POF_IC_Anoia_M_G_as_2014_2015

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER LA CALABRIA
ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE ANOIA – MAROPATI – GIFFONE
SCUOLA dell'INFANZIA – SCUOLA PRIMARIA – SCUOLA SECONDARIA di I GRADO
Via Roma, n. 153 – 89020 Anoia (RC)
Codice Meccanografico RCIC82300D
Piano dell’offerta formativa
AA. SS. 2014/2015
Indice
Introduzione
6
1.
Il Piano dell’Offerta Formativa
2.
Missione e finalità educative
12
3.
Scuola, Famiglia e Territorio
15
3.1.
3.2.
3.3.
3.4.
3.5.
4.
9
Analisi sociale e culturale del territorio dell’Istituto Comprensivo
Rapporti con Enti e Associazioni Locali
L’Ente Comunale
La Comunità Montana
La famiglia
16
17
18
18
18
Organizzazione
20
4.1.
4.2.
4.3.
4.4.
4.5.
4.6.
20
21
22
23
24
25
Risorse umane
Calendario Scolastico
Tempo scuola
Indirizzo musicale
Calendario degli adempimenti scolastici
Strutture scolastiche
5.
Analisi dei bisogni formativi
27
6.
Finalità educative
30
7.
L’offerta formativa
33
7.1.
33
8.
Relazioni interne ed esterne
Funzioni delle risorse umane
35
8.1.
8.2.
8.3.
8.4.
8.5.
8.6.
8.7.
8.8.
8.9.
35
35
36
36
36
37
37
37
37
Dirigente Scolastico
Consiglio d’Istituto
Collegio dei Docenti
Gruppo di Lavoro per l’Inclusività (GLI)
Consigli di Classe, Interclasse e Intersezione
Dipartimenti e Commissioni
Primo collaboratore del Dirigente Scolastico (Vicario)
Secondo collaboratore del Dirigente Scolastico
Staff di dirigenza
2
8.10.
8.11.
8.12.
8.13.
8.14.
8.15.
8.16.
8.17.
8.18.
8.19.
9.
Giunta esecutiva
Responsabile di Plesso
Funzioni Strumentali
Gruppo di Lavoro per l’Handicap (GLH)
Unità Multidisciplinari per l’Età Evolutiva (UMEE)
Docenti
Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi (DSGA)
Personale Amministrativo
Collaboratore Scolastico
Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP)
Organigramma
47
10. Parole chiave del POF
10.1.
10.2.
10.3.
10.4.
56
Accoglienza
Continuità
Orientamento
Promozione, integrazione e aggiornamento
11. Ampliamento dell’offerta formativa
11.1.
11.2.
11.3.
11.4.
11.5.
11.6.
60
61
62
62
64
64
66
Gruppo di Lavoro per l’Inclusione (GLI)
L’inclusione degli alunni con Bisogni Educativi Speciali (BES)
Il Piano didattico personalizzato (PDP)
Studenti diversamente abili
Studenti con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA)
Prevenzione dispersione scolastica e superamento situazioni di svantaggio
Disagio scolastico
Studenti stranieri
Piano Annuale per l’Inclusività (PAI)
Sintesi strumenti e documentazione didattici
13. Caratteri, finalità e traguardi del processo formativo
13.1. Scuola dell’Infanzia
13.2. Scuola Primaria
13.3. Scuola Secondaria di Primo Grado
67
69
72
73
75
76
77
77
79
80
82
82
83
84
14. Valutazione degli alunni
14.1.
14.2.
14.3.
14.4.
14.5.
14.6.
14.7.
14.8.
14.9.
14.10.
14.11.
14.12.
56
56
57
57
60
Attività di recupero-consolidamento-potenziamento
Progetti curriculari ed extracurriculari
Progetti P.O.N.
Uscite didattiche, visite guidate e viaggi d’istruzione
Concorsi, mostre, convegni e/o incontri con esperti
Borse di studio
12. Inclusione
12.1.
12.2.
12.3.
12.4.
12.5.
12.6.
12.7.
12.8.
12.9.
12.10.
38
38
39
42
43
43
45
45
45
45
89
Cos’è la valutazione
Criteri
Regole
Strumenti
Criteri di comunicazione della valutazione
Procedure
Scuola dell’Infanzia
Scuola Primaria
Scuola Secondaria di I grado
Valutazione Insegnamento Religione Cattolica ed Attività alternativa
Valutazione alunni diversamente abili
Valutazione alunni con certificazione di D.S.A. - B.E.S.
3
90
91
92
92
93
93
95
96
102
108
108
109
15. Curricolo verticale d’Istituto
111
15.1. Finalità educative generali
15.2. Competenze trasversali di cittadinanza attiva
15.3. Traguardi per lo sviluppo delle competenze
115
116
120
16. Rapporti Scuola - Famiglia
135
17. Formazione e aggiornamento
139
18. Valutazione del POF
142
18.1.
18.2.
18.3.
18.4.
18.5.
18.6.
Autovalutazione
Strumenti
Valutazione di sistema
Indicatori di qualità
Indicatori di processo
Indicatori di prodotto
142
143
143
144
144
145
Allegato 1. Indicazioni nazionali per il curricolo (D.M. n. 254 del 16/11/2012)
147
Allegato 2. Patto di corresponsabilità educativa
218
Allegato 3. Rapporto di Autovalutazione d’Istituto
221
Allegato 4. Regolamento d’Istituto
227
Allegato 5. Piano Annuale per l’Inclusione - A.S. 2014/2015
247
4
Introduzione
1. Il Piano dell’Offerta Formativa
2. Missione e finalità educative
3. Scuola, Famiglia e Territorio
4. Organizzazione
5. Analisi dei bisogni formativi
6. Finalità educative
7. L’offerta formativa
8. Funzioni delle risorse umane
9. Organigramma
10. Parole chiave del POF
11. Ampliamento dell’offerta formativa
12. L’inclusione
13. Caratteri, finalità e traguardi del processo formativo
14. Valutazione degli alunni
15. Curricolo verticale d’Istituto
16. Rapporti Scuola - Famiglia
17. Formazione e aggiornamento
18. Valutazione del P.O.F.
INTRODUZIONE
1. Il Piano dell’Offerta Formativa
2. Missione e finalità educative
3. Scuola, Famiglia e Territorio
4. Organizzazione
5. Analisi dei bisogni formativi
6. Finalità educative
7. L’offerta formativa
8. Funzioni delle risorse umane
9. Organigramma
10. Parole chiave del POF
11. Ampliamento dell’offerta formativa
12. L’inclusione
13. Caratteri, finalità e traguardi del processo formativo
14. Valutazione degli alunni
15. Curricolo verticale d’Istituto
16. Rapporti Scuola - Famiglia
17. Formazione e aggiornamento
18. Valutazione del P.O.F.
Allegati
5
Introduzione
Il Piano dell’Offerta Formativa (POF), rappresenta il piano di azione educativa e di istruzione della scuola, in esso vengono illustrate le linee distintive dell’istituto,
l’ispirazione culturale - pedagogica che lo muove, la progettazione curricolare, extracurricolare, didattica ed organizzativa delle sue attività.
L’autonomia delle scuole si esprime nel POF attraverso la descrizione:
delle discipline e delle attività liberamente scelte della quota di curricolo loro riservata;
delle possibilità di opzione offerte agli studenti e alle famiglie;
delle discipline e attività aggiuntive nella quota facoltativa del curricolo;
delle azioni di continuità, orientamento, sostegno e recupero corrispondenti alle esigenze degli alunni concretamente rilevate;
dell’articolazione modulare del monte ore annuale di ciascuna disciplina e attività;
dell’articolazione modulare di gruppi di alunni provenienti dalla stessa o da diverse classi;
delle modalità e dei criteri per la valutazione degli alunni;
dell’organizzazione adottata per la realizzazione degli obiettivi generali e specifici
dell’azione didattica;
dei progetti di ricerca, sperimentazione ed ampliamento dell’offerta formativa.
Il Piano dell’offerta formativa si inserisce in una più complessiva attività di progettazione di quegli aspetti dell’attività scolastica per i quali l’autonomia prevede un trasferimento di poteri dallo Stato alle scuole.
Queste ultime infatti:
definiscono il modo di organizzarsi più adeguato per la realizzazione degli obiettivi
generali e specifici dell’azione didattica
adattano a questi obiettivi il calendario scolastico
progettano la ricerca e la sperimentazione
attivano accordi di rete con altre scuole ed eventuali scambi di docenti che abbiano
uno stato giuridico omogeneo
Il Piano dell’offerta formativa, proposto dalle varie componenti della scuola, è elaborato dal punto di vista didattico dal Collegio dei docenti, nel rispetto di eventuali diverse
opzioni metodologiche; ed è adottato dal Consiglio di Istituto.
La Legge n. 53 del 28 marzo 2003 (Delega al Governo per la definizione delle norme
generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e
6
formazione professionale) e, particolarmente, il Decreto Legislativo n. 59 del 19 febbraio
2004 (Definizione delle norme generali relative alla scuola dell’infanzia e al primo ciclo
dell’istruzione, a norma dell’articolo 1 della legge 28 marzo 2003, n. 53) attuativo per le
scuole dell’infanzia e del primo ciclo hanno conferito nuovi strumenti di flessibilità alle
scuole autonome: l’elaborazione annuale dei Piani dell’Offerta Formativa è oggi
l’occasione per le istituzioni scolastiche di dotarsi di percorsi formativi individualizzati e
caratterizzanti (i piani di studio personalizzati) che, pur aderendo agli obiettivi generali ed
educativi definiti a livello nazionale, raccolgono e rispondono alle esigenze del contesto
culturale, sociale ed economico in cui le scuole operano.
7
. Il Piano dell’Offerta Formativa
2. Missione e finalità educative
3. Scuola, Famiglia e Territorio
4. Organizzazione
5. Analisi dei bisogni formativi
6. Finalità educative
7. L’offerta formativa
8. Funzioni delle risorse umane
9. Organigramma
10. Parole chiave del POF
11. Ampliamento dell’offerta formativa
12. L’inclusione
13. Caratteri, finalità e traguardi del processo formativo
14. Valutazione degli alunni
15. Curricolo verticale d’Istituto
16. Rapporti Scuola - Famiglia
17. Formazione e aggiornamento
18. Valutazione del P.O.F.
Introduzione
1. IL PIANO DELL’OFFERTA FORMATIVA
2. Missione e finalità educative
3. Scuola, Famiglia e Territorio
4. Organizzazione
5. Analisi dei bisogni formativi
6. Finalità educative
7. L’offerta formativa
8. Funzioni delle risorse umane
9. Organigramma
10. Parole chiave del POF
11. Ampliamento dell’offerta formativa
12. L’inclusione
13. Caratteri, finalità e traguardi del processo formativo
14. Valutazione degli alunni
15. Curricolo verticale d’Istituto
16. Rapporti Scuola - Famiglia
17. Formazione e aggiornamento
18. Valutazione del P.O.F.
Allegati
8
1.
Il Piano dell’Offerta Formativa
La Circolare Ministeriale n. 110 del 29 dicembre 2011 (Iscrizioni alle scuole
dell’infanzia e alle scuole di ogni ordine e grado per l’anno scolastico 2012/2013) ribadisce che l’obbligo scolastico contribuisce a “garantire a tutti l’acquisizione delle competenze di base necessarie per l’esercizio dei diritti di cittadinanza” se i diversi attori in campo
si assumono le proprie responsabilità:
i genitori, che scelgono le diverse tipologie di scuola e le opzioni del tempo scuola;
le istituzioni scolastiche, che adottano strategie efficaci e coerenti per consentire elevati livelli di apprendimento e di formazione;
l’Amministrazione, che stabilisce criteri, indirizzi e presupposti per l’assolvimento
dell’obbligo di istruzione;
le Regioni e gli Enti locali, che assicurano le condizioni e forniscono le dotazioni necessarie per la piena fruizione del diritto allo studio da parte di ciascun alunno.
Nel Piano dell’Offerta Formativa questa Responsabilità condivisa viene esplicitata
nella sua concreta operatività: l’Istituto Comprensivo illustra la propria progettazione (curricolare, educativa ed organizzativa), elaborata nel rispetto dei bisogni, delle competenze e
delle attese della comunità scolastica, familiare e territoriale.
Nel Piano dell’Offerta Formativa l’Istituto Comprensivo definisce la propria identità
culturale, professionale e progettuale, presentando:
Missione e Finalità
scelte didattiche e organizzative: Curricolo educativo e formativo; Attività integrative;
Iniziative per il recupero, l’approfondimento, il potenziamento, la continuità,
l’accoglienza, l’orientamento, il sostegno, l’integrazione socio-culturale; Progetti per
l’ampliamento dell’O.F.
interazione con le Famiglie e il Territorio
linee metodologiche
modalità e criteri per la valutazione degli studenti
articolazione del Tempo-Scuola
struttura organizzativa e amministrativa
impegno per la riservatezza, la sicurezza e la prevenzione.
9
Il POF è stato elaborato tenendo conto delle Indicazioni Nazionali per il Curricolo
della Scuola dell’Infanzia e del Primo Ciclo d’Istruzione (2012), analizzate e discusse dai
docenti dell’istituto nel corso del corrente anno scolastico.
Deliberato dal Collegio dei Docenti a partire dalle indicazioni formulate dal Consiglio
d’Istituto, che poi provvede alla sua approvazione, ha durata annuale.
Il POF è un documento pubblico consultabile tramite la Segreteria e il sito
dell’Istituto www.icanoiamaropatigiffone.gov.it/
10
2. Missione e finalità educative
3. Scuola, Famiglia e Territorio
4. Organizzazione
5. Analisi dei bisogni formativi
6. Finalità educative
7. L’offerta formativa
8. Funzioni delle risorse umane
9. Organigramma
10. Parole chiave del POF
11. Ampliamento dell’offerta formativa
12. L’inclusione
13. Caratteri, finalità e traguardi del processo formativo
14. Valutazione degli alunni
15. Curricolo verticale d’Istituto
16. Rapporti Scuola - Famiglia
17. Formazione e aggiornamento
18. Valutazione del P.O.F.
Introduzione
1. Il Piano dell’Offerta Formativa
2. MISSIONE E FINALITÀ EDUCATIVE
3. Scuola, Famiglia e Territorio
4. Organizzazione
5. Analisi dei bisogni formativi
6. Finalità educative
7. L’offerta formativa
8. Funzioni delle risorse umane
9. Organigramma
10. Parole chiave del POF
11. Ampliamento dell’offerta formativa
12. L’inclusione
13. Caratteri, finalità e traguardi del processo formativo
14. Valutazione degli alunni
15. Curricolo verticale d’Istituto
16. Rapporti Scuola - Famiglia
17. Formazione e aggiornamento
18. Valutazione del P.O.F.
Allegati
11
2.
Missione e finalità educative
Il Piano dell’offerta formativa del nostro Istituto Comprensivo nasce dopo un’attenta
analisi della realtà –socio –economica –culturale del nostro territorio che, cogliendo i bisogni, la domanda e le aspettative delle famiglie e dell’utenza, formula delle possibili soluzioni in sinergia con le altre agenzie educative presenti sul territorio.
Lo studente è l’origine del progetto educativo dell’Istituto, che lavora per conseguire
il successo formativo.
L’Istituto Comprensivo lavora perciò per preparare gli studenti all’inserimento consapevole e attivo nella società, pianificando un’offerta formativa che:
costruisce un ambiente di lavoro sereno, collaborativo e sicuro: tutti sono ascoltati nei
bisogni, stimolati negli interessi personali, valorizzati nelle abilità, rassicurati e coinvolti nel processo di formazione;
programma percorsi formativi finalizzati all’acquisizione di competenze, abilità e conoscenze vaste, approfondite, adeguate ai cambiamenti in atto nel mondo contemporaneo e stabili nel tempo;
definisce, condivide e comunica le norme e le scelte didattiche che regolano la vita
della scuola;
promuove il benessere e pratica l’inclusione, mediante iniziative di prevenzione, recupero, sostegno, integrazione e potenziamento;
educa alla cittadinanza attiva e consapevole;
ottimizza le risorse: non dimentica la ricchezza delle esperienze passate pur mantenendosi aperta al cambiamento, interagisce con il territorio, valorizza gli studenti, agisce in continuità;
orienta, insegnando a ragionare su un progetto di vita possibile e coerente, di cui si è
responsabili e protagonisti;
verifica e valuta il percorso intrapreso in ogni momento e fase del suo svolgimento,
pronta a modificare itinerari, metodologie e intenzioni, sempre attenta ai bisogni e alle
potenzialità di ciascuno.
La scuola propone:
un percorso per la crescita e la realizzazione personale attraverso interazioni e clima
educativo positivo;
12
canali di ascolto e di comunicazione. La motivazione ed il piacere di apprendere. La
percezione positiva di sé (autostima, fiducia, accettazione dei propri limiti e valorizzazione delle proprie capacità).
La scuola offre:
un percorso per favorire la convivenza civile e democratica attraverso l’integrazione
del singolo nel gruppo e del gruppo nel contesto scolastico;
I valori della diversità, della cooperazione, della partecipazione, della solidarietà. Il
rispetto di sé, degli altri, dell’ambiente. La prevenzione di pregiudizi e di stereotipi.
La scuola promuove:
un percorso per una prima formazione culturale attraverso l’alfabetizzazione di base e
l’imparare ad imparare;
l’acquisizione di conoscenze disciplinari e interdisciplinari (il sapere) e di abilità operative (il fare) apprese ed esercitate nel sistema formale (la scuola), non formale (le altre istituzioni formative) e informale (la vita sociale nel suo complesso) trasformarle
in competenze personali.
L’Offerta Formativa diviene perciò lo strumento per programmare le attività che il nostro Istituto intende realizzare per la Scuola dell’Infanzia, Primaria e Secondaria di I grado.
L’Istituto Comprensivo:
riflette le esigenze del territorio;
esplicita la progettazione curriculare, extracurriculare, educativa ed organizzativa
persegue gli obiettivi generali ed educativi dei tre ordini di scuola dell’Istituto.
L’Offerta Formativa è:
il progetto del servizio formativo che l’istituzione si impegna ad erogare;
il documento attraverso cui l’Istituzione scolastica rende leggibile il servizio che offre.
Il Dirigente Scolastico e il Collegio dei Docenti, attraverso questo documento intendono rispondere ad alcune esigenze emergenti:
qualificare la proposta formativo - culturale della scuola in relazione ai reali bisogni
dell’utenza, alle risorse interne ed esterne.
tenere sotto controllo il processo educativo - didattico allo scopo di ridurre lo scarto
tra i risultati attesi e quelli ottenuti.
13
3. Scuola, Famiglia e Territorio
4. Organizzazione
5. Analisi dei bisogni formativi
6. Finalità educative
7. L’offerta formativa
8. Funzioni delle risorse umane
9. Organigramma
10. Parole chiave del POF
11. Ampliamento dell’offerta formativa
12. L’inclusione
13. Caratteri, finalità e traguardi del processo formativo
14. Valutazione degli alunni
15. Curricolo verticale d’Istituto
16. Rapporti Scuola - Famiglia
17. Formazione e aggiornamento
18. Valutazione del P.O.F
Introduzione
1. Il Piano dell’Offerta Formativa
2. Missione e finalità educative
3. SCUOLA, FAMIGLIA E TERRITORIO
4. Organizzazione
5. Analisi dei bisogni formativi
6. Finalità educative
7. L’offerta formativa
8. Funzioni delle risorse umane
9. Organigramma
10. Parole chiave del POF
11. Ampliamento dell’offerta formativa
12. L’inclusione
13. Caratteri, finalità e traguardi del processo formativo
14. Valutazione degli alunni
15. Curricolo verticale d’Istituto
16. Rapporti Scuola - Famiglia
17. Formazione e aggiornamento
18. Valutazione del P.O.F.
Allegati
14
3.
Scuola, Famiglia e Territorio
Comune di Anoia
Scuola dell’Infanzia
RCAA82303C
Anoia
RCAA82304D
Anoia Superiore
Scuola Primaria
RCEE82304P
Anoia Superiore
Scuola Secondaria di I Grado
RCMM82301E
Anoia
Scuola Primaria
RCEE82305Q
Giffone
Scuola Secondaria di I Grado
RCMM82303L
Giffone
Scuola Primaria
RCEE82301G
Maropati
Scuola Secondaria di I Grado
RCMM82302G
Maropati
Comune di Giffone
Scuola dell’Infanzia
RCAA82305E
Giffone
Comune di Maropati
Scuola dell’Infanzia
RCAA82301A
Maropati
L’Istituto nasce dalla fusione dell’Istituto Comprensivo Anoia -Maropati con quello di
Giffone nell’anno scolastico 2009/2010 ed è costituito da tre diversi ordini di scuola: infanzia, primaria e secondaria di primo grado.
L’Istituto Comprensivo è costituito da 4 sedi di Scuola dell’Infanzia, 3 plessi di Scuola Primaria e 3 sedi di scuola secondaria di 1° grado. tutte le sedi scolastiche sono dislocate nei comuni di Anoia, Maropati e Giffone. La Dirigenza Scolastica si trova presso la
Scuola Secondaria di 1° grado sita in via Roma, 153 ad Anoia, (70 km da Reggio Calabria). La popolazione servita dall’Istituto Comprensivo è di circa 5000 abitanti, con una
situazione occupazionale difficile, il maggior numero di occupati si trova nei settori dei
servizi e nell’agricoltura.
L’obiettivo principale dell’Istituto è quello di costruire e condividere un percorso, capace di accogliere il bambino di tre anni e di accompagnarlo nella sua crescita fino alle
soglie dell’adolescenza, quattordici anni, fornendogli gli strumenti culturali di base, i sa-
15
peri essenziali e le competenze indispensabili per continuare ad apprendere sia nel successivo percorso scolastico e formativo, sia lungo tutto l’arco della vita.
Siamo, così, riusciti a realizzare progetti che prevedono modalità e strumenti di lavoro
comuni per rendere più ampia ed efficace l’offerta formativa.
3.1. Analisi sociale e culturale del territorio dell’Istituto Comprensivo
3.1.1. Comune di Anoia
Il Comune di Anoia, circa 2400 abitanti, è composto da due nuclei abitati: Anoia (sede del comune) ed Anoia Superiore (frazione), si estende per circa 10 km al margine interno della Piana di Gioia Tauro, alla destra del torrente Sciarapotamo, su due costoni a
210m e 256m di altitudine e ad una distanza di circa un chilometro tra loro. Gode di un
clima mite e temperato, una visuale aperta che abbraccia con lo sguardo i paesi limitrofi,
delineando in lontananza la costa tirrenica. Vigneti, agrumeti ed uliveti colorano con il loro verde questo incantevole paesaggio.
Si basa su un’economia a carattere agricolo – artigianale e impiegatizio, si registra
qualche piccola industria locale di lavorazione del pesce e qualche oleificio. Il contesto
socio-culturale del territorio è proiettato verso la modernità, ma nello stesso tempo, è radicato nelle proprie tradizioni.
Infatti, tra gli aspetti positivi, che emergono da un’attenta analisi della situazione ambientale, sono da evidenziare:
la conservazione di usanze e tradizioni popolari;
l’unità dei nuclei familiari;
il contatto diretto con l’ambiente naturale circostante, vissuto come valore.
Gli alunni frequentanti l’Istituto Comprensivo appartengono a famiglie eterogenee per
cultura e livello d’istruzione; le scuole dell’Infanzia e Primaria accolgono qualche alunno
straniero ed alcuni alunni ospiti dell’Istituto “Sorriso dell’Innocenza”.
3.1.2. Comune di Maropati
Il Comune di Maropati ex casale di Anoia ed incrementato ad opera di coloni albanesi, attualmente ha una popolazione di circa 2000 abitanti. Sorge su un piccolo colle arroccato, definito dagli abitanti del luogo”crista di gadu”,cresta di gallo, o”Piricocculu”.
Questo territorio, costituito anche dalla frazione di Tritanti, è compreso tra lo Sciarapotamo ed il Metramo e si eleva su un dosso a 239m, Maropati, e 263 m, Tritanti, ed è collegato con i paesi viciniori per mezzo della SS 531.
La popolazione è costituita per lo più da anziani, l’economia prevalente è quella agricola, non vi sono industrie, sono presenti strutture sociali e culturali: piscina Atlantide,
Fondazione Seminara.
Nonostante la sua cultura contadina Maropati ha dato i natali a grandi uomini di cultura: Fortunato Seminara, Antonio Piromalli, Pietro Pizzarelli, Rosario Belcaro.
Il trend qualitativo della vita si rileva piuttosto modesto, in particolare, le insufficienze croniche del terziario, si riflettono sull’offerta dei servizi anche più elementari. In tale
16
contesto le sole agenzie educative operanti fattivamente in questa area rimangono tradizionalmente la Scuola e la Chiesa.
Il fenomeno dell’immigrazione è in via d’incremento particolarmente per la richiesta
di manodopera agricola e di badanti per anziani.
3.1.3. Comune di Giffone
Il Comune di Giffone è un piccolo comune della Calabria che si trova in provincia di
Reggio Calabria e che conta poco più di 2.000 abitanti, ed un forte tasso di emigrazione.
Situato ad oltre 600 m.s.l.m., Giffone sorge tra l’Aspromonte e le Serre Calabre e per la
sua posizione geografica è isolato dalle comunità limitrofe.
Le sue origini si perdono nella notte dei tempi, ma non vi sono ritrovamenti utili per
poter proporre una datazione certa.
Peculiare è il suo ambiente naturale, arricchito da fitti boschi di faggi e castagni, dove
tra piccole sorgenti, sentieri, dirupi, lo spazio si apre su piacevoli e affascinanti prospettive, in particolare nella località Contura.
Questa parte di territorio, come alcune zone limitrofe, è stata definita “Terra emersa”
come testimoniano i ritrovamenti fossili di conchiglie e molluschi.
L’economia è di tipo agricolo e silvo - boschiva in espansione; il territorio è ricco di
distese di ulivi e vigneti. Elemento di sviluppo sono considerati i prodotti del bosco, soprattutto i funghi che caratterizzano da sempre il territorio di Giffone.
Sono presenti due piccole industrie per la lavorazione di funghi e altri prodotti artigianali locali.
Da un’analisi socio - ambientale accurata, tra i problemi che si avvertono nella Scuola, si evidenziano:
difficoltà espressive e comunicative degli alunni;
riluttanza all’assolvimento dell’obbligo della frequenza.
Gli allievi provenienti dalle famiglie meno abbienti, fortemente condizionati dalla loro situazione di partenza, tendono ad assumere atteggiamenti di rivalsa e di contestazione.
Dalla realtà ambientale emergono anche alcuni aspetti positivi:
l’esistenza di compatti nuclei familiari con stretti legami parentali;
la conservazione di alcune usanze e tradizioni locali
3.2. Rapporti con Enti e Associazioni Locali
La Scuola dell’Autonomia considera suoi interlocutori: le agenzie formative presenti
sul territorio: gli Enti locali, le Associazioni culturali, sanitarie e il mondo del lavoro. Aumenta così la sua capacità di interagire con essi e stabilisce una Rete di relazioni per
l’impostazione di efficaci itinerari educativi e didattici che valorizzino al meglio le risorse
e i servizi offerti.
Nell’attività didattica, non si può tener conto soltanto dell’ambiente scolastico, ma
occorre fare riferimento ad un contesto molto più ampio che comprenda l’intero cosmo relazionale dell’alunno, ossia la Famiglia, la Parrocchia, le Associazioni sportive, l’Ente
comunale, le Associazioni di volontariato, l’Associazione culturale Micologica,
17
l’Associazione culturale Mediterranea, l’Associazione musicale Zagarella, la Comunità
Montana, il centro per disabili mentali Casa Futura, il centro per disabili mentali gravi,
Behtel, la casa di riposo Villa Eden, la associazione culturale Fondazione Seminara, la piscina semiolimpionica Atlantide, l’associazione di volontariato SIRIO e il gruppo teatrale
Anoiano, Istituto Religioso Sorriso dell’Innocenza.
3.3. L’Ente Comunale
I rapporti tra l’Istituzione Scolastica e l’Amministrazione Comunale, sono improntati
alla massima collaborazione, allo scopo di:
promuovere un impiego efficace ed integrato delle risorse umane e finanziarie che
l’Ente locale mette a disposizione della scuola;
promuovere un uso integrato delle strutture scolastiche anche al di fuori degli orari di
lezione, per attività sportive e culturali di interesse generale.
3.4. La Comunità Montana
La Comunità Montana del Versante Tirrenico Settentrionale di Cinquefrondi comprende i seguenti comuni della Provincia di Reggio Calabria e precisamente: Cinquefrondi, Galatro, Giffone, Cittanova, San Giorgio Morgeto, San Pietro di Caridà.
La sua sede è a Cinquefrondi, promuove e persegue i seguenti obiettivi:
tutela ambientale, conservazione e valorizzazione del patrimonio forestale;
conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale e delle tradizioni locali;
promozione delle attività economiche;
dinamica demografica e sociale;
gestione associata dei servizi pubblici locali.
3.5. La famiglia
I Genitori, pur dimostrando attenzione ai problemi della Scuola, non sempre partecipano in maniera continuativa alla vita della scuola, a causa degli impegni di lavoro, e i loro interventi sono finalizzati soprattutto all’acquisizione delle informazioni sull’impegno,
il profitto ed il comportamento dei ragazzi.
Pur non sottovalutando questi aspetti, la Scuola vuole creare un clima di accoglienza,
disponendosi ad un approccio collaborativo che punti ad avvicinare le distanze e utilizzi lo
strumento istituzionale dei “Colloqui con le Famiglie degli Alunni” per “ascoltare” e fornire aiuto ed indirizzo, specie nei momenti di crisi che può attraversare il preadolescente.
Pertanto, i genitori saranno coinvolti anche in corsi di formazione o trattazione di tematiche che abbiano particolare attinenza con il vissuto preadolescenziale e le tematiche
ad esso relative.
18
4. Organizzazione
5. Analisi dei bisogni formativi
6. Finalità educative
7. L’offerta formativa
8. Funzioni delle risorse umane
9. Organigramma
10. Parole chiave del POF
11. Ampliamento dell’offerta formativa
12. L’inclusione
13. Caratteri, finalità e traguardi del processo formativo
14. Valutazione degli alunni
15. Curricolo verticale d’Istituto
16. Rapporti Scuola - Famiglia
17. Formazione e aggiornamento
18. Valutazione del
Introduzione
1. Il Piano dell’Offerta Formativa
2. Missione e finalità educative
3. Scuola, Famiglia e Territorio
4. ORGANIZZAZIONE
5. Analisi dei bisogni formativi
6. Finalità educative
7. L’offerta formativa
8. Funzioni delle risorse umane
9. Organigramma
10. Parole chiave del POF
11. Ampliamento dell’offerta formativa
12. L’inclusione
13. Caratteri, finalità e traguardi del processo formativo
14. Valutazione degli alunni
15. Curricolo verticale d’Istituto
16. Rapporti Scuola - Famiglia
17. Formazione e aggiornamento
18. Valutazione del P.O.F.
Allegati
19
4.
Organizzazione
4.1. Risorse umane
L’Istituto Comprensivo è composto da n. 106 unità di personale e da n. 612 alunni,
per un totale di n. 718 unità, di seguito meglio esplicitati.
4.1.1.
Dirigente Scolastico e Personale docente
Personale Docente
Dirigente Scolastico
Scuola dell'Infanzia
Scuola Primaria
Scuola Secondaria di I Grado
Totale
4.1.2.
n.
1
10
30
37
78
Personale non docente
Personale non docente
DSGA
Personale ATA
Collaboratori Scolastici
Totale
n.
1
3
18
22
4.1.3. Alunni
Scuola dell’Infanzia
Anoia
Sezione Alunni
1^
18
Anoia Sup.
Sezione Alunni
1^
27
2^
15
Totale
Totale
18
Giffone
Sezione Alunni
1^
28
2^
25
3^
13
Totale
66
42
Maropati
Sezione Alunni
1^
25
2^
17
3^
Totale
42
Totale alunni anno scolastico 2014/2015
168
Totale sezioni anno scolastico 2014/2015
8
20
Scuola Primaria
Anoia
Classe Alunni
1^ A
18
2^ A
17
3^ A
21
4^ A
21
5^ A
14
5^ B
14
Totale
105
Giffone
Classe Alunni
1^ A
18
2^ A
20
3^ A
20
4^ A
18
5^ A
15
5^ B
19
Totale
110
Maropati
Classe Alunni
1^ A
12
2^ A
9
3^ A
12
4^ A
12
5^ A
15
Totale
60
Totale alunni anno scolastico 2014/2015
275
Totale classi anno scolastico 2014/2015
17
Scuola Secondaria di I Grado
Anoia
Classe Alunni
1^ A
15
2^ A
16
3^ A
18
Totale
49
Giffone
Classe Alunni
1^ A
14
1^ B
15
2^ A
25
3^ A
23
Totale
77
Maropati
Classe Alunni
1^ A
16
2^ A
15
3^ A
13
Totale
44
Totale alunni anno scolastico 2014/2015
170
Totale classi anno scolastico 2014/2015
10
4.2. Calendario Scolastico
Il collegio dei docenti, tenendo conto delle disposizioni ministeriali e regionali ha
strutturato l’organizzazione dell’orario in modo da garantire almeno 200 giorni di lezione
e ha deciso di suddividere l’anno scolastico in due quadrimestri.
Il Consiglio d’Istituto, su proposta del Collegio dei docenti, ha deliberato
l’adattamento del calendario scolastico regionale (DPRG 42/2014), come segue:
Inizio delle lezioni
Termine delle lezioni
Il calendario delle festività è determinato come segue:
15 settembre 2014
11 giugno 2015 per la scuola Primaria e Secondaria di I Grado
30 Giugno 2015 per la Scuola dell’Infanzia
tutte le domeniche
1 novembre 2014 (festa di tutti i Santi)
8 dicembre 2014 (Immacolata Concezione)
25 dicembre 2014 (Natale)
26 dicembre 2014 (Santo Stefano)
1 gennaio 2015 (Capodanno)
6 gennaio 2015 (Epifania)
il giorno di lunedì dopo Pasqua;
21
Non si effettueranno lezioni, oltre
che nei giorni riconosciuti come
festività nazionali, nei seguenti
giorni
Su proposta del Collegio dei Docenti, il Consiglio di Istituto ha deliberato di concedere i seguenti
giorni
Ricorrenze
25 aprile 2015 (Anniversario della Liberazione)
1 maggio 2015 (festa del Lavoro)
2 giugno 2015 (festa nazionale della Repubblica)
festa del Santo Patrono
dal 22 dicembre 2014 al 6 gennaio 2015 (Vacanze di Natale)
dal 2 aprile 2015 al 7 aprile 2015 (Vacanze Pasquali)
2 maggio 2015 (Ponte)
1 giugno 2015 (Ponte)
21 e 22 novembre 2014 Presentazione della beata Vergine Maria (Giffone)
06 dicembre 2014 Festa del Santo Patrono (Anoia)
20 gennaio 2015 Festa di San Sebastiano (Anoia)
23 e 24 aprile 2015 Festa del Santo Patrono (Maropati)
Festa dell’accoglienza
Festa di Halloween
4 Novembre
Festività natalizie
Giornata della memoria
Carnevale
Precetto Pasquale
4.3. Tempo scuola
Nell’anno in corso le attività didattiche si svolgeranno nel seguente modo:
Scuola dell’Infanzia
15 settembre 2014 - 30 Giugno 2015
Anoia, Anoia Superiore; Giffone e Maropati: attività didattica dal lunedì a venerdì,
con orario 8.00 - 16.00
Scuola Primaria
15 settembre 2014 - 11 giugno 2015
Anoia: attività didattica da lunedì a venerdì con orario 8.00 – 13.00 e sabato con orario 8.00 – 11.00.
Sabato dalle ore 11.00 alle ore 13.00 attività di progettazione per tutti gli insegnanti.
Giffone: attività didattica da lunedì a venerdì con orario 8.00 – 13.00 e sabato con orario 8.00 – 11.00.
Per la classe 5^ A (tempo prolungato) l’attività didattica è così determinata: lunedì e
mercoledì, con orario 8.00 – 17.00, martedì, giovedì e venerdì, con orario 8.00 –
13.00 e sabato con orario 8.00 - 11.00.
Sabato dalle ore 11.00 alle ore 13.00 attività di progettazione per tutti gli insegnanti.
Maropati: attività didattica da lunedì a venerdì con orario 8.00 – 13.00 e sabato con
orario 8.00 – 11.00.
Per la classe 2^ A (tempo prolungato) l’attività didattica è così determinata: lunedì,
mercoledì e venerdì con orario 8.00 – 17.00, martedì e giovedì, con orario 8,00 13,00 e sabato con orario 8.00 – 11.00.
22
Sabato dalle ore 11.00 alle ore 13.00 attività di progettazione per tutti gli insegnanti.
Scuola Secondaria di I Grado
15 settembre 2014 - 11 giugno 2015
Anoia, l’attività didattica è così articolata:
classi 1^ A e 3^ A lunedì e mercoledì con orario 8.00 - 17.00, martedì con orario 8.00
– 14.00, giovedì e venerdì con orario 8.00 – 13.00 e sabato con orario 8.00 - 10.00.
Martedì e giovedì in orario pomeridiano e il sabato dalle ore 10:00 gli alunni svolgeranno attività musicale relativa allo studio di uno strumento.
classe 2^ A lunedì, martedì e mercoledì con orario 8.00 - 14.00, giovedì e venerdì con
orario 8.00 - 13.00 e sabato con orario 8.00 - 10.00.
Martedì e giovedì in orario pomeridiano e il sabato dalle ore 10:00 gli alunni svolgeranno attività musicale relativa allo studio di uno strumento.
Giffone e Maropati: attività didattica per tutte le classi così articolata: lunedì e mercoledì con orario 8.00 - 17.00, martedì, giovedì e sabato con orario 8.00 - 13.00.
4.4. Indirizzo musicale
La Scuola Secondaria di I grado di Anoia Inferiore integra le 36 h curriculari con il
corso ad indirizzo musicale, nato 10 anni fa, caratterizzato da 2 ore aggiuntive: un’ora di
strumento (individuale e/o per piccoli gruppi) e un’ora di teoria e solfeggio, a ciò si aggiunge un’ora di attività orchestrale la settimana.
Sono attive le seguenti classi di strumento:
AC77
Clarinetto
AI77
Percussioni
AJ77
Pianoforte
AK77
Saxofono
Gli alunni del corso di strumento sono distribuiti in diverse sezioni della scuola. La
frequenza del corso è completamente gratuita, spetta alla famiglia dell’alunno l’onere
dell’acquisto dello strumento.
L’ammissione al corso consiste in una semplice prova orientativo-attitudinale effettuata durante la classe quinta della Suola Primaria: non occorre sapere già suonare, ma
vengono valutati attentamente le inclinazioni, le capacità ritmico-melodiche, l’idoneità fisica e la motivazione.
La sezione musicale può avere ogni anno gli alunni dichiarati idonei comporta la frequenza per l’intero triennio.
La frequenza del Corso ad Indirizzo Musicale promuove molteplici occasioni di
scambio, d’incontro e di partecipazione ad esperienze musicali che ampliano l’orizzonte
formativo dell’alunno e il suo bagaglio di esperienze favorendone una maturazione complessiva dal punto di vista artistico, umano ed intellettuale.
Una volta che gli alunni avranno acquisito una sufficiente padronanza esecutivomusicale potranno partecipare a varie attività musicali, promosse e organizzate all’interno
e al di fuori della scuola sia dall’Istituto che da altri soggetti pubblici o privati. Ogni anno
la nostra scuola organizza dei saggi musicali, in occasione del Natale e a conclusione
dell’anno scolastico.
23
In sede di esame conclusivo del primo ciclo di istruzione verrà verificata, nell’ambito
del previsto colloquio pluridisciplinare, la conoscenza musicale raggiunta al termine del
triennio sia sul versante della pratica esecutiva, individuale e/o d’insieme, sia su quello teorico.
4.5. Calendario degli adempimenti scolastici
Attività
Collegio Docenti
Dipartimenti
Sett.
4
3 -5
8- 9
Consigli classe
Scrutini
Riunione staff di dirigenza
Riunione funzioni
strumentali
Elezioni Rappresentanti di classe
Incontro scuola famiglia
Documento di
Valutazione
Consiglio d’Istituto
Giunta esecutiva
Corsi di recupero /
approfondimento
Sportelli didattici
Riunione
Preliminare
Esami di stato
INVALSI
Orientamento in entrata e in uscita
Viaggi di
istruzione
Visite guidate
Gemellaggi –
soggiorni
Formazione
Aggiornamenti
Autovalutazione
Ott.
Nov.
6
Dic.
Mese
Gen.
Feb.
dal 25
al 29
dal 31
Mar.
Apr.
Mag.
Giu.
30
dal 26 dal 24
12
dal 26 dal 24
30
21
21
9
12
28
10
4
17
28
13
30
30
13
dal 15
al 30
19
10 - 11
12
Sett.
Ott.
Nov.
Dic.
Gen.
Feb.
Mar.
Apr.
Eventuali altre riunioni degli OO.CC., o variazioni saranno tempestivamente comunicate.
24
Mag.
Giu.
4.6. Strutture scolastiche
Laboratorio
Informatica
1
1
1
1
1
2
1
Totale
1
Maropati
Giffone
Maropati
1
Scuola Secondaria I
Grado
Anoia
Laboratorio
Artistico
Giffone
Anoia
Scuola Primaria
Maropati
Giffone
Anoia
Sup.
Risorse
Anoia
Scuola Infanzia
3
2
9
Laboratorio
Linguistico
1
Laboratorio
Musicale
1
1
1
1
1
Biblioteca
1
1
1
1
4
Aula Professori
1
1
1
1
4
Laboratorio
Scienze
1
1
1
1
1
1
2
4
Sala Mensa
1
Cucina
1
Servizi Igienici
7
8
4
8
8
5
9
15
6
6
76
Cortile
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
10
10
10
6
11
11
13
12
23
14
11
121
25
1
6
1
2
5. Analisi dei bisogni formativi
6. Finalità educative
7. L’offerta formativa
8. Funzioni delle risorse umane
9. Organigramma
10. Parole chiave del POF
11. Ampliamento dell’offerta formativa
12. L’inclusione
13. Caratteri, finalità e traguardi del processo formativo
14. Valutazione degli alunni
15. Curricolo verticale d’Istituto
16. Rapporti Scuola - Famiglia
17. Formazione e aggiornamento
18. Valutazione de
Introduzione
1. Il Piano dell’Offerta Formativa
2. Missione e finalità educative
3. Scuola, Famiglia e Territorio
4. Organizzazione
5. ANALISI DEI BISOGNI FORMATIVI
6. Finalità educative
7. L’offerta formativa
8. Funzioni delle risorse umane
9. Organigramma
10. Parole chiave del POF
11. Ampliamento dell’offerta formativa
12. L’inclusione
13. Caratteri, finalità e traguardi del processo formativo
14. Valutazione degli alunni
15. Curricolo verticale d’Istituto
16. Rapporti Scuola - Famiglia
17. Formazione e aggiornamento
18. Valutazione del P.O.F.
Allegati
26
5.
Analisi dei bisogni formativi
Il punto di partenza per costruire un’offerta formativa valida e funzionale alle esigenze di
tutti i protagonisti dell’Istituzione scolastica è rappresentato da un’attenta analisi dei bisogni.
Solo prendendo in considerazione questi ultimi e tentando di attivarsi in maniera propositiva per colmarli, si potrà intraprendere un cammino di crescita e di valorizzazione generale delle azioni intraprese.
Si ritiene, perciò, opportuno segnalare una parte dei bisogni che, in genere, emergono
dal confronto tra le varie componenti chiamate in causa:
Dirigente Scolastico:
una leadership appoggiata dal basso e pienamente condivisa;
lavorare in un ambiente aperto ai cambiamenti positivi, pronto ad accogliere le sfide
ed a portarle avanti con entusiasmo;
una comunicazione circolare ed efficace, che agevoli lo svolgimento delle varie attività;
apertura dell’extra scuola, nell’ottica del coinvolgimento e della compartecipazione
delle famiglie e dei vari Enti Territoriali che possano contribuire alla valorizzazione
ed al rinforzo degli interventi scolastici;
sinergia e lavoro di squadra.
Docenti:
crescere professionalmente, attraverso le tante opportunità offerte (aggiornamento,
formazione, master, etc.);
condividere, in una prospettiva di collaborazione sinergica coi propri colleghi, interventi ed azioni didattiche;
collaborare con le famiglie per costruire itinerari formativi adeguati;
lavorare in un ambiente sereno, che sviluppi condivisione e sinergia di intenti.
Alunni:
identità, sicurezza, autonomia;
sviluppare in modo armonico le varie componenti della personalità;
diventare cittadino consapevole;
sviluppare conoscenze e competenze adeguate;
27
sapersi orientare nelle scelte future.
Genitori:
sentirsi appoggiati e sostenuti, più che giudicati, nelle proprie scelte educative;
sentirsi coinvolti attivamente nel percorso educativo dei propri figli;
maggiori garanzie sui modelli educativi che contribuiscono alla crescita personale e
sociale dei propri figli anche in vista del loro futuro.
Personale ATA:
risultare un utile riferimento per i docenti e le famiglie;
essere gratificati nello svolgimento del proprio lavoro;
espletare le proprie funzioni in un ambiente sereno, rispettoso delle regole e attento
alle esigenze di tutti.
28
6. Finalità educative
7. L’offerta formativa
8. Funzioni delle risorse umane
9. Organigramma
10. Parole chiave del POF
11. Ampliamento dell’offerta formativa
12. L’inclusione
13. Caratteri, finalità e traguardi del processo formativo
14. Valutazione degli alunni
15. Curricolo verticale d’Istituto
16. Rapporti Scuola - Famiglia
17. Formazione e aggiornamento
18. Valutazione
Introduzione
1. Il Piano dell’Offerta Formativa
2. Missione e finalità educative
3. Scuola, Famiglia e Territorio
4. Organizzazione
5. Analisi dei bisogni formativi
6. FINALITÀ EDUCATIVE
7. L’offerta formativa
8. Funzioni delle risorse umane
9. Organigramma
10. Parole chiave del POF
11. Ampliamento dell’offerta formativa
12. L’inclusione
13. Caratteri, finalità e traguardi del processo formativo
14. Valutazione degli alunni
15. Curricolo verticale d’Istituto
16. Rapporti Scuola - Famiglia
17. Formazione e aggiornamento
18. Valutazione del P.O.F.
Allegati
29
6.
Finalità educative
L’analisi bisogni rappresenta la condizione per valorizzare il servizio-scuola e raggiungere la qualità, attraverso la ricerca dell’efficacia e dell’efficienza dei processi attivati
e dei loro esiti.
In particolare la finalità dell’Istituto consiste nell’innalzamento del successo formativo degli allievi, cosicché il primo ciclo di istruzione contribuisce alla rimozione degli “ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei
cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di
tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese” (art. 3 della
Costituzione).
Le finalità che guidano l’azione dell’Istituto sono:
1. migliorare i livelli di successo formativo degli alunni, attraverso attività mirate al conseguimento di conoscenze e abilità opportunamente programmate. Indicatore: risultati
educativi e didattici;
2. migliorare l’Offerta Formativa dell’Istituto. Indicatore: successo scolastico degli alunni-soddisfazione degli utenti;
3. garantire un efficace servizio di orientamento personale e scolastico, che consenta agli
alunni in uscita dalla Scuola Secondaria di I grado il possesso di strumenti per orientarsi nella scelta dei percorsi futuri. Indicatore: successo scolastico degli alunni e rispetto del consiglio orientativo;
4. favorire una convivenza adeguata tra tutte le componenti scolastiche promuovendo un
clima di serenità. Indicatore: risultati indagine interna;
5. assicurare il rispetto della normativa. Indicatore: capacità di rispondere ai bisogni del
territorio;
6. valorizzare e qualificare il personale dell’Istituto attraverso percorsi di formazione interni ed esterni. Indicatore: efficacia formazione;
7. migliorare l’organizzazione dell’Istituto (orari del personale, programmazione degli
impegni). Indicatore: grado di soddisfazione;
8. assicurare al personale i mezzi gli strumenti, le conoscenze e le risorse economiche perché possa svolgere al meglio le proprie funzioni. Indicatore: grado di soddisfazione;
30
9.
10.
11.
12.
13.
14.
assicurare un’informazione efficiente sull’Offerta Formativa dell’Istituto e sulla normativa scolastica che interessa gli alunni e le famiglie. Indicatore: grado di soddisfazione;
creare un efficiente sistema di comunicazione interno. Indicatore: grado di soddisfazione;
informare e sensibilizzare il territorio attraverso attività di scuola aperta e manifestazioni. Indicatore: soddisfazione manifestazioni;
stimolare l’ambiente interno per ricercare nuovi progetti, opportunamente finanziati,
che arricchiscano l’Offerta Formativa dell’Istituto. Indicatore: nuovi progetti del POF;
diffondere la cultura del miglioramento continuo basato su dati di fatto attraverso il
monitoraggio dei processi organizzativi, didattici ed educativi. Indicatore: obiettivi
raggiunti;
raggiungere un grado sempre maggiore di soddisfazione delle parti interessate. Indicatore: grado di soddisfazione.
31
7. L’offerta formativa
8. Funzioni delle risorse umane
9. Organigramma
10. Parole chiave del POF
11. Ampliamento dell’offerta formativa
12. L’inclusione
13. Caratteri, finalità e traguardi del processo formativo
14. Valutazione degli alunni
15. Curricolo verticale d’Istituto
16. Rapporti Scuola - Famiglia
17. Formazione e aggiornamento
18. Valutazio
Introduzione
1. Il Piano dell’Offerta Formativa
2. Missione e finalità educative
3. Scuola, Famiglia e Territorio
4. Organizzazione
5. Analisi dei bisogni formativi
6. Finalità educative
7. L’OFFERTA FORMATIVA
8. Funzioni delle risorse umane
9. Organigramma
10. Parole chiave del POF
11. Ampliamento dell’offerta formativa
12. L’inclusione
13. Caratteri, finalità e traguardi del processo formativo
14. Valutazione degli alunni
15. Curricolo verticale d’Istituto
16. Rapporti Scuola - Famiglia
17. Formazione e aggiornamento
18. Valutazione del P.O.F.
Allegati
32
7.
L’offerta formativa
Nel POF dell’Istituto Comprensivo di Anoia – Maropati – Giffone vi è la progettazione dei percorsi formativi funzionali alla realizzazione del diritto ad apprendere e alla crescita educativa di tutti gli alunni in riferimento alla situazione socio-culturale del territorio
in cui si opera.
La Scuola, nella sua azione quotidiana:
pone al centro l’alunno e il suo itinerario di formazione personale e di apprendimento;
fissa le tappe e i traguardi secondo standard diffusi nell’area UE ed OCSE;
definisce e propone un curriculum adeguato alla formazione degli alunni e al loro proseguimento negli studi;
come nella vita – così nella scuola-gli alunni vanno sostenuti ed incoraggiati ad accettare con consapevolezza la sfida posta dall’apprendere, a riscoprire le motivazioni dello studio e della cultura, a curare il quotidiano lavoro sia in classe che a casa, a dare
prove di impegno e di tenacia, a considerare e a vedere riconosciuto il merito.
7.1. Relazioni interne ed esterne
Questo Istituto ha intrapreso un’azione di collaborazione con le altre Agenzie formative territoriali e gli Enti Locali, al fine di costruire una comunità competente, che nel rispetto dei ruoli, sperimenti una nuova progettualità, basata sulla riscoperta e valorizzazione delle risorse del territorio.
Si punterà a:
promuovere la disponibilità al cambiamento;
creare una cultura di rete al fine di documentare e divulgare le esperienze;
sviluppare la coscienza civica per imparare a convivere in armonia;
promuovere la massima attenzione all’inclusione.
Per la valutazione del processo di interazione, saranno utilizzati i seguenti indicatori
di qualità:
successo formativo;
arricchimento dell’offerta formativa;
livello di integrazione della scuola con il territorio;
sviluppo di una cultura progettuale.
33
8. Funzioni delle risorse umane
9. Organigramma
10. Parole chiave del POF
11. Ampliamento dell’offerta formativa
12. L’inclusione
13. Caratteri, finalità e traguardi del processo formativo
14. Valutazione degli alunni
15. Curricolo verticale d’Istituto
16. Rapporti Scuola - Famiglia
17. Formazione e aggiornamento
18. Valutazione del P.O.F.
Introduzione
1. Il Piano dell’Offerta Formativa
2. Missione e finalità educative
3. Scuola, Famiglia e Territorio
4. Organizzazione
5. Analisi dei bisogni formativi
6. Finalità educative
7. L’offerta formativa
8. FUNZIONI DELLE RISORSE UMANE
9. Organigramma
10. Parole chiave del POF
11. Ampliamento dell’offerta formativa
12. L’inclusione
13. Caratteri, finalità e traguardi del processo formativo
14. Valutazione degli alunni
15. Curricolo verticale d’Istituto
16. Rapporti Scuola - Famiglia
17. Formazione e aggiornamento
18. Valutazione del P.O.F.
Allegati
34
8.
Funzioni delle risorse umane
8.1. Dirigente Scolastico
Il Dirigente Scolastico ha la legale rappresentanza dell’istituzione scolastica ad ogni
effetto di legge. È organo individuale, rappresenta l’unitarietà dell’istituzione medesima
ed assume ogni responsabilità gestionale della stessa. Deve conseguire contrattualmente i
seguenti obbiettivi:
assicurare il funzionamento dell’istituzione assegnata secondo criteri di efficienza e
efficacia;
promuovere lo sviluppo dell’autonomia didattica, organizzativa, di ricerca e sperimentazione, in coerenza con il principio di autonomia;
assicurare il pieno esercizio dei diritti costituzionalmente tutelati;
promuovere iniziative e interventi tesi a favorire il successo formativo;
assicurare il raccordo e l’interazione tra le componenti scolastiche;
promuovere la collaborazione tra le risorse culturali, professionali sociali ed economiche del territorio interagendo con gli EE.LL. così come è previsto dall’art. 25 del Decreto Legislativo n. 165 del 30 marzo 2001 (Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche).
Il Dirigente Scolastico è di stimolo alle capacità progettuali del Collegio dei Docenti,
dei Consigli di Classe di tutti i gruppi di lavoro, ottimizzando le risorse professionali e finanziarie della Scuola. Al Dirigente Scolastico competono i compiti di gestione. Secondo
il dettato del, spetta al Dirigente Scolastico l’adozione degli atti e provvedimenti ivi compresi tutti gli atti che impegnano l’amministrazione verso l’esterno, nonché la gestione finanziaria tecnica e amministrativa mediante autonomi poteri di spesa, di organizzazione
delle risorse, strumentali e di controllo.
8.2. Consiglio d’Istituto
È composto dai rappresentanti dei genitori, dei docenti e del personale ATA ed è presieduto da un rappresentante dei genitori.
Le competenze del Consiglio d’Istituto si riferiscono all’organizzazione e alla programmazione dell’attività della scuola: calendario scolastico, attività parascolastiche, iniziative di collaborazione con il territorio e con altre scuole. Ha inoltre potere deliberante
35
rispetto all’impiego dei mezzi finanziari per il funzionamento dell’Istituto: acquisto e rinnovo del materiale e delle attrezzature. Dura in carica tre anni.
8.3. Collegio dei Docenti
È composto da n. 84 docenti in servizio nell’Istituto ed è presieduto dal Dirigente
Scolastico. Il Collegio delibera in materia di funzionamento didattico dell’Istituto, cura e
valuta l’azione educativa e formativa, programma iniziative di aggiornamento dei docenti,
provvede (su proposta dei Consigli di Classe) all’adozione dei libri di testo.
8.4. Gruppo di Lavoro per l’Inclusività (GLI)
Il GLI svolge le seguenti funzioni:
rilevazione dei Bisogni Educativi Speciali (BES) presenti nella scuola;
svantaggio sociale e culturale;
disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici;
difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana perché
appartenenti a culture diverse;
raccolta e documentazione degli interventi didattico-educativi posti in essere anche in
funzione di azioni di apprendimento organizzativo in rete tra scuole e/o in rapporto
con azioni strategiche dell’Amministrazione;
focus/confronto sui casi, consulenza e supporto ai colleghi sulle strategie/metodologie
di gestione delle classi;
rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello di inclusività della scuola;
raccolta e coordinamento delle proposte formulate dai singoli GLH Operativi sulla
base delle effettive esigenze;
elaborazione di una proposta di Piano Annuale per l’Inclusività riferito a tutti gli alunni con BES, da redigere al termine di ogni anno scolastico.
Tale Piano, attraverso l’analisi dei punti di forza e di criticità degli interventi posti in
essere nel corrente anno scolastico, consentirà la formulazione, entro il mese di giugno di
ogni anno, un’ipotesi globale di lavoro per l’anno scolastico successivo che, previo approvazione da parte del Collegio dei Docenti, si tradurrà:
in una specifica richiesta di organico di sostegno e di altre risorse dal territorio;
diventerà parte integrante del POF dell’Istituto;
consentirà la rilevazione, il monitoraggio e la valutazione del grado di inclusività della scuola.
8.5. Consigli di Classe, Interclasse e Intersezione
Sono composti dai docenti delle classi e hanno il compito di: coordinare l’attività didattica, verificare il lavoro svolto, procedere alla valutazione periodica e finale degli alunni, adottare provvedimenti disciplinari, avanzare proposte al Collegio dei Docenti in merito a attività integrative (visite e gite, interventi di esperti, iniziative sul territorio, …).
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Di norma i Consigli di classe si riuniscono in media sei volte l’anno, mentre per le
scuole dell’infanzia e primaria la scadenza è bimestrale. In alcune occasioni è prevista la
presenza dei rappresentanti dei genitori, eletti nelle prime settimane di lezione.
8.6. Dipartimenti e Commissioni
I docenti facenti parte dei Dipartimenti e Commissioni collaborano in modo specifico
e differenziato con le Funzioni Strumentali.
8.7. Primo collaboratore del Dirigente Scolastico (Vicario)
Il docente collaboratore vicario sostituisce il Dirigente Scolastico in caso di assenza o
impedimento, o su delega, esercitandone tutte le funzioni anche negli Organi Collegiali,
redigendo atti, firmando documenti interni, curando i rapporti con l’esterno. Garantisce la
presenza in Istituto, secondo l’orario stabilito, per il regolare funzionamento dell’attività
didattica, assicura la gestione della sede, controlla le necessità strutturali e didattiche, riferisce al dirigente sul suo andamento. Inoltre:
collabora con il Dirigente Scolastico per la formulazione dell’ordine del giorno del
Collegio dei Docenti e ne verifica le presenze durante le sedute;
svolge la funzione di segretario verbalizzante delle riunioni del Collegio dei Docenti,
in collaborazione/alternanza con il docente secondo collaboratore;
collabora nella predisposizione delle circolari e ordini di servizio;
raccoglie e controlla le indicazioni dei responsabili dei diversi plessi;
collabora con il Dirigente Scolastico per le questioni relative alla sicurezza e alla tutela della privacy;
partecipa alle riunioni di coordinamento indette dal Dirigente Scolastico;
collabora alla formazione delle classi secondo i criteri stabiliti dagli Organi Collegiali
e dal regolamento di istituto;
partecipa, su delega del DS, a riunioni presso gli Uffici scolastici periferici;
collabora alla predisposizione dei calendari delle attività didattiche e funzionali;
8.8. Secondo collaboratore del Dirigente Scolastico
Sostituisce il Dirigente Scolastico in caso di assenza o di impedimento dello stesso e
del Vicario, esercitandone tutte le funzioni anche negli Organi Collegiali, e redigendo atti,
firmando documenti interni, curando i rapporti con l’esterno;
8.9. Staff di dirigenza
Allo staff di dirigenza partecipano, a pieno titolo, più figure professionali: infatti la
sinergia e l’interazione fra il Dirigente Scolastico, il Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi, i docenti collaboratori e i docenti incaricati delle funzioni strumentali garantiscono una programmazione didattico-finanziaria efficiente e integrata. Quest’organo è
un’unità funzionale ma informale, consolidatasi nell’esperienza concreta dei singoli istituti
37
autonomi per coadiuvare l’azione del dirigente e garantirgli consulenza e supporto in merito alle decisioni più importanti da adottare.
Le mansioni dello staff di dirigenza si possono così sintetizzare:
identificazione di necessità emergenti nell’ambito dell’istituto o del territorio nel quale esso opera e, insieme, suggerimenti circa il loro adempimento;
sviluppo di idee e proposte aventi come obiettivo il miglioramento della qualità del
servizio scolastico ed educativo;
programmazione di attività inerenti la formazione del personale;
organizzazione di riunioni collettive su argomenti di notevole e immediata rilevanza;
pianificazione di interventi innovativi all’interno dell’istituto in seguito a normative di
riforma del sistema scolastico.
8.10. Giunta esecutiva
La Giunta esecutiva è composta da un docente, un impiegato amministrativo o tecnico
o ausiliario, da due genitori. Di diritto ne fanno parte il Dirigente Scolastico, che la presiede, e il Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi che ha anche funzioni di segretario
della giunta stessa.
La Giunta esecutiva prepara i lavori del di istituto, fermo restando il diritto di iniziativa del Consiglio stesso, e cura l’esecuzione delle relative delibere. Come previsto dal Decreto Interministeriale n. 44 dell’1 febbraio 2001, art.2, comma 3, entro il 31 ottobre ha il
compito di proporre al Consiglio di istituto il programma delle attività finanziarie della istituzione scolastica, accompagnato da un’apposita relazione e dal parere di regolarità contabile del Collegio dei revisori. Nella relazione, su cui il consiglio dovrà deliberare entro il
15 dicembre dell’anno precedente quello di riferimento, sono illustrati gli obiettivi da realizzare e l’utilizzo delle risorse in coerenza con le indicazioni e le previsioni del Piano
dell’offerta formativa, nonché i risultati della gestione in corso e quelli del precedente esercizio finanziario.
8.11. Responsabile di Plesso
1.
Il responsabile di plesso si occupa di:
organizzare la sostituzione dei docenti temporaneamente assenti;
cura e controllo del registro delle firme del personale in servizio;
ritirare la posta e i materiali negli uffici amministrativi e provvedere alla consegna;
diffondere le circolari – comunicazioni – informazioni al personale in servizio nel
plesso e controllare le firme di presa visione, organizzando un sistema di comunicazione interna funzionale e rapida;
redigere a maggio/giugno, in collaborazione con i collaboratori scolastici, un elenco
di interventi necessari nel plesso, per agevolare per l’avvio del successivo anno scolastico;
riferire sistematicamente al DS circa l’andamento ed i problemi del plesso;
controllare le scadenze per la presentazione di relazioni, domande, etc.;
38
2.
gestire la prima parte di provvedimento disciplinare (richiamo verbale, segnalazione
alla famiglia, ecc.) e informare il Dirigente Scolastico;
sovrintendere al controllo delle condizioni di pulizia del plesso e segnalare eventuali
anomalie al DSGA;
raccogliere le esigenze relative a materiali, sussidi, attrezzature necessarie al plesso;
sovrintendere al corretto uso del fotocopiatore, del telefono e degli altri sussidi facendosi portavoce delle necessità espresse dal personale scolastico;
provvedere alla messa a punto dell’orario scolastico di plesso (supplenze, orario ricevimento docenti, ore eccedenti, recuperi, ecc.).
organizzazione gli spazi;
predisporre l’organizzazione di spazi comuni (laboratori, corridoi, aula riunioni, ......)
raccogliere e prendere nota degli argomenti da affrontare negli Organi Collegiali o in
sede di interclasse / intersezione / classe;
far fronte ai “piccoli” problemi del plesso in emergenza;
segnalare rischi, con tempestività.
Il Responsabile di Plesso si relaziona con:
i colleghi e il personale in servizio (punto di riferimento organizzativo; riferire comunicazioni, informazioni e/o chiarimenti avuti dal Dirigente o da altri referenti),
gli alunni (rappresenta il Dirigente in veste di responsabile di norme e regole ufficiali
di funzionamento della propria scuola (autorità delegata); raccogliere, vagliare adesioni ad iniziative generali);
le famiglie (disporre che i genitori accedano ai locali scolastici nelle modalità e nei tempi
previsti dai regolamenti interni all’Istituto e dall’organizzazione dei docenti in caso di
convocazioni; essere punto di riferimento per i rappresentanti di classe / sezione);
persone esterne (accogliere ed accompagnare personale, delle scuole del territorio,
dell’ASP, del Comune, in visita nel plesso; avvisare la Segreteria circa il cambio di
orario di entrata / uscita degli alunni, in occasione di scioperi/assemblee sindacali,
previo accordo con il Dirigente; controllare che le persone esterne abbiano un regolare
permesso della Direzione per poter accedere ai locali scolastici, previo accordo con il
Dirigente; contattare gli uffici del Comune per problemi di plesso; essere punto di riferimento nel plesso per iniziative didattico-educative promosse dagli Enti locali);
8.12. Funzioni Strumentali
Le Funzioni Strumentali sono, con il Dirigente Scolastico, corresponsabili della totale
attuazione del POF, sono di stimolo e di guida ai docenti e al personale.
Si tratta di docenti che mettono a disposizione dell’Istituto la propria professionalità per:
la realizzazione delle finalità istituzionali della scuola dell’autonomia;
la gestione del Piano dell’Offerta Formativa dell’Istituto;
l’analisi dei bisogni così da definire la “missione” dell’Istituto.
Il Collegio dei Docenti, in coerenza con il Piano dell’Offerta Formativa, definisce i
criteri di attribuzione, il numero e i destinatari delle funzioni strumentali.
39
Costante e continua è la collaborazione tra le Funzioni Strumentali poiché, pur agendo
in precisi ambiti di competenza, tutte lavorano a garantire la piena realizzazione degli obiettivi fissati dal POF.
Le Funzioni Strumentali riferiscono alla Dirigenza e al termine dell’anno scolastico
relazionano al Collegio dei Docenti sul lavoro svolto.
Durante l’a.s. 2014/2015 il Collegio dei Docenti ha attivato le seguenti Funzioni
Strumentali:
Area 1 - Gestione del piano dell’offerta formativa
L’area 1 comprendente:
la valutazione e il coordinamento delle attività proposte dal Piano, la progettazione
curricolare e la cura dei rapporti scuola-famiglie;
la revisione del POF e altri documenti istituzionali;
stendere il Piano delle Attività;
avviare un percorso di ricerca e di applicazione di una metodologia di intervento che garantisca il miglioramento continuo dell’efficacia e dell’efficienza del servizio formativo.
I compiti nello specifico sono i seguenti:
Predisporre il piano di attività dell’anno da sottoporre agli Organi Collegiali (calendario dei C d.C. e dei collegi dei docenti);
stabilire e presiedere le riunioni necessarie per definire/emendare i singoli documenti
istituzionali, provvedendo a preparare i piani di lavoro;
inserire online i documenti richiesti dai vari organi istituzionali (insieme alle FS
dell’area n. 4);
coordinare la stesura del Piano annuale di attività in collaborazione con i docenti coordinatori di classe, di progetto, di dipartimento;
predisporre le comunicazioni per il personale interno e per gli alunni inerenti
all’organizzazione e alla realizzazione del settore di intervento;
coordinare i gruppi di lavoro e assegnare i compiti ai collaboratori individuati per la
realizzazione del progetto nel settore di intervento;
sostituire il Dirigente Scolastico nelle riunioni esterne attinenti al progetto, qualora
non potesse parteciparvi;
monitorare in itinere l’andamento delle attività realizzate;
presentare la rendicontazione del lavoro svolto, della realizzazione del piano di attività, alle spese sostenute e ai risultati conseguiti.
Area 2 - Sostegno al lavoro docente
L’area 2 si occupa, per tutto quanto concerne l’accoglienza dei nuovi insegnanti, la
gestione del Piano di formazione e aggiornamento, l’analisi dei bisogni formativi, la produzione di materiali didattici, la cura della documentazione educativa, il supporto
nell’utilizzo delle nuove tecnologie e della biblioteca, l’organizzazione dell’attività di tutoraggio connessa alla formazione universitaria degli insegnanti;
I compiti nello specifico sono i seguenti:
Rilevare le esigenze di formazione del personale (docente e ATA);
40
coordinare la stesura del Piano annuale di formazione in collaborazione con i docenti
coordinatori di dipartimento;
tenere i contatti con gli enti di formazione (EE.LL., ASL, etc..);
tenere i contatti con i responsabili della stessa area degli altri istituti del distretto scolastico;
informare il personale sulle iniziative di formazione/aggiornamento organizzate da altri soggetti;
controllare la ricaduta delle attività di formazione sulla qualità del servizio;
predisporre le comunicazioni per il personale interno inerente all’organizzazione e alla realizzazione del settore di intervento;
coordinare i gruppi di lavoro e assegnare i compiti ai collaboratori individuati per la
realizzazione del progetto nel settore di intervento;
sostituire il Dirigente Scolastico nelle riunioni esterne attinenti al progetto, qualora
non potesse parteciparvi;
monitorare in itinere l’andamento delle attività realizzate;
presentare la rendicontazione del lavoro svolto, della realizzazione del piano di attività, alle spese sostenute e ai risultati conseguiti.
Area 3 - Interventi e servizi per gli studenti
L’area 3 si occupa di:
coordinare e gestire le attività extracurricolari, di continuità, di orientamento, di tutoraggio, di recupero e di integrazione educativa;
coordinare la progettazione e la realizzazione delle attività volte a sostenere scelte
consapevoli all’atto dell’iscrizione alla scuola;
garantire l’azione di informazione e supporto alla scelta degli studenti al termine della
scuola secondaria di primo grado;
curare la situazione globale dell’Istituto relativa alla disabilità.
I compiti nello specifico sono i seguenti:
Coordinare la stesura del piano annuale di attività del settore e il relativo piano di spesa per l’approvazione degli OO.CC. e/o Enti o soggetti esterni coinvolti;
coordinare l’organizzazione e l’attuazione delle attività previste dal progetto;
collaborare alla predisposizione dei materiali per l’informazione esterna (locandine, inviti,
comunicati stampa, ecc ) e la documentazione/presentazione prevista dal progetto;
attivare ed organizzare: incontri fra i diversi ordini di scuola (continuità); uno sportello per l’orientamento; visite a fiere, scuole ed incontri con esperti;
tenere i contatti con i soggetti esterni coinvolti;
coordinare gruppi di lavoro e assegnare i compiti ai collaboratori individuati per la realizzazione dei progetti collegati al settore;
predisporre le comunicazioni per il personale interno inerente all’organizzazione e alla realizzazione del settore di intervento;
sostituire il Dirigente Scolastico nelle riunioni esterne attinenti al progetto, qualora
non potesse parteciparvi;
monitorare in itinere l’andamento delle attività realizzate;
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presentare la rendicontazione del lavoro svolto, della realizzazione del piano di attività, alle spese sostenute e ai risultati conseguiti;
organizzare il passaggio di informazioni, riguardanti gli alunni diversamente abili, tra
i diversi ordini di scuola e all’interno dell’istituto;
coordinare il gruppo di lavoro H d’Istituto;
supportare i docenti di sostegno nella fase di progettazione;
fornire la modulistica inerente la disabilità: modulo di segnalazione, PEI – PDF;
curare gli aggiornamenti del POF per l’area disabilità;
promuovere la partecipazione a corsi di formazione, aggiornamento, convegni sul tema della disabilità e DSA;
collaborare con il Dirigente Scolastico in un continuo aggiornamento delle informazioni, nella condivisione di problemi e di responsabilità.
Area 4 - Realizzazione di progetti formativi d’intesa con enti ed istituzioni esterne
L’area 4 cura i rapporti con enti pubblici o con aziende per la realizzazione di stage formativi, la gestione delle attività svolte dalle scuole-lavoro, il coordinamento delle attività scolastiche con la formazione professionale. Ha lo scopo di favorire ed organizzare le relazioni di collaborazione tra Enti pubblici ed Istituzioni esterne.
I compiti nello specifico sono i seguenti:
coordinare la stesura del piano annuale di attività del settore e il relativo piano di spesa per l’approvazione degli OO.CC.;
curare la presentazione del progetto agli Organi Collegiali, alle famiglie, agli allievi e
coordinare il gruppo di lavoro;
organizzare i moduli formativi per gli allievi (PON, POR, INVALSI, insieme alle FS
dell’area n. 1);
organizzazione dei dipartimenti disciplinari;
presiedere le riunioni di lavoro, coordinare le attività, aiutare i tutor nel lavoro da
svolgere;
predisporre le schede-profilo alunno per i C.d.C. e curare l’informazione e la trasmissione dei dati ai coordinatori di classe;
sostituire il Dirigente Scolastico nelle riunioni esterne attinenti al progetto, qualora
non potesse parteciparvi;
monitorare in itinere l’andamento delle attività realizzate;
presentare la rendicontazione del lavoro svolto, della realizzazione del piano di attività, alle spese sostenute e ai risultati conseguiti;
Le Funzioni Strumentali presenteranno una relazione finale sul lavoro svolto, entro il
mese di giugno. Le stesse figure si riuniranno in seduta congiunta con cadenza determinata.
8.13. Gruppo di Lavoro per l’Handicap (GLH)
Per ogni alunno svantaggiato, all’inizio dell’anno scolastico viene costituita un’equipe
di lavoro, composta dal Dirigente, da almeno un rappresentante degli insegnanti di classe,
42
dall’insegnante specializzato sul sostegno, dall’assistente educatore eventualmente presente, dagli operatori della ASL che si occupano del caso (l’Unità multidisciplinare di cui
all’articolo 3 del Decreto del Presidente della Repubblica 24 febbraio 1994), dai genitori o
dai facenti funzione e da qualunque altra figura significativa che operi nei confronti
dell’alunno.
Per esercitare le sue funzioni di competenza, il gruppo:
elabora il Profilo Dinamico Funzionale;
elabora il Piano Educativo Individualizzato o almeno individua e coordina le "linee di
fondo" del PEI;
verifica in itinere i risultati e, se necessario, modifica il PEI e/o il PDF.
Il Dirigente Scolastico:
nomina e presiede il gruppo di lavoro;
individua il coordinatore (di norma l’insegnante specializzato sul sostegno) che ha il
compito di redigere il verbale delle riunioni, predisporre e tenere aggiornata la documentazione;
in caso di assenza o impedimento, il Dirigente Scolastico è sostituito dal coordinatore
del gruppo.
Il GLH operativo si riunisce almeno due volte l’anno. Le riunioni vanno verbalizzate.
8.14. Unità Multidisciplinari per l’Età Evolutiva (UMEE)
L’Unità Multidisciplinare a prevalente operatività territoriale dotate di autonomia organizzativa funzionale, costituite da almeno un operatore di ciascuna delle seguenti figure
professionali: neuropsichiatria infantile, psicologo dell’età evolutiva, assistente sociale, terapista della riabilitazione (fkt), psicomotricista, logopedista.
L’UMEE si configura, nell’ambito delle competenze derivate dall’applicazione del
Decreto del Presidente della Repubblica del 24 febbraio 1994 (Atto di indirizzo e coordinamento delle attività delle regioni a statuto ordinario e speciale e delle province autonome di Trento e di Bolzano, per disciplinare i compiti delle unità sanitarie e/o sociosanitarie locali in relazione alla predisposizione della diagnosi funzionale, del profilo dinamico funzionale di cui ai commi 5 e 6 dell’art. 12 della legge 5 febbraio 1992, n. 104),
come un’attività di servizio in risposta ai bisogni di prevenzione, di diagnosi, terapia e riabilitazione dei problemi psicofisici dell’Età Evolutiva e comunque dei soggetti portatori di
handicap che, indipendentemente dall’età anagrafica, frequentano scuole di ogni ordine e
grado, e si avvale della consulenza specialistica delle figure professionali, dipendenti della
USL o convenzionate, a seconda della necessità dei casi.
8.15. Docenti
La funzione docente realizza il processo di insegnamento/apprendimento volto a promuovere lo sviluppo umano, culturale, civile e professionale degli alunni, sulla base delle
finalità e degli obiettivi previsti dagli ordinamenti scolastici definiti per i vari ordini e gradi dell’istruzione.
43
La funzione docente si fonda sull’autonomia culturale e professionale dei docenti; essa si esplica nelle attività individuali e collegiali e nella partecipazione alle attività di aggiornamento e formazione in servizio.
In attuazione dell’autonomia scolastica i docenti, nelle attività collegiali, attraverso
processi di confronto ritenuti più utili e idonei, elaborano, attuano e verificano, per gli aspetti pedagogico–didattici, il piano dell’offerta formativa, adattandone l’articolazione alle
differenziate esigenze degli alunni e tenendo conto del contesto socio - economico di riferimento, anche al fine del raggiungimento di condivisi obiettivi qualitativi di apprendimento in ciascuna classe e nelle diverse discipline. Dei relativi risultati saranno informate
le famiglie con le modalità decise dal collegio dei docenti.
Nell’ambito del calendario scolastico delle lezioni definito a livello regionale,
l’attività di insegnamento si svolge in 25 ore settimanali nella scuola dell’infanzia, in 22
ore settimanali nella scuola elementare e in 18 ore settimanali nelle scuole e istituti
d’istruzione secondaria ed artistica, distribuite in non meno di cinque giornate settimanali.
L’attività funzionale all’insegnamento è costituita da ogni impegno inerente alla funzione
docente previsto dai diversi ordinamenti scolastici. Essa comprende tutte le attività, anche a
carattere collegiale, di programmazione, progettazione, ricerca, valutazione, documentazione,
aggiornamento e formazione, compresa la preparazione dei lavori degli Organi Collegiali, la
partecipazione alle riunioni e l’attuazione delle delibere adottate dai predetti organi.
Tra gli adempimenti individuali dovuti rientrano le attività relative:
alla preparazione delle lezioni e delle esercitazioni;
alla correzione degli elaborati;
ai rapporti individuali con le famiglie.
partecipazione alle riunioni del Collegio dei docenti, ivi compresa l’attività di programmazione e verifica di inizio e fine anno e l’informazione alle famiglie sui risultati
degli scrutini trimestrali, quadrimestrali e finali e sull’andamento delle attività educative nelle scuole materne e nelle istituzioni educative, fino a 40 ore annue;
la partecipazione alle attività collegiali dei consigli di classe, di interclasse, di intersezione. Gli obblighi relativi a queste attività sono programmati secondo criteri stabiliti
dal collegio dei docenti; nella predetta programmazione occorrerà tener conto degli
oneri di servizio degli insegnanti con un numero di classi superiore a sei in modo da
prevedere un impegno fino a 40 ore annue;
lo svolgimento degli scrutini e degli esami, compresa la compilazione degli atti relativi alla valutazione.
Per assicurare un rapporto efficace con le famiglie e gli studenti, in relazione alle diverse modalità organizzative del servizio, il consiglio d’istituto sulla base delle proposte
del collegio dei docenti definisce le modalità e i criteri per lo svolgimento dei rapporti con
le famiglie e gli studenti, assicurando la concreta accessibilità al servizio, pur compatibilmente con le esigenze di funzionamento dell’istituto e prevedendo idonei strumenti di comunicazione tra istituto e famiglie.
Per assicurare l’accoglienza e la vigilanza degli alunni, gli insegnanti sono tenuti a
trovarsi in classe 5 minuti prima dell’inizio delle lezioni e ad assistere all’uscita degli alunni medesimi.
44
8.16. Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi (DSGA)
Il Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi, svolge attività lavorativa di considerevole complessità ed avente rilevanza esterna. Sovrintende, con autonomia operativa, ai servizi
generali amministrativo-contabili e ne cura l’organizzazione svolgendo funzioni di coordinamento, promozione delle attività e verifica dei risultati conseguiti, rispetto agli obiettivi assegnati ed agli indirizzi impartiti, al personale ATA, posto alle sue dirette dipendenze.
Organizza autonomamente l’attività del personale ATA nell’ambito delle direttive del
Dirigente Scolastico. Attribuisce al personale ATA, nel piano delle attività, incarichi di
natura organizzative e le prestazioni eccedenti l’orario d’obbligo, quando necessario.
Svolge con autonomia operativa e responsabilità diretta attività di istruzione, predisposizione e formalizzazione degli atti amministrativi e contabili; è funzionario delegato,
ufficiale rogante e consegnatario dei beni mobili.
8.17. Personale Amministrativo
Il personale amministrativo, assolve alle funzioni amministrative, contabili, gestionali,
strumentali e operative connesse all’attività delle istituzioni scolastiche, in rapporto di collaborazione con il Dirigente Scolastico e con il personale docente.
Il personale amministrativo ha autonomia operativa e responsabilità diretta
nell’esecuzione degli atti di ordine amministrativo contabile di ragioneria e di economato,
può essere addetto, con responsabilità diretta, alla custodia e alla registrazione del materiale. Ha competenza nella tenuta dell’archivio e del protocollo.
8.18. Collaboratore Scolastico
Il collaboratore Scolastico è addetto ai servizi generali della scuola con compiti di accoglienza e di sorveglianza degli alunni, nei periodi antecedenti e successivi alle attività
didattiche, di pulizia dei locali, degli spazi scolastici e degli arredi, di vigilanza e assistenza durante il pasto, di custodia e di sorveglianza generica sui locali della scuola e di collaborazione con i docenti.
8.19. Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP)
Figura disciplinata nell’ordinamento giuridico italiano dal Decreto legislativo n. 81
del 9 aprile 2008, “Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia
di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro", esperto in sicurezza, in protezione e prevenzione designato dai datore di lavoroper gestire e coordinare le attività del
servizio di prevenzione e protezione dai rischi (SPP), ovvero l’"insieme delle persone, sistemi e mezzi esterni o interni all’azienda finalizzati all’attività di prevenzione e protezione dai rischi professionali per i lavoratori" (art. 2 comma 1 lettera l) del D.Lgs. 81/2008 e
successive modifiche ed integrazioni.
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9. Organigramma
10. Parole chiave del POF
11. Ampliamento dell’offerta formativa
12. L’inclusione
13. Caratteri, finalità e traguardi del processo formativo
14. Valutazione degli alunni
15. Curricolo verticale d’Istituto
16. Rapporti Scuola - Famiglia
17. Formazione e aggiornamento
18. Valutazione del P.O.F.
Introduzione
1. Il Piano dell’Offerta Formativa
2. Missione e finalità educative
3. Scuola, Famiglia e Territorio
4. Organizzazione
5. Analisi dei bisogni formativi
6. Finalità educative
7. L’offerta formativa
8. Funzioni delle risorse umane
9. ORGANIGRAMMA
10. Parole chiave del POF
11. Ampliamento dell’offerta formativa
12. L’inclusione
13. Caratteri, finalità e traguardi del processo formativo
14. Valutazione degli alunni
15. Curricolo verticale d’Istituto
16. Rapporti Scuola - Famiglia
17. Formazione e aggiornamento
18. Valutazione del P.O.F.
Allegati
46
9.
Organigramma
47
Dirigente Scolastico (DS)
Direttore dei Servizi Generali
e Amministrativi (DSGA)
Primo collaboratore del
Dirigente Scolastico (Vicario)
Secondo collaboratore del
Dirigente Scolastico
Staff di dirigenza
-
Prof. Antonio D’Alterio
Dott. Marcello Andriani
-
Prof.ssa Raffaella Ivana Vecchiè
-
Ins. Carmela Nicoletta
Dirigente Scolastico
Prof. Antonio D’Alterio
Collaboratori del Dirigente Scolastico
Prof.ssa Raffaella Ivana Vecchiè (Vicario)
Ins. Carmela Nicoletta
Docenti con incarico di Funzione Strumentale
Area 1 - Prof. Giuseppe Sarleti
Area 2 - Ins. Maria Teresa Politi
Area 3 - Prof.ssa Edy Geltrude Bulzomì
Ins. Maria Marazzita
Ins. Angiolina Sorbara
Area 4 - Ins. Agostino Teresa
Responsabili di plesso
Scuola dell’Infanzia
Anoia:Ins. Carmelina Demarzo
Anoia Superiore: Ins. Maria Gina Condò
Giffone: Ins. Maria Stella Spanò
Maropati:Ins. Antonella Piromalli
Scuola Primaria
Anoia: Ins. Carmela Nicoletta
Giffone: Ins. Felicina Monteleone
Maropati: Ins. Maria Minniti
Scuola Secondaria di I Grado
Anoia: Prof.ssa Raffaella Ivana Vecchiè
Giffone: Prof. Rocco Scozzarra
Maropati: Prof.ssa Giuseppa Sibio
DSGA
Dott. Marcello Andriani
Presidente
Angelo Sciotto
Dirigente Scolastico
Prof. Antonio D’Alterio
DSGA
Dott. Marcello Andriani
Docenti
Ins. Teresa Agostino
Ins. Stella Grande
Ins. Felicina Monteleone
Ins. Maria Monteleone
Ins. Carmela Nicoletta
Ins. Maria Teresa Politi
Ins. Maria Stella Spanò
Prof.ssa Raffaella Ivana Vecchiè
-
Consiglio d’Istituto
48
Giunta esecutiva
Comitato di Garanzia
-
Collegio dei Docenti
1.
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6.
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8.
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10.
11.
12.
13.
14.
15.
16.
17.
1.
2.
3.
4.
Genitori
Sig.ra Maria Grazia Auddino
Sig.ra Giulia Bruzzese
Sig. Fortunato Mandaglio
Sig.ra Monia Marazzita
Sig. Fabio Martino
Sig. Domenico Sirignano
Personale ATA
Sig. Antonio Amato
Sig.ra Mariantonia Simari
Dirigente Scolastico
Prof. Antonio D’Alterio
DSGA
Dott. Marcello Andriani
Docenti
Ins. Felicina Monteleone
Genitori
Sig.ra Giulia Bruzzese
Personale ATA
Sig. Antonio Amato
Docenti
Ins. Carmela Nicoletta
Prof.ssa Raffaella Ivana Vecchiè
Genitori
Sig.ra Giulia Bruzzese
Personale ATA
Sig. Antonio Amato
Scuola dell’Infanzia
Ins. Antonina Arcati
Ins. Maria Teresa Chizzoniti
Ins. Rosina Cirillo
Ins. Caterina Ciurleo
Ins. Maria Gina Condò
Ins. Carmelina Demarzo
Ins. Rosa Focà
Ins. Anna Luverà
Ins. Rosa Papasidero
Ins. Susanna Papasidero
Ins. Antonella Piromalli
Ins. Maria Assunta Rizzo
Ins. Rosina Rullo
Ins. Biagia Daniela Sorbara
Ins. Teresa Soscara
Ins. Caterina Autilia Spanò
Ins. Maria Stella Spanò
Scuola Primaria
Ins. Rita Agostino
Ins. Teresa Agostino
Ins. Maria Giuseppina Albanese
Ins. Salvatore Cuppari
49
5.
6.
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10.
11.
12.
13.
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15.
16.
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18.
19.
20.
21.
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24.
25.
26.
27.
28.
29.
30.
Ins. Franca Antonia Deangelis
Ins. Giuseppina Franzè
Ins. Letizia Galluzzo
Ins. Antonio Giacobbe
Ins. Stella Grande
Ins. Vincenzo Lainà
Ins. Anna Luverà
Ins. Maria Lorena Mallamace
Ins. Zina Mandaglio
Ins. Pasqualina Manno
Ins. Maria Marazzita
Ins. Antonia Mercuri
Ins. Maria Minniti
Ins. Felicina Monteleone
Ins. Maria Monteleone
Ins. Carmela Nicoletta
Ins. Letizia Papasidero
Ins. Maria Teresa Papasidero
Ins. Michele Paviglianiti
Ins. Evelina Politi
Ins. Maria Teresa Politi
Ins. Rosa Alba Scarfò
Ins. Rosalba Sibio
Ins. Donatella Sigillò
Ins. Angiolina Sorbara
Ins. Sabrina Trivieri
Scuola Secondaria di I Grado
A043 - Italiano, Storia, Educazione Civica, Geografia
1. Prof.ssa Clorinda Bruno
2. Prof.ssa Anna Campolo
3. Prof.ssa Marina Impusino
4. Prof.ssa Rachele Lupis
5. Prof.ssa Francesca Morabito
6. Prof.ssa Laura Emma Rumbo
7. Prof. Bruno Sainato
8. Prof.ssa Giuseppa Sibio
9. Prof. Domenico Spataro
A059 - Scienze Matematiche, Chimiche, Fisiche e Naturali
10. Prof.ssa Edy Geltrude Bulzomì
11. Prof.ssa Rossana Distilo
12. Prof.ssa Notaro Isabella
13. Prof. Rocco Scozzarra
14. Prof. Fausto Trimarchi
15. Prof.ssa Raffaella Ivana Vecchiè
A345 - Lingua Straniera Inglese
16. Prof.ssa Angela Lombardo
17. Prof.ssa Maria Maddalena Meduri
A245 - Lingua Straniera Francese
18. Prof. Domenico Varrà
19. Prof.ssa Claudia Zago
A028 - Educazione Artistica
50
Responsabili di Plesso
Docenti con incarico di
Funzione Strumentale (FS)
20. Prof.ssa Paola Calabrò
21. Prof.ssa Cuiuli
22. Prof.ssa Sabina Futia
23. Prof. Sabina Frisina
24. Prof.ssa Maurizio Malaspina
A032 - Educazione Musicale
25. Prof.ssa Maria Filomena Iiriti
26. Prof. Fortunato Massimo Leonardo
27. A033 – Educazione Tecnica
28. Prof.ssa Maria Concetta Gallizzi
29. Prof. Giuseppe Sarleti
Educazione Fisica
30. Prof. Giuseppe Cirillo
31. Prof. Antonello Morabito
AD00 - Sostegno
32. Prof.ssa Cuiuli
33. Prof. Maurizio Malaspina
34. Prof.ssa Rosanna Totino
35. Prof.ssa Maria Zito
Religione
36. Prof. Michele Paviglianiti
AC77 - Clarinetto
37. Prof. Antonino Salaris
AI77 - Percussioni
38. Prof. Ferdinando Pedullà
AJ77 - Pianoforte
39. Prof. Alessandro Bagnato
AK77 - Saxofono
40. Prof.ssa Francesca Bruno
Scuola dell’Infanzia
Anoia:Ins. Carmelina Demarzo
Anoia Superiore: Ins. Maria Gina Condò
Giffone: Ins. Maria Stella Spanò
Maropati:Ins. Antonella Piromalli
Scuola Primaria
Anoia: Ins. Carmela Nicoletta
Giffone: Ins. Felicina Monteleone
Maropati: Ins. Maria Minniti
Scuola Secondaria di I Grado
Anoia: Prof.ssa Raffaella Ivana Vecchiè
Giffone: Prof. Rocco Scozzarra
Maropati: Prof.ssa Giuseppe Sibio
Area 1 - Gestione del piano dell’offerta formativa
Prof. Giuseppe Sarleti
Area 2 - Sostegno al lavoro docente
Ins. Maria Teresa Politi
Area 3 - Interventi e servizi per gli studenti
Prof.ssa Edy Geltrude Bulzomì
Ins. Maria Marazzita
Ins. Angiolina Sorbara
Area 4 - Realizzazione di progetti formativi d’intesa con
51
Gruppo di Lavoro per
l’inclusività (GLI)
Referente BES - DSA
Gruppo di Lavoro per
l’Handicap (GLH)
Unità Multidisciplinari per
l’Età Evolutiva (UMEE)
-
Coordinatori dei Consigli di
Classe e di Sezione
-
Commissione orario
-
enti ed istituzioni esterne
Ins. Agostino Teresa
Prof.ssa Raffaella Ivana Vecchiè
Ins. Carmela Nicoletta
Prof.ssa Edy Geltrude Bulzomì
Prof.ssa Edy Geltrude Bulzomì
Dirigente Scolastico
Prof.ssa Raffaella Ivana Vecchiè
Ins. Carmela Nicoletta
Prof.ssa Edy Geltrude Bulzomì (Referente DSA/BES
Docenti di sostegno
Docenti rappresentanti dei Consigli di classe/sezione
Membri dell’equipe dell’USP n° 5
Genitori degli alunni diversamente abil
Anoia e Maropati
Dott.ssa Concetta Demasi (Psicologa)
Dott.ssa Caterina Mobrici (Assistente Sociale)
Dott.ssa Giuseppina Arrichetta (Neuropsichiatra)
Dott.ssa Patrizia Coscarella (Logopedista)
Giffone
Dott.ssa Concetta Demasi (Psicologa)
Dott.ssa Francesca Policriti (Assistente Sociale)
Dott.ssa Giuseppina Arrichetta (Neuropsichiatra)
Dott.ssa Patrizia Coscarella (Logopedista)
Scuola dell’Infanzia
Anoia Capoluogo:Ins. Carmelina Demarzo
Anoia Superiore: Ins. Maria Gina Condò
Giffone: Ins. Maria Stella Spanò
Maropati:Ins. Antonella Piromalli
Scuola Primaria
Anoia: Ins. Carmela Nicoletta
Giffone: Ins. Felicina Monteleone
Maropati: Ins. Maria Minniti
Scuola Secondaria di I Grado Anoia
1a Sez. A: Prof.ssa Raffaella Ivana Vecchiè
2 a Sez. A: Prof.ssa Anna Campolo
3 a Sez. A: Prof.ssa Rachele Lupis
Scuola Secondaria di I Grado Maropati
1 a Sez. A: Prof. Bruno Sainato
2 a Sez. A: Prof.ssa Giuseppa Sibio
3 a Sez. A: Prof.ssa Clorinda Bruno
Scuola Secondaria di I Grado Giffone
1 a Sez. A: Prof. Fausto Trimarchi
1 a Sez. B: Prof.sssa Marina Impusino
2 a Sez. A: Prof. Domenico Spataro
3 a Sez. A: Prof.ssa Laura Emma Rumbo
Scuola Primaria
Anoia - Ins. Rita Agostino
Giffone - Ins. Angiolina Sorbara
Maropati - Ins. Maria Marazzita
52
Commissione acquisti e collaudo
-
Commissione per la designazione
delle funzioni strumentali
Commissione viaggi
Commissione accoglienza
e continuità
Referente
-
Comitato per la valutazione
del servizio
-
Tutor docenti neo immessi in ruolo
Scuola Secondaria di I grado
Anoia - Prof.ssa Raffaella Ivana Vecchiè
Giffone - Prof. Rocco Scozzarra
Maropati - Prof.ssa Giuseppa Sibio
Dirigente Scolastico
Prof. Antonio D’Alterio
DSGA
Dott. Marcello Andriani
Assistente Amministrativo
Sig. Pietro Pino
Docenti
Prof.ssa Raffaella Ivana Vecchiè
Ins. Rosalba Sibio
Ins. Maria Stella Spanò
Prof. Rocco Scozzarra
Ins. Maria Marazzita (coordinatrice)
Prof. Antonino Salaris
Ins. Angiolina Sorbara
I docenti delle classi di passaggio
Ambiente
Prof.ssa Edy Geltrude Bulzomì (Istituto)
Biblioteca
Prof.ssa Anna Campolo (Anoia Inferiore)
Ins. Maria Teresa Papasidero (Maropati)
INVALSI
Ins. Maria Teresa Politi (Istituto)
Laboratorio Informatica
Prof. Giuseppe Sarleti (Anoia)
Prof. Rocco Scozzarra (Giffone)
Prof.ssa Giuseppa Sibio (Maropati)
Laboratorio Musicale
Ins. Antonio Giacobbe (Giffone)
Laboratorio Scientifico
Ins. Salvatore Cuppari (Giffone)
Laboratorio Scientifico - Biblioteca
Ins. Sabrina Trivieri (Anoia Superiore)
Laboratorio Scientifico - Musicale
Prof. Antonino Salaris (Anoia)
Sport - Ed. stradale - Ed. alla salute
Prof. Giuseppe Cirillo (Istituto)
Membri effettivi
Ins. Rosina Cirillo
Prof.ssa Giuseppa Sibio
Ins. Angela Sorbara
Membri supplenti
Prof. Giuseppe Cirillo
Ins. Zina Mandaglio
Prof. Rocco Scozzarra
Prof.ssa Rossana Di Stilo (A059)
53
Rappresentanze Sindacali
Unitarie (RSU)
Responsabile del Servizio di
Prevenzione e Protezione (RSPP)
Rappresentante dei Lavoratori
per la Sicurezza (RLS)
Primo soccorso - Emergenza Antincendio
Privacy
Personale di Segreteria
Collaboratori Scolastici
-
Tutor: Prof.ssa Raffaella Ivana Vecchiè
Prof.ssa Rachele Lupis (A043)
Tutor: Prof.ssa Anna Campolo
Prof.ssa Maria Maddalena Meduri (A345)
Tutor: Prof.ssa Angela Lombardo
Prof.ssa Francesca Morabito (A043)
Tutor: Prof.ssa Giuseppa Sibio
Sig. Pietro Pino (CISL)
Prof.ssa Giuseppa Sibio (CGIL)
Ins. Daniela Biagia Sorbara (CISL)
Esterno
Ing. Quartuccio Paolo
Interno
Ins. Antonino Giacobbe
Ins. Daniela Biagia Sorbara
-
Tutti i collaboratori scolastici dei diversi plessi
-
Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi
Dott. Marcello Andriani
Collaboratore Scolastico
Sig. Cosimo Larosa
Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi
Dott. Marcello Andriani
Assistente Amministrativo
Sig. Sebastiano Condò (Segreteria Amministrativa)
Sig.ra Cristina Lanza (Settore alunni)
Sig. Pietro Pino (Settore gestione del personale)
Scuola dell’Infanzia
Anoia Capoluogo: Sig. Vittorio Papasidero
Anoia Superiore: Sig.ra Adriana Costa
Giffone: Sig.ra Giuseppina Gagliardi e Sig.ra Michelina
Larosa
Maropati: Sig.ra Carmela Mercuri
Scuola Primaria
Anoia: Sig. Francesco Gallizzi e Sig.ra Maria Concetta Mandaglio
Giffone: Sig. Lorenzo Auddino e Sig. Antonino Spanò
Maropati: Sig. Ruggero Pochiero e Sig. Saverio Sorbara
Scuola Secondaria di I Grado
Anoia Capoluogo: Sig. Salvatore Ciurleo, Sig. Cosimo Larosa, Sig. Nicola Marafioti e Sig. Luigi Trimarchi
Giffone: Sig. Raffaele Minniti e Sig.ra Mariantonia Simari
Maropati: Sig. Antonio Amato
54
10. Parole chiave del POF
11. Ampliamento dell’offerta formativa
12. L’inclusione
13. Caratteri, finalità e traguardi del processo formativo
14. Valutazione degli alunni
15. Curricolo verticale d’Istituto
16. Rapporti Scuola - Famiglia
17. Formazione e aggiornamento
18. Valutaz
Introduzione
1. Il Piano dell’Offerta Formativa
2. Missione e finalità educative
3. Scuola, Famiglia e Territorio
4. Organizzazione
5. Analisi dei bisogni formativi
6. Finalità educative
7. L’offerta formativa
8. Funzioni delle risorse umane
9. Organigramma
10. PAROLE CHIAVE DEL POF
11. Ampliamento dell’offerta formativa
12. L’inclusione
13. Caratteri, finalità e traguardi del processo formativo
14. Valutazione degli alunni
15. Curricolo verticale d’Istituto
16. Rapporti Scuola - Famiglia
17. Formazione e aggiornamento
18. Valutazione del P.O.F.
Allegati
55
10. Parole chiave del POF
Gli Organi Collegiali dell’Istituto Comprensivo Anoia - Maropati - Giffone ritengono
necessario, nel predisporre il P.O.F., richiamare l’attenzione del mondo della Scuola (docenti, genitori, alunni) su alcuni principi fondamentali, che trovano la loro fonte normativa
negli artt. 3, 33, 34 della Costituzione.
I principi fondamentali ai quali si ispira il nostro Istituto sono:
uguaglianza nel rispetto assoluto della persona senza alcuna discriminazione di sesso,
razza, religione, opinioni politiche, condizioni psicofisiche e socio-economiche (art. 3
Costituzione);
accoglienza e integrazione di tutti gli allievi e delle loro famiglie;
riduzione della dispersione scolastica intervenendo precocemente nelle situazioni di
disagio scolastico;
efficacia educativa ed efficienza didattica in ogni attività offrendo agli allievi gli
strumenti per “imparare ad imparare”;
orientamento o meglio sviluppo dei talenti e delle eccellenze per essere capaci di costruire il proprio “Progetto di Vita”;
partecipazione e coinvolgimento di tutte le componenti della scuola in fase progettuale, operativa e valutativa dei processi formativi.
10.1. Accoglienza
La cultura dell’accoglienza è un principio sul quale si fonda la nostra Scuola. Noi intendiamo l’accoglienza come percezione e ascolto per aiutare l’allievo a comprendere le
varie forme di disagio, diversità ed emarginazione.
Nella nostra scuola essa si concretizzerà, oltre che in progetti particolari, soprattutto
nella concezione che accoglienza è apprendere con gioia, impegnarsi con gusto, relazionarsi con interesse, sfidare le difficoltà.
La cultura dell’accoglienza consente sia ai ragazzi che agli adulti di star bene a Scuola, di aver cura di sé, di vivere con piacere.
10.2. Continuità
56
Ogni didattica deve assicurare la continuità sia in forma verticale che orizzontale. La
continuità orizzontale è data dal fatto che ogni istituzione si deve adoperare per individuare quelle strategie che permettano una chiara crescita del contesto sociale.
La continuità verticale è la risultante di una progettazione sinergica tra più segmenti
scolastici, mediante forme di raccordo pedagogico, curriculare ed organizzativo.
Itinerari formativi privi di un quadro culturale d’insieme, producono come risultato la
disomogeneità.
È proprio questo che il nostro Istituto intende evitare valorizzando la continuità.
10.3. Orientamento
L’orientamento scolastico e professionale deve essere inteso, non soltanto come indirizzo o guida tra le variabili che la vita ci propone, quanto come conquista degli strumenti
più consoni, utili e necessari affinché l’individuo, man mano che cresce, possa optare per
scelte formative e lavorative reali, concrete e alla portata delle proprie capacità.
L’Orientamento ha inizio già dalla scuola dell’infanzia e, attraverso i vari ordini di
scuola, porterà ognuno ad individuare la giusta collocazione delle proprie potenzialità, attitudini ed interessi per costruire il personale progetto di vita futura.
Ci si propone, comunque, un’ attenta analisi psicologica perché l’alunno persegua obiettivi come: la conoscenza di sé, la capacità di scelta, la propria potenzialità,
l’inserimento nel mondo del lavoro.
Ci si impegna a fornire all’utenza:
orientamento agli allievi di classe III per il passaggio alla Secondaria Superiori;
orientamento agli altri alunni per l’individuazione di percorsi adeguati alla ricerca e
costruzione del proprio progetto di vita;
visite presso gli Istituti Secondari di II grado del territorio da effettuarsi nei mesi di
Gennaio.
10.3.1. Rete di scuole e gemellaggio
Per aiutare i ragazzi a vivere bene la loro crescita ed assimilarsi con gli altri, il nostro
Istituto proporrà il gemellaggio con altre scuole come momento di scambio culturale e di
socializzazione.
In continuità con la rete di Scuole e con le positive esperienze intraprese lo scorso anno, si pensa di proseguire ed ampliare il gemellaggio con le scuole delle vicine cittadine:•
ITIS di Polistena;
Liceo “G .Rechichi”di Polistena;
Liceo scientifico di Cittanova.
10.4. Promozione, integrazione e aggiornamento
Mantenimento e potenzialità delle reti: lavorare in rete con le altre Istituzioni scolastiche e con tutti gli altri Enti del territorio;
formazione e aggiornamento dei docenti e di tutto il personale;
integrazione degli alunni diversamente abili;
57
inclusione degli alunni con Disturbi Specifici degli Apprendimenti (DSA).
10.4.1. Attività di formazione, aggiornamento ed autoaggiornamento del personale
della scuola
Considerando l’importanza della formazione, dell’aggiornamento e dell’ autoaggiornamento, il Collegio dei Docenti ha indicato corsi di formazione in servizio e di autoaggiornamento, distinti per ordine di scuola.
58
11. Ampliamento dell’offerta formativa
12. L’inclusione
13. Caratteri, finalità e traguardi del processo formativo
14. Valutazione degli alunni
15. Curricolo verticale d’Istituto
16. Rapporti Scuola - Famiglia
17. Formazione e aggiornamento
18. Valutazione del P.O.F.
Introduzione
1. Il Piano dell’Offerta Formativa
2. Missione e finalità educative
3. Scuola, Famiglia e Territorio
4. Organizzazione
5. Analisi dei bisogni formativi
6. Finalità educative
7. L’offerta formativa
8. Funzioni delle risorse umane
9. Organigramma
10. Parole chiave del POF
11. AMPLIAMENTO DELL’OFFERTA FORMATIVA
12. L’inclusione
13. Caratteri, finalità e traguardi del processo formativo
14. Valutazione degli alunni
15. Curricolo verticale d’Istituto
16. Rapporti Scuola - Famiglia
17. Formazione e aggiornamento
18. Valutazione del P.O.F.
Allegati
59
11. Ampliamento dell’offerta formativa
11.1. Attività di recupero-consolidamento-potenziamento
Alle attività di recupero partecipano gli alunni delle classi terminali della scuola primaria e secondaria di I grado, che nelle prove d’ingresso e/o a conclusione del I quadrimestre, non hanno raggiunto la soglia dei saperi minimi, mentre accedono alle attività di consolidamento/potenziamento gli allievi che nei test di verifica hanno superato ampiamente
la sufficienza.
Finalità
promuovere il successo formativo, rispondendo alle esigenze degli allievi;
fornire situazioni comunicative di sviluppo della personalità;
facilitare l’apprendimento;
suscitare interesse e motivazione;
rafforzare l’autonomia operativa.
Obiettivi generali
garantire il recupero degli alunni che non raggiungono i livelli minimi d’apprendimento;
garantire il consolidamento delle competenze disciplinari agli allievi che dimostrano
di avere bisogno di chiarimenti e/o di spiegazioni supplementari;
garantire il raggiungimento di livelli d’eccellenza agli alunni che raggiungono senza
difficoltà gli obiettivi disciplinari e vogliono approfondire le conoscenze anche con
attività adeguate alle proprie attitudini ed ai propri interessi.
Modalità d’attuazione
Il recupero per gli alunni che non hanno ancora raggiunto obiettivi significativi e che
presentano ritmi di apprendimento più lenti, riguarderà soprattutto gli ambiti linguisticoespressivo e logico-matematico.
Con frequenza regolare e tenendo conto dei reali bisogni degli allievi, saranno attuati dei
momenti di pausa didattica con sospensione dello svolgimento dei contenuti programmati e
realizzazione delle attività di recupero-consolidamento-potenziamento. Per il recupero saranno
organizzati gruppi di lavoro per fasce omogenee per permettere interventi didattici mirati o
gruppi di lavoro costituiti da alunni con competenze diverse per promuovere l’arricchimento
attraverso lo scambio delle esperienze. Il potenziamento e l’arricchimento formativo degli allievi che procedono con più regolarità verso gli obiettivi programmati sarà realizzato mediante
attività di ricerca, letture di approfondimento, assegnazione di compiti particolari.
60
11.2. Progetti curriculari ed extracurriculari
11.2.1. Scuola dell’Infanzia
Curriculari
Cineforum
Concerto di Natale
Creatività
Educazione Alimentare
Educazione Ambientale
Educazione Stradale
Natale insieme
Psicomotricità
Extracurriculari
Anoia
Educazione Ambientale
Teatro
Anoia Superiore
Estate e la tartaruga testavola
Teatro
Giffone
Crescere con la musica
Scoprire, mangiare, giocare
Teatro
Maropati
Alla scuola dell’infanzia … a passo di danza!
Teatro
11.2.2. Scuola Primaria
Curriculari
Concerto di Natale
Educazione Alimentare
Educazione all’Affettività
Educazione alla Legalità
Educazione alla Salute
Educazione Ambientale
Educazione Stradale
Progetto Piscina
Extracurriculari
Anoia
A scuola di nuoto
Amo il mio territorio
Giffone
Il computer: Un “amico” nelle attività scolastiche
Recupero delle abilità strumentali
Teatro e folklore a scuola
Per tutti i plessi dell’Istituto Comprensivo
Progetto Area a Rischio “Vivere bene a scuola” (Classe 5^)
Progetto Area a forte processo immigratorio “Un
mondo senza frontiere” (Classe 5^)
11.2.3. Scuola Secondaria di I grado
Curriculari
Concerto di Natale
Educazione Alimentare
Educazione all’affettivita’
Educazione alla Legalità
Educazione alla Salute
Educazione Ambientale
Educazione Stradale
Risorse idriche del territorio
Extracurriculari
Anoia
S.O.S. Matematica (Classe 1^)
S.O.S. Matematica (Classe 2^)
Maropati
Attività alternativa all’insegnamento della Religione Cattolica
Le parole sono importanti
S.O.S. Matematica (Classi 1^ e 2^)
Per tutti i plessi dell’Istituto Comprensivo
Progetto Area a Rischio “Vivere bene a scuola”
(Classi 1^, 2^ e 3^)
Progetto Area a forte processo immigratorio “Un
mondo senza frontiere” (Classi 1^, 2^ e 3^)
61
11.3. Progetti P.O.N.
Programma Operativo Nazionale “Ambienti per l’Apprendimento” FESR 2007-20132007IT61PO004 - Asse II “Qualità degli ambienti scolastici” – Obiettivo Operativo E
“Potenziare gli ambienti per l’autoformazione e la formazione degli insegnanti e del personale della Scuola” – Obiettivo Specifico E.1 “Realizzazione di ambienti dedicati per facilitare e promuovere la formazione permanente dei docenti attraverso l’arricchimento delle dotazioni tecnologiche e scientifiche e per la ricerca didattica degli istituti”.
Autorizzato con nota del DGAI - Ufficio IV - MIUR n. AOODGAI/4270 del
20/05/2014, codice: E-1-FESR-2014-185, così articolato:
Tecnologica-mente
Innoviamo la didattica
Insegno in digitale.
11.4. Uscite didattiche, visite guidate e viaggi d’istruzione
Le uscite didattiche, le visite guidate, i viaggi d’istruzione di una o più giornate, che
utilizzano il territorio come spazio formativo a integrazione delle normali attività della
scuola, in funzione della crescita generale della personalità degli alunni.
Durante i lavori collegiali di progettazione delle attività didattiche, i Consigli di classe
deliberano, tenendo conto delle caratteristiche e dei bisogni/interessi della classe, la durata
e la tipologia dei viaggi d’istruzione e/o le uscite sul territorio. Questa tipologia di attività
integrativa rappresenta un’ulteriore occasione di apprendimento e di crescita della personalità dei giovani studenti.
Le mete e gli itinerari, scelti tenendo in considerazione l’interrelazione con i contenuti
disciplinari, diventano un mezzo per favorire un’osservazione in campo dell’ambiente nei
suoi vari aspetti (naturali, artistici, storici ed economici) e per sviluppare positive modalità
di relazione interpersonale tra gli alunni.
Ogni visita guidata e ogni viaggio d’istruzione sono preceduti da un’illustrazione in
classe dell’itinerario didattico, cui segue l’osservazione diretta e la rielaborazione delle
conoscenze/esperienze sul piano grafico e linguistico.
Le finalità sono:
Favorire una migliore conoscenza della propria regione attraverso itinerari storici, artistici e naturali
Ampliare le conoscenze dei ragazzi con itinerari in altre regioni italiane
Gli obiettivi sono:
Approfondire ed estendere le conoscenze storico, geografiche e culturali della nostra
regione.
Diffondere la cultura della sostenibilità ambientale, educando alla conoscenza e alla
salvaguardia dell’ambiente e del territorio.
Potenziare il clima relazionale Intensificare il processo d’ integrazione tra culture diverse dalla propria.
62
La preparazione, la gestione e la coordinazione delle varie uscite sono a cura della
Commissione Viaggi a ciò preposta, che fissa i criteri organizzativi generali, in collaborazione con il Dirigente Scolastico, ed elabora proposte di mete e itinerari. In seguito
all’approvazione dei consigli di classe in presenza della componente genitori, i viaggi e le
uscite vengono pianificati e attuati, dopo aver preso i giusti accordi con le strutture e gli
enti, (agenzie di viaggio, ditte di trasporto, ecc.) necessari alla loro realizzazione.
Per il corrente anno scolastico è stato programmato un piano viaggi e visite guidate, di
seguito meglio esplicitato.
Si precisa inoltre che le seguenti uscite/visite guidate e viaggi d’istruzione, sia per la
Scuola dell’Infanzia, sia per la Scuola Primaria che Secondaria di I grado, possono subire
variazione ed ove ritenuto necessario durante l’anno scolastico possono essere implementate con proposte volte a migliorare l’offerta formativa.
11.4.1. Scuola dell’Infanzia
Uscite/Visite didattiche
Attività
Lavorazione vimini
Percorso didattico antichi mestieri (Vasai e tintori)
Percorso didattico lavorazione ceramica
Percorso Ludico-Ddattico Sport Village Catona
Percorso Ludico-Didattico Fattoria “Caratozzolo”
Visione films presso cinema “Garibaldi”
Visita al Cioiccolatificio
Visita al museo scienza naturali
Visita al pastificio
Visita Frantoio Correale
Visita Presepi
Visita Vigili del Fuoco
Luogo
San Giorgio Morgeto (RC)
Monteporo (VV)
Bagnara (RC)
Reggio Calabria (RC)
Bagnara (RC)
Polistena (RC)
Cittanova (RC)
Cittanova (RC)
Feroleto della Chiesa (RC) e/o Limbadi (VV)
Cittanova (RC)
San Giorgio Morgeto (RC) e/o Pizzo (VV)
Polistena (RC)
Eventuali proposte di spettacoli vari
Uscite varie sul territorio di appartenenza nei vari periodi dell’anno
11.4.2. Scuola Primaria e Secondaria di I Grado
Uscite/Visite didattiche
Destinazione
Catanzaro
Cittanova (RC)
Corigliano Calabro (CS)
Cosenza
Galatro (RC)
Gambarie di Santo Stefano
In Aspromonte (RC)
Gioia Tauro (RC)
Isola Capo Rizzuto (KR)
Attività
Visita della città, Museo delle Armi
Museo delle Scienze Naturali, Mostra sul ciclo dell’acqua, Mostra floreale
Visita della città, del castello e laboratori artigianali e artistici
Visita della città e laboratori artigianali e artistici
Visita della città, delle terme, della diga e laboratori artigianali e artistici
Visite ed escursioni all’interno del territorio del Parco Nazionale
dell’Aspromonte
Visita del porto
Visita della città, e laboratori artigianali
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Le Castella (KR)
Pizzo (VV)
Polistena (RC)
Reggio Calabria
Riace (RC)
Rossano (CS)
Serra San Bruno (VV)
Soriano Calabro (VV)
Soveria Simari (CZ)
Taormina (ME)
Tropea (VV)
Visita della città, del castello e laboratori artigianali e artistici
Visita della città e laboratori artigianali e artistici
Visita della città, laboratori artigianali e artistici, planetarium, museo
delle scienze, riciclaggio
Visita della città, del museo, del teatro e relative rappresentazioni, planetarium laboratori artigianali e artistici.
Visita della città e laboratori artigianali e artistici
Visita della città, museo della liquirizia, laboratori artigianali e artistici
Visita della città, della Certosa e laboratori artigianali e artistici
Visita della città, fabbrica del cioccolato e del vimini
Visita della città, laboratorio del vetro
Visita della città e del teatro
Visita della città e laboratori artigianali e artistici
Eventuali proposte di spettacoli vari
Uscite varie sul territorio di appartenenza nei vari periodi dell’anno
Viaggi d’Istruzione
Destinazione
Regione Calabria, Toscana, Umbria, Lazio e Campania
Regione Calabria
Attività
Accrescimento Culturale
Turismo montano
11.5. Concorsi, mostre, convegni e/o incontri con esperti
Incontro con uno scrittore calabrese
Incontro con esperti sulle tematiche adolescenziali (affettività, sessualità, bullismo,
alimentazione, tabagismo, droga, alcolismo, ecc.).
11.6. Borse di studio
Verranno istituite Borse di studio per gli alunni particolarmente meritevoli al fine di
premiare l’impegno per lo studio con la prospettiva di una sempre maggiore crescita del
desiderio di aumentare e migliorare le proprie conoscenze.
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12. L’inclusione
13. Caratteri, finalità e traguardi del processo formativo
14. Valutazione degli alunni
15. Curricolo verticale d’Istituto
16. Rapporti Scuola - Famiglia
17. Formazione e aggiornamento
18. Valut
Introduzione
1. Il Piano dell’Offerta Formativa
2. Missione e finalità educative
3. Scuola, Famiglia e Territorio
4. Organizzazione
5. Analisi dei bisogni formativi
6. Finalità educative
7. L’offerta formativa
8. Funzioni delle risorse umane
9. Organigramma
10. Parole chiave del POF
11. Ampliamento dell’offerta formativa
12. L’INCLUSIONE
13. Caratteri, finalità e traguardi del processo formativo
14. Valutazione degli alunni
15. Curricolo verticale d’Istituto
16. Rapporti Scuola - Famiglia
17. Formazione e aggiornamento
18. Valutazione del P.O.F.
Allegati
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12. Inclusione
La scuola sviluppa la propria azione educativa in coerenza con i principi
dell’inclusione delle persone e dell’integrazione delle culture, considerando l’accoglienza
della diversità un valore irrinunciabile. La scuola consolida le pratiche inclusive nei confronti di bambini e ragazzi di cittadinanza non italiana promuovendone la piena integrazione. Favorisce inoltre, con specifiche strategie e percorsi personalizzati, la prevenzione e
il recupero della dispersione scolastica e del fallimento formativo precoce; a tal fine attiva
risorse e iniziative mirate anche in collaborazione con gli enti locali e le altre agenzie educative del territorio.
Nella scuola inclusiva la diversità è un valore; essa rafforza la classe e dà a tutti maggiori opportunità di crescita in quanto ogni singolo stile di apprendimento viene salvaguardato e condiviso.
La qualità dell’integrazione scolastica degli alunni diversamente abili presuppone un
lavoro condiviso e accuratamente programmato da parte di tutti i docenti della scuola, della
classe o sezione. Il nostro Istituto intende concretamente porsi l’obiettivo di promuovere
una cultura dell’accoglienza e dell’integrazione ponendo l’attenzione sulle esigenze di questi alunni, sia di tipo formativo, potenziando con diverse strategie i loro processi cognitivi,
sia di tipo relazionale, favorendo lo sviluppo delle capacità interpersonali attraverso la piena partecipazione ai diversi contesti nei quali si articola la vita nella comunità scolastica.
Il diritto allo studio per gli alunni diversamente abili deve essere inteso come diritto al
successo formativo per tutti attraverso l’adozione di pratiche didattiche che promuovono
una effettiva inclusione.
Le diverse strategie di approccio alla conoscenza saranno attivate rispettando i tempi e
gli stili di apprendimento di ognuno.
La valutazione va rapportata al P.E.I. e costituisce il punto di riferimento per orientare
le attività educative a favore dell’alunno.
Si ribadisce, a questo proposito, che la valutazione in questione dovrà sempre essere
considerata una valutazione complessiva dei processi formativi e non solo delle singole
performance.
L’Istituto Comprensivo intende:
promuovere ed incentivare attività diffuse di aggiornamento e di formazione del personale operante a scuola sul tema della diversa abilità;
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valorizzare progetti che attivino strategie orientate a potenziare il processo di inclusione;
porre particolare attenzione alla formazione della classi in presenza di alunni certificati ed all’utilizzo di insegnanti per le attività di sostegno;
coinvolgere attivamente le famiglie e condividere con loro i contenuti del P.E.I.;
curare il raccordo con le diverse realtà territoriali che garantiscono la presa in carico
degli alunni.
L’istituto valorizza la cultura dell’integrazione operando trasversalmente negli ambiti
dell’insegnamento curricolare, della gestione delle classi, dell’organizzazione dei tempi e
degli spazi scolastici, delle relazioni tra docenti, alunni e famiglie; nell’utilizzo "funzionale" delle risorse professionali presenti; nell’impegno, da parte dei docenti, a partecipare ad
azioni di formazione e/o di prevenzione concordate a livello territoriale.
La realtà delle classi è complessa: oltre agli alunni con disabilità certificate, ogni alunno può manifestare bisogni educativi speciali (BES) per molteplici motivi: fisici, biologici, fisiologici o psicologici e sociali, dipendenti da svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di apprendimento e/o evolutivi specifici (per esempio dsa, adhd, funzionamento cognitivo limite...) e da difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana.
Per venire incontro a questi molteplici bisogni il consiglio di classe, dopo aver analizzato la documentazione clinica presentata dalle famiglie e/o sulla base di considerazioni di
carattere psicopedagogico e didattico, redige un Piano Didattico Personalizzato (PDP). Esso ha lo scopo di definire, monitorare e documentare le possibili strategie di intervento e i
criteri di valutazione degli apprendimenti. Nel piano si adottano strumenti compensativi e
misure dispensative previste dalle disposizioni attuative della legge 170/2010 (dm
5669/2011). Inoltre, in linea con la direttiva del MIUR del 27 dicembre 2012, l’Istituto ha
costituito un Gruppo di lavoro per l’Inclusione (GLI) che ha l’obiettivo di prevedere strumenti e modalità di sostegno per gli alunni con Bisogni Educativi Speciali e di migliorare
l’attenzione verso tutti gli aspetti dell’inclusione. A tale scopo il GLI redigerà al termine
di ogni anno scolastico una proposta di Piano Annuale per l’Inclusività (PAI) riferito a tutti gli alunni con BES, analizzando le criticità e i punti di forza degli interventi di inclusione scolastica operati nell’anno appena trascorso. Formulerà inoltre un’ipotesi globale di
utilizzo funzionale delle risorse specifiche, istituzionali e non, per incrementare il livello
di inclusività generale della scuola nell’anno successivo. Il Piano sarà quindi discusso e
deliberato in Collegio dei Docenti.
12.1. Gruppo di Lavoro per l’Inclusione (GLI)
Il gruppo di lavoro per l’Inclusione (GLI) svolge le seguenti funzioni:
promuovere una cultura dell’inclusione;
rilevare i Bisogni Educativi Speciali presenti nella Scuola; effettuare il monitoraggio e
la valutazione del livello d’inclusività nella Scuola;
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elaborare, tenere aggiornato e verificare il Piano Annuale per Inclusione dei portatori
di disabilità e di tutti gli alunni con Bisogni Educativi Speciali entro il mese di giugno
di ogni anno scolastico;
proporre al Collegio dei Docenti, all’inizio di ogni anno scolastico, una programmazione degli obiettivi da perseguire e delle attività da realizzare, che confluisce nel Piano Annuale d’Inclusione;
raccolta e documentazione degli interventi didattico-educativi posti in essere anche in
funzione di azioni di apprendimento organizzativo in rete tra scuole e/o in rapporto
con azioni strategiche dell’Amministrazione;
raccolta e coordinamento delle proposte formulate dai singoli GLH Operativi sulla
base delle effettive esigenze;
focus/confronto sui casi, consulenza e supporto ai colleghi sulle strategie/metodologie
di gestione delle classi;
formulare progetti per la continuità fra ordini di scuola;
avanzare proposte in merito alla richiesta e all’assegnazione delle risorse per
l’integrazione (docenti di sostegno, assistenti socio-sanitari, ecc.) in base alle indicazioni degli insegnanti di sostegno e della Dirigenza che conoscono i casi individuali;
si esprime nell’assegnazione dei docenti di sostegno alle classi/alunni e
nell’assegnazione del budget orario settimanale alle classi/alunni;
promuovere azioni di sensibilizzazione degli studenti, dei genitori, del territorio;
collaborare alla pianificazione di specifici progetti per i soggetti disabili, in relazione
alle tipologie, anche in riferimento all’analisi e al reperimento delle risorse finanziarie
ad essi necessarie;
proporre al Dirigente Amministrativo e al Consiglio d’Istituto l’acquisto di attrezzature, sussidi e materiale didattico destinati alle attività di sostegno in base alle indicazioni dei docenti di sostegno;
Il Gruppo di lavoro per l’inclusione costituisce l’interfaccia della rete dei CTS e dei
servizi sociali e sanitari territoriali per l’implementazione di azioni di sistema (formazione, tutoraggio, progetti di prevenzione, monitoraggio, ecc.).
Il Gruppo, coordinato dal Dirigente Scolastico o da un suo delegato, può avvalersi
della consulenza e/o supervisione di esperti esterni o interni, anche attraverso accordi con
soggetti istituzionali o del privato sociale e, a seconda delle necessità.
Il GLI si riunisce:
nel mese di ottobre per stabilire le linee guida per l’inclusione degli alunni con BES,
per stilare i PEI e i PDP, per l’assegnazione delle risorse;
nel mese di febbraio/marzo per la pianificazione delle attività di sostegno dell’anno
scolastico successivo, per l’assegnazione dell’area di sostegno agli alunni in entrata,
per la richiesta delle risorse;
ogni qualvolta se ne presenti la necessità, per la concreta organizzazione delle attività
scolastiche che coinvolgono gli alunni in situazione di disabilità e con BES:
definizione di linee educative e didattiche condivise;
organizzazione dell’orario;
pianificazione degli interventi;
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verifica in itinere delle attività programmate nei PEI e nei PDP;
formulazione di progetti di accoglienza per gli alunni nuovi iscritti, ecc.
Le sedute del GLI sono documentate da apposito verbale.
12.2. L’inclusione degli alunni con Bisogni Educativi Speciali (BES)
L’Istituto Comprensivo si propone di potenziare la cultura dell’inclusione per rispondere in modo efficace alle necessità di ogni alunno che, con continuità o per determinati
periodi, manifesti Bisogni Educativi Speciali. L’adozione di procedure di accoglienza
consente di attuare in modo operativo le indicazioni normative contenute nella Legge
Quadro n° 104/92, Legge 517/77; Legge 170/2010, Legge 53/2003; Direttiva ministeriale
del 27 dicembre 2012; Circolare Ministeriale n.8 del 6 marzo 2013.
Secondo la Direttiva ministeriale del 27 dicembre 2012 e la Circolare Ministeriale n. 8
del 6 marzo 2013 si definiscono bisogni educativi speciali tutte quelle difficoltà richiedenti interventi individualizzati non obbligatoriamente supportati da una diagnosi medica e/o
psicologica, ma comunque riferiti a situazioni di difficoltà tali da far prefigurare un intervento mirato, personalizzato. Il panorama dei bisogni si riferisce solo a cause specifiche,
la loro natura non è stabile nel tempo poiché possono venire meno o essere superati.
Si può trattare di svantaggio sociale e culturale, di disturbi specifici di apprendimento
e/o di disturbi evolutivi specifici e, nel caso di alunni migranti, di difficoltà derivanti dalla
non conoscenza della cultura e della lingua italiana. Le linee di intervento vengono declinate in ordine alle diverse tipologie. L’insieme dei provvedimenti adottati chiarisce come
la presa in carico dei BES debba essere al centro dell’attenzione e dello sforzo congiunto
della scuola e della famiglia. “Ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può
manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche
per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata
e personalizzata risposta”.
Gli alunni con BES seguono una programmazione degli interventi didattici basata su
quanto obbligatoriamente espresso nel PDP e nelle decisioni prese nell’ambito della sezione, del team o del Consiglio di Classe e devono essere attuati dagli insegnanti utilizzando strategie che in nessun modo si configurino come discriminanti per gli alunni che
ne sono destinatari; nel caso in cui l’insegnante di sostegno si renda disponibile con le
proprie competenze specifiche a supportare l’intervento dell’insegnante curricolare
nell’affrontare il percorso educativo di questi alunni, tale fatto deve essere utilizzato come
una risorsa ulteriore, ma in alcun modo si deve innescare l’automatismo per cui, avendo la
presenza in classe dell’insegnante di sostegno, ad esso competa anche farsi carico degli alunni con DSA e altri BES. Il personale dell’istituto é rivolto agli alunni con bisogni educativi speciali e si propone di:
consentire il pieno diritto all’istruzione e formazione di tale tipologia di studenti garantendone l’integrazione e l’inclusione;
definire pratiche condivise, ovvero un’“alleanza educativa” tra tutto il personale
all’interno del nostro Istituto per favorire una responsabilità condivisa e collettiva al
fine di ottenere una vera inclusione scolastica;
69
facilitare l’ingresso a scuola e sostenere gli alunni nella fase di adattamento al nuovo
ambiente;
promuovere qualsiasi iniziativa di comunicazione e di collaborazione tra scuola ed
Enti territoriali (Comune, APSS, Provincia, Cooperative, Enti di formazione).
L’istituto delinea prassi condivise di carattere:
amministrativo e burocratico (documentazione necessaria);
comunicativo e relazionale (prima conoscenza);
educativo–didattico (assegnazione alla classe, accoglienza, coinvolgimento del consiglio di classe.);
sociale (eventuali rapporti e collaborazione della scuola con il territorio per la costruzione del “Progetto di Vita”).
L’Istituto dispone di uno strumento di lavoro integrato e rivisto periodicamente, sulla
base delle esperienze realizzate. A tal fine si intende:
creare un ambiente accogliente e di supporto;
sostenere l’apprendimento attraverso una revisione del curricolo, sviluppando attenzione educativa in tutta la scuola;
promuovere l’attiva partecipazione di tutti gli studenti al processo di apprendimento;
centrare l’intervento sulla classe in funzione dell’alunno;
favorire l’acquisizione di competenze collaborative;
promuovere culture politiche e pratiche inclusive attraverso una più stretta collaborazione fra tutte le componenti della comunità educante.
Obiettivo principale è la riduzione delle barriere che limitano l’apprendimento e la
partecipazione sociale attraverso l’utilizzo di facilitatori e l’analisi dei fattori contestuali,
sia ambientali che personali. Per raggiungere le finalità individuate, il Protocollo di Accoglienza è strutturato in diversi percorsi:
Saranno curati i rapporti con specialisti e istituzioni locali sia per la realizzazione di
eventuali “Progetti integrati”, sia per la stesura congiunta del Profilo Dinamico Funzionale e del Piano Educativo Individualizzato relativo agli alunni con disabilità o del
Piano Didattico Personalizzato relativo agli alunni con BES.
Si cercherà di agganciare il più possibile il lavoro dell’alunno a quello del gruppo
classe ed accanto al necessario intervento individualizzato o personalizzato, saranno
privilegiate comunque le attività a piccoli gruppi e/o laboratoriali senza mai perdere di
vista le finalità dell’integrazione.
Saranno previsti incontri di continuità con i diversi ordini di scuola con particolare attenzione alla realizzazione di attività idonee agli alunni con Bisogni Educativi Speciali.
Per gli alunni con BES, gli insegnanti si riuniranno coordinati da un insegnante referente o Funzione Strumentale al fine di analizzare, confrontare ed elaborare le strategie di intervento più idonee al raggiungimento degli obiettivi programmati nei diversi
Piani Educativi Individualizzati e/o Piani Didattici Personalizzati.
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Per gli alunni con BES saranno fornite griglie osservative per effettuare il rilevamento
delle difficoltà oggettive nei campi dell’apprendimento che l’alunno manifesta e moduli per la compilazione del PEI e/o PDP.
12.2.1. Destinatari
Sono destinatari dell’intervento a favore dell’inclusione scolastica tutti gli alunni con
Bisogni Educativi Speciali comprendenti:
gli alunni disabili (certificati secondo la Legge Quadro n° 104/92);
alunni con DSA (certificati dalla aziende sanitarie accreditate e/o da privati);
alunni con altre tipologie di certificazioni (ADHD, DOP, Borderline…);
gli alunni in via di certificazione o in osservazione medica;
gli alunni stranieri la cui mancata conoscenza della lingua italiana compromette il
raggiungimento degli obiettivi previsti per la classe di appartenenza;
alunni in disagio scolastico che manifestano insufficienze reiterate nel tempo;
alunni i cui diritti siano stati violati.
12.2.2. Azioni, tempi e modi
Procedure da adottare Dovranno essere elaborati i seguenti documenti diversificati a
seconda della tipologia di BES dal team docenti di sezione, di classe e da tutti i docenti del
Consiglio di Classe:
PEI per alunni con certificazione secondo la Legge Quadro n° 104/92
PDP per gli alunni con DSA (certificati dalla aziende sanitarie accreditate e/o da privati);
PDP per alunni con altre tipologie di certificazioni (certificati dalla aziende sanitarie
accreditate e/o da privati);
PDP per gli alunni stranieri con compromissione degli obiettivi previsti della classe di
appartenenza a causa della non conoscenza dell’italiano.
In tutti questi casi i docenti dovranno darne comunicazione alle FF.SS di riferimento.
Qualora la famiglia non collabori e non firmi il PDP verrà messo a verbale ed allegato al
PDP che comunque verrà attuato. Nei PDP verrà inserita l’informativa che le certificazioni
effettuate dai centri privati non garantiscono i diritti previsti dalla Legge (170/2010) pertanto si invitano i genitori a formalizzare la diagnosi presso i centri accreditati poiché sulla
base di quest’ultima documentazione la Commissione in sede d’esame di Stato garantirà
adeguate modalità di svolgimento delle prove scritte e orali, predisponendo anche
l’utilizzo di strumenti compensativi previsti dal PDP o altra documentazione redatta ai
sensi dell’art.5 del D.M 12 luglio 2011.
Per gli alunni in disagio scolastico ossia che ottengono risultati insufficienti reiterati
nel tempo per carenza di impegno, svogliatezza, rifiuto dello studio od altro e laddove siano presenti assistenti sociali e/o collaborazioni con Centri di aggregazione, i docenti dovranno darne comunicazione al D.S e chiedere eventualmente il supporto della Commissione Bes.
71
12.3. Il Piano didattico personalizzato (PDP)
Un percorso individualizzato e personalizzato costituisce lo strumento privilegiato
con cui le difficoltà di apprendimento connesse ai BES possono essere affrontate dalla
scuola attraverso la messa a punto di un Piano Didattico Personalizzato (PDP). Questo ha
lo scopo di definire, di monitorare e documentare le strategie di intervento più idonee e i
criteri di valutazione degli apprendimenti.
Il PDP è lo strumento in cui si potranno includere progettazioni didattico-educative
calibrate sui livelli minimi attesi per le competenze in uscita, da parte dei docenti sia nelle
attività individuali che collegiali. Il piano didattico personalizzato è un documento essenziale per il miglioramento della qualità del servizio scolastico in quanto definisce per ambiti o per discipline le strategie didattiche, gli strumenti compensativi e le misure dispensative e le modalità di valutazione utilizzati per alunno con DSA./BES.
Il PDP è un contratto tra famiglia, scuola e istituzioni socio-sanitarie, per organizzare
un percorso mirato nel quale vengono soprattutto definiti gli strumenti compensativi e dispensativi che aiutano alla realizzazione del successo scolastico degli studenti con
DSA/BES.
Per ciascuna materia devono infatti essere individuati gli strumenti dispensativi e
compensativi più efficaci per consentire allo studente il raggiungimento degli obiettivi alla
pari dei compagni.
Il PDP sul piano pratico è uno strumento importante per monitorare il percorso scolastico dello studente. È un documento ufficiale e vincolante, in sede di esami di Stato o
passaggio da un ordine di scuola all’altro. Tutto ciò al fine di garantire pari opportunità e
pari diritto allo studio per ogni persona.
Compito di ogni scuola è dimostrare di aver messo in atto tutte le misure previste dalla legislazione per consentire agli studenti con DSA/BES il raggiungimento degli obiettivi
minimi per ogni area disciplinare.
12.3.1. Redazione
Il PDP viene redatto dal consiglio di classe una volta acquisita la diagnosi specialistica e dopo aver ascoltato la famiglia e, laddove è necessario, gli specialisti, in un’ottica di
dialogo e di rispetto delle diverse competenze e specificità. Nella fattispecie: Il coordinatore ha il compito di incontrare la famiglia e raccogliere le informazioni sull’alunno, redigere una sintesi della diagnosi e mantenere i contatti con la famiglia. I singoli insegnanti
devono, in riferimento alla loro disciplina, compilare la parte del documento con le proprie
osservazioni, gli strumenti compensativi e dispensativi che intendono adottare e le modalità di verifica e valutazione che metteranno in atto
12.3.2. Tempi
Per gli alunni già certificati ed iscritti regolarmente, il PDP deve essere redatto entro
la fine del mese di novembre. I tempi di redazione sono invece definiti entro un mese nei
due casi seguenti:
l’alunno inizia in itinere un rapporto nuovo con l’istituzione scolastica;
72
le problematiche vengono riscontrate o segnalate dalla famiglia nel corso dell’anno.
Il percorso prevede quindi:
la presa in considerazione della segnalazione della diagnosi;
un incontro conoscitivo tra il coordinatore di classe, la famiglia, il Dirigente Scolastico e il referente DSA per raccogliere tutte le informazioni;
un incontro fra i docenti per la predisposizione e la distribuzione dei moduli da compilare;
la stesura finale;
la sottoscrizione del documento da parte dei docenti e dei genitori dello studente;
il PDP deve essere verificato almeno due volte all’anno, in sede di scrutini.
12.3.3. I contenuti del PDP
I dati generali con l’analisi della situazione dell’alunno;
il livello delle competenze raggiunte nelle diverse aree disciplinari;
gli obiettivi e i contenuti d’apprendimento previsti per l’anno scolastico e la metodologia con le misure compensativi e dispensative;
le modalità di verifica con le misure compensative e dispensative;
la valutazione in itinere e finale con le indicazioni sul come viene effettuata;
i rapporti con la famiglia, con particolare riferimento alla parte dei compiti da svolgere a casa.
12.3.4. I destinatari
Il PDP deve essere consegnato alla famiglia dello studente certificato, al fine di attivare tutta la rete che sta intorno allo studente con DSA/BES e sostenere il suo processo di
apprendimento. Nella progettazione sono infatti presenti le modalità di accordi tra scuola e
famiglia. In particolar modo:
modalità con cui vengono assegnati i compiti da svolgere a casa;
quantità dei compiti assegnati;
scadenze con cui i compiti devono essere consegnati, evitando, soprattutto quando ci
sono verifiche, sovrapposizioni o sovraccarichi;
modalità di presentazione e di esecuzione dei compiti.
12.4. Studenti diversamente abili
L’inserimento degli alunni diversamente abili nelle classi è finalizzato alla piena integrazione di ognuno (Legge n. 104 del 5 febbraio 1992, “Legge-quadro per l’assistenza,
l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate” e s.m.i.). La scuola si propone
l’obiettivo di consentire a ciascuno il pieno sviluppo delle proprie potenzialità.
Tale inserimento, perciò, impegna docenti alunni e genitori, nel difficile compito di
accettazione delle diversità e rappresenta un momento di crescita significativo per tutta la
comunità scolastica.
73
Per ciascun alunno la scuola, in collaborazione con la famiglia e con gli specialisti del
servizio psicopedagogico, predisporrà, sulla base della Diagnosi Funzionale (DF) e del
Profilo Dinamico Funzionale (PDF), un apposito Piano Educativo Individualizzato (PEI).
La scuola predispone un percorso educativo che vuole contribuire alla riuscita del più
ampio e complessivo “Progetto di vita” elaborato per ciascuno di loro.
12.4.1. Obiettivi
Promuovere la riuscita del “Progetto di vita”;
individuare nella scuola le risorse necessarie: persone, spazi, materiale, interventi;
consentire a studenti e genitori di conoscere il nuovo contesto scolastico: ambienti,
modalità organizzative e persone di riferimento;
mettere la nuova scuola in condizione di conoscere lo studente;
permettere un adattamento graduale, per ridurre e contenere l’insorgere di situazioni
di disagio e/o atteggiamenti di ansia e di rifiuto;
favorire la piena integrazione all’interno del contesto scolastico.
12.4.2. Attori
Famiglie;
docenti e collaboratori scolastici;
Funzione Strumentale;
commissione alunni diversamente abili;
’ASP;
12.4.3. Strumenti
fascicolo Personale per gli alunni diversamente abili;
Piano Educativo Individualizzato;
Scheda Passaggio Informazioni, redatta dai docenti e autorizzata dai genitori;
Incontri per il passaggio delle informazioni e per la definizione del percorso di reinserimento (continuità);
percorso di reinserimento;
incontri con famiglia, specialisti, servizi territoriali (ASP, Comune, …);
12.4.4. Attività
esperienze di conoscenza della nuova scuola - da svolgersi anche con i compagni di
classe;
percorso di preinserimento individualizzato nel quale le attività vengono scelte in base
alle potenzialità dello studente e alle possibilità che la scuola può offrire;
accompagnamento di durata preventivamente stabilita, di cui si incarica l’insegnante
di sostegno;
riduzione delle situazioni di handicap che possono ostacolare il successo scolastico
degli alunni;
74
costruzione di attività didattiche inclusive in modo che gli alunni vivano le stesse
condizioni formative degli altri studenti.
12.5. Studenti con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA)
La legge n. 170 del 8 ottobre 2010 stabilisce nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico.
La presente legge riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia
quali disturbi specifici di apprendimento (DSA), che si manifestano in presenza di capacità cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, ma possono costituire una limitazione importante per alcune attività della vita quotidiana.
L’Istituto, intende attivare, previa apposita comunicazione alle famiglie interessate,
interventi tempestivi, idonei ad individuare i casi sospetti di DSA degli studenti, al fine di
perseguire le seguenti finalità:
garantire il diritto all’istruzione;
favorire il successo scolastico, anche attraverso misure didattiche di supporto, garantire una formazione adeguata e promuovere lo sviluppo delle potenzialità.
ridurre i disagi relazionali ed emozionali;
adottare forme di verifica e di valutazione adeguate alle necessità formative degli alunni;
preparare gli insegnanti e sensibilizzare i genitori nei confronti delle problematiche
legate ai DSA;
favorire la diagnosi precoce e percorsi didattici riabilitativi;
incrementare la comunicazione e la collaborazione tra famiglia, scuola e servizi sanitari;
attuare una didattica individualizzata e personalizzata, con l’introduzione di strumenti
compensativi, compresi i mezzi di apprendimento alternativi e le tecnologie informatiche, nonché misure dispensative da alcune prestazioni non essenziali ai fini della
qualità dei concetti da apprendere;
monitoraggio periodico per valutarne l’efficacia e il raggiungimento degli obiettivi;
garantire, adeguate forme di verifica e di valutazione, anche per quanto concerne gli
esami di licenza media.
I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (denominati dislessia, disgrafia, disortografia,
discalculia) sono catalogati e riconosciuti come difficoltà nell’acquisizione del controllo
del codice scritto (lettura, scrittura, calcolo) che interferisce con il funzionamento adattivo
in presenza di normodotazione intellettiva e adeguate opportunità di apprendimento;
in assenza di disturbi neuromotori - sensoriali e disturbi psicopatologici pre-esistenti.
Gli studenti con Disturbi Specifici dell’Apprendimento presentano difficoltà più o
meno gravi che possono manifestarsi separatamente o associate tra loro, che talora determinano anche iperattività e disturbi della comprensione e dell’attenzione.
Tali difficoltà permangono nel tempo, condizionano inevitabilmente l’esperienza scolastica e la successiva vita professionale, tuttavia, se tempestivamente riconosciute, possono essere compensate.
75
L’Istituto Comprensivo, in osservanza della Legge n. 170 dell’8 ottobre 2010 (norme
in materia di disturbi specifici dell’apprendimento in ambito scolastico) e del D.M. n.
5669 del 12 luglio 2011 con le allegate linee guida (misure compensative e dispensative),
si propone di aiutare gli insegnanti ad intervenire efficacemente, guidandoli sia
all’attenzione ai segni predittivi sia alla predisposizione di metodologie funzionali a un
apprendimento che offra pari opportunità.
All’interno dell’Istituto Comprensivo agisce un referente per i DSA, opera secondo un
progetto condiviso dal Dirigente Scolastico e approvato dal Collegio Docenti, supportando
i colleghi nella progettazione e realizzazione del Percorso Educativo Personalizzato (PEP).
All’inizio delle attività scolastiche il Referente DSA completa la mappatura di tutte le
situazioni di studenti con DSA presenti nell’Istituto Comprensivo, mentre durante l’anno
raccoglie le eventuali schede di segnalazione elaborate dai docenti. Nel caso in cui si evidenzino segni predittivi di DSA, i docenti e il Referente riflettono sull’opportunità di condividere con la famiglia degli studenti interessati le loro valutazioni, così da avviare gli
accertamenti diagnostici specialistici.
Gli insegnanti, facendo riferimento alla certificazione degli Specialisti, individuano ed
esplicitano gli strumenti compensativi e/o le eventuali dispense da adottare nelle attività
didattiche, che variano a seconda della specificità e dell’evoluzione individuale del caso,
oltre che delle peculiarità di ciascuna iniziativa didattica.
Alla famiglia l’Istituto Comprensivo chiede di informare e di collaborare. Innanzitutto
è la famiglia che si rivolge a Servizi e/o Specialisti preposti al rilascio della "diagnosi specialistica di disturbo specifico di apprendimento”, ha il dovere di segnalare al Dirigente
Scolastico la certificazione di DSA senza la quale non è possibile attivare le misure di tutela che la legge stabilisce. In secondo luogo si richiede una stretta cooperazione tra insegnanti, famiglia ed équipe degli specialisti, per la realizzazione del Piano Educativo Personalizzato.
Lo stesso protocollo operativo viene predisposto anche per gli alunni che presentano
altri disturbi dell’apprendimento certificati (es. disturbo dell’attenzione, disturbo del linguaggio...).
12.6. Prevenzione dispersione scolastica e superamento situazioni di svantaggio
Applicando quanto previsto dalla circolare ministeriale n. 8 del 6 marzo 2013 (Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012 “Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”. Indicazioni operative), l’Istituto Comprensivo elabora un Percorso Educativo-Didattico Personalizzato, specificando le decisioni assunte dal Consiglio di Classe (misure e strumenti compensativi/dispensativi, valutazione, incontri con specialisti, iniziative extrascolastiche), che si traducono in un patto con la famiglia e con lo studente.
Lo svantaggio socio-culturale è una situazione che deve essere contenuta per non
compromettere le potenziali capacità d’apprendimento e di relazione dell’alunno.
La scuola deve creare le condizioni per l’uguaglianza, offrendo servizi adeguati ai bisogni di chi proviene da situazioni familiari ed ambientali deprivate. Si rende quindi ne-
76
cessario poter articolare l’attività scolastica in modo che siano accettate e valorizzate le
diversità per assicurare a tutti gli alunni il conseguimento dei livelli minimi di apprendimento nel rispetto dei personali tempi di crescita e di sviluppo.
Per prevenire fenomeni di insuccesso scolastico l’Istituto utilizza strategie operative
per agevolare l’emergere nei bambini di una loro "disponibilità ad apprendere", nel rispetto del pieno sviluppo delle proprie capacità.
Per affrontare e superare lo svantaggio la scuola mette in atto un modello organizzativo e didattico flessibile e ricorre a metodologie pluralistiche.
12.7. Disagio scolastico
Il disagio scolastico è un fenomeno complesso legato sì alla scuola, come luogo di insorgenza e di mantenimento, ma anche a variabili personali e sociali, come le caratteristiche psicologiche e caratteriali da una parte e il contesto familiare/culturale dall’altra. Viene ad essere determinato dall’interazione di più fattori sia individuali che ambientali e si
esprime in una grande varietà di situazioni problematiche che espongono lo studente al rischio di insuccesso e di disaffezione alla scuola. I problemi scolastici sono di tipo diverso
e presentano diversi livelli di gravità, spesso non sono la conseguenza di una specifica
causa, ma sono dovuti al concorso di molti fattori che riguardano sia lo studente, sia il
contesto in cui egli viene a trovarsi (ambiente socioculturale, clima familiare, qualità
dell’istituzione scolastica e degli insegnanti).
Tra le possibili manifestazioni di disagio a scuola troviamo:
Difficoltà espressive e comunicative.
Riluttanza all’assolvimento dell’obbligo scolastico.
Difficoltà relazionali/emozionali.
Le azioni per far fronte a tali situazioni sono le seguenti:
accoglienza del disagio: spazio ascolto;
riconoscimento di fattori di rischio;
ascolto e sostegno alle famiglie;
promozione di strategie didattiche che tengano conto delle varie difficoltà;
stimolo al riconoscimento incremento delle potenzialità;
attivazione di screening sulle varie competenze scolastiche
realizzazione di laboratori con piccoli gruppi di bambini/ragazzi per attività specifiche
di recupero (studio assistito, offerta formativa integrata);
individuazione dei casi per cui è davvero necessario un invio ai servizi.
12.8. Studenti stranieri
Per questi studenti l’istituto predispone un apposito Processo di Accoglienza articolato nelle tappe di seguito descritte.
Iscrizione
Il genitore si presenta presso gli Uffici di Segreteria dove si procede a:
1. registrazione dati anagrafici;
77
2.
3.
4.
5.
6.
1.
2.
3.
registrazione della scolarità dell’alunno dichiarata dalla famiglia;
individuazione di un eventuale mediatore linguistico entro la famiglia;
illustrazione della presenza nell’I.C. di un Gruppo di Lavoro per l’Inclusività, tempestivamente contattata per effettuare un primo colloquio informativo;
presentazione della famiglia al rappresentante dell’I.C. in quel momento presente;
comunicazione del fatto che la classe d’inserimento è temporanea.
Assegnazione di un alunno straniero neo arrivato alla classe:
Il Collegio dei Docenti definisce le modalità generali dell’assegnazione dell’alunno
straniero alla classe inferiore o superiore a quella corrispondente all’età, tenendo conto, come espressamente previsto dall’art. 45, comma 2 del DPR n.394/1999, dei criteri
di seguito riportati:
ordinamento scolastico del Paese di provenienza;
accertamento delle competenze, abilità e livelli di preparazione possedute;
corso di studi eventualmente seguito;
titolo di studio eventualmente posseduto, accompagnato da traduzione in lingua italiana, ecc..
La modalità concreta di assegnazione alla classe di alunni stranieri avviene con affidamento delle verifiche e degli accertamenti preliminari ad un gruppo di docenti, appositamente individuato dal collegio e preposto all’accoglienza, che dà attuazione ai
criteri di assegnazione e che ne segua inizialmente l’inserimento, al fine di fornire al
Dirigente Scolastico ogni utile elemento per l’assegnazione alle classi. I collegi dei
docenti possono valutare altresì la possibilità che l’assegnazione definitiva alla classe
sia preceduta da una fase di alfabetizzazione strumentale e di conoscenza linguistica
in inter-gruppo e/o interclasse finalizzata a favorire un efficace inserimento;
L’alunno proveniente da scuole estere deve presentare alla scuola italiana il titolo o
certificato di studio originale, dal quale risultino l’esito favorevole della classe frequentata (o dell’esame sostenuto) all’estero, le materie studiate e le valutazioni riportate. I titoli devono essere accompagnati dalla traduzione in lingua italiana e da certificato di conformità rilasciato dall’autorità diplomatica o consolare italiana (la firma
del capo d’istituto deve essere legalizzata dall’autorità diplomatica o consolare italiana) e da dichiarazione, rilasciata dall’autorità diplomatica o consolare italiana circa il
fatto che la scuola frequentata (o presso cui sono stati sostenuti gli esami) è legalmente riconosciuta e circa l’ordinamento degli studi, il numero complessivo delle classi
frequentate o, nel caso di esami, la classe estera cui questi danno accesso.
Più specificatamente in relazione all’operatività e quindi al protocollo da seguire nei
casi di alunni neo arrivati in Italia, si stabilisce quanto segue:
1. È necessario che l’inserimento scolastico degli alunni con cittadinanza non italiana,
per la sua delicatezza e complessità, sia gestito in termini inter-istituzionali che, per
quanto riguarda l’istruzione, prendano in considerazione ogni momento del processo
formativo degli allievi stessi, dal loro ingresso a scuola al termine del loro itinerario
scolastico o formativo;
78
2.
si adotteranno forme di accoglienza che possano facilitare, fin dai primi contatti con
l’istituzione scolastica, un’efficace azione di integrazione. La scuola potrà, altresì, favorire situazioni di relazioni, socializzazioni, esperienze extracurricolari in cui i minori stranieri potranno sviluppare in ambiente non formale e con coetanei la conoscenza
e l’uso della lingua italiana;
3. nel primo periodo dell’attività scolastica dell’alunno, i docenti della classe individuata
come possibile destinazione dell’alunno in relazione all’età anagrafica dello stesso,
eventualmente coadiuvati dal mediatore o facilitatore linguistico se necessari, valutano le sue abilità e le sue competenze. A questo scopo si proporranno attività individuali e di gruppo; si utilizzeranno prevalentemente tecniche non verbali, quali il disegno, la musica, la gestualità o la fotografia;
4. tale valutazione viene riferita poi alla Commissione preposta all’occorrenza che darà
un parere conclusivo sulla classe di destinazione, sulla base del quale il Dirigente
Scolastico provvederà all’assegnazione definitiva.
Nel formulare questo parere, la Commissione terrà conto, oltre che dei criteri dell’art.
45, comma 2 del DPR n.394/1999, della possibile efficacia di un Piano Didattico Personalizzato e degli aspetti relazionali di inserimento nel gruppo classe, laddove soprattutto
questi permettano di superare le difficoltà iniziali di inserimento.
Attivazione del percorso di alfabetizzazione
Valutata la situazione iniziale si progetta un percorso graduale di apprendimento della
lingua italiana, secondo i seguenti criteri:
l’alfabetizzazione non esaurisce l’impegno scolastico del ragazzo;
l’alunno va inserito in un gruppo corrispondente al suo livello di competenza linguistica;
accertamenti periodici per decidere il passaggio ad un livello successivo o la sospensione;
massimo sviluppo dell’attività col gruppo classe;
se non è possibile avviare un intervento di prima alfabetizzazione specifico, si valuta
l’aggregazione a laboratori già attivi o si predispone un percorso da attivare in classe;
Individualizzazione degli apprendimenti
Gli insegnanti s’impegnano, per quanto consentito dal contesto organizzativo di classe
e di plesso, ad attivare percorsi individualizzati per stimolare un progresso apprenditivo
generale e garantire il recupero del bagaglio culturale e delle competenze pregresse
Avvio delle relazioni scuola-famiglia
La scuola avvia un costruttivo dialogo con la famiglia dell’alunno, disponendosi
all’ascolto e adottando un atteggiamento flessibile, attraverso:
la conoscenza della sua storia familiare;
il supporto ai genitori per orientare se stessi e il figlio entro le nuove pratiche.
12.9. Piano Annuale per l’Inclusività (PAI)
Il Piano Annuale per l’Inclusività deve essere inteso come un momento di riflessione
di tutta la comunità educante per realizzare la cultura dell’inclusione, lo sfondo ed il fondamento sul quale sviluppare una didattica attenta ai bisogni di ciascuno nel realizzare gli
79
obiettivi comuni, non dunque come un ulteriore adempimento burocratico, ma quale integrazione del Piano dell’Offerta Formativa, di cui è parte sostanziale (nota prot. 1551, 27
giugno 2013 “Piano Annuale per l’Inclusività – Direttiva 27 dicembre 2012 e C.M. n.
8/2013”).
L’istituto pertanto implementerà in un quadro più organico le attività già avviate con
la stesura del documento “Piano annuale per l’inclusione” come previsto dalle disposizioni
ministeriali. Lo scopo del piano è quello di far emergere criticità e punti di forza, rilevando le tipologie dei diversi bisogni educativi speciali e le risorse impiegabili, l’insieme delle difficoltà e dei disturbi riscontrati, dando consapevolezza alla comunità scolastica – in
forma di quadro sintetico – di quanto sia consistente e variegato lo spettro delle criticità
all’interno della scuola.
12.10. Sintesi strumenti e documentazione didattici
Alunni
Certificati
L. 104/92
PEI
PDP
X
Did.
Pers.
Did.
Indiv.
Strum.
Dispens.
Strum.
Compen.
Carattere
Permanente
Rivedibili
X
X
X
X
X
X
X
X
DSA
X
X
X
X
X
Altri
certificati
X
X
X
X
X
X
Stranieri
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
Disagio
scolastico
80
13. Caratteri, finalità e traguardi del processo formativo
14. Valutazione degli alunni
15. Curricolo verticale d’Istituto
16. Rapporti Scuola - Famiglia
17. Formazione e aggiornamento
18. Valutazi
Introduzione
1. Il Piano dell’Offerta Formativa
2. Missione e finalità educative
3. Scuola, Famiglia e Territorio
4. Organizzazione
5. Analisi dei bisogni formativi
6. Finalità educative
7. L’offerta formativa
8. Funzioni delle risorse umane
9. Organigramma
10. Parole chiave del POF
11. Ampliamento dell’offerta formativa
12. L’inclusione
13. CARATTERI, FINALITÀ E TRAGUARDI DEL PROCESSO FORMATIVO
14. Valutazione degli alunni
15. Curricolo verticale d’Istituto
16. Rapporti Scuola - Famiglia
17. Formazione e aggiornamento
18. Valutazione del P.O.F.
Allegati
81
13. Caratteri, finalità e traguardi del processo formativo
13.1. Scuola dell’Infanzia
13.1.1. Caratteri e finalità
La scuola dell’infanzia concorre all’educazione armonica e integrale dei bambini e delle bambine, nel rispetto e nella valorizzazione dei ritmi evolutivi, delle capacità, delle differenze e dell’identità di ciascuno, nonché della responsabilità educativa delle famiglie”. Essa
diventa, pertanto, “un ambiente educativo di esperienze concrete e di apprendimenti riflessivi, che integra le differenti forme del fare, del sentire, del pensare, dell’agire relazionale,
dell’esprimere, del comunicare, del gustare il bello”. Al suo interno si intensificano come
connotati essenziali del servizio educativo:
la relazione personale significativa tra pari e con gli adulti;
la valorizzazione del “gioco” in tutte le sue forme ed espressioni;
l’esaltazione del fare produttivo e delle esperienze dirette di contatto con la natura, le
cose, i materiali e l’ambiente.
13.1.2. Traguardi del processo formativo
La scuola dell’infanzia si presenta come il crocevia dell’evolversi delle attività, partecipando e cooperando con la famiglia ed altri Enti, per assicurare la massima promozione
possibile di tutte le capacità personali come diritto soggettivo di ogni bambino.
Tale ambiente contribuisce a favorire:
1. la maturazione dell’identità, intesa come conoscenza del proprio mondo interiore, in
modo che i bambini acquisiscano atteggiamenti di sicurezza, di stima di sé, di fiducia
delle proprie capacità, di motivazione al passaggio dalla curiosità alla ricerca;
2. la conquista dell’autonomia, come capacità di orientarsi in maniera personale e di
compiere scelte anche innovative; rispetto dei valori della libertà, della cura di sé e
dell’ambiente;
3. lo sviluppo delle competenze, come consolidamento delle capacità sensoriali, percettive, motorie, sociali, linguistiche ed intellettive;
4. sviluppo della cittadinanza, ovvero scoprire gli altri, i loro bisogni e la necessità di gestire i contrasti attraverso regole condivise per porre le fondamenta di un ambito democratico aperto al futuro.
82
Le dimensioni di sviluppo spingono a cogliere la personalità “intera” dell’essere vivente leggendone i bisogni, le necessità, le potenzialità viste non solo dal lato psicologico, ma
anche dal lato relazionale.
13.1.3. Profilo dell’alunno al termine della Scuola dell’Infanzia
Il profilo dell’alunno al termine della scuola dell’Infanzia fa riferimento ai seguenti
principi:
il riconoscimento del valore della persona vista nella sua globalità e unicità;
il privilegiare un approccio interdisciplinare e trasversale degli ambiti d’esperienza;
l’utilizzo di tutti i linguaggi, .verbali e non, che contribuiscano al corretto sviluppo
psicomotorio dei discenti.
Il piano delle attività scaturisce dall’attenzione di portare ciascun bambino ad individuare:
L’immagine di sé (i bambini e le bambine raccontano sé stessi);
L’atteggiamento corporeo ( da questo deriverà, da adulto il suo atteggiamento verso la
realtà);
La storia della sua vita (coscienza dell’identità personale e sessuale, conoscenza del
proprio mondo interiore, consapevolezza dei propri orientamenti).
13.2. Scuola Primaria
13.2.1. Caratteri e finalità
La Scuola Primaria promuove l’educazione integrale della personalità dei fanciulli, stimolandoli all’autoregolazione degli apprendimenti e ad un ‘elevata percezione di autoefficacia.
I principi su cui è fondata si possono così sintetizzare:
la crescita e la valorizzazione della persona umana;
il rispetto dei ritmi dell’età evolutiva, delle differenze e delle identità di ciascuno,
la cooperazione scuola – famiglia;
Il suo compito precipuo, congiuntamente agli altri segmenti del sistema formativo, è
di realizzare le condizioni che garantiscano ad ogni individuo:
il diritto a un’istruzione e a una formazione che lo portino a realizzare pienamente le
proprie capacità potenziali;
il diritto a crescere come cittadino, in una scuola funzionale ai cambiamenti.
In particolare nell’arco dei cinque anni il suo impegno è :
di far acquisire e sviluppare le conoscenze e le abilità di base fino alle prime sistemazioni logico-critiche;
di far apprendere i mezzi espressivi, ivi inclusi l’alfabetizzazione in almeno una lingua dell’Unione Europea oltre alla lingua italiana;
di porre le basi per l’utilizzazione di metodologie scientifiche nello studio del mondo
naturale, dei suoi fenomeni e delle sue leggi;
di valorizzare le capacità relazionali e di orientamento nello spazio e nel tempo;
di educare ai principi fondamentali della convivenza civile.
13.2.2. Traguardi del processo formativo
La scuola primaria si prefigge i seguenti obiettivi generali:
83
valorizzare le esperienze del fanciullo;
acquisire la consapevolezza della corporeità come valore;
esplicitare le idee e i valori presenti nell’esperienza;
attuare il passaggio di conoscenza dalle categorie empiriche alle categorie formali;
operare un chiaro confronto interpersonale;
valorizzare la diversità delle persone e delle culture intesa come ricchezza;
praticare l’impegno personale e la solidarietà civile.
13.2.3. Profilo dell’alunno al termine della Scuola Primaria
Il profilo dell’alunno al termine della scuola Primaria fa riferimento ai campi ed agli
indicatori sotto evidenziati:
Identità: Conoscenza di sé.
Ha coscienza di sé e della propria esperienza;
comunica i propri vissuti;
trova in autonomia le modalità per affrontare e risolvere problemi personali;
segue i lavori rispettando consegne e tempi;
manifesta senso di responsabilità nella esecuzione di compiti e doveri.
Identità: Relazione con gli altri.
Ascolta le opinioni altrui e si confronta con esse;
collabora ed è solidale con gli altri;
interagisce e dialoga con gli adulti;
interagisce e dialoga con i coetanei.
Identità: Orientamento.
È consapevole delle proprie capacità e delle proprie attitudini.
Strumenti culturali.
Possiede conoscenze del corpo, del movimento e della dimensione sportiva delle
esperienze;
comprende ed utilizza gli elementi storici, geografici e sociali della vita umana;
conosce, comprende e decodifica gli strumenti della comunicazione orale e scritta;
conosce ed utilizza le varie modalità espressive di natura artistico – musicale;
utilizza gli strumenti logico-matematici;
possiede conoscenze scientifiche e utilizza strumenti tecnici e delle nuove tecnologie.
Convivenza civile
Rispetta le comuni regole della convivenza civile.
13.3. Scuola Secondaria di Primo Grado
13.3.1. Caratteri e finalità
La Scuola Secondaria di primo grado rappresenta la fase in cui si realizza l’accesso alle discipline come punti di vista sulla realtà e come modalità di interpretazione, simbolizzazione e rappresentazione del mondo.
È compito peculiare di questo ciclo scolastico porre le basi per l’esercizio della cittadinanza attiva.
84
Gli allievi imparano a riconoscere e a rispettare i valori sanciti dalla Costituzione della Repubblica Italiana, in particolare, i diritti inviolabili di ogni essere umano (art.2), il riconoscimento della pari dignità sociale (art. 3), il dovere di contribuire in modo concreto
alla qualità della vita della società (art. 4), la libertà di religione (art. 8), le varie forme di
libertà ( articoli 13-21), parte integrante dei diritti costituzionali e di cittadinanza è il diritto alla parola (art. 21).
È il decreto Lgs 19 febbraio 2004, n.59 ad offrirci il più recente ed esaustivo quadro
delle finalità che la secondaria di I grado dovrebbe perseguire, costituendosi come:
scuola dell’educazione integrale della persona, che promuove lo sviluppo armonico
della personalità degli allievi in tutte le direzioni (etiche, religiose, sociali, intellettuali, affettive, operative, creative ecc.) e che consente loro di agire in maniera matura e
responsabile;
scuola che colloca nel mondo, aiutando lo studente ad acquisire un’immagine sempre
più chiara ed approfondita della realtà sociale;
scuola orientativa, che favorisce l’iniziativa del soggetto per il suo sviluppo fisico,
psichico e intellettuale e lo mette nelle condizioni di definire e conquistare la propria
identità di fronte agli altri;
scuola dell’identità, che assolve il compito di accompagnare il preadolescente nella
sua maturazione globale fino alle soglie dell’adolescenza. Questa “fatica” interiore del
crescere, che ogni preadolescente pretende quasi sempre di reggere da solo o, al massimo, con l’aiuto del gruppo dei pari, ha bisogno in realtà, della presenza di adulti coerenti e significativi disposti ad ascoltare, aiutare, consigliare, fornire strumenti di ricerca, di comprensione, di gestione positiva dei problemi;
scuola della motivazione e del significato, che si impegna a radicare conoscenze ed
abilità disciplinari ed interdisciplinari sulle effettive capacità di ciascuno, utilizzando
le modalità più motivanti e ricche di senso, perché egli possa esercitarle, sia individualmente, sia insieme agli altri. Motivazione e bisogno di significato sono del resto
condizioni fondamentali di qualsiasi apprendimento;
scuola della prevenzione dei disagi e del recupero degli svantaggi, che è disposta a
leggere i bisogni e i disagi dei preadolescenti e ad intervenire prima che si trasformino
in malesseri conclamati, disadattamenti e abbandoni;
scuola della relazione educativa, che privilegia l’attenzione alla persona al fine di:
valorizzare senza mai omologare o peggio deprimere;
rispettare gli stili individuali di apprendimento;
incoraggiare ed orientare;
correggere con autorevolezza quando è necessario;
sostenere e condividere;
promuovere apprendimenti significativi e davvero personalizzati per tutti.
13.3.2. Traguardi del processo formativo
Nella scuola secondaria di I grado, il preadolescente inizia quel cammino tanto delicato contraddistinto da un’incipiente maturazione della personalità, che lo porta a rendersi
gradualmente autonomo dagli adulti aprendosi alla realtà interiore ed esteriore con mag-
85
giore partecipazione investigativa. Tenendo conto di questo e mirando allo sviluppo globale della personalità di ogni alunno e della sua competenza comunicativa come abilità di
base per qualsiasi successiva attività, la Secondaria di I grado si propone di fornire ad ogni
alunno tutte le possibilità esistenti per acquisire e potenziare abilità, sviluppare ed approfondire conoscenze e competenze operative, ampliare, definire ed auto valutare le capacità
personali ed acquisire un personale metodo di impegno di lavoro. Particolare rilievo assume in ogni articolazione dell’attività didattica, sia a livello di singola disciplina, sia a livello inter e pluridisciplinare, la dimensione formativa ed orientativa di ogni sapere scientifico offerto ai ragazzi.
Rimane fondamentale il conseguimento da parte degli alunni, in riferimento alle situazioni di partenza, dei seguenti traguardi:
I ANNO: acquisizione di un metodo di studio; conoscenza dei contenuti, dei linguaggi
e dei metodi delle discipline considerate; sviluppo delle abilità di espressionecomunicazione e delle capacità logiche; acquisizione dei saperi in funzione delle esigenze connesse alla frequenza della classe successiva in ottica individualizzata.
II ANNO: potenziamento, in relazione alla situazione di partenza, delle abilità di comunicazione-espressione; sviluppo delle capacità critico-riflessive ed operative; acquisizione di competenze valide, in funzione delle esigenze connesse con la frequenza
della classe successiva.
III ANNO: consolidamento delle competenze acquisite nella direzione della formazione dell’autonomia personale; potenziamento delle abilità operative, di comunicazione ed espressione; potenziamento delle capacità di sintesi, di critica e di organizzazione personale del lavoro.
13.3.3. Profilo dell’alunno al termine della Scuola Secondaria di Primo Grado
Il profilo dell’alunno al termine della Scuola Secondaria 1° grado fa riferimento ai
campi sotto evidenziati:
Identità: Conoscenza di sé.
Comunica i propri vissuti/le proprie esperienze emotive.
È consapevole/responsabile di risultati e delle conseguenze delle proprie azioni.
Autocontrollo della voce.
Autocontrollo dei movimenti in classe e negli spostamenti.
Esegue i lavori rispettando consegne e tempi.
Dispone di materiali e strumenti e li utilizza in modo responsabile.
Presta attenzione (silenzio attivo).
Interviene in modo appropriato durante le attività, evitando le sovrapposizioni.
Esegue il lavoro (in classe e a casa) nel rispetto dei tempi e delle consegne.
Annota tempestivamente compiti, lezioni sul diario;
prende appunti.
Identità: Relazione con gli altri.
Ascolta e rispetta le opinioni degli altri.
Collabora con i compagni e con gli insegnanti.
Identità: Orientamento.
86
Riconosce le proprie abilità e i propri interessi (classi 2^ e 3^).
Costruisce un proprio percorso scolastico e formativo confrontandosi con docenti e
genitori (classi 3^).
Convivenza civile
Rispetta l’ambiente.
Contribuisce a mantenere pulito ed ordinato l’ambiente scolastico nelle differenti
situazioni di lavoro (aula, palestra, laboratorio,aula magna, atrio, …)
Nelle uscite didattiche rispetta la dimensione ambientale.
Rispetta se stesso e gli altri per vivere nella società civile.
Rispetta le regole.
Accetta la diversità.
Strumenti culturali: in riferimento alle diverse discipline.
Comprende i linguaggi delle diverse discipline.
Comunica con linguaggi verbali.
Comunica con linguaggi non verbali.
Utilizza procedimenti logici in contesti diversi.
Utilizza gli strumenti delle varie discipline.
87
14. Valutazione degli alunni
15. Curricolo verticale d’Istituto
16. Rapporti Scuola - Famiglia
17. Formazione e aggiornamento
18. Valutazione del P
Introduzione
1. Il Piano dell’Offerta Formativa
2. Missione e finalità educative
3. Scuola, Famiglia e Territorio
4. Organizzazione
5. Analisi dei bisogni formativi
6. Finalità educative
7. L’offerta formativa
8. Funzioni delle risorse umane
9. Organigramma
10. Parole chiave del POF
11. Ampliamento dell’offerta formativa
12. L’inclusione
13. Caratteri, finalità e traguardi del processo formativo
14. VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI
15. Curricolo verticale d’Istituto
16. Rapporti Scuola - Famiglia
17. Formazione e aggiornamento
18. Valutazione del P.O.F.
Allegati
88
14. Valutazione degli alunni
L’attività di valutazione si esplica nel corso dell’intero anno scolastico in un percorso
che muove dalla conoscenza degli alunni e considera gli apprendimenti conseguiti attraverso la raccolta sistematica e continua di informazioni che costituiscono materiale utile
da inserire nel fascicolo personale dell’alunno.
Come indicato nel DPR n. 122 del 22 giugno 2009, relativo al “Regolamento recante
il coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli alunni”, la valutazione ha
per oggetto il processo di apprendimento, il comportamento e il rendimento scolastico
complessivo degli alunni, tenendo conto anche dei disturbi specifici d’apprendimento e
delle disabilità degli alunni. La valutazione concorre, con la sua finalità anche formativa e
attraverso l’individuazione delle potenzialità e delle carenze di ciascun alunno, ai processi
di autovalutazione degli alunni medesimi, al miglioramento dei livelli di conoscenza e al
successo formativo, anche in coerenza con l’obiettivo dell’apprendimento permanente di
cui alla «Strategia di Lisbona nel settore dell’istruzione e della formazione», adottata dal
Consiglio europeo con raccomandazione del 23 e 24 marzo 2000.
Le verifiche intermedie e le valutazioni periodiche e finali sul rendimento scolastico
devono essere coerenti con gli obiettivi di apprendimento previsti dal piano dell’offerta
formativa.
Al termine dell’anno conclusivo della scuola primaria, della scuola secondaria di primo grado, la scuola certifica i livelli di apprendimento raggiunti da ciascun alunno, al fine
di sostenere i processi di apprendimento, di favorire l’orientamento per la prosecuzione
degli studi, di consentire gli eventuali passaggi tra i diversi percorsi e sistemi formativi e
l’inserimento nel mondo del lavoro. La valutazione periodica e finale, sia degli apprendimenti sia del comportamento, è effettuata nella scuola primaria dal docente ovvero collegialmente dai docenti con titolari della classe e, nella scuola secondaria di I grado dal
Consiglio di classe, presieduto dal Dirigente Scolastico o dal suo delegato; se necessario,
le delibere vengono assunte a maggioranza. Sia nella scuola primaria che nella scuola secondaria di I grado la valutazione periodica ed annuale degli apprendimenti degli alunni e
la certificazione delle competenze da essi acquisite sono effettuate mediante l’attribuzione
di voti numerici espressi in decimi.
La valutazione dell’insegnamento della religione cattolica è espressa senza
l’attribuzione del voto numerico.
89
La valutazione del comportamento è effettuata mediante un giudizio nella scuola primaria e mediante l’attribuzione di un voto numerico espresso in decimi nella scuola secondaria di I grado. La votazione sul comportamento degli studenti, attribuita collegialmente dal consiglio di classe,nei confronti dell’alunno cui sia stato precedentemente irrogata una sanzione disciplinare ai sensi dell’art.4, comma 1, del DPR 24 giugno 1998,
n.249 e succ. mod.,concorre alla valutazione complessiva dello studente e determina, se
inferiore a sei decimi, la non ammissione al successivo anno di corso o all’esame conclusivo del ciclo(art2,c.8). Per l’ammissione alla classe successiva e all’esame di stato finale,
è richiesta, inoltre, la frequenza di almeno tre quarti dell’orario annuale, con eventuali motivate deroghe autonomamente deliberate dal Collegio dei docenti; in ogni caso, devono
essere disponibili idonei elementi valutativi (art. 2, c. 10).
Per la scuola secondaria di I grado, se il Consiglio di classe ritiene di dover ammettere
alla classe seguente un alunno che presenti carenze nell’apprendimento, deve attribuire
comunque un voto non insufficiente a tutte le discipline e comunicare tale circostanza alla
famiglia mediante “una specifica nota”, inserita nel documento di valutazione (art. 2, c. 7).
Per tutti gli alunni della classe terza secondaria di I grado, il Consiglio di classe deve
esprimere, con voto in decimi, anche un “giudizio di idoneità” o, in caso negativo, di non
ammissione all’esame, formulato in base al “percorso scolastico compiuto dall’allievo nella scuola secondaria” (art. 3, c. 2).
Tutte le prove d’esame, scritti e colloquio, compresa la prova nazionale, vengono valutate con voto in decimi; il punteggio finale dell’esame è dato dalla media ottenuta considerando sia i voti conseguiti nelle singole prove sia il voto del giudizio di idoneità (art. 3,
c. 6). Se il voto finale così ottenuto è 10, la commissione può attribuire anche la lode, con
decisione unanime (art. 3, c. 8).
Il voto finale attribuito all’esame deve essere “illustrato con una certificazione analitica dei traguardi di competenza e del livello globale di maturazione raggiunti dall’alunno”
(art. 3, c. 5, che richiama l’art. 3, c. 3 bis, della legge 169/2008).
In sede d’esame, infatti, per ogni candidato la commissione deve procedere alla compilazione di un documento illustrativo (un certificato), che contenga:
la descrizione analitica delle competenze (o dei traguardi di competenza) acquisite e
la relativa valutazione in decimi;
l’indicazione del livello globale di maturazione, che, non essendo richiesta una valutazione in decimi, potrà essere formulata in maniera sinteticamente descrittiva.
I docenti di sostegno, contitolari della classe, partecipano alla valutazione di tutti gli
alunni, mentre i docenti di strumento musicale partecipano solo per i loro alunni.
Nel caso in cui l’ammissione alla classe successiva sia comunque deliberata in presenza di carenze relativamente al raggiungimento degli obiettivi di apprendimento, la
scuola provvede ad inserire una specifica nota al riguardo nel documento individuale di
valutazione e a trasmettere quest’ultimo alla famiglia dell’alunno.
14.1. Cos’è la valutazione
90
La valutazione è il processo mediante il quale si attribuisce valore ad un oggetto,
un’azione o un evento. È l’attività con cui le persone esprimono un giudizio riguardo
ad un fatto rilevante e significativo.
La valutazione è un comportamento proprio di tutti gli esseri umani. Noi valutiamo in
continuazione: gli altri, noi stessi, le situazioni. Dalla valutazione dipende il nostro
comportamento, che è la risposta che riteniamo più adeguata al contesto così come lo
abbiamo valutato.
La valutazione è sempre contestuale e mai oggettiva in senso assoluto. Chi valuta utilizza paradigmi personali che si modificano con il modificarsi dell’ambiente.
Scopo fondamentale della valutazione è l’autoregolazione. La valutazione raggiunge
il suo scopo solo se chi valuta e chi è valutato conoscono, condividono e accettano i
criteri di valutazione.
La valutazione non riguarda un solo aspetto della persona. La misurazione può essere
settoriale, la valutazione è sempre globale.
14.2. Criteri
La valutazione nella scuola deve assumere connotazioni di consapevolezza, continuità, condivisione.
La valutazione non va intesa come semplice accertamento periodico del profitto, non ha
una funzione selettiva, non si risolve nel semplice voto di merito attribuito all’alunno in
base ai risultati da lui conseguiti ma è costantemente orientata a conoscere l’alunno per
favorire il perseguimento dell’obiettivo del massimo sviluppo possibile.
La valutazione degli apprendimenti va distinta in due momenti: la misurazione e la
valutazione propriamente detta. Con la misurazione (verifica) si acquisiscono informazioni organizzate relative a determinati fenomeni, con la valutazione si confermano
o disconfermano le ipotesi che sono alla base dell’attività formativa.
La pratica del valutare necessita della condivisione e del confronto tra diversi punti di vista, per limitare l’eccessiva soggettività di una valutazione esclusivamente individuale.
La scuola valuta in base a quattro criteri:
progresso (utilizzando il riferimento a situazioni precedenti dell’alunno);
confronto (con l’andamento della classe o di gruppi più estesi);
padronanza (utilizzando il riferimento a un livello prefissato di abilità);
svantaggi (svantaggi sociali e/o familiari dell’alunno).
I primi tre criteri devono essere in equilibrio tra di loro.
Gli strumenti e le procedure valutative devono favorire l’autoregolazione
dell’apprendimento poiché lo scopo della valutazione è quello di favorire cambiamenti positivi.
Le procedure valutative utilizzate in classe devono contribuire a far percepire la scuola come un gradevole e proficuo ambiente di apprendimento.
È necessario esplicitare agli alunni i criteri di valutazione utilizzati affinché essi divengano sempre più consapevoli dei cambiamenti da loro effettuati;
91
La valutazione tiene conto della necessità di predisporre dispositivi di individualizzazione degli apprendimenti e di differenziazione degli interventi;
La valutazione finale di ciascuna disciplina non è una semplice media in quanto è influenzata da importanti fattori quali: l’impegno, la partecipazione, l’autonomia,
l’applicazione e la rielaborazione delle conoscenze, le abilità linguistiche i progressi.
Per la misurazione e valutazione delle prove i docenti definiscono specifici parametri
e indicatori in base ai quali determinare, in modo trasparente ed univoco, la valutazione del comportamento e del profitto degli alunni.
14.3. Regole
La verifica può essere opera del singolo docente, la valutazione è sempre compito del
consiglio di classe, interclasse, intersezione.
La valutazione nella scuola secondaria di primo grado e nella scuola primaria si esprime in decimi, ma l’attribuzione del voto (valutazione quantitativa) deve essere
sempre accompagnata dalla motivazione (valutazione qualitativa).
Per assegnare i voti si utilizzano i criteri di progresso, confronto e padronanza. Questi
criteri concorrono in egual misura a costruire il voto.
Il voto minimo assegnato agli alunni è 4 per la scuola secondaria di primo grado, 5
per la scuola primaria. Il voto massimo è dieci.
I criteri utilizzati per la valutazione sono resi noti agli alunni e alle famiglie all’inizio
dell’anno scolastico.
La valutazione dell’alunno disabile si effettua in rapporto agli obiettivi stabiliti dal piano educativo individualizzato.
La valutazione dell’alunno D.S.A. tiene conto delle indicazioni fornite nella diagnosi
e si svolge nelle modalità riportate nel piano didattico personalizzato.
La valutazione ha lo scopo di arricchire le prestazioni dell’alunno. Nella valutazione
si devono evidenziare i punti deboli, ma anche le possibilità di miglioramento.
14.4. Strumenti
Schede di osservazione (scuola dell’infanzia)
Tabelle di valutazione delle prove scritte (scuola primaria e secondaria di primo grado)
Tabelle di valutazione delle prove orali (scuola primaria e secondaria di primo grado)
Tabelle di valutazione del comportamento (scuola primaria e secondaria di primo grado)
Scheda di valutazione quadrimestrale (scuola primaria e secondaria di primo grado)
Tabella delle Competenze in relazione alle fasce di livello (scuola primaria e secondaria di primo grado)
Certificato delle Competenze al temine della classe quinta (scuola primaria)
Certificato delle Competenze al temine del primo ciclo d’istruzione (scuola secondaria di primo grado)
Giudizio di Idoneità per l’ammissione all’Esame di Stato. (scuola secondaria di primo
grado)
92
14.5. Criteri di comunicazione della valutazione
14.5.1. Giudizi espressi sui quaderni
I giudizi registrati sui quaderni dovranno tener conto anche degli aspetti effettivi e
motivazionali, per premiare l’impegno e il miglioramento, anche quando non ha condotto a risultati oggettivi del tutto soddisfacenti. Quindi il giudizio espresso sul compito può non corrispondere al giudizio oggettivo sul livello di apprendimento.
I giudizi o i voti saranno motivati e finalizzati a migliorare l’apprendimento e
l’interesse verso lo studio
Si dovranno incentivare forme di autovalutazione degli alunni.
I genitori dovranno conoscere i criteri di valutazione utilizzati
La scuola informa costantemente le famiglie circa i risultati raggiunti e il comportamento tenuto dagli alunni.
Gli insegnanti saranno disponibili (in caso di comprovata necessità) ad incontri individuali con le famiglie, in aggiunta a quelli previsti all’inizio dell’anno scolastico. I
genitori dovranno richiedere l’incontro con almeno tre giorni di anticipo. L’incontro
dovrà aver luogo entro cinque giorni lavorativi dalla richiesta.
14.5.2. Modalità di comunicazione della valutazione
Comunicazioni annotate sul libretto scolastico o sul diario dell’alunno.
I risultati delle prove di verifica oppure le osservazioni in ordine al comportamento o
al grado di autonomia e responsabilità possono essere comunicati anche per scritto alla famiglia tramite annotazione sul libretto scolastico (scuola secondaria di primo grado) o sul diario, con firma di avvenuta visione e conoscenza da parte della famiglia.
Orario di ricevimento genitori (scuola secondaria di primo grado)
Durante la mattinata con cadenza mensile, sulla base di specifico calendario, previo
appuntamento, i genitori possono incontrare i docenti per conoscere l’andamento scolastico dei propri figli.
Colloqui generali a metà di ciascun quadrimestre
In orario pomeridiano, almeno due volte l’anno, tutti gli insegnanti delle scuole primarie e della secondaria di primo grado dell’Istituto sono presenti a scuola lo stesso
giorno, con orario più ampio, per comunicare con i genitori.
Scheda di valutazione
La scheda di valutazione è il documento ufficiale della scuola, consegnata alle famiglie al termine dei due quadrimestri.
14.6. Procedure
14.6.1. Verifica e valutazione
Attività di verifica
Ciascuna sezione di scuola dell’infanzia e classe di scuola primaria e secondaria di
primo grado individua gli strumenti di verifica più idonei alla rilevazione della situazione iniziale, intermedia e finale di ciascun alunno, alla verifica e valutazione dei
percorsi didattici, tenendo presenti:
93
Livello iniziale di ogni alunno.
Sviluppo delle competenze e delle abilità a livello individuale.
Sviluppo delle competenze e delle abilità medie del gruppo.
Competenze intermedie di ciascun alunno.
Di norma nessun alunno può essere valutato sulla base di una singola verifica. Dovranno essere previste almeno due verifiche per ogni quadrimestre.
Le informazioni dovranno essere raccolte in modo sistematico e continuativo. Le prove di verifica andranno conservate sino all’inizio dell’anno scolastico successivo.
Le informazioni sugli alunni dovranno essere raccolte solo per finalità connesse agli
obblighi previsti da leggi e da regolamenti in materia di istruzione scolastica e nel rispetto degli obblighi di correttezza, liceità e trasparenza imposti dalla normativa sulla
privacy. Tutti i docenti sono tenuti a rispettare i doveri indicati nella nomina ad incaricati del trattamento dei dati personali ai sensi del D.Lgs. n.196/2003 e successive
modificazioni.
La verifica degli apprendimenti nella scuola primaria e secondaria di primo grado,
può avvenire tramite voti espressi in decimi o tramite giudizi sintetici o analitici. Ogni
scuola dovrà individuare, all’inizio dell’anno scolastico, criteri generali a cui attenersi. Nella scuola primaria, tenuto conto dell’età degli alunni, potranno essere utilizzati
criteri diversi per le classi iniziali e finali.
14.6.2. Assegnazione dei voti -Sistema decimale
Scuola Primaria
Intervallo
Voto
9,5 - 10
10
8,5 - 9,4
9
7,5 - 8,4
8
6,5 - 7,4
7
5,5 - 6,4
6
0 - 5,4
5
Scuola Secondaria di I grado
Intervallo
Voto
9,5 - 10
10
8,5 - 9,4
9
7,5 - 8,4
8
6,5 - 7,4
7
5,5 - 6,4
6
4,5 - 5,4
5
0 - 4,4
4
Vi è la possibilità di assegnare i ½ voti nelle verifiche scritte e orali. I voti 1, 2, 3 e 4
non vengono utilizzati nella Scuola Primaria, mentre i voti 1, 2 e 3 non vengono utilizzati
nella Scuola Secondaria di I grado.
14.6.3. Compilazione dei documenti di valutazione.
Premesse
La valutazione degli apprendimenti deve avere le seguenti caratteristiche:
possedere una finalità formativa;
essere attendibile, accurata, trasparente ed equa;
essere coerente con gli obiettivi di apprendimento previsti dai piani di studio
94
essere rigorosa nel metodo e nelle procedure tener conto della situazione di partenza dell’alunno e degli eventuali ostacoli, anche di natura affettiva e relazione, incontrati durante il percorso formativo;
avere una valenza informativa.
La valutazione sulle singole discipline, nella scuola primaria e secondaria di primo
grado, è espressa in decimi e riporta in modo oggettivo le competenze acquisite
dall’alunno.
Eventuali considerazioni sugli aspetti affettivi, motivazionali, sui progressi compiuti
rispetto alla situazione iniziale, su competenze diversificate registrate in ambiti diversi
della stessa disciplina, dovranno essere riportati nello spazio riservato alla annotazioni.
I documenti di valutazione devono essere consegnati alle famiglie entro la fine del
mese di febbraio, per il primo quadrimestre ed entro la fine del mese di giugno, per la
valutazione finale.
14.7. Scuola dell’Infanzia
La valutazione del processo formativo è espressa al termine degli anni in cui il/la
bambino/a ha frequentato la scuola dell’infanzia, attraverso una scheda di passaggio
all’ordine di scuola successivo, nella quale si osserva il comportamento dell’alunno/a in
relazione alle finalità che la scuola dell’infanzia si pone e che riguardano i seguenti campi
di esperienza:
La relazione con se stesso
La relazione con gli altri
L’apprendimento
Il grado di autonomia sviluppato
La conquista di una propria identità
La partecipazione alle esperienze proposte
Disposizioni particolari per la scuola dell’infanzia
Si attueranno osservazioni sistematiche che si concluderanno con un giudizio finale al
termine di ogni anno scolastico.
In tutte le scuole dell’infanzia verranno comunicati ai genitori i risultati
dell’osservazione/valutazione, comprese le competenze raggiunte dagli alunni nei
campi di esperienza della attuali indicazioni. La comunicazione dovrà configurarsi
come una valutazione sintetica collegiale dell’alunno.
Il documento di osservazione/valutazione è approvato dal collegio dei docenti della
scuola dell’infanzia e aggiornato ogni due anni. Una copia di tale documento è consegnato all’ufficio di direzione al termine dell’anno scolastico.
Il giudizio sulle competenze comprende quattro diversi livelli di valutazione:
95
LIVELLO 1
Obiettivo
raggiunto pienamente
LIVELLO 2
Obiettivo
raggiunto
LIVELLO 3
Obiettivo
parzialmente raggiunto
LIVELLO 4
Obiettivo
da raggiungere
Conoscenze approfondite, ottime capacità logiche, comunicative ed espressive.
Ottime capacità nel rielaborare autonomamente le informazioni e nell’operare sintesi.
Organizzazione del lavoro nei
tempi e nei modi previsti, secondo le indicazioni date.
Uso di un linguaggio appropriato.
Esposizione orale chiara, precisa e coerente.
Buone conoscenze capacità
logiche, comunicative ed espressive.
Buone capacità nel rielaborare le informazioni.
Organizzazione del lavoro nei
tempi e nei modi previsti, secondo le indicazioni date.
Uso consapevole del linguaggio chiaro e corretto.
Adeguate capacità logiche,
comunicative ed espressive.
Sufficienti capacità nel rielaborare le informazioni.
Organizzazione del lavoro,
secondo le indicazioni date.
Uso di un Linguaggio appropriato.
Scarse capacità logiche, comunicative ed espressive.
Organizzazione guidata del
lavoro e nella comunicazione.
Impegno e partecipazione costanti.
Vive interesse e concentrazione.
Rispetto delle regole convenute e controllo delle proprie reazioni.
Cura delle proprie cose e di
quelle altrui gestite con ordine.
Impegno e partecipazione generalmente costanti.
Solitamente buone interesse e
concentrazione, così come il rispetto delle regole convenute e
controllo delle proprie reazioni.
Cura delle proprie cose e di
quelle altrui gestite con ordine.
Impegno e partecipazione non
sempre costanti, così come
l’interesse e la concentrazione.
Rispetto delle regole ma, talvolta, poco controllo delle proprie reazioni.
Poca cura delle proprie cose e
di quelle altrui.
Impegno, interesse e partecipazione incostanti, così come
l’interesse e la concentrazione.
Poco rispetto delle regole.
Scarsa cura delle proprie cose
e di quelle altrui.
14.8. Scuola Primaria
La valutazione deve tener conto non solo dei risultati ottenuti nelle prove di verifica,
l’importanza ed il valore della valutazione formativa, nel rispetto delle potenzialità, dei
progressi rispetto alla situazione iniziale e dei tempi propri di ciascun alunno.
Gli alunni diversamente abili, dei DSA, degli alunni con disagi comportamentali e dei
migranti si rende necessaria la formulazione di un giudizio globale nel quale si faccia riferimento allo sviluppo dell’alunno: situazione di partenza, prerequisiti, capacità effettive di
apprendimento e partecipazione alle attività.
96
Le prove di verifica quadrimestrali vengono stabilite collegialmente in sede di interclasse. I voti della valutazione generale vengono trasmessi alle famiglie attraverso la scheda quadrimestrale. In itinere vengono svolte verifiche per ogni unità di apprendimento
qualora sia necessario. In sede di valutazione intermedia e finale nella Scuola Primaria la
votazione relativa alle discipline, espressa in decimi, viene accompagnata da una illustrazione relativa al livello globale di maturazione raggiunto dall’alunno.
Per la scuola primaria l’eventuale non ammissione alla classe successiva è assunta dai
docenti della classe in sede di scrutinio con votazione unanime e per casi eccezionali e
motivati.
14.8.1. Valutazione degli apprendimenti
Nella scuola primaria, il documento di valutazione è compilato dai docenti che operano nella classe, compresi, ove presenti, i docenti di sostegno e di lingua inglese. I docenti incaricati dell’insegnamento della religione cattolica partecipano alla valutazione periodica e finale limitatamente agli alunni che si avvalgono dell’insegnamento
della religione cattolica e compilano solo il documento di valutazione relativo a tale
disciplina. Il personale docente esterno di cui si avvale la scuola che svolge attività o
insegnamenti per l’ampliamento e il potenziamento dell’offerta formativa, fornisce ai
docenti della classe elementi conoscitivi sull’interesse e il profitto manifestato dagli
alunni, ma non partecipa alla compilazione del documento di valutazione.
Il documento di valutazione riporta:
La valutazione degli apprendimenti per ogni disciplina prevista dai piani di studio.
La valutazione è espressa in decimi ed è riportata in lettere;
Eventuali annotazioni sugli aspetti affettivi, motivazionali, sui progressi compiuti
rispetto alla situazione iniziale, su competenze diversificate registrate in ambiti diversi della stessa disciplina;
Il giudizio analitico sul livello globale di maturazione raggiunto dall’alunno. Il
giudizio analitico intermedio e finale è elaborato collegialmente dai docenti.
Nel primo e secondo anno di scuola si eviterà, fatti salvi casi specifici e particolari, di
utilizzare valutazioni degli apprendimenti inferiori al sei. Nelle successive classi le
valutazioni dovranno di norma, essere espresse in voti dal cinque al dieci, portando
gradualmente gli alunni a comprendere che la positività della valutazione è collegata
all’impegno, allo studio costante, alla partecipazione;
La non ammissione alla classe successiva, che nella scuola primaria riveste carattere
di eccezionalità, deve essere decisa all’unanimità del consiglio d’interclasse. I docenti
dovranno dimostrare di aver messo in atto tutte le strategie e le attività possibili (percorsi individualizzati, attività di recupero e rinforzo, attività individuali) per consentire all’alunno di superare le difficoltà di apprendimento evidenziate. La non ammissione alla classe successiva potrà essere proposta tenendo conto sia dell’apprendimento
che delle interazioni sociali, solo nei seguenti casi:
quando l’alunno non abbia raggiunto al termine dell’anno scolastico gli obiettivi
minimi finali previsti per la classe precedente;
97
nel caso in cui l’immaturità globale dello sviluppo renda consigliabile la frequenza
in un gruppo di alunni di età inferiore di un anno.
Al termine della scuola primaria all’alunno ammesso al primo anno della scuola secondaria di I grado viene rilasciata una certificazione delle competenze acquisite
Nel caso in cui l’ammissione alla classe successiva sia comunque deliberata in presenza di carenze relativamente al raggiungimento degli obiettivi di apprendimento, la
scuola provvede ad inserire una specifica nota al riguardo nel documento individuale di
valutazione e a trasmettere quest’ultimo alla famiglia dell’alunno.
14.8.2. Criteri di valutazione degli apprendimenti
Griglia di valutazione degli apprendimenti
Indicatori
Conoscenze
Abilità
Competenze
Conoscenze
Abilità
Competenze
Conoscenze
Abilità
Descrittori
Acquisizione dei contenuti completa, ben strutturata e
approfondita con capacità di operare collegamenti interdisciplinari efficaci.
Piena padronanza delle strumentalità di base.
Utilizzo sicuro e preciso delle procedure, degli strumenti e dei linguaggi disciplinari.
Linguaggio verbale, orale e scritto, chiaro, preciso e
ben articolato.
Esposizione personale valida, approfondita ed originale.
Piena consapevolezza e autonomia nell’applicazione
/ utilizzo di dati e concetti in contesti specifici, differenti
e nuovi, con soluzioni originali.
Organizzazione accurata, efficace e produttiva del
proprio lavoro.
Acquisizione dei contenuti completa e approfondita con
capacità di operare collegamenti interdisciplinari.
Soddisfacente padronanza delle strumentalità di base.
Utilizzo sicuro delle procedure, degli strumenti e dei
linguaggi disciplinari.
Linguaggio verbale, orale e scritto, chiaro e ben articolato.
Esposizione personale valida ed approfondita.
Piena autonomia nell’applicazione / utilizzo di dati e
concetti in contesti specifici, differenti e nuovi.
Organizzazione efficace e produttiva del proprio lavoro.
Buon livello di acquisizione dei contenuti con capacità
di operare semplici collegamenti interdisciplinari.
Buona padronanza delle strumentalità di base.
Utilizzo autonomo e corretto delle procedure, degli
strumenti e dei linguaggi disciplinari.
98
Livello
Raggiungimento
completo, sicuro e
personale degli obiettivi disciplinari
Voto
10
(Dieci)
Raggiungimento
completo e sicuro
degli obiettivi disciplinari
9
(Nove)
Raggiungimento
completo degli obiettivi disciplinari
8
(Otto)
Competenze
Linguaggio verbale, orale e scritto, chiaro e appropriato.
Esposizione personale adeguata / organica, ma non
sempre precisa.
Autonomia nell’applicazione / utilizzo di dati e concetti in diversi contesti.
Organizzazione autonoma e generalmente proficua
del proprio lavoro.
Conoscenze
Discreta acquisizione dei contenuti.
Abilità
Sostanziale padronanza delle strumentalità di base.
Discreto utilizzo delle procedure, degli strumenti e
dei linguaggi disciplinari.
Competenze
Linguaggio verbale, orale e scritto, semplice, ma sostanzialmente chiaro e corretto.
Esposizione personale abbastanza adeguata, ma poco
approfondita.
Autonomia nell’applicazione / utilizzo di dati e concetti in contesti noti.
Organizzazione autonoma del proprio lavoro.
Conoscenze
Acquisizione essenziale dei contenuti minimi con necessità di consolidamento.
Abilità
Apprendimento superficiale delle strumentalità di
base.
Utilizzo meccanico delle procedure, degli strumenti
e dei linguaggi disciplinari.
Competenze
Linguaggio verbale, orale e scritto, semplice e abbastanza chiaro, ma non del tutto corretto e/o pertinente.
Esposizione personale generica / superficiale.
Parziale autonomia nell’applicazione / utilizzo di dati e concetti.
Organizzazione del proprio lavoro non sempre autonoma e adeguata.
Conoscenze
Acquisizione frammentaria dei contenuti con presenza
di molte lacune.
Abilità
Parziale apprendimento delle strumentalità di base.
Scarsa autonomia nell’uso delle procedure, degli
strumenti e dei linguaggi disciplinari anche a livello
meccanico.
Competenze
Linguaggio verbale, orale e scritto, non adeguato e/o
non sempre pertinente.
Esposizione personale confusa / disorganica.
Difficoltà nell’applicazione / utilizzo di dati e concetti.
Organizzazione inadeguata del proprio lavoro con
tendenza alla dispersione e al disordine.
Non vengono utilizzati i voti da 0 a 4
99
Raggiungimento
complessivo degli
obiettivi disciplinari
7
(Sette)
Raggiungimento
essenziale degli
obiettivi disciplinari
6
(Sei)
Raggiungimento
parziale degli obiettivi
5
(Cinque)
14.8.3. Criteri per la valutazione del comportamento
Nella Scuola Primaria il comportamento viene analizzato in una dimensione prettamente educativa e, pertanto, la valutazione dello stesso non è riferibile alla sola “condotta”, ma deve consistere in una formulazione allargata in riferimento alla costruzione/maturazione di competenze comportamentali.
Per la definizione del giudizio relativo al comportamento si considerano, perciò, i seguenti indicatori di competenza:
Impegno; costanza e sistematicità nell’applicarsi in attività di lavoro/studio a scuola e
a casa; rispetto delle consegne e delle modalità di lavoro indicate; accuratezza e precisione nell’esecuzione.
Partecipazione; interesse per le attività proposte e per la vita di classe, offerta di contributi personali.
Collaborazione; capacità di lavorare in gruppo in modo produttivo, rispettando i diversi punti di vista e i ruoli altrui.
Rispetto delle regole della convivenza; correttezza riguardo le regole comuni in riferimento all’uso di strutture e di sussidi, all’utilizzo di spazi e tempi, alle modalità del
dialogo; capacità di autocontrollo emotivo.
Relazioni interpersonali; capacità di instaurare rapporti sereni con adulti e compagni.
Griglia di valutazione degli apprendimenti
Indicatori
Impegno
Partecipazione
Descrittori
Si applica nel lavoro e nello studio con costanza e sistematicità rispettando le consegne date e svolgendo con cura e precisione i propri elaborati; propone approfondimenti.
Si applica nel lavoro e nello studio con costanza e sistematicità rispettando le consegne date e svolgendo con cura i propri elaborati.
Generalmente si applica nel lavoro e nello studio, rispettando le
consegne date; gli elaborati sono abbastanza curati.
Si applica nel lavoro e nello studio in modo discontinuo; non sempre rispetta le consegne date e/o svolge i propri elaborati con la cura
richiesta/necessaria.
Si applica nel lavoro e nello studio solo se sollecitato; fatica a rispettare le consegne date e gli elaborati non sono curati.
Dimostra vivo interesse per le attività di classe, offrendo contributi
personali ed avanzando proposte costruttive; evidenzia motivazione
e desiderio di apprendere.
Dimostra interesse per le attività di classe; interviene in modo appropriato e costruttivo; evidenzia desiderio di apprendere.
Dimostra generalmente interesse per le attività proposte, interviene
in modo abbastanza spontaneo e/o costruttivo; manifesta disponibilità ad apprendere.
Dimostra un interesse discontinuo o selettivo; non sempre interviene in modo spontaneo; manifesta una motivazione ad apprendere
altalenante.
Dimostra scarso interesse per le attività; interviene solo se stimolato
100
Livello
5
Ottimo
4
Distinto
3
Buono
2
Sufficiente
1
Non
Sufficiente
5
Ottimo
4
Distinto
3
Buono
2
Sufficiente
1
Collaborazione
Rispetto delle
regole della
convivenza;
Relazioni interpersonali; capacità
o in modo non adeguato; manifesta una limitata disponibilità ad apprendere.
Si inserisce attivamente nei gruppi di lavoro apportando contributi
personali significativi; rispetta i diversi punti di vista e i ruoli altrui;
si raccorda con gli altri per il conseguimento di un obiettivo comune assumendo un ruolo guida.
Si inserisce attivamente nei gruppi di lavoro apportando contributi
personali significativi; rispetta i diversi punti di vista e i ruoli altrui; si
raccorda con gli altri per il conseguimento di un obiettivo comune.
Si inserisce positivamente nei gruppi di lavoro, con disponibilità ad
apportare il proprio contributo; generalmente rispetta i diversi punti
di vista e i ruoli altrui.
Si inserisce nei gruppi di lavoro, non sempre apportando il proprio
contributo o tenendo conto di quello degli altri.
Si inserisce con fatica nei gruppi di lavoro e dimostra scarsa disponibilità ad offrire il proprio contributo o ad accettare quello degli
altri
Manifesta un comportamento sempre corretto riguardo le regole
comuni (utilizzo di strutture, di sussidi, di spazi e tempi) e le modalità del dialogo; controlla consapevolmente le proprie emozioni e le
manifesta nei modi e nei tempi opportuni.
Manifesta un comportamento corretto riguardo le regole comuni
(utilizzo di strutture, di sussidi, di spazi e tempi) e le modalità di
dialogo; controlla le proprie emozioni e le manifesta nei modi e nei
tempi opportuni.
Manifesta un comportamento generalmente corretto riguardo le regole comuni (utilizzo di strutture, di sussidi, di spazi e tempi) e le
modalità di dialogo; non sempre controlla le proprie emozioni e le
manifesta nei modi e nei tempi opportuni.
Non sempre assume e/o mantiene un comportamento corretto riguardo le regole comuni (utilizzo di strutture, di sussidi, di spazi e
tempi) e le modalità di dialogo; deve essere aiutato a controllare le
proprie emozioni e a manifestarle nei modi e nei tempi opportuni.
Fatica ad assumere un comportamento corretto riguardo le regole
comuni (utilizzo di strutture, di sussidi, di spazi e tempi) e le modalità di dialogo; non controlla le proprie emozioni e/o a non le manifesta nei modi e nei tempi opportuni.
Si pone in modo positivo e costruttivo nei confronti di adulti e
compagni, instaurando rapporti sereni; favorisce il confronto e lo
scambio, rispettando le idee e la sensibilità altrui; riconosce e rispetta le differenze dei ruoli.
Si pone in modo positivo nei confronti di adulti e compagni, instaurando rapporti sereni; si dispone favorevolmente al confronto e allo
scambio, rispettando le idee e la sensibilità altrui; riconosce e rispetta le differenze dei ruoli.
Si pone in modo generalmente positivo nei confronti di adulti e
compagni, anche se può mostrarsi selettivo nell’instaurare rapporti;
accetta il confronto, ma talvolta deve essere richiamato a rispettare
le idee e/o la sensibilità altrui.
Non sempre si pone in modo positivo nei confronti di adulti e compagni, instaurando rapporti talvolta conflittuali; deve essere aiutato
101
Non
Sufficiente
5
Ottimo
4
Distinto
3
Buono
2
Sufficiente
1
Non
Sufficiente
5
Ottimo
4
Distinto
3
Buono
2
Sufficiente
1
Non
Sufficiente
5
Ottimo
4
Distinto
3
Buono
2
Sufficiente
ad accettare il confronto e le idee altrui.
Incontra difficoltà nella relazione con gli adulti e/o i compagni:
tende ad isolarsi o ad essere isolato o a porsi in modo conflittuale;
ricerca l’attenzione degli altri con modalità non adeguate.
1
Non
Sufficiente
Definizione del giudizio sintetico sul comportamento
da 23 a 25
da 18 a 22
da 13 a 17
da 8 a 12
da 5 a 7
Ottimo
Distinto
Buono
Sufficiente
Non Sufficiente
14.9. Scuola Secondaria di I grado
In riferimento all’articolo 3 della Legge 30 ottobre 2008, n. 169 che introduce nelle scuole del primo ciclo l’espressione della valutazione degli apprendimenti degli alunni con voto in
decimi, in sostituzione dei giudizi precedentemente previsti, ed alla normativa successiva.
I docenti possono comunque autonomamente prevedere che i voti in decimi siano accompagnati anche da giudizi sintetici o analitici. Possono altresì fare riferimento ad eventuali indicatori di apprendimento. Per quanto concerne la Valutazione Finale, in riferimento alla normativa vigente, l’eventuale decisione per la non ammissione alla classe successiva o all’esame di Stato del I ciclo, è assunta a maggioranza dal consiglio di classe.
Per l’insegnamento della religione cattolica continuano ad applicarsi le specifiche
norme vigenti in materia. Per quanto riguarda la valutazione dell’insegnamento
dell’educazione fisica essa concorre alla determinazione della media dei voti.
14.9.1. Validità dell’anno scolastico
Prima di procedere, in sede di scrutinio finale, alla valutazione degli apprendimenti e
del comportamento, i docenti devono preliminarmente verificare la validità dell’anno scolastico per ciascun alunno, accertando che vi sia stata la presenza a scuola per almeno tre
quarti delle ore annue di lezione.
Nella scuola secondaria di primo grado, ai sensi dell’art.11, comma 1 del D.L. n.59
del 2004,ai fini della validità dell’anno, per la valutazione degli allievi è richiesta la frequenza di almeno tre quarti dell’orario annuale personalizzato, e precisamente:
Alunni con tempo scuola a 30 ore settimanali, limite massimo ore di assenza: 247
Alunni con tempo scuola a 36 ore settimanali, limite massimo ore di assenza: 297
In sede di verifica della validità dell’anno scolastico, i docenti applicano eventualmente i criteri di deroga straordinaria approvati dal collegio dei docenti per giustificare
particolari assenze degli alunni.
Se le assenze si sono prolungate per molto tempo, anche se giustificate dai criteri derogatori stabiliti, è opportuno che gli insegnanti accertino che sussistano comunque le
condizioni minime per valutare l’alunni.
102
14.9.2. Valutazione degli apprendimenti
Nella scuola secondaria di primo grado, la valutazione complessiva scaturisce dal
confronto tra docenti ed è approvata dal consiglio di classe, che ne garantisce unitarietà e collegialità;
per la classe prima, limitatamente al primo quadrimestre, si terrà conto delle difficoltà
degli alunni nell’affrontare la nuova organizzazione scolastica, che può influire negativamente sul profitto;
ai fini della validità dell’anno scolastico, per procedere alla valutazione degli alunni in
sede di scrutinio finale è richiesta la frequenza di almeno tre quarti dell’orario annuale, ai sensi dell’art. 11, primo comma, del decreto legislativo 19 febbraio 2004, n. 59.
Per casi eccezionali, le istituzioni scolastiche possono autonomamente stabilire motivate deroghe al suddetto limite su delibera del Collegio dei docenti;
il documento di valutazione è compilato dai docenti che operano nella classe, compresi, ove presenti, i docenti di sostegno;
I docenti incaricati dell’insegnamento della religione cattolica e dell’insegnamento
dello strumento musicale, partecipano alla valutazione periodica e finale limitatamente agli alunni che si avvalgono di tali insegnamenti e compilano solo il documento di
valutazione relativo a tale disciplina.
Il documento di valutazione riporta:
la valutazione degli apprendimenti per ogni disciplina prevista dai piani di studio.
La valutazione è espressa in decimi ed è riportata in lettere.
eventuali annotazioni sugli aspetti affettivi, motivazionali, sui progressi compiuti
rispetto alla situazione iniziale, su competenze diversificate registrate in ambiti diversi della stessa disciplina.
Le valutazioni degli apprendimenti dovranno di norma, essere espresse in voti dal
quattro al dieci, portando gradualmente gli alunni a comprendere che la positività della valutazione è collegata all’impegno, allo studio costante, alla partecipazione;
in caso di giudizio gravemente negativo, l’eventuale non ammissione alla classe successiva o all’esame di Stato del I ciclo, è assunta a maggioranza dal consiglio di classe
e verbalizzata riportando: i votanti, le motivazioni della decisione adottata e i risultati
della votazione. L’eventuale non ammissione avviene valutando ogni singolo caso,
senza ricorrere meccanicamente a strumenti numerici (media dei voti o numero delle
insufficienze) che costituiscono solo una parte degli elementi della valutazione. In caso di parità prevale la decisione adottata con il voto del Dirigente Scolastico o, in caso
di impedimento alla sua presenza, dal suo collaboratore. Relativamente alla valutazione finale, definita in sede di scrutinio, sono ammessi alla classe successiva o agli esami conclusivi del primo ciclo, gli alunni che hanno ottenuto una valutazione almeno
sufficiente in tutte le discipline. Il consiglio di classe può deliberare, a maggioranza,
l’ammissione alla classe successiva o all’esame di Stato, su proposta, non vincolante,
del docente della singola disciplina. In questo caso verrà attribuito il voto di sei nelle
discipline dove è stata proposta la non sufficienza e tale voto sarà a tutti gli effetti il
voto finale;
103
la non ammissione è uno strumento che è possibile utilizzare solo quando siano stati
preventivamente messi in atto una serie di interventi individualizzati e di attività di
recupero e quando questi abbiano dati esiti completamente negativi. Interventi e percorsi individualizzati, attività di recupero e rinforzo dovranno essere obbligatoriamente utilizzati con tutti gli alunni i difficoltà di apprendimento. Di norma, il consiglio,
deciderà se ammettere o non ammettere l’alunno alla classe successiva o all’esame di
Stato, attenendosi a tutti i seguenti criteri:
il livello di preparazione generale deve essere gravemente insufficiente;
il percorso compiuto dall’alunno nel corso dell’anno non deve evidenziare progress
si significativi rispetto alla situazione iniziale;
il consiglio di classe deve valutare se l’alunno ha la possibilità di raggiungere nel
corso dell’anno scolastico successivo, gli obiettivi formativi e di contenuto non
raggiunti nel presente anno.
Nel caso in cui l’ammissione alla classe successiva sia come deliberata in presenza di
carenze relativamente al raggiungimento degli obiettivi di apprendimento, la scuola prevede ad inserire una specifica nota al riguardo nel documento individuale di valutazione e
a trasmettere quest’ultimo alla famiglia dell’alunno.
14.9.3. Criteri di valutazione degli apprendimenti
Griglia di valutazione degli apprendimenti
Indicatori
Conoscenze
Abilità
Competenze
Conoscenze
Abilità
Competenze
Conoscenze
Abilità
Descrittori
I contenuti sono appresi in modo completo approfondito e integrato
Considera gli argomenti in modo critico esprimendo valutazioni personali.
Espone in modo ordinato e preciso facendo collegamenti pertinenti.
Applica regole e algoritmi in contesti complessi.
Comprende i messaggi, acquisisce informazioni e li interpreta.
Comunica con sicurezza, proprietà ed in modo personale.
Riesce ad affrontare situazioni problematiche di notevole complessità
in modo originale.
I contenuti sono appresi in modo completo e approfondito.
Individua elementi e caratteristiche di un argomento in modo autonomo.
Espone in modo ordinato facendo collegamenti.
Applica regole e algoritmi in contesti complessi.
Comprende i messaggi ai vari livelli, individuano collegamenti.
Comunica con sicurezza e proprietà di linguaggio.
Riesce ad affrontare situazioni problematiche complesse in modo originale.
I contenuti sono appresi in modo completo con approfondimento di alcuni
argomenti.
Individua gli elementi e le caratteristiche di un argomento in modo sicuro.
104
Voto
10
(Dieci)
9
(Nove)
8
(Otto)
Espone in modo ordinato facendo collegamenti.
Applica regole ed algoritmi in contesti nuovi.
Competenze
Comprende i messaggi a vari livelli.
Comunica con proprietà di linguaggio.
Riesce ad affrontare situazioni problematiche anche di una certa complessità.
Conoscenze
I contenuti sono appresi in modo essenziale.
Abilità
Individua gli elementi e le caratteristiche di un argomento.
Espone in modo semplice ma chiaro.
Applica regole ed algoritmi in esercizi di routine.
Competenze
Comprende i messaggi in modo globale.
Comunica in modo essenziale ma corretto.
Riesce ad affrontare in modo autonomo situazioni problematiche in
contesti noti.
Conoscenze
I contenuti sono appresi in modo superficiale / meccanico.
Abilità
Individua in modo essenziale gli elementi e le caratteristiche di un argomento.
Se guidato espone con sufficiente chiarezza.
Applica regole ed algoritmi in contesti semplici.
Competenze
Comprende semplici messaggi.
Comunica in modo non sempre preciso utilizzando meglio alcuni linguaggi.
Riesce ad affrontare in modo atono semplici situazioni.
Conoscenze
I contenuti sono appresi in modo parziale e disorganizzato.
Abilità
Individua in modo parziale ed impreciso gli elementi e le caratteristiche
di un argomento.
Anche se guidato espone con poca chiarezza.
Applica regole ed algoritmi in modo poco preciso.
Competenze
Comprende in modo parziale i messaggi.
Comunica solo utilizzando alcuni linguaggi.
Solo se guidato riesce ad affrontare semplici situazioni problematiche.
Conoscenze
I contenuti sono appresi in modo limitato.
Abilità
Non individua gli elementi e le caratteristiche di un argomento.
Anche se guidato non riesce ad esporre.
Non sa applicare regole ed algoritmi.
Competenze
Comprende con difficoltà solo alcuni messaggi.
Comunica in modo confuso.
Non sa affrontare situazioni problematiche.
Non vengono utilizzati i voti da 0 a 3
7
(Sette)
6
(Sei)
5
(Cinque)
4
(Quattro)
14.9.4. Criteri per la valutazione del comportamento
Per la valutazione del comportamento degli studenti della Scuola Secondaria di I e II
grado il decreto ministeriale 16 gennaio 2009, n. 5, definisce i criteri per l’espressione del
voto in decimi. Nel nostro Istituto, in ottemperanza alla normativa, per l’attribuzione del
voto nel comportamento ogni Consiglio di Classe si attiene ai seguenti indicatori:
frequenza scolastica;
impegno;
105
attenzione e disponibilità durante le attività didattiche proposte;
partecipazione e collaborazione durante le lezioni;
progressione nell’apprendimento/metodo di studio;
profitto;
rispetto delle persone e dell’ambiente, secondo il regolamento d’Istituto e le eventuali
norme di convivenza civile proposte all’interno della classe.
Per regolamentare l’attribuzione del voto in decimi per il comportamento ci si attiene
alla seguente Griglia per l’attribuzione del voto di comportamento in decimi.
In sede di Consiglio di Classe ove presiede il Dirigente Scolastico, i docenti concordano con il Dirigente il voto di comportamento. Per far sì che non ci siano discrepanze tra
un corso e l’altro i Docenti dovrebbero attenersi alle categorie individuate per ciascuna tipologia di alunno, individuandone l’appartenenza e motivandone il voto.
Le diverse tipologie indicate dalle lettere si riferiscono alle caratteristiche del ragazzo
valutato, conosciute nello specifico solo dal Consiglio di Classe.
Si precisa che il 5 (Cinque) in condotta comporta la non ammissione all’anno successivo o agli esami di Stato L’insufficienza sarà attribuita dal consiglio di classe per gravi
violazioni dei doveri degli studenti come specificato nella griglia di valutazione del comportamento.
Per prendere un’insufficienza in condotta, comunque, si deve aver già preso una sanzione disciplinare.
Griglia di valutazione del comportamento
Descrittori
Il dieci in comportamento viene assegnato:
in presenza di una frequenza regolare, di una ottima partecipazione, di un impegno costante
e positivo, di un profitto più che buono, in possesso di un autonomo e/o efficace metodo di
studio, nel pieno rispetto delle regole condivise.
in presenza di tutte le condizioni sopra indicate al massimo livello e sintesi conclusiva di un
proficuo percorso annuale e/o al termine del percorso triennale di studio.
Il nove in comportamento viene assegnato:
in presenza di tutte le condizioni sopra indicate, ad alto livello: frequenza regolare, buona
partecipazione, impegno costante e rendimento corrispondente, pieno rispetto delle regole condivise, positiva progressione nell’apprendimento e buon metodo di studio.
in presenza di: frequenza regolare, buona partecipazione, impegno e rendimento corrispondente alle possibilità dell’alunno ed al percorso scolastico programmato ( anche se non sempre
positivo in tutte le discipline). Pieno rispetto delle regole condivise, adeguata progressione
nell’apprendimento e nel metodo di studio in relazione al percorso programmato
L’otto in rileva un comportamento:
soddisfacente in relazione a: attenzione verso il lavoro in classe, impegno nello studio proporzionato alle possibilità, progressione nell’apprendimento accettabile anche se profitto inferiore, a volte non ancora sufficiente in qualche disciplina, rispetto del regolamento di istituto,
per atteggiamento corretto verso compagni, insegnanti e personale scolastico, (Casi particolari
– Situazioni personali).
generalmente soddisfacente rispetto alle condizioni sopra indicate, pur presentandosi alcune situazioni o episodi non particolarmente gravi quali: qualche ritardo, qualche irregolarità
nella giustificazione delle assenze, un impegno non sempre adeguato al miglioramento del
proprio profitto, ma basato sulle sole capacità, atteggiamento non sempre corretto verso il lavoro in classe, verso compagni o insegnanti o personale scolastico.
106
Voto
10
(Dieci)
9
(Nove)
8
(Otto)
generalmente soddisfacente in relazione a: disattenzione verso il lavoro in classe, impegno
nello studio discontinuo o inferiore alle possibilità, progressione nell’apprendimento buono,
ma profitto inferiore, a volte superficialità nell’ottemperare al regolamento di istituto, atteggiamento generalmente corretto verso compagni, insegnanti e personale scolastico (solo richiami verbali dei docenti).
generalmente soddisfacente in relazione a: qualche ritardo, qualche irregolarità nella giustificazione delle assenze, un po’ di disattenzione verso il lavoro in classe, impegno nello studio
inferiore alle possibilità o discontinuo, a volte superficialità nell’ottemperare al regolamento di
istituto, atteggiamento generalmente corretto verso compagni, insegnanti e personale scolastico
(Situazioni personali).
Il sette in condotta rileva alcune o diverse situazioni di un comportamento per il quale si presentano situazioni o episodi non particolarmente gravi, ma scorretti, quali ad esempio:
varie assenze o assenze strategiche;
consuetudine al ritardo, irregolarità nella giustificazione delle assenze;
passività o scarsa partecipazione e/o disattenzione verso il lavoro in classe;
discontinuo impegno o inferiore alle richieste ed alle possibilità dell’alunno/a ;
disattenzione verso il lavoro in classe;
metodo di studio con alcune difficoltà, o adeguato alle sole semplici richieste;
progressione nell’apprendimento solo accettabile;
profitto non pienamente sufficiente in alcune discipline;
superficialità nell’ottemperare al regolamento di istituto;
atteggiamento non sempre corretto verso compagni, insegnanti e personale scolastico;
note disciplinari che rilevino comportamenti scorretti comunque non lesivi della dignità altrui.
Il sei in condotta rileva un comportamento carente presentandosi situazioni o episodi non particolarmente gravi, ma da segnalare quali ad esempio:
numerose assenze e/o strategiche;
consuetudine al ritardo, irregolarità nella giustificazione delle assenze;
passività o disturbo verso il lavoro in classe;
scarso impegno nello studio;
scarsa cura del materiale scolastico;
progressione nell’apprendimento poco apprezzabile;
profitto insufficiente in varie materie;
metodo di studio carente;
insufficiente rispetto del regolamento di istituto;
atteggiamento non sempre corretto verso compagni, insegnanti e personale scolastico;
note e/ o rapporti disciplinari che rilevino comportamenti scorretti, con opportuna comunicazione o convocazione della famiglia ed opportuni provvedimenti disciplinari (senza sospensione);
Il cinque in condotta viene assegnato quando:
le condizioni sopra indicate (tutte o in gran parte ) sono ripetutamente ed intenzionalmente
disattese e con grave danno al rendimento scolastico;
oppure
in presenza di rapporti disciplinari e/o provvedimenti disciplinari relativi a comportamenti
lesivi della dignità altrui e/o ad atti di vandalismo con relativo provvedimento disciplinare di
sospensione.
7
(Sette)
6
(Sei)
5
(Cinque)
Il Coordinatore è delegato dal Consiglio di Classe a comunicare e spiegare ai genitori
il voto di comportamento nei momenti di consegna del documento di valutazione.
107
È necessaria comunicazione e spiegazione ai genitori di un voto di comportamento
minore di 7 (Sette)
È necessario ricordare ai genitori che con un voto di comportamento 5 (Cinque)
l’alunno è bocciato.
È importante ricordare ai genitori che ai fini della validità dell’anno scolastico (Art.2,
comma 10 del D.P.R. n. 122/2009) è necessaria la frequenza scolastica per almeno tre
quarti dell’orario annuale.
14.10. Valutazione Insegnamento Religione Cattolica ed Attività alternativa
14.10.1. Criteri per la valutazione dell’apprendimento della Religione Cattolica
Attribuzione del voto di religione Il Decreto Legge 137/2008 non ne parla e quindi
sembra che tutto debba restare come prima, lasciando in vigore ciò che dice l’articolo 309
del Testo unico che, in proposito, dispone: “Per l’insegnamento della Religione Cattolica,
in luogo di voti e di esami, viene redatta a cura del docente e comunicata alla famiglia, per
gli alunni che di esso si sono avvalsi, una speciale nota, da consegnare unitamente alla
scheda o pagella scolastica, riguardante l’interesse con il quale l’alunno segue
l’insegnamento e il profitto che ne trae”.
Come deliberato dal Collegio dei Docenti del 22/01/2015, la valutazione degli apprendimenti degli alunni avverrà con voto in decimi, in sostituzione dei giudizi precedentemente
previsti.
14.10.2. Criteri per la valutazione dell’apprendimento delle Attività alternative alla
Religione Cattolica
La Valutazione riguarderà l’interesse e l’impegno che gli alunni mostreranno nelle
tematiche affrontate nelle lezioni. La valutazione degli apprendimenti degli alunni avverrà
con voto in decimi.
14.11. Valutazione alunni diversamente abili
La valutazione degli alunni con disabilità, viene effettuata congiuntamente da insegnanti curriculari, insegnanti di sostegno sulla base di quanto fissato nel profilo dinamico
funzionale e nel piano educativo individualizzato.
In quest’ultimo sono definiti i modi e i tempi della valutazione, specificati i relativi
strumenti di verifica, evidenziati se per talune discipline siano stati adottati “particolari
criteri didattici” ed indicate le attività integrative o di sostegno svolte, anche in sostituzione dei contenuti parziali di alcune materie.
Per la valutazione degli alunni che seguono una programmazione individualizzata (riconducibile ai programmi ministeriali) vengono adattati ai singoli casi gli indicatori di valutazione.
Per gli alunni con programmazione differenziata la valutazione, espressa con un giudizio al termine di ogni quadrimestre, tiene conto dei reali progressi compiuti rispetto ai
livelli di partenza.
108
Per quanto riguarda le prove d’esame, comprensive della prova nazionale, sono opportunamente adattate in modo di consentire di valutare il progresso dell’alunno in rapporto alle sue potenzialità ed ai livelli di apprendimento iniziale.
Le prove differenziate, ai fini della valutazione, hanno valore equipollente alle prove
ordinarie.
Nel caso in cui fosse necessario sono utilizzati ausili dispensativi e compensativi per
consentire all’alunno di svolgere adeguatamente il compito assegnato.
14.12. Valutazione alunni con certificazione di D.S.A. - B.E.S.
Nel rispetto del DPR 22 Giugno 2009, n.122 art.10, per gli alunni con certificazione
DSA e della DM del 27 Dicembre 2012, della CM n. 8 del 6 Marzo 2013 e della Nota esplicativa del 22 Novembre 2013, per gli alunni con certificazione BES, la valutazione
tiene conto delle specifiche situazioni soggettive, delineate nella programmazione didattico - educativa della classe di inserimento, con previsione degli strumenti metodologico didattici compensativi e dispensativi ritenuti più idonei.
109
15. Curricolo verticale d’Istituto
16. Rapporti Scuola - Famiglia
17. Formazione e aggiornamento
18. Valutazion
Introduzione
1. Il Piano dell’Offerta Formativa
2. Missione e finalità educative
3. Scuola, Famiglia e Territorio
4. Organizzazione
5. Analisi dei bisogni formativi
6. Finalità educative
7. L’offerta formativa
8. Funzioni delle risorse umane
9. Organigramma
10. Parole chiave del POF
11. Ampliamento dell’offerta formativa
12. L’inclusione
13. Caratteri, finalità e traguardi del processo formativo
14. Valutazione degli alunni
15. CURRICOLO VERTICALE D’ISTITUTO
16. Rapporti Scuola - Famiglia
17. Formazione e aggiornamento
18. Valutazione del P.O.F.
Allegati
110
15. Curricolo verticale d’Istituto
Il primo carattere del curricolo è la “trasversalità”, il coordinamento cioè tra le discipline. Esse, così, vengono a costituire un insieme organico, sorretto da un obiettivo e da
una precisa funzione formativa. Le discipline e i saperi si raccordano orizzontalmente intorno a principi di formazione cognitiva, di acquisizione di competenze, di assimilazione di
conoscenze e di abilità e sono coordinate, a loro volta, da “criteri di base” relativi a “chi” si
vuole formare.
Vi è quindi la necessità di trasformare il rapporto tra insegnamento e apprendimento in
modo che, cogliendo le vocazioni, le potenzialità e le difficoltà di ogni bambino, si riesca a
fargli raggiungere il successo formativo in una logica di “sistema integrato”, in cui siano
chiari gli obiettivi al fine di renderne verificabili gli esiti sia lungo l’intero percorso scolastico, sia negli ambiti della formazione professionale e del lavoro.
È proprio in questa prospettiva che si parla di competenze, intese come utilizzazione e
padronanza delle conoscenze, superando la tradizionale separazione tra sapere e saper fare.
Esse si configurano cioè come strutture mentali capaci di trasferire la loro valenza in diversi campi, generando una spirale di altre conoscenze e competenze in una duplice dimensione disciplinare e trasversale. I saperi divengono così il supporto delle competenze. Le conoscenze andranno perciò individuate in base al loro valore formativo, in termini di essenzialità e di organizzazione dei contenuti intorno a nuclei fondanti. Attraverso i nuclei fondanti si favorisce un’acquisizione dei saperi tali da sollecitare la reciproca interrelazione
delle diverse discipline.
La selezione delle conoscenze si compie in rapporto alle competenze, quindi il punto
di partenza per un possibile percorso di costruzione del curricolo è l’individuazione, in termini di osservabilità e valutazione, delle competenze conclusive (“in uscita”) specifiche e
trasversali all’interno dei cicli scolastici, configurando così un percorso progressivo di
competenze intermedie.
L’obiettivo è quello di costruire un curricolo in grado di accompagnare il percorso educativo dell’allievo nei grandi segmenti (scuola dell’infanzia, scuola primaria e scuola secondaria) superando accavallamenti e ripetizioni e definendo le tappe relative al suo sviluppo formativo.
Il curricolo verticale risponde a questa esigenza in quanto assume a proprio connotato di
base il criterio della “continuità nella differenza”; in altri termini, delinea senza ripeti
111
112
zioni e ridondanze, un processo unitario, graduale e coerente, continuo e progressivo, verticale ed orizzontale, delle tappe e delle scansioni d’apprendimento dell’allievo, in riferimento alle competenze da acquisire e ai traguardi in termini di risultati attesi.
La verticalità curricolare si fonda, infatti, sul bisogno di dare continuità
all’insegnamento, pur rispettandone le scansioni interne. Nell’applicazione del curricolo
verticale questa istanza diventa fondamentale e, pertanto, va accolta e valorizzata.
L’istituto “comprensivo” costituisce il contesto ideale perché il curricolo verticale possa strutturarsi in modo organico. All’interno dell’organizzazione operativa del curricolo
verticale, pertanto, diventa fondamentale pensare le aree disciplinari e poi le discipline secondo modelli che ne permettano la strutturazione progressiva nella continuità. È necessario quindi fissare dei principi-cardine, attorno ai quali far ruotare le varie aree disciplinari e,
successivamente, le varie discipline.
Il curricolo verticale è in grado di promuovere una capacità collaborativa, che rompa
l’isolamento della condizione docente, secondo la quale ogni insegnante sta solo di fronte
ai programmi e alla sua classe operando, tra questi due poli, una mediazione personale e,
perciò, solitaria. Il docente diventa un “attivo collaboratore” con gli altri docenti e nel confronto la sua professionalità diventa più scientifica e matura.
Il curricolo verticale è uno strumento operativo che permette di rinnovare in profondità
le metodologie, il modo di fare-cultura e la stessa professionalità docente.
Di qui la necessità di rivedere le programmazioni dei saperi minimi del nostro Istituto
e di prefissare gli obiettivi delle varie discipline in senso verticale, cercando di coglierne gli
elementi fondamentali anche nelle dimensioni di sviluppo e nei campi di esperienza fin dalla scuola dell’infanzia.
Il raggiungimento delle competenze, infatti, è il frutto di un articolato percorso in cui
intervengono diverse variabili legate alle esperienze formative proposte dalla scuola, di carattere cognitivo, logico e socio-affettivo, attraverso le quali il bambino struttura la propria
113
conoscenza in direzioni sempre più simbolico-concettuali. In questo iter didatticostrutturato assumeremo come principi-cardine e chiave di lettura dei linguaggi specifici delle varie discipline la centralità della persona, l’educazione alla cittadinanza e la scuola come comunità nell’ottica dello sviluppo integrale della persona.
Finalità generali
Scuola, Costituzione, Europa
profilo dello Studente (con il Profilo delle competenze chiave definite dal Parlamento
Europeo e dal Consiglio Unione Europea)
Finalità del curricolo verticale
assicurare un percorso graduale di crescita globale
consentire l’acquisizione di competenze, abilità, conoscenze e quadri concettuali adeguati alle potenzialità di ciascun alunno
realizzare le finalità dell’uomo e del cittadino
orientare nella continuità
favorire la realizzazione del proprio “progetto di vita”
Competenze chiave per l’ apprendimento permanente definite dal Parlamento
Europeo e dal Consiglio dell’ Unione Europea (Raccomandazione 18.12.2006)
comunicazione nella madre lingua
comunicazione nelle lingue straniere
competenza matematica (scientifico e tecnologico)
competenza digitale
imparare ad imparare
competenze sociali e civiche
senso di iniziativa e imprenditorialità
consapevolezza ed espressione culturale
Motivazioni per l’elaborazione del curricolo verticale
evitare frammentazioni, segmentazioni, ripetitività del sapere e tracciare un percorso
formativo unitario
costruire una “positiva” comunicazione tra i diversi ordini di scuola del nostro istituto
consentire un clima di benessere psico-fisico che è alla base di ogni condizione di apprendimento e favorisce la libera espressione delle proprie emozioni e delle abilita’
cognitive e comunicative
Strutturazione del curricolo verticale
nuove indicazioni nazionali 2012 relative ai diversi gradi di istruzione
competenze di area “in uscita” al termine della scuola secondaria di 1° grado
obiettivi specifici di apprendimento (o.s.a.) essenziali e graduati secondo un ordine
“psicologico-evolutivo” rapportato alle reali esigenze degli alunni del nostro istituto.
L’organizzazione del curricolo mette in risalto i concetti di:
114
Autonomia delle istituzioni scolastiche
Integrazione delle discipline
Unitarietà del sapere
Curricolo verticale
Prescrittività dei traguardi
I contenuti chiave del documento
Dialogo tra discipline: insegnare a ricomporre i grandi oggetti della conoscenza in prospettiva complessa;
Essenzialità: ricerca dei nuclei fondamentali delle discipline;
Priorità: maggiore attenzione per una solida acquisizione delle conoscenze e competenze di base, fondamentali per lo sviluppo successivo del sapere e per l’esercizio della
cittadinanza;
Traguardi: sistema di verifiche periodiche e sistematiche degli apprendimenti. Attenzione per le diversità individuali e valorizzazione dei momenti di passaggio.
La centralità della persona
Lo studente è posto al centro dell’azione educativa in tutti i suoi aspetti: cognitivi, affettivi, relazionali, corporei, estetici, etici, spirituali, religiosi.
Formazione della sezione/classe come gruppo: gestione dei conflitti e scuola come
luogo accogliente.
Formulare proposte in relazione costante con i bisogni fondamentali e i desideri di
bambini e adolescenti.
Valorizzare simbolicamente i momenti di passaggio della crescita e dell’apprendimento.
La scuola
Progetta il proprio curricolo
Mette in relazione nuovi modi di apprendere
Cura e consolida le competenze e i saperi di base
Forma la persona sul piano cognitivo e culturale
Riconosce e valorizza le diversità
15.1. Finalità educative generali
Scuola dell’Infanzia
Scuola
Finalità
Sviluppo dell’identità
Sviluppo dell’autonomia
Sviluppo delle competenze
Sviluppo della cittadinanza
Compiti
Accrescere le dimensioni di sviluppo dei
bambini
Realizzare una scuola adeguata alle esigenze formative degli alunni
Ordinare i complessi sistemi simbolicoculturali della società odierna
Promuovere la continuità educativa
Favorire l’integrazione scolastica
Accogliere i valori della convivenza democratica e dell’educazione interculturale
115
Scuola Primaria
Scuola Secondaria di I Grado
Formare l’uomo e il cittadino nel quadro
dei principi affermati dalla Costituzione della
Repubblica
Promuovere la prima alfabetizzazione culturale degli alunni
Sviluppare la padronanza dei quadri concettuali e della creatività personale
Promuovere il pieno sviluppo della persona
Capacità di intervenire criticamente nella
società
Acquisire lo spirito di tolleranza come
strumento di disponibilità e di convivenza
Favorire la scoperta della propria identità
in funzione dell’ambiente in cui si vive e delle
scelte future
Educare
alla
valutazione
e
all’autovalutazione
Educare al rispetto dell’ambiente visto come fondamentale per il benessere della società
e dell’individuo.
Promuovere la conquista di capacità espressive, logiche, scientifiche, operative e
delle corrispondenti abilità
La continuità educativa
La collaborazione con le famiglie
L’apertura all’extrascuola
Una scuola adeguata alle esigenze formative degli alunni
L’Integrazione scolastica
Il
riconoscimento
dei
valori
dell’educazione interculturale e della convivenza democratica
L’integrazione scolastica
La valorizzazione degli ambiti disciplinari
sia sul piano culturale sia sul piano didattico
Esperienze interdisciplinari
Il
riconoscimento
dei
valori
dell’educazione interculturale e della convivenza democratica
La valorizzazione del metodo scientifico di
conoscenza nei vari ambiti disciplinari
15.2. Competenze trasversali di cittadinanza attiva
Non sono riferibili direttamente ad una specifica disciplina ma rappresentano la base
per lo sviluppo di qualsiasi altra competenza, pertanto necessitano un continuo scambio di
risorse e competenze tra i docenti che operano nelle sezioni e nelle classi in parallelo.
Ambito 1 “Costruzione del sé”
Competenze trasversali
IMPARARE AD
IMPARARE
Organizzare il proprio
apprendimento, individuando, scegliendo ed
utilizzando varie fonti e
varie modalità di informazioni e di formazione.
Pianificare le strategie
per il proprio metodo di
studio e di lavoro.
Descrittori per livello scolastico
Scuola Infanzia
Scuola primaria
Scuola Sec. di I grado
È in grado di muoÈ in grado di espliciÈ in grado di riconoversi con sicurezza nell’ tare punti di forza e/o scere e valutare le proambiente scolastico ed difficoltà legate a situa- prie capacità e abilità.
extrascolastico.
zioni di vita scolastica
È in grado di orgae/o
quotidiana.
È in grado di porsi
nizzare il proprio lavoro
in modo sereno in siÈ in grado di mettere in base alle prestazioni
tuazioni nuove.
in atto strategie per cer- richieste usando le straÈ in grado di affron- care di modificare com- tegie adeguate.
tare con disinvoltura le portamenti scorretti.
È in grado di gestire
diverse esperienze, acÈ in grado di formu- i propri stati emozionali
quisendo fiducia nelle
lare giudizi rispetto il la- per affrontare situazioni
proprie capacità.
voro svolto e sa prendere nuove.
decisioni di conseguenza.
116
PROGETTARE
Elaborare e realizzare
progetti riguardanti lo sviluppo delle proprie attività di studio e di lavoro.
Utilizzare le conoscenze
apprese per stabilire obiettivi significativi e
realistici e orientarsi per
le future scelte formative e/o professionali.
Si organizza per
rappresentare la propria
esperienza o una storia
ascoltata, usando una
pluralità di linguaggi.
Interagisce con le
cose, l’ambiente e le
persone condividendo e
rispettando i materiali.
È in grado di mostrare iniziativa e creatività nelle attività scolastiche.
Elabora e realizza
nuove attività applicando le conoscenze e le
abilità acquisite.
Elabora e realizza
progetti riguardanti lo
sviluppo delle proprie
attività di studio e di lavoro, utilizzando le conoscenze apprese per
stabilire le fasi procedurali e stabilire i risultati
raggiunti.
Ambito 2 “Relazioni con gli altri”
Competenze trasversali
COMUNICARE
Comprendere messaggi
di genere diverso trasmessi con il linguaggio
verbale e specifico delle
varie discipline.
Adeguare la comunicazione all’ interlocutore e
al contesto.
Esprimere il proprio
vissuto e quanto appreso
utilizzando i diversi linguaggi.
Descrittori per livello scolastico
Scuola Infanzia
Scuola primaria
Scuola Sec. di I grado
È in grado di ascolE’ in grado di comSeleziona le infortare e comprendere i di- prendere le istruzioni mazioni di un messagscorsi degli adulti e i fornite dall’insegnante gio articolato in funziocompagni.
relativamente
ad ne degli scopi per cui si
un’attività
da
svolgere.
ascolta.
È in grado di ascoltare e comprendere fiaLegge e comprende
È in grado di interbe, racconti, storie, e- le informazioni principali pretare e collegare una
sperienze e consegne.
di testi di vario genere varietà di messaggi e di
Si esprime in modo (narrativo, espositivo, re- rispondere, in modo
pertinente, in una situaadeguato con un uso golativi, descrittivo).
corretto della lingua nel
Interviene nelle diver- zione.
piccolo e nel grande se situazioni comunicative
È in grado di comgruppo.
rispettando l’argomento e prendere una comuniÈ in grado di perce- considerando le informa- cazione individuando
l’argomento, il linguagpire e riprodurre segni zioni date.
come lettere in stampaÈ in grado di riferire gio specifico e lo scopo
tello, simboli grafici e autonomamente e in del messaggio.
numerici.
maniera chiara e corretÈ in grado di comRappresenta grafi- ta un’esperienza e/o un prendere brevi testi in
lingua straniera, indivicamente le esperienze fatto e/o un evento.
vissute ed i racconti aLegge ad alta voce duando, anche informascoltati.
in modo scorrevole ed zioni specifiche.
espressivo, brevi testi di
Si inserisce opporvario genere.
tunamente in situazioni
Scrive in maniera comunicative diverse.
corretta e comprensibile
È in grado di protesti di vario genere.
durre
comunicazioni,
sia orali che scritte, coerenti con lo scopo e
l’argomento del messaggio da veicolare, utilizzando correttamente,
se necessario, il lin-
117
COLLABORARE E
PARTECIPARE
Interagire in gruppo,
comprendendo i diversi
punti di vista, valorizzando le proprie e le altrui capacità.
Gestire la conflittualità,
contribuendo all’ apprendimento comune ed
alla realizzazione delle
attività collettive, nel
riconoscimento dei diritti fondamentali degli altri.
AGIRE IN MODO
AUTONOMO E RESPONSABILE
Inserirsi in modo attivo
e consapevole nella vita
sociale.
Far valere e riconoscere i
propri diritti e bisogni,
quelli degli altri, le opportunità comuni, i limiti, le
regole, le responsabilità.
È in grado di relazionarsi adeguatamente
sia con gli adulti che
con i coetanei.
Riconosce, rispetta e
le diversità.
Collabora con gli altri per la realizzazione
di progetti.
E’ in grado di avere
fiducia nei confronti
degli altri e di riconoscersi come membro di
un gruppo.
Accetta opinioni ed
idee espresse in modo
diverso dalle proprie.
È in grado di costruire e mantenere relazioni positive con gli altri.
Riconosce e rispetta
condivide le diversità.
Collabora e interagisce con gli altri, mantenendo la propria identità.
E’ in grado di dare
un contributo costruttivo nel lavoro di gruppo.
Esprimere il proprio
punto di vista in funzione della soluzione
del problema.
È in grado di organizzarsi in modo autonomo nello spazio scolastico.
È in grado di utilizzare e riordinare strutture e materiali della scuola seguendo le indicazioni dell’ insegnante.
Condivide e rispetta
le regole di vita comunitarie.
È in grado di agire
autonomamente
in
semplici situazioni
È in grado di scegliere, il materiale necessario e più adatto per
lo svolgimento di attività.
Organizza in modo
autonomo ed efficace le
proprie attività.
Sa comportarsi autonomamente in maniera adeguata al contesto.
118
guaggio specifico.
È in grado di usare il
linguaggio non verbale e
le relative tecniche in
modo idoneo a personale.
Sa esprimersi appropriatamente in lingua straniera su argomenti familiari e situazioni oggetto di studio.
È in grado di collaborare con i compagni e
con gli insegnanti in
modo proficuo.
Interviene in una
conversazione o in un
gruppo di lavoro rispettando il punto di vista
altrui.
Stabilisce relazioni
positive con gli altri
nell’ambiente scolastico.
È in grado di dare
contributi personali e
costruttivi all’interno di
un gruppo.
Sa affrontare di difficoltà all’interno di un
gruppo, prendendo le
opportune decisioni.
È in grado di prevedere e valutare le conseguenze del proprio
agire.
Porta a termine gli
impegni presi in modo
autonomo ed efficace.
È in grado di rispettare
spontaneamente
l’ambiente.
Ambito 3 “Rapporti con la realtà naturale e sociale”
Competenze trasversali
RISOLVERE
PROBLEMI
Affrontare
situazioni
problematiche costruendo
e verificando ipotesi.
Individuare le fonti e le
risorse adeguate, raccogliendo e valutando i dati.
Proporre soluzioni utilizzando, secondo il tipo
di problema, contenuti e
metodi delle diverse discipline.
INDIVIDUARE COLLEGAMENTI E RELAZIONI
Individuare e rappresentare, elaborando argomentazioni coerenti,
collegamenti e relazioni
tra fenomeni, eventi e
concetti diversi, anche
appartenenti a diversi
ambiti disciplinari.
Cogliere la natura sistemica di fenomeni,
eventi e concetti individuando analogie e differenze, coerenze ed incoerenze, cause ed effetti e
la loro natura probabilistica.
Descrittori per livello scolastico
Scuola Infanzia
Scuola primaria
Scuola Sec. di I grado
E’ in grado di trovaÈ in grado di trovare
È in grado di applire soluzioni adeguate soluzioni adeguate per care le conoscenze apper la risoluzione di la risoluzione di pro- prese in contesti sempre
semplici problemi .
blemi complessi.
più complessi.
Organizza le proprie
Utilizza
procediRisolve un problema
conoscenze per affron- menti logici differenzia- attraverso l’utilizzo di
tare nuove situazioni.
ti in base a situazioni procedure note in contesti nuovi.
Affronta situazioni più complesse.
ludiche diverse in modo
Soddisfa la propria
adeguato.
curiosità con la ricerca
e la problematizzazione
della realtà.
Coglie analogie e differenze confrontando oggetti, persone e situazioni.
È in grado di formulare previsioni e prime
ipotesi in ordine a momenti liberi e strutturati
della vita scolastica.
È in grado di comprendere l’aspetto ciclico del tempo, riferendosi ad esperienze concrete e vissute.
Effettua seriazioni e
classificazioni.
Sa contare oggetti,
immagini, persone e sa
operare aggiungendo e
togliendo quantità.
È in grado di ordinare le sequenze di una
storia e di esperienze
personali, utilizzando
adeguatamente i concetti temporali.
Individua e comprende il nesso causaeffetto di fenomeni ed
eventi riferiti ad esperienze personali.
È in grado di selezionare
informazioni
necessarie allo svolgimento di un compito.
Individua e comprende il nesso causaeffetto di fenomeni ed
eventi riferiti ad esperienze personali e/o di
studio.
È in grado di sintetizzare oralmente le informazioni contenute in
testi scritti e/o orali affrontati in classe.
È in grado di sintetizzare per iscritto le informazioni contenute in
testi scritti e/o orali affrontati in classe.
119
È in grado di ricercare le cause degli avvenimenti e di comprenderne gli effetti.
Riconosce analogie
e differenze, varianti e
invarianti,
attraverso
l’osservazione di situazioni reali.
È in grado di analizzare, rielaborare, collegare le informazioni.
Analizza e classifica
i dati sintetizzandoli
all’interno di un piano
di lavoro.
15.3. Traguardi per lo sviluppo delle competenze
15.3.1. Italiano
Scuola
Nucleo fondante
Scuola Infanzia
Campi di esperienza
I discorsi e le parole
Scuola Primaria
Discipline
Ascolto e parlato
Lettura
Scrittura
Acquisizione ed espansione del lessico ricettivo ed espansivo
Elementi di grammatica esplicita e
riflessione sull’uso della lingua
Scuola Secondaria
di I grado
Discipline
Ascolto e parlato
Lettura
Scrittura
Acquisizione ed espansione del lessico ricettivo e produttivo
Elementi di grammatica esplicita e
riflessione sugli usi della lingua
Traguardi per lo sviluppo delle
competenze
Il bambino usa la lingua italiana,
comprende parole e discorsi.
Ascolta e comprende narrazioni,
chiede e dà spiegazioni.
Racconta e descrive situazioni ed esperienze vissute.
Esplora e sperimenta prime forme di
comunicazione attraverso la scrittura.
L’ alunno partecipa a scambi comunicativi con compagni e insegnanti formulando messaggi chiari e pertinenti.
Ascolta e comprende testi orali proveniente da varie fonti.
Individua nei testi scritti informazioni utili per l’apprendimento di un argomento dato e le mette in relazione
Legge e comprende testi di vario tipo, sintetizzando o approfondendo con
l’uso di una terminologia specifica.
Scrive testi corretti nell’ortografia,
chiari e coesi legati alla sua esperienza
conoscitiva.
L’allievo interagisce in modo efficace in diverse situazioni comunicative.
Ascolta e comprende testi di vario
tipo riconoscendone la fonte, il tema, le
informazioni.
Legge testi letterari di vario tipo e
comincia a costruirne un’ interpretazione.
Produce testi vari utilizzando in modo efficace l’accostamento dei linguaggi
verbali con quelli iconici e sonori.
Padroneggia e applica in situazioni
diverse le conoscenze fondamentali relative al lessico, alla morfologia ,
all’organizzazione logico-sintattica della
frase semplice e complessa.
15.3.2. Lingua inglese e seconda lingua comunitaria
Scuola
Scuola Infanzia
Nucleo fondante
Traguardi per lo sviluppo delle
competenze
Il bambino scopre e sperimenta lin-
I discorsi e le parole
120
Scuola Primaria
Ascolto ( comprensione orale)
Parlato (produzione e interazione
orale)
Lettura ( comprensione scritta)
Scrittura (Produzione scritta)
Scuola Secondaria
di I grado
Ascolto (comprensione orale)
Parlato (produzione e interazione
orale)
Lettura (comprensione scritta)
Scrittura (produzione scritta)
Riflessione
sulla
lingua
e
sull’apprendimento)
gue diverse.
Integra l’uso della lingua con linguaggi non verbali.
Si avvicina all’acquisizione spontanea con un apprendimento progressivamente più sistematico.
L’alunno comprende brevi messaggi
orali e scritti relativi ad ambiti familiari .
Descrive oralmente e per iscritto, in modo semplice, aspetti del proprio vissuto.
Interagisce nel gioco; comunica in
scambi di informazioni semplici e di
routine, anche espressioni e frasi memorizzate.
Svolge compiti seguendo le indicazioni date in lingua straniera; individua
alcuni elementi culturali e coglie rapporti tra forme linguistiche ed usi della lingua straniera.
L’allievo comprende i punti essenziali di testi in lingua standard su argomenti a lui noti.
Interagisce e comunica oralmente in
contesti a lui famigliari e su argomenti
noti.
Legge testi vari con tecniche adeguate allo scopo.
Chiede spiegazioni, svolge i compiti
secondo le indicazioni date.
Stabilisce relazioni tra elementi linguistico-comunicativi culturali propri
delle lingue di studio.
Confronta i risultati conseguiti in lingue diverse e le strategie utilizzate per
impararle.
Si rende consapevole del proprio
modo di apprendimento e dei propri risultati
15.3.3. Storia
Scuola
Scuola Infanzia
Nucleo fondante
Traguardi per lo sviluppo delle competenze
Il bambino sviluppa il senso
dell’identità personale e familiare conosce le tradizioni della famiglia, della comunità e le mette a confronto.
Sa collocare le azioni quotidiane nel
tempo della giornata e della settimana.
Il sé e l’altro
La conoscenza del mondo
Numero e spazio
121
Scuola Primaria
Uso delle fonti
Organizzazione delle informazioni
Strumenti concettuali
Produzione scritta e orale
Scuola Secondaria
di I grado
Uso delle fonti
Organizzazione delle informazioni
Strumenti concettuali
Produzione scritta e orale
Si orienta nelle prime generalizzazioni di passato – presente- futuro con una
prima consapevolezza dei propri diritti e
doveri, delle regole del vivere insieme.
L’alunno riconosce ed esplora in modo via via più approfondito le tracce storiche presenti nel territorio e comprende
l’importanza del patrimonio artistico e
culturale.
Si orienta lungo la linea del tempo,
organizza le informazioni e le conoscenze individuando le periodizzazioni.
Comprende avvenimenti e fenomeni
che hanno caratterizzato la storia dal Paleolitico alla fine del mondo antico con
possibilità di confronto con la contemporaneità.
Racconta i fatti studiati e sa produrre
semplici testi storici, anche con risorse
digitali.
L’allievo si informa in modo autonomo su fatti e problemi storici utilizzando varie risorse.
Comprende testi storici e li sa rielaborare.
Produce informazioni storiche con
fonti di vario genere .
Espone oralmente e con scritture le
conoscenze storiche acquisite operando
collegamenti e argomentando le proprie
riflessioni.
Conosce aspetti e processi fondamentali della storia mondiale,dalla civilizzazione neolitica alla rivoluzione industriale, alla globalizzazione.
Conosce aspetti e processi essenziali
del suo ambiente; conosce aspetti del patrimonio culturale dell’umanità e li sa
mettere in relazione con i fenomeni storici studiati.
15.3.4. Cittadinanza e Costituzione
Scuola
Scuola Infanzia
Nucleo fondante
Traguardi per lo sviluppo delle competenze
Il bambino sa di avere una storia personale e familiare, conosce le tradizioni
della famiglia e della comunità.
Pone domande sui temi esistenziali,
Il sé e l’altro
122
Scuola Primaria
Conoscenza e rispetto delle regole
della convivenza civile
Conoscenza e rispetto della realtà
ambientale
Conoscenza e comprensione delle regole e delle forme della convivenza democratica e dell’organizzazione sociale
Scuola Secondaria
di I grado
Conoscenza dei valori fondamentali
che rendono possibile la convivenza umana
Conoscenza della Costituzione, dei
diritti/doveri per una cittadinanza attiva
Conoscenza dell’Unione Europea,
dell’ONU e delle organizzazioni internazionali
sulle diversità culturali, sulla giustizia
con una prima consapevolezza dei propri
diritti e doveri, delle regole del vivere
insieme.
L’alunno aderisce consapevolmente
ai valori sociali condivisi con un atteggiamento cooperativo che gli consente di
praticare la convivenza civile.
L’alunno continua la costruzione del
senso di legalità, iniziata nella scuola
dell’Infanzia , sviluppando l’etica della
responsabilità.
Inizia a conoscere la Costituzione
della Repubblica italiana.
Impara a riconoscerne i principi.
Identifica e distingue procedure,
compiti, ruoli e poteri.
L’allievo conosce i valori e li esprime con il proprio comportamento a partire dal quotidiano contesto scolastico.
Manifesta il proprio punto di vista e
le sue esigenze personali interagendo in
modo rispettoso con l’altro per costruire
significati condivisi, per sanare le divergenze, prevenire e regolare i conflitti.
Apprende
le
varie
forme
d’ordinamento degli Stati e le diverse
norme socio-giuridiche che regolano lo
svolgimento della vita sociale
15.3.5. Geografia
Scuola
Nucleo fondante
Scuola Infanzia
La conoscenza del mondo
Il corpo in movimento
Scuola Primaria
Orientamento
Linguaggio della geo - graficità
Paesaggio
Regione e sistema territoriale
123
Traguardi per lo sviluppo delle
competenze
Il bambino osserva con attenzione il
suo corpo, gli organismi viventi e il loro
ambiente , i fenomeni naturali, accorgendosi dei loro cambiamenti.
Individua le posizioni di oggetti e
persone nello spazio seguendo correttamente un percorso sulla base di indicazioni verbali.
L’alunno si orienta nello spazio circostante e sulle carte geografiche usando
riferimenti topologici e punti cardinali.
Utilizza il linguaggio della geograficità per interpretare carte geografiche, realizzare semplici schizzi cartografici, progetta percorsi e itinerari di viag-
Scuola Secondaria
di I grado
Orientamento
Linguaggio della geo-graficità
Paesaggio
Regione e sistema territoriale
gio.
Individua i caratteri che connotano i
vari paesaggi con particolare attenzione
a quelli italiani.
Coglie nei paesaggi mondiali della
storia le progressive trasformazioni operate dall’uomo sul paesaggio.
L’ allievo si orienta nello spazio e
sulle carte di diversa scala e sa orientare
una carta geografica a grande scala facendo ricorso a punti di riferimento fissi.
Utilizza opportunamente tutti gli
strumenti idonei a comunicare efficacemente informazioni spaziali.
Riconosce nei paesaggi europei e
mondiali gli elementi fisici significativi
e le emergenze storiche, artistiche e architettoniche come patrimonio naturale e
culturale da tutelare e valorizzare.
Osserva, legge e analizza i vari sistemi territoriali e valuta gli effetti di azioni dell’uomo sui sistemi territoriali
alle diverse scale geografiche.
15.3.6. Matematica
Scuola
Nucleo fondante
Scuola Infanzia
La conoscenza del mondo
Numero e spazio
Scuola Primaria
Numeri
Spazio e figure
Relazioni, dati e previsioni
124
Traguardi per lo sviluppo delle
competenze
Il bambino raggruppa e ordina oggetti e materiali secondo criteri diversi, ne
identifica alcune proprietà, confronta e
valuta quantità; utilizza simboli per registrare.
Individua posizioni di oggetti nello
spazio; esegue correttamente un percorso sulla base di indicazioni verbali; ha
familiarità con le strategie del contare e
dell’operare.
L’alunno esegue con sicurezza il calcolo con i numeri naturali e sa valutare
l’ opportunità di ricorrere ad una calcolatrice.
Riconosce e rappresenta forme del
piano e dello spazio.
Descrive, denomina e classifica figure in base a caratteristiche geometriche,
ne determina misure, progetta e costruisce modelli concreti di vario tipo.
Utilizza strumenti per il disegno ge-
Scuola Secondaria
di I grado
ometrico( riga, compasso, squadra) e i
più comuni strumenti i misura (metro,
goniometro …)
Ricerca dati per ricavare informazioni e costruisce tabelle e grafici.
Legge, comprende e riesce a risolvere facili problemi, descrive il procedimento seguito e riconosce strategie di
soluzione diverse dalla propria.
Costruisce ragionamenti formulando
ipotesi, sostenendo le proprie idee e
confrontandosi con il punto di vista degli altri.
Riconosce e utilizza rappresentazioni
diverse di oggetti matematici (numeri
decimali, frazioni, percentuali, scale di
riduzione...).
Intuisce come gli strumenti matematici siano utili per operare nella realtà.
L’allievo si muove nel calcolo anche
con i numeri razionali, ne padroneggia
le diverse rappresentazioni e stima la
grandezza di un numero e il risultato di
operazioni.
Riconosce e denomina le forme del
piano e dello spazio, le loro rappresentazioni e ne coglie le relazioni tra gli elementi .
Analizza e interpreta rappresentazioni di dati per ricavarne misure di variabilità e prendere decisioni.
Riconosce e risolve problemi in contesti diversi valutando le informazioni e
la loro coerenza.
Spiega il procedimento seguito, anche in forma scritta, mantenendo il controllo sia sul processo risolutivo, sia sui
risultati.
Confronta procedimenti diversi e
produce formalizzazioni che gli consentono di passare da un problema specifico
ad una classe di problemi.
Sa utilizzare i concetti di proprietà
caratterizzante e di definizione.
Sostiene le proprie convinzioni con
esempi adeguati.
Utilizza ed interpreta il linguaggio
matematico e ne coglie il rapporto con il
linguaggio naturale.
Nelle situazioni di incertezza si o-
Numeri
Spazio e figure
Relazioni e funzioni
Dati e previsioni
125
rienta con valutazioni di probabilità.
Raggiunge un atteggiamento di consapevolezza circa l’importanza della
matematica nella vita reale.
15.3.7. Scienze
Scuola
Nucleo fondante
Scuola Infanzia
Il corpo in movimento
La conoscenza del mondo
Oggetti,fenomeni, viventi
Scuola Primaria
Oggetti, materiali e trasformazioni
Osservare e sperimentare sul campo
L’uomo, i viventi e l’ambiente
Scuola Secondaria
di I grado
Fisica e chimica
Astronomia e Scienze della terra
Biologia
126
Traguardi per lo sviluppo delle competenze
Il bambino vive pienamente la propria corporeità, matura condotte che gli
consentono una buona autonomia nella
gestione della giornata a scuola.
Riconosce i segnali e i ritmi del proprio corpo, le differenze sessuali e di sviluppo e adotta pratiche corrette di cura di
sé, di igiene e di sana alimentazione.
Osserva con attenzione gli organismi
viventi e i loro ambienti, i fenomeni naturali, accorgendosi dei loro cambiamenti.
L’alunno osserva e descrive lo svolgersi dei fatti, formula domande, anche
sulla base di ipotesi personali, propone e
realizza semplici esperimenti.
Individua nei fenomeni somiglianze e
differenze, fa misurazioni, registra dati
significativi, identifica relazioni spazio/temporali.
Individua aspetti quantitativi e qualitativi nei fenomeni, produce rappresentazioni grafiche e schemi.
Riconosce le principali caratteristiche
degli organismi vegetali e animali
Ha consapevolezza della struttura e
dello sviluppo del proprio corpo, nei
suoi diversi organi e apparati, ne riconosce e descrive il funzionamento.
L’allievo esplora lo svolgersi dei più
comuni fenomeni, ne verifica le cause,
ricerca soluzioni ai problemi utilizzando
le conoscenze acquisite.
Sviluppa semplici schematizzazioni
di fatti e fenomeni.
Riconosce nel proprio organismo
strutture e funzionamenti a livelli macroscopici e microscopici, è consapevole
delle sue potenzialità e dei suoi limiti.
Ha una visione della complessità del
sistema dei viventi.
E’ consapevole del ruolo della comunità umana sulla terra, del carattere finito
delle risorse, nonché della ineguaglianza
dell’accesso a esse, e adotta modi di vita
ecologicamente responsabili.
15.3.8. Musica
Scuola
Nucleo fondante
Scuola Infanzia
Immagini, suoni, colori
Scuola Primaria
Ascolto, percezione e produzione
Scuola Secondaria
di I grado
Eseguire in modo espressivo, collettivamente e individualmente, brani vocali e strumentali di diversi generi e stili,
anche avvalendosi di strumentazioni elettroniche
Improvvisare, rielaborare, comporre
brani musicali, vocali e strumentali, utilizzando sia strutture aperte, sia semplici
schemi ritmico-melodici
Riconoscere e classificare, anche stilisticamente, i più importanti
elementi costitutivi del linguaggio
musicale
Conoscere e interpretare in modo critico, opere d’arte musicali e progettare-
127
Traguardi per lo sviluppo delle
competenze
Il bambino ascolta e riconosce suoni
e rumori degli ambienti circostanti in relazione alle proprie esperienze;
Discrimina suoni e rumori naturali
ed artificiali;
Si esprime attraverso la drammatizzazione utilizzando materiali e piccoli
strumenti.
Scopre il movimento corporeo e della propria voce come mezzo espressivo;
Ha sviluppato interesse per l’ ascolto
della musica.
L’alunno esplora, discrimina ed elabora eventi sonori dal punto di vista
qualitativo, spaziale e in riferimento alla
loro fonte.
Esplora diverse possibilità espressive
della voce, di oggetti sonori e strumenti
musicali, imparando ad ascoltare se
stesso e gli altri.
Improvvisa liberamente e in modo
creativo, imparando a dominare tecniche
e materiali, suoni e silenzi.
L’allievo partecipa in modo attivo
alla realizzazione di esperienze musicali
attraverso
l’esecuzione
e
l’interpretazione di brani strumentali e
vocali appartenenti a generi e culture
differenti.
Usa diversi sistemi di notazione funzionali alla lettura, all’analisi e alla produzione di brani musicali.
E’ in grado di realizzare partecipando a processi di elaborazione collettiva,
messaggi musicali e multimediali, nel
confronto critico con modelli appartenenti al patrimonio musicale.
Comprende e valuta eventi, materia-
realizzare eventi sonori che integrino altre forme artistiche, quali danza, teatro,
arti visive e multimediali.
Decodificare e utilizzare la notazione
tradizionale e altri sistemi di scrittura
Orientare la costruzione della propria
identità musicale valorizzando le proprie
esperienze, il percorso svolto e le opportunità offerte dal contesto
Saper utilizzare Internet per la ricerca musicale e utilizzare software specifici per l’elaborazione sonora e per la
scrittura musicale.
li, opere musicali riconoscendone i significati, anche in relazione alla propria
esperienza musicale e ai diversi contesti
storico-culturali.
Integra con altri saperi e altre pratiche artistiche le proprie esperienze musicali, servendosi anche di appropriati
codici e sistemi di codifica.
15.3.9. Arte e Immagine
Scuola
Scuola Infanzia
Scuola Primaria
Scuola Secondaria
di I grado
Nucleo fondante
Immagini, suoni, colori
Esprimersi e comunicare
Osservare e leggere le immagini
Comprendere e apprezzare le opere
d’arte
Esprimersi e comunicare
Osservare e leggere immagini
Comprendere e apprezzare le opere
128
Traguardi per lo sviluppo delle
competenze
Il bambino comunica, esprime emozioni, racconta attraverso i vari linguaggi
di cui dispone (voce, gesti, disegni …).
Inventa storie e le esprime con il disegno, la pittura e altre attività manipolative.
Segue con interesse, curiosità, spettacoli di vario tipo e sviluppa interesse
per la “fruizione dell’opera d’arte”.
Osserva luoghi (piazze, castelli, centri storici, monumenti ….) oggetti e immagini, anche attraverso la multimedialità.
L’alunno utilizza le conoscenze e le
abilità relative al linguaggio visivo per
produrre varie tipologie di testi visivi e
rielabora in modo creativo le immagini
con molteplici tecniche, materiali e
strumenti.
E’ in grado di osservare, esplorare,
descrivere e leggere immagini((opere
d’arte, fotografie, manifesti, fumetti,
ecc.) e messaggi multimediali(spot, brevi filmati, videoclip, ecc.).
Conosce i principali beni artistico culturali presenti nel proprio territorio, li
apprezza, manifesta sensibilità e rispetto
per la loro salvaguardia.
L’allievo realizza elaborati personali
e creativi applicando le conoscenze e le
regole del linguaggio visivo, scegliendo
d’arte
in modo funzionale tecniche e materiali
differenti.
Padroneggia gli elementi principali
del linguaggio visivo, legge e comprende i significati di immagini statiche e in
movimento.
Legge le opere più significative prodotte nell’arte antica, medievale, moderna e contemporanea, sapendole collocare
nei rispettivi contesti storici, culturali ed
ambientali; riconosce il valore culturale
di immagini, opere in paesi diversi dal
proprio.
Riconosce gli elementi principali del
patrimonio culturale, artistico, ambientale del proprio territorio ed è sensibile ai
problemi della sua tutela e conservazione
Analizza e descrive beni culturali,
immagini utilizzando il linguaggio appropriato.
15.3.10. Educazione Fisica
Scuola
Scuola Infanzia
Scuola Primaria
Nucleo fondante
Il corpo e il movimento
Il corpo in relazione a spazio e tempo
Il linguaggio del corpo
Il gioco , lo sport e le regole e il
Fair play
Salute e benessere,prevenzione e sicurezza
129
Traguardi per lo sviluppo delle competenze
Riconosce i segnali e i ritmi del proprio corpo, prova piacere nel movimento
e sperimenta schemi posturali e motori,
li applica nei giochi individuali e di
gruppo, anche con l’uso di piccoli attrezzi ed è in grado di adattarli alle situazioni ambientali all’interno della scuola
e all’esterno.
Interagisce con gli altri nei giochi di
movimento, nella musica, nella danza,
nella comunicazione espressiva.
Riconosce il proprio corpo e le sue
parti.
L’alunno acquisisce consapevolezza
di sé attraverso la percezione del proprio
corpo e la padronanza degli schemi motori e posturali nell’adattamento alle variabili spaziali e temporali contingenti.
Utilizza il linguaggio corporeo e motorio per comunicare ed esprimere i propri stati d’animo (drammatizzazione, esperienze ritmico - musicali e coreutiche).
Scuola Secondaria
di I grado
Il corpo e la sua relazione con lo spazio e il tempo
Il linguaggio del corpo come modalità comunicativo-espressiva
Il gioco, lo sport, le regole e il fair
play
Salute e benessere, prevenzione e sicurezza
Sperimenta una pluralità di esperienze che permettono di maturare competenze di gioco-sport anche come orientamento alla futura pratica sportiva. Sperimenta, in forma semplificata e progressivamente più complessa, diverse gestualità tecniche. Agisce rispettando i
criteri di base di sicurezza per sé e per
gli altri e trasferisce tale competenza
nell’ambiente scolastico ed extrascolastico.
Riconosce alcuni essenziali principi
relativi al proprio benessere psico-fisico
(cura del corpo, alimentazione , prevenzione dell’uso di sostanze che inducono
alla dipendenza).
L’allievo è consapevole delle proprie
competenze motorie sia nei punti di forza sia nei limiti.
Utilizza le abilità motorie e sportive
acquisite adattando il movimento in situazione.
Utilizza gli aspetti comunicativorelazionali del linguaggio motorio per
entrare in relazione con gli altri, praticando, inoltre, i valori sportivi (fair play)
come modalità di relazione quotidiana e
di rispetto delle regole
Riconosce, ricerca ed applica a se
stesso comportamenti di promozione
dello “star bene” in ordine a un sano stile
di vita e alla prevenzione.
Rispetta criteri base di sicurezza per
sé e per gli altri.
E’ capace di integrarsi nel gruppo, di
assumersi responsabilità e di impegnarsi
per il bene comune.
15.3.11. Tecnologia
Scuola
Scuola Infanzia
Nucleo fondante
Immagini, suoni, colori
La conoscenza del mondo
I discorsi e le parole
130
Traguardi per lo sviluppo delle
competenze
Il bambino utilizza materiali e strumenti, tecniche espressive e creative;
esplora le potenzialità offerte dalle tecnologie, si confronta con i media e con i
nuovi linguaggi della comunicazione.
Dimostra prime abilità di tipo logico,
inizia ad orientarsi nel mondo dei sim-
Scuola Primaria
Vedere e osservare
Prevedere e immaginare
Intervenire e trasformare
Scuola Secondaria
di I grado
Vedere, osservare e sperimentare
Prevedere, immaginare e progettare
Intervenire, trasformare e produrre
boli, dei media e delle tecnologie.
Si avvicina alla lingua scritta, esplora e sperimenta prime forme di comunicazione attraverso la scrittura.
L’alunno riconosce e identifica nell’
ambiente che lo circonda, elementi e fenomeni di tipo artificiale.
Conosce e utilizza semplici oggetti e
strumenti di uso quotidiano ed è in grado di descriverne la funzione principale
e la struttura e di spiegarne il funzionamento.
Si orienta tra i diversi mezzi di comunicazione ed è in grado di farne un
uso adeguato a seconda delle diverse situazioni.
Produce semplici modelli o rappresentazioni grafiche del proprio operato e
riconosce in modo critico le caratteristiche, le funzioni e i limiti della tecnologia attuale.
L’allievo riconosce nell’ambiente
che lo circonda i principali sistemi tecnologici e conosce i principali processi
di trasformazione di risorse o produzione di beni.
Conosce e utilizza oggetti, strumenti
e macchine di uso comune, utilizza adeguate risorse per la realizzazione di prodotti anche di tipo digitale.
Sa utilizzare comunicazioni procedurali e istruzioni tecniche per eseguire, in
maniera metodica e razionale, compiti
operativi complessi, anche collaborando
e cooperando con i compagni.
15.3.12. Religione Cattolica
Scuola
Scuola Infanzia
Nucleo fondante
Il sé e l’altro
Il corpo in movimento
Immagini , suoni e colori
I discorsi e le parole
La conoscenza del mondo
131
Traguardi per lo sviluppo delle
competenze
Il bambino scopre nel Vangelo la
persona e l’insegnamento di Gesù e matura un positivo senso di sé sperimentando relazioni serene con gli altri anche
se appartengono a differenti tradizioni
culturali e religiose.
Esprime con il corpo la propria esperienza religiosa.
Riconosce alcuni linguaggi simbolici
Scuola Primaria
Dio e l’uomo
La Bibbia e le altre fonti
Il linguaggio religioso
I valori etici e religiosi
Scuola Secondaria
di I grado
Dio e l’uomo
La Bibbia e le altre fonti
Il linguaggio religioso
I Valori etici e religiosi
e figurativi caratteristici della vita dei
cristiani ( feste, preghiere, canti gestualità spazi e arte), per esprimere con creatività il proprio vissuto religioso.
Sa narrare le storie ascoltate per poter sviluppare una comunicazione significativa anche in ambito religioso.
Osserva con meraviglia ed esplora
con curiosità il mondo, riconosciuto dai
cristiani e da tanti uomini religiosi come
dono di Dio.
L’alunno riflette su Dio Creatore e
Padre, sui dati fondamentali della vita di
Gesù e sa collegare i contenuti principali
del suo insegnamento alle tradizioni
dell’ambiente in cui vive; riconosce il
significato cristiano del Natale e della
Pasqua, traendone motivo per interrogarsi sul valore di tali festività
nell’esperienza personale, familiare e
sociale.
Riconosce che la Bibbia è il libro sacro per cristiani ed ebrei e documento
fondamentale della nostra cultura,
sapendola distinguere da altre tipologie
di testi, tra cui quelli di altre religioni;
identifica le caratteristiche essenziali di
un brano biblico, sa farsi accompagnare
nell’analisi delle pagine a lui più accessibili, per collegarle alla propria esperienza.
Si confronta con l’esperienza religiosa e distingue la specificità della proposta di
salvezza del cristianesimo; identifica
nella Chiesa la comunità di coloro che
credono in Gesù Cristo e si impegnano
per mettere in pratica il suo insegnamento; coglie il significato dei Sacramenti e
si interroga sul valore che essi hanno
nella vita dei cristiani.
L’allievo è aperto alla sincera ricerca
della verità e sa interrogarsi sul trascendente e porsi domande di senso, cogliendo l’intreccio tra dimensione religiosa e culturale.
A partire dal contesto in cui vive, sa
interagire con persone di religione differente, sviluppando un’identità capace di
accoglienza, confronto e dialogo.
132
Individua, a partire dalla Bibbia, le
tappe essenziali e i dati oggettivi della
storia della salvezza, della vita e
dell’insegnamento di Gesù, del cristianesimo delle origini.
Ricostruisce gli elementi fondamentali della storia della Chiesa e li confronta con le vicende della storia civile passata e recente elaborando criteri per avviarne una interpretazione consapevole.
Riconosce i linguaggi espressivi della fede (simboli, preghiere, riti, ecc.), ne
individua le tracce presenti in ambito locale, italiano, europeo e nel mondo imparando ad apprezzarli dal punto di vista
artistico, culturale e spirituale.
Coglie le implicazioni etiche della
fede cristiana e le rende oggetto di riflessione in vista di scelte di vita progettuali e responsabili. Inizia a confrontarsi
con la complessità dell’esistenza e impara a dare valore ai propri comportamenti, per relazionarsi in maniera armoniosa con se stesso, con gli altri, con il
mondo che lo circonda.
133
16. Rapporti Scuola - Famiglia
17. Formazione e aggiornamento
18. Valutazione del
Introduzione
1. Il Piano dell’Offerta Formativa
2. Missione e finalità educative
3. Scuola, Famiglia e Territorio
4. Organizzazione
5. Analisi dei bisogni formativi
6. Finalità educative
7. L’offerta formativa
8. Funzioni delle risorse umane
9. Organigramma
10. Parole chiave del POF
11. Ampliamento dell’offerta formativa
12. L’inclusione
13. Caratteri, finalità e traguardi del processo formativo
14. Valutazione degli alunni
15. Curricolo verticale d’Istituto
16. RAPPORTI SCUOLA - FAMIGLIA
17. Formazione e aggiornamento
18. Valutazione del P.O.F.
Allegati
134
16. Rapporti Scuola - Famiglia
“Nella consapevolezza della relazione che unisce cultura, scuola e persona, la finalità
generale è lo sviluppo armonico ed integrale della persona, all’interno dei principi della
Costituzione Italiana e della tradizione culturale europea, nella promozione della conoscenza e nella valorizzazione delle diversità individuali, con il coinvolgimento attivo degli studenti e delle famiglie”
“Le finalità della scuola devono essere definite a partire dalla persona che apprende,
con l’originalità del suo percorso individuale e le aperture offerte dalla rete di relazioni che
la legano alla famiglia e agli ambiti sociali”
“… l’orizzonte della scuola si allarga. Ogni specifico territorio possiede legami con le
varie aree del mondo e con ciò stesso costituisce un microcosmo che su scala locale riproduce opportunità, interazioni, tensioni, convivenze globali. Anche ogni singola persona,
nella sua esperienza quotidiana, deve tener conto di informazioni sempre più numerose ed
eterogenee e si confronta con la pluralità delle culture diverse…” (Indicazioni nazionali per
il curricolo della Scuola dell’Infanzia e del primo ciclo d’istruzione, 2012)
La nostra Costituzione (art.32) assegna alla famiglia e alla scuola la responsabilità di
educare ed istruire i giovani. Il rapporto scuola-famiglia si inserisce nella grande tematica
della continuità educativa e didattica. La base di questo rapporto è il principio di reciprocità
che si esprime attraverso lo scambio, la costruzione progressiva e momenti di riflessione
aperta dove si incontrano diverse esigenze adoperate però al perseguimento di un progetto
educativo comune.
Insegnante e genitore agiscono, su piani diversi ma con le stesse finalità ed i loro interventi necessitano quindi di integrazione e di rinforzo scambievole.
Affinché il rapporto tra scuola e famiglia diventi collaborativo è importante che genitori e insegnanti si parlino per progettare insieme il futuro dei figli/allievi. E’ opportuno ricordare che si ascolta e si impara solo da chi ci ispira rispetto e fiducia e che questo terreno
fertile, perché sbocci in tutto il suo potenziale, va coltivato giorno dopo giorno, cercando di
migliorarlo e renderlo produttivo.
La famiglia si rivolge alla scuola per condividere il progetto educativo e stipula con essa un patto in cui è parte attiva, assumendosi la responsabilità derivante dal ruolo di genitori all’interno di complessi processi di istruzione educativa. Tale principio trova espressione
nell’esecuzione, da parte dell’Istituto, delle disposizioni normative volte ad introdurre nuo-
135
ve modalità organizzative proprio per favorire il coinvolgimento dei genitori, investendoli
della corresponsabilità educativa.
Pertanto la scuola:
si propone di creare un clima relazionale positivo e propositivo con le famiglie in
quanto ritiene che la collaborazione sia fondamentale per affrontare e risolvere le questioni educative;
considera importante instaurare un dialogo costruttivo basato sull’ascolto, sul confronto e sulla collaborazione con l’utenza;
sollecita la partecipazione dei genitori alla vita scolastica dei propri figli;
garantisce un’adeguata informazione su tutte le attività promosse e sul processo di
apprendimento degli alunni attraverso la partecipazione prevista dalle norme sugli
Organi Collegiali (vedere parte relativa alle norme che regolano gli stessi).
La partecipazione democratica e il coinvolgimento alla vita scolastica delle famiglie si
attua essenzialmente:
nel Consiglio di Istituto;
nei Consigli di classe, d’interclasse, d’intersezione;
nelle Assemblee;
nei Colloqui individuali (che hanno valore di conoscenza ed orientamento); lo scambio di
informazioni riguarda in prevalenza lo sviluppo relazionale e affettivo del bambino e del
preadolescente, i suoi ritmi di apprendimento ed eventuali situazioni di disagio.
con il Rappresentante dei genitori: il tramite tra i genitori che rappresenta e l’istituzione
scolastica. A lui spetta l’onere quindi di partecipare alle varie riunioni in cui è richiesta
la sua presenza. Ha il diritto di farsi portavoce di problemi, iniziative e proposte della
classe di appartenenza. Nel suo ruolo informa i genitori tramite relazioni, note e avvisi
(previa richiesta di autorizzazione del Dirigente Scolastico) circa iniziative scolastiche
avviate o proposte. Può inoltre avere a disposizione il locale necessario per le riunioni,
accedere ai documenti connessi alla vita collegiale scolastica, essere convocato agli incontri del Consiglio d’Istituto. Al rappresentante non compete:
l’occuparsi di casi singoli, trattare argomenti di competenza di altri Organi Collegiali come la
didattica e i metodi di insegnamento.
Le famiglie prendono parte alla vita scolastica anche attraverso altri canali, meno istituzionalizzati ma di grande importanza per attivare energie di collaborazione: il rapporto
con il personale scolastico, le proposte di iniziative ludico-educative, la visione di
rappresentazioni legate ai progetti scolastici, la collaborazione nell’allestimento di mostre scolastiche e locali.
La partecipazione dei genitori alla vita scolastica dei figli è fondamentale. La famiglia
ha il dovere imprescindibile di coadiuvare ed assecondare la scuola nel perseguimento degli obiettivi educativi e didattici proposti. Essa ha altresì il dovere di informarsi sistematicamente sui vari aspetti secondo i quali procede l’azione formativa, mettendosi in posizione
di confronto costruttivo con i docenti.
136
Nel rispetto reciproco di competenze e ruoli, scuola e famiglia devono poter camminare insieme e condividere responsabilità ed impegni, al fine di favorire la crescita globale
degli alunni all’interno di piani educativi di sicura efficacia.
La collaborazione tra la scuola e la famiglia è condizione essenziale per il successo
dell’azione didattica e formativa non solo sul piano organizzativo e degli apprendimenti disciplinari, ma soprattutto per la condivisione delle scelte educative.
Risultano quindi importanti i momenti di incontro, di confronto, di scambio di informazioni, che potranno avvenire usufruendo delle seguenti opportunità:
Assemblee di classe
Una all’inizio dell’anno per conoscere i Consigli di Classe e le linee programmatiche di
ciascuno. Una in occasione delle elezioni dei rappresentanti di classe. Vi è inoltre la
possibilità per i genitori di chiedere al Dirigente la convocazione di assemblee di soli
genitori per particolari motivi. Assemblea straordinaria di classe dei genitori in occasione di viaggi di istruzione di più giorni.
Incontri Scuola-Famiglia
Sono previsti per tutti gli ordini di scuola quattro incontri scuola-famiglia da tenersi secondo il piano annuale delle attività.
Orario di ricevimento genitori (scuola secondaria di primo grado)
Durante la mattinata con cadenza mensile, da ottobre a maggio, sulla base di specifico
calendario, previo appuntamento, i genitori possono incontrare i docenti per conoscere
l’andamento scolastico dei propri figli.
Possibilità di incontri per particolari esigenze della famiglia o dei docenti.
Nel primo consiglio di classe, con la presenza dei rappresentanti dei genitori, sarà illustrata discussa la programmazione didattico - educativa annuale.
137
17. Formazione e aggiornamento
18. Valutazione
Introduzione
1. Il Piano dell’Offerta Formativa
2. Missione e finalità educative
3. Scuola, Famiglia e Territorio
4. Organizzazione
5. Analisi dei bisogni formativi
6. Finalità educative
7. L’offerta formativa
8. Funzioni delle risorse umane
9. Organigramma
10. Parole chiave del POF
11. Ampliamento dell’offerta formativa
12. L’inclusione
13. Caratteri, finalità e traguardi del processo formativo
14. Valutazione degli alunni
15. Curricolo verticale d’Istituto
16. Rapporti Scuola - Famiglia
17. FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO
18. Valutazione del P.O.F.
Allegati
138
17. Formazione e aggiornamento
La formazione è un diritto del docente in quanto egli ha diritto alla formazione gratuita
da parte della istituzione, ed è un dovere poiché è parte integrante della sua funzione: gli
utenti del servizio pubblico, nel nostro caso alunni e genitori, infatti, hanno diritto ad un
servizio di qualità.
Una scuola di qualità è una scuola permanentemente attenta ai cambiamenti dei bisogni dei giovani e della società , per cui il docente ha l’obbligo morale di aggiornarsi sulle
didattiche disciplinari e trasversali, sperimentando approcci diversi alle discipline, in modo
da garantire al maggior numero di persone possibili, o meglio, a tutti, la formazione e
l’istruzione che la Costituzione garantisce ai cittadini.
Distinguiamo la formazione dei docenti in autoformazione e formazione assistita che
può assumere varie forme. Al docente, viene chiesto di affrontare l’analisi dell’atto pedagogico non solamente in termini di contenuto e di metodo, ma anche in termini di relazione
educativa sotto forma di comunicazione tra lui e l’allievo.
Per garantire l’efficacia nei processi di crescita professionale e l’efficienza del servizio
scolastico offerto, sono favorite le iniziative che fanno ricorso alla formazione on line, corsi
proposti dall’Ufficio Scolastico Regionale e all’autoformazione.
Il personale individualmente o a gruppi, potrà aderire ad eventuali corsi proposti in
itinere relativi alle linee programmatiche del POF e alla propria professionalità.
All’interno di quest’ottica il Collegio dei docenti può deliberare l’ organizzazione in
loco di corsi relativi all’approfondimento di tematiche opportune per la realizzazione del
Piano dell’Offerta Formativa e per i reali bisogni dei ragazzi.
La scuola dell’autonomia promuove processi di innovazione che richiedono a tutto il
personale della scuola un aggiornamento continuo e ricorrente. La scuola si colloca in un
contesto socio-ambientale caratterizzato da forte complessità e da un accentuato pluralismo
di modelli e di valori per cui tutto il personale della scuola deve far fronte a bisogni ed aspettative non solo di Istruzione ma di Formazione. In questo quadro, in particolare, il docente è impegnato nella progettazione e nella realizzazione dei processi formativi.
L’insegnante è un professionista che interviene in modo sistemico e sistematico, mediante itinerari didattici specifici, finalizzati all’acquisizione di abilità di base e di competenze. Si ritiene, quindi, che l’attività di aggiornamento-formazione debba articolarsi secondo priorità che rispondano alle nuove esigenze.
139
Ogni anno il C.D. formula le proposte per il piano di aggiornamento del personale docente e non docente sulla base dei dati emersi dalla somministrazione dei questionari di rilevazione dei bisogni formativi.
Il Collegio dei Docenti, nel deliberare il Piano annuale delle attività di Aggiornamento
e formazione in servizio, coerentemente con la specifica identità di ciascuna scuola
dell’autonomia e con gli obiettivi e i tempi del P.O.F., individua i bisogni formativi del personale, da soddisfare mediante le risorse assegnate, sulla base di quanto stabilito dalla normativa vigente.
Le tematiche inerenti i bisogni rilevati, in coerenza con le specifiche esigenze
dell’Istituzione scolastica e dei docenti, sono le seguenti:
orientamento;
competenze informatiche di base;
normativa scolastica;
valutazione;
lingua inglese;
La ricaduta positiva delle altre iniziative di formazione verranno segnalate al Collegio
dei docenti. La gestione operativa del Piano approvato dal Collegio è coordinata dal Dirigente Scolastico.
140
Valutazione del P.O.F.
Introduzione
1. Il Piano dell’Offerta Formativa
2. Missione e finalità educative
3. Scuola, Famiglia e Territorio
4. Organizzazione
5. Analisi dei bisogni formativi
6. Finalità educative
7. L’offerta formativa
8. Funzioni delle risorse umane
9. Organigramma
10. Parole chiave del POF
11. Ampliamento dell’offerta formativa
12. L’inclusione
13. Caratteri, finalità e traguardi del processo formativo
14. Valutazione degli alunni
15. Curricolo verticale d’Istituto
16. Rapporti Scuola - Famiglia
17. Formazione e aggiornamento
18. VALUTAZIONE DEL P.O.F.
Alleegati
141
18. Valutazione del POF
Le finalità essenziali della scuola consistono nel favorire con le modalità più efficaci
ed efficienti il conseguimento degli obiettivi di formazione e di educazione che le norme
nazionali individuano, armonizzandoli in un percorso unitario ed integrato con gli obiettivi
specifici che il contesto culturale e socioeconomico del territorio richiede e/o postula.
Definire i profili formativi in uscita degli studenti in termini di conoscenze/competenze, di abilità e di coerenze educative costituisce un fondamentale atto politico
e culturale, in quanto implica - all’interno di un percorso ideativo e decisionale che veda la
partecipazione di tutti gli attori interni ed esterni interessati (dirigente, personale ATA,
genitori, alunni, Ente locale, soggetti pubblici e privati del contesto a vario titolo interessati al funzionamento della scuola) - la definizione dei saperi e degli orientamenti culturali
che saranno utili ai giovani nel futuro prossimo e per tutto l’arco della loro esistenza.
Quest’azione si configura in qualche modo anche come una compartecipazione della
scuola a progettare i lineamenti di sviluppo futuro dai vari punti di vista del territorio e
della società che con esso interagisce.
La scuola per la sua specificità si serve, per ottenere questi obiettivi, del curricolo inteso come percorso di insegnamento e come processo avviato dalla relazione insegnamento/apprendimento.
Risulta, pertanto, evidente la necessità di un forte nesso di congruenza e di coerenza tra:
profili formativi degli studenti e curricolo; nesso che deve legare ciò che si insegna, con
quali modalità e quali strumenti ai risultati formativi desiderati. Il POF o i singoli progetti,
mall disarticolati, ma fra loro profondamente interrelati e integrati in una unitaria intenzionalità formativa, costituiscono quindi il mezzo e lo strumento attraverso il quale la scuola persegue: propri direttivi, garantendo condivisione, trasparenza, rendicontabilità, affidabilità in
relazione al percorso compiuto e ai risultati che con esso si vogliono conseguire.
18.1. Autovalutazione
L’azione di valutazione del POF e/o dei progetti specifici in cui esso si articola - da parte dei soggetti interni all’istituzione scolastica, compresi i genitori e gli alunni che hanno
condiviso il patto formativo - è rivolta a verificare il differenziale tra i risultati previsti e i risultati di fatto attenuti (valutazione di efficacia).
142
Può/deve essere rivolta anche a valutare il livello di produttività delle azioni, cioè
l’ottimizzazione delle risorse impiegate rispetto ai risultati conseguiti (rapporto costi/benefici).
L’autovalutazione implica un percorso di autoanalisi collettiva e/o individuale alla ricerca delle ragioni che hanno - eventualmente - limitato i risultati e rivolto alla formulazione
di ipotesi di miglioramento.
È estremamente importante avere informazioni attendibili anche sulle modalità con cui
l’utenza percepisce la quantità e la qualità del lavoro scolastico.
Criteri per l’autovalutazione
Indicatori di efficienza
del tempo
delle risorse di tipo professionale e umano
delle risorse di tipo strumentale
delle risorse di tipo strutturale
delle risorse di tipo finanziario
delle risorse extrascolastiche di vario genere (finanziario, strutturale, strumentale, umano e professionale).
Indicatori di efficacia
Individuazione dei livelli formativi i più alti possibili, come risposta definitiva ai bisogni e alle esigenze degli alunni e in generale degli utenti;
impiego sinergico e integrato di tutte le risorse
possibili a disposizione della scuola per il conseguimento dei risultati formativi più elevati in quel contesto;
contestualizzazione delle metodologie e degli
strumenti didattici e loro modulazione in rapporto
alle singole e diversificate esigenze;
assunzione di comportamenti da parte degli operatori di tipo problematico, propositivo e tendenzialmente ottimistico;
regolazione nel modo più efficiente possibile della variabile tempo nella gestione dei percorsi formativi;
assicurazione della collaborazione e della sinergia educativa con le famiglie e con il contesto nei
processi formativi degli alunni;
garanzia della sussidiarietà delle risorse professionali fra tutti gli operatori scolastici con particolare
riguardo ai docenti;
controllo costante dei processi formativi degli studenti attraverso opportune azioni di monitoraggio;
assicurazione all’interno dell’istituzione scolastica di un clima di comunicazione efficace, collaborativa, trasparente e focalizzata sulla qualità del servizio garantito all’utenza.
18.2. Strumenti
Griglie, schemi, questionari per la rilevazione dei dati, tabelle dei risultati, relazioni saranno curati dai docenti investiti della Funzione Strumentale corrispondente.
18.3. Valutazione di sistema
143
La valutazione della scuola, del POF, essendo rivolta a rilevare il livello di qualità complessivamente erogato in un arco temporale anche più lungo del singolo anno scolastico, è
articolato in valutazione di contesto, di input, di processo e di prodotto. Tale processo valutativo è inteso come processuale e quindi ciclico.
Si tratta di valutare la qualità delle potenzialità dell’istituzione (il pensato) e le modalità
con cui l’utenza coglie quello che la scuola promette di fare o fa (il percepito o la qualità attesa) e dall’altra parte di valutare ciò che la scuola dichiara contrattualmente di fare (qualità
dichiarata) incrociandolo con ciò che la scuola effettivamente realizza (quantità agita).
18.4. Indicatori di qualità
Contesto
Input
risorse strumentali;
risorse strutturali;
risorse umane;
risorse di servizio;
risorse extrascolastiche (EE.LL. e soggetti pubblici e privati del territorio);
profili formativi degli studenti in ingresso;
famiglie da cui provengono gli alunni;
contesto territoriale.
coerenza dei profili definiti con i bisogni formativi ed educativi degli utenti e del
contesto;
ottimizzazione delle risorse di varia natura interne all’istituzione scolastica con particolare riguardo a quelle umane e professionali;
integrazioni tra risorse interne e risorse esterne di varia natura sulla base di un patto
formativo/educativo condiviso;
uso efficiente delle risorse;
uso efficace delle risorse per il conseguimento dei risultati formativi pattuiti;
predisposizione di un sistema di controllo interno/esterno dei risultati formativi
condivisi;
integrazione dell’istituzione scolastica col territorio nel rispetto dei particolari compiti e responsabilità.
18.5. Indicatori di processo
Assunzione della cultura ipotetico-sperimentale e della ricerca/innovazione;
assunzione della consapevolezza che la scuola e la relazione insegnamentoapprendimento sono sistemi complessi rispetto ai quali non si possono assicurare i risultati, ma procedere per segmenti a livello ipotetico-sperimentale;
assunzione della consapevolezza dell’importanza dell’integrazione e della sinergia didattica ed educativa tra gli operatori scolastici;
assunzione della consapevolezza del rispetto e della valorizzazione delle diversità degli alunni dal punto di vista relazionale, progettuale, didattico e valutativo;
uso appropriato delle procedure della valutazione diagnostica, formativa, sommativa
ed orientativa in favore degli alunni e dei genitori;
condivisione delle procedure di monitoraggio, verifica e valutazione dei processi;
144
assunzione di pratiche di collegialità, di sussidiarietà sostanziale tra gli operatori e di
collaborazione tra gli utenti e i committenti;
focalizzazione esclusivamente centrata sui formandi in termini di risposta ai loro bisogni presenti ed alle relative proiezioni future;
disponibilità a rivedere l’ipotesi (progettuale formativa) in rapporto ai dati forniti dal
monitoraggio;
disponibilità in termini di sussidiarietà e di collaborazione ad assumersi le personali
responsabilità e darne conto.
18.6. Indicatori di prodotto
Verifica dello scarto tra risultati formativi attesi e risultati formativi di fatto raggiunti;
ricerca delle cause che hanno eventualmente determinato lo scarto nei risultati formativi;
valutazione del rapporto costi/benefici;
riattivazione di un processo di autoanalisi circa la valutazione di contesto, di input e di
processo per verificare quale fra le tre fasi e tutte insieme abbiano determinato i risultati formativi inferiori alle attese;
formulazione di nuove ipotesi di intervento per migliorare l’efficacia delle azioni e
quindi la qualità del servizio.
145
Introduzione
1. Il Piano dell’Offerta Formativa
2. Missione e finalità educative
3. Scuola, Famiglia e Territorio
4. Organizzazione
5. Analisi dei bisogni formativi
6. Finalità educative
7. L’offerta formativa
8. Funzioni delle risorse umane
9. Organigramma
10. Parole chiave del POF
11. Ampliamento dell’offerta formativa
12. L’inclusione
13. Caratteri, finalità e traguardi del processo formativo
14. Valutazione degli alunni
15. Curricolo verticale d’Istituto
16. Rapporti Scuola - Famiglia
17. Formazione e aggiornamento
18. Valutazione del P.O.F.
ALLEGATI
146
Allegato 1. Indicazioni nazionali per il curricolo (D.M. n. 254 del
16/11/2012)
Le Indicazioni Nazionali per il Curricolo sono un testo di riferimento unico per tutte le
scuole autonome che sostituisce quelli che, un tempo, si chiamavano “programmi ministeriali”.
Il testo entra in vigore con il decreto ministeriale n. 254 del 16 Novembre 2012 (G.U.
n. 30 del 5 Febbraio 2013) e sostituisce sia le Indicazioni nazionali del 2004 che le Indicazioni per il curricolo del 2007.
Gli obiettivi
Le Indicazioni Nazionali, come previsto con l’autonomia scolastica, forniscono alle
scuole obiettivi di apprendimento e competenze che ogni studente deve acquisire.
Confermano la validità dell’impianto educativo della nostra scuola di base, ma indicano alcune necessità, in un contesto demografico e culturale profondamente mutato, per
garantire a tutti i ragazzi delle solide conoscenze e competenze iniziali.
I contenuti chiave
Dialogo tra discipline: insegnare a ricomporre i grandi oggetti della conoscenza in
prospettiva complessa;
essenzialità: ricerca dei nuclei fondamentali delle discipline;
priorità: maggiore attenzione per una solida acquisizione delle conoscenze e competenze di base, fondamentali per lo sviluppo successivo del sapere e per l’esercizio della cittadinanza;
traguardi: sistema di verifiche periodiche e sistematiche degli apprendimenti. Attenzione per le diversità individuali e valorizzazione dei momenti di passaggio.
Un metodo partecipato
Il valore aggiunto
Un nucleo redazionale di esperti ha lavorato alla revisione delle Indicazioni, basandosi sul testo del 2007;
il testo così predisposto è stato sottoposto a una consultazione nazionale e ad un confronto con le scuole attraverso vari seminari dedicati;
147
un Comitato Scientifico avrà il compito di indirizzare, sostenere e valorizzare le iniziative di formazione e ricerca per aumentare l’efficacia dell’insegnamento.
Le tappe del confronto
Si è chiusa il 7 Luglio 2012 la Consultazione delle scuole sulla bozza delle Indicazioni predisposta dal gruppo redazionale. Nonostante si sia svolta alla fine dell’anno scolastico, hanno partecipato circa 10.000 scuole distribuite su tutte le province.
Ha risposto al questionario nella metà dei casi il Dirigente Scolastico o il suo staff, in
un’altra metà dei casi gruppi di docenti della scuola, sia informali, sia delegati dal collegio
dei docenti. I pareri espressi nei questionari sono stati raccolti e utilizzati per la revisione
finale del testo delle Indicazioni.
A partire da Settembre 2012 sono stati realizzati diversi seminari territoriali in cui si è
potuto approfondire il confronto con dirigenti scolastici e docenti.
La visione
Il contesto è il mondo che cambia
Il paesaggio educativo è diventato estremamente complesso:
apprendimento scolastico è ormai solo una delle tante esperienze formative;
attenuazione delle capacità adulte di presidio del limite e delle regole;
mutate le forme di socialità spontanea;
l’orizzonte territoriale della scuola si allarga (legami con il mondo);
vecchie e nuove forme di emarginazione culturale e analfabetismo;
diffusione tecnologie di informazione e comunicazione (ICT).
La centralità della persona
Lo studente è posto al centro dell’azione educativa in tutti i suoi aspetti: cognitivi, affettivi, relazionali, corporei, estetici, etici, spirituali, religiosi;
formazione della classe come gruppo: gestione dei conflitti e scuola come luogo accogliente;
formulare proposte in relazione costante con i bisogni fondamentali e i desideri di
bambini e adolescenti;
valorizzare simbolicamente i momenti di passaggio della crescita e dell’apprendimento.
Come le Indicazioni trasformano la scuola
La scuola progetta il proprio curricolo sulla base delle Indicazioni:
la scuola deve mettere in relazione la complessità dei nuovi modi di apprendere con
un’opera di guida attenta al metodo;
la scuola deve curare e consolidare le competenze e i saperi di base irrinunciabili;
la scuola deve formare saldamente ogni persona sul piano cognitivo e culturale per affrontare incertezza scenari presenti e futuri;
la scuola deve riconoscere e valorizzare le diverse situazioni individuali presenti nella
classe e saper accettare la sfida che la diversità pone.
148
Articolazione del curricolo
Cultura, scuola, persona
La scuola nel nuovo scenario, Centralità della persona, Per una nuova cittadinanza,
Per un nuovo umanesimo
Finalità generali
Scuola, Costituzione, Europa, Profilo dello studente
L’organizzazione del curricolo
Dalle Indicazioni al curricolo, Aree disciplinari e discipline, Continuità ed unitarietà
del curricolo, Traguardi per lo sviluppo delle competenze, Obiettivi di apprendimento, Valutazione, Certificazione delle competenze, Una scuola di tutti e di ciascuno, Comunità
educativa, comunità professionale, cittadinanza
La scuola dell’infanzia
I bambini, le famiglie, i docenti, l’ambiente di apprendimento, I campi di esperienza
(Il sé e l’altro, Il corpo e il movimento, Immagini, suoni, colori, I discorsi e le parole, La
conoscenza del mondo), Dalla scuola dell’infanzia alla scuola primaria
La scuola del primo ciclo
Il senso dell’esperienza educativa, L’alfabetizzazione culturale di base, Cittadinanza e
Costituzione, L’ambiente di apprendimento (italiano, lingua inglese e seconda lingua comunitaria, storia, geografia, matematica, scienze, musica, arte e immagine, educazione fisica, tecnologia)
Appendice: integrazioni alle Indicazioni nazionali relative all’insegnamento della religione cattolica (DPR 11 febbraio 2010)
Scuola dell’infanzia, Primo ciclo d’istruzione
1.1. La Scuola dell’Infanzia
La scuola dell’infanzia, statale e paritaria, si rivolge a tutte le bambine e i bambini dai
tre ai sei anni di età ed è la risposta al loro diritto all’educazione e alla cura, in coerenza
con i principi di pluralismo culturale ed istituzionale presenti nella Costituzione della Repubblica, nella Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e nei documenti
dell’Unione Europea.
Essa si pone la finalità di promuovere nei bambini lo sviluppo dell’identità,
dell’autonomia, della competenza e li avvia alla cittadinanza.
Consolidare l’identità significa vivere serenamente tutte le dimensioni del proprio io,
stare bene, essere rassicurati nella molteplicità del proprio fare e sentire, sentirsi sicuri in
un ambiente sociale allargato, imparare a conoscersi e ad essere riconosciuti come persona
unica e irripetibile. Vuol dire sperimentare diversi ruoli e forme di identità: quelle di figlio, alunno, compagno, maschio o femmina, abitante di un territorio, membro di un gruppo, appartenente a una comunità sempre più ampia e plurale, caratterizzata da valori comuni, abitudini, linguaggi, riti, ruoli.
Sviluppare l’autonomia significa avere fiducia in sé e fidarsi degli altri; provare soddisfazione nel fare da sé e saper chiedere aiuto o poter esprimere insoddisfazione e frustra-
149
zione elaborando progressivamente risposte e strategie; esprimere sentimenti ed emozioni;
partecipare alle decisioni esprimendo opinioni, imparando ad operare scelte e ad assumere
comportamenti e atteggiamenti sempre più consapevoli.
Acquisire competenze significa giocare, muoversi, manipolare, curiosare, domandare,
imparare a riflettere sull’esperienza attraverso l’esplorazione, l’osservazione e il confronto
tra proprietà, quantità, caratteristiche, fatti; significa ascoltare, e comprendere, narrazioni e
discorsi, raccontare e rievocare azioni ed esperienze e tradurle in tracce personali e condivise; essere in grado di descrivere, rappresentare e immaginare, “ripetere”, con simulazioni e giochi di ruolo, situazioni ed eventi con linguaggi diversi.
Vivere le prime esperienze di cittadinanza significa scoprire l’altro da sé e attribuire
progressiva importanza agli altri e ai loro bisogni; rendersi sempre meglio conto della necessità di stabilire regole condivise; implica il primo esercizio del dialogo che è fondato sulla
reciprocità dell’ascolto, l’attenzione al punto di vista dell’altro e alle diversità di genere, il
primo riconoscimento di diritti e doveri uguali per tutti; significa porre le fondamenta di un
comportamento eticamente orientato, rispettoso degli altri, dell’ambiente e della natura.
Tali finalità sono perseguite attraverso l’organizzazione di un ambiente di vita, di relazioni e di apprendimento di qualità, garantito dalla professionalità degli operatori e dal
dialogo sociale ed educativo con le famiglie e con la comunità.
I bambini
I bambini sono il nostro futuro e la ragione più profonda per conservare e migliorare
la vita comune sul nostro pianeta. Sono espressione di un mondo complesso e inesauribile,
di energie, potenzialità, sorprese e anche di fragilità - che vanno conosciute, osservate e
accompagnate con cura, studio, responsabilità e attesa. Sono portatori di speciali e inalienabili diritti, codificati internazionalmente, che la scuola per prima è chiamata a rispettare.
I bambini giungono alla scuola dell’infanzia con una storia: in famiglia, al nido di infanzia o alla sezione primavera hanno imparato a muoversi e ad entrare in contatto con gli
altri con livelli crescenti, ma ancora incerti, di autonomia; hanno sperimentato le prime e
più importanti relazioni; hanno vissuto emozioni ed interpretato ruoli attraverso il gioco e
la parola; hanno intuito i tratti fondamentali della loro cultura, hanno iniziato a porsi domande di senso sul mondo e la vita.
Ogni bambino è, in sé, diverso ed unico e riflette anche la diversità degli ambienti di
provenienza che oggi conoscono una straordinaria differenziazione di modelli antropologici ed educativi, che comprendono famiglie equilibrate e ricche di proposte educative accanto ad altre più fragili e precarie; una presenza genitoriale sicura ma anche situazioni diverse di assenza; il rispetto per chi è bambino insieme al rischio della frettolosità e del
precoce coinvolgimento nelle dinamiche della vita adulta.
I bambini sono alla ricerca di legami affettivi e di punti di riferimento, di conferme e di
serenità e, al contempo, di nuovi stimoli emotivi, sociali, culturali, di ritualità, ripetizioni,
narrazioni, scoperte.
La scuola dell’infanzia si presenta come un ambiente protettivo, capace di accogliere
le diversità e di promuovere le potenzialità di tutti i bambini, che fra i tre e i sei anni e-
150
sprimono una grande ricchezza di bisogni ed emozioni, che sono pronti ad incontrare e
sperimentare nuovi linguaggi, che pongono a se stessi, ai coetanei e agli adulti domande
impegnative e inattese, che osservano e interrogano la natura, che elaborano le prime ipotesi sulle cose, sugli eventi, sul corpo, sulle relazioni, sulla lingua, sui diversi sistemi simbolici e sui media, dei quali spesso già fruiscono non soltanto e non sempre in modo passivo; e sull’esistenza di altri punti di vista.
La scuola dell’infanzia riconosce questa pluralità di elementi che creano tante possibilità di crescita, emotiva e cognitiva insieme, per far evolvere le potenzialità di tutti e di
ciascuno, creare la disponibilità nei bambini a fidarsi e ad essere accompagnati,
nell’avventura della conoscenza. La scuola promuove lo star bene e un sereno apprendimento attraverso la cura degli ambienti, la predisposizione degli spazi educativi, la conduzione attenta dell’intera giornata scolastica.
Le famiglie
Le famiglie sono il contesto più influente per lo sviluppo affettivo e cognitivo dei
bambini. Nella diversità di stili di vita, di culture, di scelte etiche e religiose, esse sono
portatrici di risorse che devono essere valorizzate nella scuola, per far crescere una solida
rete di scambi comunicativi e di responsabilità condivise.
Per i genitori che provengono da altre nazioni e che sono impegnati in progetti di vita
di varia durata per i loro figli nel nostro paese, la scuola si offre come uno spazio pubblico
per costruire rapporti di fiducia e nuovi legami di comunità. Modelli culturali ed educativi,
esperienze religiose diverse, ruoli sociali e di genere hanno modo di confrontarsi, di rispettarsi e di evolvere verso i valori di convivenza in una società aperta e democratica.
Le famiglie dei bambini con disabilità trovano nella scuola un adeguato supporto capace di promuovere le risorse dei loro figli, attraverso il riconoscimento delle differenze e
la costruzione di ambienti educativi accoglienti e inclusivi, in modo che ciascun bambino
possa trovare attenzioni specifiche ai propri bisogni e condividere con gli altri il proprio
percorso di formazione.
I docenti
La presenza di insegnanti motivati, preparati, attenti alle specificità dei bambini e dei
gruppi di cui si prendono cura, è un indispensabile fattore di qualità per la costruzione di
un ambiente educativo accogliente, sicuro, ben organizzato, capace di suscitare la fiducia
dei genitori e della comunità.
Lo stile educativo dei docenti si ispira a criteri di ascolto, accompagnamento, interazione partecipata, mediazione comunicativa, con una continua capacità di osservazione del
bambino, di presa in carico del suo “mondo”, di lettura delle sue scoperte, di sostegno e
incoraggiamento all’evoluzione dei suoi apprendimenti verso forme di conoscenza sempre
più autonome e consapevoli.
La progettualità si esplica nella capacità di dare senso e intenzionalità all’intreccio di
spazi, tempi, routine e attività, promuovendo un coerente contesto educativo, attraverso
un’appropriata regia pedagogica.
151
La professionalità docente si arricchisce attraverso il lavoro collaborativo, la formazione continua in servizio, la riflessione sulla pratica didattica, il rapporto adulto con i saperi e la cultura. La costruzione di una comunità professionale ricca di relazioni, orientata
all’innovazione e alla condivisione di conoscenze, è stimolata dalla funzione di leadership
educativa della dirigenza e dalla presenza di forme di coordinamento pedagogico.
L’ambiente di apprendimento
Il curricolo della scuola dell’infanzia non coincide con la sola organizzazione delle attività didattiche che si realizzano nella sezione e nelle intersezioni, negli spazi esterni, nei
laboratori, negli ambienti di vita comune, ma si esplica in un’equilibrata integrazione di
momenti di cura, di relazione, di apprendimento, dove le stesse routine (l’ingresso, il pasto, la cura del corpo, il riposo, ecc.) svolgono una funzione di regolazione dei ritmi della
giornata e si offrono come “base sicura” per nuove esperienze e nuove sollecitazioni.
L’apprendimento avviene attraverso l’azione, l’esplorazione, il contatto con gli oggetti, la natura, l’arte, il territorio, in una dimensione ludica, da intendersi come forma tipica
di relazione e di conoscenza. Nel gioco, particolarmente in quello simbolico, i bambini si
esprimono, raccontano, rielaborano in modo creativo le esperienze personali e sociali. Nella relazione educativa, gli insegnanti svolgono una funzione di mediazione e di facilitazione e, nel fare propria la ricerca dei bambini, li aiutano a pensare e a riflettere meglio, sollecitandoli a osservare, descrivere, narrare, fare ipotesi, dare e chiedere spiegazioni in contesti cooperativi e di confronto diffuso.
L’organizzazione degli spazi e dei tempi diventa elemento di qualità pedagogica
dell’ambiente educativo e pertanto deve essere oggetto di esplicita progettazione e verifica. In particolare:
lo spazio dovrà essere accogliente, caldo, ben curato, orientato dal gusto estetico, espressione della pedagogia e delle scelte educative di ciascuna scuola. Lo spazio parla
dei bambini, del loro valore, dei loro bisogni di gioco, di movimento, di espressione,
di intimità e di socialità, attraverso l’ambientazione fisica, la scelta di arredamenti e
oggetti volti a creare un luogo funzionale e invitante;
il tempo disteso consente al bambino di vivere con serenità la propria giornata, di giocare, esplorare, parlare, capire, sentirsi padrone di sé e delle attività che sperimenta e
nelle quali si esercita.
L’osservazione, nelle sue diverse modalità, rappresenta uno strumento fondamentale
per conoscere e accompagnare il bambino in tutte le sue dimensioni di sviluppo, rispettandone l’originalità, l’unicità, le potenzialità attraverso un atteggiamento di ascolto, empatia
e rassicurazione. La pratica della documentazione va intesa come processo che produce
tracce, memoria e riflessione, negli adulti e nei bambini, rendendo visibili le modalità e i
percorsi di formazione e permettendo di apprezzare i progressi dell’apprendimento individuale e di gruppo.
L’attività di valutazione nella scuola dell’infanzia risponde ad una funzione di carattere formativo, che riconosce, accompagna, descrive e documenta i processi di crescita, evita di classificare e giudicare le prestazioni dei bambini, perché è orientata a esplorare e in-
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coraggiare lo sviluppo di tutte le loro potenzialità. Analogamente, per l’istituzione scolastica, le pratiche dell’autovalutazione, della valutazione esterna, della rendicontazione sociale, sono volte al miglioramento continuo della qualità educativa.
I campi di esperienza
Gli insegnanti accolgono, valorizzano ed estendono le curiosità, le esplorazioni, le
proposte dei bambini e creano occasioni di apprendimento per favorire l’organizzazione di
ciò che i bambini vanno scoprendo.
L’esperienza diretta, il gioco, il procedere per tentativi ed errori, permettono al bambino, opportunamente guidato, di approfondire e sistematizzare gli apprendimenti. Ogni
campo di esperienza offre un insieme di oggetti, situazioni, immagini e linguaggi, riferiti
ai sistemi simbolici della nostra cultura, capaci di evocare, stimolare, accompagnare apprendimenti progressivamente più sicuri.
Nella scuola dell’infanzia i traguardi per lo sviluppo della competenza suggeriscono
all’insegnante orientamenti, attenzioni e responsabilità nel creare piste di lavoro per organizzare attività ed esperienze volte a promuovere la competenza, che a questa età va intesa
in modo globale e unitario.
Il sé e l’altro
Traguardi per lo sviluppo della competenza:
il bambino gioca in modo costruttivo e creativo con gli altri, sa argomentare, confrontarsi, sostenere le proprie ragioni con adulti e bambini;
sviluppa il senso dell’identità personale, percepisce le proprie esigenze e i propri sentimenti, sa esprimerli in modo sempre più adeguato;
sa di avere una storia personale e familiare, conosce le tradizioni della famiglia, della
comunità e le mette a confronto con altre;
riflette, si confronta, discute con gli adulti e con gli altri bambini e comincia e riconoscere la reciprocità di attenzione tra chi parla e chi ascolta;
pone domande sui temi esistenziali e religiosi, sulle diversità culturali, su ciò che è
bene o male, sulla giustizia, e ha raggiunto una prima consapevolezza dei propri diritti
e doveri, delle regole del vivere insieme;
si orienta nelle prime generalizzazioni di passato, presente, futuro e si muove con crescente sicurezza e autonomia negli spazi che gli sono familiari, modulando progressivamente voce e movimento anche in rapporto con gli altri e con le regole condivise;
riconosce i più importanti segni della sua cultura e del territorio, le istituzioni, i servizi pubblici, il funzionamento delle piccole comunità e della città.
Il corpo e il movimento
Traguardi per lo sviluppo della competenza:
il bambino vive pienamente la propria corporeità, ne percepisce il potenziale comunicativo ed espressivo, matura condotte che gli consentono una buona autonomia nella
gestione della giornata a scuola;
153
riconosce i segnali e i ritmi del proprio corpo, le differenze sessuali e di sviluppo e
adotta pratiche corrette di cura di sé, di igiene e di sana alimentazione;
prova piacere nel movimento e sperimenta schemi posturali e motori, li applica nei
giochi individuali e di gruppo, anche con l’uso di piccoli attrezzi ed è in grado di adattarli alle situazioni ambientali all’interno della scuola e all’aperto;
controlla l’esecuzione del gesto, valuta il rischio, interagisce con gli altri nei giochi di
movimento, nella musica, nella danza, nella comunicazione espressiva;
riconosce il proprio corpo, le sue diverse parti e rappresenta il corpo fermo e in movimento.
Immagini, suoni, colori
Traguardi per lo sviluppo della competenza:
il bambino comunica, esprime emozioni, racconta, utilizzando le varie possibilità che
il linguaggio del corpo consente;
inventa storie e sa esprimerle attraverso la drammatizzazione, il disegno, la pittura e
altre attività manipolative; utilizza materiali e strumenti, tecniche espressive e creative; esplora le potenzialità offerte dalle tecnologie;
segue con curiosità e piacere spettacoli di vario tipo (teatrali, musicali, visivi, di animazione …); sviluppa interesse per l’ascolto della musica e per la fruizione di opere d’arte;
scopre il paesaggio sonoro attraverso attività di percezione e produzione musicale utilizzando voce, corpo e oggetti;
sperimenta e combina elementi musicali di base, producendo semplici sequenze sonoro-musicali;
esplora i primi alfabeti musicali, utilizzando anche i simboli di una notazione informale per codificare i suoni percepiti e riprodurli.
I discorsi e le parole
Traguardi per lo sviluppo della competenza:
il bambino usa la lingua italiana, arricchisce e precisa il proprio lessico, comprende
parole e discorsi, fa ipotesi sui significati;
sa esprimere e comunicare agli altri emozioni, sentimenti, argomentazioni attraverso il
linguaggio verbale che utilizza in differenti situazioni comunicative;
sperimenta rime, filastrocche, drammatizzazioni; inventa nuove parole, cerca somiglianze e analogie tra i suoni e i significati;
ascolta e comprende narrazioni, racconta e inventa storie, chiede e offre spiegazioni,
usa il linguaggio per progettare attività e per definirne regole;
ragiona sulla lingua, scopre la presenza di lingue diverse, riconosce e sperimenta la
pluralità dei linguaggi, si misura con la creatività e la fantasia;
si avvicina alla lingua scritta, esplora e sperimenta prime forme di comunicazione attraverso la scrittura, incontrando anche le tecnologie digitali e i nuovi media.
La conoscenza del mondo
Traguardi per lo sviluppo della competenza:
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il bambino raggruppa e ordina oggetti e materiali secondo criteri diversi, ne identifica
alcune proprietà, confronta e valuta quantità; utilizza simboli per registrarle; esegue
misurazioni usando strumenti alla sua portata;
sa collocare le azioni quotidiane nel tempo della giornata e della settimana;
riferisce correttamente eventi del passato recente; sa dire cosa potrà succedere in un
futuro immediato e prossimo;
osserva con attenzione il suo corpo, gli organismi viventi e i loro ambienti, i fenomeni
naturali, accorgendosi dei loro cambiamenti;
si interessa a macchine e strumenti tecnologici, sa scoprirne le funzioni e i possibili usi;
ha familiarità sia con le strategie del contare e dell’operare con i numeri sia con quelle
necessarie per eseguire le prime misurazioni di lunghezze, pesi, e altre quantità;
individua le posizioni di oggetti e persone nello spazio, usando termini come avanti/dietro, sopra/sotto, destra/sinistra, ecc; segue correttamente un percorso sulla base
di indicazioni verbali.
Dalla scuola dell’infanzia alla scuola primaria
Ogni campo di esperienza offre specifiche opportunità di apprendimento, ma contribuisce allo stesso tempo a realizzare i compiti di sviluppo pensati unitariamente per i
bambini dai tre ai sei anni, in termini di identità (costruzione del sé, autostima, fiducia nei
propri mezzi), di autonomia (rapporto sempre più consapevole con gli altri), di competenza (come elaborazione di conoscenze, abilità, atteggiamenti), di cittadinanza (come attenzione alle dimensioni etiche e sociali).
Al termine del percorso triennale della scuola dell’infanzia, è ragionevole attendersi
che ogni bambino abbia sviluppato alcune competenze di base che strutturano la sua crescita personale, quali:
riconosce ed esprime le proprie emozioni, è consapevole di desideri e paure, avverte
gli stati d’animo propri e altrui;
ha un positivo rapporto con la propria corporeità, ha maturato una sufficiente fiducia
in sé, è progressivamente consapevole delle proprie risorse e dei propri limiti, quando
occorre sa chiedere aiuto;
manifesta curiosità e voglia di sperimentare, interagisce con le cose, l’ambiente e le
persone, percependone le reazioni ed i cambiamenti;
condivide esperienze e giochi, utilizza materiali e risorse comuni, affronta gradualmente i conflitti e ha iniziato a riconoscere le regole del comportamento nei contesti
privati e pubblici;
ha sviluppato l’attitudine a porre e a porsi domande di senso su questioni etiche e morali;
coglie diversi punti di vista, riflette e negozia significati, utilizza gli errori come fonte
di conoscenza;
sa raccontare, narrare, descrivere situazioni ed esperienze vissute, comunica e si esprime con una pluralità di linguaggi, utilizza con sempre maggiore proprietà la lingua italiana;
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dimostra prime abilità di tipo logico, inizia ad interiorizzare le coordinate spaziotemporali e ad orientarsi nel mondo dei simboli, delle rappresentazioni, dei media,
delle tecnologie;
rileva le caratteristiche principali di eventi, oggetti, situazioni, formula ipotesi, ricerca
soluzioni a situazioni problematiche di vita quotidiana;
è attento alle consegne, si appassiona, porta a termine il lavoro, diventa consapevole
dei processi realizzati e li documenta;
si esprime in modo personale, con creatività e partecipazione, è sensibile alla pluralità
di culture, lingue, esperienze.
1.2. La scuola del primo ciclo
Il primo ciclo d’istruzione comprende la scuola primaria e la scuola secondaria di primo
grado. Ricopre un arco di tempo fondamentale per l’apprendimento e lo sviluppo dell’identità
degli alunni, nel quale si pongono le basi e si acquisiscono gradualmente le competenze indispensabili per continuare ad apprendere a scuola e lungo l’intero arco della vita.
La finalità del primo ciclo è l’acquisizione delle conoscenze e delle abilità fondamentali per sviluppare le competenze culturali di base nella prospettiva del pieno sviluppo della persona. Per realizzare tale finalità la scuola concorre con altre istituzioni alla rimozione
di ogni ostacolo alla frequenza; cura l’accesso facilitato per gli alunni con disabilità; previene l’evasione dell’obbligo scolastico e contrasta la dispersione; valorizza il talento e le
inclinazioni di ciascuno; persegue con ogni mezzo il miglioramento della qualità del sistema di istruzione.
In questa prospettiva ogni scuola pone particolare attenzione ai processi di apprendimento di tutti gli alunni e di ciascuno di essi, li accompagna nell’elaborare il senso della
propria esperienza, promuove la pratica consapevole della cittadinanza.
Il senso dell’esperienza educativa
Fin dai primi anni la scuola promuove un percorso di attività nel quale ogni alunno
possa assumere un ruolo attivo nel proprio apprendimento, sviluppare al meglio le inclinazioni, esprimere le curiosità, riconoscere ed intervenire sulle difficoltà, assumere sempre
maggiore consapevolezza di sé, avviarsi a costruire un proprio progetto di vita. Così la
scuola svolge un fondamentale ruolo educativo e di orientamento, fornendo all’alunno le
occasioni per acquisire consapevolezza delle sue potenzialità e risorse, per progettare la realizzazione di esperienze significative e verificare gli esiti conseguiti in relazione alle attese. Tutta la scuola in genere ha una funzione orientativa in quanto preparazione alle scelte
decisive della vita, ma in particolare la scuola del primo ciclo, con la sua unitarietà e progressiva articolazione disciplinare, intende favorire l’orientamento verso gli studi successivi mediante esperienze didattiche non ripiegate su se stesse ma aperte e stimolanti, finalizzate a suscitare la curiosità dell’alunno e a fargli mettere alla prova le proprie capacità.
La scuola propone situazioni e contesti in cui gli alunni riflettono per capire il mondo
e se stessi, diventano consapevoli che il proprio corpo è un bene di cui prendersi cura, trovano stimoli per sviluppare il pensiero analitico e critico, imparano ad imparare, coltivano
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la fantasia e il pensiero originale, si confrontano per ricercare significati e condividere
possibili schemi di comprensione della realtà, riflettendo sul senso e le conseguenze delle
proprie scelte. Favorisce lo sviluppo delle capacità necessarie per imparare a leggere le
proprie emozioni e a gestirle, per porsi obiettivi non immediati e perseguirli. Promuove
inoltre quel primario senso di responsabilità che si traduce nel fare bene il proprio lavoro e
nel portarlo a termine, nell’avere cura di sé, degli oggetti, degli ambienti che si frequentano, sia naturali sia sociali.
Sollecita gli alunni a un’attenta riflessione sui comportamenti di gruppo al fine di individuare quegli atteggiamenti che violano la dignità della persona e il rispetto reciproco,
li orienta a sperimentare situazioni di studio e di vita dove sviluppare atteggiamenti positivi ed imparare a collaborare con altri.
Segue con attenzione le diverse condizioni nelle quali si sviluppa l’identità di genere,
che nella preadolescenza ha la sua stagione cruciale.
Crea favorevoli condizioni di ascolto e di espressione tra coetanei e guida i ragazzi nella
comprensione critica dei messaggi provenienti dalla società nelle loro molteplici forme.
Di fronte alla complessa realtà sociale, la scuola ha bisogno di stabilire con i genitori
rapporti non episodici o dettati dall’emergenza, ma costruiti dentro un progetto educativo
condiviso e continuo. La consapevolezza dei cambiamenti intervenuti nella società e nella
scuola richiede la messa in atto di un rinnovato rapporto di corresponsabilità formativa
con le famiglie, in cui con il dialogo si costruiscano cornici di riferimento condivise e si
dia corpo a una progettualità comune nel rispetto dei diversi ruoli.
L’alfabetizzazione culturale di base
Il compito specifico del primo ciclo è quello di promuovere l’alfabetizzazione di base
attraverso l’acquisizione dei linguaggi e dei codici che costituiscono la struttura della nostra cultura, in un orizzonte allargato alle altre culture con cui conviviamo e all’uso consapevole dei nuovi media.
Si tratta di una alfabetizzazione culturale e sociale che include quella strumentale, da
sempre sintetizzata nel “leggere, scrivere e far di conto”, e la potenzia attraverso i linguaggi e i saperi delle varie discipline.
All’alfabetizzazione culturale e sociale concorre in via prioritaria l’educazione plurilingue e interculturale. La lingua materna, la lingua di scolarizzazione e le lingue europee,
in quanto lingue dell’educazione, contribuiscono infatti a promuovere i diritti del soggetto
al pieno sviluppo della propria identità nel contatto con l’alterità linguistica e culturale.
L’educazione plurilingue e interculturale rappresenta una risorsa funzionale alla valorizzazione delle diversità e al successo scolastico di tutti e di ognuno ed è presupposto per
l’inclusione sociale e per la partecipazione democratica.
La scuola primaria mira all’acquisizione degli apprendimenti di base, come primo esercizio dei diritti costituzionali. Ai bambini e alle bambine che la frequentano offre
l’opportunità di sviluppare le dimensioni cognitive, emotive, affettive, sociali, corporee,
etiche e religiose, e di acquisire i saperi irrinunciabili. Si pone come scuola formativa che,
attraverso gli alfabeti caratteristici di ciascuna disciplina, permette di esercitare differenti
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stili cognitivi, ponendo così le premesse per lo sviluppo del pensiero riflessivo e critico.
Per questa via si formano cittadini consapevoli e responsabili a tutti i livelli, da quello locale a quello europeo.
La padronanza degli strumenti culturali di base è ancor più importante per bambini
che vivono in situazioni di svantaggio: più solide saranno le capacità acquisite nella scuola
primaria, maggiori saranno le probabilità di inclusione sociale e culturale attraverso il sistema dell’istruzione.
Nella scuola secondaria di primo grado si realizza l’accesso alle discipline come punti di vista sulla realtà e come modalità di conoscenza, interpretazione e rappresentazione del mondo.
La valorizzazione delle discipline avviene pienamente quando si evitano due rischi: sul
piano culturale, quello della frammentazione dei saperi; sul piano didattico, quello
dell’impostazione trasmissiva. Le discipline non vanno presentate come territori da proteggere
definendo confini rigidi, ma come chiavi interpretative disponibili ad ogni possibile utilizzazione. I problemi complessi richiedono, per essere esplorati, che i diversi punti di vista disciplinari dialoghino e che si presti attenzione alle zone di confine e di cerniera fra discipline.
Nella scuola secondaria di primo grado vengono favorite una più approfondita padronanza delle discipline e un’articolata organizzazione delle conoscenze, nella prospettiva
dell’elaborazione di un sapere sempre meglio integrato e padroneggiato.
Le competenze sviluppate nell’ambito delle singole discipline concorrono a loro volta
alla promozione di competenze più ampie e trasversali, che rappresentano una condizione
essenziale per la piena realizzazione personale e per la partecipazione attiva alla vita sociale, orientate ai valori della convivenza civile e del bene comune. Le competenze per
l’esercizio della cittadinanza attiva sono promosse continuamente nell’ambito di tutte le
attività di apprendimento, utilizzando e finalizzando opportunamente i contributi che ciascuna disciplina può offrire.
Cittadinanza e Costituzione
È compito peculiare di questo ciclo scolastico porre le basi per l’esercizio della cittadinanza attiva, potenziando e ampliando gli apprendimenti promossi nella scuola dell’infanzia.
L’educazione alla cittadinanza viene promossa attraverso esperienze significative che
consentano di apprendere il concreto prendersi cura di se stessi, degli altri e dell’ambiente
e che favoriscano forme di cooperazione e di solidarietà. Questa fase del processo formativo è il terreno favorevole per lo sviluppo di un’adesione consapevole a valori condivisi e
di atteggiamenti cooperativi e collaborativi che costituiscono la condizione per praticare la
convivenza civile.
Obiettivi irrinunciabili dell’educazione alla cittadinanza sono la costruzione del senso
di legalità e lo sviluppo di un’etica della responsabilità, che si realizzano nel dovere di
scegliere e agire in modo consapevole e che implicano l’impegno a elaborare idee e a
promuovere azioni finalizzate al miglioramento continuo del proprio contesto di vita, a
partire dalla vita quotidiana a scuola e dal personale coinvolgimento in routine consuetudinarie che possono riguardare la pulizia e il buon uso dei luoghi, la cura del giardino o
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del cortile, la custodia dei sussidi, la documentazione, le prime forme di partecipazione alle decisioni comuni, le piccole riparazioni, l’organizzazione del lavoro comune, ecc.
Accanto ai valori e alle competenze inerenti la cittadinanza, la scuola del primo ciclo
include nel proprio curricolo la prima conoscenza della Costituzione della Repubblica italiana. Gli allievi imparano così a riconoscere e a rispettare i valori sanciti e tutelati nella
Costituzione, in particolare i diritti inviolabili di ogni essere umano (articolo 2), il riconoscimento della pari dignità sociale (articolo 3), il dovere di contribuire in modo concreto
alla qualità della vita della società (articolo 4), la libertà di religione (articolo 8), le varie
forme di libertà (articoli 13-21). Imparano altresì l’importanza delle procedure
nell’esercizio della cittadinanza e la distinzione tra diversi compiti, ruoli e poteri. Questo
favorisce una prima conoscenza di come sono organizzate la nostra società (articoli 35-54)
e le nostre istituzioni politiche (articoli 55-96). Al tempo stesso contribuisce a dare un valore più largo e consapevole alla partecipazione alla vita della scuola intesa come comunità che funziona sulla base di regole condivise.
Parte integrante dei diritti costituzionali e di cittadinanza è il diritto alla parola (articolo 21) il cui esercizio dovrà essere prioritariamente tutelato ed incoraggiato in ogni contesto scolastico e in ciascun alunno, avendo particolare attenzione a sviluppare le regole di
una conversazione corretta. È attraverso la parola e il dialogo tra interlocutori che si rispettano reciprocamente, infatti, che si costruiscono significati condivisi e si opera per sanare
le divergenze, per acquisire punti di vista nuovi, per negoziare e dare un senso positivo alle differenze così come per prevenire e regolare i conflitti.
La lingua italiana costituisce il primo strumento di comunicazione e di accesso ai saperi.
La lingua scritta, in particolare, rappresenta un mezzo decisivo per l’esplorazione del mondo,
l’organizzazione del pensiero e per la riflessione sull’esperienza e il sapere dell’umanità.
È responsabilità di tutti i docenti garantire la padronanza della lingua italiana, valorizzando al contempo gli idiomi nativi e le lingue comunitarie. Così intesa, la scuola diventa
luogo privilegiato di apprendimento e di confronto libero e pluralistico.
L’ambiente di apprendimento
Una buona scuola primaria e secondaria di primo grado si costituisce come un contesto idoneo a promuovere apprendimenti significativi e a garantire il successo formativo
per tutti gli alunni.
A tal fine è possibile indicare, nel rispetto dell’autonomia delle scuole e della libertà
di insegnamento, alcuni principi metodologici che contraddistinguono un’efficace azione
formativa senza pretesa di esaustività.
L’acquisizione dei saperi richiede un uso flessibile degli spazi, a partire dalla stessa
aula scolastica, ma anche la disponibilità di luoghi attrezzati che facilitino approcci operativi alla conoscenza per le scienze, la tecnologia, le lingue comunitarie, la produzione musicale, il teatro, le attività pittoriche, la motricità.
Particolare importanza assume la biblioteca scolastica, anche in una prospettiva multimediale, da intendersi come luogo privilegiato per la lettura e la scoperta di una pluralità
di libri e di testi, che sostiene lo studio autonomo e l’apprendimento continuo; un luogo
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pubblico, fra scuola e territorio, che favorisce la partecipazione delle famiglie, agevola i
percorsi di integrazione, crea ponti tra lingue, linguaggi, religioni e culture.
Valorizzare l’esperienza e le conoscenze degli alunni, per ancorarvi nuovi contenuti.
Nel processo di apprendimento l’alunno porta una grande ricchezza di esperienze e conoscenze acquisite fuori dalla scuola e attraverso i diversi media oggi disponibili a tutti, mette in gioco aspettative ed emozioni, si presenta con una dotazione di informazioni, abilità,
modalità di apprendere che l’azione didattica dovrà opportunamente richiamare, esplorare,
problematizzare. In questo modo l’allievo riesce a dare senso a quello che va imparando.
Attuare interventi adeguati nei riguardi delle diversità, per fare in modo che non diventino disuguaglianze. Le classi sono oggi caratterizzate da molteplici diversità, legate alle
differenze nei modi e nei livelli di apprendimento, alle specifiche inclinazioni e ai personali
interessi, a particolari stati emotivi e affettivi. La scuola deve progettare e realizzare percorsi didattici specifici per rispondere ai bisogni educativi degli allievi. Particolare attenzione va rivolta agli alunni con cittadinanza non italiana i quali, ai fini di una piena integrazione, devono acquisire sia un adeguato livello di uso e controllo della lingua italiana per
comunicare e avviare i processi di apprendimento, sia una sempre più sicura padronanza
linguistica e culturale per proseguire nel proprio itinerario di istruzione. Tra loro vi sono
alunni giunti da poco in Italia (immigrati “di prima generazione”) e alunni nati in Italia
(immigrati “di seconda generazione”). Questi alunni richiedono interventi differenziati che
non devono investire il solo insegnamento della lingua italiana ma la progettazione didattica complessiva della scuola e quindi dei docenti di tutte le discipline. L’integrazione degli
alunni con disabilità nelle scuole comuni, inoltre, anche se è da tempo un fatto culturalmente e normativamente acquisito e consolidato, richiede un’effettiva progettualità, utilizzando
le forme di flessibilità previste dall’autonomia e le opportunità offerte dalle tecnologie.
Favorire l’esplorazione e la scoperta, al fine di promuovere il gusto per la ricerca di
nuove conoscenze. In questa prospettiva, la problematizzazione svolge una funzione insostituibile: sollecita gli alunni a individuare problemi, a sollevare domande, a mettere in discussione le conoscenze già elaborate, a trovare appropriate piste d’indagine, a cercare soluzioni originali.
Incoraggiare l’apprendimento collaborativo. Imparare non è solo un processo individuale. La dimensione sociale dell’apprendimento svolge un ruolo significativo. In tal senso, molte sono le forme di interazione e collaborazione che possono essere introdotte
(dall’aiuto reciproco all’apprendimento cooperativo, all’apprendimento tra pari), sia
all’interno della classe, sia attraverso la formazione di gruppi di lavoro con alunni di classi
e di età diverse. A questo scopo risulta molto efficace l’utilizzo delle nuove tecnologie che
permettono agli alunni di operare insieme per costruire nuove conoscenze, ad esempio attraverso ricerche sul web e per corrispondere con coetanei anche di altri paesi.
Promuovere la consapevolezza del proprio modo di apprendere, al fine di “imparare
ad apprendere”. Riconoscere le difficoltà incontrate e le strategie adottate per superarle,
prendere atto degli errori commessi, ma anche comprendere le ragioni di un insuccesso,
conoscere i propri punti di forza, sono tutte competenze necessarie a rendere l’alunno consapevole del proprio stile di apprendimento e capace di sviluppare autonomia nello studio.
Occorre che l’alunno sia attivamente impegnato nella costruzione del suo sapere e di un
160
suo metodo di studio, sia sollecitato a riflettere su come e quanto impara, sia incoraggiato
a esplicitare i suoi modi di comprendere e a comunicare ad altri i traguardi raggiunti. Ogni
alunno va posto nelle condizioni di capire il compito assegnato e i traguardi da raggiungere, riconoscere le difficoltà e stimare le proprie abilità, imparando così a riflettere sui propri risultati, valutare i progressi compiuti, riconoscere i limiti e le sfide da affrontare, rendersi conto degli esiti delle proprie azioni e trarne considerazioni per migliorare.
Realizzare attività didattiche in forma di laboratorio, per favorire l’operatività e allo
stesso tempo il dialogo e la riflessione su quello che si fa. Il laboratorio, se ben organizzato, è la modalità di lavoro che meglio incoraggia la ricerca e la progettualità, coinvolge gli
alunni nel pensare, realizzare, valutare attività vissute in modo condiviso e partecipato con
altri, e può essere attivata sia nei diversi spazi e occasioni interni alla scuola sia valorizzando il territorio come risorsa per l’apprendimento.
Italiano
Lo sviluppo di competenze linguistiche ampie e sicure è una condizione indispensabile per la crescita della persona e per l’esercizio pieno della cittadinanza, per l’accesso critico a tutti gli ambiti culturali e per il raggiungimento del successo scolastico in ogni settore di studio. Per realizzare queste finalità estese e trasversali, è necessario che
l’apprendimento della lingua sia oggetto di specifiche attenzioni da parte di tutti i docenti,
che in questa prospettiva coordineranno le loro attività.
Nel nostro paese l’apprendimento della lingua avviene oggi in uno spazio antropologico caratterizzato da una varietà di elementi: la persistenza, anche se quanto mai ineguale
e diversificata, della dialettofonia; la ricchezza e la varietà delle lingue minoritarie; la
compresenza di più lingue di tutto il mondo; la presenza infine dell’italiano parlato e scritto con livelli assai diversi di padronanza e con marcate varianti regionali. Tutto questo
comporta che nell’esperienza di molti bambini e ragazzi l’italiano rappresenti una seconda
lingua. La cura costante rivolta alla progressiva padronanza dell’italiano implica, dunque,
che l’apprendimento della lingua italiana avvenga a partire dalle competenze linguistiche e
comunicative che gli allievi hanno già maturato nell’idioma nativo e guardi al loro sviluppo in funzione non solo del miglior rendimento scolastico, ma come componente essenziale delle abilità per la vita.
Data la complessità dello sviluppo linguistico, che si intreccia strettamente con quello
cognitivo e richiede tempi lunghi e distesi, si deve tener presente che i traguardi per la
scuola secondaria costituiscono un’evoluzione di quelli della primaria e che gli obiettivi di
ciascun livello sono uno sviluppo di quelli del livello precedente.
Nel primo ciclo di istruzione devono essere acquisiti gli strumenti necessari ad una
"alfabetizzazione funzionale": gli allievi devono ampliare il patrimonio orale e devono
imparare a leggere e a scrivere correttamente e con crescente arricchimento di lessico.
Questo significa, da una parte, padroneggiare le tecniche di lettura e scrittura, dall’altra
imparare a comprendere e a produrre significati attraverso la lingua scritta. Lo sviluppo
della strumentazione per la lettura e la scrittura e degli aspetti legati al significato procede
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in parallelo e deve continuare per tutto il primo ciclo di istruzione, ovviamente non esaurendosi in questo.
La complessità dell’educazione linguistica rende necessario che i docenti delle diverse
discipline operino insieme e con l’insegnante di italiano per dare a tutti gli allievi
l’opportunità di inserirsi adeguatamente nell’ambiente scolastico e nei percorsi di apprendimento, avendo come primo obiettivo il possesso della lingua di scolarizzazione.
Oralità
La comunicazione orale nella forma dell’ascolto e del parlato è il modo naturale con
cui il bambino, ad un tempo, entra in rapporto con gli altri e “dà i nomi alle cose” esplorandone la complessità. Tale capacità di interagire, di nominare in modo sempre più esteso, di elaborare il pensiero attraverso l’oralità e di comprendere discorsi e testi di vario tipo viene sviluppata e gradualmente sistematizzata a scuola, dove si promuove la capacità
di ampliare il lessico, ascoltare e produrre discorsi per scopi diversi e man mano più articolati e meglio pianificati. La pratica delle abilità linguistiche orali nella comunità scolastica passa attraverso l’esperienza dei diversi usi della lingua (comunicativi, euristici, cognitivi, espressivi, argomentativi) e la predisposizione di ambienti sociali di apprendimento idonei al dialogo, all’interazione, alla ricerca e alla costruzione di significati, alla condivisione di conoscenze, al riconoscimento di punti di vista e alla loro negoziazione.
Lettura
La pratica della lettura, centrale in tutto il primo ciclo di istruzione, è proposta come
momento di socializzazione e di discussione dell’apprendimento di contenuti, ma anche
come momento di ricerca autonoma e individuale, in grado di sviluppare la capacità di concentrazione e di riflessione critica, quindi come attività particolarmente utile per favorire il
processo di maturazione dell’allievo. Per lo sviluppo di una sicura competenza di lettura è
necessaria l’acquisizione di opportune strategie e tecniche, compresa la lettura a voce alta,
la cura dell’espressione e la costante messa in atto di operazioni cognitive per la comprensione del testo. Saper leggere è essenziale per il reperimento delle informazioni, per ampliare le proprie conoscenze, per ottenere risposte significative. La cura della comprensione di
testi espositivi e argomentativi – anche utilizzando il dibattito e il dialogo intorno ai testi
presentati – è esercizio di fondamentale importanza. La nascita del gusto per la lettura produce aumento di attenzione e curiosità, sviluppa la fantasia e il piacere della ricerca in proprio, fa incontrare i racconti e le storie di ogni civiltà e tempo, avvicina all’altro e al diverso
da sé. Tutte queste esperienze sono componenti imprescindibili per il raggiungimento di
una solida competenza nella lettura e per lo sviluppo di ogni futura conoscenza.
A scuola si apprende la strumentalità del leggere e si attivano i numerosi processi cognitivi necessari alla comprensione. La lettura va costantemente praticata su un’ampia
gamma di testi appartenenti ai vari tipi e forme testuali (da testi continui a moduli, orari,
grafici, mappe ecc.) per scopi diversi e con strategie funzionali al compito, senza mai tralasciare la pratica della lettura personale e dell’ascolto di testi letti dall’insegnante realizzata abitualmente senza alcuna finalizzazione, al solo scopo di alimentare il piacere di leggere. Lo sviluppo della competenza di lettura riguarda tutte le discipline. È compito di cia-
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scun insegnante favorire con apposite attività il superamento degli ostacoli alla comprensione dei testi che possono annidarsi a livello lessicale o sintattico oppure al livello della
strutturazione logico-concettuale.
La consuetudine con i libri pone le basi per una pratica di lettura come attività autonoma e personale che duri per tutta la vita. Per questo occorre assicurare le condizioni (biblioteche scolastiche, accesso ai libri, itinerari di ricerca, uso costante sia dei libri che dei nuovi
media, ecc.) da cui sorgono bisogni e gusto di esplorazione dei testi scritti. La lettura connessa con lo studio e l’apprendimento e la lettura più spontanea, legata ad aspetti estetici o
emotivi, vanno parimenti praticate in quanto rispondono a bisogni presenti nella persona.
In questa prospettiva ruolo primario assume il leggere per soddisfare il piacere estetico dell’incontro con il testo letterario e il gusto intellettuale della ricerca di risposte a domande di senso, come premessa ad una prima educazione letteraria, che non si esaurisce
certo nel primo ciclo di istruzione.
Scrittura
La pratica della scrittura viene introdotta in modo graduale: qualunque sia il metodo
usato dall’insegnante, durante la prima alfabetizzazione il bambino, partendo
dall’esperienza, viene guidato contemporaneamente a leggere e scrivere parole e frasi
sempre legate a bisogni comunicativi e inserite in contesti motivanti. L’acquisizione della
competenza strumentale della scrittura, entro i primi due anni di scuola, comporta una costante attenzione alle abilità grafico-manuali e alla correttezza ortografica. Questo indispensabile apprendistato non esaurisce la complessità dell’insegnare e dell’imparare a
scrivere ma ne costituisce il necessario requisito. La scrittura di un testo si presenta come
un processo complesso nel quale si riconoscono fasi specifiche, dall’ideazione alla pianificazione, alla prima stesura, alla revisione e all’auto-correzione, su ognuna delle quali
l’insegnante deve far lavorare gli allievi con progressione graduale e assicurando ogni volta la stabilizzazione e il consolidamento di quanto ciascun alunno ha acquisito. La frequentazione assidua di testi permetterà all’allievo di individuare i modelli che ne sono alla
base e di assumerli come riferimento nelle proprie produzioni comunicative.
In tutto il primo ciclo il percorso di apprendimento della scrittura richiede tempi distesi, diversificazione delle attività didattiche e interdisciplinarità in quanto la produzione testuale si realizza in varie discipline. Può altresì richiedere attenzione dedicata a piccoli
gruppi e a singoli alunni, soprattutto nella fase iniziale durante la quale ogni bambino ha
bisogno di acquisire sicurezza.
In particolare, l’insegnante di italiano fornisce le indicazioni essenziali per la produzione di testi per lo studio (ad esempio schema, riassunto, esposizione di argomenti, relazione di attività e progetti svolti nelle varie discipline), funzionali (ad esempio istruzioni,
questionari), narrativi, espositivi e argomentativi. Tali testi possono muovere da esperienze concrete, da conoscenze condivise, da scopi reali, evitando trattazioni generiche e luoghi comuni. Inoltre, attraverso la produzione di testi fantastici (sia in prosa sia in versi),
l’allievo sperimenta fin dai primi anni le potenzialità espressive della lingua italiana e apprende come sia possibile intrecciare la lingua scritta con altri linguaggi, anche attraverso
la produzione di testi multimediali.
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Al termine della scuola secondaria di primo grado l’allievo dovrebbe essere in grado
di produrre testi di diversa tipologia e forma coesi e coerenti, adeguati all’intenzione comunicativa e al destinatario, curati anche negli aspetti formali.
Acquisizione ed espansione del lessico ricettivo e produttivo
I bambini entrano nella scuola primaria con un patrimonio lessicale diverso da un allievo all’altro. Data la grande importanza della comprensione e dell’uso attivo del lessico,
il primo compito dell’insegnante è proprio quello di rendersi conto, attraverso attività anche ludiche e creative, della consistenza e tipologia (varietà) del patrimonio lessicale di
ognuno. È un compito tanto più importante quanto più vi è oggi evidenza di un progressivo impoverimento del lessico.
Il patrimonio iniziale dovrà essere consolidato in un nucleo di vocaboli di base (fondamentali e di alto uso), a partire dal quale si opererà man mano un’estensione alle parolechiave delle discipline di studio: l’acquisizione dei linguaggi specifici delle discipline deve essere responsabilità comune di tutti gli insegnanti.
I docenti di tutto il primo ciclo di istruzione dovranno promuovere, all’interno di attività orali e di lettura e scrittura, la competenza lessicale relativamente sia all’ampiezza del
lessico compreso e usato (ricettivo e produttivo) sia alla sua padronanza nell’uso sia alla
sua crescente specificità. Infatti l’uso del lessico, a seconda delle discipline, dei destinatari,
delle situazioni comunicative e dei mezzi utilizzati per l’espressione orale e quella scritta
richiede lo sviluppo di conoscenze, capacità di selezione e adeguatezza ai contesti. Lo sviluppo della competenza lessicale deve rispettare gli stadi cognitivi del bambino e del ragazzo e avvenire in stretto rapporto con l’uso vivo e reale della lingua, non attraverso forme di
apprendimento meccanico e mnemonico. Va, in questo senso, tenuta in considerazione la
ricchezza delle espressioni locali, “di strada”, gergali e dei molti modi di dire legati alle esperienze, che spesso racchiudono un senso identitario e capacità narrative e che rappresentano un bagaglio attraverso il quale ampliare l’espressione anche in italiano corretto.
Per l’apprendimento di un lessico sempre più preciso e specifico è fondamentale che gli allievi imparino, fin dalla scuola primaria, a consultare dizionari e repertori tradizionali e online.
Elementi di grammatica esplicita e riflessione sugli usi della lingua
Ogni persona, fin dall’infanzia, possiede una grammatica implicita, che le permette di
formulare frasi ben formate pur senza conoscere concetti quali quelli di verbo, soggetto,
ecc. Questa “grammatica implicita” si amplia e si rafforza negli anni attraverso l’uso della
lingua, che permette di giungere a forme "corrette" (in italiano standard) e di realizzare
enunciati in diverse varietà linguistiche e in diverse lingue.
Inoltre, sin dai primi anni di scolarità, i bambini hanno una naturale predisposizione a
riflettere sulla lingua. È su queste attitudini che l’insegnante si può basare per condurre
gradualmente l’allievo verso forme di “grammatica esplicita”.
È molto importante acquisire una progressiva consapevolezza e sicurezza nell’uso
dello strumento linguistico (che si avvia, ma non si completa, nel primo ciclo). Si tratta,
infatti, di una delle condizioni per un uso critico e libero della lingua, a cui deve giungere
presto ogni cittadino. Perciò, nei primi anni della scuola primaria l’uso della lingua e la ri-
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flessione su di essa vanno curate insieme. Del resto nella pratica coincidono:
l’apprendimento della strumentalità del leggere e dello scrivere è da considerarsi infatti attività linguistica e metalinguistica al tempo stesso.
Per quanto riguarda l’ortografia, da una parte è fondamentale che essa sia acquisita e
automatizzata in modo sicuro nei primi anni di scuola, in quanto diventa difficile apprenderla più in là con gli anni; dall’altra la correttezza ortografica deve essere costantemente
monitorata a tutti i livelli di scuola.
Gli oggetti della riflessione sulla lingua e della grammatica esplicita sono: le strutture
sintattiche delle frasi semplici e complesse (per la descrizione delle quali l’insegnante sceglierà il modello grammaticale di riferimento che gli sembra più adeguato ed efficace); le
parti del discorso, o categorie lessicali; gli elementi di coesione che servono a mettere in
rapporto le diverse parti della frase e del testo (connettivi di vario tipo, pronomi, segni di
interpunzione); il lessico e la sua organizzazione; le varietà dell’italiano più diffuse.
Nella scuola primaria la riflessione privilegia il livello lessicale-semantico e si attua a
partire dai testi orali e scritti recepiti e prodotti dagli allievi. Gli aspetti morfologici e quelli sintattici, semantici e testuali, che sono introdotti nella scuola primaria attraverso riflessioni sull’uso, devono essere ripresi ciclicamente, al fine di poter operare precisazioni e
approfondimenti e raggiungere una valida sistematizzazione dei concetti centrali.
La riflessione sulla lingua, se condotta in modo induttivo e senza un’introduzione troppo precoce della terminologia specifica, contribuisce a una maggiore duttilità nel capire i
testi e riflettere e discutere sulle proprie produzioni. Essa, inoltre, si intreccia con la riflessione sulle altre lingue del repertorio dell’allievo, in una prospettiva plurilingue e interculturale. Ma il ruolo probabilmente più significativo della riflessione sulla lingua è quello
metacognitivo: la riflessione concorre infatti a sviluppare le capacità di categorizzare, di
connettere, di analizzare, di indurre e dedurre, utilizzando di fatto un metodo scientifico.
La riflessione sulla lingua riguarda anche il lessico, di cui verranno esplorate e definite le caratteristiche fondamentali, come le relazioni di significato e i meccanismi di formazione delle parole.
Traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola primaria
L’allievo partecipa a scambi comunicativi (conversazione, discussione di classe o di
gruppo) con compagni e insegnanti rispettando il turno e formulando messaggi chiari
e pertinenti, in un registro il più possibile adeguato alla situazione.
Ascolta e comprende testi orali "diretti" o "trasmessi" dai media cogliendone il senso,
le informazioni principali e lo scopo.
Legge e comprende testi di vario tipo, continui e non continui, ne individua il senso
globale e le informazioni principali, utilizzando strategie di lettura adeguate agli scopi.
Utilizza abilità funzionali allo studio: individua nei testi scritti informazioni utili per
l’apprendimento di un argomento dato e le mette in relazione; le sintetizza, in funzione anche dell’esposizione orale; acquisisce un primo nucleo di terminologia specifica.
Legge testi di vario genere facenti parte della letteratura per l’infanzia, sia a voce alta
sia in lettura silenziosa e autonoma e formula su di essi giudizi personali.
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Scrive testi corretti nell’ortografia, chiari e coerenti, legati all’esperienza e alle diverse occasioni di scrittura che la scuola offre; rielabora testi parafrasandoli, completandoli, trasformandoli.
Capisce e utilizza nell’uso orale e scritto i vocaboli fondamentali e quelli di alto uso;
capisce e utilizza i più frequenti termini specifici legati alle discipline di studio.
Riflette sui testi propri e altrui per cogliere regolarità morfosintattiche e caratteristiche
del lessico; riconosce che le diverse scelte linguistiche sono correlate alla varietà di situazioni comunicative.
È consapevole che nella comunicazione sono usate varietà diverse di lingua e lingue
differenti (plurilinguismo).
Padroneggia e applica in situazioni diverse le conoscenze fondamentali relative
all’organizzazione logico-sintattica della frase semplice, alle parti del discorso (o categorie lessicali) e ai principali connettivi.
Obiettivi di apprendimento al termine della classe terza della scuola primaria
Ascolto e parlato
Prendere la parola negli scambi comunicativi (dialogo, conversazione, discussione)
rispettando i turni di parola.
Comprendere l’argomento e le informazioni principali di discorsi affrontati in classe.
Ascoltare testi narrativi ed espositivi mostrando di saperne cogliere il senso globale e riesporli in modo comprensibile a chi ascolta.
Comprendere e dare semplici istruzioni su un gioco o un’attività conosciuta.
Raccontare storie personali o fantastiche rispettando l’ordine cronologico ed esplicitando le informazioni necessarie perché il racconto sia chiaro per chi ascolta.
Ricostruire verbalmente le fasi di un’esperienza vissuta a scuola o in altri contesti.
Lettura
Padroneggiare la lettura strumentale (di decifrazione) sia nella modalità ad alta voce, curandone l’espressione, sia in quella silenziosa.
Prevedere il contenuto di un testo semplice in base ad alcuni elementi come il titolo e le immagini; comprendere il significato di parole non note in base al testo.
Leggere testi (narrativi, descrittivi, informativi) cogliendo l’argomento di cui si
parla e individuando le informazioni principali e le loro relazioni.
Comprendere testi di tipo diverso, continui e non continui, in vista di scopi pratici,
di intrattenimento e di svago.
Leggere semplici e brevi testi letterari, sia poetici sia narrativi, mostrando di saperne cogliere il senso globale.
Leggere semplici testi di divulgazione per ricavarne informazioni utili ad ampliare
conoscenze su temi noti.
Scrittura
Acquisire le capacità manuali, percettive e cognitive necessarie per
l’apprendimento della scrittura.
Scrivere sotto dettatura curando in modo particolare l’ortografia.
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Produrre semplici testi funzionali, narrativi e descrittivi legati a scopi concreti (per
utilità personale, per comunicare con altri, per ricordare, ecc.) e connessi con situazioni quotidiane (contesto scolastico e/o familiare).
Comunicare con frasi semplici e compiute, strutturate in brevi testi che rispettino le
convenzioni ortografiche e di interpunzione.
Acquisizione ed espansione del lessico ricettivo e produttivo
Comprendere in brevi testi il significato di parole non note basandosi sia sul contesto sia sulla conoscenza intuitiva delle famiglie di parole.
Ampliare il patrimonio lessicale attraverso esperienze scolastiche ed extrascolastiche e attività di interazione orale e di lettura.
Usare in modo appropriato le parole man mano apprese.
Effettuare semplici ricerche su parole ed espressioni presenti nei testi, per ampliare
il lessico d’uso.
Elementi di grammatica esplicita e riflessione sugli usi della lingua
Confrontare testi per coglierne alcune caratteristiche specifiche (ad es. maggiore o
minore efficacia comunicativa, differenze tra testo orale e testo scritto, ecc.).
Riconoscere se una frase è o no completa, costituita cioè dagli elementi essenziali
(soggetto, verbo, complementi necessari).
Prestare attenzione alla grafia delle parole nei testi e applicare le conoscenze ortografiche nella propria produzione scritta.
Obiettivi di apprendimento al termine della classe quinta della scuola primaria
Ascolto e parlato
Interagire in modo collaborativo in una conversazione, in una discussione, in un
dialogo su argomenti di esperienza diretta, formulando domande, dando risposte e
fornendo spiegazioni ed esempi.
Comprendere il tema e le informazioni essenziali di un’esposizione (diretta o trasmessa); comprendere lo scopo e l’argomento di messaggi trasmessi dai media
(annunci, bollettini ...).
Formulare domande precise e pertinenti di spiegazione e di approfondimento durante o dopo l’ascolto.
Comprendere consegne e istruzioni per l’esecuzione di attività scolastiche ed extrascolastiche.
Cogliere in una discussione le posizioni espresse dai compagni ed esprimere la
propria opinione su un argomento in modo chiaro e pertinente.
Raccontare esperienze personali o storie inventate organizzando il racconto in modo chiaro, rispettando l’ordine cronologico e logico e inserendo gli opportuni elementi descrittivi e informativi.
Organizzare un semplice discorso orale su un tema affrontato in classe con un breve intervento preparato in precedenza o un’esposizione su un argomento di studio
utilizzando una scaletta.
Lettura
Impiegare tecniche di lettura silenziosa e di lettura espressiva ad alta voce.
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Usare, nella lettura di vari tipi di testo, opportune strategie per analizzare il contenuto; porsi domande all’inizio e durante la lettura del testo; cogliere indizi utili a
risolvere i nodi della comprensione.
Sfruttare le informazioni della titolazione, delle immagini e delle didascalie per
farsi un’idea del testo che si intende leggere.
Leggere e confrontare informazioni provenienti da testi diversi per farsi un’idea di
un argomento, per trovare spunti a partire dai quali parlare o scrivere.
Ricercare informazioni in testi di diversa natura e provenienza (compresi moduli,
orari, grafici, mappe ecc.) per scopi pratici o conoscitivi, applicando tecniche di
supporto alla comprensione (quali, ad esempio, sottolineare, annotare informazioni, costruire mappe e schemi ecc.).
Seguire istruzioni scritte per realizzare prodotti, per regolare comportamenti, per
svolgere un’attività, per realizzare un procedimento.
Leggere testi narrativi e descrittivi, sia realistici sia fantastici, distinguendo
l’invenzione letteraria dalla realtà.
Leggere testi letterari narrativi, in lingua italiana contemporanea, e semplici testi
poetici cogliendone il senso, le caratteristiche formali più evidenti, l’intenzione
comunicativa dell’autore ed esprimendo un motivato parere personale.
Scrittura
Raccogliere le idee, organizzarle per punti, pianificare la traccia di un racconto o di
un’esperienza.
Produrre racconti scritti di esperienze personali o vissute da altri che contengano le
informazioni essenziali relative a persone, luoghi, tempi, situazioni, azioni.
Scrivere lettere indirizzate a destinatari noti, lettere aperte o brevi articoli di cronaca per il giornalino scolastico o per il sito web della scuola, adeguando il testo ai
destinatari e alle situazioni.
Esprimere per iscritto esperienze, emozioni, stati d’animo sotto forma di diario.
Rielaborare testi (ad esempio: parafrasare o riassumere un testo, trasformarlo,
completarlo) e redigerne di nuovi, anche utilizzando programmi di videoscrittura.
Scrivere semplici testi regolativi o progetti schematici per l’esecuzione di attività
(ad esempio: regole di gioco, ricette, ecc.).
Realizzare testi collettivi per relazionare su esperienze scolastiche e argomenti di studio.
Produrre testi creativi sulla base di modelli dati (filastrocche, racconti brevi, poesie).
Sperimentare liberamente, anche con l’utilizzo del computer, diverse forme di
scrittura, adattando il lessico, la struttura del testo, l’impaginazione, le soluzioni
grafiche alla forma testuale scelta e integrando eventualmente il testo verbale con
materiali multimediali.
Produrre testi sostanzialmente corretti dal punto di vista ortografico, morfosintattico, lessicale, rispettando le funzioni sintattiche dei principali segni interpuntivi.
Acquisizione ed espansione del lessico ricettivo e produttivo
Comprendere ed utilizzare in modo appropriato il lessico di base (parole del vocabolario fondamentale e di quello ad alto uso).
168
Arricchire il patrimonio lessicale attraverso attività comunicative orali, di lettura e
di scrittura e attivando la conoscenza delle principali relazioni di significato tra le
parole (somiglianze, differenze, appartenenza a un campo semantico).
Comprendere che le parole hanno diverse accezioni e individuare l’accezione specifica di una parola in un testo.
Comprendere, nei casi più semplici e frequenti, l’uso e il significato figurato delle
parole.
Comprendere e utilizzare parole e termini specifici legati alle discipline di studio.
Utilizzare il dizionario come strumento di consultazione.
Elementi di grammatica esplicita e riflessione sugli usi della lingua
Relativamente a testi o in situazioni di esperienza diretta, riconoscere la variabilità
della lingua nel tempo e nello spazio geografico, sociale e comunicativo.
Conoscere i principali meccanismi di formazione delle parole (parole semplici, derivate, composte).
Comprendere le principali relazioni di significato tra le parole (somiglianze, differenze, appartenenza a un campo semantico).
Riconoscere la struttura del nucleo della frase semplice (la cosiddetta frase minima): predicato, soggetto, altri elementi richiesti dal verbo.
Riconoscere in una frase o in un testo le parti del discorso, o categorie lessicali, riconoscerne i principali tratti grammaticali; riconoscere le congiunzioni di uso più
frequente (come e, ma, infatti, perché, quando)
Conoscere le fondamentali convenzioni ortografiche e servirsi di questa conoscenza per rivedere la propria produzione scritta e correggere eventuali errori.
Traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola secondaria di
primo grado
L’allievo interagisce in modo efficace in diverse situazioni comunicative, attraverso
modalità dialogiche sempre rispettose delle idee degli altri; con ciò matura la consapevolezza che il dialogo, oltre a essere uno strumento comunicativo, ha anche un
grande valore civile e lo utilizza per apprendere informazioni ed elaborare opinioni su
problemi riguardanti vari ambiti culturali e sociali.
Usa la comunicazione orale per collaborare con gli altri, ad esempio nella realizzazione di giochi o prodotti, nell’elaborazione di progetti e nella formulazione di giudizi su
problemi riguardanti vari ambiti culturali e sociali.
Ascolta e comprende testi di vario tipo "diretti" e "trasmessi" dai media, riconoscendone la fonte, il tema, le informazioni e la loro gerarchia, l’intenzione dell’emittente.
Espone oralmente all’insegnante e ai compagni argomenti di studio e di ricerca, anche
avvalendosi di supporti specifici (schemi, mappe, presentazioni al computer, ecc.).
Usa manuali delle discipline o testi divulgativi (continui, non continui e misti) nelle
attività di studio personali e collaborative, per ricercare, raccogliere e rielaborare dati,
informazioni e concetti; costruisce sulla base di quanto letto testi o presentazioni con
l’utilizzo di strumenti tradizionali e informatici.
169
Legge testi letterari di vario tipo (narrativi, poetici, teatrali) e comincia a costruirne
un’interpretazione, collaborando con compagni e insegnanti.
Scrive correttamente testi di tipo diverso (narrativo, descrittivo, espositivo, regolativo,
argomentativo) adeguati a situazione, argomento, scopo, destinatario.
Produce testi multimediali, utilizzando in modo efficace l’accostamento dei linguaggi
verbali con quelli iconici e sonori.
Comprende e usa in modo appropriato le parole del vocabolario di base (fondamentale; di alto uso; di alta disponibilità).
Riconosce e usa termini specialistici in base ai campi di discorso.
Adatta opportunamente i registri informale e formale in base alla situazione comunicativa e agli interlocutori, realizzando scelte lessicali adeguate.
Riconosce il rapporto tra varietà linguistiche/lingue diverse (plurilinguismo) e il loro
uso nello spazio geografico, sociale e comunicativo
Padroneggia e applica in situazioni diverse le conoscenze fondamentali relative al lessico, alla morfologia, all’organizzazione logico-sintattica della frase semplice e complessa, ai connettivi testuali; utilizza le conoscenze metalinguistiche per comprendere
con maggior precisione i significati dei testi e per correggere i propri scritti.
Obiettivi di apprendimento al termine della classe terza della scuola secondaria di
primo grado
Ascolto e parlato
Ascoltare testi prodotti da altri, anche trasmessi dai media, riconoscendone la fonte
e individuando scopo, argomento, informazioni principali e punto di vista
dell’emittente.
Intervenire in una conversazione o in una discussione, di classe o di gruppo, con
pertinenza e coerenza, rispettando tempi e turni di parola e fornendo un positivo
contributo personale.
Utilizzare le proprie conoscenze sui tipi di testo per adottare strategie funzionali a
comprendere durante l’ascolto.
Ascoltare testi applicando tecniche di supporto alla comprensione: durante
l’ascolto (presa di appunti, parole-chiave, brevi frasi riassuntive, segni convenzionali) e dopo l’ascolto (rielaborazione degli appunti, esplicitazione delle parole
chiave, ecc.).
Riconoscere, all’ascolto, alcuni elementi ritmici e sonori del testo poetico.
Narrare esperienze, eventi, trame selezionando informazioni significative in base
allo scopo, ordinandole in base a un criterio logico-cronologico, esplicitandole in
modo chiaro ed esauriente e usando un registro adeguato all’argomento e alla situazione.
Descrivere oggetti, luoghi, persone e personaggi, esporre procedure selezionando
le informazioni significative in base allo scopo e usando un lessico adeguato
all’argomento e alla situazione.
Riferire oralmente su un argomento di studio esplicitando lo scopo e presentandolo
in modo chiaro: esporre le informazioni secondo un ordine prestabilito e coerente,
170
usare un registro adeguato all’argomento e alla situazione, controllare il lessico
specifico, precisare le fonti e servirsi eventualmente di materiali di supporto (cartine, tabelle, grafici).
Argomentare la propria tesi su un tema affrontato nello studio e nel dialogo in
classe con dati pertinenti e motivazioni valide.
Lettura
Leggere ad alta voce in modo espressivo testi noti raggruppando le parole legate
dal significato e usando pause e intonazioni per seguire lo sviluppo del testo e
permettere a chi ascolta di capire.
Leggere in modalità silenziosa testi di varia natura e provenienza applicando tecniche di supporto alla comprensione (sottolineature, note a margine, appunti) e mettendo in atto strategie differenziate (lettura selettiva, orientativa, analitica).
Utilizzare testi funzionali di vario tipo per affrontare situazioni della vita quotidiana.
Ricavare informazioni esplicite e implicite da testi espositivi, per documentarsi su
un argomento specifico o per realizzare scopi pratici.
Ricavare informazioni sfruttando le varie parti di un manuale di studio: indice, capitoli, titoli, sommari, testi, riquadri, immagini, didascalie, apparati grafici.
Confrontare, su uno stesso argomento, informazioni ricavabili da più fonti, selezionando quelle ritenute più significative ed affidabili. Riformulare in modo sintetico le informazioni selezionate e riorganizzarle in modo personale (liste di argomenti, riassunti schematici, mappe, tabelle).
Comprendere testi descrittivi, individuando gli elementi della descrizione, la loro
collocazione nello spazio e il punto di vista dell’osservatore.
Leggere semplici testi argomentativi e individuare tesi centrale e argomenti a sostegno, valutandone la pertinenza e la validità.
Leggere testi letterari di vario tipo e forma (racconti, novelle, romanzi, poesie,
commedie) individuando tema principale e intenzioni comunicative dell’autore;
personaggi, loro caratteristiche, ruoli, relazioni e motivazione delle loro azioni;
ambientazione spaziale e temporale; genere di appartenenza. Formulare in collaborazione con i compagni ipotesi interpretative fondate sul testo.
Scrittura
Conoscere e applicare le procedure di ideazione, pianificazione, stesura e revisione
del testo a partire dall’analisi del compito di scrittura: servirsi di strumenti per
l’organizzazione delle idee (ad es. mappe, scalette); utilizzare strumenti per la revisione del testo in vista della stesura definitiva; rispettare le convenzioni grafiche.
Scrivere testi di tipo diverso (narrativo, descrittivo, espositivo, regolativo, argomentativo) corretti dal punto di vista morfosintattico, lessicale, ortografico, coerenti e coesi, adeguati allo scopo e al destinatario.
Scrivere testi di forma diversa (ad es. istruzioni per l’uso, lettere private e pubbliche, diari personali e di bordo, dialoghi, articoli di cronaca, recensioni, commenti,
argomentazioni) sulla base di modelli sperimentati, adeguandoli a situazione, argomento, scopo, destinatario, e selezionando il registro più adeguato.
171
Utilizzare nei propri testi, sotto forma di citazione esplicita e/o di parafrasi, parti di
testi prodotti da altri e tratti da fonti diverse.
Scrivere sintesi, anche sotto forma di schemi, di testi ascoltati o letti in vista di
scopi specifici.
Utilizzare la videoscrittura per i propri testi, curandone l’impaginazione; scrivere
testi digitali (ad es. e-mail, post di blog, presentazioni), anche come supporto
all’esposizione orale.
Realizzare forme diverse di scrittura creativa, in prosa e in versi (ad es. giochi linguistici, riscritture di testi narrativi con cambiamento del punto di vista); scrivere o
inventare testi teatrali, per un’eventuale messa in scena.
Acquisizione ed espansione del lessico ricettivo e produttivo
Ampliare, sulla base delle esperienze scolastiche ed extrascolastiche, delle letture e
di attività specifiche, il proprio patrimonio lessicale, così da comprendere e usare
le parole dell’intero vocabolario di base, anche in accezioni diverse.
Comprendere e usare parole in senso figurato.
Comprendere e usare in modo appropriato i termini specialistici di base afferenti
alle diverse discipline e anche ad ambiti di interesse personale.
Realizzare scelte lessicali adeguate in base alla situazione comunicativa, agli interlocutori e al tipo di testo.
Utilizzare la propria conoscenza delle relazioni di significato fra le parole e dei
meccanismi di formazione delle parole per comprendere parole non note
all’interno di un testo.
Utilizzare dizionari di vario tipo; rintracciare all’interno di una voce di dizionario
le informazioni utili per risolvere problemi o dubbi linguistici.
Elementi di grammatica esplicita e riflessione sugli usi della lingua
Riconoscere ed esemplificare casi di variabilità della lingua.
Stabilire relazioni tra situazioni di comunicazione, interlocutori e registri linguistici; tra campi di discorso, forme di testo, lessico specialistico.
Riconoscere le caratteristiche e le strutture dei principali tipi testuali (narrativi, descrittivi, regolativi, espositivi, argomentativi).
Riconoscere le principali relazioni fra significati delle parole (sinonimia, opposizione, inclusione); conoscere l’organizzazione del lessico in campi semantici e famiglie lessicali.
Conoscere i principali meccanismi di formazione delle parole: derivazione, composizione.
Riconoscere l’organizzazione logico-sintattica della frase semplice.
Riconoscere la struttura e la gerarchia logico-sintattica della frase complessa almeno a un primo grado di subordinazione.
Riconoscere in un testo le parti del discorso, o categorie lessicali, e i loro tratti
grammaticali.
Riconoscere i connettivi sintattici e testuali, i segni interpuntivi e la loro funzione
specifica.
172
Riflettere sui propri errori tipici, segnalati dall’insegnante, allo scopo di imparare
ad autocorreggerli nella produzione scritta.
Lingua inglese e seconda lingua comunitaria
L’apprendimento della lingua inglese e di una seconda lingua comunitaria, oltre alla
lingua materna e di scolarizzazione, permette all’alunno di sviluppare una competenza
plurilingue e pluriculturale e di acquisire i primi strumenti utili ad esercitare la cittadinanza attiva nel contesto in cui vive, anche oltre i confini del territorio nazionale.
La consapevolezza della cittadinanza europea attraverso il contatto con due lingue
comunitarie, lo sviluppo di un repertorio diversificato di risorse linguistiche e culturali per
interagire con gli altri e la capacità di imparare le lingue concorrono all’educazione plurilingue e interculturale, nell’ottica dell’educazione permanente. Accostandosi a più lingue,
l’alunno impara a riconoscere che esistono differenti sistemi linguistici e culturali e diviene man mano consapevole della varietà di mezzi che ogni lingua offre per pensare, esprimersi e comunicare.
Per facilitare i processi che rendono possibili questi risultati è necessario che
all’apprendimento delle lingue venga assicurata sia trasversalità in “orizzontale”, sia continuità in “verticale”. Attraverso la progettazione concordata degli insegnamenti d’italiano,
delle due lingue straniere e di altre discipline si realizza la trasversalità in orizzontale come area di intervento comune per lo sviluppo linguistico-cognitivo. La continuità verticale
si realizza dalla scuola primaria alla scuola secondaria di primo grado mediante la progressione degli obiettivi relativi alle diverse competenze e lo sviluppo delle strategie per
imparare le lingue.
Per quanto riguarda la lingua inglese nella scuola primaria, l’insegnante terrà conto
della maggiore capacità del bambino di appropriarsi spontaneamente di modelli di pronuncia e intonazione per attivare più naturalmente un sistema plurilingue. Tale processo integrerà elementi della nuova lingua nel sistema della lingua madre, della lingua di scolarizzazione e di eventuali altre lingue in possesso dell’alunno, ampliandone e differenziandone
implicitamente le varie componenti linguistiche (aspetti fonico-acustici, articolatori, sintattici e semantici). Al fine dell’educazione plurilingue e interculturale potranno essere utili
esperienze di sensibilizzazione a lingue presenti nei repertori linguistici di singoli alunni.
Nella scuola secondaria di primo grado l’insegnante guiderà l’alunno a riconoscere
gradualmente, rielaborare e interiorizzare modalità di comunicazione e regole della lingua
che egli applicherà in modo sempre più autonomo e consapevole, nonché a sviluppare la
capacità di riflettere sugli usi e di scegliere tra forme e codici linguistici diversi quelli più
adeguati ai suoi scopi e alle diverse situazioni.
Rispetto alla seconda lingua comunitaria che viene introdotta nella scuola secondaria di
primo grado, l’insegnante terrà conto delle esperienze linguistiche già maturate dall’alunno per
ampliare l’insieme delle sue competenze. Nella prospettiva dell’educazione plurilingue, la nuova
lingua dovrà essere considerata come una opportunità di ampliamento e/o di approfondimento
del repertorio linguistico già acquisito dall’alunno e come occasione per riutilizzare sempre più
consapevolmente le strategie di apprendimento delle lingue.
173
Nell’apprendimento delle lingue la motivazione nasce dalla naturale attitudine degli
alunni a comunicare, socializzare, interagire e dalla loro naturale propensione a “fare con
la lingua”. L’insegnante avrà cura di alternare diverse strategie e attività: ad esempio proposte di canzoni, filastrocche, giochi con i compagni, giochi di ruolo, consegne che richiedono risposte corporee a indicazioni verbali in lingua. Introdurrà gradualmente delle attività che possono contribuire ad aumentare la motivazione, quali ad esempio l’analisi di
materiali autentici (immagini, oggetti, testi, ecc.), l’ascolto di storie e tradizioni di altri paesi, l’interazione in forma di corrispondenza con coetanei stranieri, la partecipazione a
progetti con scuole di altri paesi. L’uso di tecnologie informatiche consentirà di ampliare
spazi, tempi e modalità di contatto e interazione sociale tra individui, comunità scolastiche
e territoriali. L’alunno potrà così passare progressivamente da una interazione centrata essenzialmente sui propri bisogni a una comunicazione attenta all’interlocutore fino a sviluppare competenze socio-relazionali adeguate a interlocutori e contesti diversi.
Si potranno inoltre creare situazioni in cui la lingua straniera sia utilizzata, in luogo
della lingua di scolarizzazione, per promuovere e veicolare apprendimenti collegati ad
ambiti disciplinari diversi.
Alle attività didattiche finalizzate a far acquisire all’alunno la capacità di usare la lingua, il docente affiancherà gradualmente attività di riflessione per far riconoscere sia le
convenzioni in uso in una determinata comunità linguistica, sia somiglianze e diversità tra
lingue e culture diverse, in modo da sviluppare nell’alunno una consapevolezza plurilingue e una sensibilità interculturale.
La riflessione potrà essere volta inoltre a sviluppare capacità di autovalutazione e consapevolezza di come si impara.
Traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola primaria per la
lingua inglese
(I traguardi sono riconducibili al Livello A1 del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le lingue del
Consiglio d’Europa)
L’alunno comprende brevi messaggi orali e scritti relativi ad ambiti familiari.
Descrive oralmente e per iscritto, in modo semplice, aspetti del proprio vissuto e del
proprio ambiente ed elementi che si riferiscono a bisogni immediati.
Interagisce nel gioco; comunica in modo comprensibile, anche con espressioni e frasi
memorizzate, in scambi di informazioni semplici e di routine.
Svolge i compiti secondo le indicazioni date in lingua straniera dall’insegnante, chiedendo eventualmente spiegazioni.
Individua alcuni elementi culturali e coglie rapporti tra forme linguistiche e usi della
lingua straniera.
Obiettivi di apprendimento al termine della classe terza della scuola primaria
Ascolto (comprensione orale)
Comprendere vocaboli, istruzioni, espressioni e frasi di uso quotidiano, pronunciati
chiaramente e lentamente relativi a se stesso, ai compagni, alla famiglia.
174
Parlato (produzione e interazione orale)
Produrre frasi significative riferite ad oggetti, luoghi, persone, situazioni note.
Interagire con un compagno per presentarsi e/o giocare, utilizzando espressioni e
frasi memorizzate adatte alla situazione.
Lettura (comprensione scritta)
Comprendere cartoline, biglietti e brevi messaggi, accompagnati preferibilmente
da supporti visivi o sonori, cogliendo parole e frasi già acquisite a livello orale.
Scrittura (produzione scritta)
Scrivere parole e semplici frasi di uso quotidiano attinenti alle attività svolte in
classe e ad interessi personali e del gruppo.
Obiettivi di apprendimento al termine della classe quinta della scuola primaria
Ascolto (comprensione orale)
Comprendere brevi dialoghi, istruzioni, espressioni e frasi di uso quotidiano se
pronunciate chiaramente e identificare il tema generale di un discorso in cui si parla di argomenti conosciuti.
Comprendere brevi testi multimediali identificandone parole chiave e il senso generale.
Parlato (produzione e interazione orale)
Descrivere persone, luoghi e oggetti familiari utilizzando parole e frasi già incontrate ascoltando e/o leggendo.
Riferire semplici informazioni afferenti alla sfera personale, integrando il significato di ciò che si dice con mimica e gesti.
Interagire in modo comprensibile con un compagno o un adulto con cui si ha familiarità, utilizzando espressioni e frasi adatte alla situazione.
Lettura (comprensione scritta)
Leggere e comprendere brevi e semplici testi, accompagnati preferibilmente da supporti
visivi, cogliendo il loro significato globale e identificando parole e frasi familiari.
Scrittura (produzione scritta)
Scrivere in forma comprensibile messaggi semplici e brevi per presentarsi, per fare
gli auguri, per ringraziare o invitare qualcuno, per chiedere o dare notizie, ecc.
Riflessione sulla lingua e sull’apprendimento
Osservare coppie di parole simili come suono e distinguerne il significato.
Osservare parole ed espressioni nei contesti d’uso e coglierne i rapporti di significato.
Osservare la struttura delle frasi e mettere in relazione costrutti e intenzioni comunicative.
Riconoscere che cosa si è imparato e che cosa si deve imparare.
Traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola secondaria di
primo grado per la lingua inglese
(I traguardi sono riconducibili al Livello A2 del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le lingue del
Consiglio d’Europa)
L’alunno comprende oralmente e per iscritto i punti essenziali di testi in lingua standard
su argomenti familiari o di studio che affronta normalmente a scuola e nel tempo libero.
175
Descrive oralmente situazioni, racconta avvenimenti ed esperienze personali, espone
argomenti di studio.
Interagisce con uno o più interlocutori in contesti familiari e su argomenti noti.
Legge semplici testi con diverse strategie adeguate allo scopo.
Legge testi informativi e ascolta spiegazioni attinenti a contenuti di studio di altre discipline.
Scrive semplici resoconti e compone brevi lettere o messaggi rivolti a coetanei e familiari.
Individua elementi culturali veicolati dalla lingua materna o di scolarizzazione e li
confronta con quelli veicolati dalla lingua straniera, senza atteggiamenti di rifiuto.
Affronta situazioni nuove attingendo al suo repertorio linguistico; usa la lingua per
apprendere argomenti anche di ambiti disciplinari diversi e collabora fattivamente con
i compagni nella realizzazione di attività e progetti.
Autovaluta le competenze acquisite ed è consapevole del proprio modo di apprendere.
Obiettivi di apprendimento al termine della classe terza della scuola secondaria di
primo grado
Ascolto (comprensione orale)
Comprendere i punti essenziali di un discorso, a condizione che venga usata una lingua
chiara e che si parli di argomenti familiari, inerenti alla scuola, al tempo libero, ecc.
Individuare l’informazione principale di programmi radiofonici o televisivi su avvenimenti di attualità o su argomenti che riguardano i propri interessi, a condizione
che il discorso sia articolato in modo chiaro.
Individuare, ascoltando, termini e informazioni attinenti a contenuti di studio di altre discipline.
Parlato (produzione e interazione orale)
Descrivere o presentare persone, condizioni di vita o di studio, compiti quotidiani;
indicare che cosa piace o non piace; esprimere un’opinione e motivarla con espressioni e frasi connesse in modo semplice.
Interagire con uno o più interlocutori, comprendere i punti chiave di una conversazione ed esporre le proprie idee in modo chiaro e comprensibile.
Gestire conversazioni di routine, facendo domande e scambiando idee e informazioni in situazioni quotidiane prevedibili.
Lettura (comprensione scritta)
Leggere e individuare informazioni esplicite in brevi testi di uso quotidiano e in
lettere personali.
Leggere globalmente testi relativamente lunghi per trovare informazioni specifiche
relative ai propri interessi e a contenuti di studio di altre discipline.
Leggere testi riguardanti istruzioni per l’uso di un oggetto, per lo svolgimento di
giochi, per attività collaborative.
Leggere brevi storie, semplici biografie e testi narrativi più ampi in edizioni graduate.
Scrittura (Produzione scritta)
Produrre risposte a questionari e formulare domande su testi.
Raccontare per iscritto esperienze, esprimendo sensazioni e opinioni con frasi
semplici.
176
Scrivere brevi lettere personali adeguate al destinatario e brevi resoconti che si avvalgano di lessico sostanzialmente appropriato e di sintassi elementare.
Riflessione sulla lingua e sull’apprendimento
Rilevare semplici regolarità e differenze nella forma di testi scritti di uso comune.
Confrontare parole e strutture relative a codici verbali diversi.
Rilevare semplici analogie o differenze tra comportamenti e usi legati a lingue diverse.
Riconoscere come si apprende e che cosa ostacola il proprio apprendimento.
Traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola secondaria di
primo grado per la seconda lingua comunitaria
(I traguardi sono riconducibili al Livello A1 del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le lingue del
Consiglio d’Europa)
L’alunno comprende brevi messaggi orali e scritti relativi ad ambiti familiari.
Comunica oralmente in attività che richiedono solo uno scambio di informazioni
semplice e diretto su argomenti familiari e abituali.
Descrive oralmente e per iscritto, in modo semplice, aspetti del proprio vissuto e del
proprio ambiente.
Legge brevi e semplici testi con tecniche adeguate allo scopo.
Chiede spiegazioni, svolge i compiti secondo le indicazioni date in lingua straniera
dall’insegnante.
Stabilisce relazioni tra semplici elementi linguistico-comunicativi e culturali propri
delle lingue di studio.
Confronta i risultati conseguiti in lingue diverse e le strategie utilizzate per imparare.
Obiettivi di apprendimento al termine della classe terza della scuola secondaria di
primo grado per la seconda lingua comunitaria
Ascolto (comprensione orale)
Comprendere istruzioni, espressioni e frasi di uso quotidiano se pronunciate chiaramente e identificare il tema generale di brevi messaggi orali in cui si parla di argomenti conosciuti.
Comprendere brevi testi multimediali identificandone parole chiave e il senso generale.
Parlato (produzione e interazione orale)
Descrivere persone, luoghi e oggetti familiari utilizzando parole e frasi già incontrate ascoltando o leggendo.
Riferire semplici informazioni afferenti alla sfera personale, integrando il significato di ciò che si dice con mimica e gesti.
Interagire in modo comprensibile con un compagno o un adulto con cui si ha familiarità, utilizzando espressioni e frasi adatte alla situazione.
Lettura (comprensione scritta)
Comprendere testi semplici di contenuto familiare e di tipo concreto e trovare informazioni specifiche in materiali di uso corrente.
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Scrittura (produzione scritta)
Scrivere testi brevi e semplici per raccontare le proprie esperienze, per fare gli auguri, per ringraziare o per invitare qualcuno, anche con errori formali che non
compromettano però la comprensibilità del messaggio.
Riflessione sulla lingua e sull’apprendimento
Osservare le parole nei contesti d’uso e rilevare le eventuali variazioni di significato
Osservare la struttura delle frasi e mettere in relazione costrutti e intenzioni comunicative.
Confrontare parole e strutture relative a codici verbali diversi.
Riconoscere i propri errori e i propri modi di apprendere le lingue.
Storia
Il senso dell’insegnamento della storia
Nel nostro Paese la storia si manifesta alle nuove generazioni nella straordinaria sedimentazione di civiltà e società leggibile nelle città, piccole o grandi che siano, nei tanti
segni conservati nel paesaggio, nelle migliaia di siti archeologici, nelle collezioni d’arte,
negli archivi, nelle manifestazioni tradizionali che investono, insieme, lingua, musica, architettura, arti visive, manifattura, cultura alimentare e che entrano nella vita quotidiana.
La Costituzione stessa, all’articolo 9, impegna tutti, e dunque in particolare la scuola, nel
compito di tutelare questo patrimonio.
Lo studio della storia, insieme alla memoria delle generazioni viventi, alla percezione
del presente e alla visione del futuro, contribuisce a formare la coscienza storica dei cittadini e li motiva al senso di responsabilità nei confronti del patrimonio e dei beni comuni
Per questa ragione la scuola è chiamata ad esplorare, arricchire, approfondire e consolidare la conoscenza e il senso della storia.
I metodi didattici della storia
I libri, le attività laboratoriali, in classe e fuori della classe, e l’utilizzazione dei molti
media oggi disponibili, ampliano, strutturano e consolidano questa dimensione di apprendimento. La capacità e la possibilità di usufruire di ogni opportunità di studio della storia,
a scuola e nel territorio circostante, permettono un lavoro pedagogico ricco, a partire dalle
narrazioni e dalle attività laboratori ali e ludiche con i più piccoli per attraversare molte
esperienze esplorative sul passato: un lavoro indispensabile per avvicinare gli alunni alla
capacità di ricostruire e concepire progressivamente il “fatto storico” per indagarne i diversi aspetti, le molteplici prospettive, le cause e le ragioni..
È attraverso questo lavoro a scuola e nel territorio che vengono affrontati i primi “saperi della storia”: la conoscenza cronologica, la misura del tempo, le periodizzazioni. Al
contempo gli alunni incominciano ad acquisire la capacità di ricostruire i fatti della storia
e i loro molteplici significati in relazione ai problemi con i quali l’uomo si è dovuto confrontare, fino alle grandi questioni del presente.
178
La storia come campo disciplinare
La storia, come campo scientifico di studio, è la disciplina nella quale si imparano a
conoscere e interpretare fatti, eventi e processi del passato. Le conoscenze del passato offrono metodi e saperi utili per comprendere e interpretare il presente.
Le conoscenze prodotte dagli storici, innumerevoli e in continuo accrescimento, sono
sottoposte a revisione continua a seconda del mutare dei rapporti tra presente e passato e
della continua reinterpretazione delle fonti. La scuola tiene conto di questo e, in modo via
via più accurato, in relazione alle diverse età e alle capacità cognitive degli alunni, progetta percorsi didattici che approfondiscono la conoscenza della storia e l’attenzione alle diverse fonti.
Identità, memoria e cultura storica
Nei tempi più recenti il passato e, in particolare, i temi della memoria, dell’identità e
delle radici hanno fortemente caratterizzato il discorso pubblico e dei media sulla storia.
Un insegnamento che promuova la padronanza degli strumenti critici permette di evitare
che la storia venga usata strumentalmente, in modo improprio.
Inoltre la formazione di una società multietnica e multiculturale porta con sé la tendenza
a trasformare la storia da disciplina di studio a strumento di rappresentanza delle diverse identità, con il rischio di comprometterne il carattere scientifico e, conseguentemente, di diminuire la stessa efficacia formativa del curricolo. È opportuno sottolineare come proprio la
ricerca storica e il ragionamento critico sui fatti essenziali relativi alla storia italiana ed europea offrano una base per riflettere in modo articolato ed argomentato sulle diversità dei
gruppi umani che hanno popolato il pianeta, a partire dall’unità del genere umano. Ricerca
storica e ragionamento critico rafforzano altresì la possibilità di confronto e dialogo intorno
alla complessità del passato e del presente fra le diverse componenti di una società multiculturale e multietnica. Per questo motivo il curricolo sarà articolato intorno ad alcuni snodi periodizzanti della vicenda umana quali: il processo di ominazione, la rivoluzione neolitica, la
rivoluzione industriale e i processi di mondializzazione e globalizzazione.
La storia generale a scuola
Occorre, dunque, aggiornare gli argomenti di studio, adeguandoli alle nuove prospettive, facendo sì che la storia nelle sue varie dimensioni – mondiale, europea, italiana e locale
– si presenti come un intreccio significativo di persone, culture, economie, religioni, avvenimenti che hanno costituito processi di grande rilevanza per la comprensione del mondo
attuale: dal preistorico alle prime società del protostorico, dalle grandi civiltà antiche alla
colonizzazione greca e al processo di unificazione del Mediterraneo, dalla costituzione
dell’Impero Romano alla diffusione del Cristianesimo, dalla progressiva strutturazione dei
territori alla nascita di una società ricca per i diversi apporti di genti e di culture nel Medioevo; dall’Umanesimo e dal Rinascimento alle scoperte geografiche e all’espansione europea, dalla Riforma protestante alla costruzione degli stati moderni; dalla Rivoluzione scientifica all’Illuminismo e alla formazione di stati di diritto; dalla colonizzazione alla formazione degli stati nazionali, in particolare quello italiano, dall’industrializzazione al diffondersi della società di massa e all’emancipazione femminile; dai conflitti mondiali
179
all’affermazione di dittature e all’espansione della democrazia, dai movimenti di resistenza
alla formazione della Repubblica italiana, dalla decolonizzazione all’avvento della globalizzazione; dalle rivoluzioni scientifiche alla rivoluzione digitale.
In particolare la conoscenza dei diversi e profondi legami, dei conflitti e degli scambi
che si sono svolti nel tempo fra le genti del Mediterraneo e le popolazioni di altre regioni
del mondo, rende comprensibili questioni che, altrimenti, sarebbero interamente schiacciate
nella dimensione del presente. I due poli temporali, il passato e il presente, devono entrambi avere il loro giusto peso nel curricolo ed è opportuno che si richiamino continuamente.
È tuttavia evidente che proprio l’attenzione alle vicende complesse del presente chiamano in causa le conoscenze di storia generale, articolate nell’arco del primo ciclo, sulla
base della loro significatività ai fini di una prima comprensione del mondo.
La ripartizione delle conoscenze storiche per livelli scolastici
La disciplina, per la sua complessità, richiede la formulazione di un percorso ben articolato, con una progressione di attività e di conoscenze adatta alle diverse fasi
dell’apprendimento e che permetta di distribuire lungo tutto l’arco della scuola primaria e
secondaria di primo grado i diversi compiti di apprendimento.
La storia generale nella scuola primaria è deputata a far scoprire agli alunni il mondo
storico mediante la costruzione di un sistema di conoscenze riguardanti quadri di civiltà o
quadri storico sociali senza tralasciare i fatti storici fondamentali. Nella scuola secondaria
di primo grado lo sviluppo del sapere storico riguarderà anche i processi, le trasformazioni
e gli eventi che hanno portato al mondo di oggi.
Una più sistematica strutturazione cronologica delle conoscenze storiche sarà distribuita lungo tutto l’arco del primo ciclo d’istruzione.
In particolare alla scuola primaria sono assegnate le conoscenze storiche che riguardano il periodo compreso dalla comparsa dell’uomo alla tarda antichità; alla scuola secondaria le conoscenze che riguardano il periodo compreso dalla tarda antichità agli inizi del
XXI secolo. L’ultimo anno della scuola secondaria di primo grado viene dedicato allo studio della storia del Novecento.
Tuttavia è importante sottolineare l’importanza, a partire dalla scuola primaria,
dell’apprendimento della storia centrato su temi che riguardano l’insieme dei problemi
della vita umana sul pianeta: l’uso delle diverse fonti di energia, la difesa dagli elementi
naturali avversi e la trasformazione progressiva dell’ambiente naturale, i molti passaggi
dello sviluppo tecnico, la conservazione dei beni e del cibo, la divisione del lavoro e la
differenziazione sociale, le migrazioni e la conquista dei territori, il conflitto interno e
quello esterno alle comunità, la custodia e la trasmissione del sapere, i codici e i mezzi
della comunicazione, la nascita e lo sviluppo delle credenze e della ritualità, il sorgere e
l’evoluzione del sentimento religioso e delle norme, la costruzione delle diverse forme di
governo. Un tale approccio, costruito tra passato e presente, permette anche di non doversi
soffermare troppo a lungo su singoli temi e civiltà remote nella convinzione che in una data classe si debbano svolgere solo argomenti specifici.
180
Gli intrecci disciplinari
La storia si apre all’utilizzo di metodi, conoscenze, visioni, concettualizzazioni di altre discipline. Gli insegnanti, mettendo a profitto tale peculiarità, potenziano gli intrecci
disciplinari suggeriti dai temi proposti agli alunni. In particolare è importante curare le aree di sovrapposizione tra la storia e la geografia in considerazione dell’intima connessione che c’è tra i popoli e le regioni in cui vivono.
Per l’educazione linguistica sono importanti i processi di produzione e di organizzazione delle informazioni primarie e inferenziali, le capacità che si acquisiscono studiando
con metodo i testi allo scopo di apprendere il lessico specifico e imparare a concettualizzare esponendo in forma orale e scritta.
L’educazione al patrimonio culturale e alla cittadinanza attiva
L’insegnamento e l’apprendimento della storia contribuiscono all’educazione al patrimonio culturale e alla cittadinanza attiva. I docenti si impegnano a far scoprire agli alunni il nesso tra le tracce e le conoscenze del passato, a far usare con metodo le fonti archeologiche, museali, iconiche, archivistiche, a far apprezzare il loro valore di beni culturali. In tal modo l’educazione al patrimonio culturale fornisce un contributo fondamentale
alla cittadinanza attiva. In particolare, gli insegnanti metteranno in evidenza i rapporti tra
istituzioni e società, le differenze di genere e di generazioni, le forme statuali, le istituzioni
democratiche.
Traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola primaria
L’alunno riconosce elementi significativi del passato del suo ambiente di vita.
Riconosce e esplora in modo via via più approfondito le tracce storiche presenti nel
territorio e comprende l’importanza del patrimonio artistico e culturale.
Usa la linea del tempo per organizzare informazioni, conoscenze, periodi e individuare successioni, contemporaneità, durate, periodizzazioni.
Individua le relazioni tra gruppi umani e contesti spaziali.
Organizza le informazioni e le conoscenze, tematizzando e usando le concettualizzazioni pertinenti.
Comprende i testi storici proposti e sa individuarne le caratteristiche.
Usa carte geo-storiche, anche con l’ausilio di strumenti informatici.
Racconta i fatti studiati e sa produrre semplici testi storici, anche con risorse digitali.
Comprende avvenimenti, fatti e fenomeni delle società e civiltà che hanno caratterizzato la storia dell’umanità dal paleolitico alla fine del mondo antico con possibilità di
apertura e di confronto con la contemporaneità.
Comprende aspetti fondamentali del passato dell’Italia dal paleolitico alla fine
dell’impero romano d’Occidente, con possibilità di apertura e di confronto con la contemporaneità.
Obiettivi di apprendimento al termine della classe terza della scuola primaria
Uso delle fonti
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Individuare le tracce e usarle come fonti per produrre conoscenze sul proprio passato, della generazione degli adulti e della comunità di appartenenza.
Ricavare da fonti di tipo diverso informazioni e conoscenze su aspetti del passato.
Organizzazione delle informazioni
Rappresentare graficamente e verbalmente le attività, i fatti vissuti e narrati.
Riconoscere relazioni di successione e di contemporaneità, durate, periodi, cicli
temporali, mutamenti, in fenomeni ed esperienze vissute e narrate.
Comprendere la funzione e l’uso degli strumenti convenzionali per la misurazione
e la rappresentazione del tempo (orologio, calendario, linea temporale …).
Strumenti concettuali
Seguire e comprendere vicende storiche attraverso l’ascolto o lettura di testi
dell’antichità, di storie, racconti, biografie di grandi del passato.
Organizzare le conoscenze acquisite in semplici schemi temporali.
Individuare analogie e differenze attraverso il confronto tra quadri storico-sociali
diversi, lontani nello spazio e nel tempo.
Produzione scritta e orale
Rappresentare conoscenze e concetti appresi mediante grafismi, disegni, testi scritti e con risorse digitali.
Riferire in modo semplice e coerente le conoscenze acquisite.
Obiettivi di apprendimento al termine della classe quinta della scuola primaria
Uso delle fonti
Produrre informazioni con fonti di diversa natura utili alla ricostruzione di un fenomeno storico.
Rappresentare, in un quadro storico-sociale, le informazioni che scaturiscono dalle
tracce del passato presenti sul territorio vissuto.
Organizzazione delle informazioni
Leggere una carta storico-geografica relativa alle civiltà studiate.
Usare cronologie e carte storico-geografiche per rappresentare le conoscenze.
Confrontare i quadri storici delle civiltà affrontate.
Strumenti concettuali
Usare il sistema di misura occidentale del tempo storico (avanti Cristo – dopo Cristo) e comprendere i sistemi di misura del tempo storico di altre civiltà.
Elaborare rappresentazioni sintetiche delle società studiate, mettendo in rilievo le
relazioni fra gli elementi caratterizzanti.
Produzione scritta e orale
Confrontare aspetti caratterizzanti le diverse società studiate anche in rapporto al
presente.
Ricavare e produrre informazioni da grafici, tabelle, carte storiche, reperti iconografici e consultare testi di genere diverso, manualistici e non, cartacei e digitali.
Esporre con coerenza conoscenze e concetti appresi, usando il linguaggio specifico
della disciplina.
Elaborare in testi orali e scritti gli argomenti studiati, anche usando risorse digitali.
182
Traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola secondaria di
primo grado
L’alunno si informa in modo autonomo su fatti e problemi storici anche mediante
l’uso di risorse digitali.
Produce informazioni storiche con fonti di vario genere – anche digitali – e le sa organizzare in testi.
Comprende testi storici e li sa rielaborare con un personale metodo di studio,
Espone oralmente e con scritture – anche digitali – le conoscenze storiche acquisite
operando collegamenti e argomentando le proprie riflessioni.
Usa le conoscenze e le abilità per orientarsi nella complessità del presente, comprende
opinioni e culture diverse, capisce i problemi fondamentali del mondo contemporaneo.
Comprende aspetti, processi e avvenimenti fondamentali della storia italiana dalle
forme di insediamento e di potere medievali alla formazione dello stato unitario fino
alla nascita della Repubblica, anche con possibilità di aperture e confronti con il mondo antico.
Conosce aspetti e processi fondamentali della storia europea medievale, moderna e
contemporanea, anche con possibilità di aperture e confronti con il mondo antico.
Conosce aspetti e processi fondamentali della storia mondiale, dalla civilizzazione
neolitica alla rivoluzione industriale, alla globalizzazione.
Conosce aspetti e processi essenziali della storia del suo ambiente.
Conosce aspetti del patrimonio culturale, italiano e dell’umanità e li sa mettere in relazione con i fenomeni storici studiati.
Obiettivi di apprendimento al termine della classe terza della scuola secondaria di
primo grado
Uso delle fonti
Conoscere alcune procedure e tecniche di lavoro nei siti archeologici, nelle biblioteche e negli archivi.
Usare fonti di diverso tipo (documentarie, iconografiche, narrative, materiali, orali,
digitali, ecc.) per produrre conoscenze su temi definiti.
Organizzazione delle informazioni
Selezionare e organizzare le informazioni con mappe, schemi, tabelle, grafici e risorse digitali.
Costruire grafici e mappe spazio-temporali, per organizzare le conoscenze studiate.
Collocare la storia locale in relazione con la storia italiana, europea, mondiale.
Formulare e verificare ipotesi sulla base delle informazioni prodotte e delle conoscenze elaborate.
Strumenti concettuali
Comprendere aspetti e strutture dei processi storici italiani, europei e mondiali.
Conoscere il patrimonio culturale collegato con i temi affrontati.
Usare le conoscenze apprese per comprendere problemi ecologici, interculturali e
di convivenza civile.
Produzione scritta e orale
183
Produrre testi, utilizzando conoscenze selezionate da fonti di informazione diverse,
manualistiche e non, cartacee e digitali
Argomentare su conoscenze e concetti appresi usando il linguaggio specifico della
disciplina.
Geografia
La geografia studia i rapporti delle società umane tra loro e con il pianeta che le ospita. È
disciplina “di cerniera” per eccellenza poiché consente di mettere in relazione temi economici,
giuridici, antropologici, scientifici e ambientali di rilevante importanza per ciascuno di noi.
In un tempo caratterizzato dalla presenza a scuola di alunni di ogni parte del mondo,
la geografia consente il confronto sulle grandi questioni comuni a partire dalla conoscenza
dei differenti luoghi di nascita o di origine famigliare.
La conoscenza geografica riguarda anche i processi di trasformazione progressiva
dell’ambiente ad opera dell’uomo o per cause naturali di diverso tipo. La storia della natura e quella dell’uomo, però, si svolgono con tempi diversi: i tempi lunghi della natura si
intrecciano, spesso confliggendo, con quelli molto più brevi dell’uomo, con ritmi che a
volte si fanno più serrati in seguito a rapide trasformazioni, dovute a nuove prospettive
culturali o all’affermarsi di tecnologie innovative.
La geografia è attenta al presente, che studia nelle varie articolazioni spaziali e nei suoi
aspetti demografici, socio-culturali e politico-economici. L’apertura al mondo attuale è necessaria anche per sviluppare competenze relative alla cittadinanza attiva, come la consapevolezza di far parte di una comunità territoriale organizzata. Tuttavia, poiché lo spazio
non è statico, la geografia non può prescindere dalla dimensione temporale, da cui trae
molte possibilità di leggere e interpretare i fatti che proprio nel territorio hanno lasciato testimonianza, nella consapevolezza che ciascuna azione implica ripercussioni nel futuro.
Altra irrinunciabile opportunità formativa offerta dalla geografia è quella di abituare a
osservare la realtà da punti di vista diversi, che consentono di considerare e rispettare visioni plurime, in un approccio interculturale dal vicino al lontano.
La conoscenza e la valorizzazione del patrimonio culturale ereditato dal passato, con i
suoi “segni” leggibili sul territorio, si affianca allo studio del paesaggio, contenitore di tutte le memorie materiali e immateriali, anche nella loro proiezione futura. Tali percorsi
consentono sintesi con la storia e le scienze sociali, con cui la geografia condivide pure la
progettazione di azioni di salvaguardia e di recupero del patrimonio naturale, affinché le
generazioni future possano giovarsi di un ambiente sano. Riciclaggio e smaltimento dei
rifiuti, lotta all’inquinamento, sviluppo delle tecniche di produzione delle energie rinnovabili, tutela della biodiversità, adattamento al cambiamento climatico: sono temi di forte rilevanza geografica, in cui è essenziale il raccordo con le discipline scientifiche e tecniche.
Il punto di convergenza sfocia nell’educazione al territorio, intesa come esercizio della cittadinanza attiva, e nell’educazione all’ambiente e allo sviluppo.
La presenza della geografia nel curricolo contribuisce a fornire gli strumenti per formare persone autonome e critiche, che siano in grado di assumere decisioni responsabili nella
gestione del territorio e nella tutela dell’ambiente, con un consapevole sguardo al futuro.
184
Il primo incontro con la disciplina avviene attraverso un approccio attivo all’ambiente
circostante, attraverso un’esplorazione diretta; in questa fase la geografia opera insieme
alle scienze motorie, per consolidare il rapporto del corpo con lo spazio.
Costruendo le proprie geografie, anche attraverso le testimonianze di adulti come referenti culturali, gli allievi possono avvicinarsi alla dimensione sistematica della disciplina. Alla geografia, infatti, spetta il delicato compito di costruire il senso dello spazio, accanto a quello del tempo, con il quale va costantemente correlato. Gli allievi devono attrezzarsi di coordinate spaziali per orientarsi nel territorio, abituandosi ad analizzare ogni
elemento nel suo contesto spaziale e in modo multiscalare, da quello locale fino ai contesti
mondiali. Il raffronto della propria realtà (spazio vissuto) con quella globale, e viceversa, è
agevolato dalla continua comparazione di rappresentazioni spaziali, lette e interpretate a
scale diverse, servendosi anche di carte geografiche, di fotografie e immagini da satellite,
del globo terrestre, di materiali prodotti dalle nuove tecnologie legate ai Sistemi Informativi Geografici (GIS).
Traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola primaria
L’alunno si orienta nello spazio circostante e sulle carte geografiche, utilizzando riferimenti topologici e punti cardinali.
Utilizza il linguaggio della geo-graficità per interpretare carte geografiche e globo terrestre, realizzare semplici schizzi cartografici e carte tematiche, progettare percorsi e
itinerari di viaggio.
Ricava informazioni geografiche da una pluralità di fonti (cartografiche e satellitari,
tecnologie digitali, fotografiche, artistico-letterarie).
Riconosce e denomina i principali “oggetti” geografici fisici (fiumi, monti, pianure,
coste, colline, laghi, mari, oceani, ecc.)
Individua i caratteri che connotano i paesaggi (di montagna, collina, pianura, vulcanici, ecc.) con particolare attenzione a quelli italiani, e individua analogie e differenze
con i principali paesaggi europei e di altri continenti.
Coglie nei paesaggi mondiali della storia le progressive trasformazioni operate
dall’uomo sul paesaggio naturale.
Si rende conto che lo spazio geografico è un sistema territoriale, costituito da elementi
fisici e antropici legati da rapporti di connessione e/o di interdipendenza.
Obiettivi di apprendimento al termine della classe terza della scuola primaria
Orientamento
Muoversi consapevolmente nello spazio circostante, orientandosi attraverso punti
di riferimento, utilizzando gli indicatori topologici (avanti, dietro, sinistra, destra,
ecc.) e le mappe di spazi noti che si formano nella mente (carte mentali).
Linguaggio della geo-graficità
Rappresentare in prospettiva verticale oggetti e ambienti noti (pianta dell’aula,
ecc.) e tracciare percorsi effettuati nello spazio circostante.
Leggere e interpretare la pianta dello spazio vicino.
Paesaggio
185
Conoscere il territorio circostante attraverso l’approccio percettivo e l’osservazione diretta.
Individuare e descrivere gli elementi fisici e antropici che caratterizzano i paesaggi
dell’ambiente di vita della propria regione.
Regione e sistema territoriale
Comprendere che il territorio è uno spazio organizzato e modificato dalle attività umane.
Riconoscere, nel proprio ambiente di vita, le funzioni dei vari spazi e le loro connessioni, gli interventi positivi e negativi dell’uomo e progettare soluzioni, esercitando la cittadinanza attiva.
Obiettivi di apprendimento al termine della classe quinta della scuola primaria
Orientamento
Orientarsi utilizzando la bussola e i punti cardinali anche in relazione al Sole.
Estendere le proprie carte mentali al territorio italiano, all’Europa e ai diversi continenti, attraverso gli strumenti dell’osservazione indiretta (filmati e fotografie, documenti cartografici, immagini da telerilevamento, elaborazioni digitali, ecc.).
Linguaggio della geo-graficità
Analizzare i principali caratteri fisici del territorio, fatti e fenomeni locali e globali,
interpretando carte geografiche di diversa scala, carte tematiche, grafici, elaborazioni
digitali, repertori statistici relativi a indicatori socio-demografici ed economici.
Localizzare sulla carta geografica dell’Italia le regioni fisiche, storiche e amministrative; localizzare sul planisfero e sul globo la posizione dell’Italia in Europa e
nel mondo.
Localizza le regioni fisiche principali e i grandi caratteri dei diversi continenti e
degli oceani.
Paesaggio
Conoscere gli elementi che caratterizzano i principali paesaggi italiani, europei e
mondiali, individuando le analogie e le differenze (anche in relazione ai quadri socio-storici del passato) e gli elementi di particolare valore ambientale e culturale da
tutelare e valorizzare.
Regione e sistema territoriale
Acquisire il concetto di regione geografica (fisica, climatica, storico-culturale,
amministrativa) e utilizzarlo a partire dal contesto italiano.
Individuare problemi relativi alla tutela e valorizzazione del patrimonio naturale e
culturale, proponendo soluzioni idonee nel proprio contesto di vita.
Traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola secondaria di
primo grado
Lo studente si orienta nello spazio e sulle carte di diversa scala in base ai punti cardinali e alle coordinate geografiche; sa orientare una carta geografica a grande scala facendo ricorso a punti di riferimento fissi.
Utilizza opportunamente carte geografiche, fotografie attuali e d’epoca, immagini da
telerilevamento, elaborazioni digitali, grafici, dati statistici, sistemi informativi geografici per comunicare efficacemente informazioni spaziali.
186
Riconosce nei paesaggi europei e mondiali, raffrontandoli in particolare a quelli italiani, gli elementi fisici significativi e le emergenze storiche, artistiche e architettoniche, come patrimonio naturale e culturale da tutelare e valorizzare.
Osserva, legge e analizza sistemi territoriali vicini e lontani, nello spazio e nel tempo e valuta gli effetti di azioni dell’uomo sui sistemi territoriali alle diverse scale geografiche.
Obiettivi di apprendimento al termine della classe terza della scuola secondaria di
primo grado
Orientamento
Orientarsi sulle carte e orientare le carte a grande scala in base ai punti cardinali
(anche con l’utilizzo della bussola) e a punti di riferimento fissi.
Orientarsi nelle realtà territoriali lontane, anche attraverso l’utilizzo dei programmi
multimediali di visualizzazione dall’alto.
Linguaggio della geograficità
Leggere e interpretare vari tipi di carte geografiche (da quella topografica al planisfero), utilizzando scale di riduzione, coordinate geografiche e simbologia.
Utilizzare strumenti tradizionali (carte, grafici, dati statistici, immagini, ecc.) e innovativi (telerilevamento e cartografia computerizzata) per comprendere e comunicare fatti e fenomeni territoriali.
Paesaggio
Interpretare e confrontare alcuni caratteri dei paesaggi italiani, europei e mondiali,
anche in relazione alla loro evoluzione nel tempo.
Conoscere temi e problemi di tutela del paesaggio come patrimonio naturale e culturale e progettare azioni di valorizzazione.
Regione e sistema territoriale
Consolidare il concetto di regione geografica (fisica, climatica, storica, economica)
applicandolo all’Italia, all’Europa e agli altri continenti.
Analizzare in termini di spazio le interrelazioni tra fatti e fenomeni demografici,
sociali ed economici di portata nazionale, europea e mondiale.
Utilizzare modelli interpretativi di assetti territoriali dei principali Paesi europei e
degli altri continenti, anche in relazione alla loro evoluzione storico-politicoeconomica.
Matematica
Le conoscenze matematiche contribuiscono alla formazione culturale delle persone e
delle comunità, sviluppando le capacità di mettere in stretto rapporto il "pensare" e il "fare" e offrendo strumenti adatti a percepire, interpretare e collegare tra loro fenomeni naturali, concetti e artefatti costruiti dall’uomo, eventi quotidiani. In particolare, la matematica
dà strumenti per la descrizione scientifica del mondo e per affrontare problemi utili nella
vita quotidiana; contribuisce a sviluppare la capacità di comunicare e discutere, di argomentare in modo corretto, di comprendere i punti di vista e le argomentazioni degli altri.
187
In matematica, come nelle altre discipline scientifiche, è elemento fondamentale il laboratorio, inteso sia come luogo fisico sia come momento in cui l’alunno è attivo, formula
le proprie ipotesi e ne controlla le conseguenze, progetta e sperimenta, discute e argomenta le proprie scelte, impara a raccogliere dati, negozia e costruisce significati, porta a conclusioni temporanee e a nuove aperture la costruzione delle conoscenze personali e collettive. Nella scuola primaria si potrà utilizzare il gioco, che ha un ruolo cruciale nella comunicazione, nell’educazione al rispetto di regole condivise, nell’elaborazione di strategie
adatte a contesti diversi.
La costruzione del pensiero matematico è un processo lungo e progressivo nel quale
concetti, abilità, competenze e atteggiamenti vengono ritrovati, intrecciati, consolidati e
sviluppati a più riprese; è un processo che comporta anche difficoltà linguistiche e che richiede un’acquisizione graduale del linguaggio matematico. Caratteristica della pratica
matematica è la risoluzione di problemi, che devono essere intesi come questioni autentiche e significative, legate alla vita quotidiana, e non solo esercizi a carattere ripetitivo o
quesiti ai quali si risponde semplicemente ricordando una definizione o una regola. Gradualmente, stimolato dalla guida dell’insegnante e dalla discussione con i pari, l’alunno
imparerà ad affrontare con fiducia e determinazione situazioni problematiche, rappresentandole in diversi modi, conducendo le esplorazioni opportune, dedicando il tempo necessario alla precisa individuazione di ciò che è noto e di ciò che s’intende trovare, congetturando soluzioni e risultati, individuando possibili strategie risolutive. Nella scuola secondaria di primo grado si svilupperà un’attività più propriamente di matematizzazione, formalizzazione, generalizzazione. L’alunno analizza le situazioni per tradurle in termini matematici, riconosce schemi ricorrenti, stabilisce analogie con modelli noti, sceglie le azioni
da compiere (operazioni, costruzioni geometriche, grafici, formalizzazioni, scrittura e risoluzione di equazioni, …) e le concatena in modo efficace al fine di produrre una risoluzione del problema. Un’attenzione particolare andrà dedicata allo sviluppo della capacità di
esporre e di discutere con i compagni le soluzioni e i procedimenti seguiti.
L’uso consapevole e motivato di calcolatrici e del computer deve essere incoraggiato
opportunamente fin dai primi anni della scuola primaria, ad esempio per verificare la correttezza di calcoli mentali e scritti e per esplorare il mondo dei numeri e delle forme.
Di estrema importanza è lo sviluppo di un’adeguata visione della matematica, non ridotta a un insieme di regole da memorizzare e applicare, ma riconosciuta e apprezzata
come contesto per affrontare e porsi problemi significativi e per esplorare e percepire relazioni e strutture che si ritrovano e ricorrono in natura e nelle creazioni dell’uomo.
Traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola primaria
L’alunno si muove con sicurezza nel calcolo scritto e mentale con i numeri naturali e
sa valutare l’opportunità di ricorrere a una calcolatrice.
Riconosce e rappresenta forme del piano e dello spazio, relazioni e strutture che si
trovano in natura o che sono state create dall’uomo.
Descrive, denomina e classifica figure in base a caratteristiche geometriche, ne determina misure, progetta e costruisce modelli concreti di vario tipo.
188
Utilizza strumenti per il disegno geometrico (riga, compasso, squadra) e i più comuni
strumenti di misura (metro, goniometro...).
Ricerca dati per ricavare informazioni e costruisce rappresentazioni (tabelle e grafici).
Ricava informazioni anche da dati rappresentati in tabelle e grafici
Riconosce e quantifica, in casi semplici, situazioni di incertezza.
Legge e comprende testi che coinvolgono aspetti logici e matematici.
Riesce a risolvere facili problemi in tutti gli ambiti di contenuto, mantenendo il controllo sia sul processo risolutivo, sia sui risultati. Descrive il procedimento seguito e
riconosce strategie di soluzione diverse dalla propria.
Costruisce ragionamenti formulando ipotesi, sostenendo le proprie idee e confrontandosi con il punto di vista di altri.
Riconosce e utilizza rappresentazioni diverse di oggetti matematici (numeri decimali,
frazioni, percentuali, scale di riduzione, ...).
Sviluppa un atteggiamento positivo rispetto alla matematica, attraverso esperienze significative, che gli hanno fatto intuire come gli strumenti matematici che ha imparato ad
utilizzare siano utili per operare nella realtà.
Obiettivi di apprendimento al termine della classe terza della scuola primaria
Numeri
Contare oggetti o eventi, a voce e mentalmente, in senso progressivo e regressivo e
per salti di due, tre, ...
Leggere e scrivere i numeri naturali in notazione decimale, avendo consapevolezza
della notazione posizionale; confrontarli e ordinarli, anche rappresentandoli sulla retta.
Eseguire mentalmente semplici operazioni con i numeri naturali e verbalizzare le
procedure di calcolo.
Conoscere con sicurezza le tabelline della moltiplicazione dei numeri fino a 10.
Eseguire le operazioni con i numeri naturali con gli algoritmi scritti usuali.
Leggere, scrivere, confrontare numeri decimali, rappresentarli sulla retta ed eseguire semplici addizioni e sottrazioni, anche con riferimento alle monete o ai risultati
di semplici misure.
Spazio e figure
Percepire la propria posizione nello spazio e stimare distanze e volumi a partire dal
proprio corpo.
Comunicare la posizione di oggetti nello spazio fisico, sia rispetto al soggetto, sia
rispetto ad altre persone o oggetti, usando termini adeguati (sopra/sotto, davanti/dietro, destra/sinistra, dentro/fuori).
Eseguire un semplice percorso partendo dalla descrizione verbale o dal disegno,
descrivere un percorso che si sta facendo e dare le istruzioni a qualcuno perché
compia un percorso desiderato.
Riconoscere, denominare e descrivere figure geometriche.
Disegnare figure geometriche e costruire modelli materiali anche nello spazio.
Relazioni, dati e previsioni
189
Classificare numeri, figure, oggetti in base a una o più proprietà, utilizzando rappresentazioni opportune, a seconda dei contesti e dei fini.
Argomentare sui criteri che sono stati usati per realizzare classificazioni e ordinamenti assegnati.
Leggere e rappresentare relazioni e dati con diagrammi, schemi e tabelle.
Misurare grandezze (lunghezze, tempo, ecc.) utilizzando sia unità arbitrarie sia
unità e strumenti convenzionali (metro, orologio, ecc.).
Obiettivi di apprendimento al termine della classe quinta della scuola primaria
Numeri
Leggere, scrivere, confrontare numeri decimali.
Eseguire le quattro operazioni con sicurezza, valutando l’opportunità di ricorrere al
calcolo mentale, scritto o con la calcolatrice a seconda delle situazioni.
Eseguire la divisione con resto fra numeri naturali; individuare multipli e divisori
di un numero.
Stimare il risultato di una operazione.
Operare con le frazioni e riconoscere frazioni equivalenti.
Utilizzare numeri decimali, frazioni e percentuali per descrivere situazioni quotidiane.
Interpretare i numeri interi negativi in contesti concreti.
Rappresentare i numeri conosciuti sulla retta e utilizzare scale graduate in contesti
significativi per le scienze e per la tecnica.
Conoscere sistemi di notazione dei numeri che sono o sono stati in uso in luoghi,
tempi e culture diverse dalla nostra.
Spazio e figure
Descrivere, denominare e classificare figure geometriche, identificando elementi
significativi e simmetrie, anche al fine di farle riprodurre da altri.
Riprodurre una figura in base a una descrizione, utilizzando gli strumenti opportuni (carta a quadretti, riga e compasso, squadre, software di geometria).
Utilizzare il piano cartesiano per localizzare punti.
Costruire e utilizzare modelli materiali nello spazio e nel piano come supporto a
una prima capacità di visualizzazione.
Riconoscere figure ruotate, traslate e riflesse.
Confrontare e misurare angoli utilizzando proprietà e strumenti.
Utilizzare e distinguere fra loro i concetti di perpendicolarità, parallelismo, orizzontalità, verticalità, parallelismo.
Riprodurre in scala una figura assegnata (utilizzando, ad esempio, la carta a quadretti).
Determinare il perimetro di una figura utilizzando le più comuni formule o altri
procedimenti.
Determinare l’area di rettangoli e triangoli e di altre figure per scomposizione o utilizzando le più comuni formule.
Riconoscere rappresentazioni piane di oggetti tridimensionali, identificare punti di
vista diversi di uno stesso oggetto (dall’alto, di fronte, ecc.).
Relazioni, dati e previsioni
190
Rappresentare relazioni e dati e, in situazioni significative, utilizzare le rappresentazioni per ricavare informazioni, formulare giudizi e prendere decisioni.
Usare le nozioni di frequenza, di moda e di media aritmetica, se adeguata alla tipologia dei dati a disposizione.
Rappresentare problemi con tabelle e grafici che ne esprimono la struttura.
Utilizzare le principali unità di misura per lunghezze, angoli, aree, volumi/capacità,
intervalli temporali, masse, pesi per effettuare misure e stime.
Passare da un’unità di misura a un’altra, limitatamente alle unità di uso più comune, anche nel contesto del sistema monetario.
In situazioni concrete, di una coppia di eventi intuire e cominciare ad argomentare
qual è il più probabile, dando una prima quantificazione nei casi più semplici, oppure riconoscere se si tratta di eventi ugualmente probabili.
Riconoscere e descrivere regolarità in una sequenza di numeri o di figure.
Traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola secondaria di
primo grado
L’alunno si muove con sicurezza nel calcolo anche con i numeri razionali, ne padroneggia le diverse rappresentazioni e stima la grandezza di un numero e il risultato di
operazioni.
Riconosce e denomina le forme del piano e dello spazio, le loro rappresentazioni e ne
coglie le relazioni tra gli elementi.
Analizza e interpreta rappresentazioni di dati per ricavarne misure di variabilità e
prendere decisioni.
Riconosce e risolve problemi in contesti diversi valutando le informazioni e la loro
coerenza.
Spiega il procedimento seguito, anche in forma scritta, mantenendo il controllo sia sul
processo risolutivo, sia sui risultati.
Confronta procedimenti diversi e produce formalizzazioni che gli consentono di passare da un problema specifico a una classe di problemi.
Produce argomentazioni in base alle conoscenze teoriche acquisite.
Sostiene le proprie convinzioni, portando esempi e controesempi adeguati e utilizzando concatenazioni di affermazioni; accetta di cambiare opinione riconoscendo le conseguenze logiche di una argomentazione corretta.
Utilizza e interpreta il linguaggio matematico (piano cartesiano, formule, equazioni,
...) e ne coglie il rapporto col linguaggio naturale.
Nelle situazioni di incertezza (vita quotidiana, giochi, …) si orienta con valutazioni di
probabilità.
Ha rafforzato un atteggiamento positivo rispetto alla matematica attraverso esperienze
significative e ha capito come gli strumenti matematici appresi siano utili in molte situazioni per operare nella realtà.
191
Obiettivi di apprendimento al termine della classe terza della scuola secondaria di
primo grado
Numeri
Eseguire addizioni, sottrazioni, moltiplicazioni, divisioni, ordinamenti e confronti
tra i numeri conosciuti (numeri naturali, numeri interi, frazioni e numeri decimali),
quando possibile a mente oppure utilizzando gli usuali algoritmi scritti, le calcolatrici e i fogli di calcolo e valutando quale strumento può essere più opportuno.
Dare stime approssimate per il risultato di una operazione e controllare la plausibilità di un calcolo.
Rappresentare i numeri conosciuti sulla retta.
Utilizzare scale graduate in contesti significativi per le scienze e per la tecnica.
Utilizzare il concetto di rapporto fra numeri o misure ed esprimerlo sia nella forma
decimale, sia mediante frazione.
Utilizzare frazioni equivalenti e numeri decimali per denotare uno stesso numero
razionale in diversi modi, essendo consapevoli di vantaggi e svantaggi delle diverse rappresentazioni.
Comprendere il significato di percentuale e saperla calcolare utilizzando strategie
diverse.
Interpretare una variazione percentuale di una quantità data come una moltiplicazione per un numero decimale.
Individuare multipli e divisori di un numero naturale e multipli e divisori comuni a
più numeri.
Comprendere il significato e l’utilità del multiplo comune più piccolo e del divisore comune più grande, in matematica e in situazioni concrete.
In casi semplici scomporre numeri naturali in fattori primi e conoscere l’utilità di
tale scomposizione per diversi fini.
Utilizzare la notazione usuale per le potenze con esponente intero positivo, consapevoli del significato, e le proprietà delle potenze per semplificare calcoli e notazioni.
Conoscere la radice quadrata come operatore inverso dell’elevamento al quadrato.
Dare stime della radice quadrata utilizzando solo la moltiplicazione.
Sapere che non si può trovare una frazione o un numero decimale che elevato al
quadrato dà 2, o altri numeri interi.
Utilizzare la proprietà associativa e distributiva per raggruppare e semplificare, anche mentalmente, le operazioni.
Descrivere con un’espressione numerica la sequenza di operazioni che fornisce la
soluzione di un problema.
Eseguire semplici espressioni di calcolo con i numeri conosciuti, essendo consapevoli
del significato delle parentesi e delle convenzioni sulla precedenza delle operazioni.
Esprimere misure utilizzando anche le potenze del 10 e le cifre significative.
Spazio e figure
Riprodurre figure e disegni geometrici, utilizzando in modo appropriato e con accuratezza opportuni strumenti (riga, squadra, compasso, software di geometria).
Rappresentare punti, segmenti e figure sul piano cartesiano.
192
Conoscere definizioni e proprietà (angoli, assi di simmetria, diagonali, …) delle
principali figure piane (triangoli, quadrilateri, poligoni regolari, cerchio).
Descrivere figure complesse e costruzioni geometriche al fine di comunicarle ad altri.
Riprodurre figure e disegni geometrici in base a una descrizione e codificazione
fatta da altri.
Riconoscere figure piane simili in vari contesti e riprodurre in scala una figura assegnata.
Conoscere il Teorema di Pitagora e le sue applicazioni in matematica e in situazioni concrete.
Determinare l’area di semplici figure scomponendole in figure elementari, ad esempio triangoli, o utilizzando le più comuni formule.
Stimare per difetto e per eccesso l’area di una figura delimitata anche da linee curve.
Conoscere il numero π, e alcuni modi per approssimarlo.
Calcolare l’area del cerchio e la lunghezza della circonferenza, conoscendo il raggio, e viceversa.
Conoscere e utilizzare le principali trasformazioni geometriche e i loro invarianti.
Rappresentare oggetti e figure tridimensionali in vario modo tramite disegni sul piano.
Visualizzare oggetti tridimensionali a partire da rappresentazioni bidimensionali.
Calcolare l’area e il volume delle figure solide più comuni e darne stime di oggetti
della vita quotidiana.
Risolvere problemi utilizzando le proprietà geometriche delle figure.
Relazioni e funzioni
Interpretare, costruire e trasformare formule che contengono lettere per esprimere
in forma generale relazioni e proprietà.
Esprimere la relazione di proporzionalità con un’uguaglianza di frazioni e viceversa.
Usare il piano cartesiano per rappresentare relazioni e funzioni empiriche o ricavate da tabelle, e per conoscere in particolare le funzioni del tipo y=ax, y=a/x, y=ax2,
y=2n e i loro grafici e collegare le prime due al concetto di proporzionalità.
Esplorare e risolvere problemi utilizzando equazioni di primo grado.
Dati e previsioni
Rappresentare insiemi di dati, anche facendo uso di un foglio elettronico. In situazioni significative, confrontare dati al fine di prendere decisioni, utilizzando le distribuzioni delle frequenze e delle frequenze relative. Scegliere ed utilizzare valori
medi (moda, mediana, media aritmetica) adeguati alla tipologia ed alle caratteristiche dei dati a disposizione. Saper valutare la variabilità di un insieme di dati determinandone, ad esempio, il campo di variazione.
In semplici situazioni aleatorie, individuare gli eventi elementari, assegnare a essi
una probabilità, calcolare la probabilità di qualche evento, scomponendolo in eventi elementari disgiunti.
Riconoscere coppie di eventi complementari, incompatibili, indipendenti.
193
Scienze
La moderna conoscenza scientifica del mondo si è costruita nel tempo, attraverso un
metodo di indagine fondato sull’osservazione dei fatti e sulla loro interpretazione, con
spiegazioni e modelli sempre suscettibili di revisione e di riformulazione. L’osservazione
dei fatti e lo spirito di ricerca dovrebbero caratterizzare anche un efficace insegnamento
delle scienze e dovrebbero essere attuati attraverso un coinvolgimento diretto degli alunni
incoraggiandoli, senza un ordine temporale rigido e senza forzare alcuna fase, a porre domande sui fenomeni e le cose, a progettare esperimenti/esplorazioni seguendo ipotesi di
lavoro e a costruire i loro modelli interpretativi.
La ricerca sperimentale, individuale e di gruppo, rafforza nei ragazzi la fiducia nelle
proprie capacità di pensiero, la disponibilità a dare e ricevere aiuto, l’imparare dagli errori
propri e altrui, l’apertura ad opinioni diverse e la capacità di argomentare le proprie.
Le esperienze concrete potranno essere realizzate in aula o in spazi adatti: laboratorio
scolastico, ma anche spazi naturali o ambienti raggiungibili facilmente. È importante disporre di tempi e modalità di lavoro che consentano, in modo non superficiale o affrettato,
la produzione di idee originali da parte dei ragazzi, anche a costo di fare delle scelte sui
livelli di approfondimento e limitarsi alla trattazione di temi rilevanti. La valorizzazione
del pensiero spontaneo dei ragazzi consentirà di costruire nel tempo le prime formalizzazioni in modo convincente per ciascun alunno. La gradualità e non dogmaticità
dell’insegnamento favorirà negli alunni la fiducia nelle loro possibilità di capire sempre
quello che si studia, con i propri mezzi e al proprio livello.
Con lo sviluppo dei linguaggi e delle capacità di comunicazione, i ragazzi dovrebbero
saper descrivere la loro attività di ricerca in testi di vario tipo (racconti orali, testi scritti,
immagini, disegni, schemi, mappe, tabelle, grafici, ecc.) sintetizzando il problema affrontato, l’esperimento progettato, la sua realizzazione e i suoi risultati, le difficoltà incontrate,
le scelte adottate, le risposte individuate.
Le scienze naturali e sperimentali sono fra loro diverse per quanto riguarda i contenuti
ma, almeno a livello elementare, sono accomunate da metodologie di indagine simili. È
opportuno, quindi, potenziare nel percorso di studio, l’impostazione metodologica, mettendo in evidenza i modi di ragionare, le strutture di pensiero e le informazioni trasversali,
evitando così la frammentarietà nozionistica dei differenti contenuti. Gli allievi potranno
così riconoscere in quello che vanno studiando un’unitarietà della conoscenza. Per questo,
in rapporto all’età e con richiami graduali lungo tutto l’arco degli anni scolastici fino alla
scuola secondaria, dovranno essere focalizzati alcuni grandi “organizzatori concettuali”
quali: causa/effetto, sistema, stato/trasformazione, equilibrio, energia, ecc.
Il percorso dovrà comunque mantenere un costante riferimento alla realtà, imperniando le attività didattiche sulla scelta di casi emblematici quali l’osservazione diretta di un
organismo o di un micro-ambiente, di un movimento, di una candela che brucia, di una fusione, dell’ombra prodotta dal Sole, delle proprietà dell’acqua, ecc.
Valorizzando le competenze acquisite dagli allievi, nell’ambito di una progettazione
verticale complessiva, gli insegnanti potranno costruire una sequenza di esperienze che nel
loro insieme consentano di sviluppare gli argomenti basilari di ogni settore scientifico.
194
Nell’arco di ogni anno di scuola primaria, quindi, ciascun alunno deve essere coinvolto in varie esperienze pratiche. La selezione e la realizzazione di esperienze concrete ed
operative dovranno caratterizzare anche le attività didattiche nella scuola secondaria di
primo grado, coordinato con un appropriato uso del libro di testo. Le esperienze che vengono indicate per la scuola secondaria di primo grado possono essere utilizzate anche nella
scuola primaria con gli opportuni adattamenti.
Traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola primaria
L’alunno sviluppa atteggiamenti di curiosità e modi di guardare il mondo che lo stimolano a cercare spiegazioni di quello che vede succedere.
Esplora i fenomeni con un approccio scientifico: con l’aiuto dell’insegnante, dei compagni, in modo autonomo, osserva e descrive lo svolgersi dei fatti, formula domande,
anche sulla base di ipotesi personali, propone e realizza semplici esperimenti.
Individua nei fenomeni somiglianze e differenze, fa misurazioni, registra dati significativi, identifica relazioni spazio/temporali.
Individua aspetti quantitativi e qualitativi nei fenomeni, produce rappresentazioni grafiche e schemi di livello adeguato, elabora semplici modelli.
Riconosce le principali caratteristiche e i modi di vivere di organismi animali e vegetali.
Ha consapevolezza della struttura e dello sviluppo del proprio corpo, nei suoi diversi
organi e apparati, ne riconosce e descrive il funzionamento, utilizzando modelli intuitivi ed ha cura della sua salute.
Ha atteggiamenti di cura verso l’ambiente scolastico che condivide con gli altri; rispetta e apprezza il valore dell’ambiente sociale e naturale.
Espone in forma chiara ciò che ha sperimentato, utilizzando un linguaggio appropriato.
Trova da varie fonti (libri, internet, discorsi degli adulti, ecc.) informazioni e spiegazioni sui problemi che lo interessano.
Obiettivi di apprendimento al termine della classe terza di scuola primaria
Esplorare e descrivere oggetti e materiali
Individuare, attraverso l’interazione diretta, la struttura di oggetti semplici, analizzarne qualità e proprietà, descriverli nella loro unitarietà e nelle loro parti, scomporli e ricomporli, riconoscerne funzioni e modi d’uso.
Seriare e classificare oggetti in base alle loro proprietà.
Individuare strumenti e unità di misura appropriati alle situazioni problematiche in
esame, fare misure e usare la matematica conosciuta per trattare i dati.
Descrivere semplici fenomeni della vita quotidiana legati ai liquidi, al cibo, alle
forze e al movimento, al calore, ecc.
Osservare e sperimentare sul campo
Osservare i momenti significativi nella vita di piante e animali, realizzando allevamenti in classe di piccoli animali, semine in terrari e orti, ecc. Individuare somiglianze e differenze nei percorsi di sviluppo di organismi animali e vegetali.
Osservare, con uscite all’esterno, le caratteristiche dei terreni e delle acque.
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Osservare e interpretare le trasformazioni ambientali naturali (ad opera del sole, di
agenti atmosferici, dell’acqua, ecc.) e quelle ad opera dell’uomo (urbanizzazione,
coltivazione, industrializzazione, ecc.).
Avere familiarità con la variabilità dei fenomeni atmosferici (venti, nuvole, pioggia,
ecc.) e con la periodicità dei fenomeni celesti (dì/notte, percorsi del sole, stagioni).
L’uomo i viventi e l’ambiente
Riconoscere e descrivere le caratteristiche del proprio ambiente.
Osservare e prestare attenzione al funzionamento del proprio corpo (fame, sete, dolore, movimento, freddo e caldo, ecc.) per riconoscerlo come organismo complesso, proponendo modelli elementari del suo funzionamento.
Riconoscere in altri organismi viventi, in relazione con i loro ambienti, bisogni analoghi ai propri.
Obiettivi di apprendimento al termine della classe quinta della scuola primaria
Oggetti, materiali e trasformazioni
Individuare, nell’osservazione di esperienze concrete, alcuni concetti scientifici
quali: dimensioni spaziali, peso, peso specifico, forza, movimento, pressione, temperatura, calore, ecc.
Cominciare a riconoscere regolarità nei fenomeni e a costruire in modo elementare
il concetto di energia.
Osservare, utilizzare e, quando è possibile, costruire semplici strumenti di misura:
recipienti per misure di volumi/capacità, bilance a molla, ecc.) imparando a servirsi di unità convenzionali.
Individuare le proprietà di alcuni materiali come, ad esempio: la durezza, il peso,
l’elasticità, la trasparenza, la densità, ecc.; realizzare sperimentalmente semplici
soluzioni in acqua (acqua e zucchero, acqua e inchiostro, ecc).
Osservare e schematizzare alcuni passaggi di stato, costruendo semplici modelli interpretativi e provando ad esprimere in forma grafica le relazioni tra variabili individuate (temperatura in funzione del tempo, ecc.).
Osservare e sperimentare sul campo
Proseguire nelle osservazioni frequenti e regolari, a occhio nudo o con appropriati
strumenti, con i compagni e autonomamente, di una porzione di ambiente vicino;
individuare gli elementi che lo caratterizzano e i loro cambiamenti nel tempo.
Conoscere la struttura del suolo sperimentando con rocce, sassi e terricci; osservare le caratteristiche dell’acqua e il suo ruolo nell’ambiente.
Ricostruire e interpretare il movimento dei diversi oggetti celesti, rielaborandoli
anche attraverso giochi col corpo.
L’uomo i viventi e l’ambiente
Descrivere e interpretare il funzionamento del corpo come sistema complesso situato in un ambiente; costruire modelli plausibili sul funzionamento dei diversi apparati, elaborare primi modelli intuitivi di struttura cellulare.
Avere cura della propria salute anche dal punto di vista alimentare e motorio. Acquisire le prime informazioni sulla riproduzione e la sessualità.
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Riconoscere, attraverso l’esperienza di coltivazioni, allevamenti, ecc. che la vita di
ogni organismo è in relazione con altre e differenti forme di vita.
Elaborare i primi elementi di classificazione animale e vegetale sulla base di osservazioni personali.
Proseguire l’osservazione e l’interpretazione delle trasformazioni ambientali, ivi
comprese quelle globali, in particolare quelle conseguenti all’azione modificatrice
dell’uomo.
Traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola secondaria di
primo grado
L’alunno esplora e sperimenta, in laboratorio e all’aperto, lo svolgersi dei più comuni
fenomeni, ne immagina e ne verifica le cause; ricerca soluzioni ai problemi, utilizzando le conoscenze acquisite.
Sviluppa semplici schematizzazioni e modellizzazioni di fatti e fenomeni ricorrendo,
quando è il caso, a misure appropriate e a semplici formalizzazioni.
Riconosce nel proprio organismo strutture e funzionamenti a livelli macroscopici e
microscopici, è consapevole delle sue potenzialità e dei suoi limiti.
Ha una visione della complessità del sistema dei viventi e della loro evoluzione nel
tempo; riconosce nella loro diversità i bisogni fondamentali di animali e piante, e i
modi di soddisfarli negli specifici contesti ambientali.
È consapevole del ruolo della comunità umana sulla Terra, del carattere finito delle
risorse, nonché dell’ineguaglianza dell’accesso a esse, e adotta modi di vita ecologicamente responsabili.
Collega lo sviluppo delle scienze allo sviluppo della storia dell’uomo.
Ha curiosità e interesse verso i principali problemi legati all’uso della scienza nel
campo dello sviluppo scientifico e tecnologico.
Obiettivi di apprendimento al termine della classe terza della scuola secondaria di
primo grado
Fisica e chimica
Utilizzare i concetti fisici fondamentali quali: pressione, volume, velocità, peso,
peso specifico, forza, temperatura, calore, carica elettrica, ecc., in varie situazioni
di esperienza; in alcuni casi raccogliere dati su variabili rilevanti di differenti fenomeni, trovarne relazioni quantitative ed esprimerle con rappresentazioni formali
di tipo diverso. Realizzare esperienze quali ad esempio: piano inclinato, galleggiamento, vasi comunicanti, riscaldamento dell’acqua, fusione del ghiaccio, costruzione di un circuito pila-interruttore-lampadina.
Costruire e utilizzare correttamente il concetto di energia come quantità che si conserva; individuare la sua dipendenza da altre variabili; riconoscere l’inevitabile
produzione di calore nelle catene energetiche reali. Realizzare esperienze quali ad
esempio: mulino ad acqua, dinamo, elica rotante sul termosifone, riscaldamento
dell’acqua con il frullatore.
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Padroneggiare concetti di trasformazione chimica; sperimentare reazioni (non pericolose) anche con prodotti chimici di uso domestico e interpretarle sulla base di
modelli semplici di struttura della materia; osservare e descrivere lo svolgersi delle
reazioni e i prodotti ottenuti. Realizzare esperienze quali ad esempio: soluzioni in
acqua, combustione di una candela, bicarbonato di sodio + aceto.
Astronomia e Scienze della Terra
Osservare, modellizzare e interpretare i più evidenti fenomeni celesti attraverso
l’osservazione del cielo notturno e diurno, utilizzando anche planetari o simulazioni al computer. Ricostruire i movimenti della Terra da cui dipendono il dì e la notte
e l’alternarsi delle stagioni. Costruire modelli tridimensionali anche in connessione
con l’evoluzione storica dell’astronomia.
Spiegare, anche per mezzo di simulazioni, i meccanismi delle eclissi di sole e di
luna. Realizzare esperienze quali ad esempio: costruzione di una meridiana, registrazione della traiettoria del sole e della sua altezza a mezzogiorno durante l’arco
dell’anno.
Riconoscere, con ricerche sul campo ed esperienze concrete, i principali tipi di
rocce ed i processi geologici da cui hanno avuto origine.
Conoscere la struttura della Terra e i suoi movimenti interni (tettonica a placche);
individuare i rischi sismici, vulcanici e idrogeologici della propria regione per pianificare eventuali attività di prevenzione. Realizzare esperienze quali ad esempio la
raccolta e i saggi di rocce diverse.
Biologia
Riconoscere le somiglianze e le differenze del funzionamento delle diverse specie
di viventi.
Comprendere il senso delle grandi classificazioni, riconoscere nei fossili indizi per
ricostruire nel tempo le trasformazioni dell’ambiente fisico, la successione e
l’evoluzione delle specie. Realizzare esperienze quali ad esempio: in coltivazioni e
allevamenti, osservare della variabilità in individui della stessa specie.
Sviluppare progressivamente la capacità di spiegare il funzionamento macroscopico dei viventi con un modello cellulare (collegando per esempio: la respirazione
con la respirazione cellulare, l’alimentazione con il metabolismo cellulare, la crescita e lo sviluppo con la duplicazione delle cellule, la crescita delle piante con la
fotosintesi). Realizzare esperienze quali ad esempio: dissezione di una pianta, modellizzazione di una cellula, osservazione di cellule vegetali al microscopio, coltivazione di muffe e microorganismi.
Conoscere le basi biologiche della trasmissione dei caratteri ereditari acquisendo le
prime elementari nozioni di genetica.
Acquisire corrette informazioni sullo sviluppo puberale e la sessualità; sviluppare
la cura e il controllo della propria salute attraverso una corretta alimentazione; evitare consapevolmente i danni prodotti dal fumo e dalle droghe.
Assumere comportamenti e scelte personali ecologicamente sostenibili. Rispettare e
preservare la biodiversità nei sistemi ambientali. Realizzare esperienze quali ad esempio: costruzione di nidi per uccelli selvatici, adozione di uno stagno o di un bosco.
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Musica
La musica, componente fondamentale e universale dell’esperienza umana, offre uno
spazio simbolico e relazionale propizio all’attivazione di processi di cooperazione e socializzazione, all’acquisizione di strumenti di conoscenza, alla valorizzazione della creatività
e della partecipazione, allo sviluppo del senso di appartenenza a una comunità, nonché
all’interazione fra culture diverse.
L’apprendimento della musica consta di pratiche e di conoscenze, e nella scuola si articola su due dimensioni: a) produzione, mediante l’azione diretta (esplorativa, compositiva,
esecutiva) con e sui materiali sonori, in particolare attraverso l’attività corale e di musica
d’insieme; b) fruizione consapevole, che implica la costruzione e l’elaborazione di significati personali, sociali e culturali, relativamente a fatti, eventi, opere del presente e del passato.
Il canto, la pratica degli strumenti musicali, la produzione creativa, l’ascolto, la comprensione e la riflessione critica favoriscono lo sviluppo della musicalità che è in ciascuno;
promuovono l’integrazione delle componenti percettivo-motorie, cognitive e affettivosociali della personalità; contribuiscono al benessere psicofisico in una prospettiva di prevenzione del disagio, dando risposta a bisogni, desideri, domande, caratteristiche delle diverse fasce d’età. In particolare, attraverso l’esperienza del far musica insieme, ognuno
potrà cominciare a leggere e a scrivere musica, a produrla anche attraverso
l’improvvisazione, intesa come gesto e pensiero che si scopre nell’attimo in cui avviene:
improvvisare vuol dire comporre nell’istante.
L’apprendimento della musica esplica specifiche funzioni formative, tra loro interdipendenti. Mediante la funzione cognitivo-culturale gli alunni esercitano la capacità di rappresentazione simbolica della realtà, sviluppano un pensiero flessibile, intuitivo, creativo e
partecipano al patrimonio di diverse culture musicali; utilizzano le competenze specifiche
della disciplina per cogliere significati, mentalità, modi di vita e valori della comunità a
cui fanno riferimento. Mediante la funzione linguistico-comunicativa la musica educa gli
alunni all’espressione e alla comunicazione attraverso gli strumenti e le tecniche specifiche del proprio linguaggio. Mediante la funzione emotivo-affettiva gli alunni, nel rapporto
con l’opera d’arte, sviluppano la riflessione sulla formalizzazione simbolica delle emozioni. Mediante la funzioni identitaria e interculturale la musica induce gli alunni a prendere
coscienza della loro appartenenza a una tradizione culturale e nel contempo fornisce loro
gli strumenti per la conoscenza, il confronto e il rispetto di altre tradizioni culturali e religiose. Mediante la funzione relazionale essa instaura relazioni interpersonali e di gruppo,
fondate su pratiche compartecipate e sull’ascolto condiviso. Mediante la funzione criticoestetica essa sviluppa negli alunni una sensibilità artistica basata sull’interpretazione sia di
messaggi sonori sia di opere d’arte, eleva la loro autonomia di giudizio e il livello di fruizione estetica del patrimonio culturale.
In quanto mezzo di espressione e di comunicazione, la musica interagisce costantemente con le altre arti ed è aperta agli scambi e alle interazioni con i vari ambiti del sapere.
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Traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola primaria
L’alunno esplora, discrimina ed elabora eventi sonori dal punto di vista qualitativo,
spaziale e in riferimento alla loro fonte.
Esplora diverse possibilità espressive della voce, di oggetti sonori e strumenti musicali, imparando ad ascoltare se stesso e gli altri; fa uso di forme di notazione analogiche
o codificate.
Articola combinazioni timbriche, ritmiche e melodiche, applicando schemi elementari; le esegue con la voce, il corpo e gli strumenti, ivi compresi quelli della tecnologia
informatica.
Improvvisa liberamente e in modo creativo, imparando gradualmente a dominare tecniche e materiali, suoni e silenzi.
Esegue, da solo e in gruppo, semplici brani vocali o strumentali, appartenenti a generi
e culture differenti, utilizzando anche strumenti didattici e auto-costruiti.
Riconosce gli elementi costitutivi di un semplice brano musicale, utilizzandoli nella
pratica.
Ascolta, interpreta e descrive brani musicali di diverso genere.
Obiettivi di apprendimento al termine della classe quinta della scuola primaria
Utilizzare voce, strumenti e nuove tecnologie sonore in modo creativo e consapevole,
ampliando con gradualità le proprie capacità di invenzione e improvvisazione.
Eseguire collettivamente e individualmente brani vocali/strumentali anche polifonici,
curando l’intonazione, l’espressività e l’interpretazione.
Valutare aspetti funzionali ed estetici in brani musicali di vario genere e stile, in relazione al riconoscimento di culture, di tempi e luoghi diversi.
Riconoscere e classificare gli elementi costitutivi basilari del linguaggio musicale
all’interno di brani di vario genere e provenienza.
Rappresentare gli elementi basilari di brani musicali e di eventi sonori attraverso sistemi simbolici convenzionali e non convenzionali.
Riconoscere gli usi, le funzioni e i contesti della musica e dei suoni nella realtà multimediale (cinema, televisione, computer).
Traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola secondaria di
primo grado
per il quadro delle competenze specifiche connesse allo studio dello strumento musicale, si rinvia alle specifiche norme di settore.
L’alunno partecipa in modo attivo alla realizzazione di esperienze musicali attraverso
l’esecuzione e l’interpretazione di brani strumentali e vocali appartenenti a generi e
culture differenti.
Usa diversi sistemi di notazione funzionali alla lettura, all’analisi e alla produzione di
brani musicali.
200
È in grado di ideare e realizzare, anche attraverso l’improvvisazione o partecipando a
processi di elaborazione collettiva, messaggi musicali e multimediali, nel confronto critico con modelli appartenenti al patrimonio musicale, utilizzando anche sistemi informatici.
Comprende e valuta eventi, materiali, opere musicali riconoscendone i significati, anche in relazione alla propria esperienza musicale e ai diversi contesti storico-culturali.
Integra con altri saperi e altre pratiche artistiche le proprie esperienze musicali, servendosi anche di appropriati codici e sistemi di codifica.
Obiettivi di apprendimento al termine della classe terza della scuola secondaria di
primo grado
Eseguire in modo espressivo, collettivamente e individualmente, brani vocali e strumentali di diversi generi e stili, anche avvalendosi di strumentazioni elettroniche.
Improvvisare, rielaborare, comporre brani musicali vocali e strumentali, utilizzando
sia strutture aperte, sia semplici schemi ritmico-melodici.
Riconoscere e classificare anche stilisticamente i più importanti elementi costitutivi
del linguaggio musicale.
Conoscere, descrivere e interpretare in modo critico opere d’arte musicali e progettare/realizzare eventi sonori che integrino altre forme artistiche, quali danza, teatro, arti
visive e multimediali.
Decodificare e utilizzare la notazione tradizionale e altri sistemi di scrittura.
Orientare la costruzione della propria identità musicale, ampliarne l’orizzonte valorizzando le proprie esperienze, il percorso svolto e le opportunità offerte dal contesto.
Accedere alle risorse musicali presenti in rete e utilizzare software specifici per elaborazioni sonore e musicali.
Arte e immagine
La disciplina arte e immagine ha la finalità di sviluppare e potenziare nell’alunno le capacità di esprimersi e comunicare in modo creativo e personale, di osservare per leggere e
comprendere le immagini e le diverse creazioni artistiche, di acquisire una personale sensibilità estetica e un atteggiamento di consapevole attenzione verso il patrimonio artistico.
Il percorso formativo, attento all’importanza della soggettività degli allievi, dovrà riconoscere, valorizzare e ordinare conoscenze ed esperienze acquisite dall’alunno nel campo espressivo e multimediale anche fuori dalla scuola, come elementi utili al processo di
formazione della capacità di riflessione critica.
La disciplina contribuisce così in modo rilevante a far sì che la scuola si apra al mondo, portandola a confrontarsi criticamente con “la cultura giovanile” e con le nuove modalità di apprendimento proposte dalle tecnologie della comunicazione.
Attraverso il percorso formativo di tutto il primo ciclo, l’alunno impara a utilizzare e
fruire del linguaggio visivo e dell’arte, facendo evolvere l’esperienza espressiva spontanea
verso forme sempre più consapevoli e strutturate di comunicazione.
Il percorso permette agli alunni di esprimersi e comunicare sperimentando attivamente le tecniche e i codici propri del linguaggio visivo e audiovisivo; di leggere e interpretare
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in modo critico e attivo i linguaggi delle immagini e quelli multimediali; di comprendere
le opere d’arte; di conoscere e apprezzare i beni culturali e il patrimonio artistico.
L’alunno può così sviluppare le proprie capacità creative attraverso l’utilizzo di codici
e linguaggi espressivi e la rielaborazione di segni visivi.
Con l’educazione all’arte e all’immagine, caratterizzata da un approccio di tipo laboratoriale, l’alunno sviluppa le capacità di osservare e descrivere, di leggere e comprendere
criticamente le opere d’arte. Lo sviluppo di queste capacità è una condizione necessaria
per creare un atteggiamento di curiosità e di interazione positiva con il mondo artistico. È
importante infatti che l’alunno apprenda, a partire dai primi anni, gli elementi di base del
linguaggio delle immagini e allo stesso tempo sperimenti diversi metodi di approccio alle
opere d’arte, anche attraverso esperienze dirette nel territorio e nei musei. È necessario,
inoltre, che abbia una conoscenza dei luoghi e dei contesti storici, degli stili e delle funzioni che caratterizzano la produzione artistica.
La familiarità con immagini di qualità ed opere d’arte sensibilizza e potenzia
nell’alunno le capacità creative, estetiche ed espressive, rafforza la preparazione culturale
e contribuisce ad educarlo a una cittadinanza attiva e responsabile. In questo modo
l’alunno si educa alla salvaguardia, e alla conservazione del patrimonio artistico e ambientale a partire dal territorio di appartenenza. La familiarità con i linguaggi artistici, di tutte
le arti, che sono universali, permette di sviluppare relazioni interculturali basate sulla comunicazione, la conoscenza e il confronto tra culture diverse.
Per far sì che la disciplina contribuisca allo sviluppo di tutti gli aspetti della personalità dell’alunno è necessario che il suo apprendimento sia realizzato attraverso
l’integrazione dei suoi nuclei costitutivi: sensoriale (sviluppo delle dimensioni tattile, olfattiva, uditiva, visiva); linguistico-comunicativo (il messaggio visivo, i segni dei codici
iconici e non iconici, le funzioni, ecc.); storico-culturale (l’arte come documento per comprendere la storia, la società, la cultura, la religione di una specifica epoca); espressivo/comunicativa (produzione e sperimentazione di tecniche, codici e materiali diversificati, incluse le nuove tecnologie); patrimoniale (il museo, i beni culturali e ambientali presenti nel territorio).
Traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola primaria
L’alunno utilizza le conoscenze e le abilità relative al linguaggio visivo per produrre
varie tipologie di testi visivi (espressivi, narrativi, rappresentativi e comunicativi) e rielaborare in modo creativo le immagini con molteplici tecniche, materiali e strumenti
(grafico-espressivi, pittorici e plastici, ma anche audiovisivi e multimediali).
È in grado di osservare, esplorare, descrivere e leggere immagini (opere d’arte, fotografie, manifesti, fumetti, ecc) e messaggi multimediali (spot, brevi filmati, videoclip, ecc.)
Individua i principali aspetti formali dell’opera d’arte; apprezza le opere artistiche e
artigianali provenienti da culture diverse dalla propria.
Conosce i principali beni artistico-culturali presenti nel proprio territorio e manifesta
sensibilità e rispetto per la loro salvaguardia.
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Obiettivi di apprendimento al termine della classe quinta della scuola primaria
Esprimersi e comunicare
Elaborare creativamente produzioni personali e autentiche per esprimere sensazioni ed emozioni; rappresentare e comunicare la realtà percepita;
Trasformare immagini e materiali ricercando soluzioni figurative originali.
Sperimentare strumenti e tecniche diverse per realizzare prodotti grafici, plastici,
pittorici e multimediali.
Introdurre nelle proprie produzioni creative elementi linguistici e stilistici scoperti
osservando immagini e opere d’arte.
Osservare e leggere le immagini
Guardare e osservare con consapevolezza un’immagine e gli oggetti presenti
nell’ambiente descrivendo gli elementi formali, utilizzando le regole della percezione visiva e l’orientamento nello spazio.
Riconoscere in un testo iconico-visivo gli elementi grammaticali e tecnici del linguaggio visivo (linee, colori, forme, volume, spazio) individuando il loro significato espressivo.
Individuare nel linguaggio del fumetto, filmico e audiovisivo le diverse tipologie di
codici, le sequenze narrative e decodificare in forma elementare i diversi significati.
Comprendere e apprezzare le opere d’arte
Individuare in un’opera d’arte, sia antica che moderna, gli elementi essenziali della
forma, del linguaggio, della tecnica e dello stile dell’artista per comprenderne il
messaggio e la funzione.
Familiarizzare con alcune forme di arte e di produzione artigianale appartenenti alla propria e ad altre culture.
Riconoscere e apprezzare nel proprio territorio gli aspetti più caratteristici del patrimonio ambientale e urbanistico e i principali monumenti storico-artistici.
Traguardi di sviluppo delle competenze al termine della scuola secondaria di primo grado
L’alunno realizza elaborati personali e creativi sulla base di un’ideazione e progettazione originale, applicando le conoscenze e le regole del linguaggio visivo, scegliendo
in modo funzionale tecniche e materiali differenti anche con l’integrazione di più media e codici espressivi.
Padroneggia gli elementi principali del linguaggio visivo, legge e comprende i significati
di immagini statiche e in movimento, di filmati audiovisivi e di prodotti multimediali.
Legge le opere più significative prodotte nell’arte antica, medievale, moderna e contemporanea, sapendole collocare nei rispettivi contesti storici, culturali e ambientali;
riconosce il valore culturale di immagini, di opere e di oggetti artigianali prodotti in
paesi diversi dal proprio.
Riconosce gli elementi principali del patrimonio culturale, artistico e ambientale del
proprio territorio e è sensibile ai problemi della sua tutela e conservazione.
Analizza e descrive beni culturali, immagini statiche e multimediali, utilizzando il
linguaggio appropriato.
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Obiettivi di apprendimento al termine della scuola secondaria di primo grado
Esprimersi e comunicare
Ideare e progettare elaborati ricercando soluzioni creative originali, ispirate anche
dallo studio dell’arte e della comunicazione visiva.
Utilizzare consapevolmente gli strumenti, le tecniche figurative (grafiche, pittoriche e plastiche) e le regole della rappresentazione visiva per una produzione creativa che rispecchi le preferenze e lo stile espressivo personale.
Rielaborare creativamente materiali di uso comune, immagini fotografiche, scritte,
elementi iconici e visivi per produrre nuove immagini.
Scegliere le tecniche e i linguaggi più adeguati per realizzare prodotti visivi seguendo una precisa finalità operativa o comunicativa, anche integrando più codici
e facendo riferimento ad altre discipline.
Osservare e leggere le immagini
Utilizzare diverse tecniche osservative per descrivere, con un linguaggio verbale
appropriato, gli elementi formali ed estetici di un contesto reale.
Leggere e interpretare un’immagine o un’opera d’arte utilizzando gradi progressivi
di approfondimento dell’analisi del testo per comprenderne il significato e cogliere
le scelte creative e stilistiche dell’autore.
Riconoscere i codici e le regole compositive presenti nelle opere d’arte e nelle immagini della comunicazione multimediale per individuarne la funzione simbolica,
espressiva e comunicativa nei diversi ambiti di appartenenza (arte, pubblicità, informazione, spettacolo).
Comprendere e apprezzare le opere d’arte
Leggere e commentare criticamente un’opera d’arte mettendola in relazione con gli
elementi essenziali del contesto storico e culturale a cui appartiene.
Possedere una conoscenza delle linee fondamentali della produzione artistica dei
principali periodi storici del passato e dell’arte moderna e contemporanea, anche
appartenenti a contesti culturali diversi dal proprio.
Conoscere le tipologie del patrimonio ambientale, storico-artistico e museale del
territorio sapendone leggere i significati e i valori estetici, storici e sociali.
Ipotizzare strategie di intervento per la tutela, la conservazione e la valorizzazione
dei beni culturali.
Educazione fisica
Nel primo ciclo l’educazione fisica promuove la conoscenza di sé e delle proprie potenzialità nella costante relazione con l’ambiente, gli altri, gli oggetti. Contribuisce, inoltre, alla formazione della personalità dell’alunno attraverso la conoscenza e la consapevolezza della propria identità corporea, nonché del continuo bisogno di movimento come cura costante della propria persona e del proprio benessere.
In particolare, lo “stare bene con se stessi” richiama l’esigenza che il curricolo
dell’educazione al movimento preveda esperienze tese ad consolidare stili di vita corretti e
salutari, come presupposto di una cultura personale che valorizzi le esperienze motorie e
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sportive, anche extrascolastiche, come prevenzione di ipocinesia, sovrappeso e cattive abitudini alimentari, involuzione delle capacità motorie, precoce abbandono della pratica
sportiva e utilizzo di sostanze che inducono dipendenza.
Le attività motorie e sportive forniscono agli alunni le occasioni per riflettere sui
cambiamenti del proprio corpo, per accettarli e viverli serenamente come espressione della
crescita e del processo di maturazione di ogni persona; offrono altresì occasioni per riflettere sulle valenze che l’immagine di sé assume nel confronto col gruppo dei pari.
L’educazione motoria è quindi l’occasione per promuovere esperienze cognitive, sociali,
culturali e affettive.
Attraverso il movimento, con il quale si realizza una vastissima gamma di gesti che
vanno dalla mimica del volto, alla danza, alle più svariate prestazioni sportive, l’alunno
potrà conoscere il suo corpo ed esplorare lo spazio, comunicare e relazionarsi con gli altri
in modo adeguato ed efficace.
La conquista di abilità motorie e la possibilità di sperimentare il successo delle proprie azioni sono fonte di gratificazione che incentivano l’autostima dell’alunno e
l’ampliamento progressivo della sua esperienza, arricchendola di stimoli sempre nuovi.
L’attività motoria e sportiva, soprattutto nelle occasioni in cui fa sperimentare la vittoria o la sconfitta, contribuisce all’apprendimento della capacità di modulare e controllare
le proprie emozioni.
Attraverso la dimensione motoria l’alunno è facilitato nell’espressione di istanze comunicative e disagi di varia natura che non sempre riesce a comunicare con il linguaggio verbale.
L’attività motoria praticata in ambiente naturale rappresenta un elemento determinante per un’azione educativa integrata, per la formazione di futuri cittadini del mondo, rispettosi dei valori umani, civili e ambientali.
Partecipare alle attività motorie e sportive significa condividere con altre persone esperienze di gruppo, promuovendo l’inserimento anche di alunni con varie forme di diversità ed esaltando il valore della cooperazione e del lavoro di squadra. Il gioco e lo sport
sono, infatti, mediatori e facilitatori di relazioni e “incontri”.
L’attività sportiva promuove il valore del rispetto di regole concordate e condivise e i
valori etici che sono alla base della convivenza civile. I docenti sono impegnati a trasmettere e a far vivere ai ragazzi i principi di una cultura sportiva portatrice di rispetto per sé e
per l’avversario, di lealtà, di senso di appartenenza e di responsabilità, di controllo
dell’aggressività, di negazione di qualunque forma di violenza.
L’esperienza motoria deve connotarsi come “vissuto positivo”, mettendo in risalto la
capacità di fare dell’alunno, rendendolo costantemente protagonista e progressivamente
consapevole delle competenze motorie via via acquisite.
Traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola primaria
L’alunno acquisisce consapevolezza di sé attraverso la percezione del proprio corpo e
la padronanza degli schemi motori e posturali nel continuo adattamento alle variabili
spaziali e temporali contingenti.
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Utilizza il linguaggio corporeo e motorio per comunicare ed esprimere i propri stati
d’animo, anche attraverso la drammatizzazione e le esperienze ritmico-musicali e coreutiche.
Sperimenta una pluralità di esperienze che permettono di maturare competenze di
giocosport anche come orientamento alla futura pratica sportiva.
Sperimenta, in forma semplificata e progressivamente sempre più complessa, diverse
gestualità tecniche.
Agisce rispettando i criteri base di sicurezza per sé e per gli altri, sia nel movimento
che nell’uso degli attrezzi e trasferisce tale competenza nell’ambiente scolastico ed
extrascolastico.
Riconosce alcuni essenziali principi relativi al proprio benessere psico-fisico legati alla cura del proprio corpo, a un corretto regime alimentare e alla prevenzione dell’uso
di sostanze che inducono dipendenza.
Comprende, all’interno delle varie occasioni di gioco e di sport, il valore delle regole
e l’importanza di rispettarle.
Obiettivi di apprendimento al termine della classe quinta della scuola primaria
Il corpo e la sua relazione con lo spazio e il tempo
Coordinare e utilizzare diversi schemi motori combinati tra loro inizialmente in forma successiva e poi in forma simultanea (correre / saltare, afferrare / lanciare, ecc).
Riconoscere e valutare traiettorie, distanze, ritmi esecutivi e successioni temporali
delle azioni motorie, sapendo organizzare il proprio movimento nello spazio in relazione a sé, agli oggetti, agli altri.
Il linguaggio del corpo come modalità comunicativo-espressiva
Utilizzare in forma originale e creativa modalità espressive e corporee anche attraverso forme di drammatizzazione e danza, sapendo trasmettere nel contempo contenuti emozionali.
Elaborare ed eseguire semplici sequenze di movimento o semplici coreografie individuali e collettive.
Il gioco, lo sport, le regole e il fair play
Conoscere e applicare correttamente modalità esecutive di diverse proposte di gioco-sport.
Saper utilizzare numerosi giochi derivanti dalla tradizione popolare applicandone
indicazioni e regole.
Partecipare attivamente alle varie forme di gioco , organizzate anche in forma di
gara, collaborando con gli altri.
Rispettare le regole nella competizione sportiva; saper accettare la sconfitta con
equilibrio, e vivere la vittoria esprimendo rispetto nei confronti dei perdenti, accettando le diversità, manifestando senso di responsabilità.
Salute e benessere, prevenzione e sicurezza
Assumere comportamenti adeguati per la prevenzione degli infortuni e per la sicurezza nei vari ambienti di vita.
206
Riconoscere il rapporto tra alimentazione, ed esercizio fisico in relazione a sani stili di vita. Acquisire consapevolezza delle funzioni fisiologiche (cardio-respiratorie
e muscolari) e dei loro cambiamenti in relazione all’esercizio fisico.
Traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola secondaria di
primo grado
L’alunno è consapevole delle proprie competenze motorie sia nei punti di forza che
nei limiti.
Utilizza le abilità motorie e sportive acquisite adattando il movimento in situazione.
Utilizza gli aspetti comunicativo-relazionali del linguaggio motorio per entrare in relazione con gli altri, praticando, inoltre, attivamente i valori sportivi (fair – play) come
modalità di relazione quotidiana e di rispetto delle regole.
Riconosce, ricerca e applica a se stesso comportamenti di promozione dello “star bene” in ordine a un sano stile di vita e alla prevenzione.
Rispetta criteri base di sicurezza per sé e per gli altri.
È capace di integrarsi nel gruppo, di assumersi responsabilità e di impegnarsi per il
bene comune.
Obiettivi di apprendimento al termine della classe terza della scuola secondaria di
primo grado
Il corpo e la sua relazione con lo spazio e il tempo
Saper utilizzare e trasferire le abilità per la realizzazione dei gesti tecnici dei vari sport.
Saper utilizzare l’esperienza motoria acquisita per risolvere situazioni nuove o inusuali.
Utilizzare e correlare le variabili spazio-temporali funzionali alla realizzazione del
gesto tecnico in ogni situazione sportiva.
Sapersi orientare nell’ambiente naturale e artificiale anche attraverso ausili specifici (mappe, bussole).
Il linguaggio del corpo come modalità comunicativo-espressiva
Conoscere e applicare semplici tecniche di espressione corporea per rappresentare
idee, stati d’animo e storie mediante gestualità e posture svolte in forma individuale, a coppie, in gruppo.
Saper decodificare i gesti di compagni e avversari in situazione di gioco e di sport.
Saper decodificare i gesti arbitrali in relazione all’applicazione del regolamento di gioco.
Il gioco, lo sport, le regole e il fair play
Padroneggiare le capacità coordinative adattandole alle situazioni richieste dal gioco in forma originale e creativa, proponendo anche varianti.
Sa realizzare strategie di gioco, mette in atto comportamenti collaborativi e partecipa in forma propositiva alle scelte della squadra.
Conoscere e applicare correttamente il regolamento tecnico degli sport praticati assumendo anche il ruolo di arbitro o di giudice.
Saper gestire in modo consapevole le situazioni competitive, in gara e non, con autocontrollo e rispetto per l’altro, sia in caso di vittoria sia in caso di sconfitta.
Salute e benessere, prevenzione e sicurezza
207
Essere in grado di conoscere i cambiamenti morfologici caratteristici dell’età ed
applicarsi a seguire un piano di lavoro consigliato in vista del miglioramento delle
prestazioni.
Essere in grado di distribuire lo sforzo in relazione al tipo di attività richiesta e di
applicare tecniche di controllo respiratorio e di rilassamento muscolare a conclusione del lavoro.
Saper disporre, utilizzare e riporre correttamente gli attrezzi salvaguardando la
propria e l’altrui sicurezza.
Saper adottare comportamenti appropriati per la sicurezza propria e dei compagni
anche rispetto a possibili situazioni di pericolo.
Praticare attività di movimento per migliorare la propria efficienza fisica riconoscendone i benefici.
Conoscere ed essere consapevoli degli effetti nocivi legati all’assunzione di integratori, di sostanze illecite o che inducono dipendenza (doping, droghe, alcool).
Tecnologia
Lo studio e l’esercizio della tecnologia favoriscono e stimolano la generale attitudine
umana a porre e a trattare problemi, facendo dialogare e collaborare abilità di tipo cognitivo, operativo, metodologico e sociale. È importante che la cultura tecnica faccia maturare
negli allievi una pratica tecnologica etica e responsabile, lontana da inopportuni riduzionismi o specialismi e attenta alla condizione umana nella sua interezza e complessità.
La tecnologia si occupa degli interventi e delle trasformazioni che l’uomo opera nei
confronti dell’ambiente per garantirsi la sopravvivenza e, più in generale, per la soddisfazione dei propri bisogni. Rientrano nel campo di studio della tecnologia i principi di funzionamento e le modalità di impiego di tutti gli strumenti, i dispositivi, le macchine e i sistemi - materiali e immateriali - che l’uomo progetta, realizza e usa per gestire o risolvere
problemi o semplicemente per migliorare le proprie condizioni di vita. D’altra parte è specifico compito della tecnologia quello di promuovere nei bambini e nei ragazzi forme di
pensiero e atteggiamenti che preparino e sostengano interventi trasformativi dell’ambiente
circostante attraverso un uso consapevole e intelligente delle risorse e nel rispetto di vincoli
o limitazioni di vario genere: economiche, strumentali, conoscitive, dimensionali, temporali, etiche. Selezionando temi e problemi vicini all’esperienza dei ragazzi si sviluppa in loro
una crescente padronanza dei concetti fondamentali della tecnologia e delle loro reciproche
relazioni: bisogno, problema, risorsa, processo, prodotto, impatto, controllo. Il laboratorio,
inteso soprattutto come modalità per accostarsi in modo attivo e operativo a situazioni o fenomeni oggetto di studio, rappresenta il riferimento costante per la didattica della tecnologia; esso combina la progettazione e la realizzazione di semplici prodotti originali con la
modifica migliorativa, nel senso dell’efficacia o dell’efficienza, di quelli già esistenti.
Lo sguardo tecnologico su oggetti e sistemi di dimensione e complessità differente - un
cavatappi, un frullatore, un ciclomotore, un ristorante, una centrale termica, una discarica consente di mettere in evidenza una molteplicità di aspetti e di variabili: dalle risorse materiali o immateriali utilizzate alle fasi del processo di fabbricazione o costruzione, dagli a-
208
spetti organizzativi della produzione o della fornitura del servizio ai problemi di dismissione e smaltimento. Questo particolare approccio, caratteristico della tecnologia, favorisce lo
sviluppo nei ragazzi di un atteggiamento responsabile verso ogni azione trasformativa
dell’ambiente e di una sensibilità al rapporto, sempre esistente e spesso conflittuale, tra interesse individuale e bene collettivo, decisiva per il formarsi di un autentico senso civico.
I nuovi strumenti e i nuovi linguaggi della multimedialità rappresentano ormai un elemento fondamentale di tutte le discipline, ma è precisamente attraverso la progettazione
e la simulazione, tipici metodi della tecnologia, che le conoscenze teoriche e quelle pratiche si combinano e concorrono alla comprensione di sistemi complessi. Inoltre, per quanto
riguarda le tecnologie dell’informazione e della comunicazione e le tecnologie digitali, è
necessario che oltre alla padronanza degli strumenti, spesso acquisita al di fuori
dell’ambiente scolastico, si sviluppi un atteggiamento critico e una maggiore consapevolezza rispetto agli effetti sociali e culturali della loro diffusione, alle conseguenze relazionali e psicologiche dei possibili modi d’impiego, alle ricadute di tipo ambientale o sanitario, compito educativo cruciale che andrà condiviso tra le diverse discipline.
Quando possibile, gli alunni potranno essere introdotti ad alcuni linguaggi di programmazione particolarmente semplici e versatili che si prestano a sviluppare il gusto per
l’ideazione e la realizzazione di progetti (siti web interattivi, esercizi, giochi, programmi di
utilità) e per la comprensione del rapporto che c’è tra codice sorgente e risultato visibile.
Traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola primaria
L’alunno riconosce e identifica nell’ambiente che lo circonda elementi e fenomeni di
tipo artificiale.
È a conoscenza di alcuni processi di trasformazione di risorse e di consumo di energia, e del relativo impatto ambientale.
Conosce e utilizza semplici oggetti e strumenti di uso quotidiano ed è in grado di descriverne la funzione principale e la struttura e di spiegarne il funzionamento.
Sa ricavare informazioni utili su proprietà e caratteristiche di beni o servizi leggendo
etichette, volantini o altra documentazione tecnica e commerciale.
Si orienta tra i diversi mezzi di comunicazione ed è in grado di farne un uso adeguato
a seconda delle diverse situazioni.
Produce semplici modelli o rappresentazioni grafiche del proprio operato utilizzando
elementi del disegno tecnico o strumenti multimediali.
Inizia a riconoscere in modo critico le caratteristiche, le funzioni e i limiti della tecnologia attuale.
Obiettivi di apprendimento al termine della classe quinta della scuola primaria
Vedere e osservare
Eseguire semplici misurazioni e rilievi fotografici sull’ambiente scolastico o sulla
propria abitazione.
Leggere e ricavare informazioni utili da guide d’uso o istruzioni di montaggio.
Impiegare alcune regole del disegno tecnico per rappresentare semplici oggetti.
Effettuare prove ed esperienze sulle proprietà dei materiali più comuni.
209
Riconoscere e documentare le funzioni principali di una nuova applicazione informatica.
Rappresentare i dati dell’osservazione attraverso tabelle, mappe, diagrammi, disegni, testi.
Prevedere e immaginare
Effettuare stime approssimative su pesi o misure di oggetti dell’ambiente scolastico.
Prevedere le conseguenze di decisioni o comportamenti personali o relative alla
propria classe.
Riconoscere i difetti di un oggetto e immaginarne possibili miglioramenti.
Pianificare la fabbricazione di un semplice oggetto elencando gli strumenti e i materiali necessari.
Organizzare una gita o una visita ad un museo usando internet per reperire notizie
e informazioni.
Intervenire e trasformare
Smontare semplici oggetti e meccanismi, apparecchiature obsolete o altri dispositivi comuni.
Utilizzare semplici procedure per la selezione, la preparazione e la presentazione
degli alimenti.
Eseguire interventi di decorazione, riparazione e manutenzione sul proprio corredo
scolastico.
Realizzare un oggetto in cartoncino descrivendo e documentando la sequenza delle
operazioni.
Cercare, selezionare, scaricare e installare sul computer un comune programma
di utilità.
Traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola secondaria di
primo grado
L’alunno riconosce nell’ambiente che lo circonda i principali sistemi tecnologici e le molteplici relazioni che essi stabiliscono con gli esseri viventi e gli altri elementi naturali.
Conosce i principali processi di trasformazione di risorse o di produzione di beni e riconosce le diverse forme di energia coinvolte.
È in grado di ipotizzare le possibili conseguenze di una decisione o di una scelta di tipo tecnologico, riconoscendo in ogni innovazione opportunità e rischi.
Conosce e utilizza oggetti, strumenti e macchine di uso comune ed è in grado di classificarli e di descriverne la funzione in relazione alla forma, alla struttura e ai materiali.
Utilizza adeguate risorse materiali, informative e organizzative per la progettazione e
la realizzazione di semplici prodotti, anche di tipo digitale.
Ricava dalla lettura e dall’analisi di testi o tabelle informazioni sui beni o sui servizi disponibili sul mercato, in modo da esprimere valutazioni rispetto a criteri di tipo diverso.
Conosce le proprietà e le caratteristiche dei diversi mezzi di comunicazione ed è in
grado di farne un uso efficace e responsabile rispetto alle proprie necessità di studio e
socializzazione.
210
Sa utilizzare comunicazioni procedurali e istruzioni tecniche per eseguire, in maniera
metodica e razionale, compiti operativi complessi, anche collaborando e cooperando
con i compagni.
Progetta e realizza rappresentazioni grafiche o infografiche, relative alla struttura e al
funzionamento di sistemi materiali o immateriali, utilizzando elementi del disegno
tecnico o altri linguaggi multimediali e di programmazione.
Obiettivi di apprendimento al termine della classe terza della scuola secondaria di
primo grado
Vedere, osservare e sperimentare
Eseguire misurazioni e rilievi grafici o fotografici sull’ambiente scolastico o sulla
propria abitazione.
Leggere e interpretare semplici disegni tecnici ricavandone informazioni qualitative e quantitative.
Impiegare gli strumenti e le regole del disegno tecnico nella rappresentazione di
oggetti o processi.
Effettuare prove e semplici indagini sulle proprietà fisiche, chimiche, meccaniche e
tecnologiche di vari materiali.
Accostarsi a nuove applicazioni informatiche esplorandone le funzioni e le potenzialità.
Prevedere, immaginare e progettare
Effettuare stime di grandezze fisiche riferite a materiali e oggetti dell’ambiente
scolastico.
Valutare le conseguenze di scelte e decisioni relative a situazioni problematiche.
Immaginare modifiche di oggetti e prodotti di uso quotidiano in relazione a nuovi
bisogni o necessità.
Pianificare le diverse fasi per la realizzazione di un oggetto impiegando materiali
di uso quotidiano.
Progettare una gita d’istruzione o la visita a una mostra usando internet per reperire
e selezionare le informazioni utili.
Intervenire, trasformare e produrre
Smontare e rimontare semplici oggetti, apparecchiature elettroniche o altri dispositivi comuni.
Utilizzare semplici procedure per eseguire prove sperimentali nei vari settori della
tecnologia (ad esempio: preparazione e cottura degli alimenti).
Rilevare e disegnare la propria abitazione o altri luoghi anche avvalendosi di software specifici.
Eseguire interventi di riparazione e manutenzione sugli oggetti dell’arredo scolastico o casalingo.
Costruire oggetti con materiali facilmente reperibili a partire da esigenze e bisogni
concreti.
Programmare ambienti informatici e elaborare semplici istruzioni per controllare il
comportamento di un robot.
211
1.3. Integrazioni alle Indicazioni nazionali relative all’insegnamento della religione cattolica (DPR 11 febbraio 2010)
Scuola dell’infanzia
Le attività in ordine all’insegnamento della religione cattolica, per coloro che se ne avvalgono, offrono occasioni per lo sviluppo integrale della personalità dei bambini, aprendo
alla dimensione religiosa e valorizzandola, promuovendo la riflessione sul loro patrimonio
di esperienze e contribuendo a rispondere al bisogno di significato di cui anch’essi sono
portatori. Per favorire la loro maturazione personale, nella sua globalità, i traguardi relativi
all’Irc sono distribuiti nei vari campi di esperienza.
Di conseguenza ciascun campo di esperienza viene integrato come segue:
Il sé e l’altro
Scopre nei racconti del Vangelo la persona e l’insegnamento di Gesù, da cui apprende
che Dio è Padre di tutti e che la Chiesa è la comunità di uomini e donne unita nel suo nome,
per sviluppare un positivo senso di sé e sperimentare relazioni serene con gli altri, anche
appartenenti a differenti tradizioni culturali e religiose.
Il corpo in movimento
Riconosce nei segni del corpo l’esperienza religiosa propria e altrui per cominciare a
manifestare anche in questo modo la propria interiorità, l’immaginazione e le emozioni.
Immagini, suoni e colori
Riconosce alcuni linguaggi simbolici e figurativi caratteristici delle tradizioni e della
vita dei cristiani (segni, feste, preghiere, canti, gestualità, spazi, arte), per poter esprimere
con creatività il proprio vissuto religioso.
I discorsi e le parole
Impara alcuni termini del linguaggio cristiano, ascoltando semplici racconti biblici, ne
sa narrare i contenuti riutilizzando i linguaggi appresi, per sviluppare una comunicazione
significativa anche in ambito religioso.
La conoscenza del mondo
Osserva con meraviglia ed esplora con curiosità il mondo, riconosciuto dai cristiani e
da tanti uomini religiosi come dono di Dio Creatore, per sviluppare sentimenti di responsabilità nei confronti della realtà,abitandola con fiducia e speranza.
Primo ciclo d’istruzione
L’insegnamento della religione cattolica fa sì che gli alunni riflettano e si interroghino
sul senso della loro esperienza per elaborare ed esprimere un progetto di vita, che si integri
nel mondo reale in modo dinamico, armonico ed evolutivo.
Vista la ripartizione delle discipline d’insegnamento in tre distinte aree disciplinari,
l’insegnamento della religione cattolica si colloca nell’area linguistico-artistico-espressiva
in cui, a partire dal confronto interculturale e interreligioso, l’alunno si interroga sulla propria identità e sugli orizzonti di senso verso cui può aprirsi, affrontando anche le essenziali
domande religiose e misurandosi con i codici simbolici in cui esse hanno trovato e trovano
espressione. In tale contesto si collocano gli strumenti per cogliere, interpretare e gustare le
212
espressioni culturali e artistiche offerte dalle diverse tradizioni religiose e l’insegnamento
della religione cattolica, impartito secondo gli accordi concordatari e le successive intese.
Nel quadro delle diverse discipline appartenenti a ciascuna area, l’insegnamento della
religione cattolica si presenta nel modo seguente.
Religione cattolica
Il confronto esplicito con la dimensione religiosa dell’esperienza umana svolge un ruolo Insostituibile per la piena formazione della persona. Esso permette, infatti, l’acquisizione
e l’uso appropriato di strumenti culturali che, portando al massimo sviluppo il processo di
simbolizzazione che la scuola stimola e promuove in tutte le discipline, consente la comunicazione anche su realtà altrimenti indicibili e inconoscibili. Il confronto, poi, con la forma
storica della religione cattolica svolge un ruolo fondamentale e costruttivo per la convivenza civile, in quanto permette di cogliere importanti aspetti dell’identità culturale di appartenenza e aiuta le relazioni e i rapporti tra persone di culture e religioni differenti.
La religione cattolica è parte costitutiva del patrimonio storico, culturale ed umano della società italiana; per questo, secondo le indicazioni dell’Accordo di revisione del Concordato, la Scuola Italiana si avvale della collaborazione della Chiesa cattolica per far conoscere i principi del cattolicesimo a tutti gli studenti che vogliano avvalersi di questa opportunità. L’insegnamento della religione cattolica (Irc), mentre offre una prima conoscenza dei
dati storico-positivi della Rivelazione cristiana, favorisce e accompagna lo sviluppo intellettuale e di tutti gli altri aspetti della persona, mediante l’approfondimento critico delle
questioni di fondo poste dalla vita. Per tale motivo, come espressione della laicità dello Stato, l’Irc è offerto a tutti in quanto opportunità preziosa per la conoscenza del cristianesimo,
come radice di tanta parte della cultura italiana ed europea. Stanti le disposizioni concordatarie, nel rispetto della libertà di coscienza, è data agli studenti la possibilità di avvalersi o
meno dell’Irc.
La proposta educativa dell’Irc consente la riflessione sui grandi interrogativi posti dalla
condizione umana (ricerca identitaria, vita di relazione, complessità del reale, bene e male,
scelte di valore, origine e fine della vita, radicali domande di senso…) e sollecita il confronto con la risposta maturata nella tradizione cristiana nel rispetto del processo di crescita
della persona e con modalità differenziate a seconda della specifica fascia d’età, approfondendo le implicazioni antropologiche, sociali e valoriali, e promuovendo un confronto mediante il quale la persona, nell’esercizio della propria libertà, riflette e si orienta per la scelta di un responsabile progetto di vita. Emerge così un ulteriore contributo dell’Irc alla formazione di persone capaci di dialogo e di rispetto delle differenze, di comportamenti di reciproca comprensione, in un contesto di pluralismo culturale e religioso.
In tal senso l’Irc – al di là di una sua collocazione nell’area linguistico - artisticoespressiva – si offre anche come preziosa opportunità per l’elaborazione di attività interdisciplinari, per proporre percorsi di sintesi che, da una peculiare angolatura, aiutino gli alunni a costruire mappe culturali in grado di ricomporre nella loro mente una comprensione
unitaria della realtà.
213
I traguardi per lo sviluppo delle competenze sono formulati in modo da esprimere la
tensione verso tale prospettiva e collocare le differenti conoscenze e abilità in un orizzonte
di senso che ne espliciti per ciascun alunno la portata esistenziale.
Gli obiettivi di apprendimento per ogni fascia d’età sono articolati in quattro ambiti
tematici, tenendo conto della centralità della persona di Gesù Cristo:
Dio e l’uomo, con i principali riferimenti storici e dottrinali del cristianesimo;
la Bibbia e le fonti, per offrire una base documentale alla conoscenza;
il linguaggio religioso, nelle sue declinazioni verbali e non verbali;
i valori etici e religiosi, per illustrare il legame che unisce gli elementi squisitamente
religiosi con la crescita del senso morale e lo sviluppo di una convivenza civile, responsabile e solidale.
Traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola primaria
L’alunno riflette su Dio Creatore e Padre, sui dati fondamentali della vita di Gesù e sa
collegare i contenuti principali del suo insegnamento alle tradizioni dell’ambiente in
cui vive; riconosce il significato cristiano del Natale e della Pasqua, traendone motivo
per interrogarsi sul valore di tali festività nell’esperienza personale, familiare e sociale.
Riconosce che la Bibbia è il libro sacro per cristiani ed ebrei e documento fondamentale della nostra cultura, sapendola distinguere da altre tipologie di testi, tra cui quelli
di altre religioni; identifica le caratteristiche essenziali di un brano biblico, sa farsi accompagnare nell’analisi delle pagine a lui più accessibili, per collegarle alla propria
esperienza.
Si confronta con l’esperienza religiosa e distingue la specificità della proposta di salvezza del cristianesimo; identifica nella Chiesa la comunità di coloro che credono in
Gesù Cristo e si impegnano per mettere in pratica il suo insegnamento; coglie il significato dei Sacramenti e si interroga sul valore che essi hanno nella vita dei cristiani.
Obiettivi di apprendimento al termine della classe terza della scuola primaria
Dio e l’uomo
Scoprire che per la religione cristiana Dio è Creatore e Padre e che fin dalle origini
ha voluto stabilire un’alleanza con l’uomo.
Conoscere Gesù di Nazareth, Emmanuele e Messia, crocifisso e risorto e come tale
testimoniato dai cristiani.
Individuare i tratti essenziali della Chiesa e della sua missione.
Riconoscere la preghiera come dialogo tra l’uomo e Dio, evidenziando nella preghiera
cristiana la specificità del “Padre Nostro”.
La Bibbia e le altre fonti
Conoscere la struttura e la composizione della Bibbia.
Ascoltare, leggere e saper riferire circa alcune pagine bibliche fondamentali, tra cui
i racconti della creazione, le vicende e le figure principali del popolo d’Israele, gli
episodi chiave dei racconti evangelici e degli Atti degli apostoli.
Il linguaggio religioso
214
Riconoscere i segni cristiani in particolare del Natale e della Pasqua,
nell’ambiente, nelle celebrazioni e nella pietà tradizione popolare.
Conoscere il significato di gesti e segni liturgici propri della religione cattolica
(modi di pregare, di celebrare, ecc. ).
I valori etici e religiosi
Riconoscere che la morale cristiana si fonda sul comandamento dell’amore di Dio
e del prossimo come insegnato da Gesù.
Riconoscere l’impegno della comunità cristiana nel porre alla base della convivenza umana la giustizia e la carità.
Obiettivi di apprendimento al termine della classe quinta della scuola primaria
Dio e l’uomo
Descrivere i contenuti principali del credo cattolico.
Sapere che per la religione cristiana Gesù è il Signore, che rivela all’uomo il volto
del Padre e annuncia il Regno di Dio con parole e azioni.
Cogliere il significato dei sacramenti nella tradizione della Chiesa, come segni della salvezza di Gesù e azione dello Spirito Santo.
Riconoscere avvenimenti, persone e strutture fondamentali della Chiesa cattolica
sin dalle origini e metterli a confronto con quelli delle altre confessioni cristiane
evidenziando le prospettive del cammino ecumenico.
Conoscere le origini e lo sviluppo del cristianesimo e delle altre grandi religioni
individuando gli aspetti più importanti del dialogo interreligioso.
La Bibbia e le altre fonti
Leggere direttamente pagine bibliche ed evangeliche, riconoscendone il genere letterario e individuandone il messaggio principale.
Ricostruire le tappe fondamentali della vita di Gesù, nel contesto storico, sociale,
politico e religioso del tempo, a partire dai Vangeli.
Confrontare la Bibbia con i testi sacri delle altre religioni.
Decodificare i principali significati dell’iconografia cristiana.
Saper attingere informazioni sulla religione cattolica anche nella vita di santi e in
Maria, la madre di Gesù.
Il linguaggio religioso
Intendere il senso religioso del Natale e della Pasqua, a partire dalle narrazioni evangeliche e dalla vita della Chiesa.
Riconoscere il valore del silenzio come “luogo” di incontro con se stessi, con
l’altro, con Dio.
Individuare significative espressioni d’arte cristiana (a partire da quelle presenti
nel territorio), per rilevare come la fede sia stata interpretata e comunicata dagli artisti nel corso dei secoli.
Rendersi conto che la comunità ecclesiale esprime, attraverso vocazioni e ministeri
differenti, la propria fede e il proprio servizio all’uomo.
I valori etici e religiosi
215
Scoprire la risposta della Bibbia alle domande di senso dell’uomo e confrontarla
con quella delle principali religioni non cristiane.
Riconoscere nella vita e negli insegnamenti di Gesù proposte di scelte responsabili,
in vista di un personale progetto di vita.
Traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola secondaria di
primo grado
L’alunno è aperto alla sincera ricerca della verità e sa interrogarsi sul trascendente e
porsi domande di senso, cogliendo l’intreccio tra dimensione religiosa e culturale. A partire
dal contesto in cui vive, sa interagire con persone di religione differente, sviluppando
un’identità capace di accoglienza, confronto e dialogo.
Individua, a partire dalla Bibbia, le tappe essenziali e i dati oggettivi della storia della
salvezza, della vita e dell’insegnamento di Gesù, del cristianesimo delle origini.
Ricostruisce gli elementi fondamentali della storia della Chiesa e li confronta con le
vicende della storia civile passata e recente elaborando criteri per avviarne una interpretazione consapevole.
Riconosce i linguaggi espressivi della fede (simboli, preghiere, riti, ecc.), ne individua
le tracce presenti in ambito locale, italiano, europeo e nel mondo imparando ad apprezzarli
dal punto di vista artistico, culturale e spirituale.
Coglie le implicazioni etiche della fede cristiana e le rende oggetto di riflessione in vista di scelte di vita progettuali e responsabili. Inizia a confrontarsi con la complessità
dell’esistenza e impara a dare valore ai propri comportamenti, per relazionarsi in maniera
armoniosa con se stesso, con gli altri, con il mondo che lo circonda.
Obiettivi di apprendimento al termine della classe terza della scuola secondaria di
primo grado
Dio e l’uomo
Cogliere nelle domande dell’uomo e in tante sue esperienze tracce di una ricerca
religiosa
Comprendere alcune categorie fondamentali della fede ebraico-cristiana (rivelazione, promessa, alleanza, messia, risurrezione, grazia, Regno di Dio, salvezza…)
e confrontarle con quelle di altre maggiori religioni.
Approfondire l’identità storica, la predicazione e l’opera di Gesù e correlarle alla
fede cristiana che, nella prospettiva dell’evento pasquale (passione, morte e risurrezione), riconosce in Lui il Figlio di Dio fatto uomo, Salvatore del mondo che invia la Chiesa nel mondo.
Conoscere l’evoluzione storica e il cammino ecumenico della Chiesa, realtà voluta
da Dio, universale e locale, articolata secondo carismi e ministeri e rapportarla alla
fede cattolica che riconosce in essa l’azione dello Spirito Santo.
Confrontare la prospettiva della fede cristiana e i risultati della scienza come letture distinte ma non conflittuali dell’uomo e del mondo.
La Bibbia e le altre fonti
216
Saper adoperare la Bibbia come documento storico-culturale e apprendere che nella fede della Chiesa è accolta come Parola di Dio.
Individuare il contenuto centrale di alcuni testi biblici, utilizzando tutte le informazioni necessarie ed avvalendosi correttamente di adeguati metodi interpretativi.
Individuare i testi biblici che hanno ispirato le principali produzioni artistiche (letterarie, musicali, pittoriche…) italiane ed europee.
Il linguaggio religioso
Comprendere il significato principale dei simboli religiosi, delle celebrazioni liturgiche e dei sacramenti della Chiesa.
Riconoscere il messaggio cristiano nell’arte e nella cultura in Italia e in Europa,
nell’epoca tardo-antica, medievale, moderna e contemporanea.
Individuare gli elementi specifici della preghiera cristiana e farne anche un confronto con quelli di altre religioni
Focalizzare le strutture e i significati dei luoghi sacri dall’antichità ai nostri giorni.
I valori etici e religiosi
Cogliere nelle domande dell’uomo e in tante sue esperienze tracce di una ricerca
religiosa.
Riconoscere l’originalità della speranza cristiana, in risposta al bisogno di salvezza
della condizione umana nella sua fragilità, finitezza ed esposizione al male.
Saper esporre le principali motivazioni che sostengono le scelte etiche dei cattolici
rispetto alle relazioni affettive e al valore della vita dal suo inizio al suo termine, in
un contesto di pluralismo culturale e religioso.
Confrontarsi con la proposta cristiana di vita come contributo originale per la realizzazione di un progetto libero e responsabile.
217
Allegato 2. Patto di corresponsabilità educativa
Ai sensi del D.P.R. n. 235 del 21 novembre del 2007
Il Patto di Corresponsabilità Educativa è la condivisa espressione di precisi accordi
assunti tra scuola e famiglia all’atto dell’iscrizione. È anche un’occasione permanente per
riflettere sui problemi educativi, la cui soluzione comporta il quotidiano dialogo tra scuola
e famiglia, fondato sul reciproco rispetto e sul comune obiettivo di accogliere ed educare
gli alunni.
Al fine di consentire alla scuola di realizzare con successo le finalità educative e formative cui è preposta, gli alunni, i docenti, i genitori e tutti gli operatori scolastici sono tenuti ad adempiere correttamente ai loro doveri previsti dalla legge (D.P.R. n. 235 del 21
novembre del 2007).
I docenti si impegnano ad instaurare nella classe un clima sereno e positivo, proficuo
al lavoro. Essi, oltre a saper comunicare e svolgere attività didattiche finalizzate all’offerta
formativa, devono:
essere puntuali;
adottare linguaggio e abbigliamento consoni all’ambiente educativo;
vigilare durante l’intervallo e la pausa pranzo;
accompagnare gli alunni all’uscita della scuola;
richiedere colloqui con le famiglie in caso di necessità e dimostrare sempre fiducia nel
dialogo;
adottare modalità comunicative chiare (comunicazioni scritte tramite diario, tagliandi
di ricevuta delle circolari);
presentare ai genitori nei tempi e nei modi stabiliti obiettivi educativi e percorsi di apprendimento;
nell’assegnare compiti e lezioni quotidiani, considerare in relazione all’età dell’alunno
sia il carico di lavoro complessivo, comunque necessario per consolidare gli apprendimenti, che i tempi necessari per svolgerlo;
improntare alla massima trasparenza le operazioni di verifica e valutazione.
La valutazione avrà un carattere orientativo e formativo e indicherà all’alunno i modi
e i tempi del proprio processo educativo per renderlo consapevole sia dei successi maturati
che delle difficoltà con cui dovrà misurarsi.
218
I docenti si impegnano ad informare la famiglia in modo tempestivo e puntuale degli
esiti della valutazione, pur restando dovere/interesse dei genitori il controllo assiduo del
profitto del proprio figlio.
Gli alunni si impegnano a:
rispettare il Dirigente Scolastico, tutto il personale della scuola e i compagni;
mantenere sempre un comportamento corretto e responsabile nei confronti delle persone e dell’ambiente (macchinari tecnologici, sussidi didattici, attrezzature e arredo
scolastico): eventuali danni dovranno essere risarciti;
usare un abbigliamento consono all’ambiente educativo;
indossare il grembiule/la tuta nella scuola primaria e secondaria nelle classi che lo richiedono;
usare un linguaggio corretto ed educato;
frequentare regolarmente le lezioni, evitando di assentarsi per periodi di vacanza non
compresi dal calendario scolastico;
osservare scrupolosamente l’orario scolastico: i ritardi segnati sul registro dovranno
essere giustificati;
portare sempre il materiale didattico occorrente;
studiare con assiduità e serietà;
portare sempre il diario (o il “quaderno delle comunicazioni”) per le comunicazioni
scuola-famiglia;
giustificare sempre e tempestivamente per iscritto le assenze;
motivare con certificato medico l’esonero dalle lezioni di Scienze motorie e sportive;
non usare il telefonino a scuola e durante le lezioni;
non fare riprese con telefonini durante le ore di lezione;
non portare a scuola soldi ed oggetti di valore, né oggetti estranei all’attività didattica.
Dato che il compito della scuola è educare e non punire, ogni provvedimento disciplinare sarà assunto dal Consiglio di classe sempre e solo in vista di un’adeguata strategia di
recupero.
I provvedimenti potranno essere:
richiamo verbale;
richiamo scritto sul diario dello studente;
richiamo scritto sul registro di classe contestualmente al richiamo scritto sul diario
dello studente;
consegna/mansione da svolgere a scuola e/o a casa;
convocazione dei genitori;
sospensione dalle lezioni e/o dalle attività integrative con obbligo di frequenza;
allontanamento cautelare e temporaneo dalla comunità scolastica.
Le mancanze che potrebbero far scattare provvedimenti disciplinari sono:
ritardi frequenti e non giustificati;
assenze ripetute e periodiche non giustificate;
219
mancanza sistematica o ricorrente del materiale didattico;
scarsa sollecitudine verso le consegne sia a casa che a scuola;
linguaggio e/o abbigliamento non adeguato;
prepotenze o atteggiamenti aggressivi verso gli altri;
mancanza di rispetto nei confronti di se stessi, dei compagni, degli adulti o degli oggetti e/o arredi (Bullismo).
In caso di sanzioni disciplinari i genitori possono ricorrere all’organo preposto denominato Organo di Garanzia.
I genitori sono i diretti responsabili dell’educazione e dell’istruzione dei propri figli e
pertanto dovranno condividere questo compito in stretta collaborazione con la scuola per
attuare strategie educative che tengano conto della singolarità e complessità dei nostri alunni come persone.
Essi quindi si impegnano a:
partecipare con regolarità agli incontri;
controllare quotidianamente il diario e il quaderno delle comunicazioni scuolafamiglia;
giustificare sempre e tempestivamente per iscritto ritardi e assenze e a limitarne il più
possibile il numero;
controllare l’esecuzione dei compiti;
manifestare fiducia e rispetto della professionalità docente e del suo operato (accettando consigli e condividendo gli interventi educativi, continuando in famiglia la richiesta delle regole concordate).
Nei casi di ingresso posticipato o di uscita anticipata il genitore provvede ad accompagnare il figlio all’interno dell’edificio e ad affidarlo al collaboratore scolastico di turno.
Nelle scuole primarie e secondarie di primo grado i docenti ricevono i genitori previo
appuntamento concordato con il docente
220
Allegato 3. Rapporto di Autovalutazione d’Istituto
Il 27 novembre 2014 è stato presentato al MIUR uno strumento di lavoro comune che tutte
le scuole italiane potranno utilizzare per riflettere su se stesse e darsi degli obiettivi di miglioramento. È il format che servirà agli istituti scolastici per produrre, entro l’estate 2015, il loro primo Rapporto di Autovalutazione. Il format è un documento articolato in 5 sezioni che prevede
49 indicatori attraverso i quali le scuole potranno scattare la loro fotografia, individuare i loro
punti di forza e debolezza, mettendoli a confronto con dati nazionali e internazionali, ed elaborare le strategie per rafforzare la propria azione educativa. Con la presentazione del format del
Rapporto di Autovalutazione inizia a prendere corpo il Sistema Nazionale di Valutazione.
Il format
Il format per il Rapporto di Autovalutazione (RAV) è stato elaborato dall’INVALSI
con il supporto e la supervisione del Gruppo Start Up (MIUR, INVALSI ed esperti esterni) costituito presso il MIUR ed è il frutto di un lungo percorso di ricerca e sperimentazione che parte dal 2008 e passa attraverso alcuni progetti (Valutazione e Miglioramento,
VSQ e VALES). Il format prevede che gli istituti debbano analizzare il contesto in cui operano (popolazione scolastica, territorio e capitale sociale, risorse economiche e materiali, risorse professionali), gli esiti dei loro studenti (i risultati scolastici, ma anche quelli
delle prove standardizzate, le competenze chiave raggiunte e i risultati a distanza, vale a
dire, fra l’altro, gli esiti nei cicli scolastici successivi, l’eventuale prosecuzione negli studi
universitari l’inserimento nel mondo del lavoro), i processi di organizzazione e gli ambienti di lavoro (dalla predisposizione e progettazione della didattica, alla predisposizione
degli ambienti di apprendimento passando per l’integrazione con il territorio).
La task force a supporto delle scuole
Il 27 e 28 novembre 2014 fra rappresentanti degli Uffici Scolastici Regionali e dirigenti
tecnici del MIUR partecipano a Roma a seminari di formazione con esperti nazionali e internazionali per poter supportare le scuole nel lavoro di produzione del Rapporto di Autovalutazione che si svilupperà nei prossimi mesi. Una vera e propria task force, un “help desk”, a disposizione di dirigenti scolastici e docenti. Le scuole, inoltre, per la realizzazione delle azioni
di miglioramento potranno contare sul supporto dell’INDIRE e di altri soggetti esterni.
221
Le tappe
Nel corso di questo anno scolastico tutte le scuole, statali e paritarie, realizzeranno
l’autovalutazione. Ora dirigenti e docenti hanno in mano lo strumento comune su cui cominciare a predisporre il loro Rapporto che sarà compilato poi in versione digitale su una
piattaforma comune predisposta dal MIUR e sarà reso pubblico a Luglio 2015 diventando
uno strumento anche di trasparenza e rendicontazione pubblica a disposizione delle famiglie. A Ottobre 2015 l’INVALSI pubblicherà il primo Rapporto nazionale sul sistema scolastico italiano. Dal prossimo anno scolastico 2015/16 avrà inizio la valutazione esterna da
parte di nuclei composti da esperti e da ispettori del MIUR.
Struttura del rapporto di autovalutazione
Il rapporto di autovalutazione è articolato in 5 sezioni. La prima sezione, Contesto e risorse,
permette alle scuole di esaminare il loro contesto e di evidenziare i vincoli e le leve positive presenti nel territorio per agire efficacemente sugli esiti degli studenti. Gli Esiti degli studenti rappresentano la seconda sezione. La terza sezione è relativa ai processi messi in atto dalla scuola.
La quarta sezione invita a riflettere sul processo di autovalutazione in corso e sull’eventuale integrazione con pratiche autovalutative pregresse nella scuola. L’ultima sezione consente alle
scuole di individuare le priorità su cui si intende agire al fine di migliorare gli esiti, in vista della
predisposizione di un piano di miglioramento. Il rapporto sarà così articolato:
1. Contesto e risorse
1.1. Popolazione scolastica
1.2. Territorio e capitale sociale
1.3. Risorse economiche e materiali
1.4. Risorse professionali
2. Esiti
2.1. Risultati scolastici
2.2. Risultati nelle prove standardizzate
2.3. Competenze chiave e di cittadinanza
2.4. Risultati a distanza
3. Processi o Pratiche educative e didattiche
3.1. Curricolo, progettazione, valutazione
3.2. Ambiente di apprendimento
3.3. Inclusione e differenziazione
3.4. Continuità e orientamento o Pratiche gestionali e organizzative
3.5. Orientamento strategico e organizzazione della scuola
3.6. Sviluppo e valorizzazione delle risorse umane
3.7. Integrazione con il territorio e rapporti con le famiglie
4. Il processo di autovalutazione
5. Individuazione delle priorità
5.1. Priorità e Traguardi
5.2. Obiettivi di processo
222
Utilizzo delle domande guida
Le domande poste all’inizio di ciascuna area rappresentano uno stimolo per riflettere
sui risultati raggiunti dalla scuola in quello specifico settore. Partendo dalla lettura dei dati, si chiede alla scuola di riflettere su quanto realizzato in ogni ambito, focalizzandosi
specificatamente sui risultati raggiunti ed individuando punti di forza e di debolezza. Successivamente sarà possibile esprimere un giudizio complessivo sull’area, sintetizzato
dall’assegnazione di un livello (vedi rubrica di valutazione).
Utilizzo degli indicatori
Gli indicatori messi a disposizione rappresentano un utile strumento informativo, se
utilizzati all’interno di una riflessione e interpretazione più ampia da parte della scuola.
Gli indicatori consentono alla scuola di confrontare la propria situazione con valori di riferimento esterni. Pertanto gli indicatori contribuiscono a supportare il gruppo di autovalutazione per l’espressione del giudizio su ciascuna delle aree in cui è articolato il Rapporto
di Autovalutazione. L’espressione del giudizio non dovrebbe derivare dalla semplice lettura dei valori numerici forniti dagli indicatori, ma dall’interpretazione degli stessi e dalla
riflessione che ne scaturisce. D’altra parte è necessario che i giudizi espressi siano esplicitamente motivati in modo da rendere chiaro il nesso con gli indicatori e i dati disponibili.
Utilizzo della rubrica di valutazione
Per ciascuna area degli Esiti e dei Processi la scuola dovrà esprimere un giudizio
complessivo, utilizzando una scala di possibili situazioni che va da 1 a 7. Le situazioni 1
(Molto critica), 3 (Con qualche criticità), 5 (Positiva) e 7 (Eccellente) sono corredate da
una descrizione analitica. Le descrizioni non hanno la pretesa di essere una fotografia della
situazione di ciascuna singola scuola. Esse servono piuttosto come guida per capire dove
meglio collocare la propria scuola lungo una scala. Le situazioni 2, 4 e 6 non sono descritte e permettono di posizionare le scuole che riscontrano una corrispondenza tra la descrizione e la situazione effettiva solo in relazione ad alcuni aspetti. Per esempio la scuola può
scegliere di indicare 4 se ritiene che la propria situazione sia per alcuni aspetti positiva (5)
mentre per altri presenti qualche criticità (3). Per ciascuna area si chiede infine di motivare
brevemente le ragioni della scelta del giudizio assegnato, indicando i fattori o gli elementi
che hanno determinato la collocazione della scuola in uno specifico livello della scala.
Criteri per fornire una Motivazione del giudizio assegnato
Al termine di ciascuna area degli Esiti e dei Processi è presente uno spazio di testo
aperto, intitolato Motivazione del giudizio assegnato. In questo spazio si richiede alla
scuola di argomentare il motivo per cui ha assegnato un determinato livello di giudizio
nella scala di valutazione. Per la compilazione di questa parte si suggerisce di tenere conto
dei seguenti criteri generali:
223
Completezza - utilizzo dei dati e degli indicatori messi a disposizione centralmente
(MIUR, INVALSI, ecc.) e capacità di supportare il giudizio individuando ulteriori evidenze e dati disponibili a scuola.
Accuratezza - lettura dei dati e degli indicatori in un’ottica comparativa, confrontando
la situazione della scuola con i valori di riferimento forniti (medie nazionali o regionali, andamento generale delle scuole di riferimento, ecc.).
Qualità dell’analisi - approfondimento e articolazione della riflessione a partire
dall’analisi dei dati disponibili. L’analisi è articolata quando non ci si limita a elencare
i dati o a descrivere ciò che la scuola fa, ma i dati vengono interpretati tenendo conto
della specificità del contesto, oppure si evidenziano i punti di forza e di debolezza
dell’azione della scuola, o ancora si individuano aspetti strategici.
Riferimenti Normativi
1.
2.
3.
DPR n. 80 del 28 marzo 2013, “Regolamento sul sistema nazionale di valutazione in
materia di istruzione e formazione”.
Direttiva MIUR n. 11 del 18 settembre 2014, “Priorità strategiche del Sistema Nazionale di Valutazione per gli anni scolastici 2014/2015, 2015/2016 e 2016/2017”.
Circolare MIUR n. 47 del 21 ottobre 2014, “Priorità strategiche della valutazione del
Sistema educativo di istruzione e formazione. Trasmissione della Direttiva n. 11 del
18 settembre 2014”.
Iter
L’articolo 6 del DPR n. 80/2013, indica e descrive le 4 fasi nelle quali si articola il
procedimento di valutazione delle scuole:
1. Autovalutazione
2. Valutazione esterna
3. Azioni di miglioramento
4. Rendicontazione sociale.
Con la Direttiva n. 11/2014, sono individuate le priorità strategiche della valutazione
del sistema educativo di istruzione.
Finalità di essa è quella di favorire, in ogni fase della valutazione, il coinvolgimento
attivo e responsabile delle Istituzioni scolastiche.
A partire dal corrente a.s. 2014/2015, tutte le scuole del sistema nazionale di istruzione saranno coinvolte in un percorso, di durata triennale, volto all'avvio e alla messa a regime del procedimento di valutazione, così articolato:
N.
Fasi
Attori
aa.ss.
2014/15
1.a.
1.b.
1.c.
1.d.
Autovalutazione
Valutazione esterna
Azioni dl miglioramento
Rendicontazione sociale
Tutte le scuole
Circa 800 scuole all'anno
Tutte le scuole
Tutte le scuole
224
aa.ss.
2015/16
aa.ss.
2016/17
Per il corrente aa.ss. 2014/2015 dovrà essere elaborato, nel corso del primo semestre
2015, attraverso un modello online, il cosiddetto RAV (Rapporto di autovalutazione), arricchito da una sezione dedicata all'individuazione di priorità strategiche e dei relativi obiettivi di miglioramento.
A tal fine, le scuole si doteranno di un'unità di autovalutazione, costituita, preferibilmente, dal Dirigente scolastico, dal docente, referente della valutazione e da uno o più docenti, con adeguata professionalità, individuati dal Collegio docenti.
Il format del RAV, disponibile da fine ottobre, contiene:
i dati informativi e statistici sugli aspetti fondamentali del funzionamento, messi
già a disposizione dal MIUR su “Scuola in chiaro”, dall’ INVALSI, etc.;
una sezione per le ulteriori informazioni di diretta competenza delle scuole.
Tutti i dati saranno gestiti e inseriti su una piattaforma online, riservata ad ogni scuola
e disponibile da gennaio 2015. Essi saranno in parte forniti dal sistema, in parte da inserire
da cura delle singole scuole, e organizzati attorno ad alcuni macro-indicatori. L'INVALSI
fornirà strumenti di lettura e di analisi.
Nei mesi di gennaio e febbraio 2015, le scuole inseriranno i dati di loro competenza
ed entro il mese successivo essi verranno restituiti con valori di riferimento esterni (benchmark), per consentire ad ogni scuola di confrontare la propria situazione con quella di
istituzioni scolastiche simili, individuare punti di forza e di debolezza, decidere le azioni
da promuovere.
Il processo di elaborazione del RAV proseguirà poi da marzo a giugno 2015: le scuole
individueranno, in un'apposita sezione, le priorità strategiche con i relativi obiettivi di miglioramento.
Il RAV sarà quindi pubblicato, nel luglio 2015, sul portale “Scuola in chiaro” e sul sito di ogni Istituzione scolastica.
Anche i docenti della scuola dell'infanzia parteciperanno e collaboreranno al processo
di autovalutazione, sebbene il format del RAV non contenga dati relativi ai risultati di apprendimento di questo segmento scolastico.
Quindi, riassumendo, le azioni, i soggetti e la tempistica di AUTO VALUTAZIONE,
previsti per il corrente a.s. 2014/2015 sono i seguenti:
N.
1
2
3
4
5
6
Azioni
Predisposizione format RAV
Apertura piattaforma informatica
Inserimento dati
Restituzione dati con benchmark
Elaborazione RAV
Pubblicazione RAV
Soggetti
Invalsi
MIUR
Scuola
Invalsi
Scuola
Scuola
Per l’aa.ss. 2015/2016 sono previsti:
Valutazione esterna
Azioni di miglioramento
Aggiornamento RAV
225
Tempi
fine ottobre 2014
inizio gennaio 2015
gennaio-febbraio 2015
fine marzo 2015
marzo-giugno 2015
luglio 2015
Nel corso del prossimo anno scolastico (secondo anno di messa a regime del procedimento di valutazione) prenderanno il via le visite alle scuole dei nuclei di valutazione
esterna con il coinvolgimento di un primo contingente di circa 800 istituzioni scolastiche.
Quest'ultime in parte (30%) saranno scelte casualmente, in parte (70%) saranno individuate sulla base di specifici indicatori di efficienza e di efficacia. I nuclei utilizzeranno un
protocollo di valutazione adottato dalla conferenza per il coordinamento funzionale
dell'SNV, su proposta dell'INVALSI, e saranno coordinati da un dirigente tecnico.
Contemporaneamente tutte le scuole pianificheranno e avvieranno le azioni di miglioramento correlate agli obiettivi di miglioramento già da esse individuati nel RAV, avvalendosi eventualmente del supporto dell’INDIRE e/o di altri soggetti pubblici e privati (università, enti di ricerca, associazioni professionali e culturali). Un primo aggiornamento
del RAV, finalizzato alla verifica dello stato di avanzamento del processo e ad un'eventuale regolazione degli obiettivi, è previsto per il mese di luglio 2016.
Per l’aa.ss. 2016/2017 sono previsti:
Valutazione esterna
Azioni di miglioramento
Azioni di rendicontazione sociale.
Nel terzo anno di messa a regime del procedimento di valutazione proseguono sia le
visite dei nuclei di valutazione estese ad un nuovo contingente di scuole, sia le iniziative
di miglioramento delle istituzioni scolastiche che saranno nel tempo sempre più caratterizzate e definite proprio grazie all'aumentata consapevolezza del lavoro da svolgere.
Al termine di questo triennio (a.s. 2016-2017), le scuole promuoveranno, a seguito
della pubblicazione di un primo rapporto di rendicontazione, iniziative informative pubbliche ai fini della rendicontazione sociale, ultima fase del procedimento di valutazione.
226
Allegato 4. Regolamento d’Istituto
Il presente Regolamento è conforme ai principi del Regolamento dell'Autonomia delle Istituzioni scolastiche, emanato con il D.P.R. 8 marzo 1999 n. 275, del D.P.R. 10 ottobre
1996, n. 567, e sue modifiche e integrazioni. È coerente e funzionale al Piano dell'Offerta
Formativa adottato dall'Istituto.
Art. 1 - Disciplina del funzionamento
In base al principio dell’autonomia degli Organi Collegiali nell’ambito della normativa del
Decreto L.vo 16 aprile 1994 n.297, il funzionamento degli Organi Collegiali è disciplinato
dal seguente regolamento.
PARTE I
CONSIGLIO D’ISTITUTO
Art.2 - Composizione del Consiglio
Il Consiglio di Istituto, essendo il numero degli alunni superiore a 500, è costituito da 19
componenti: 8 in rappresentanza del personale docente, 8 in rappresentanza dei genitori, 2
in rappresentanza del personale A.T.A., il Dirigente Scolastico.
Art.3 - Attribuzione del Consiglio
Il Consiglio, dura tre anni, delibera nelle materie elencate nell’art. 10 del D.L.vo 297/94 e
da altre disposizioni di legge. L’organizzazione e la programmazione della vita e
dell’attività dell’Istituto nelle seguenti materie:
adozione del regolamento interno dell’istituto;
acquisto,rinnovo e conservazione delle attrezzature dei sussidi didattici e acquisto del
materiale di consumo;
adattamento del calendario scolastico alle specifiche esigenze ambientali;
criteri per la programmazione e l’attuazione delle attività parascolastiche, interscolastiche,
extrascolastiche con particolare riguardo alle visite guidate e ai viaggi d’istruzione;
criteri generali relativi alla formazione delle classi, all’adattamento dell’orario delle
lezioni e delle altre attività scolastiche alle condizioni ambientali;
elegge nel suo seno la Giunta Esecutiva.
227
Art.4 – Convocazione
Il Consiglio di Istituto si riunisce in sessione ordinaria tre volte all’anno: per gli adempimenti d’inizio anno scolastico, per l’approvazione del bilancio preventivo, per il conto
consuntivo. Si riunisce straordinariamente ogni qualvolta se ne ravvisi la necessità. I lavori del Consiglio sono sospesi nei mesi di luglio e agosto, salvo casi eccezionali. Il Consiglio è convocato dal suo Presidente. Può essere convocato altresì, su richiesta scritta, dal
Presidente della Giunta Esecutiva, ovvero di 1/3 dei suoi componenti. La richiesta dovrà
essere motivata e recare l’indicazione degli argomenti da trattare.
Art. 5 – Sedute
Il consiglio tiene le proprie sedute in orario non coincidente con le ore di lezione ed in orari compatibili con gli impegni di lavoro dei suoi membri. Nel caso in cui gli argomenti
all’ordine del giorno non potessero essere esauriti in una sola seduta, il Presidente aggiorna la stessa rinviandola ad ora e data da definire nel corso della riunione medesima.
Art.6 – Formazione dell’ordine del giorno
L’ordine del giorno è formulato dal Presidente. Gli argomenti possono essere proposti anche
da singoli consiglieri, purché essi siano di competenza del Consiglio. Nel caso di problemi di
particolare importanza e urgenza e su approvazione del Consiglio possono essere inseriti
nell’O.d.G. nuovi punti che verranno discussi nel corso della seduta. Ogni consigliere ha la facoltà di proporre argomenti da inserire all’O.d.G. della successiva seduta. Fra le “varie ed eventuali” non si possono far rientrare argomenti che debbano formare oggetto di delibera.
Art. 7 – Disciplina delle discussioni
Alla discussione dei punti compresi nell’ordine del giorno si procede secondo l’ordine della loro iscrizione. Il consiglio può deliberare l’inversione o lo spostamento dell’ordine
suddetto. Il Presidente può prendere la parola per fare al Consiglio delle comunicazioni
che lo riguardano, anche se queste non sono inserite nell’ordine del giorno. Su queste comunicazioni non è consentita la votazione. La discussione è diretta dal Presidente. Chi desidera intervenire alla discussione deve avvertire il Presidente ed ottenere che gli venga
concessa la parola. Di regola, su uno stesso argomento all’ordine del giorno, ciascun consigliere può prendere la parola solamente tre volte per la durata,per ogni intervento,di non
oltre 15 minuti,salvo che il Consiglio non conceda un esplicito consenso di deroga. È fatta
eccezione per il relatore o per il consigliere proponente l’argomento in discussione.
L’oratore non può essere interrotto. Il presidente può togliere la parola dopo due successivi richiami ad attenersi all’argomento. Nessun intervento può essere interrotto o rinviato
ad una successiva riunione. La discussione su ciascun argomento all’O.d.G. può avere inizio solo dopo che il relatore ha esaurito la propria esposizione. Se nessuno chiede la parola,il Presidente dichiara esaurita la discussione sull’argomento e lo pone ai voti.
Art. 8 – Votazioni
Dichiarata chiusa la discussione sull’argomento in trattazione, il Presidente pone ai voti
l’argomento. Si vota per “ alzata di mano” con eventuali prove e controprove. Alla votazione per “appello nominale” si ricorre quando il Presidente lo ritenga necessario o quando lo richiedano almeno tre consiglieri. In questo caso ciascun consigliere esprime la sua
228
volontà con un “si” o con un “no”. Nella “votazione segreta” ciascun consigliere è provvisto di un foglietto sul quale scriverà “si” o “no” a seconda che approvi o respinga la proposta di votazione. Questo tipo di votazione è obbligatoria quando si faccia questione di
persone. Nel caso di votazione segreta lo scrutinio viene effettuato da tre scrutatori designati dal Consiglio. In tutte e tre le modalità delle votazioni si possono avere delle astensioni. Di queste va fatta menzione nel verbale. Le delibere vengono approvate a maggioranza di voti. A parità di voti, quando la votazione è palese, prevale il voto del Presidente.
Per quanto concerne l’approvazione del Regolamento di Istituto o sue modifiche, la maggioranza deve corrispondere alla metà più uno del numero dei componenti il Consiglio.
Art. 9 – Verbali e pubblicazioni degli atti
Di ogni seduta il segretario del Consiglio redige un processo verbale riportandovi tutti i
dati e gli elementi che hanno rilevanza nella determinazione della legittimità della riunione
e delle decisioni adottate ed in particolare,sia pure succintamente, i risultati delle votazioni
o l’annotazione di qualsiasi eventuale fatto che abbia influito sul regolare svolgimento delle riunioni. Il verbale è sottoscritto dal Presidente e dal segretario del Consiglio e deve essere depositato presso la segreteria della Direzione. Esso viene letto ed approvato dal Consiglio all’apertura della seduta successiva a quella a cui si riferisce. Copia delle deliberazioni,predisposta dalla segreteria dell’istituto è pubblicata all’albo entro dieci giorni dalla
seduta e devono rimanere esposte quindici giorni. Non sono soggette a pubblicazione le
deliberazioni concernenti persone,salvo contraria richiesta degli interessati.
Art. 10 – Salvaguardia dei diritti degli Organi Collegiali
Il Consiglio prima di deliberare su importanti argomenti o questioni che investono direttamente gli altri Organi Collegiali a livello di Istituto, ha il dovere di richiedere il loro parere, salvaguardandone le competenze e l’autonomia. Gli Organi Collegiali cui tale parere
è richiesto dovranno esprimerlo per iscritto entro una data stabilita.
Art. 11 – Attribuzioni del Presidente
Il Presidente oltre alle competenze indicate nei precedenti articoli, provvede alla convocazione del Consiglio; all’esame delle proposte della Giunta, dei Consiglieri, e degli Organi
Collegiali; ad assicurare il regolare svolgimento dei lavori del Consiglio.
Art.12 - Elezione del Presidente
Il Presidente del Consiglio di Istituto viene eletto a scrutinio segreto ed a maggioranza assoluta dei voti rapportati al numero dei componenti il Consiglio, tra i rappresentanti dei
genitori. Qualora non si raggiunge detta maggioranza nella prima votazione, il Presidente
è eletto a scrutinio segreto ed a maggioranza relativa dei votanti. In caso di parità, la votazione si dovrà ripetere fino al raggiungimento della maggioranza dei voti in favore di uno
dei consiglieri. Può anche essere eletto un Vicepresidente.
Art.13 – Assenza del Presidente
In caso di assenza, il Presidente è sostituito dal Vicepresidente o dal consigliere più anziano di età della componente genitori.
Art.14 – Funzioni del Segretario
229
Il Segretario, designato dal Presidente, ha il compito di redigere il verbale dei lavori del
Consiglio e di sottoscrivere, con il Presidente, gli atti e le deliberazioni del Consiglio stesso.
Art. 15 – Pubblicità delle sedute
Alle sedute del Consiglio di Istituto possono assistere gli elettori delle componenti rappresentate nel Consiglio stesso. Nessuno, fra coloro che assistono, può intervenire nella discussione. Chiunque intralcia, disturba e non mantiene un comportamento corretto, può
essere allontanato dal Presidente. Alle sedute del Consiglio non è ammesso il pubblico
quando siano in discussione argomenti concernenti discussioni.
GIUNTA ESECUTIVA
Art.16 - Composizione
Fanno parte della giunta: 2 genitori, 1 docente, 1 non docente, il Dirigente Scolastico, il Responsabile Amministrativo. I componenti non di diritto sono eletti dal consiglio di Istituto
nel proprio seno a scrutinio segreto e a maggioranza assoluta dei votanti. Il Presidente della
Giunta esecutiva è il Dirigente Scolastico. In caso di assenza o di impedimento, la Giunta
viene presieduta dal docente vicario. Le funzioni di segretario sono svolte dal Responsabile
Amministrativo, che redige il verbale delle sedute e lo sottoscrive insieme con il Presidente.
Art.17 - Convocazione
La Giunta Esecutiva è convocata dal suo Presidente con avviso fatto pervenire a ciascun
componente almeno cinque giorni prima della seduta.
Art.18 - Sedute
La Giunta Esecutiva tiene le proprie sedute nei locali della Direzione, in orario compatibile con gli impegni di lavoro dei componenti.
Art.19 - Attribuzioni
La Giunta esecutiva ha compiti istruttori ed esecutivi rispetto all’attività del Consiglio e
svolge la propria attività nell’ambito delle decisioni del Consiglio. Essa predispone il bilancio preventivo ed il conto consuntivo;prepara i lavori del Consiglio,cura l’esecuzione
delle relative deliberazioni e svolge ogni altra funzione ad essa demandata dal Consiglio.
CONSIGLI DI CLASSE, INTERCLASSE E INTERSEZIONE
Art.20 - Composizione
I Consigli di classe, interclasse e intersezione sono costituiti, con decreto del Dirigente
Scolastico, entro gli otto giorni che seguono le assemblee di classe/sezione per l’elezione
dei rappresentanti dei genitori. Vengono rinnovati annualmente con le modalità stabilite
dalla legge e svolgono le loro funzioni fino a quando non subentrano i nuovi consigli. Non
viene rappresentata in consiglio la classe la cui assemblea per l’elezione sia andata deserta.
Art.21 - Competenze
Il Consiglio di Classe/sezione/Interclasse ha competenza nelle materie elencate nell’art.5 del
D.L.vo 297/94; in particolare formula al Collegio dei docenti proposte in ordine all’azione
educativa e didattica, adotta le iniziative atte ad agevolare ed estendere i rapporti reciproci
230
tra docenti, genitori ed alunni, compresa la comunicazione in forma scritta in merito alle
riunioni del Consiglio da parte del rappresentante di classe (previo accordo con l’insegnante
fiduciario o con il Dirigente Scolastico); verifica l’andamento complessivo dell’attività didattica e avanza proposte di adeguamento della programmazione alle necessità della classe.
In sede di verifica con la componente genitori, vanno evitati riferimenti a singoli alunni.
Non è consentita l’astensione quando il Consiglio è riunito con la sola componente docente,
per esprimere il parere sulla non ammissione di un alunno alla classe successiva.
Art. 22 - Convocazione
Sono convocati dal Dirigente Scolastico di propria iniziativa o su richiesta scritta e motivata, dalla maggioranza dei suoi membri. Sono presieduti dal Dirigente Scolastico o da un
docente, membro del Consiglio, delegato dal Dirigente Scolastico.
COLLEGIO DEI DOCENTI
Art.23 - Composizione
Il Collegio dei Docenti si insedia all’inizio di ogni anno,è composto da tutti i docenti della
Scuola dell’Infanzia, Primaria e Secondaria di 1° grado. Ciascun Consiglio è composto dal personale docente di ruolo e non di ruolo in servizio presso le corrispondenti scuole dell’Istituto ed
è presieduto dal Dirigente Scolastico o, in sua assenza dal Collaboratore Vicario.
Art.24 - Attribuzioni
Il Collegio dei Docenti ha potere deliberante in materia di funzionamento didattico
dell’Istituto; nell’esercizio delle sue funzioni, elencate nell’art.7 del D.L.vo 297/94, il Collegio garantisce ad ogni docente la libertà di insegnamento intesa come autonomia didattica e come libera espressione culturale l’autonomia professionale nello svolgimento
dell’attività didattica, scientifica e di ricerca.
Art.25 - Funzionamento
Nel rispetto del potere di autoregolamentazione che compete ad ogni organo collegiale, il
Collegio dei Docenti può definire il funzionamento adottando un proprio regolamento, che
viene trasmesso al Consiglio di Istituto dopo l’approvazione o dopo ogni modifica. Il Collegio dei Docenti, negli Istituti Comprensivi può essere convocato anche per ordini di scuola.
Il verbale delle sedute del Collegio dei docenti viene redatto entro 15 giorni e messo a disposizione per la consultazione ed eventuali osservazioni presso la segreteria.
COMITATO PER LA VALUTAZIONE DEL SERVIZIO DEI DOCENTI
Art.26 - Composizione ed attribuzione
Presso l’Istituto vengono annualmente costituiti i Comitati per la valutazione del servizio
dei docenti. Nella prima riunione dell’anno scolastico il Collegio dei Docenti elegge al suo
interno i propri rappresentanti in seno al corrispondente Comitato. Il Comitato esercita le
funzioni attribuitegli dall’art.11 del D.L.vo 297/94; è un organo tecnico perfetto: le sue deliberazioni sono legittime solo se adottate a maggioranza assoluta ed in costanza del quorum integrale. Non è ammessa l’astensione. Alla eventuale valutazione del servizio di un
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membro del comitato, provvede il comitato stesso, ai cui lavori, in tal caso non partecipa
l’interessato.
ASSEMBLEE E COMITATI DEI GENITORI
Art.27 - Convocazione e competenze delle assemblee
Le assemblee dei genitori possono essere di sezione, di classe, di plesso o di Istituto. Le
assemblee di sezione o di classe possono essere convocate dal rappresentante dei genitori
eletto nei Consigli di intersezione o di interclasse; l’assemblea di un plesso può essere
convocata dalla maggioranza dei rappresentanti dei genitori eletti nei Consigli di Classe,
Interclasse e Intersezione. La data e l’orario di svolgimento delle assemblee nei locali della scuola devono essere concordate di volta in volta con il Dirigente Scolastico. Nella convocazione deve essere indicato l’ordine del giorno. L’assemblea di istituto può essere convocata dal Presidente (se eletto), dalla maggioranza del Comitato dei genitori o da almeno
100 genitori. Il Dirigente Scolastico, sentita la giunta esecutiva del Consiglio di Istituto (in
caso di assemblea di plesso o di Istituto) autorizza la convocazione e i genitori promotori
ne danno comunicazione mediante affissione di avviso all’albo rendendo noto l’ordine del
giorno. Le assemblee possono esprimere pareri e formulare proposte su tutti i problemi
della scuola; gli eventuali verbali o le possibili istanze vanno inviati al Dirigente Scolastico, che li porta a conoscenza degli Organi Collegiali competenti a decidere. All’assemblea
di sezione, classe, plesso o Istituto possono partecipare con diritto di parola il Dirigente
Scolastico e i docenti rispettivamente della sezione, classe, plesso o Istituto. Le assemblee
si svolgono al di fuori dell’orario di lezione.
Art.28 - Assemblee dei genitori convocate dagli insegnanti
Gli insegnanti possono convocare assemblee di sezione, di classe o di plesso. Copia della
convocazione con l’ordine del giorno, sarà inviata alla Direzione almeno cinque giorni
prima della data fissata. Delle suindicate assemblee sarà redatto apposito verbale in duplice copia da inserire nell’agenda della programmazione e da inviare in Direzione.
Art.29 - Composizione e competenze del Comitato dei genitori
I rappresentanti dei genitori eletti nei Consigli di Classe, Interclasse e Intersezione possono esprimere un Comitato dei genitori dell’Istituto. I Comitati si costituiscono con il compito di agevolare la partecipazione dei genitori alla gestione della scuola. Alle riunioni dei
Comitati possono essere invitati dal Dirigente Scolastico, i rappresentanti dei genitori eletti nel Consiglio di Istituto, i docenti delle classi interessate.
Art.30 - Le riunioni degli Organi Collegiali, delle assemblee e dei comitati dei genitori sono valide se interviene la maggioranza assoluta dei componenti in carica.
Le deliberazioni sono adottate a maggioranza assoluta dei voti validamente espressi, salvo
che disposizioni speciali prescrivano diversamente; in caso di parità di voti prevale il voto
del presidente; non è ammesso il voto su delega. Le votazioni avvengono per alzata di
mano; ogni consigliere può richiedere che la votazione avvenga per appello nominale; sulla questione decide il Presidente, la votazione avviene per scrutinio segreto quando si faccia questione di persone. Le deliberazioni adottate sono immediatamente esecutive, salvo
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diverse disposizioni ministeriali o diversa volontà del Consiglio stesso. Il Presidente ha
l’obbligo di indire le votazioni sugli argomenti all’ordine del giorno.
Art.31 - Modalità di convocazione
Se non prescritto diversamente nei precedenti articoli, la convocazione degli Organi Collegiali, delle assemblee e dei comitati dei genitori è effettuata con lettera diretta ai singoli
componenti e disposta con preavviso di almeno cinque giorni; la lettera di convocazione
dei componenti di diritto è diramata con circolare interna. Le lettere di convocazione destinate ai genitori possono essere recapitate, per il tramite degli alunni. Quelle per il Consiglio di Circolo vanno recapitate per posta (o accompagnate da una telefonata). Una copia
della convocazione viene affissa all’albo dei plessi interessati. In relazione a casi gravi e
urgenti si può derogare da qualsiasi termine di preavviso e la convocazione può essere disposta anche telefonicamente;in questo caso, prima di discutere l’ordine del giorno,
l’assemblea delibera il carattere urgente della riunione.
Art.32 - Compiti esecutivi
Le deliberazioni adottate dagli Organi Collegiali, nei modi prescritti e per settori di competenza, sono rese esecutive con tempestivo atto formale del Dirigente Scolastico, salvo che la
normativa in vigore non prescriva il preventivo controllo delle autorità Scolastiche Superiori.
PARTE II
VIGILANZA SUGLI ALUNNI
Art.33 - Obbligo di vigilanza
I Docenti devono essere presenti almeno cinque minuti prima dell’inizio delle lezioni nelle
aule, palestre e laboratori. Nelle ore successive i cambi di insegnante nelle varie aule devono avvenire il più rapidamente possibile. L’intervallo si svolgerà in classe o, per alcuni
plessi, nel cortile della scuola. L’uscita ai servizi avverrà sotto sorveglianza dei collaboratori scolastici. Fuori dagli orari stabiliti, l’uscita ai servizi igienici può essere autorizzata
solo per i casi di effettiva urgenza o su certificazione medica che ne attesti la necessità per
patologia. Il personale A.T.A. è compartecipe della vigilanza sul comportamento degli alunni all’interno dell’ambiente scolastico. La sorveglianza deve essere garantita in ogni
spostamento delle classi all’interno e all’esterno dell’edificio.
Art.34 - Ingresso a scuola
Per assicurare l’accoglienza e la vigilanza degli alunni, gli insegnanti sono tenuti a trovarsi
a scuola 5 minuti prima della lezione. Gli alunni entrano nella scuola al suono della 1°
campanella ore 7,55 e terminano il loro ingresso al suono della 2° campanella ore 8,00,
l’inizio della lezione. Il loro comportamento si impronterà al massimo rispetto per tutte le
persone presenti nell’ambiente, per i materiali didattici, per le strutture. I ritardi devono
essere giustificati da un genitore; dopo tre ritardi ingiustificati l’alunno è riammesso a
scuola soltanto se accompagnato. I genitori possono accompagnare i figli fino all’ingresso
della scuola. Nessuna responsabilità spetta all’amministrazione scolastica in caso di incidenti ad alunni che accedano nelle pertinenze della scuola prima dell’orario d’ingresso o
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che si soffermino nelle stesse dopo il termine delle lezioni. Se all’ora fissata un insegnante
risulta assente, gli alunni vengono affidati ad un collaboratore scolastico o ripartiti fra le
varie classi fino all’arrivo del titolare o del supplente.
Art.35 - Permanenza a scuola
Dal momento dell’ingresso a scuola e fino a quando non ne siano usciti, gli alunni sono
sotto la responsabilità della scuola e, per essa, del personale a cui gli alunni stessi risultino
in consegna; nell’ipotesi di momentaneo allontanamento dalla classe in caso di necessità,
l’insegnante affida i propri alunni ad un collega o ad un collaboratore scolastico. Non è
consentito allontanare l’alunno dalle lezioni per punizione salvo momentaneo affidamento
ad altro insegnante. L’intervallo antimeridiano e il periodo successivo al pranzo costituiscono un necessario momento di ricreazione per gli alunni e non comportano un affievolimento dei doveri educativi e di vigilanza. La vigilanza durante i momenti suindicati è assicurata dal personale ausiliario e dai docenti cui gli alunni, in base ai quadri orari presentati in Direzione, sono affidati.
Art.36 - Mensa
La mensa costituisce un momento educativo. Gli alunni pranzando a scuola vengono abituati a seguire una dieta varia e rispettosa dei principi nutrizionali. Gli insegnanti faranno
in modo che gli alunni mantengano un comportamento educato e consono all’ambiente. La
richiesta di esonero dalla mensa va comunicata per iscritto al Dirigente Scolastico.
L’alunno che non usufruisce della mensa rientrerà a scuola puntualmente all’orario stabilito e immediatamente si presenterà all’insegnante di turno tranne gli alunni della scuola
dell’infanzia o per gli alunni con patologia alimentari.
Art.37 - Uscita dalla scuola
Al termine delle lezioni, per consentire che la riconsegna degli alunni alle famiglie avvenga nelle migliori condizioni di sicurezza, gli insegnanti dell’ultima ora accompagnano gli
alunni fino al portone d’ingresso della scuola e sarà cura del collaboratore scolastico a vigilare sull’uscita della scuola. Per quanto concerne gli alunni che, per volontà delle famiglie, rincasano autonomamente a piedi o in bicicletta, l’obbligo della vigilanza termina nel
momento in cui l’alunno esce dal portone della scuola.
Art.38 – Norme particolari per la Scuola dell’Infanzia
Le operazioni di ingresso a scuola si svolgono nei primi trenta minuti dell’orario scolastico. Le insegnanti si trovano a scuola con un anticipo di cinque minuti rispetto all’orario
d’ingresso. I genitori possono accompagnare i figli fino all’interno della scuola: qui gli alunni vengono consegnati alle insegnanti di sezione o a quella che sorveglia il salone. Le
operazioni di uscita da scuola si svolgono negli ultimi trenta minuti dell’orario scolastico.
Gli alunni che usufruiscono del servizio di trasporto vengono presi in consegna
dall’assistente di trasporto all’uscita dalla scuola.
Art.39 - Frequenza degli alunni, Ritardi, uscite ,assenze.
La frequenza regolare è il primo impegno che ogni studente deve assumersi. Si ricorda che
il numero massimo di assenze consentite durante l’anno è di:
247 ore per le classi che svolgono attività didattica per 30 ore settimanali;
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297 ore per le classi che svolgono attività didattica per 36 ore settimanali;
330 ore per le classi che svolgono attività didattica per 40 ore settimanali;
Per gli alunni della classe di strumento musicale vanno aggiunte ulteriori 8 ore.
Il Collegio dei docenti convocato il 04/09/2014, Prot. n. 2884/A19 del 25/08/2014, ha deliberato, oltre a quanto contemplato nella circolare n. 20 prot. 1483 del 04/03/2011, le seguenti deroghe nel computo delle ore di assenza:
Certificazioni motivate anche se non continuative;
Autocertificazione da parte dei genitori in attesa di nuova diagnosi e definizione medica;
Interventi riabilitativi
Tutti i casi particolari e documentati dagli Enti preposti;
Gravi patologie anche senza ricovero ospedaliero.
Le famiglie sono tenute a fare in modo che venga rispettato, da parte degli alunni, l’orario
d’inizio delle lezioni. L’alunno che giunge in ritardo sarà comunque accolto in classe; il
suo nominativo sarà segnalato in Direzione se il ritardo è ripetuto, dovrà essere giustificato da un genitore, dopo tre ritardi ingiustificati, l’alunno sarà riammesso a scuola soltanto
se accompagnato (anche per la Scuola Primaria). Dietro presentazione di richiesta scritta, è
consentita l’uscita anticipata dell’alunno a condizione che sia accompagnato da una persona della quale si ha la certezza dell’identità e della parentela, ovvero se in possesso di una
delega scritta dei genitori o di chi ne fa le veci, ed autorizzazione scritta del Dirigente Scolastico o di un suo delegato. Per gli alunni della scuola secondaria di primo grado, è consentito un numero massimo di dieci ingressi oltre l’orario di avvio delle lezioni, il superamento della soglia prevista avrà possibili ricadute sul voto di condotta. Ai fini del predetto
numero massimo, non vengono conteggiati gli ingressi fuori orario dipendenti da accertamenti sanitari o visite mediche, purché debitamente documentati al momento
dell’ingresso, ed i ritardi dello scuolabus. Variazioni contingenti dell’orario delle lezioni
sono di competenza del Dirigente Scolastico o di un suo delegato. L’avviso di un eventuale ingresso posticipato o di un’eventuale uscita anticipata deve essere comunicato, preferibilmente entro il giorno precedente, alla classe interessata. In caso di assenza dei docenti e
di impossibilità di prevedere sostituzioni, le classi potranno essere comunque dimesse,
previo avviso a tutti i genitori degli alunni interessati. In caso di improvvisi motivi di sicurezza, di inagibilità o di altre cause di forza maggiore, la dimissione degli studenti non richiede nessun avviso preventivo. In caso di assenze dell’alunno è necessaria la giustificazione del genitore o di chi ne fa le veci,che può essere resa per iscritto all’insegnante, nella
Scuola dell’Infanzia e Primaria, con l’apposito libretto custodito dai genitori nella Scuola
Secondaria di 1° grado. Le assenze superiori a 5 giorni, dovute a motivi di salute, dovranno essere giustificate da una certificazione medica, attestante l’avvenuta guarigione e
l’idoneità a frequentare la scuola. Le giustificazioni per le assenze di uno o più giorni, con
l’esclusione di quelle dovute alla partecipazione ad attività promosse o riconosciute dalla
scuola, vanno presentate all’insegnante della prima ora che le annota sul registro di classe.
Lo studente, se sprovvisto di giustificazione, viene ammesso provvisoriamente con segnalazione sul registro di classe. La giustificazione deve essere presentata tempestivamente. Il
coordinatore verifica periodicamente eventuali assenze ingiustificate e ne dà comunicazione alle famiglie. In caso di assenza prolungata o di assenze che ricadano nelle medesi-
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me giornate o che coincidano con verifiche programmate, il docente coordinatore di classe
segnala il fatto in segreteria e avvisa la famiglia. Per gli alunni che non si avvalgono
dell’insegnamento della Religione cattolica, su richiesta dei genitori, è prevista attività alternativa alla religione cattolica.
REGOLAMENTO DEI DIRITTI E DEI DOVERI DEGLI STUDENTI
Art.40-Diritti e doveri degli alunni
Tenuto conto delle indicazioni contenute nel D.P.R. 24.06.98 n.249, che emana il regolamento dello “statuto degli studenti”, l’Istituto Anoia - Maropati - Giffone elabora il seguente regolamento dei diritti e doveri degli studenti:
A. DIRITTI
libera espressione del loro pensiero, nel rispetto delle opinioni altrui;
partecipazione attiva e responsabile alla vita della scuola;
continuità educativa-metodologica;
essere ascoltati e ad un rapporto comunicativo non viziato;
recupero e potenziamento delle loro capacità;
valorizzazione dei loro prodotti scolastici;
orario rispettoso dei loro ritmi;
trasparenza e correttezza delle procedure valutative;
trasparenza delle procedure relative a provvedimenti disciplinari;
equa distribuzione dei carichi di lavoro.
B. DOVERI
conoscere e rispettare le regole;
mantenere un comportamento corretto all’entrata nella scuola, durante gli intervalli, il
cambio degli insegnanti e gli spostamenti nell’edificio;
mantenere un atteggiamento rispettoso ed educato nei confronti del personale della
scuola: docente e non docente;
rispettare e curare il materiale proprio, altrui e della scuola;
tenere puliti gli ambienti scolastici;
lavorare con continuità impegno e precisione: avere il materiale necessario;
prendere regolarmente nota sui diari dei compiti assegnati;
non assumere atteggiamenti che non disturbino il lavoro degli insegnanti o dei compagni;
collaborare attivamente con compagni ed insegnanti;
pianificare con ordine i propri impegni scolastici;
rispettare gli altri accettandone le diversità;
non deridere i compagni in difficoltà;
collaborare con i compagni nei lavori di gruppo;
rispettare le idee altrui ed essere disponibili al dialogo;
intervenire durante le lezioni in modo coerente ed ordinato:negli interventi rispettare i turni.
Art. 41 - Sanzioni disciplinari
Occorre innanzitutto premettere che le sanzioni disciplinari da irrogare agli studenti delle
scuole secondarie di 1° e 2° grado sono disciplinate dal D.P.R. 24 giugno 1998, n. 249, con-
236
cernente lo Statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria (modificato ed
integrato dal D.P.R. n. 235 del 21 novembre 2007). Per gli alunni della scuola elementare
risulta ancora vigente il Regio Decreto 26 aprile 1928, n. 1297 “Regolamento generale sui
servizi dell’istruzione elementare”, salvo che con riferimento alle disposizioni da ritenersi
abrogate per incompatibilità con la disciplina successivamente intervenuta. Le disposizioni
così sopravvissute devono poi essere comunque “attualizzate” tramite la contestuale applicazione delle regole generali sull’azione amministrativa derivanti dalla L. n 241/1990.
Nei confronti degli alunni che manchino ai loro doveri, secondo la gravità delle mancanze
si possono usare provvedimenti disciplinari che hanno finalità educativa e tendono al rafforzamento del senso di responsabilità ed al ripristino di rapporti corretti all’interno della
comunità scolastica.
Le sanzioni:
sono, ove possibile, per la loro natura e tipologia, sempre temporanee;
devono tenere conto della situazione personale dello studente, del contesto in cui si è verificato l’episodio, della gravità del comportamento e delle conseguenze che da esso derivano;
devono essere proporzionate all’infrazione disciplinare commessa;
devono essere ispirate al principio della riparazione del danno;
devono essere irrogate in modo tempestivo per assicurarne la comprensione e quindi
l’efficacia;
non possono, in ogni caso, influire sulla valutazione del profitto ma sulla valutazione
globale del comportamento.
La sanzione disciplinare, inoltre, deve specificare in maniera chiara le motivazioni che
hanno reso necessaria l’irrogazione della stessa (art. 3 L. 241/1990) . Più la sanzione è
grave e più sarà necessario il rigore motivazionale, anche al fine di dar conto del rispetto
del principio di proporzionalità e di gradualità della sanzione medesima.
Nel caso di sanzioni che comportano l’allontanamento fino alla fine dell’anno scolastico,
l’esclusione dallo scrutinio finale, la non ammissione agli esami di stato, occorrerà, anche
esplicitare i motivi per cui ”non siano esperibili interventi per un reinserimento responsabile e tempestivo dello studente nella comunità durante l’anno scolastico”.
Di norma, le sanzioni disciplinari, al pari delle altre informazioni relative alla carriera dello studente, vanno inserite nel suo fascicolo personale e, come quest’ultimo, seguono lo
studente in occasione di trasferimento da una scuola ad un’altra o di passaggio da un grado
all’altro di scuola. Infatti, le sanzioni disciplinari non sono considerati dati sensibili, a meno che nel testo della sanzione non si faccia riferimento a dati sensibili che riguardano altre persone coinvolte nei fatti che hanno dato luogo alla sanzione stessa (es. violenza sessuale). In tali circostanze si applica il principio dell’indispensabilità del trattamento dei dati sensibili che porta ad operare con “omissis” sull’identità delle persone coinvolte e comunque nel necessario rispetto del D.Lgs. n. 196 del 2003 e del DM 306/2007.
Ai fini comunque di non creare pregiudizi nei confronti dello studente che opera il passaggio all’altra scuola si suggerisce una doverosa riservatezza circa i fatti che hanno visto
coinvolto lo studente.
Va sottolineato, inoltre, che il cambiamento di scuola non pone fine ad un procedimento
disciplinare iniziato, ma esso segue il suo iter fino alla conclusione.
237
Le sanzioni disciplinari più severe possono essere erogate previa verifica della sussistenza
di elementi concreti, precisi e concordanti dai quali si desuma che l’infrazione disciplinare
sia stata effettivamente commessa da parte dello studente incolpato.
Le sanzioni vanno comminate dopo aver invitato l’alunno in qualsiasi momento ad esporre
le proprie ragioni e devono essere sempre motivate per iscritto. L’alunno ha la possibilità
di produrre prove o testimonianze a lui favorevoli (solo in caso di sanzione che prevede
l’allontanamento dalla scuola).
Ogni sanzione non verbale deve essere comunicata per iscritto, tramite Libretto Scolastico
o lettera, alle famiglie, che hanno l’obbligo di vistare l’avviso, che dovrà essere necessariamente controllato dal Coordinatore di Classe. Delle situazioni più gravi dovrà essere informato il Dirigente Scolastico, che ne darà comunicazione ai genitori.
In sede di Consiglio si valuterà la possibilità di convertire la sanzione in attività in favore
della comunità scolastica, per esempio, le attività di volontariato nell’ambito della comunità scolastica, le attività di segreteria, la pulizia dei locali della scuola, le piccole manutenzioni, l’attività di ricerca, il riordino di cataloghi e di archivi presenti nelle scuole,la
frequenza di specifici corsi di formazione su tematiche di rilevanza sociale o culturale, la
produzione di elaborati (composizioni scritte o artistiche) che inducano lo studente ad uno
sforzo di riflessione e di rielaborazione critica di episodi verificatisi nella scuola, etc.
Tali attività possono essere disposte, solo con il consenso del genitore, sia come sanzioni
autonome sostitutive, sia come misure accessorie.
Le sanzioni disciplinari comminate agli studenti, secondo un crescendo di gravità, sono:
NOTE DISCIPLINARI O AMMONIMENTI VERBALI E/O SCRITTI.
Il primo livello di azione disciplinare nei confronti degli studenti consiste in richiami verbali o note disciplinari riportate da ogni singolo docente sul registro di classe. Tali ammonizioni, se ripetute nel corso dell’anno, possono condurre a sanzioni più gravi. Il coordinatore di classe, prima di ogni scrutinio quadrimestrale, è tenuto a monitorare numero e
qualità delle note scritte personali comminate a ciascun allievo, con particolare attenzione
alla iterazione e/o gravità delle stesse ed alla loro attribuzione da parte di diversi docenti,
per la formulazione del voto di condotta (art.4 comma 1, D.P.R. n. 249/98 e s.m.i.).
ALLONTANAMENTO TEMPORANEO DELLO STUDENTE DALLA COMUNITÀ SCOLASTICA PER
UN PERIODO NON SUPERIORE A 15 GIORNI (art.4 comma 8, D.P.R. n. 249/98 e s.m.i.).
Tale sanzione, adottata dal Consiglio di Classe, è comminata soltanto in caso di gravi
o reiterate infrazioni disciplinari derivanti dalla violazione dei doveri di cui all’art. 3
del D.P.R. n. 249/98 e s.m.i.. Durante il suddetto periodo di allontanamento è previsto
un rapporto con lo studente e con i suoi genitori al fine di preparare il rientro dello
studente sanzionato nella comunità scolastica.
Nel caso di allontanamento senza obbligo di frequenza lo studente è tenuto a mantenersi costantemente aggiornato sullo svolgimento dei programmi in classe.
ALLONTANAMENTO TEMPORANEO DELLO STUDENTE DALLA COMUNITÀ SCOLASTICA
PER UN PERIODO SUPERIORE A 15 GIORNI (art.4 comma 9, D.P.R. n. 249/98 e s.m.i.).
Le suddette sanzioni sono adottate dal Consiglio d’istituto, se ricorrono due condizioni, entrambe necessarie:
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1) devono essere stati commessi “reati che violino la dignità e il rispetto della persona
umana ( ad es. violenza privata, minaccia, percosse, ingiurie, reati di natura sessuale
etc.), oppure deve esservi una concreta situazione di pericolo per l’incolumità delle
persone (ad es. incendio o allagamento);
2) il fatto commesso deve essere di tale gravità da richiedere una deroga al limite
dell’allontanamento fino a 15 giorni previsto dal 7° comma dell’art. 4 dello Statuto. In
tal caso la durata dell’allontanamento è adeguata alla gravità dell’infrazione, ovvero al
permanere della situazione di pericolo.
Si precisa che l’iniziativa disciplinare di cui deve farsi carico la scuola può essere assunta in presenza di fatti tali da configurare una fattispecie astratta di reato prevista
dalla normativa penale. Tali fatti devono risultare verosimilmente e ragionevolmente
accaduti indipendentemente dagli autonomi e necessari accertamenti che, anche sui
medesimi fatti, saranno svolti dalla magistratura inquirente e definitivamente acclarati
con successiva sentenza del giudice penale.
Nei periodi di allontanamento superiori a 15 giorni, la scuola promuove, in coordinamento con la famiglia dello studente e, ove necessario, con i servizi sociali e l’autorità
giudiziaria, un percorso di recupero educativo mirato all’inclusione, alla responsabilizzazione e al reintegro, ove possibile, nella comunità scolastica.
ALLONTANAMENTO DELLO STUDENTE DALLA COMUNITÀ SCOLASTICA FINO AL TERMINE
DELL’ANNO SCOLASTICO (art.4 comma 9 bis, D.P.R. n. 249/98 e s.m.i.).
L’irrogazione di tale sanzione, da parte del Consiglio d’Istituto, è prevista alle seguenti condizioni, tutte congiuntamente ricorrenti:
1) devono ricorrere situazioni di recidiva, nel caso di reati che violino la dignità e il
rispetto per la persona umana, oppure atti di grave violenza o connotati da una particolare gravità tali da determinare seria apprensione a livello sociale;
2) non sono esperibili interventi per un reinserimento responsabile e tempestivo dello
studente nella comunità durante l’anno scolastico;
Con riferimento alle sanzioni di cui ai punti C e D, occorrerà evitare che
l’applicazione di tali sanzioni determini, quale effetto implicito, il superamento
dell’orario minimo di frequenza richiesto per la validità dell’anno scolastico. Per questa ragione dovrà essere prestata una specifica e preventiva attenzione allo scopo di
verificare che il periodo di giorni per i quali si vuole disporre l’allontanamento dello
studente non comporti automaticamente, per gli effetti delle norme di carattere generale, il raggiungimento di un numero di assenze tale da compromettere comunque la
possibilità per lo studente di essere valutato in sede di scrutinio.
Esclusione dello studente dallo scrutinio finale o la non ammissione all’esame di stato
conclusivo del corso di studi (art.4 comma 9 bis e ter, D.P.R. n. 249/98 e s.m.i.).
Nei casi più gravi di quelli già indicati al punto D ed al ricorrere delle stesse condizioni ivi indicate, il Consiglio d’istituto può disporre l’esclusione dello studente dallo
scrutinio finale o la non ammissione all’esame di Stato conclusivo del corso di studi
(art.4 comma 9 bis, D.P.R. n. 249/98 e s.m.i.).
È importante sottolineare che le sanzioni disciplinari di cui ai punti B,C,D ed E possono essere irrogate soltanto previa verifica, da parte dell’istituzione scolastica, della
239
sussistenza di elementi concreti e precisi dai quali si evinca la responsabilità disciplinare dello studente (art.4 comma 9 ter, D.P.R. n. 249/98 e s.m.i.).
L’allontanamento dell’alunno dalla comunità scolastica non si applica nei confronti dei
bambini della scuola dell’infanzia.
Nei casi in cui l’autorità giudiziaria, i servizi sociali o la situazione obiettiva rappresentata
dalla famiglia ne sconsiglino il rientro nella comunità scolastica di appartenenza, allo studente è consentito di iscriversi, anche in corso d’anno, ad altra scuola, ma ciò non sospende né interrompe un procedimento disciplinare già iniziato a suo carico (art.4 comma 10,
D.P.R. n. 249/98 e s.m.i.).
In nessun caso può essere sanzionata, né direttamente né indirettamente, la libera espressione di opinioni correttamente manifestata e non lesiva dell’altrui personalità;
Ove il fatto costituente violazione disciplinare appaia astrattamente riconducibile a fattispecie
di reato, il Dirigente scolastico dovrà presentare formale denunzia all’autorità giudiziaria.
Le sanzioni per le mancanze disciplinari commesse durante le sessioni d’esame sono inflitte dalla commissione di esame e sono applicabili anche ai candidati esterni.
Art.42 - Impugnazioni
Per l’irrogazione delle sanzioni e per i relativi ricorsi si applicano le disposizioni di cui
all’art.328, commi 2 e 4, del decreto legislativo 16 Aprile 1994, n.2972.
Contro le sanzioni disciplinari è ammesso ricorso da parte dei genitori degli alunni, entro
quindici giorni dalla loro irrogazione, ad un apposito organo di garanzia interno alla scuola, del quale fanno parte anche i genitori, il quale si pronunzia entro dieci giorni dal ricevimento del ricorso. In caso non si pronunzi entro detto termine, la sanzione impugnata
deve intendersi senz’altro confermata. In ogni caso, l’impugnazione non sospende
l’esecutività della sanzione irrogata.
Contro le decisioni assunte dall’Organo di garanzia interno alla scuola è ammesso reclamo, da parte di chiunque abbia interesse, avanti il Direttore dell’Ufficio scolastico regionale, da presentarsi entro e non oltre 15 giorni dal ricevimento della decisione da impugnare o dalla scadenza del termine entro cui l’Organo interno dovrebbe pronunziarsi.
La decisione è assunta previo parere vincolante di un Organo di Garanzia Regionale.
Art.42 - Varie
Gli alunni sono tenuti a svolgere in modo regolare ed autonomo i compiti assegnati per casa; eventuali impedimenti dovranno sempre essere giustificati per iscritto. Ogni alunno è
responsabile dei danni arrecati agli arredi o ad altro materiale scolastico. Di qualsiasi danno la famiglia sarà tenuta al risarcimento. Ogni alunno si presenterà a scuola in ordine e
fornito di tutto l’occorrente. A tale proposito si raccomandano la sistematica e ordinata
compilazione del diario scolastico e la massima cura del libretto personale, che dovranno
sempre essere portati a scuola debitamente compilati. Non saranno ammessi oggetti estranei all’insegnamento o pericolosi e non sarà consentito l’utilizzo di qualsiasi correttore
chimico (bianchetto o simili) in tutte le produzioni scritte e tecnico-grafiche soggette a valutazione. Si provvederà ad appendere ordinatamente all’esterno o all’interno delle aule gli
indumenti, evitando di lasciare nelle tasche somme di denaro e oggetti di valore. La scuola
non risponde degli eventuali furti e/o smarrimenti.
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Tabella delle infrazioni e delle sanzioni disciplinari
Doveri
Frequenza regolare
Rispetto del Dirigente
Scolastico, dei Docenti,
del personale ATA e dei
compagni di classe
Osservazioni disposizioni organizzative e di
sicurezza
Utilizzo corretto strutture, macchinari e sussidi
didattici
Comportamento corretto
durante le uscite
Infrazioni
Sanzioni
Organo Competente
Assenze ripetute
(senza giustificato motivo)
Assenze ingiustificate
Frequenti ritardi
Linguaggio e/o gesti
offensivi
Minacce
Aggressione verbale
e/o fisica
Mancato rispetto delle
proprietà altrui
Interventi inopportuni
durante le lezioni
Interruzioni continue
del ritmo delle lezioni
Atti o parole che consapevolmente tendono a
emarginare altri studenti
Ripresa abusiva di
immagini in classe o
nella scuola e successiva immissione del suddetto materiali in rete
Non rispettare il regolamento entrate/uscite
Perdere libretto e
badge e usarli in maniera impropria
Uscire da scuola senza permesso
Comportarsi in modo
rumoroso e pericoloso
nei corridoi e sulle scale
Utilizzo del telefono
cellulare durante le lezioni
Danneggiamento volontario o colposo (attrezzature, libri in comodato d’uso, ecc.)
Incisione di banchi/
porte
Scritte su muri, porte
e banchi
Mancanza di mantenimento della pulizia
dell'ambiente
Disturbo
Mancato rispetto delle
regole dei luoghi dove
ci si reca e del docente
Danneggiamento
Uso di fumo, alcool e
(A) Nota sul registro di
classe
(B) Comunicazione
scritta e/o telefonica alla
famiglia
A) Nota sul registro di
classe
B) Convocazione dei
genitori
C) Esclusione dalla partecipazione visite guidate e viaggi istruzione
attività sportive e spettacoli teatrali
D) Sospensione ed eventuale risarcimento
del danno provocato
A) Docente
B) Coordinatore
A) Nota sul registro di
classe
B) Convocazione dei
genitori
C) Esclusione dalla partecipazione visite guidate e viaggi istruzione
attività sportive e spettacoli teatrali
D) Sospensione ed eventuale risarcimento
del danno provocato
A) Docente
B) Coordinatore
C) D) Consiglio di classe
D) Consiglio di classe
allargato a tutte le sue
componenti o, per sospensioni superiori ai
giorni 15 o allontanamento definitivo, Consiglio di Istituto
A) Sospensione (oltre a
risarcimento del danno)
B) Esclusione dalla partecipazione visite guidate e viaggi istruzione
attività sportive e spettacoli teatrali
A) B) Consiglio di classe
A) Consiglio di classe
allargato a tutte le sue
componenti o, per sospensioni superiori ai 15
giorni o allontanamento
definitivo, Consiglio
d’Istituto
A) Nota sul registro di
classe
B) Convocazione dei
genitori
C) Sospensione ed eventuale risarcimento
A) Docente
B) Coordinatore
C) D) E) Consiglio di
classe
C) E) Consiglio di classe allargato a tutte le sue
241
A) Docente
B) Coordinatore
C) D) Consiglio di classe
D) Consiglio di Classe
allargato a tutte le sue
componenti o, per sospensioni superiori ai
giorni 15 o allontanamento definitivo, Consiglio di Istituto
droghe
del danno provocato
D) Esclusione dalla partecipazione visite guidate e viaggi istruzione
attività sportive e spettacoli teatrali
E) Sospensione e decurtazione di un voto in
condotta
Garantire la regolarità
delle comunicazioni
scuola famiglia
Non far firmare o non
riconsegnare le comunicazioni, le verifiche,
ecc.
Falsificazione della
firma dei genitori o di
altri documenti ufficiali
Assolvimento degli impegni di studio
Negligenza abituale
Copiatura durante le
verifiche
Disturbare durante le
lezioni
Non portare
l’attrezzatura richiesta
Comportamento corretto
nell’istituto
Fumare
Fare uso di alcool e
droghe
Nel caso di droghe denuncia agli organi competenti
A) Nota sul registro di
classe
B) Comunicazione alla
famiglia
C) La falsificazione della firma può dar luogo a
sospensione fino a 2
giorni
D) Esclusione dalla partecipazione visite guidate e viaggi istruzione
attività sportive e spettacoli teatrali
E) Sospensione e decurtazione di un voto in
condotta
A) Ammonizione scritta
sul diario
B) Convocazione dei
genitori
C) Esclusione dalla partecipazione visite guidate e viaggi istruzione
attività sportive e spettacoli teatrali
D) Sospensione e decurtazione di un voto in
condotta in caso di reiterata copiatura
A) Nota registro di classe
B) Convocazione dei
genitori
C) D) Sospensione e
decurtazione di un voto
in condotta.
Nel caso di droghe denuncia agli organi competenti
242
componenti o, per sospensioni superiori ai 15
giorni o allontanamento
definitivo, Consiglio
d’Istituto
A) Docente
B) Coordinatore
C) D) E) Consiglio di
classe
C) D) E) Consiglio di
classe allargato a tutte le
sue componenti
A) Docente
B) Coordinatore
C) D) Consiglio di classe
A) Docente
B) Coordinatore
C) Consiglio di classe
D) Consiglio di classe
allargato a tutte le sue
componenti; per sospensioni superiori ai 15
giorni o allontanamento
definitivo, Consiglio
d’Istituto
NORME PER IL PERSONALE DOCENTE E NON DOCENTE
1.
2.
Ciascun insegnante dovrà trovarsi in aula cinque minuti prima dell’inizio delle lezioni.
Il cambio degli insegnanti dovrà avvenire quanto più rapido possibile. Si dovrà fare in
modo che ogni attività della classe si esaurisca per tempo e non debba prolungarsi oltre il suono della campanella.
3. Nessun docente dovrà lasciare la classe prima del termine della lezione: eventuali variazioni, scambi insegnanti ecc., vanno prima comunicati in Presidenza. Nei casi di necessità i docenti affideranno la classe ad un bidello per il tempo strettamente necessario.
4. Le eventuali assenze devono essere tempestivamente comunicate a scuola per telefono, per consentire l’immediata sostituzione, e poi documentate nel più breve tempo
possibile (due giorni al massimo).
5. Ogni insegnante durante l’intervallo è tenuto a controllare gli alunni della classe in cui
ha svolto la seconda ora di lezione e regolare la ricreazione in modo che i ragazzi
mantengano un comportamento corretto ed evitino di incorrere in incidenti.
6. Le uscite degli alunni durante l’orario di lezione dovranno essere circoscritte a situazioni di necessità che l’insegnante valuterà caso per caso.
7. È vietato fumare all’interno dell’edificio scolastico.
8. I docenti non accoglieranno in classe alcun alunno arrivato in ritardo senza
l’autorizzazione della Presidenza e non consentiranno a nessun alunno di uscire dalla
scuola prima del termine delle lezioni, senza la medesima autorizzazione.
9. Al termine delle lezioni ciascun docente accompagnerà i propri alunni sino al portone.
10. A norma dell’articolo 7 D.P.R. 420/74, il personale ausiliario vigilerà sugli alunni affidati. L’opera di affiancamento del personale ausiliario durante i turni di lezione,
nell’intervallo, al momento dell’ingresso e dell’uscita, sarà indispensabile per assicurare tranquillità e regolarità alla vita dell’Istituto.
11. Al cambio dell’ora gli alunni rimangono nelle proprie aule. Gli insegnanti si spostano
con sollecitudine da un’aula all’altra. Il personale ausiliario sorveglia le classi momentaneamente scoperte.
12. Gli spostamenti degli studenti dalle classi, aule speciali, comprese le palestre ed i laboratori, durante le ore di lezione, avvengono sotto la sorveglianza del docente cui
sono affidati.
13. Durante le attività pomeridiane, la vigilanza compete ai docenti o agli esperti incaricati. Il personale ausiliario sorveglia in maniera complessiva.
Si precisano inoltre i seguenti adempimenti:
I docenti devono provvedere giornalmente alle seguenti operazioni:
apporre la firma sul giornale di classe;
segnare le assenze degli alunni nel registro di classe e nel registro personale;
segnare sul giornale di classe il nome degli alunni che hanno giustificato;
segnare gli argomenti trattati durante la lezione nel proprio registro e nel giornale di
classe in corrispondenza del giorno in cui dovranno essere ripresi.
1. I docenti devono provvedere con sollecitudine alla correzioni degli elaborati, alla discussione in classe della loro validità ed alla consegna degli stessi in Dirigenza.
243
2.
3.
4.
5.
I registi personali, aggiornati, devono essere collocati nelle apposite cassette.
Le comunicazioni della Dirigenza saranno raccolte nell’apposito registro degli ordini
del giorno: tutti sono tenuti ad apporre la propria firma per presa visione accanto al
proprio nome.
È opportuno non inviare in Dirigenza alunni per mancanze che devono essere affrontate dal docente stesso.
Ricorrere al Dirigente Scolastico solo in casi particolari, gravi e ripetuti e per atteggiamenti scorretti.
USO DI SPAZI, LABORATORI, BIBLIOTECA
Allo scopo di agevolarne l’accesso, è stabilito che l’uso della biblioteca e dei laboratori sia
fatto precedere da una prenotazione da esporre alla visione di tutti gli insegnanti. I laboratori e la palestra sono provviste di specifico regolamento che deve essere affisso in modo
visibile. I singoli regolamenti, oltre a fornire specifiche istruzioni, devono prevedere i seguenti punti:
norme di sicurezza da rispettare;
modalità di prenotazione per gli accessi occasionali;
eventuali modalità di riposizionamento di attrezzature e strumenti.
I laboratori e la palestra sono affidati ad un docente responsabile. Il responsabile verifica periodicamente il registro di laboratorio per monitorare l’utilizzo della struttura. Il responsabile
richiede eventuali manutenzioni e formula le proposte di acquisto. Gli alunni accedono ai
laboratori e alla palestra solo se accompagnati da un docente. Al primo ingresso e ogni volta
che sia necessario, il docente fornisce preliminarmente agli studenti le opportune indicazioni
di sicurezza e illustra il regolamento. Ad ogni utilizzo, i docenti compilano il registro di laboratorio e della palestra e sono tenuti a mantenere in ordine tutto il materiale didattico presente nei laboratori. Gli alunni devono lasciare le suppellettili integre e ordinate ed evitare di
insudiciare l’ambiente. Sarà consentito l’uso della palestra e della biblioteca per attività culturali e sportive a gruppi o associazioni che ne facciano richiesta motivata.
CONSERVAZIONE DELLE STRUTTURE E DELLE DOTAZIONI
Insegnanti, alunni, personale A.T.A., nonché eventuali fruitori esterni degli spazi e strutture della scuola sono responsabili della conservazione del materiale ricevuto e sono tenuti
ad impiegarlo e custodirlo in modo da non provocare danni a persone o cose, né ingiustificati aggravi della spesa a carico del bilancio scolastico. In caso di negligenza nell’uso delle dotazioni, gli affidatari sono tenuti al rimborso delle spese sostenute per l’acquisto di
nuovo materiale. Nel caso che il fatto riguardi gli alunni, si fa carico al genitori di rifondere alla scuola le somme erogate per riparazioni o nuovi acquisti, a meno che gli uni e gli
altri non vogliano provvedere direttamente al reintegro e/o alla riparazione dei danni alle
dotazioni e alle strutture.
BIBLIOTECA
La biblioteca è affidata ad un docente responsabile che, con l’ausilio del personale eventualmente preposto, si occupa del buon funzionamento della struttura; gli studenti vi accedono previa autorizzazione del docente.
244
PARCHEGGIO INTERNO
Può utilizzare il parcheggio interno solo il personale della scuola, il parcheggio delle auto
deve avvenire in modo da non ostacolare la fruizione del cortile interno. L’accesso e
l’uscita dal parcheggio ed i movimenti al suo interno devono avvenire a passo d’uomo, per
motivi di sicurezza e di contenimento dei rumori.
COMUNICAZIONI SCUOLA - FAMIGLIA
Avvengono per mezzo del diario scolastico, inoltro di fotocopie, telefonicamente, a mezzo
posta. Di ciascuna comunicazione la scuola è tenuta ad effettuare il riscontro del ricevimento. Gli incontri pomeridiani con le famiglie si svolgono in forma assembleare con la
partecipazione di alunni – insegnanti - genitori allo scopo di sviluppare la responsabilizzazione e socializzazione degli alunni stessi, di ragguagliare i genitori sulle attività svolte e
sull’andamento generale della classe, di informare ogni genitore, in successivi singoli colloqui, sul processo di apprendimento e formazione del figlio. La scuola si obbliga a comunicare alle famiglie l’orario degli incontri pomeridiani collegati alle sopradette assemblee.
Al di fuori degli orari di ricevimento stabiliti, in caso di necessità e urgenza e tramite accordi precedenti, i genitori hanno il diritto di essere incontrati singolarmente, compatibilmente con gli impegni dei docenti.
REGOLAMENTO SERVIZI AMMINISTRATIVI
La scuola individua, fissandone e pubblicandone gli standards e garantendone
l’osservanza e il rispetto, i seguenti fattori di qualità dei servizi amministrativi:
celerità delle procedure
trasparenza
tempi di attesa
flessibilità orari
INFORMAZIONI AGLI UTENTI
La scuola mette a disposizione dei genitori i seguenti documenti:
a. pubblicati all’albo:
orario del servizio di lavoro dei personale
organico del personale (amministrativi, ausiliari, docenti)
organigramma degli Organi Collegiali
calendario delle riunioni
delibere del Consiglio di Istituto
b. a disposizione in segreteria:
progetto educativo e regolamento di istituto
programmazione annuale delle attività educative dell’istituto
programmazione annuale didattica del team
piano annuale di lavoro dei docenti
relazione finale sul risultati conseguiti
inviati a casa o illustrati personalmente:
245
esiti delle verifiche e valutazioni
convocazioni alle riunioni
variazioni nell’erogazione del servizio.
È possibile richiedere copia della documentazione previo pagamento delle spese di duplicazione.
PROCEDURA DEI RECLAMI E VALUTAZIONE DEL SERVIZIO RESO
I reclami possono essere espressi al Capo di istituto in forma orale, scritta, telefonica o via
fax e devono contenere generalità, indirizzo e reperibilità del proponente. I reclami orali e
telefonici debbono successivamente essere sottoscritti. I reclami anonimi sono presi in considerazione solo se circostanziati. Il Capo di istituto, dopo aver esperito ogni possibile indagine, risponde entro il termine di 15gg. in forma scritta, attivandosi per rimuovere le cause che hanno provocato il reclamo oppure, qualora l’oggetto del reclamo non sia di sua
competenza, fornendo indicazioni circa il corretto destinatario. Annualmente il Capo di istituto riferisce al Consiglio di Istituto sui reclami ricevuti e i successivi provvedimenti adottati. Tale relazione è inserita nella relazione finale del Consiglio di Istituto. Allo scopo di
raccogliere elementi utili alla valutazione del servizio reso, viene effettuata periodicamente
una rilevazione mediante questionari rivolti ai genitori e al personale. Le informazioni richieste vertono sugli aspetti organizzativi, didattici e amministrativi del servizio. Alla fine
di ciascun anno scolastico il Collegio Docenti redige una relazione sull’attività formativa
della scuola che sottopone all’attenzione del Consiglio di Istituto. Entro il 31/8 di ogni anno
il Consiglio di Istituto predispone una relazione in cui si analizzano i risultati conseguiti in
rapporto agli standard stabiliti, si descrivono le ragioni dell’eventuale inosservanza degli
stessi e i rimedi previsti, si pubblicano i risultati delle verifiche effettuate agli utenti.
Responsabilità e sanzioni disciplinari
Qualora sia possibile dimostrare che qualità e tempestività del servizio reso, inferiore agli
standard pubblicati, siano imputabili per dolo o negligenza ai dipendenti viene istituito il
procedimento disciplinare nei confronti dei dipendenti stessi, fatto salve le disposizioni
vigenti in materia di responsabilità penale e civile. L’Amministrazione può rivalersi economicamente nei confronti del dipendente cui sia imputabile, per dolo o negligenza grave,
il mancato rispetto degli standard qualora questo abbia comportato rimborsi.
246
Allegato 5. Piano Annuale per l’Inclusione - A.S. 2014/2015
Parte I – Analisi dei punti di forza e di criticità
A.
Rilevazione dei BES presenti:
1. disabilità certificate (Legge 104/92 art. 3, commi 1 e 3)
2. disabilità certificate ( DPCM N. 185 DEL 23/02/2006 art.3 c.1)
3. disabilità certificate( DPCM N. 185 DEL 23/02/2006 art.3 c.3)
 minorati vista
 minorati udito
 Psicofisici
4. disturbi evolutivi specifici
 DSA
 ADHD/DOP
 Borderline cognitivo
 Altro
5. svantaggio (indicare il disagio prevalente)
 Socio-economico
 Linguistico-culturale
 Disagio comportamentale/relazionale
 Altro
Totali
% su popolazione scolastica
N° PEI redatti dai GLHO
N° di PDP redatti dai Consigli di classe in presenza di certificazione sanitaria
N° di PDP redatti dai Consigli di classe in assenza di certificazione sanitaria
B.
Risorse professionali specifiche
Insegnanti di sostegno
AEC
Assistenti alla comunicazione
Prevalentemente utilizzate in …
Attività individualizzate e di piccolo gruppo
Attività laboratoriali integrate (classi aperte, laboratori protetti, ecc.)
Attività individualizzate e di piccolo gruppo
Attività laboratoriali integrate (classi aperte, laboratori protetti, ecc.)
Attività individualizzate e di piccolo gruppo
Attività laboratoriali integrate (classi aperte, laboratori protetti, ecc.)
Funzioni strumentali / coordinamento
N.
2
14
1
0
0
Tot. N.17
3
60
10
50
50
30
10
230
37%
Tutti
3
Sì / No
Si
Si
No
Si
247
Referenti di Istituto (disabilità, DSA,
BES)
Psicopedagogisti e affini esterni/interni
Docenti tutor/mentor
Altro:
Altro:
C.
Coinvolgimento docenti curricolari
Attraverso…
Sì / No
Coinvolgimento personale ATA
Assistenza alunni disabili
Progetti di inclusione / laboratori integrati
Altro:
Si
Si
Si
Coinvolgimento famiglie
Informazione /formazione su genitorialità e psicopedagogia dell’età evolutiva
Coinvolgimento in progetti di inclusione
Coinvolgimento in attività di promozione della comunità educante
Altro:
Altri docenti
F.
No
No
No
Si
Si
Si
Docenti con specifica formazione
E.
No
Partecipazione a GLI
Rapporti con famiglie
Tutoraggio alunni
Progetti didattico-educativi a prevalente tematica
inclusiva
Altro:
Partecipazione a GLI
Rapporti con famiglie
Tutoraggio alunni
Progetti didattico-educativi a prevalente tematica
inclusiva
Altro:
Partecipazione a GLI
Rapporti con famiglie
Tutoraggio alunni
Progetti didattico-educativi a prevalente tematica
inclusiva
Altro:
Coordinatori di classe e simili
D.
Si
Rapporti con servizi sociosanitari
territoriali e istituzioni deputate
alla sicurezza. Rapporti con
CTS/CTI
Accordi di programma / protocolli di intesa formalizzati sulla disabilità
Accordi di programma / protocolli di intesa formalizzati su disagio e simili
Procedure condivise di intervento sulla disabilità
Procedure condivise di intervento su disagio e simili
Progetti territoriali integrati
Progetti integrati a livello di singola scuola
Rapporti con CTS / CTI
Altro:
248
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
No
Si
Si
Si
G.
H.
Rapporti con privato sociale e
volontariato
Progetti territoriali integrati
Progetti integrati a livello di singola scuola
Progetti a livello di reti di scuole
Formazione docenti
Strategie e metodologie educativo-didattiche / gestione della classe
Didattica speciale e progetti educativo-didattici a
prevalente tematica inclusiva
Didattica interculturale / italiano L2
Psicologia e psicopatologia dell’età evolutiva
(compresi DSA, ADHD, ecc.)
Progetti di formazione su specifiche disabilità (autismo, ADHD, Dis. Intellettive, sensoriali…)
Altro:
Sintesi dei punti di forza e di criticità rilevati*:
0
1
2
3
Aspetti organizzativi e gestionali coinvolti nel cambiamento inclusivo
X
Possibilità di strutturare percorsi specifici di formazione e aggiornamento
degli insegnanti
Adozione di strategie di valutazione coerenti con prassi inclusive;
X
Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’interno della scuola
X
Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’esterno della scuola,
X
in rapporto ai diversi servizi esistenti;
Ruolo delle famiglie e della comunità nel dare supporto e nel partecipare
X
alle decisioni che riguardano l’organizzazione delle attività educative;
Sviluppo di un curricolo attento alle diversità e alla promozione di percorsi
X
formativi inclusivi;
Valorizzazione delle risorse esistenti
Acquisizione e distribuzione di risorse aggiuntive utilizzabili per la realizX
zazione dei progetti di inclusione
Attenzione dedicata alle fasi di transizione che scandiscono l’ingresso nel
sistema scolastico, la continuità tra i diversi ordini di scuola e il successivo
inserimento lavorativo.
Altro:
Altro:
* = 0: per niente 1: poco 2: abbastanza 3: molto 4 moltissimo
Adattato dagli indicatori UNESCO per la valutazione del grado di inclusività dei sistemi scolastici
No
Si
No
Si
Si
No
Si
No
Si
4
X
X
X
Parte II – Obiettivi di incremento dell’inclusività proposti per il prossimo anno
Aspetti organizzativi e gestionali coinvolti nel cambiamento inclusivo (chi fa cosa, livelli di responsabilità)
GLI: Rilevazioni BES presenti nella scuola; rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello di inclusività della scuola; elaborazione di una proposta di PAI (Piano Annuale per l’Inclusività) riferito a tutti gli alunni con BES, da redigere al termine di ogni anno scolastico (entro il mese di giugno) con supporto/apporto delle Figure Strumentali.
Consigli di classe/Team docenti: Individuazione casi in cui sia necessaria e opportuna l’adozione di una
personalizzazione della didattica ed eventualmente di misure compensative e dispensative; rilevazione di
tutte le certificazioni non DVA e non DSA; rilevazione alunni BES di natura socio-economica e/o linguistico-culturale; produzione di attenta verbalizzazione delle considerazioni psicopedagogiche e didattiche che
249
inducono ad individuare come BES alunni non in possesso di certificazione; definizione di interventi didattico-educativi; individuazione strategie e metodologie utili per la realizzazione della partecipazione degli
studenti con BES al contesto di apprendimento; definizione dei bisogni dello studente; progettazione e condivisione progetti personalizzati; individuazione e proposizione di risorse umane strumentali e ambientali
per favorire i processi inclusivi; stesura e applicazione Piano di Lavoro (PEI e PDP); collaborazione scuolafamiglia-territorio; condivisione con insegnante di sostegno (se presente).
Collegio Docenti: Su proposta del GLI delibera del PAI (mese di Giugno)
Funzione Strumentale “alunni H e DSA”: collaborazione attiva alla stesura della bozza del Piano Annuale dell’Inclusione.
Possibilità di strutturare percorsi specifici di formazione e aggiornamento degli insegnanti
Proposta per i docenti curricolari e i docenti di sostegno corsi di formazione interna e/o esterna sui temi di
inclusione e integrazione e sulle disabilità presenti nella scuola (corsi DSA).
È previsto per l’a.s. 2014/2015 un convegno sui BES.
Lo scopo è quello di avviare modalità di formazione degli insegnanti, coinvolti non come semplici destinatari, ma come professionisti che riflettono e attivano modalità didattiche orientate all’integrazione efficace
nel normale contesto del fare scuola quotidiano.
Si prevede l’attuazione di interventi di formazione su:
•
metodologie didattiche e pedagogia inclusiva
•
strumenti compensativi e dispensativi per l'inclusione
•
nuove tecnologie per l'inclusione
•
le norme a favore dell'inclusione
•
strumenti di osservazione per l'individuazione dei bisogni
•
Gruppo dei pari e apprendimento cooperativo come strategia compensativa per i BES.
Adozione di strategie di valutazione coerenti con prassi inclusive
La valutazione del Piano Annuale dell’Inclusione avverrà in itinere monitorando punti di forza e criticità,
andando ad implementare le parti più deboli. Il GLI rileva i BES presenti nella scuola, monitorando e valutando il livello di inclusività della scuola; elabora la proposta di PAI riferito a tutti gli alunni con BES al
termine di ogni anno scolastico.
Il filo conduttore che guiderà l’azione della scuola sarà quello del diritto all’apprendimento di tutti gli alunni.
Per quanto riguarda la modalità di verifica e di valutazione degli apprendimenti i docenti tengono conto dei
risultati raggiunti in relazione al punto di partenza e verificano quanto gli obiettivi siano riconducibili ai livelli essenziali degli apprendimenti.
Relativamente ai percorsi personalizzati i Consigli di Classe/team dei docenti concordano le modalità di
raccordo con le discipline in termini di contenuti e competenze, individuano modalità di verifica dei risultati raggiunti che prevedano anche prove assimilabili, se possibile, a quelle del percorso comune. Stabiliscono
livelli essenziali di competenza che consentano di valutare la contiguità con il percorso comune e la possibilità del passaggio alla classe successiva.
Per non disattendere gli obiettivi dell’apprendimento e della condivisione e dell’inclusione, è indispensabile
che la programmazione delle attività sia realizzata da tutti i docenti curricolari, i quali, insieme
all’insegnante per le attività di sostegno definiscono gli obiettivi
di apprendimento sia per gli alunni con disabilità, sia per gli alunni BES in correlazione con quelli previsti
per l’intera classe.
La progettualità didattica orientata all’inclusione comporta l’adozione di strategie e metodologie favorenti,
quali l’apprendimento cooperativo, il lavoro di gruppo e/o a coppie, il tutoring, l’apprendimento per scoperta, la suddivisione del tempo in tempi, l’utilizzo di mediatori didattici, di attrezzature e ausili informatici, di
software e sussidi specifici.
Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’interno della scuola
Gli insegnanti di sostegno collaborano e promuovono attività individualizzate, attività con gruppi eterogenei di alunni, attività laboratoriali.
250
Tutti i soggetti coinvolti, docenti curriculari - insegnanti di sostegno - referente DSA - Funzione Strumentale, si propongono di organizzare le azioni attraverso metodologie funzionali all'inclusione, al successo della
persona anche attraverso:
•
Attività laboratoriali (learning by doing)
•
Attività per piccolo gruppi (cooperative learning)
•
Tutoring
•
Peer education
•
Attività individualizzata (mastery learning).
Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’esterno della scuola, in rapporto ai diversi servizi esistenti
Il DS ed i suoi collaboratori promuovono attività di formazione coadiuvati dai componenti dell’UMD
dell’ASP n.5 del territorio
Ruolo delle famiglie e della comunità nel dare supporto e nel partecipare alle decisioni che riguardano l’organizzazione delle attività educative
La famiglia è corresponsabile al percorso da attuare all’interno dell’istituto; perciò viene coinvolta attivamente nelle pratiche inerenti all’inclusività.
Le comunicazioni sono e saranno puntuali, in modo particolare riguardo alla lettura condivisa delle difficoltà e alla progettazione educativo/didattica del Consiglio di Classe/Team dei docenti per favorire il successo
formativo dello studente. In accordo con le famiglie vengono individuate modalità e strategie specifiche,
adeguate alle effettive capacità dello studente, per favorire lo sviluppo pieno delle sue potenzialità, nel rispetto degli obiettivi formativi previsti nei piani di studio.
Le famiglie saranno coinvolte sia in fase di progettazione che di realizzazione degli interventi inclusivi anche attraverso:
•
la condivisione delle scelte effettuate
•
un eventuale focus group per individuare bisogni e aspettative
•
il coinvolgimento nella redazione dei PDP.
Sviluppo di un curricolo attento alle diversità e alla promozione di percorsi formativi inclusivi
In base alle situazioni di disagio e sulle effettive capacità degli studenti con bisogni educativi speciali, viene
elaborato un PDP (PEI nel caso di alunni con disabilità).
Nel PDP vengono individuati gli obiettivi specifici d’apprendimento, le strategie e le attività educativo/didattiche, le iniziative formative integrate tra istituzioni scolastiche e realtà socio/assistenziali o educative territoriali, le modalità di verifica e valutazione.
Per ogni soggetto si dovrà provvedere a costruire un percorso finalizzato a:
•
rispondere ai bisogni di individuali
•
monitorare la crescita della persona ed il successo delle azioni
•
monitorare l'intero percorso
•
favorire il successo della persona nel rispetto della propria individualità-identità.
Valorizzazione delle risorse esistenti
Ogni intervento sarà posto in essere partendo dalle risorse e dalle competenze presenti nella scuola anche
se, visto il numero e le diverse problematicità di cui i soggetti sono portatori nonchè le proposte didattico
formative per l'inclusione, si ritiene necessaria la presenza di risorse aggiuntive,utilizzati come risorse interna per sostenere gli alunni in particolari difficoltà.
Acquisizione e distribuzione di risorse aggiuntive utilizzabili per la realizzazione dei progetti di inclusione
L’eterogeneità dei soggetti con BES e la molteplicità di risposte possibili richiede l’articolazione di un progetto globale che valorizzi prioritariamente le risorse della comunità scolastica e definisca la richiesta di
risorse aggiuntive per realizzare interventi precisi. Le proposte progettuali, per la metodologia che le con-
251
traddistingue, per le competenze specifiche che richiedono necessitano di risorse aggiuntive e non completamente presenti nella scuola. L’istituto necessita:
•
L’assegnazione di docenti da utilizzare nella realizzazione dei progetti di inclusione e personalizzazione degli apprendimenti
•
Il finanziamento di corsi di formazione sulla didattica inclusiva, in modo da ottimizzare gli interventi
di ricaduta su tutti gli alunni
•
L’assegnazione di un organico di sostegno adeguato alle reali necessità per gli alunni con disabilità
•
Risorse umane per l’organizzazione e la gestione di laboratori informatici,
•
nonché l’incremento di risorse tecnologiche in dotazione alla singole classi, specialmente dove sono
indispensabili strumenti compensativi
•
Definizione di nuove intese con i servizi socio-sanitari
•
Costituzione di reti di scuole in tema di inclusività.
Attenzione dedicata alle fasi di transizione che scandiscono l’ingresso nel sistema scolastico, la continuità tra i diversi ordini di scuola e il successivo inserimento lavorativo.
Notevole importanza sarà data all'accoglienza per evitare che gli alunni vivano con ansia il passaggio fra i
diversi ordini di scuola.
Il PAI che si intende proporre trova il suo sfondo integratore nel concetto di "continuità". Tale concetto si
traduce nel sostenere l'alunno nella crescita personale e formativa.
L'obiettivo prioritario che sostiene l'intera progettazione è permettere alle persone di "sviluppare un proprio
progetto di vita futura".
252
Il presente documento di programmazione didattica e gestionale è stato approvato dal:
Collegio dei Docenti nella seduta del ____________ con delibera n. _____
Consiglio d’Istituto nella seduta del______________ con delibera n. _______
Il Presidente del C. I.
Il Dirigente Scolastico
Arch. Angelo Sciotto
Prof. Antonio D’Alterio
Redazione del POF a cura del responsabile della Funzione Strumentale Area 1, Prof. Giuseppe Sarleti
253