BOLOGNA CRONACA 13 DOMENICA 15 MARZO 2015 •• «Merito, dovere, legge La lezione di Marco Biagi» Domani Poletti alla Cisl, mercoledì il Premio di IVANO DIONIGI * A TREDICI anni dalla sua tragica fine, quale l’attualità della figura, dell’insegnamento e dell’opera di Marco Biagi? Oggi cosa scriverebbe nei suoi testi e documenti giuslavoristici? Cosa direbbe a ciascuno di noi? Parlerebbe della cultura del merito: la stella polare di ogni Paese moderno e giusto. Se nei posti di responsabilità sedessero persone selezionate in base alle capacità, il Paese ora vedrebbe un altro film. La mortificazione del merito comporta conseguenze rovinose, perché infrange il rapporto tra cittadino e Stato e introduce una subalternità di tipo feudale. La corruzione stessa è la conseguenza, e non la causa, DOMANI alle 15, nella sede di via Milazzo 16, la Cisl organizza, per ricordare l’opera del giuslavorista bolognese, un seminario dal titolo ‘Il pensiero di Marco Biagi e la nuova riforma del mercato del lavoro’. Ne discutono il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti e per la Cisl nazionale il segretario Gianluigi Petteni. Sono previsti, inoltre, interventi del rettore dell’Università Ivano Dionigi e del professore emerito di Diritto del lavoro, Luigi Montuschi. Introduce la discussione Alessandro Alberani, segretario generale della Cisl Area metropolitana bolognese, e coordina i lavori Giorgio Graziani, segretario generale della Cisl Emilia Romagna. Mercoledì 18, invece, al Carlino, si terrà il tradizionale Premio intitolato alla memoria del giuslavorista scomparso. della mancanza di fiducia reciproca tra civis e civitas. PARLEREBBE della cultura del dovere: vitale come l’aria, come il pane, come l’acqua, in un Paese che – rimossa la parola ‘doveri’ – ormai da trent’anni declina e reclama solamente la parola ‘diritti’. E se ne vedono le conseguenze nella scuola, nella famiglia, nella vita associata; senza dire della politica che sembra aver definitivamente smarrito il sentire della cosa pubblica e l’assillo per il bene comune. Parlerebbe della cultura della legge, spartiacque tra lo stato bestiale di natura e lo stato umano di civiltà. Quella legge che noi abbiamo derubricato a soffocante burocrazia e che – secondo la saggezza classica – rischia sempre più di ‘assomigliare alla ragnatela, MARTIRIO Marco Biagi fu assassinato dai terroristi il 19 marzo 2002 per cui i forti la strappano e i deboli vi rimangono impigliati’. Al contrario la legge – quella sovrana e imparziale che guida piccoli e grandi, umili e potenti, dotti e ignoranti – è madre di libertà e giustizia. LEGGE: parola che gli antichi, collegandola a nòmos e némein, riconducevano al governo e alla ANNAMARIA CANCELLIERI LUIGI PASSUTI Romana, 71 anni, sposata, due figli, prefetto a Vicenza, Bergamo, Brescia, Catania e Genova, da febbraio 2010 a maggio 2011 ha retto il Comune come commissario dopo le dimissioni di Delbono. Poi è stata ministro dell’Interno e della Giustizia L’EX COMMISSARIO Ancora Lei a Palazzo C’eravamo tanto illusi... UALCUNO ci aveva fatto un pensierino e qualcun altro, se l’apparenza non inganna, persino una lista, vedi il vecchio leone Filippo Berselli, unico politico presente mercoledì scorso in cappella Farnese alla presentazione della sua autobiografia, Una vita bellissima. Ma Annamaria Cancellieri si è negata oggi come quattro anni fa, quando il centrodestra le avrebbe steso tappeti rossi (meglio: azzurri) per candidarla sindaco. Q «NEL MIO futuro non c’è assolutamente la politica», ha detto in tono definitivo. Ci saranno i nipoti, un pellegrinaggio a Santiago di Compostela, magari altri libri. Non le urne del prossimo anno con la sfida per la poltrona di Palazzo d’Accursio, dove in tanti l’hanno immaginata con interesse, anche a sinistra, contro Merola o chi per lui. Perché donna, perché onesta ed efficiente, perché in appena 15 mesi di commissariamento ha saputo stabilire un eccellente rapporto con la gente, di testa e di cuore. ORA, nel suo stile garbato e cortese, allegro e affabile, riempie di coccole i bolognesi («sono laboriosi, con un altissimo livello di civiltà e una serena voglia di vivere, e devono esssere molto, molto, molto orgoliosi di appartenere a questa terra unica»), senza risparmiargli un rimprovero: «Ancora non mi capacito che non si decidano ad affrontare la lotta al degrado con la decisione e la forza che la loro bellissima città meriterebbe». Eh sì, la discesa in campo di una repubblicana di nobili ascendenze («La Malfa, Spadolini, dei grandi») avrebbe dato la scossa che tutti, sotto i portici, stiamo cercando. Peccato. Dovremo accontentarci del dilemma che ci toglie il sonno e l’appetito: primarie sì o primarie no? distribuzione della terra, ovvero alla giustizia sociale. Cultura del merito, del dovere, della legge: che non si dà per decreto, per eredità o per grazia, ma che si consegue solamente con l’istruzione, la pratica e la testimonianza personale. Come Marco Biagi. * Magnifico Rettore dell’Alma Mater Studiorum, Università di Bologna Cinquantasei anni, da trentasei lavora alla Coop Costruzioni, dove ha fatto carriera fino a entrare nella stanza dei bottoni: direttore amministrativo e finanziario dal 2003, è stato eletto presidente nell’ottobre del 2011, prendendo il posto di Adriano Turrini di GIANNI GENNASI IL COOPERATORE Ma soci, che stangata in via Zanardi EL BEL mondo che fu, mutualità, solidarietà, democrazia erano i tre pilastri della cooperazione, oggi sono semplici ponteggi usa e smonta. Venerdì prossimo, nella sede di via Zanardi, l’assemblea della Coop Costruzioni dovrà votare a maggioranza su un piano di ristrutturazione che prevede la mobilità (licenziamento, per parlare come si fatica) di 200 dipendenti su 400, molti dei quali sono anche soci. Una specie di eutanasia di gruppo, che per inciso mette a rischio anche i lavori del ‘cantierone’ e di Fico, dal momento che, ovviamente, gli agnelli sacrificali si sono rivoltati alla macellazione e domani, all’apertura dell’immancabile ‘tavolo’ di crisi, sciopereranno per 8 ore, le prime di un pacchetto di 40 proclamate dai sindacati. N REGIONE e Comune mediano, premono, evocano i cosiddetti ammortizzatori sociali, ma il vertice dell’ex colosso rosso del mattone procede spedito come una ruspa. «Le prove di forza non cambiano i problemi, anzi rischiano di aggravarli», la gelida replica del presidente Luigi Passuti, perfetto cooperatore 2.0 che ragiona da imprenditore puro e duro, da padrone più attento al Mol che alle buste paga, uno che insomma non fa prigionieri. Bisogna ridimensionare l’attività, ridurre le perdite, sfoltire i ranghi. E allora via duecento posti di lavoro, e pazienza se si tratta per la quasi totalità di compagni operai e non di compagni manager, di muratori e non di quadri. Del resto, chi ha sbagliato governance prima e durante il lungo inverno dell’edilizia? «Serve un atteggiamento responsabile da parte di tutti», lo zuccherino di Passuti che prefigura un possibile sconto sulla stangata di maggio. Se duecento vi sembran troppi.
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