AGIR - Buoni pasto, appello a Governo e Parlamento contro le

Economia
25/03/2015 10:57 - Buoni pasto, appello a Governo e Parlamento contro le gare
a massimo ribasso
L’invito di Fipe e Anseb a tutela degli esercenti costretti a pagare le conseguenze con
commissioni sempre più alte. Ma è uno scontro anche tra società emettitrici.
Sulla questione dei buoni pasto, aspettando la novità del 1 luglio prossimo quando sarà
innalzata a 7 euro la quota di defiscalizzazione promossa dal Governo, la querelle tra
società emettitrici, esercenti e utenti sembra essere soprattutto legata alle gare
aggiudicate col massimo ribasso. E proprio ieri Fipe (Federazione pubblici esercizi) ha
rivolto un invito a Governo e Parlamento affinché intervengano quanto prima nel campo
normativo nella legge delega appalti per regolamentare meglio le gare d’appalto per i
buoni pasto. E lo ha fatto attraverso un convegno da loro organizzato e intitolato “Buoni
Pasto, gare sostenibili ed eque per l’intera filiera”, tenutosi presso il Senato della
Repubblica.
“Chiediamo al Governo e al Parlamento di mantenere e migliorare, nell'approvazione
della legge delega sugli appalti, la legislazione sulle gare dei buoni pasto capace di
mettere un freno ai ribassi insostenibili che si vedono continuamente”, ha dichiarato Aldo
Cursano (nella foto), Vice Presidente Vicario di Fipe. “Le società emettitrici più aggressive
offrono al committente sconti altissimi a fronte di commissioni nominalmente basse agli
esercenti e si ritrovano a vincere la gara con offerte in perdita, anche di svariati milioni di
euro”. Oggi gran parte delle gare d’appalto della Pubblica Amministrazione e delle grandi
società a partecipazione pubblica e privata sono gestite con la logica del massimo ribasso,
a tutto vantaggio di chi presenta lo sconto maggiore sul valore facciale del buono e a
discapito dei pubblici esercizi, costretti a riconoscere commissioni sempre più alte, e quindi
ai lavoratori, che potrebbero vedere il valore dei loro buoni ridursi sensibilmente. Questa
situazione riguarda però anche molti grandi clienti privati, ad esempio i gruppi bancari,
con ribassi che sfiorano il 20%.
Secondo la Fipe, per salvaguardare il diritto al pasto dei lavoratori è essenziale che
nelle gare sia prevista la salvaguardia del valore facciale del buono pasto. A volte la base
d’asta è infatti calcolata su un valore già inferiore al valore facciale, che va a detrimento
del lavoratore e dell’esercente in primis, scaricando i fortissimi ribassi sugli esercenti a
discapito della qualità e di una corretta responsabilità sociale della filiera.
“Negli ultimi anni abbiamo contestato di fronte alle autorità giudiziarie e non diverse
gare, purtroppo senza i risultati sperati”, ha commentato Aldo Cursano. “Bisogna
ridisegnare la disciplina normativa del settore, contribuendo a renderla più equa e
sostenibile per tutta la filiera e per ridare al buono pasto il valore che merita”.
La proposta Fipe è sostanzialmente condivisa da Anseb, Confcommercio, Cgil, Cisl, Uil,
Cittadinanza Attiva, Adiconsum, Adoc, Federconsumatori, Movimento Consumatori. Per
correggere le patologie del sistema, che penalizza il commercio al dettaglio e la Gdo in
termini di commissioni elevate e i consumatori per le frequenti ricadute negative sulla
qualità dell’offerta e sul pieno riconoscimento dell’importo del buono pasto, Anseb sta
lavorando anche con le principali organizzazioni della Grande Distribuzione (Coop, Conad e
le associate Federdistribuzione) per definire un protocollo d’intesa in grado di mettere in
campo politiche ed azioni congiunte. “Chiediamo al Governo e al Parlamento di approntare
un Buono Pasto Act – ha detto Franco Tumino Presidente Anseb – che garantisca il
mantenimento e il miglioramento di una legislazione specifica per il settore. La scelta fatta
con la legge di Stabilità 2015 di portare a 7 Euro, a partire dal prossimo 1 luglio, la
decontribuzione per i datori di lavoro e la defiscalizzazione per i lavoratori per il solo
buono pasto elettronico, si sta rivelando un potente motore di modernizzazione che
faciliterà la trasparenza del sistema del buono pasto e che può rendere il nostro Paese il
più avanzato in Europa in questo settore. Questa fase di trasformazione del mercato –
aggiunge Tumino - rafforza ulteriormente la necessità di una disciplina specifica del
settore e di regole per gli appalti in grado di mettere anche un freno ai ribassi insostenibili
che si vedono. Con il 20% di sconto è, infatti, impossibile assicurare sia l’equità per tutti
gli attori della filiera che la salvaguardia del valore facciale del buono in mano al
consumatore”.
Imprese, sindacati e consumatori chiedono, per questo motivo, che l’Italia utilizzi le
possibilità date dalle nuove direttive europee sugli appalti che consentono agli Stati
membri di escludere le gare al massimo ribasso per determinati settori. “E auspichiamo –
conclude Tumino – che il Legislatore impedisca in ogni modo l’elusione di tali restrizioni”.
Su diversa posizione invece è Cobes (l’organo di Confindustria-Federvarie per il settore
buoni pasto, voucher sociali e servizi: Ep, Gemeaz Cusin, Repas Lunch Coupon, QUI!
Group), presieduta da Giovanni Arrigoni. Il problema non è la gara a massimo ribasso, ma
più in generale la necessità di centralizzare quanto più possibile gli appalti ed in questo il
ruolo di Consip potrebbe essere fondamentale. Proprio recentemente in riferimento ad un
ricorso al Tar del Lazio della Fipe-Confcommercio Imprese per l'Italia avverso la gara
Buoni Pasto 7 indetta da Consip SpA per la fornitura annuale dei servizi sostitutivi di
mensa ai pubblici dipendenti, il presidente Domenico Casalino aveva fatto presente
all'Agenzia Giornalistica Repubblica che "la Consip ha sempre bandito una gara per buoni
pasto in cui viene premiata l’offerta che richiede meno provvigioni agli esercenti. Il ricorso
è incomprensibile ed anzi contraddittorio. Perché ricorrere contro la gara Consip e non
contro le gare di altri Enti che ottengono sconti proprio dai ribassi sulle provvigioni pagate
dagli esercenti? Di fatto la gara Consip è la migliore tutela per gli esercenti. Provate a
chiedere a qualcuno di loro se preferisce accettare un buono pasto delle Convenzioni
Consip o di altre Pubbliche amministrazioni”.
Ma su questo ed altri aspetti ci sarà tempo per tornarci sopra.
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