Capitolo quarto ACCIAI DA CEMENTAZIONE INTRODUZIONE Gli acciai da cementazione sono usati per la fabbricazione di pezzi meccanici che devono essere fortemente induriti in ogni zona o in alcune parti della superficie, tramite il trattamento termico di carbocementazione, o di carbonitrurazione, seguito da tempra martensitica e rinvenimento di distensione. In questo modo s’ottiene uno strato superficiale duro e un cuore più tenero, resistente e tenace. L’elevata durezza dello strato superficiale conferisce al pezzo cementato e temprato alta resistenza all’usura meccanica, mentre la resistenza e la tenacità del cuore gli conferiscono eccellente resistenza meccanica statica e dinamica. Il trattamento termico di cementazione, tempra e distensione genera sollecitazioni interne di compressione nello strato superficiale indurito e di trazione a cuore, con perfetta compensazione, dovendo necessariamente essere nulla la loro sommatoria algebrica. Lo stato di precompressione superficiale migliora notevolmente la resistenza a fatica del pezzo. La scelta dell’acciaio da cementazione varia in funzione della massa del pezzo da cementare e della resistenza del cuore desiderata. Per questa ragione esistono acciai al solo carbonio, che possiedono bassa temprabilità e possono soddisfare solo le esigenze di pezzi di piccole dimensioni, e un’ampia gamma d’acciai basso o mediamente legati, di temprabilità variabile da medio bassa ad elevata, utili per pezzi fino a grandi dimensioni. Tutti sono caratterizzati da un contenuto di carbonio medio basso, generalmente ≤ 0,20 % e solo in casi particolari ≤ 0,30 %. Gli acciai legati, soprattutto quelli ad elevato tenore di nichel, sono particolarmente tenaci, molto più di quelli non legati a parità d’ogni altra caratteristica. Gli acciai da cementazione hanno avuto un grande successo per la costruzione di componenti fortemente sollecitati, proprio per la loro intrinseca caratteristica d’abbinare uno strato superficiale duro e precompresso, resistente all’abrasione ed alla fatica, ad un nucleo particolarmente tenace e meccanicamente resistente, capace di sopportare le più impegnative sollecitazioni d’esercizio. In tal modo è possibile costruire pezzi assai più leggeri di quelli progettati scegliendo acciai da bonifica. La loro buona lavorabilità alle macchine utensili, dovuta al basso contenuto di carbonio ed allo stato necessariamente ricotto, visto che sono destinati alla cementazione, tempra e rinvenimento di distensione prima della messa in opera, è un’altra caratteristica che spesso li fa preferire agli acciai da bonifica. La lavorabilità è particolarmente importante, visto che la stragrande maggioranza dei pezzi costruiti con acciai da cementazione è sottoposta a lavorazioni meccaniche molto pesanti, talvolta con asportazione di circa il 50 % del volume iniziale. Dopo cementazione e tempra la durezza superficiale è quasi sempre ≥ 58 HRC e conferisce ai pezzi trattati un’eccellente resistenza all’usura volvente e radente. Tale proprietà è sfruttata ampiamente negli ingranaggi, dove le superfici dei denti sono soggette ad un moto relativo di rotolamento e strisciamento. L’ottima resistenza all’usura dei componenti cementati ne ha favorito l’applicazione meccanica nei più disparati settori industriali, fra cui spicca quello automobilistico. Ricordiamo, per esempio, gli alberi del cambio e l’albero a camme, le boccole, i mozzi scorrevoli, gli spinotti, gli scodellini sede delle molle valvola. REQUISITI DELL’ACCIAIO BASE O DEL CUORE L’acciaio a cuore, non cementato ma temprato e disteso, deve contribuire alla capacità del pezzo cementato di resistere adeguatamente alle sollecitazioni meccaniche e agli urti senza apprezzabili deformazioni, sfondamento dello strato indurito o rottura. Perciò deve possedere adeguata resistenza allo snervamento, resistenza a trazione e tenacità. Per raggiungere queste proprietà sono essenziali una composizione chimica bilanciata e un’adeguata microstruttura. La composizione chimica determina la temprabilità dell’acciaio, che aumenta con l’alligazione e quindi consente di raggiungere la microstruttura desiderata e le caratteristiche richieste dopo trattamento termico. I requisiti di temprabilità da soddisfare variano secondo l’applicazione. Per i pezzi soggetti principalmente ad usura radente o a frizione, le prescrizioni sono generalmente modeste, ma per quelli soggetti ad alte sollecitazioni alternate o impulsive (urti) sono assai elevate e richiedono un’adeguata resistenza anche del cuore. I prodotti semifiniti d’acciaio da cementazione (barre laminate o fucinate, vergella o filo; larghi piatti e più raramente nastri o lamiera; fucinati e stampati) sono generalmente ottenuti dai prodotti siderurgici primari (lingotti), tramite formatura caldo (laminazione, fucinatura e stampaggio). I prodotti finiti si ottengono dai semifiniti, tramite formatura a freddo (imbutitura, estrusione, trafilatura, ecc.) o tramite lavorazione meccanica alle macchine utensili. Molti pezzi costruiti con acciai da cementazione sono fabbricati in serie di grande numerosità, come nel settore automobilistico. In tal caso è richiesta una notevole uniformità delle proprietà delle varie colate messe in lavorazione, per facilitare tutte le operazioni del ciclo di fabbricazione. Le più importanti caratteristiche di un acciaio da cementazione sono: • l’idoneità alla cementazione; • la temprabilità; • la capacità di mantenere grano fine durante il riscaldamento di cementazione. Quest’ultima caratteristica permette d’ottenere buone proprietà meccaniche anche con la tempra diretta, cioè dalla temperatura di cementazione, o da 830÷850 °C, dopo un breve periodo di diffusione. In tal modo si evita la tempra differita o la doppia tempra, che si usava per migliorare la struttura dello strato cementato, con un importante risparmio economico soprattutto nelle produzioni di serie. Idoneità alla cementazione L’idoneità alla cementazione dipende largamente dai processi di fabbricazione, dal tipo d’acciaio e soprattutto dalla grossezza del grano austenitico, che si forma durante il processo di cementazione. Per questo motivo tutte le acciaierie valutano sempre la grossezza del grano austenitico di ogni colata col metodo Mc Quaid-Ehn UNI 3245. L’idoneità alla cementazione dipende soprattutto dal coefficiente di diffusione del carbonio, caratteristico d’ogni tipo d’acciaio ed assai variabile da colata a colata. Di solito è valutata con una prova di cementazione condotta in condizioni standard e mirata a realizzare una profondità definita dello strato indurito efficace (generalmente 1 mm). La prova determina il gradiente di carbonio, tramite il quale è possibile misurare lo spessore dello strato con C ≥ 0,36 % e/o lo strato indurito efficace della provetta standard (Ø 1 pollice o 25,4 mm) che dovrebbe risultare compreso tra 0,80 e 1,10 mm (CM 9 UNI 5381). Si ricorda che la microstruttura martensitica al 99,5 % contenente lo 0,36 % di carbonio, dopo tempra e rinvenimento di distensione, garantisce una durezza di 550 HV1, che appunto definisce lo spessore dello strato indurito efficace.
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