PASSAGGIO GENERAZIONALE Confindustria Venezia e,Rovigo. puntano i riflettori sui casi di successo L'equilibrio instabile tra famiglia e azienda Rana: «Il giorno più bello? Quando é entrato mio figlio. Però qualche voO tal* o visto come concorrente» Marco Dori MESTRE «Pitosto che làsarghe l'asienda a quel mona de me fiolo, la bruso». Per molte aziende, il passaggio generazionale non è mai facile. Anzi, la staffetta tra padre e figli può addirittura mettere a rischio il futuro dell'azienda stessa. È, per così dire, uno scoglio naturale. E se a questo si aggiunge che in molti casi un'azienda è anche una famiglia, la complessità aument. Per questo Confindustria Venezia, in collaborazione con Rovigo, ha organizzato l'incontro «Generazioni a confronto. Modalità e alternative al passaggio generazionale». Un'occasione per ascoltare da viva voce le testimonianze di alcuni importanti imprenditori che hanno già vissuto l'esperienza del passaggio generazionale. Uno su tutti, Giovanni Rana, il «re dei tortellini». Per lui, pochi problemi nel passaggio generazionale. Prima, da ventenne, quando si staccò dal panificio di famiglia per avviare la sua produzione di tortellini artigianale. «Mi ero accorto che le donne, con il lavoro, non avevano più tempo per fare i tortellini a casa. Sono partito così, e oggi siamo un'azienda internazionale». Poi, quando, dopo gli studi, in azienda è entrato il suo unico figlio. «Il giorno pù bello della mia vita, anche se poi ci sono stati momenti in cui l'ho visto come un concorrente». Diverso, invece, il caso della De Agostini, importante gruppo editoriale italiano, di successo anche all'estero. Qui, a differenza della famiglia Rana, in azienda ci sono ben quattro generazioni a confronto. Tanti «parenti», fino a 120 persone, che a vario titolo potevano ambire al trono della società. Bene, per gestire il «passaggio generazionale», ha spiegato Pietro Boroli, vice presidente della De gostini, si è scelto di imporre delle regole d'accesso, basate sulla formazione e sul merito. Una scelta che ha dato i suoi frutti e che ha permesso al gruppo di crescere e di vincere le sfide del mercato. IL CAMBIO Giovanni Rana «Non ci sono regole buone per tutti e ogni azienda ha il proprio caso - ha commentato Matteo Zoppas, presidente di Confindustria Venezia ma ci sono concetti che riguardano ogni azienda». Eppure, l'iniziativa degli industriali veneziani pare aver centrato l'obiettivo, con una sala convegni super affollata e molti interventi da parte del pubblico, stimolato dalla verve di Franco Cesaro. Segno che, oggi come un tempo, lasciare l'azienda «al proprio fiolo», è un passaggio tanto dovuto, quanto delicato, dove spesso si scontrano gli interessi di azienda e le ragioni di famiglia. © riproduzione riservata
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