” per passarlo
a “Magico Vento”: un “furto” che non ho
mai digerito.
M.G.: è il momento allora di fare
una domanda proprio a Goran Parlov.
Che reazione hai avuto quanto l’editore
Sergio Bonelli ti ha invitato a realizzare
un “Texone”? è stato importante per la
tua carriera artistica disegnare L’ultima
frontiera? Successivamente il tuo stile si è
ulteriormente evoluto.
Goran Parlov: Nonostante fossi
un giovane alle prime armi, quando lo
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di approccio. All’epoca ero un disegnatore a inizio carriera, ancora alla ricerca di
un proprio stile. Mi era stata afdata una
grande responsabilità. Per due mesi feci solo
schizzi, senza andare oltre. Dalla redazione
mi chiamavano chiedendo delle pagine...
Dopo quei due mesi portai le prime sei,
dicendo che volevo buttarle e ricominciare
tutto da capo. Mi ricordo il Direttore Decio
Canzio che mi guardava come se fossi matto
(beh, forse lo ero...). Comunque chiamò
Renato Queirolo, che era a casa ammalato.
Queirolo non era il curatore di “Tex”, ma
era la persona che mi seguiva e che aveva
Devi adattarti. Ricordo che facevo fotocopie fatto tanto per me. Mi disse ovviamente di
ridotte dei miei disegni per vedere se fun- ragionare e non strappare le pagine. Poi mi
zionavano anche rimpiccioliti. Se qualche richiamò dicendomi che ero veramente un
elemento grafco si riduceva a una macchio- po’ matto e che dovevo proseguire come già
lina, lo toglievo. Oppure guardavo la tavola stavo facendo. Da quel momento riuscii a
da lontano. Se un segno non si distingueva schiarirmi defnitivamente le idee e comindovevo pulirlo. Insomma, non c’era spazio ciai a lavorare sul serio e con meno timori.
Le sei pagine sono state poi pubblicate.
per stravaganze grafche.
A proposito di Nizzi, è veramente uno
M.G.: Quanto tempo ti è servito per sceneggiatore molto preciso, capace di spie“fare tuo” “Tex”? Che problemi pratici garsi bene anche con poche parole. Non
hai incontrato? Nizzi è uno sceneggiatore abbiamo avuto bisogno di sentirci direttamente. Mi fece sapere che era contento di
molto preciso.
come realizzavo le tavole e di andare avanti
G.P.: è un po’ difcile rispondere dopo così. Ci siamo visti al massimo una o due
quasi venti anni. Ricordo alcuni problemi volte. Anche i rimandi a Pratt li abbiamo
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condivisi spontaneamente. Non ricordo se
C.N.: Jim Brandon è uno dei tanti colpi
questa idea ci fosse già all’inizio, ma, vista di genio del vecchio Gian Luigi Bonelli, il
l’ambientazione nel Nord americano, la quale aveva collocato diversi amici di Tex
scelta fu naturale.
negli angoli più suggestivi d’America in
modo che ogni tanto, su loro chiamata, il
M.G.: Ogni tanto Tex vive avventure nostro eroe avesse una scusa per togliersi
ambientate nel Grande Nord. In questa dalla prateria, che a lungo andare sarebbe
occasione però si è voluto esplicitamen- diventata monotona (sia per lui che per i
te ricordare alcune grandi opere di Hugo lettori). Perciò, quando sentiva il bisogno
Pratt, come Wheeling e Jesuit Joe. Ti è di vivere una storia tra foreste innevate, gli
piaciuto rileggere, anche grafcamente, il arrivava dal Canada una richiesta di aiuto
lavoro di un autore così importante? Da da parte di Jim Brandon; o del capitano di
quando è stato pubblicata per la prima polizia Tom Devlin, se aveva voglia di andare
volta questa storia, nel 1997, hai potuto a San Francisco a combattere contro torme
confrontarti ancora con lo stile di Pratt?
di cinesi; o dello scerifo Nat Mac Kennet,
quando voleva andare a New Orleans per
G.P.: Sono stato molto infuenzato da vivere un’avventura tra battelli fuviali, alliPratt anche quando successivamente ho la- gatori e seguaci del voodoo.
vorato a “Volto Nascosto”. Non so se si percepisce dai disegni, ma guardavo molto le
M.G.: In questa storia Tex trova un avsue storie ambientate in Africa, nel deserto. versario molto diverso da quelli che soliE poi mi piaceva come disegnava le unifor- tamente afronta.
mi. Spesso mi rileggo quel capolavoro che è
Una ballata del mare salato.
C.N.: Un avversario con un triste passato
alle spalle che spiega le sue azioni malvaM.G.: Approfondiamo allora gli aspetti gie. Un cattivo che tuttavia suscita pietà
narrativi con Claudio Nizzi. Come quasi per l’impossibilità di realizzare il suo sogno
sempre accade, il motore iniziale di queste d’amore. Secondo la concezione del suo
storie nordiche è una richiesta di aiuto da creatore, che non ammetteva sdolcinature,
parte di Jim Brandon.
l’espressione “sogno d’amore” non avrebbe
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avuto diritto di cittadinanza in una storia di
Tex, i cui avversari non dovevano avere sentimenti, dovevano essere cattivi e basta. Così
Tex avrebbe potuto farli fuori senza provare
rimorsi (e senza farne provare ai lettori).
Per la fgura di Jesus Zane mi sono ispirato a quella di Lew Wetzel, lo spietato uccisore di indiani, ma a parti rovesciate: Jesus
Zane è spietato coi bianchi (mentre il padre
- come viene brevemente raccontato - era
un feroce uccisore di pellerossa). Un altro
debito con Wheeling.
dovessi riscrivere questa storia, la riscriverei
nello stesso modo.
M.G. : Sono sicuro che Gian Luigi
Bonelli, che creò Tex assieme ad Aurelio
Galleppini, avrebbe molto apprezzato il
fnale. Non è Tex a compiere il gesto punitivo risolutivo. è una soluzione a cui hai
pensato fn dall’inizio o è nata durante la
stesura della sceneggiatura?
C.N.: A distanza di anni non ricordo se
avessi già chiaro fn dall’inizio quale sarebbe
stato il fnale o se mi sia venuto in fase di
sceneggiatura. Ma propenderei per la prima
ipotesi, perché i miei soggetti erano dei veri
e propri “trattamenti” - come si dice in gergo
cinematografco - nei quali risolvevo già tutti
gli snodi della storia.
M.G.: Jesus Zane dà parecchio flo
da torcere a tutti. Oltre a Jim Brandon
e a Tex, troviamo impegnati Kit Carson,
Gros Jean e anche Nat, il rivale d’amore
che ha sposato Sheewa. Hai saputo riservare a tutti i personaggi un proprio spazio
narrativo. Ogni interazione fa emergere
una diferente sfaccettatura della persoM.G.: Goran Parlov, il fumetto made
nalità di Jesus.
in Bonelli rimane ancora il più difuso in
Italia. Segui ancora “Tex” e più in generale
C.N.: Per questi aspetti della storia vale il fumetto d’avventura prodotto da questo
lo stesso discorso che facemmo un paio di editore?
anni fa per introdurre il “Texone” Sangue sul
Colorado, disegnato da Ivo Milazzo, pubbliG.P.: Quello che esce qui in Croazia, dove
cato in questa stessa collana. Non dovreb- risiedo attualmente, lo leggo. Ma non sono
be esserci psicologia nelle avventure di Tex, ancora arrivate le nuove serie di cui si parla in
mentre qui la troviamo. Naturalmente, se rete e su Facebook. Credo che ultimamente
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la Sergio Bonelli Editore si stia sviluppando non amando scrivere storie dove le donne
in modo molto interessante. Mi piacciono le sono i protagonisti principali, fa in modo
miniserie, che si concludono presto.
che siano sempre presenti. Per inciso, mi
sarebbe piaciuto fare una storia di “Black
M.G.: Con gli editori statunitensi hai Widow” con lui. La Vedova Nera, secondo
maggiori opportunità di sviluppare per- me, avrebbe potuto benissimo far parte di
sonaggi femminili.
questa saga che ha visto insieme Punisher,
Sergente Fury e Barracuda. Comunque le
G.P.: Sinceramente, sono stato fortunato donne create o interpretate da Ennis hanno
da questo punto di vista. Personaggi femmi- sempre un carattere forte, hanno personanili importanti sono stati sempre presenti lità, sono vive, tridimensionali. Con dei
anche negli episodi che ho realizzato per la personaggi così, mi diverto tanto. Cerco
Bonelli. Su “Nick Raider”, “Magico Vento”, sempre di valorizzare la loro vitalità, la“Volto Nascosto”... e per quanto può sem- vorando sulla gestualità e sulle posture.
brare strano, anche in “Tex”. Proprio ne Forse così facendo cerco di dar loro caratL’ultima frontiera, la ragazza indiana ha una teristiche che mi piacerebbe trovare in una
personalità e un ruolo molto importante. donna ideale. Inoltre, divertendomi, riesco
Non accade spesso nelle storie di “Tex”. a trovare nuove direzioni stilistiche. O forse
Ma questa non fa parte della serie regolare. sono loro a trovare me... Imparo facendo.
Tutto si svolge in un ambiente insolito per Un po’ come capita nella vita.
il ranger, più vicino a L’Ultimo dei Mohicani. E il motore di tutto è una vicenda
M.G.: L’ultima frontiera è stato recend’amore che non può avere un lieto fne, temente ristampato a colori. Hai visto il
come in Via col vento o in Titanic. Questa risultato? Funziona piuttosto bene. Che
circostanza colpisce il lettore.
ne pensi?
Lavorando per gli editori americani,
grazie ai quali ho collaborato con lo sceG.P.: L’ho visto. Mi è piaciuto molto.
neggiatore Garth Ennis, ho avuto invece Anche se il fumetto è stato fatto per essere
la possibilità di “giocare” con i personaggi stampato in bianco e nero. Sono uno di
femminili su un livello diverso. Ennis, pur quei disegnatori che ritiene il colore un
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