TO R I NO | AUDITORIUM RAI | CONCERTI 10° mercoledì 21 gennaio 2015 ore 20.30 giovedì 22 gennaio 2015 ore 21.00 Juraj Valčuha | Direttore Renaud Capuçon | Violino Honegger Dusapin Beethoven 10° mercoledì 21 gennaio 2015 ore 20.30 giovedì 22 gennaio 2015 Arthur Honegger Pastorale d’été ore 21.00 Juraj Valčuha | Direttore Renaud Capuçon | Violino Arthur Honegger (1892 - 1955) Pastorale d’été (1920) Durata: 8’ ca. Ultima esecuzione Rai a Torino: 27 maggio 1958, Fulvio Vernizzi. Pascal Dusapin (1955) Aufgang, concerto per violino e orchestra (2008/11) 1° movimento 2° movimento 3° movimento Durata: 34’ ca. Prima esecuzione italiana Ludwig van Beethoven (1770 - 1827) Sinfonia n. 6 in fa maggiore op. 68 Pastorale (1807/08) Allegro ma non troppo (Lieto ridestarsi di sentimenti all’arrivo in campagna) Andante molto mosso (Scena presso il ruscello) Allegro (Allegra riunione di contadini) Allegro (Tuono e temporale) Allegretto (Canto di pastori. Ringraziamento per il ritorno del bel tempo) Durata: 40’ ca. Ultima esecuzione Rai a Torino: 30 giugno 2013, Juraj Valčuha (Festival Beethoven, piazza San Carlo). Il concerto di giovedì 22 gennaio è trasmesso in collegamento diretto su Radio3 per la trasmissione Radio3 Suite. [...] La Pastorale d’été di Honegger è [un’espressione] di quell’ideale di simplicité di cui Cocteau parla nel suo manifesto del gruppo [dei «Sei»], Le Coq et l’Arlequin: «Il ne faut pas prendre simplicité pour le synonyme de pauvreté ni pour un recul. La simplicité progresse au mème titre que le raffinement et la simplicité de nos musiciens modernes n’est plus celle de nos clavicinistes. La simplicité qui arrive en réaction d’un raffinement relève de ce raffinement; elle dégage, elle condense la richesse acquise». Questo ideale di semplicità, ispirata dalla freschezza e dalla tranquillità di una natura epurata dal benché minimo turbamento romantico, diede origine ad una vera e propria epidemia di pastorali nel gruppo dei «Sei». Fu Milhaud ad inoculare il germe con la pastorale che fa parte delle musiche di scena per il Protée di Claudel, composte lo stesso anno di Le boeuf sur le toit; l’anno seguente, oltre la Pastorale d’été di Honegger, altre pastorali furono composte da Auric, Tailleferre, e da Durey, intendendo come pastorale sottomarina il suo Printemps au fond de la mer. La Pastorale d’été di Honegger è un breve quadro sinfonico tripartito. Nelle due sezioni esterne, sullo sfondo di un ritmo cullante, un tema di carattere sereno e quasi bucolico, è continuamente ripreso da diversi strumenti (in prevalenza fiati) e arricchito di controcanti nelle altre voci strumentali; nell’ultima sezione ricorrono, in funzione di controcanto, i due spunti tematici (di cui il secondo di sapore marcatamente russo) che animano la sezione centrale, più mossa e vivace. Tranne un breve contrappuntismo che ha per oggetto il tema russo, nella sezione centrale, ogni sviluppo è pressoché assente e l’elaborazione consiste, nello spirito della scuola francese, in una ripetizione variata in cui un ruolo molto importante è assegnato all’aspetto timbrico ed all’orchestrazione che riecheggia, talora, Debussy e Ravel. Tratto dalla nota di sala di Gianfranco Vinay (archivi Rai, 1983) Pascal Dusapin Aufgang, concerto per violino e orchestra Ludwig van Beethoven Sinfonia n. 6 in fa maggiore op. 68 Pastorale Mi piace la parola tedesca Aufgang perché suggerisce l’idea di elevazione. È un termine la cui traduzione francese può risultare per forza di cose approssimativa poiché esprime più l’idea di un concetto che la realtà (nonostante possa indicare l’azione di salire o il sorgere del sole). Questa parola si è manifestata quasi autonomamente durante la composizione, dal momento che lo spazio aperto dalla speranza e dal desiderio di questa forma concertante mi sembrava inaccessibile. È estremamente difficile per me esprimere ciò che è stato l’oggetto e il fine di tale lavoro. Ho cominciato questo Concerto nel 2008. In seguito ho dovuto interromperlo. Era la prima volta che mi succedeva; non volevo averci più niente a che fare e lo abbandonai. Grazie all’iniziativa generosa ed entusiasta di Renaud Capuçon, lo ripresi qualche anno più tardi per terminarlo nel novembre del 2011. Per far ciò non solo ho dovuto ricominciare tutto daccapo, ma anche continuare ciò che avevo iniziato. Alla base c’era l’oscurità e avevo bisogno di riconquistare una certa chiarezza. La luce diventò quindi una sorta di motivo segreto. Naturalmente con la luce non è possibile formulare musicalmente niente di esplicito, si tratta di una metafora. Ma componendo può succedere di essere talmente oppressi dalla propria oscurità, che la lotta con la materia musicale si confonde con la ricerca del minimo barlume, della minima scintilla. Scrivere per violino e orchestra potrebbe essere paragonato a questo strano combattimento tra oscurità e splendore. All’inizio il violino suona nel registro acuto, mentre l’orchestra rimane tutta nel grave. Entrambi cantano. L’orchestra è oscura, il violino risulta quasi disperso, con un’evocazione talmente lamentosa e immobile che sembra brillare come un riflesso. È come un’alba e un tramonto nello stesso istante. Mi ricordo bene di questa immagine nel momento in cui ho cominciato a scrivere. In fondo si trattava senza dubbio di confondere l’una e l’altro in un groviglio sottile e progressivo. Aufgang è nato così; dal desiderio di opporre i contrari e di riunirli in un flusso incessante. Per tutta la durata della composizione il miscuglio tra oscurità e luce abbagliante diventa il motore principale di questa partitura. Ci si potrebbe sorprendere dell’uso di tali immagini. Se è possibile concepire la musica attraverso rappresentazioni letterarie sappiamo invece che è utopico voler dire la musica. Per quello che riguarda Aufgang, è comunque vero che l’immagine più prossima alla mia intenzione resta quella di una elevazione della luce (“Aufgang des Lichts”). La Sesta Sinfonia è dedicata al principe Lobkowitz e al conte Rasumowsky e nacque - almeno secondo le tracce materiali dei taccuini - in un periodo ristretto, tra l’estate del 1807 e il 1808, quando fu eseguita durante un memorabile concerto di lavori beethoveniani tenutosi il 22 dicembre sotto la direzione dell’autore. Il lavoro porta un sottotitolo: «Sinfonia pastorale, più espressione dei sentimenti che pittura», per distanziarsi dalla musica imitativa e ribadire la presenza centrale dell’uomo nel paesaggio evocato dalle didascalie preposte ai singoli movimenti. Nel catalogo di Beethoven ogni sinfonia ha il suo volto individuale: nel caso della Sesta il requisito sostanziale è l’allargamento del tempo interiore congiunto all’acquisizione di un respiro contemplativo. Il tema d’apertura viene enunciato e subito si arresta pensieroso; poi riprende, ma si ferma di nuovo, incantandosi su una serie di ripetizioni, prive tuttavia di qualsiasi inflessione ossessiva; l’idea complementare non crea un contrasto, pare mutuata da una semplice ronda di contadini; lo sviluppo si ferma sul primo tema, mutandone l’armonia con transizioni repentine o capovolgendone la configurazione. Segue un Andante con moto che tocca i vertici del lirismo, una «Scena presso il ruscello» che rinnova l’eredità del “puro ciel” di gluckiana memoria in un sublime intrico di emersioni cameristiche. Prima di concludere, un tocco spiritoso, unica allusione schiettamente imitativa dell’intera sinfonia, con i richiami dell’usignolo, della quaglia e del cuculo affidati rispettivamente al flauto, all’oboe e al clarinetto. Sulla leggerezza degli archi in staccato lo Scherzo - trasformato in «Allegra riunione dei contadini» - distende una canzone campestre, da idillio leopardiano. Eliminata l’abituale inserzione del Trio, Beethoven evoca senza soluzione il formarsi e lo scatenarsi di una tempesta, vera manifestazione del sublime in musica; e a questo punto fanno la loro comparsa in orchestra un flauto piccolo, due tromboni e i timpani. Dopo questo sconvolgimento, con rombi e sibili, torna la pace col «Canto di ringraziamento», che fonde genialmente i lineamenti del ranz de vaches (tipico richiamo alpestre) con la sostanza lirica della preghiera; i tromboni restano in scena per contribuire a trovare un colore di corale religioso. Pascal Dusapin (traduzione di Luca Ripanti) Elisabetta Fava (dagli archivi Rai) Juraj Valčuha Juraj Valčuha è Direttore principale dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai dal 2009. Nato nel 1976 a Bratislava, vi studia composizione e direzione e prosegue gli studi a San Pietroburgo con Ilya Musin e a Parigi. Nel 2006 debutta con l´Orchestre National de France e al Comunale di Bologna con La bohème. Viene regolarmente invitato dalle maggiori compagini internazionali quali: Münchner Philharmoniker, Philharmonia di Londra, Filarmonica di Oslo, DSO di Berlino, Gewandhaus di Lipsia, Orchestra della Radio Svedese, Staatskapelle di Dresda, Pittsburgh Symphony, Los Angeles Philharmonic, National Symphony di Washington, Filarmonica di Berlino, Orchestra del Concertgebouw di Amsterdam e Boston Symphony. Nella stagione 2012/2013 ha debuttato con la New York Philharmonic, la Filarmonica della Scala e la San Francisco Symphony. Ha ritrovato i Münchner Philharmoniker, l’Orchestre de Paris, le orchestre del Comunale di Bologna e di Firenze, l´Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, la National Symphony e la Philharmonia di Londra. Nel 2013/2014 è stato impegnato sul podio dei Münchner Philharmoniker, la Philharmonia di Londra, la Pittsburgh Symphony, le Orchestre delle Radio NDR di Amburgo, WDR di Colonia, Radio Svedese di Stoccolma e NHK a Tokyo. In Italia ha diretto concerti con le Orchestre dell´Accademia Nazionale di Santa Cecilia, del Comunale di Bologna e di Firenze, del San Carlo di Napoli e l´Orchestra Toscanini a Parma, nonché produzioni operistiche quali La bohème alla Fenice, Madama Butterfly e L’amore delle tre melarance di Prokof’ev a Firenze. Con l´OSN Rai ha effettuato diverse tournée: al Musikverein di Vienna, alla Philharmonie di Berlino, nella stagione di Abu Dhabi Classics con Yo-Yo Ma, al Festival Enescu di Bucarest e nel novembre scorso a Monaco, Colonia, Zurigo, Basilea e Düsseldorf con il pianista Arcadi Volodos. La stagione 2014/2015 lo vede impegnato con le orchestre americane di San Francisco, Pittsburgh, Washington, Los Angeles, Montréal, nonché sul podio della Konzerthaus di Berlino, della Philharmonia a Londra (anche in un concerto in omaggio a Lorin Maazel), dei Wiener Symphoniker, dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e dell’Orchestre National de France. Nella primavera del 2015 dirigerà due produzioni liriche: Turandot a Napoli e Jenůfa a Bologna. Renaud Capuçon Nato a Chambéry nel 1976, ha studiato al Conservatorio di Parigi con Gérard Poulet e Veda Reynolds e si è perfezionato con Thomas Brandis a Berlino e con Isaac Stern. Ha vinto il 1° Premio per la musica da camera e per il violino con menzione speciale. Nel 1995 ha vinto il Premio della Kunstakademie di Berlino. Invitato da Claudio Abbado nel 1997, è stato primo violino della Gustav Mahler Jugendorchester approfondendo l’educazione musicale con Boulez, Ozawa, Barenboim e Welser-Möst. Nel 2000 viene nominato «Rising Star» e «Nouveau Talent de l’Année» alle Victoires de la Musique, nel 2005 «Soliste Instrumental de l’Année» e nel 2006 vince il Premio George Enescu. Nel 2002 ha debuttato con i Berliner Philharmoniker diretti da Haitink, nel 2004 con la Boston Symphony e von Dohnányi e con l’Orchestre de Paris diretta da Eschenbach è stato in tournée in Cina e in Germania. Ha suonato come solista con le migliori orchestre tra cui Bayerische Rundfunk, Bamberger Symphoniker, NDR di Amburgo,WDR di Colonia, Budapest Festival, National de France, Čajkovskij di Mosca, Filarmonica della Scala di Milano, Santa Cecilia di Roma, Tokyo Philharmonic e Orchestre de la Suisse Romande. Ha collaborato con grandi direttori quali R. Abbado, Albrecht, Bychkov, Dutoit, Fischer, Masur, Minkowski, Sawallisch e Tate. È appassionato di musica da camera e collabora, tra gli altri, con Gutman, Bronfman, Lortie, Repin, Thibaudet, Maisky, Mørk, Bashmet e Pahud. È invitato regolarmente a partecipare ai principali Festival quali Berlino, Mostly Mozart di Londra, Edimburgo, Tanglewood, Saratoga, Gerusalemme, Rheingau, Lucerna, Verbier e Aix-en-Provence. Nel 1995 ha fondato il suo festival a Chambéry. Ha inciso il Quintetto di Schumann con Pires, Dumay, Caussé e Wang per la DGG; il Trio n.39 di Haydn, il Trio n.1 di Mendelssohn e il Concerto Triplo di Beethoven (EMI) con la Argerich. Incide in esclusiva per VIRGIN Classics e ha registrato con la Deutsche Kammerphilharmonie Bremen diretta da Harding, musiche di Ravel con suo fratello Gautier al violoncello e Braley al pianoforte, L’Arbre des Songes di Dutilleux con la Philharmonique de Radio France diretta da Chung (disco pluripremiato), musiche di Saint-Saëns, i Trii di Brahms con G. Capuçon e Angelich al pianoforte, La Trota di Schubert, e opere di Mendelssohn e Schumann con la Mahler Chamber Orchestra diretta da Harding, Sonate di Brahms con Angelich (disco pluripremiato), i Trii di Schubert con G. Capuçon e Braley e i Quartetti di Brahms con Tamestit e Angelich. In uscita i concerti di Mozart con Tamestit e la Scottish Chamber Orchestra diretta da Langrée. Renaud Capuçon suona il Guarneri del Gesù “Panette” (1737), appartenuto a Isaac Stern, acquistato per lui dalla Banque Suisse Italienne. PARTECIPANO AL CONCERTO VIOLINI PRIMI *Alessandro Milani (di spalla), °Giuseppe Lercara, °Marco Lamberti, Antonio Bassi, Constantin Beschieru, Lorenzo Brufatto, Irene Cardo, Claudio Cavalli, Aldo Cicchini, Patricia Greer, Martina Mazzon, Sara Pastine, Fulvia Petruzzelli, Francesco Punturo, Matteo Ruffo, Lynn Westerberg. TROMBONI *Joseph Burnam, Antonello Mazzucco. VIOLINI SECONDI *Roberto Righetti, Enrichetta Martellono, Roberto D’Auria, Michal Ďuriš, Carmine Evangelista, Jeffrey Fabisiak, Rodolfo Girelli, Alessandro Mancuso, Antonello Molteni, Vincenzo Prota, Francesco Sanna, Elisa Schack, Corinne Curtaz, Paolo Lambardi. TIMPANI *Claudio Romano VIOLE *Ula Ulijona, Matilde Scarponi, Geri Brown, Massimo De Franceschi, Rossana Dindo, Federico Maria Fabbris, Riccardo Freguglia, Alberto Giolo, Agostino Mattioni, Davide Ortalli, Giovanni Matteo Brasciolu, Clara Trullen. tuba Daryl Smith percussioni Carmelo Gullotto, Alberto Occhiena. arpa *Margherita Bassani VIOLONCELLI *Pierpaolo Toso, Ermanno Franco, Giuseppe Ghisalberti, Giacomo Berutti, Stefano Blanc, Pietro Di Somma, Michelangiolo Mafucci, Stefano Pezzi, Fabio Storino, Davide Pracca. CONTRABBASSI *Nicola Malagugini, Silvio Albesiano, Luigi Defonte, Antonello Labanca, Maurizio Pasculli, Francesco Platoni, Virgilio Sarro, Vincenzo Venneri. FLAUTI *Dante Milozzi, Fiorella Andriani, Carlo Bosticco. ottavino Carlo Bosticco flauto in sol Fiorella Andriani OBOI *Carlo Romano, Franco Tangari. corno inglese Franco Tangari clarinetti *Enrico Maria Baroni, Graziano Mancini. clarinetto basso Salvatore Passalacqua FAGOTTI *Elvio Di Martino, Bruno Giudice, Mauro Monguzzi. CONTROFAGOTTO Bruno Giudice CORNI Corrado Saglietti, Valerio Maini, Marco Tosello. *prime parti ° concertini TROMBE *Roberto Rossi, Ercole Ceretta. Alessandro Milani suona un violino “Francesco Gobetti” del 1711, messo generosamente a disposizione dalla Fondazione Pro Canale di Milano. Ascoltare, conoscere, incontrare, ricevere inviti per concerti fuori abbonamento, scoprire pezzi d’archivio, seguire le tournée dell’Orchestra, avere sconti e facilitazioni. In una parola, diventare AMICI. Sono molti i vantaggi offerti dall’associazione Amici dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai: scegliete la quota associativa che preferite e iscrivetevi subito! Tutte le informazioni e gli appuntamenti sono disponibili sul sito www.amiciosnrai.it o scrivendo a [email protected]. La Segreteria degli AMICI dell’OSN Rai è attiva mezz’ora prima di ogni concerto presso la Biglietteria dell’Auditorium Rai, oppure dal martedì al venerdì dalle 11 alle 18, telefonando al 335 6944539. Cambio orario biglietteria Si informa il gentile pubblico che a partire da gennaio 2015 la biglietteria dell’OSN Rai cambia l’orario di apertura: Rai NuovaMusica 2015 Auditorium Rai “Arturo Toscanini” di Torino martedì e mercoledì : h. 10 – 14 giovedì e venerdì : h. 15 – 19 sabato, domenica e lunedì: chiuso in collaborazione con La biglietteria è sempre aperta un’ora prima dei concerti. CONVENZIONE OSN RAI - VITTORIO PARK Tutti gli Abbonati, i possessori di Carnet e gli acquirenti dei singoli Concerti per la Stagione Sinfonica OSN Rai 2014/15 che utilizzeranno il VITTORIO PARK DI PIAZZA VITTORIO VENETO nelle serate previste dal cartellone, vidimando il biglietto di sosta nell’apposita macchinetta installata nel foyer dell’Auditorium Toscanini, avranno diritto allo sconto del 25% sulla tariffa oraria ordinaria. PER INFORMAZIONI RIVOLGERSI AL PERSONALE DI SALA O IN BIGLIETTERIA. Le varie convenzioni sono consultabili sul sito www.osn.rai.it alla sezione "riduzioni". Redazione a cura di Irene Sala VENERDì 6, 13, 20 FEBBRAIO 2015 ORE 21.00 Prevendita biglietti dal 20 gennaio 2015 presso la biglietteria dell’Auditorium Rai e online su www.osn.rai.it 11° giovedì 29 gennaio 2015 ore 21.00 venerdì 30 gennaio 2015 ore 20.30 Marc Albrecht | Direttore Simone Lamsma | Violino Ludwig van Beethoven Concerto in re maggiore op. 61 per violino e orchestra Johannes Brahms Sinfonia n. 1 in do minore op. 68 CARNET da un minimo di 6 concerti scelti fra i due turni e in tutti i settori Adulti: 24,00 euro a concerto Giovani: 5,00 euro a concerto SINGOLO CONCERTO Poltrona numerata: da 30,00 a 15,00 euro (ridotto giovani) INGRESSO Posto non assegnato: da 20,00 a 9,00 euro (ridotto giovani) BIGLIETTERIA Tel. 011/8104653 - 8104961 - Fax 011/8170861 [email protected] - www.osn.rai.it
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