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Gli artefatti distrutti di Mosul saranno ricostruiti in 3D
I preziosi artefatti del Museo di Mosul in Iraq potrebbero presto risorgere dalle ceneri grazie a un’iniziativa
coordinata dall’UE.
© Thinkstock
Non c’è voluto molto perché la comunità scientifica reagisse. Due settimane
dopo il saccheggio del Museo di Mosul, vecchio di 300 anni, da parte di un
gruppo di estremisti dell’ISIS è diventato virale su Youtube, i ricercatori dei
progetti ITN-DCH e 4D-CH-WORLD hanno lanciato il progetto MOSUL per
restaurare virtualmente gli artefatti danneggiati e renderli accessibili nei musei
virtuali.
“Ipotizziamo che la maggior parte del contenuto del museo sia stato rubato e
tutto ciò che è abbastanza piccolo da essere portato via facilmente apparirà
presto sul mercato delle antichità. Tutti gli oggetti troppo grandi da rimuovere
e vendere, sembra abbiano incontrato una fine violenta per mano degli
estremisti dell'ISIS. In entrambi i casi, è possibile ricreare virtualmente gli
oggetti perduti per mezzo dell’applicazione della fotogrammetria e del
crowdsourcing. Se ci sono abbastanza fotografie, digitali o scansioni di foto
analogiche, è possibile ricostruire gli artefatti e creare surrogati digitali di tali artefatti. Questo ha due benefici immediati:
aiutare a identificare gli oggetti rubati e ricreare quelli distrutti,” si legge sul sito web del progetto.
Per raggiungere il suo obiettivo, il team ha in programma di usare la tecnologia 4D-CH-WORLD per ricostruire e modellare gli
artefatti di Mosul virtualmente a partire da immagini disponibili online trovate tramite il crowdsourcing. 4D-CH-World ha
passato gli ultimi due anni a progettare quello che chiama il “primo sistema di ricostruzione in 4D completamente
automatizzato in grado di gestire grandi gallerie di immagini”.
Il risultato di questo processo di virtualizzazione è già mostrato sul http://projectmosul.itn-dch.net/ (sito web del progetto), nel
quale modelli in 3D di artefatti come il Leone di Mosul sono messi a disposizione. Con appena una dozzina di fotografie scattate
da diverse angolature, il team è in grado di creare una copia fedele dell’artefatto originale.
Raccogliere queste fotografie però non sarà una passeggiata. Il Museo di Mosul è chiuso sin dall’inizio della guerra in Iraq nel
2003, il che significa che le immagini necessarie possono rivelarsi molto difficili da trovare. Le fotografie degli oggetti distrutti
del museo, tra cui ci sono artefatti assiri e hatreni, saranno recuperate da depositi ad accesso libero di FLICKR e PICASA, la
librería digitale dell’UE Europeana e chiunque altro desiderasse dare il suo contributo mediante immagini proprie. Il team sta
cercando anche volontari che aiutino a classificare ed etichettare le immagini, elaborarle, occuparsi della codificazione, ecc.
Il progetto MOUSL è coordinato dal dott. Marinos Ioannides, presso il Politecnico di Cipro, e da Matthew Vincent e Chance M
Coughenor, che sono anche membri del progetto ITN-DCH ("Initial Training Network for Digital Cultural Heritage: Projecting our
Past to the Future”).
Il fine ultimo di ITN-DCH è migliorare il valore aggiunto dei beni del patrimonio culturale riutilizzandoli in ambienti di
applicazione reale come la protezione del patrimonio culturale, l’istruzione, il settore turistico, la pubblicità, la moda, il cinema,
la musica, l’editoria, i video game e la TV. Se avrà successo, il progetto MOSUL, sarà un esempio di tali nuove applicazioni.
Per ulteriori informazioni, visitare:
Project MOSUL
http://projectmosul.itn-dch.net/
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Ultimo aggiornamento 2015-03-26
Retrieved on 2015-03-31
Permalink: http://cordis.europa.eu/news/rcn/122604_it.html
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