Raffaella Franci La fotografia fissa momenti a volte banali ma diventa fotografia artistica quando l’autore riesce a trasformare il “banale” in “speciale” grazie a quel tipo di scatto che è in grado di scorgere il particolare e di cogliere l’essenza di un volto o di una sensazione senza andare a sconvolgere la realtà. Quelli di Raffaella Franci sono scatti delicati e profondi che riescono a riprodurre l’energia e la vitalità delle cose fissandole in un contesto intimo, di quiete e di statica tranquillità. L’artista coglie le percezioni e va oltre l’immagine esaltando e fissando la sensazione di un attimo in divenire. C’è spontaneità nelle sue fotografie ed emozione anche nella più semplice delle azioni. In “Vegetables” Franci cattura lo stato d’animo delle tre donne e ci regala le loro sensazioni di fronte all’obiettivo: si prova quasi tenerezza nell’osservare i loro volti che di fronte alla macchina fotografica mostrano un divertito imbarazzo. I colori vivaci delle loro vesti e della merce che vendono rispecchiano i loro animi semplici, allegri e puri. Lo spettatore rimane catturato da quel loro sorriso privo di malizia che descrive perfettamente, come in un libro, le emozioni che stanno vivendo. La donna è valorizzata nella sua innocente ritrosia come in “Sorriso nubiano” dove l’interesse dell’artista si fissa sulla donna in quanto tale con quella sua innocente solarità e purezza estranea ormai al mondo occidentale troppo preso da una femminilità urlata, esagerata, che è diventata quasi grottesca e che nel suo prepotente ostentare ha perso ogni forma di raffinata sensualità. Sono donne semplici le protagoniste di questi scatti, dove il termine semplicità è usato nel suo più nobile significato e quindi come naturalezza, essenzialità che trapela da quei dolci sguardi che abbracciano la serenità.
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