SACRA RAPPRESENTAZIONE DEL VENERDI

Sacro Monte di Torricella Verzate
SACRA RAPPRESENTAZIONE DEL VENERDI SANTO – Venerdì 3 aprile 2015
Gruppi Parrocchiali riuniti di Mornico Losana e Torricella Verzate
Corale interparrocchiale “San Giovanni Bosco”
Introduzione di Don Luciano
I QUADRO (L’ultima cena)
NARRATORE: È il 13 del mese ebraico dell’anno 30 circa; domani si celebrerà la festa degli azzimi, durante la
quale si immola l’Agnello Pasquale. I discepoli di Gesù già hanno provveduto a preparare la Cena, quella
cena della quale da allora si fa toccante Memoria. È una cena a cui Gesù tiene molto, perché avverte che di
lì a poco qualcosa di grave si abbatterà su di lui. Un’atmosfera di grande emozione è presente nel cuore di
tutti. I discepoli sanno cosa il loro Maestro sente nella sua anima poiché molte volte lo aveva predetto. Si
sentono smarriti, confusi... non comprendono perché quel Maestro che ha sempre parlato di vita, di pace,
di amore, ora parla di abbandono, di tradimento e di morte... della sua morte.
GESU: Ho desiderato ardentemente mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia Passione. Io vi dico:
non la mangerò più finché essa non si realizzerà nel regno di Dio. (Gesù prende il pane, lo spezza e lo porge ai
discepoli) Prendete, questo è il mio corpo spezzato per voi... (Gesù prende il vino e lo porge ai discepoli) Prendete,
bevete. Questo è il mio sangue versato per tutti voi, per il perdono dei peccati.
CANTO HAI DATO UN CIBO
NARRATORE: Durante la cena, quando già il diavolo ha insinuato il tradimento nel cuore di Giuda Iscariota,
figlio di Simone, Gesù, sapendo che il Padre ha messo tutto nelle sue mani e che, venuto da Dio, a Dio sta
ritornando, dopo aver lavato i piedi ai suoi come segno di estrema umiltà, pronuncia parole di profondo
dolore:
GESU: Fratelli, in verità vi dico, uno di voi mi tradirà
PIETRO: Di chi parli o Maestro? Parli forse di me?
GIOVANNI: Signore, chi è?
GESU: Quello a cui offrirò un boccone (Gesù offre un pezzo di pane a Giuda). Quello che devi fare fallo presto...
(Giuda si allontana)
GIUDA: Si, sono Giuda, tra poco metterò Gesù nelle mani dei Farisei e non accampo scuse. Non ho niente
da dire a mia discolpa. Io ho tradito il Maestro, ma quel che è peggio, quando mi sono reso conto che i
Farisei volevano metterlo a morte, non ho confidato nel suo perdono, non ho compreso che ciò faceva
parte di un disegno più grande di me, che mi offriva comunque una via d’uscita: chiedere misericordia
riconoscendo il mio errore! Sì, io sono Giuda, sono il traditore. La storia e gli uomini mi hanno condannato;
Gesù però no, dà continuamente a me, come a tutti voi, la possibilità di riscattarmi da quell’indicibile
errore. (Giuda raggiunge i soldati)
CANTO – SE TU M’ACCOGLI
GESU: Figlioli miei, ancora per poco sono con voi; mi cercherete, ma dove vado io voi non potete venire. Vi
do un comandamento nuovo: amatevi gli uni gli altri come io vi ho amati. Da questo tutti sapranno che
siete miei discepoli. Rimarrete scandalizzati poiché sta scritto: “Percuoterò il pastore e le pecore saranno
disperse, ma dopo la Risurrezione vi precederò in Galilea”.
PIETRO: No, Maestro, anche se tutti saranno scandalizzati, io non lo sarò!
GESU: In verità ti dico, proprio tu, Pietro, prima che il gallo canti, mi rinnegherai 3 volte
PIETRO: No, Maestro, se anche dovessi morire con te, non ti rinnegherò!
GESU: Non sia turbato il vostro cuore, abbiate fede in Dio. Io vado a prepararvi un posto nella casa del
Padre mio... voi conoscete la via
TOMMASO: Signore, non sappiamo dove vai. Come possiamo conoscere la via?
GESU: Tommaso, io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.
NARRATORE: Gesù rimane ancora un poco a discorrere con i suoi discepoli. L’angoscia diviene palpabile;
pervade i loro cuori; si rendono conto che il momento del distacco è ormai giunto. Poco dopo, Gesù prende
con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e si dirige con loro verso un podere, al di là del torrente Cedron,
chiamato Getsemani, nel quale spesso si era recato con i suoi. (I discepoli restano al tavolo. Giacomo, Pietro e
Giovanni seguono Gesù e si spostano verso l’orto degli ulivi)
CANTO – TU NELLA NOTTE TRISTE
II QUADRO (La preghiera nell’orto degli ulivi e l’arresto)
GESU: La mia anima è triste fino alla morte. Fermatevi qui e vegliate! (I discepoli si addormentano)
NARRATORE: Gesù si spinge più in là. Con il cuore colmo di tristezza e angoscia, si getta a terra e prega
ardentemente. (Gesù si sposa nel luogo di preghiera)
GESU: Padre, padre, a te tutto è possibile! Allontana da me questo calice, però non ciò che voglio io, ma ciò
che vuoi tu sia fatto!
NARRATORE: Tornato dai suoi discepoli, li trova addormentati.
GESU: State svegli, pregate per non cadere in tentazione! Lo spirito è pronto ma la carne è debole! (Gesù
torna in preghiera)
GIOVANNI: Pietro, cos’ha detto il Maestro?
PIETRO: Non ha detto molto, ma si sente che è profondamente turbato, gli sta accadendo qualcosa...
GIOVANNI: Da alcuni giorni non ha pace, qualcosa gli fa paura. Vorrei tanto aiutarlo ma non so come fare
GIACOMO: Avete sentito cos’ha detto questa sera? Diceva che starà con noi ancora per poco; forse vuole
partire...
PIETRO: Non credo... Diceva che uno di noi lo tradirà... ma in che senso?
GIOVANNI: Io ho una terribile sensazione. Ha detto che tornerà al Padre... avete visto con quanta tenerezza
ha condiviso con noi il pane e il vino? Era come se ci volesse lasciare qualcosa di lui, un suo ricordo, la sua
stessa vita! (Gesù torna accanto ai discepoli)
GESU: Dormite, dormite pure oramai... l’ora in cui il Figlio dell’uomo è consegnato è arrivata... colui che mi
tradisce è vicino! (Gesù torna in preghiera e nel frattempo Giuda avanza con i soldati)
GIUDA: Ecco, questo è il posto dove Gesù si ritira con i suoi. (Si avvicina a Gesù e gli dà un bacio)
GESU: Giuda, con un bacio tradisci un amico.
SOLDATO CLEOPA: (A Giuda) Ecco la tua ricompensa, trenta monete d’argento! (Ai soldati) È lui, arrestatelo!
III QUADRO (Gesù davanti al Sinedrio)
NARRATORE: Dopo essere stato arrestato, Gesù, quella stessa notte, viene condotto nella casa del Sommo
Sacerdote Caifa. Tutto il Sinedrio viene riunito d’urgenza per condannare Gesù e sbrigare velocemente il
caso prima che giunga la festa di Pasqua. (Gesù e i soldati arrivano davanti a Caifa e restano immobili) Pietro segue da
lontano tutti gli avvenimenti. Giunto davanti alla casa del Sommo Sacerdote, si sente chiamare da una voce
femminile. (Pietro avanza lentamente verso il Sinedrio e incontra la portinaia)
PORTINAIA: Aspetta, anche tu eri con il Nazareno che è stato arrestato questa sera!
PIETRO: Non capisco cosa dici!
PORTINAIA: Tu sei uno dei suoi!
PIETRO: Non lo conosco!
PORTINAIA: Si capisce dall’accento. Tu sei uno dei discepoli di Gesù!
PIETRO: Basta! Vi ho detto che non conosco quell’uomo!
NARRATORE: Appena pronunciate quelle parole, si ode in lontananza il canto di un gallo. Pietro si ricorda
delle parole che Gesù gli aveva rivolto a cena: “prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte”. E uscito,
piange amaramente. (Pietro fugge e torna all’orto degli ulivi)
PIETRO: Ero solo un pescatore. Lui ha cambiato la mia vita, ma quella notte sono crollate tutte le false
certezze che mi ero costruito in quei tre anni condivisi con lui. Quella notte non ho capito nulla; la paura fu
l’unico sentimento che provai. Non mi vergogno a dirlo: nonostante tutte le mie buone intenzioni, non
riuscii a condividere con lui lo strazio di quel tormento. Gli avevo detto di essere pronto a seguirlo anche
nella morte, ma per paura di fare la stessa fine non ebbi neanche il coraggio di ammettere che lo
conoscevo. Ma io sono solo un uomo.
CANTO: NON MI ABBANDONARE
CAIFA: Tu sei stato arrestato per ciò che vai predicando!
GESU: Io ho parlato apertamente davanti a tutti. Nel tempio, nella sinagoga, nelle piazze. Se ho detto
qualcosa di male dimostratelo, ma se ho detto bene, perché mi percuotete?
FARISEO: Io ho sentito che diceva che avrebbe distrutto il tempo e lo avrebbe ricostruito in tre giorni!
CAIFA: Senti le accuse che ti rivolgono? Diccelo una volta per tutte: Sei tu il Cristo?
GESU: Tu lo dici
FARISEO: Ha bestemmiato! A morte! A morte!
NARRATORE: E così, dopo essere stato interrogato dal Sinedrio, Gesù viene condotto dal procuratore
romano della Guidea, Ponzio Pilato, affinché questi dia valore esecutivo alla sua condanna a morte. (Gesù e i
soldati si spostano davanti a Pilato)
IV QUADRO (Gesù davanti a Pilato)
PILATO: Per quale motivo avete condotto costui dinnanzi a me?
SOLDATO: Costui sobillava il nostro popolo e affermava di essere Cristo re.
PILATO: (Rivolto a Gesù) La tua gente e i Sommi Sacerdoti ti hanno consegnato a me. Cosa hai fatto di tanto
grave?
GESU: Il mio Regno non è di questo mondo.
PILATO: Tu dunque sei un re?
GESU: Tu lo dici. Io sono re. Per questo sono venuto nel mondo per dare testimonianza alla verità. Chi è
nella verità ascolta la mia voce.
PILATO: In costui non trovo nulla che meriti la morte. Lo rimetterò dunque al consenso della folla.
NARRATORE: Vi è infatti l’usanza di liberare per la festa di Pasqua un carcerato, uno qualsiasi a scelta del
popolo. La folla potrà decretare la libertà di Gesù oppure di Barabba, un pericoloso assassino.
PILATO: Chi volete che vi rilasci? Barabba o Gesù detto il Cristo?
FOLLA: Barabba!
PILATO: Che farò dunque di Gesù detto il Cristo?
FOLLA: Crocifiggilo! Crocifiggilo!
PILATO: Sono innocente di questo sangue! (Pilato si lava le mani)
FOLLA: Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli!
PILATO: Ditemi voi cosa potevo fare! La mia voce non era nulla contro quella di una folla inferocita. Ditemi
voi cosa potevo fare! Ho tentato di salvarlo, a parole... In realtà ho ceduto alla paura. Avevo un potere da
difendere. Una posizione da salvaguardare e poi, in fin dei conti, la vita di un Galileo era ben poca cosa di
fronte alla storia di Roma... Però non ho assistito alla sua morte, non ne ho avuto il coraggio...Chi l’ha visto
morire ne è rimasto turbato, come quel mio centurione, del quale più nessuno ricorda il nome...
CANTO – CHE MALE HO FATTO MAI POPOLO MIO
NARRATORE: Una volta emessa la sentenza, i soldati caricano Gesù della croce; Egli è costretto a portare da
sé il proprio patibolo, il legno che provocherà la sua morte. Gesù un giorno aveva detto: “Se qualcuno vuol
venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua”. Ora, caricato della croce, Egli apre la
via... E noi siamo chiamati a seguirlo (Parte la processione, che salirà fino al parcheggio, in questo ordine: guida, Don
Luciano, Gesù, personaggi, coro, folla, chiudi fila)
DURANTE LA PROCESSIONE SI ALTERNERANNO SALMI, LITANIE, CANTI, PREGHIERE
(Giunti al parcheggio, Gesù si posiziona al centro della scena in ginocchio con la croce sulle spalle e Maria è accanto a lui. Gli altri
personaggi restano sullo sfondo)
V QUADRO (Gesù cade sotto il peso della Croce)
NARRATORE: Gesù, oppresso dal forte peso della croce, si lascia andare e cade sotto il pesante legno.
Maria, che ha vissuto fino ad ora nell’ombra lo strazio del supplizio del figlio suo, desidera guardare ancora
una volta quegli occhi, quel volto trasfigurato dal dolore. Il suo più grande bene, per la crudeltà degli
uomini, le viene strappato. Come un tuono le ritornano nella mente le parole di Simeone: “A te una spada
trafiggerà il cuore” (Maria si allontana e torna tra la folla)
NARRATORE: Di mezzo alla folla, anche una donna, di nome Veronica, con grande coraggio, sfida il plotone
dei soldati che scortano Gesù e chiede di poter vedere ancora una volta il suo volto.
VERONICA: Vi prego, lasciatemi passare, voglio solo guardare quel viso. Lasciatemi scorrere quel volto di
dolcezza che tante volte ha avuto uno sguardo di perdono per i peccatori. Quante volte quel volto ha
sorriso a sofferenti e ammalati. In quel volto abbiamo visto il riflesso del volto paterno di Dio. Fatemi
contemplare quel volto per l’ultima volta. (Veronica asciuga il volto di Gesù poi torna tra la folla)
NARRATORE: Mossi forse da pietà, forse da opportunismo, i soldati che accompagnano Gesù scelgono tra la
folla un uomo affinché aiuti il condannato a trasportare la pesante Croce. È Simone, padre di Alessandro e
di Rufo, originario di Cirene. (Simone il Cireneo avanza e si posiziona al centro accanto a Gesù)
SIMONE IL CIRENEO: Non volevo essere coinvolto; non ci tenevo affatto a portare quella Croce. Non potevo
però rifiutarmi di prendere la Croce sulle mie spalle; sono robusto, ce l’avrei fatta per un po’ a trascinare
quel peso. Ma lui, Gesù, era già allo stremo. I nostri occhi si incontrarono nel momento in cui la Croce passò
dalle spalle sue alle mie e fu in quel momento che una profonda emozione mi colse. In quello sguardo c’era
tutto: richiesta di aiuto, gratitudine, disperazione. Avrei voluto spiegargli che io non c’entravo, che non mi
ringraziasse perché non avevo chiesto io di aiutarlo, avrei voluto dirgli tante cose, perché tante cose in un
lampo mi si affacciarono alla mente, chiunque egli fosse, il Figlio di Dio o un disgraziato qualsiasi. Una sola
parola mi salì sulle labbra e quella sola sussurrai: grazie.
NARRATORE: Stremato, esausto, schiacciato dal pesante carico, Gesù ricorda quella sua promessa: “sia
fatta la tua volontà, non ciò che voglio io ma ciò che vuoi tu, Padre”. E dal profondo del suo animo nasce
ancora una volta la fermezza a bere fino in fondo il calice amaro che gli si presenta e, rialzandosi, si avvia
verso l’ultima prova
CANTO – ANIMA CHRISTI
(Sulle note del canto, la folla attende che Gesù e i personaggi abbiano salito le scale, poi continuano la processione verso la
scalinata. Alla fine del canto, parte la processione, che salirà fino al sagrato, in questo ordine: guida, Don Luciano, coro, folla, chiudi
fila)
DURANTE LA PROCESSIONE SI ALTERNERANNO SALMI, LITANIE, CANTI, PREGHIERE
VI QUADRO (Crocifissione e morte)
NARRATORE: Giunto sul luogo detto Golgota, i soldati crocifiggono Gesù insieme a due ladroni, uno alla sua
destra e uno alla sua sinistra.
SOLDATO1: Questa volta il trofeo è mio! (Il soldato alza la veste di Gesù)
SOLDATO2: Potremmo strapparla e ognuno se ne terrebbe un pezzo!
SOLDATO3: Perché strapparla? È una tunica d’un solo pezzo, senza cuciture; tiriamo a sorte a chi tocca!
NARRATORE: E così si compie la scrittura: “Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno
gettato la sorte”. (I soldati tornano al fianco della Croce) Sotto la Croce c’è sua madre Maria, Maria di Cleofa e
Maria di Magdala, insieme a Giovanni, il discepolo amato da Gesù. Vedendo la madre, Gesù le dice:
GESU: Madre, ecco tuo figlio
NARRATORE: E a Giovanni:
GESU: Ecco tua madre
NARRATORE: La folla intanto non smette di imprecare contro di lui:
FARISEO1: Diceva che avrebbe distrutto il tempio e lo avrebbe ricostruito in tre giorni. Salvi se stesso allora!
Se veramente è il Figlio di Dio scenda dalla Croce!
FARISEO2: Dice di essere il re d’Israele. Scenda dalla Croce ora e gli crederemo!
FARISEO3: Se davvero è il Figlio di Dio, che Lui lo liberi, se gli vuole bene!
LADRONE DI SINISTRA: È vero! Non hai detto di essere il Messia? E allora salva te stesso e anche noi!
LADRONE DI DESTRA: Neanche tu hai compassione per lui nonostante tu sia condannato alla stessa pena?
Noi riceviamo il giusto per le nostre azioni, ma lui che male ha fatto? Gesù, ricordati di me quando entrerai
nel tuo regno...
GESU: In verità ti dico, oggi sarai con me nel Paradiso.
NARRATORE: Sono ormai le tre del pomeriggio. Da mezzogiorno un buoi pesante cala su tutta la terra e nel
cuore degli uomini
GESU: Elì, elì, lema sabactani!
NARRATORE: Che significa: Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato?
FARISEO1: Sta chiamando Elia!
FARISEO2: Vediamo se viene il profeta Elia a salvarlo!
GESU: Padre, nelle tue mani affido il mio spirito.
CANTO – SIGNORE DOLCE VOLTO
(Molto lentamente, alla fine del canto, i personaggi entrano in Chiesa in silenzio seguiti dal Coro e dalla folla. Una volta entrati, il
coro intona TI SALUTO O CROCE SANTA)