Programma - Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI

TO R I NO | AUDITORIUM RAI | CONCERTI
16°
giovedì 26 marzo 2015
ore 21.00
venerdì 27 marzo 2015
ore 20.30
Andrey Boreyko | Direttore
Sasha Rozhdestvensky | Violino
Kissine
Glazunov
Franck
Skrjabin
16°
giovedì 26 marzo 2015
ore 21.00
venerdì 27 marzo 2015
ore 20.30
Andrey Boreyko | Direttore
Sasha Rozhdestvensky | Violino
Victor Kissine (1953)
Post-scriptum (2010)
Durata: 19’ ca.
Prima esecuzione italiana
Aleksandr Glazunov (1865 - 1936, nel 150° della nascita)
Concerto in la minore op. 82 per violino e orchestra (1904)
Moderato - Andante - Allegro
Durata: 21’ ca.
Ultima esecuzione Rai a Torino: 22 ottobre 1999, George Pehlivanian,
Leonidas Kavakos.
César Franck (1822 - 1890)
Psyché et Eros, frammento sinfonico n. 4 da Psyché (1887/88)
Allegretto moderato
Durata: 8’ ca.
Ultima esecuzione Rai a Torino: 26 ottobre 2001, Yuri Ahronovitch
(integrale dei Quattro frammenti).
Aleksandr Skrjabin (1872 - 1915)
Il poema dell’estasi (sinfonia n. 4) op. 54 (1905/08)
Durata: 21’ ca.
Ultima esecuzione Rai a Torino: 4 ottobre 1997, Yuri Ahronovitch,
Coro Accademico di Odessa (versione con coro).
Redazione a cura di Irene Sala
Il concerto di giovedì 26 marzo è trasmesso in collegamento
diretto su Radio3 per il programma “Radio3 Suite”.
Victor Kissine
Post-scriptum
Dal punto di vista formale questo brano è una variazione sul tema di The
Unaswered Question di Charles Ives, ma quello che ascoltiamo effettivamente
è un tema costruito su cinque note diverse. In realtà ci sono sei note ogni volta
che la domanda è ripetuta: la nota finale è alterata tramite il risuonare al di
sopra dell’intervallo precedente ad una distanza di terza maggiore o minore.
Il concetto, il soggetto, la forma, l’ordine tonale e l’orchestrazione di Postscriptum sono basati esattamente su questa sequenza alternata.
Victor Kissine
Post-scriptum è stato commissionato dalla San Francisco Symphony ed è stato
eseguito per la prima volta il 4 marzo del 2010 alla Davies Symphony Hall di San
Francisco con l’orchestra diretta da Michael Tilson Thomas. Il brano è edito da
M. P. Belaieff Musikverlag.
Questa sera Post-scriptum viene eseguito dall’OSN Rai in prima esecuzione italiana.
Aleksandr Glazunov
Concerto in la minore op. 82 per violino e orchestra
Per Glazunov la musica era un ingrediente naturale della vita: sua madre
era pianista e il padre suonava il violino, benché non da professionista. Fu il
maestro della madre, Milij Balakirev, a tesserne le lodi con l’amico RimskijKorsakov inducendolo a impartire lezioni al ragazzo quattordicenne (Glazunov
era nato nel 1865). La formazione di Aleksandr proseguì sotto i migliori auspici:
Balakirev e Rimskij appartenevano a un celebre cenacolo musicale, il Gruppo dei
Cinque, e le frequentazioni di Glazunov si estesero ovviamente anche agli altri
tre membri: il critico musicale Cui, Musorgskij e Borodin. Proprio a quest’ultimo
è legato il primo impegno del giovane allievo, che si incaricò di completare le
parti mancanti del Principe Igor, l’opera che tante volte Borodin aveva suonato
ai suoi amici senza mai avere il tempo di fissarla per iscritto. Autore di otto
sinfonie, insegnante di strumentazione, poi direttore del Conservatorio di San
Pietroburgo, Glazunov venne addirittura definito (con un po’ di enfasi) “un
Brahms russo” per la logica serrata delle sue costruzioni formali.
Il Concerto per violino in la minore, composto nel 1903, è il primo dei suoi
concerti per strumento solista e orchestra: in seguito ne verranno ancora due
per pianoforte (1910 e 1916), uno per violoncello (1931, definito “ballata”) e un
ultimo per saxofono (1933). Ma fin dal Concerto in la minore fioccarono gli elogi
per la fluidità dell’invenzione melodica, la coerenza strutturale e la splendida
policromia della cornice strumentale. Come i concerti di Liszt, anche questo è
concepito come forma ciclica, cioè senza cesure interne fra i singoli movimenti:
l’attore protagonista, il violino, entra in scena senza preamboli fin dalla prima
battuta (Moderato), e per giunta quasi in punta di piedi, “dolce ed espressivo”,
su un’ampia frase cantabile irrorata di alterazioni dal sapore orientaleggiante.
Fra pizzicati degli archi, staccati dei fiati, arabeschi del solista, la parte iniziale
del Concerto si assesta su un tono tra il poetico e il fiabesco, immune dalle
tentazioni retoriche della grande forma: segue il secondo tema, in fa maggiore,
ed e un’arcata di tono “tranquillo”, cui fanno da sponda piccoli echi del primo
tema. Ed ecco la prima felice invenzione: visto che i temi sono già piuttosto
elaborati durante la sezione espositiva, Glazunov sopprime lo sviluppo e lo
sostituisce con il movimento lento, l’Andante, in cui si colgono ancora residui
dei cromatismi precedenti, inseriti però in un quadro pacato e non immune da
arcaismi. Dopo questo interludio riprende la parte del Moderato, culminante
questa volta in una cadenza ricapitolativa, che congeda i vari temi presentati
sottolineandone le derivazioni reciproche. Da qui si trapassa senza interruzioni
nell’Allegro finale, un festoso la maggiore che esordisce con un segnale di
richiamo alle trombe, tipico motivo da cornetta postale. Nella sua semplicità
(complice la strumentazione) quest’idea riesce a sostenere quasi l’intero finale,
coadiuvata da un tema complementare più marcatamente bucolico; e i giochi
d’eco già percepiti in precedenza divengono adesso esplicito espediente fonico.
Elisabetta Fava
(dagli archivi Rai)
César Franck
Psyché et Eros, frammento sinfonico n. 4 da Psyché
In occasione dell’ultima esecuzione della versione integrale di Psyché a Torino,
con l’Orchestra Sinfonica e Coro di Torino della Radiotelevisione Italiana
nel 1981, Ferruccio Tammaro descriveva il poema sinfonico di Franck sul
programma di sala:
Il soggetto pagano di Psyché può a tutta prima sorprendere all’interno della
produzione di Franck, musicista così imbevuto di misticismo, che per lungo
tempo espletò con fervore l’incarico di organista nella chiesa parigina di Santa
Clotilde e che fondò i lavori più ambiziosi su soggetti biblici e cristiani come
Ruth, Redemption, Les Béatitudes, Rebecca. In realtà sappiamo che l’anima
stilistica ed espressiva di Franck fu duplice e sempre si sforzò di conciliare
queste innate propensioni religiose con quella macerata sentimentalità e
sensualità così tipica dell’epoca: da qui la presenza nel suo curriculm anche di
lavori pervasi da tumescenze passionali come il Quintetto per pianoforte ed
archi e la Sinfonia in re minore.
Invero la vicenda di Psyché, affrontata dal musicista con la mediazione dei
letterati Sicard e de Foucaud, si differenzia significativamente dall’originale
mitico tramandato da Apuleio: la fanciulla che trasgredisce il divieto di scoprire
l’identità di Eros viene perdonata e può così coronare le sue aspirazioni amorose;
una «redenzione» che il dedicatario del lavoro, Vincent d’Indy, paragonò
addirittura al mondo dell’Imitazione di Cristo. Appunto per questo Psyché non
può far parte dell’ambiente parnassiano francese che vedeva nel mito un modo
di estrinsecare la concezione estetica de «l’arte per l’arte».
Suggerito dagli interessi classici del figlio di Franck, Georges, il poema vide la
luce negli ultimi anni di vita del compositore ed ebbe la sua prima il 10 marzo
1888. Si tratta in particolare dell’ultimo, quarto poema sinfonico del musicista:
se in Les Djinns (1884) questi aveva chiamato in causa con funzioni concertanti
il pianoforte, in questo incontriamo il coro in qualità di narratore: una presenza
significativa, al punto che per alcuni esegeti Psyché sarebbe una cantata o
addirittura un oratorio breve. [...]
Ferruccio Tammaro
(dagli archivi Rai)
Psyché et Eros
L’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai propone nel concerto di
questa sera Psyché et Eros, l’ultimo dei quattro frammenti sinfonici che
César Franck estrapolò da Psyché nel 1887-88. In questo frammento
viene descritto il ricongiungimento tra i due amanti: Eros era svanito
poiché Psyché non aveva resistito dal guardarne il volto, nonostante
“voci arcane” raccomandassero di non farlo. Ma l’atmosfera luminosa e
il fascino timbrico del frammento Psyché et Eros suggerisce l’avvenuto
perdono e il trionfo del loro amore.
In queste pagine sinfoniche emergono le linee essenziali dello stile del
compositore che ritroviamo nel poema sinfonico, ovvero la raffinatezza di
scrittura, la vena intimista e mistica che avvolge l’opera, il richiamo alla
musica della coeva Sinfonia in re minore e uno sguardo al cromatismo, alla
modulazione continua e alla melodia infinita wagneriana.
Aleksandr Skrjabin
Il poema dell’estasi (sinfonia n. 4) op. 54
Qualsiasi attenzione all’opera di Skrjabin che non tenesse conto delle suggestioni
filosofiche che la alimentano, sarebbe destinata all’incomprensione; d’altra
parte, proprio la delirante esaltazione mistica che pervade la sua musica, in una
prospettiva di rigenerazione segnata da aspetti visionari e profetici, condiziona
pesantemente la figura del compositore; con il rischio di confinarlo entro gli
aspetti più caduchi della cultura decadente. E tuttavia, l’utopia di Skrjabin
può apparire feconda se colta in un rapporto metaforico con l’esperienza
compositiva: come tensione conoscitiva che, risolta su un piano puramente
estetico, giunge veramente a presagire, in un itinerario di folgoranti intuizioni,
una nuova concezione musicale.
Così, non si dovranno cercare con troppa insistenza precise corrispondenze
tra lo snodarsi del Poema dell’estasi e i luoghi poetici del lunghissimo testo
che accompagna la stesura del brano musicale. Non perché non vi siano e
non assumano persino un’evidenza illustrativa (l’apparire di un episodio
timbricamente aereo è indicato con Allegro volando in relazione al ”volo audace”
di cui parla la poesia). Sembra tuttavia più proficuo cogliere, nel complessivo
percorso del testo, l’idea di un ineffabile stato “estatico” che nella musica si
invera in una suggestiva parabola di ascensione: dove il modello sonatistico
è ancora riconoscibile proprio perché capace di esprimere quella dialettica
tra aspirazioni dello spirito e minacce di “oscuri presentimenti” che alimenta
l’itinerario verso una luminosa autoaffermazione. Si noti allora quanto la
sezione di ripresa risulti dislocata e preluda ad un nuovo sviluppo destinato
a risolversi nell’apoteosi conclusiva: indizio di un movimento espansivo che
tende ad abbandonarsi a un flusso irregolare e sinuoso.
In una musica intessuta di rapporti simbolici, risulta agevole identificare con
le immagini del desiderio e del sogno rispettivamente il tema del flauto in
apertura e, poche battute dopo, il disegno cromatico del clarinetto; oppure,
riconoscere il tema della vittoria in quel motivo per quarte ascendenti che nel
timbro imperioso della tromba percorre ossessivamente l’intero Poema. Ma la
qualità dei temi è inseparabile dalla straordinaria invenzione timbrica, tanto
nei momenti di eccitazione fonica che nelle plaghe di rarefazione, con colori
che si vorrebbero avvicinare al primo Kandinskij. Insieme alla seduzione sonora,
l’aspetto più originale della partitura si affida alla sua mobilità, a una dinamica
di slanci, contrazioni, allentamenti improvvisi, che dà alla composizione un
respiro sconosciuto.
Laura Cosso
(dagli archivi Rai)
Andrey Boreyko
Andrey Boreyko è stato Direttore Musicale dei Düsseldorfer Symphoniker fra il
2009 e il 2014, Direttore Stabile dell’Orchestra Filarmonica di Jena (di cui è ora
Direttore onorario), ricevendo per tre volte consecutive il premio dal Deutscher
Musikverleger Verband per la programmazione, e delle orchestre di Winnipeg e
Berna. è Primo Direttore Ospite dell’Orquesta Sinfonica di Euskadi e dal settembre
2012 è Direttore Musicale dell’Orchestre National de Belgique, di cui ha esteso
l’attività sia in Belgio che all’estero, ampliandone il repertorio tradizionale con
opere contemporanee che includono anche commissioni ad alcuni dei maggiori
compositori di oggi quali Bruno Mantovani, Fazil Say, Alexander Raskatov, Benoît
Mernier e Sebastian Currier.
Nella stagione in corso inizia l’attività di Direttore Musicale della Naples
Philharmonic in Florida. Frequente ospite delle maggiori orchestre americane,
ha diretto la New York Philharmonic, la Los Angeles Philharmonic, le orchestre di
Cleveland e Filadelfia e a Toronto, Chicago, Boston, Pittsburgh e Montréal.
Interprete del grande repertorio sinfonico e di opere meno conosciute, ha diretto
la London Philharmonic Orchestra nella prima assoluta della Sinfonia n. 4 di
Gorecki. Segue la prima americana con la Los Angeles Philharmonic nel 2015.
Altri appuntamenti della stagione 2014/15 sono i concerti con la Deutsches
Symphonie Orchester di Berlino e la WDR Sinfonieorchester di Colonia.
Ha diretto le maggiori orchestre europee quali i Berliner Philharmoniker, i
Münchner Philharmoniker, la Staatskapelle di Dresda, la Gewandhaus Orchester
di Lipsia, i Wiener Symphoniker, la Filarmonica della Scala, l’Orchestra del
Concertgebouw, l’Orchestre de Paris e la Tonhalle di Zurigo.
Fra le incisioni discografiche con la Radio Sinfonieorchester di Stoccarda, di cui
è stato Primo Direttore Ospite, Lamentate di Pärt e la Sinfonia n. 6 di Silvestrov
per ECM, la prima versione originale della Suite della Lady Macbeth del Distretto
di Mcensk per la Hänssler. Ha inciso anche il Manfred di Čajkovskji e Chain 2 di
Lutosławski con l’Orchestra di Los Angeles. Con l’Orchestre National de Belgique
ha in progetto la registrazione completa delle sinfonie di Šostakovič, di cui ha già
registrato le numero 1, 4, 6, 9 e 15 con la Radio Sinfonieorchester di Stoccarda.
Sasha Rozhdestvensky
PARTECIPANO AL CONCERTO
VIOLINI PRIMI
*Alessandro Milani (di spalla), °Marco Lamberti, Antonio Bassi, Lorenzo Brufatto, Claudio Cavalli,
Aldo Cicchini, Patricia Greer, Sara Pastine, Fulvia Petruzzelli, Francesco Punturo, Matteo Ruffo,
Elisa Schack, Lynn Westerberg, Claudia Curri, Paola Diamanti.
Ha studiato alla Scuola di Musica Centrale e al Conservatorio di Mosca, al
Conservatorio di Parigi e al Royal College of Music di Londra con insegnanti come
Zinaida Gilels, Maya Glezarova, Gérard Poulet e Felix Andrievsky. Insegna al Royal
College of Music di Londra.
Come solista ha suonato con orchestre quali Filarmonica di Leningrado,
Philharmonia, London Symphony e Royal Philharmonic di Londra, Filarmonica di
Stoccolma e di Israele, Ensemble Orchestral de Paris, Sinfonica di Yomiuri, Residentie
Orkest dell’Aia, Bamberger Symphoniker, Bayerische Staatsorchester, Tonhalle di
Zurigo, Accademia Nazionale di Santa Cecilia e Toronto Symphony. È apparso con
la Sinfonica Nazionale d’Irlanda, la Sinfonica di Detroit con un concerto di Kancheli
And Farewell Goes Out Sighing... e con la Boston Symphony. Si ricorda il concerto di
Glazunov con l’Orchestra della Beethovenhalle di Bonn e il Concerto n.2 per violino
di Dohnányi con l’Orchestra del Festival di Budapest. Ha partecipato a festival
quali BBC Proms, Tanglewood, Schleswig-Holstein, Festival delle Fiandre, Gstaad,
Istanbul, Colmar, Ravinia, Florida, Mozart (La Coruña), Taormina, Lockenhaus e
Montreux e in sale da concerto quali Salle Gaveau di Parigi, La Scala di Milano (con
l’Orchestra di San Pietroburgo) e a Londra, Amsterdam, Mosca, Vienna, Stoccolma,
Tokyo e Tel-Aviv. Ha inciso lavori per Thesis e Chandos, tra cui il Concerto Grosso
n.6 di Schnittke con la Filarmonica Reale di Stoccolma, dedicato a lui e a Viktoria
Postnikova, di cui ha suonato la prima esecuzione nel 1994. Ha inciso il Concerto
per violino n.1 di Šostakovič e il Concerto di Glazunov. Due nuovi CD comprendono
l’integrale dei lavori per violino e pianoforte di Čajkovskij e i lavori da camera per
violino di Ravel. Ha recentemente collaborato con Valery Gergiev, l’Orchestre de
Radio France e la Filarmonica di Dresda, Vladimir Ashkenazy e la Sydney Symphony
Orchestra, le orchestre di Melbourne, Johannesburg, Capetown, Hong-Kong,
Taipei, Pechino, Lima, Taiwan, Seoul e con la Noord Nederlands Orkest, l’Orchestra
di Duisburg e la Filarmonica di Budapest. Prossimamente sarà impegnato nei
concerti per violino di Glazunov, di Lalo e in brani di Dutilleux sempre diretto da
Andrey Boreyko. Suona diversi violini, tra cui un Guarneri del Gesù e uno Stradivari,
prestato dalla Società Stradivari di cui è ambasciatore.
è ospite per la prima volta dell’OSN Rai.
VIOLINI SECONDI
*Roberto Righetti, Valentina Busso, Roberto D’Auria, Michal Ďuriš, Carmine Evangelista,
Jeffrey Fabisiak, Alessandro Mancuso, Antonello Molteni, Vincenzo Prota, Francesco Sanna,
Isabella Tarchetti, Carola Zosi, Pietro Bernardin, Paolo Lambardi.
VIOLE
*Luca Ranieri, Matilde Scarponi, Geri Brown, Giorgia Cervini, Rossana Dindo,
Federico Maria Fabbris, Riccardo Freguglia, Alberto Giolo, Agostino Mattioni, Davide Ortalli,
Martina Anselmo, Angelo Conversa.
VIOLONCELLI
*Massimo Macrì, Giuseppe Ghisalberti, Ermanno Franco, Giacomo Berutti, Stefano Blanc,
Pietro Di Somma, Michelangiolo Mafucci, Carlo Pezzati, Stefano Pezzi, Fabio Storino.
CONTRABBASSI
*Cesare Maghenzani, Silvio Albesiano, Luigi Defonte, Antonello Labanca, Maurizio Pasculli,
Francesco Platoni, Virgilio Sarro, Vincenzo Venneri.
FLAUTI
*Giampaolo Pretto, Carlo Bosticco, Paolo Fratini.
ottavino
Fiorella Andriani
FLAUTo in sol
Paolo Fratini
OBOI
*Francesco Pomarico, Sandro Mastrangeli, Franco Tangari.
corno inglese
Teresa Vicentini
clarinetti
*Cesare Coggi, Franco Da Ronco, Graziano Mancini.
clarinetto basso
Salvatore Passalacqua
FAGOTTI
*Elvio Di Martino, Cristian Crevena, Mauro Monguzzi.
controFAGOTTo
Bruno Giudice
CORNI
*Stefano Aprile, *Corrado Saglietti, Valerio Maini, Marco Panella, Emilio Mencoboni,
Bruno Tornato, Marco Tosello, Enrico Bellati.
TROMBE
*Roberto Rossi, *Roberto Rivellini, Ercole Ceretta, Daniele Greco D’Alceo, Alessandro Caruana.
cornette
*Roberto Rossi, Ercole Ceretta.
TROMBONI
*Diego Di Mario, Devid Ceste.
trombone basso
Antonello Mazzucco
tuba
Daryl Smith
TIMPANI
*Maurizio Bianchini
percussioni
Carmelo Gullotto, Alberto Occhiena, Stefano Bardella, Giovanni Franco, Sebastiano Girotto,
Claudio Scolari.
arpe
*Margherita Bassani, Donata Mattei.
pianoforte e celeste
*Antonino Siringo
organo
*Luca Benedicti
*prime parti ° concertini
Alessandro Milani suona un violino “Francesco Gobetti” del 1711, messo generosamente
a disposizione dalla Fondazione Pro Canale di Milano.
CONVENZIONE OSN RAI - VITTORIO PARK
Tutti gli Abbonati, i possessori di Carnet e gli acquirenti dei singoli Concerti
per la Stagione Sinfonica OSN Rai 2014/15 che utilizzeranno il VITTORIO
PARK DI PIAZZA VITTORIO VENETO nelle serate previste dal cartellone,
vidimando il biglietto di sosta nell’apposita macchinetta installata nel
foyer dell’Auditorium Toscanini, avranno diritto allo sconto del 25% sulla
tariffa oraria ordinaria.
PER INFORMAZIONI RIVOLGERSI AL PERSONALE DI SALA O IN BIGLIETTERIA.
Le varie convenzioni sono consultabili sul sito www.osn.rai.it alla
sezione "riduzioni".
Ascoltare, conoscere, incontrare, ricevere inviti per concerti fuori
abbonamento, scoprire pezzi d’archivio, seguire le tournée dell’Orchestra,
avere sconti e facilitazioni. In una parola, diventare AMICI.
Sono molti i vantaggi offerti dall’associazione Amici dell’Orchestra
Sinfonica Nazionale della Rai: scegliete la quota associativa che preferite
e iscrivetevi subito!
Tutte le informazioni e gli appuntamenti sono disponibili sul sito
www.amiciosnrai.it o scrivendo a [email protected].
La Segreteria degli AMICI dell’OSN Rai è attiva mezz’ora prima di ogni
concerto presso la Biglietteria dell’Auditorium Rai, oppure dal martedì al
venerdì dalle 11 alle 18, telefonando al 335 6944539.
Prossimo appuntamento degli Amici dell’OSN Rai:
“Mozart: la narrazione della felicità e della morte”.
Incontro con Ernesto Napolitano
Mercoledì 1 aprile 2015, ore 18.00
Sala Coro Auditorium Rai “Arturo Toscanini”, Piazza Rossaro – Torino
Nella musica di Mozart coesistono sacro e profano, inquietudine e
leggerezza, gioia di vivere e disillusione. Il linguaggio musicale di
Mozart non è mai prevedibile, teso com’è tra la “narrazione della
felicità e della morte”. Ernesto Napolitano ci introduce in questo mondo
complesso che culmina nel Requiem K.626 che verrà eseguito dall’OSN
Rai il 2 e 3 aprile 2015.
Ingresso libero
17°
giovedì 2 aprile 2015
ore 21.00
venerdì 3 aprile 2015
ore 20.30
Juraj Valčuha | Direttore
Ekaterina Bakanova | Soprano
Eva Vogel | Mezzosoprano
Jeremy Ovenden | Tenore
Tareq Nazmi | Basso
Coro Maghini
Claudio Chiavazza | Maestro del coro
Wolfgang Amadeus Mozart
Maurerische Trauermusik (Musica funebre massonica)
in do minore KV 477 (479a)
Wolfgang Amadeus Mozart
Requiem in re minore KV 626, per soli, coro e orchestra
CARNET
da un minimo di 6 concerti scelti fra i due turni e in tutti i settori
Adulti: 24,00 euro a concerto Giovani: 5,00 euro a concerto
SINGOLO CONCERTO
Poltrona numerata: da 30,00 a 15,00 euro (ridotto giovani)
INGRESSO
Posto non assegnato: da 20,00 a 9,00 euro (ridotto giovani)
BIGLIETTERIA
Tel. 011/8104653 - 8104961 - Fax 011/8170861
[email protected] - www.osn.rai.it