IL PUNTO / I dati e i suggerimenti contenuti nella "Revisione" redatta dall'Ocse 0 0 Siano Elevata l'aspettativa di vita - pari a 82,3 anni -, ma troppe differenze tra Nord e Sud ual è lo stato dell'assistenza sanitaria nel nostro Paese? Quali gli aspetti positivi e le criticità? Tutte informazioni, insieme a una serie di possibili strategie per risolvere i problemi, si trovano nella "Revisio-. ne sulla qualità dell'assistenza sanitaria in Italia' redatta dall'Ocse - divisione Salute in collaborazione con Agenas e la Dg della Programmazione sanitaria dei ministero della Salute. Guardando prima di tutto all'organizzazione della nostra sanità, se la devoluzione ha portato alla nascita di progetti validi a livello regionale, l'Ocse rileva il mancato raggiungimento di una strategia coordinata a livello nazionale, con la conseguente disparità nei livelli di qualità raggiunti che dovrebbero invece mirare all'uniformità. Gli indicatori di esito, qualità ed efficienza a livello nazionale sono tra i più alti nellambito dei Paesi Ocse: 82,3 anni l'aspettativa di vita (l'Italia è al quinto posto), tassi di ricovero per asma, malattie polmonari croniche e diabete tra i più bassi al mondo e i tassi di mortalità a causa di ictus e infarto ben al di sotto della media Ocse. Purtroppo però con significative differenze a livello regionale, dettate anche dalla diffusione maggiore al Sud di alcune malattie croniche, e dalleterogeneità dal Punto di vista sociale ed economico. Le variazioni nei diversi indicatori arrivano fino al 50% di differenza, e non è omogeneo nemmeno il sistema di valutazione delle performance, da qui la difficoltà al confronto con gli standard nazionali. L'Italia è composta quindi da 21 sistemi sanitari regionali, e pazienti che si spostano da Sud a Nord per ricevere assistenza. L'Ocse auspica un maggior impegno di coordinazione a livello nazionale, una diffusione più capillare della rete di assistenza territoriale, maggior impegno nella promozione delle linee guida e nell'armonizzazione del database. Raccomandazioni già in parte raccolte dal Patto per la Salute 2014-2016. Non proprio rassicurante il dato sugli antibiotici prescritti, che a volume supera la media Ocse 1,5 volte, probabilmente perché non esistono linee guida in merito e, al contrario, vi sono incentivi al loro uso presso gli erogatori delle cure primarie, si legge nella Revisione. Tra i dati da considerare, la quota di popolazione over 65, al 20% nel 2011, in crescita di 1,7 volte nel 2050, e della popolazione di 80 anni, che passerà dal 6% al 14%, numeri che giustificano la crescita delle malattie croniche e dei ricoveri lunghi. Accanto all'invecchiamento, l'obesità nei giovani: dai 15 anni in su le percentuali sono tra le più elevate dell'Oese.
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