Da La Nuova Sardegna del 4 maggio 2014 Pronti a rilanciare il calzificio fallito: «Investiremo i soldi della mobilità» Offerta dei lavoratori per la Queen La proposta di una quindicina di ex dipendenti Nello stabilimento di Macomer le macchine ci sono tutte, ma servono manutenzioni costose per riattivarle di Tito Giuseppe Tola MACOMER Per ora è solo un’idea sulla quale un gruppo di ex dipendenti sta cercando di costruire un progetto, ma con l’aiuto e il sostegno del sindacato e delle istituzioni potrebbe concretizzarsi, facendo rinascere il calzificio chiuso da alcuni anni. Le lavoratrici e i lavoratori della ex Queen vogliono riaprire lo stabilimento di Tossilo chiuso dopo il fallimento della società e dopo che, alla fine del 2012, è abortito il tentativo di rilancio della Ft Calze, una società che aveva affittato un ramo d’azienda riprendendo la produzione con una sessantina di dipendenti. Una parte dei lavoratori non vuole arrendersi di fronte al nulla che arriverà dopo il 31 luglio del 2016, quando scadranno gli ammortizzatori sociali, e dalle ceneri della fabbrica chiusa si propone di far rinascere una nuova azienda. Un tentativo analogo a quelli dei lavoratori di numerose altre aziende italiane in forte crisi o che hanno cessato la produzione. L’idea è di una quindicina di ex dipendenti Queen: al primo congresso della Uiltec (i tessili, chimici ed elettrici della Uil) delle province di Nuoro e Oristano, celebrato il 30 aprile a Macomer, il sindacato l’ha recepita e fatta propria. Il segretario nazionale della Uiltec, Carmelo Prestileo, la farà uscire dai confini della Sardegna. «La porteremo alla valutazione dei ministeri del Lavoro e dell'Industria – ha detto – a cui chiederemo di sostenere il progetto». Che, va detto subito, non è di facile realizzazione. Per riavviare lo stabilimento servono investimenti. Le macchine ci sono tutte, e sono in buono stato, ma sono ferme da troppo tempo e non possono ripartire senza manutenzioni, che hanno un costo. «Siamo disposte a metterci i nostri soldi – dice la segretaria della Uiltec, Maria Grazia Angius, che è anche una ex lavoratrice Queen – rinunciamo agli ammortizzatori sociali, che ci faremmo anticipare dall’Inp, per utilizzarli a sostegno di un progetto che rimetta in moto la produzione. Lo facciamo per noi, per il nostro territorio, per il futuro dei nostri figli e delle nostra gente». Quella che propongono gli ex dipendenti Queen è una scommessa ad alto rischio. Si farebbero anticipare la mobilità che poi investirebbero nel progetto di una cooperativa di produzione. Si metterebbero in gioco investendo, oltre ai loro soldi, anche la loro esperienza, ma questo non basta. Servono altri soldi e un progetto tutto da costruire. La Uiltec ha già avviato contatti con la Femca e Filctem, i sindacati di categoria di Cgil e Cisl, per convocare un’assemblea pubblica con i lavoratori e le istituzioni, a partire dalla Regione, con i quali costruire un progetto. Realizzarlo non sarà facile, perché oltre a produrre sarà necessario vendere le produzioni e il mercato della calzetteria, soggetto a crisi cicliche, non è facile
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