modulo I Elettromagnetismo unità 1 Elettrostatica 2 Conduzione elettrica 3 Magnetostatica 4 Fenomeni di induzione 5 Campo elettromagnetico unità I1 Elettrostatica U n fenomeno inspiegabile secondo la teoria gravitazionale appare quando dell’ambra, dopo essere stata strofinata con un panno, attira minuscoli pezzi di foglie secche o polvere, vincendo la forza peso. prerequisiti forza campo di forza e linee di forza campo di forza conservativo ed energia potenziale flusso vettoriale campo gravitazionale 1.1 Carica elettrica Caratteristica intrinseca delle particelle atomiche. 1.2 Forza elettrica Interazione attrattiva e repulsiva tra cariche elettriche. 1.3 Campo elettrico Campo di forza generato da cariche elettriche. 1.4 Energia e potenziale elettrici Conseguenze del campo elettrico conservativo. 1.5 Teorema di Gauss per il flusso del campo elettrico Semplice strumento analitico per la determinazione del campo elettrico. 1.6 Distribuzioni continue e uniformi di carica elettrica Solidi di varie forme caricati elettricamente. 1.7 Capacità elettrica e condensatore Caratteristica intrinseca dei conduttori e dei sistemi di conduttori. UNITÀ I1 - ELETTROSTATICA 1.1 Carica elettrica L’attrazione di frammenti di carta da parte di una bacchetta di plastica strofinata con un panno di lana è tra i più comuni fenomeni della Fisica (fig. 1.1). Si spiega introducendo il concetto di carica elettrica, proprietà posseduta dalle particelle protone ed elettrone contenute nell’atomo. Cariche elettriche elementari nell’atomo L’atomo - “cellula” componente la materia - ha una struttura simile a un microscopico sistema planetario (fig. 1.2). Il nucleo (il Sole) in posizione centrale è costituito da due tipi di particelle: protoni e neutroni. Intorno al nucleo ruotano le particelle elettroni (i pianeti orbitanti). Figura 1.1 Stampa d’epoca del classico fenomeno dell'attrazione elettrica. Il protone e l’elettrone posseggono una caratteristica intrinseca, definita carica elettrica. Esistono due tipi di carica elettrica, quella del protone, classificata positiva, e quella dell’elettrone, classificata negativa. La carica elettrica è una grandezza fisica scalare solitamente indicata con lettere Q o q. La quantità di carica o intensità di carica posseduta dagli elettroni e dai protoni è dunque misurabile. Nel sistema SI l’unità di misura della carica elettrica è il coulomb (simbolo C). Figura 1.2 Modello planetario dell’atomo con evidenziati la carica elettrica positiva dei protoni e la carica elettrica negativa degli elettroni. neutroni protoni elettrone La misura della carica elettrica è composta dal valore assoluto dell’intensità, espresso in coulomb, preceduto dal segno di carica: simbolo + se positiva1, simbolo – se negativa. L’elettrone e il protone sono le cariche elettriche elementari, cioè quelle con l’intensità di carica più piccola presente in natura. Il loro valore assoluto è pari a 1, 6 1019 C Quindi l’elettrone ha carica elettrica q p 1, 6 1019 C . qe 1, 6 1019 C e il protone Caratteristiche generali delle cariche elettriche In generale le cariche elettriche sono composte da agglomerati di cariche elementari, dove l’intensità in coulomb è ovviamente un multiplo di 1,6 10-19. Per 1 Solitamente il segno + della carica positiva è omesso. 874 875 MODULO I - ELETTROMAGNETISMO esempio una carica elettrica di - 1 C è formata da un agglomerato di 1 C 0, 625 1019 elettroni 19 1, 6 10 C un numero elevatissimo di cariche elementari. Solitamente le cariche elettriche sono formate da un numero inferiore di elettroni o protoni: è quindi preferibile utilizzare come unità di misura sotto multipli del coulomb, come il micro-coulomb (1 C = 10-6 C), il nanocoulomb (1 nC = 10-9 C) e il picocoulomb (1 pC = 10-12 C). Riassumendo qualsiasi carica elettrica è formata da una o più cariche elettriche elementari del medesimo segno di carica. Figura 1.3 Esempi di rappresentazione grafica delle cariche elettriche. In figura 1.3 le rappresentazioni grafiche delle cariche elettriche generalmente adottate. La singola carica elettrica, anche se composta da un numero elevatissimo di cariche elementari, è comunque rappresentata da un punto (come se fosse un punto materiale) o dal simbolo del segno di carica (a volte anche cerchiato). Carica positiva Carica negativa +q -q +Q -Q ++++ --- Interazione elettrica tra cariche La distinzione tra carica elettrica positiva e negativa appare con fenomeni di reciproca attrazione e repulsione. In particolare Figura 1.4 Interazione tra cariche elettriche: (a) repulsione tra cariche con segno uguale; (b) attrazione tra cariche con segno opposto. cariche di segno uguale, cioè due cariche positive o negative, si respingono: su ciascuna carica agisce una forza repulsiva che l’allontana dall’altra (fig. 1.4a); a cariche di segno opposto, cioè una carica positiva e una negativa, si attraggono: su ciascuna carica agisce una forza attrattiva che l’avvicina all’altra (fig. 1.4b). b Le caratteristiche vettoriali di queste forze attrattive e repulsive, denominate elettriche, saranno presentate nel prossimo paragrafo. Mobilità delle cariche nei corpi All’interno dell'atomo, gli elettroni più lontani dal nucleo, definiti elettroni di conduzione, sono debolmente influenzati dalla forza attrattiva dei protoni e riescono a muoversi da un atomo all’altro più o meno facilmente. Rispetto alla UNITÀ I1 - ELETTROSTATICA mobilità degli elettroni di conduzione, i materiali si classificano nelle seguenti due classi: isolanti: materiali con elettroni di conduzione intensamente attratti dai protoni; esempi di isolanti sono la plastica, il legno, il vetro, la ceramica. conduttori: materiali con elettroni di conduzione debolmente attratti dai protoni, che perciò scorrono facilmente tra gli atomi con elevata mobilità; esempi di conduttori sono i metalli come rame, argento, oro. Elettrizzazione di un corpo In condizioni normali, gli atomi di un corpo hanno lo stesso numero di protoni e di elettroni, e quindi la carica negativa totale degli elettroni è bilanciata da quella totale positiva dei protoni. Gli atomi sono in grado di acquisire o cedere elettroni da/ad altri atomi rompendo la loro neutralità rispetto alla carica e, di conseguenza, anche quella del corpo. Se il corpo perde n elettroni, assume carica positiva, perché si trova con le n cariche positive dei protoni non più bilanciate; se acquista n elettroni, assume carica negativa, perché mancano le n cariche positive dei protoni di bilanciamento. Riassumendo, un corpo è definito neutro quando è in equilibrio rispetto alla carica elettrica; è definito carico, o elettrizzato, quando si arricchisce o si impoverisce di elettroni. A questo punto andiamo a descrivere i modi per elettrizzare un corpo neutro prendendo come modello una coppia di bacchette di materiale isolante o conduttore, riproducendo il primo esperimento condotto dallo scienziato statunitense Franklin (fig. 1.5). Elettrizzazione di un isolante Una bacchetta isolante neutra si elettrizza strofinandola con un panno morbido. Lo strofinio comporta un trasferimento di elettroni dall’isolante al panno o viceversa, provocando uno squilibrio di carica nei due oggetti. Si verifica sperimentalmente l’attrazione tra due bacchette isolanti, una di plastica strofinata con lana e l’altra di vetro strofinata con seta; si verifica invece una repulsione se si avvicinano due bacchette dello stesso materiale (fig. 1.6). Inoltre, qualsiasi altro isolante elettrizzato, se attratto dal vetro (dalla plastica) a sua volta respinto dalla plastica (dal vetro). Il verificarsi di questi due soli comportamenti porta a ipotizzare l’esistenza di due tipi di carica elettrica coinvolta nello strofinio tra isolante e panno. A riguardo, si impone in modo arbitrario che l’elettrizzazione: vetro con seta trasferisca elettroni dal vetro alla seta e dunque l’isolante perda elettroni e si carichi positivamente; plastica con lana trasferisca elettroni della lana alla plastica e dunque l’isolante acquisti elettroni e si carichi negativamente. Figura 1.5 Benjamin Franklin (Boston 1706, Filadelfia 1790). 876 877 MODULO I - ELETTROMAGNETISMO Figura 1.6 Coppia di isolanti elettrizzati con strofinio; l’interazione si manifesta in una torsione del filo a cui è appesa una delle due bacchette: (a) attrazione; (b) repulsione. bacchetta di vetro bacchette di vetro bacchetta di plastica a b Nell’approfondimento dedicato ai dielettrici vedremo come un isolante riesce ad attrarre minuscoli pezzi di materiali non elettrizzati (fig. 1.1). Elettrizzazione di un conduttore Un corpo conduttore su può elettrizzare nei seguenti due modi: Figura 1.7 Elettrizzazione di un conduttore per contatto: si carica arricchendo o impoverendo di cariche negative tutta la sua estensione. per contatto: ipotizziamo di toccare una bacchetta di materiale conduttore (ad esempio di rame), elettricamente neutro, con una bacchetta di materiale isolante (ad esempio di vetro), carica positivamente, quindi in difetto di elettroni (fig. 1.7a). Gli elettroni molto mobili del conduttore si trasferiscono nella bacchetta isolante per rimpiazzare gli elettroni mancanti. Il conduttore a sua volta perde elettroni e si carica positivamente (fig. 1.7b). Allontanato l’isolante elettrizzante, il conduttore rimane carico positivamente (fig. 1.7c). Se invece la bacchetta isolante è carica negativamente, gli elettroni in eccesso, liberi di muoversi, si trasferiscono facilmente nel conduttore arricchendolo di elettroni e dunque di cariche negative. In questo caso, allontanando l’isolante elettrizzante, il conduttore rimane carico negativamente. bacchetta di rame bacchetta di vetro a b c per induzione: ipotizziamo di avvicinare la bacchetta di isolante carico positivamente alla bacchetta di conduttore neutro senza toccarla (fig. 1.8a). Per attrazione, all’estremità del conduttore vicina all’isolante si addensano cariche negative, lasciando l’estremità opposta povera di elettroni e dunque carica positivamente (fig. 1.8b). In altri termini, si rompe la distribuzione uniforme di carica del conduttore. Allontanato l’isolante elettrizzante, gli elettroni nel conduttore ritornano a ridistribuirsi in modo uniforme in tutto il conduttore riportandolo in condizione neutra. Processo analogo se l’isolante elettrizzante è negativo. UNITÀ I1 - ELETTROSTATICA Figura 1.8 Elettrizzazione di un conduttore per induzione. bacchetta di rame bacchetta di vetro a b Riassumendo l’elettrizzazione per contatto carica in modo permanente e con il medesimo segno tutto il conduttore, quella per induzione carica in modo temporaneo separando le cariche di segno opposte in due zone diverse. Elettrostatica Questa unità è dedicata all’Elettrostatica, parte della Fisica dedicata ai fenomeni provocati da cariche elettriche con intensità e posizione nello spazio costanti nel tempo. Se non diversamente specificato (par. 1.6), considereremo cariche elettriche puntiformi, cioè di dimensioni trascurabili rispetto alle reciproche distanze. La forza elettrica presenta parecchie analogie con quella gravitazionale. 1.2 Forza elettrica Il processo di attrazione e repulsione elettrica tra cariche è descritto dal vettore forza elettrica. Consideriamo in figura 1.9 due cariche elettriche puntiformi collocate nel vuoto a una certa reciproca distanza. QB QA u FBsuA r a QB QA FBsuA b r FAsuB u FAsuB r r Figura 1.9 (a) Attrazione tra due cariche elettriche di segno opposto; se hanno medesima intensità in coulomb, la coppia è definita dipolo elettrico. (b) Repulsione tra due cariche elettriche di segno uguale (in questo caso sono entrambe positive). 878 879 MODULO I - ELETTROMAGNETISMO Figura 1.10 Charles Coulomb (Angulem 1736, Paris 1806). Il modulo della forza elettrica è definito dalla seguente legge di Coulomb (fig. 1.10) dedotta sperimentalmente con l'aiuto di un pendolo di torsione (fig. 1.11). Tra due cariche elettriche si manifesta una coppia di forze di attrazione, o di repulsione, aventi modulo F direttamente proporzionale al prodotto dei valori assoluti delle cariche Q A e QB , e inversamente proporzionale al quadrato della reciproca distanza r, cioè FK QA QB (1.1a) r2 La costante K ha valore e unità di misura K 1 4 0 8,99 109 Nm 2 C2 (1.1b) e il parametro ε0, definito costante dielettrica del vuoto, ha valore e unità di misura 0 8,85 1012 B C2 Nm 2 (1.1c) A Figura 1.11 Modello del pendolo di torsione impiegato da Coulomb per enunciare la sua legge. Le piccole sfere, a (mobile) e b (fissa), sono caricate elettricamente; la forza elettrica agente sulla sferetta a tende a torcere il filo di sospensione di un certo angolo θ. Dalla misura di θ si determina l’intensità della forza elettrica. Lo strumento è molto simile a quello impiegato da Cavendish per la misura della costante di gravitazione universale (vedere approfondimento, unità D5). Le direzioni delle due forze elettriche sono parallele alla retta congiungente le cariche, e il verso della forza agente sulla singola carica è rivolto (opposto) all’altra carica se le cariche sono di segno diverso (uguale). Infatti, l’interazione elettrica fra due cariche compare sempre come una coppia di forze attrattive o repulsive, secondo il terzo principio della dinamica. A riguardo, consideriamo l’asse cartesiano r con versore u di figura 1.9 e usiamo le notazioni (1.8) dell’unità D1 per distinguere i seguenti due casi. Cariche con segno opposto (fig. 1.9a) Su QB agisce la forza attrattiva causata da QA FAsuB F u e su QA agisce la forza attrattiva causata da QB FBsuA F u con il modulo F dato dalla (1.1a). Quindi le due forze attrattive agiscono su cariche diverse e sono tra loro opposte, cioè FBsuA FAsuB Cariche con segno uguale (fig. 1.9b) Su QB agisce la forza repulsiva causata da QA FAsuB F u UNITÀ I1 - ELETTROSTATICA e su QA agisce la forza repulsiva causata da QB FBsuA F u con il modulo F dato dalla (1.1a). Quindi le due forze repulsive agiscono su cariche diverse e sono tra loro opposte, cioè FBsuA FAsuB Confrontando la (1.1a) con la (5.1) dell’unità D5 osserviamo una significativa analogia tra la legge di Coulomb e quella di gravitazione universale: in entrambe, le forze sono inversamente proporzionali al quadrato della distanza, con la carica elettrica che svolge la medesima funzione della massa nella legge di gravitazione. Differenze appaiono nella tipologia della forza, solo attrattiva in quella gravitazionale, e nella maggiore intensità di quella elettrica (vedere problema svolto 1.2). Problema svolto 1.1 Due cariche puntiformi q1 = 4,0 C e q2 = 10 C sono poste nel vuoto a una distanza r = 60 cm. Calcolare il modulo della forza elettrica. La forza elettrica ha modulo dato dalla legge di Coulomb (1.1) 2 6 6 q1q2 9 N m (4, 0 10 C)(10 10 C) 1, 0 N F K 2 8,99 10 r C2 (0, 60 m) 2 La forza è repulsiva, in quanto le cariche sono entrambe positive. Problema svolto 1.2 Nell’atomo di idrogeno il protone e l’elettrone sono a una distanza approssimativamente di r = 1,0 · 10-10 m. Calcolare l’intensità della forza elettrica e di quella gravitazionale tra le due particelle. Dalla legge di Coulomb (1.1), l’intensità della forza elettrica, in questo caso attrattiva, tra le due particelle è Fe K qe q p r2 N m 2 (1, 6 1019 C) 2 8,99 109 2,3 108 N 2 10 2 C (1, 0 10 m) (qe è in valore assoluto perché ha segno negativo). Calcoliamo l’intensità della forza di attrazione gravitazionale con la (5.1) dell’unità D5, ricordando la massa dell’elettrone me = 9,11 · 10-31 kg e quella del protone mp = 1,67 · 10-27 kg Fg G me m p r2 1, 0 1047 N N m 2 (9,111031 kg)(1, 67 1027 kg) 6, 67 1011 kg 2 (1, 0 1010 m) 2 880 881 MODULO I - ELETTROMAGNETISMO Il rapporto Fg/Fe è dell’ordine di 10-40, quindi la forza gravitazionale tra particelle atomiche è trascurabile rispetto a quella elettrica. La forza gravitazionale risulta invece essere più intensa di quella elettrica su scala astronomica, dove le masse dei corpi coinvolti sono enormi. Sovrapposizione degli effetti Figura 1.12 Le forze elettriche F1 e F2, esercitate rispettivamente da Q1 e Q2, agiscono su Q. La carica si allontana a causa della forza elettrica totale dedotta dalla somma vettoriale F = F1 + F2 svolta con il metodo del parallelogramma. Anche per le forze elettriche è valido il principio di sovrapposizione degli effetti introdotto per quelle gravitazionali (vedere fig. 5.2, unità D5). Consideriamo un sistema di N cariche elettriche nel vuoto: la forza elettrica esercitata sull’i-esima carica elettrica è la somma vettoriale delle forze elettriche che ogni singola carica elettrica eserciterebbe in assenza delle altre cariche. In figura 1.12 un esempio di forza elettrica repulsiva su una carica causata da altre due cariche. F F2 F1 Q Q1 Q2 Problema svolto 1.3 In figura 1.13, due cariche q1 = q2 = q = 10 nC sono poste rispettivamente nei punti A (0; 1,0 cm) e B (0; -1,0 cm) e una carica q3 = 2q nel punto C (1,0 cm; 0). Calcolare il modulo, la direzione e il verso della forza F3 esercitata dalle prime due cariche sulla terza. Figura 1.13 y q1 y q1 A F23 A d q3 q3 O q2 C O x q2 B a C B x F13 b Applichiamo il teorema di Pitagora per determinare la distanza d delle cariche q1 e q2 dalla carica q3: d AO 2 OC 2 (1, 0 cm) 2 (1, 0 cm) 2 2 cm . Poiché le cariche sono tutte positive, la forza F13 che la carica q1 esercita su q3 ha modulo F13 K q1q3 2q 2 K e la forza F23 che la carica q2 esercita su q3 d2 d2 ha lo stesso modulo di F13; le direzioni sono mostrate in figura. Esplicitiamo i due vettori forza secondo le componenti vettoriali: F13 F13 x i F13 y j UNITÀ I1 - ELETTROSTATICA F23 F23 x i F23 y j Per il principio di sovrapposizione, la forza F3 è la somma vettoriale delle forze F13 e F23. Poiché F13 x F23 x F13 cos 45 2 F13 e F13 y F23 y , 2 la forza risultante su q3 è F3 F13 F23 F13 x F23 x i 2 F13 i K 2 2q 2 i d2 Quindi, la forza F3 ha direzione e verso coincidente con quelle dell’asse x, e modulo N m 2 2 2(10 109 ) 2 C2 1,3 102 N F3 8,99 109 2 2 2 2 C ( 2 10 ) m L’esistenza di due tipi di cariche elettriche rende il campo elettrico leggermente più complesso di quello gravitazionale. 1.3 Campo elettrico Trattiamo l’interazione elettrica, descritta dalla legge di Coulomb, come effetto di un campo di forze generato dalla carica elettrica (par. 3.5, unità A3). La carica elettrica perturba lo spazio circostante con un campo di forze definito elettrico. In figura 1.14 il modello adottato per analizzare il campo elettrico: nell’origine del sistema di riferimento, una carica sorgente Q fissa, generatrice del campo; a una generica distanza r, una carica esploratrice positiva q, che con il suo moto rileva il potere attrattivo o repulsivo della carica sorgente. Per descrivere in modo completo il campo elettrico (come del resto un qualsiasi campo di forze) definiamo la forza caratterizzante, le linee del campo e, se il campo è conservativo, l’energia potenziale. P E q d E Q Q u a u r b r P q d Figura 1.14 Campo rilevato dalla carica esploratrice positiva q in P. (a) vettore campo elettrico applicato in P per Q positiva; (b) vettore campo elettrico applicato in P per Q negativa. 882 883 MODULO I - ELETTROMAGNETISMO Vettore campo elettrico In figura 1.14 la carica sorgente Q è positiva; dalla legge di Coulomb una forza elettrica repulsiva agisce sulla carica esploratrice q, data dall’espressione vettoriale FQsuq K Qq u r2 (1.2) Osserviamo come la carica q influisca sull’intensità di F , ostacolando l’obiettivo di studiare esclusivamente il campo generato dalla carica Q. Per eliminare il “disturbo” dividiamo la (1.2) per q, ottenendo l’effettiva perturbazione di Q attraverso il campo elettrico in un punto P a distanza r. Quindi E FQsuq q K Q u r2 (1.3) dove E è definito vettore campo elettrico. L’unità della misura del modulo del vettore campo elettrico, nel sistema SI, è coulomb su metro al quadrato (in simboli C m-2). Riassumendo la perturbazione provocata dal campo elettrico generato da una carica elettrica Q a una distanza r è definita dal vettore campo elettrico EK Q u r2 (1.4a) dove il vettore E è concorde con il versore u se la carica sorgente Q è positiva fig. 1.14b) ed è discorde se Q è negativa (fig. 1.14c); naturalmente la direzione di E è sempre parallela alla congiungente tra Q e il punto P, e l’intensità EK Q r2 (1.4b) è inversamente proporzionale al quadrato della distanza tra Q e P. Relazione tra campo e forza elettrici Nella (1.3), il rapporto E FQsuq q offre le seguenti due possibilità operative. Se si conosce la forza elettrica F applicata a una carica elettrica q è possibile determinare il campo elettrico E in cui è immersa la carica, eseguendo il rapporto E F q (1.5a) dove il modulo del vettore campo è E F q . Se, invece, si conosce il campo elettrico E in un punto dello spazio, è possibile determinare la forza elettrica F a cui sarebbe soggetta una carica q collocata UNITÀ I1 - ELETTROSTATICA nel medesimo punto, eseguendo il prodotto Fq E (1.5b) dove il modulo della forza è F q E . Nelle (1.5), il segno della carica q impone i reciproci versi di E ed F; per questo i rispettivi moduli devono essere definiti con q in valore assoluto. Infine, anche per il vettore E è valido il principio di sovrapposizione degli effetti, enunciato per le forze elettriche: dato un sistema di N cariche elettriche, il campo elettrico in un punto dello spazio è la somma vettoriale dei campi elettrici che ogni singola carica produrrebbe nel medesimo punto in assenza delle altre cariche. Problema svolto 1.4 Una carica puntiforme q1 = 2,5 C è ferma in un punto nel vuoto. Una seconda carica q2 = 1,0 nC di massa m2 = 0,20 g è alla distanza d = 1,0 m dalla prima e, lasciata libera, inizia a muoversi con un’accelerazione a. Calcolare il modulo di a. La carica q2 si avvicina o si allontana da q1? La carica q2 si muove di moto accelerato perché su di essa agisce la forza elettrica F q2 E (1) dove E è il campo elettrico generato dalla carica q1 a distanza d, con modulo EK q1 . d2 Applichiamo l’equazione di Newton con la (1) F m2 a (1.5c, unità D1) e sostituiamo q2 E m2 a (2) Trasformiamo in modulo i vettori della (2) e isoliamo l’accelerazione a a q2 E m2 K q1q2 d2 m2 Sostituiamo i valori del problema e otteniamo 2 6 9 9 Nm (2,5 10 C)(1, 0 10 C) 8,99 10 C2 (1, 0 m) 2 m 0,11 2 a 3 2 (0, 20 10 kg) s La carica q2 si allontana da q1 con accelerazione a, poiché la forza elettrica tra le due cariche positive è repulsiva. 884 885 MODULO I - ELETTROMAGNETISMO Problema svolto 1.5 Figura 1.15 In figura 1.15, due cariche puntiformi q1 = 10 nC e q2 = 20 nC distano r = 1,0 cm. Determinare in quale punto tra le due cariche il campo elettrico totale risulta nullo. q1 q2 P x r-x r Per il principio di sovrapposizione, il campo elettrico generato dalle due cariche in un punto è la somma vettoriale dei singoli campi elettrici. La carica q1 è positiva e il vettore del suo campo elettrico E1, in un punto qualsiasi P, ha verso rivolto a destra con modulo E1 K q1 x2 (1) La carica q2 è positiva e il vettore del suo campo elettrico E2, in P ha verso rivolto a sinistra con modulo E2 k q2 (r x) 2 (2) Il campo elettrico risultante è nullo quando E1 = E2: quindi uguagliando la (1) e la (2) q1 q2 2 x (r x) 2 (3) dove x è la distanza incognita del problema. Andiamo a determinarla dalla (3) 2 q1 x q2 rx q x 1 rx q2 (4) Essendo il membro a destra positivo, la soluzione negativa non è accettabile. Quindi la soluzione del problema è x q1 q1 q2 r 10 109 C 10 109 C 20 109 C 1, 0 cm 0,41 cm Linee del campo elettrico In generale, le linee di un campo di forza visualizzano in modo immediato le caratteristiche del campo, e la loro densità nello spazio quantifica l’intensità del campo (par. 3.5, unità A3). Analizziamo le linee del campo elettrico. Immaginiamo di determinare, punto per punto, intorno alla carica sorgente Q UNITÀ I1 - ELETTROSTATICA di figura 1.14b, il modulo, la direzione e il verso del vettore E tramite la (1.4); le linee del campo sono quindi tracciate in modo che in ogni punto, il vettore E sia tangente. In figura 1.16 le linee del campo per la carica sorgente positiva e negativa. In entrambi i casi la direzione delle linee di forza è radiale come per il campo gravitazionale; il verso delle linee è invece concorde con quello di E: prendendo quindi come riferimento le figure 1.14 b e c abbiamo verso rivolto all’esterno (interno) per la carica positiva (negativa). Figura 1.16 Linee di forza del campo elettrico generato da una singola carica elettrica: (a) carica positiva; (b) carica negativa. E E a b Linee del campo elettrico per un sistema di cariche In figura 1.17 si possono osservare le linee del campo elettrico generato da due cariche elettriche con uguale valore assoluto di carica. Le linee del campo sono costruite applicando in ogni punto dello spazio il vettore E1 provocato da Q1 e il vettore E2 provocato da Q2, entrambi determinati con la (1.4). Quindi, per il principio di sovrapposizione degli effetti, si esegue la somma vettoriale tra i due vettori per determinare in ogni punto il vettore totale E. Infine, si tracciano le linee del campo imponendo i vettori E sempre tangenti in ogni punto. È prevedibile aspettarsi linee di forza con forma e versi differenti per coppie di cariche elettriche di segno opposto (fig. 1.17a) e uguale (fig. 1.17b). La simmetria delle linee è dovuta all’uguaglianza dell’intensità delle cariche Q1 e Q2. Figura 1.17 Linee del campo elettrico generato da una coppia di cariche di uguale intensità: (a) cariche di segno opposto (dipolo elettrico); (b) cariche di segno uguale. E E a b 886 887 MODULO I - ELETTROMAGNETISMO In generale, in presenza di due o più cariche, le linee di forza partono sempre dalle cariche positive e terminano in quelle negative, e la loro forma è influenzata dall’intensità delle cariche (fig. 1.18). Figura 1.18 Linee del campo elettrico generato da un sistema composto da tre cariche di intensità diversa. 3Q -3 3Q +3 +1 Q Q +1 Campo elettrico conservativo Dal paragrafo 2.2 dell’unità D2, un campo è conservativo se la relativa forza è conservativa, cioè se il lavoro compiuto non dipende dal percorso ma solo dalla sua posizione iniziale e finale o, in modo equivalente, il lavoro compiuto su un percorso chiuso è nullo. Dimostriamo la conservatività della forza elettrica. In figura 1.19 ipotizziamo un campo elettrico generato da una carica sorgente Q positiva e una carica negativa q a una distanza r. Il lavoro compiuto dalla forza elettrica FQsuq tra la generica posizione iniziale I, distante rI da Q, alla generica posizione finale F, distante rF, è LI F FQsuq s K Figura 1.19 La forza elettrica è conservativa: il lavoro compiuto non dipende dal percorso scelto, sia esso quello radiale a o uno generico b. Qq Qq K rI rF I a F s (1.6) r -q FQsuq Q u b La (1.6) si dimostra con il calcolo integrale che non svolgiamo. Importante è invece osservare come il percorso della carica non influisca sul lavoro compiuto dalla forza elettrica. Nel prossimo paragrafo vedremo il significato dei termini a secondo membro della (1.6). Per il momento ci limitiamo ad affermare che la forza elettrica è conservativa e, quindi, anche il campo elettrico è conservativo. UNITÀ I1 - ELETTROSTATICA Circuitazione del campo elettrico Per un qualsiasi campo di forze è possibile verificare la sua conservatività eseguendo il calcolo della grandezza fisica scalare circuitazione del campo. Spieghiamo il concetto di circuitazione applicando i seguenti passaggi a un generico campo elettrico E, a ulteriore conferma della sua conservatività (fig. 1.20). E C 1) Si traccia una linea chiusa C definendo un arbitrario senso di percorrenza su di essa (in fig.1.20 è indicato con una freccia viola). 2) Si suddivide C in n tratti infinitesimi tali da considerarli rettilinei. 3) All’i-esimo tratto si associa un vettore li, con modulo dato dalla lunghezza del tratto, direzione tangente alla curva e verso dato dal senso di percorrenza di C. Ei li 4) All’i-esimo tratto si considera il vettore Ei applicato nel punto di applicazione del vettore li. 5) Si esegue il prodotto scalare tra i due vettori, cioè (1) Ei l i 6) Si ripete la (1) per gli n tratti infinitesimi di C e si sommano gli n prodotti scalari n E1 l1 E2 l 2 En l n Ei l i (2) i=1 La sommatoria (2) esprime la grandezza scalare circuitazione del campo elettrico E lungo la linea chiusa C, indicata con C(E), cioè n C ( E) = E i l i (1.7) i=1 con unità di misura newton per metro su coulomb (simbolo N m/C). In generale, se un campo di forza è conservativo, la sua circuitazione è nulla. Essendo il campo elettrico conservativo, dobbiamo quindi aspettarci l’annullamento della (1.7): riscriviamola sostituendo Ei con la (1.5a) n C ( E) = E l i i = i=1 1 n Fi li q i=1 (3) La sommatoria a destra è il lavoro compiuto dalla forza elettrica lungo un percorso chiuso e, siccome la forza è conservativa, abbiamo 1 n Fi li 0 q i=1 e come previsto C ( E) = 0 Figura 1.20 Circuitazione del campo elettrico; sono evidenziati i vettori li ed Ei dell’i-esimo tratto sulla curva C. 888 889 MODULO I - ELETTROMAGNETISMO Riassumendo la circuitazione del campo elettrico è nulla, cioè (1.8) C ( E) = 0 e dunque il campo è conservativo. Il calcolo della circuitazione per il campo elettrico è poco significativo, essendo sempre nullo. Apprezzeremo la potenzialità del calcolo con il campo magnetico (unità I3), la cui circuitazione può essere anche diversa da zero, offrendo informazioni sulle sorgenti del campo. La conservatività del campo elettrico comporta una forma di energia potenziale. 1.4 Energia e potenziale elettrici Dal paragrafo 2.3, unità D2, per qualsiasi campo di forze conservativo come quello elettrico, è possibile definire la grandezza fisica scalare energia potenziale. Nota questa energia, il lavoro compiuto dalla forza dalla posizione iniziale I a quella finale F, è espresso dalla (2.5), cioè LI F EP (I) EP (F) (1) dove EP(I) ed EP(F) sono i valori di energia potenziale nelle due posizioni. L’energia potenziale per il campo elettrico ha la denominazione “elettrica” e simbolo U (è chiamata anche energia elettrostatica). La (1) diventa quindi LI F U (I) U (F) (1.9) Andiamo quindi a introdurre le caratteristiche energetiche del campo elettrico. Energia potenziale elettrica (o energia elettrostatica) Riconsideriamo la figura 1.19 e per comodità riproponiamo la (1.6) LI F FQsuq s K Qq Qq K rI rF (1.10) Siccome il campo elettrico è conservativo, i termini della sottrazione (1.10) sono rispettivamente l’energia potenziale U(I) in rI, ed U(F) in rF come espresso dalla (1.9). A questo punto imponiamo il punto a energia potenziale elettrica zero in modo analogo a quanto eseguito per il campo gravitazionale. Se portiamo la posizione iniziale a distanza infinita dalla carica sorgente Q (cioè rI = ), l’energia UNITÀ I1 - ELETTROSTATICA potenziale iniziale si annulla U (rI ) K Qq 0 e la (1.10) diventa L F 0 K Qq rF (2) dove la notazione F indica il lavoro della forza elettrica compiuto da una posizione iniziale a distanza infinita a una posizione finale più vicina a Q, cioè rF (il segno algebrico del lavoro dipende dai segni delle cariche Q e q). Quindi nella (2), il termine K Qq rF esprime l’energia potenziale posseduta dalla carica q a distanza rF dalla carica sorgente Q. In generale, per una distanza r qualsiasi l’energia potenziale elettrica, o energia elettrostatica, posseduta da una carica q a distanza r dalla carica sorgente Q di un campo elettrico è U (r ) K Qq r (1.11a) con punto a energia potenziale zero scelto a distanza infinita, cioè U (r ) 0 (1.11b) Differenza di energia potenziale elettrica Data una carica q immersa in un campo elettrico, la differenza di energia potenziale U che subisce nel passare dalla posizione iniziale I a quella finale F è 1 1 U U (rF ) U (rI ) K Q q rF rI (1.12) dove abbiamo applicato la (1.11a) e raccolto i termini comuni. Considerando la (1.9) e la (1.12) otteniamo LI F U (1.13) e dunque la forza elettrica compie sulla carica q un lavoro positivo (negativo) se l’allontanamento o l’avvicinamento di q a Q comporta una diminuzione (un aumento) della sua energia potenziale. In generale, il comportamento energetico della carica q dipende dal suo segno rispetto a quello della carica sorgente, come andiamo a dimostrare. 890 891 MODULO I - ELETTROMAGNETISMO Figura 1.21 Diagramma dell’energia potenziale elettrica di q in funzione della distanza r dalla carica sorgente Q: (a) cariche di segno opposto; (b) cariche di segno uguale. Q e q con segno contrario: la forza elettrica su q è attrattiva. In figura 1.21a l’andamento di U in funzione di r: dalla (1.11a) U è sempre negativa e aumenta in valore assoluto con l’avvicinarsi di q a Q. L’avvicinamento comporta U < 0 e dalla (1.13) la forza di attrazione su q compie lavoro positivo (infatti forza e spostamento hanno versi concordi). Invitiamo ad analizzare il caso di allontanamento. Per comprendere meglio, immaginiamo una molla con Q a un suo estremo fisso e q all’altro estremo, mobile. L’aumento di U nell’avvicinarsi di q a Q lo simuliamo allungando la molla. Più tiriamo la molla, più q acquista energia potenziale “elastica”, trasformata in energia cinetica nell’attrazione verso Q una volta lasciato libero l’estremo con q. Q e q con segno uguale: la forza elettrica su q è repulsiva. In figura 1.21b l’andamento di U in funzione di r: dalla (1.11a) U è sempre positiva, e aumenta con l’avvicinarsi di q a Q. L’avvicinamento comporta U > 0 e dalla (1.13) la forza di attrazione su q compie lavoro negativo (infatti forza e spostamento hanno versi discordi). Invitiamo ad analizzare il caso di allontanamento. Riprendiamo il modello con molla: l’aumento di U nell’avvicinarsi di q a Q lo simuliamo comprimendo la molla. Più comprimiamo la molla, più q acquista energia potenziale “elastica”, trasformata in energia cinetica nella repulsione da Q una volta lasciato libero l’estremo con q. U r U r a b Energia potenziale elettrica di un sistema di cariche elettriche L’acquisizione di energia potenziale non è prerogativa solo di una singola carica rispetto a una carica sorgente. In generale, un qualsiasi sistema composto da due o più cariche elettriche in reciproca interazione elettrica acquista energia elettrostatica. Tale energia si determina sommando le energie potenziali dovute a ogni possibile coppia di cariche del sistema. La generica coppia di cariche qi e qj, a distanza reciproca rij in un sistema di cariche, offre all’energia potenziale elettrica complessiva del sistema un contributo di energia Uij, dato dalla (1.11a) nel seguente modo U ij K qi q j rij (1.11c) Il problema svolto 1.6 mostra una applicazione pratica del calcolo dell’energia elettrostatica di un sistema di cariche. UNITÀ I1 - ELETTROSTATICA Potenziale elettrico (o tensione) Dalla (1.11a), l’energia potenziale elettrica è funzione della carica esploratrice q. Per risolvere problemi di elettrostatica si preferisce caratterizzare l’energia di un campo elettrico in funzione solo della carica sorgente e della distanza da essa (medesima considerazione è stata svolta per il campo elettrico). Per eliminare il “disturbo” della carica esploratrice, dividiamo la (1.11a) per q, ottenendo la seguente nuova grandezza scalare (fig. 1.22). Figura 1.22 Potenziale in vari punti del campo elettrico prodotto da una carica. V(r1) r1 Q V(r2) r2 ri V(ri) Dato un campo elettrico generato da una carica sorgente Q, il potenziale elettrico V, o tensione, a una distanza r, è V (r ) U (r ) Q K q r (1.14) L’unità di misura del potenziale elettrico nel sistema SI è il volt (simbolo V). Il potenziale può assumere valori positivi o negativi a seconda del segno della carica sorgente Q del campo; inoltre, il potenziale di un sistema di due o più cariche in un punto è la somma algebrica dei potenziali prodotti dalle singole cariche nel medesimo punto in assenza delle altre cariche. Noto il potenziale in un punto P, la (1.14) consente di determinare l’energia potenziale che acquisterebbe una carica q nel medesimo punto, cioè U (r ) q V (r ) (1.15) Attenzione: il potenziale non è prerogativa solo del campo elettrico ma di qualsiasi campo di forze purché sia conservativo. Differenza di potenziale elettrico o di tensione La (1.14) esprime il potenziale di un campo elettrico in un generico punto P a distanza r dalla carica sorgente Q. Nell’elettrostatica e nei circuiti elettrici (unità I2) è particolarmente utile conoscere la differenza di potenziale tra due generici punti di un campo elettrico. A riguardo consideriamo due punti A e B di un campo elettrico. Si definisce differenza di potenziale elettrico V, la relazione 1 1 V V (rA ) V (rB ) KQ rA rB dove abbiamo applicato la (1.14) a V(rA) e a V(rB). A volte la differenza di potenziale è indicata con l’acronimo d.d.p. 892 893 MODULO I - ELETTROMAGNETISMO Lavoro sulla carica unitaria ed elettronvolt La (1.15) consente di relazionare la differenza di energia potenziale con la differenza di potenziale secondo l’immediata relazione U q V da cui V U q (3) Dalla (1.13) abbiamo U = –LA B; sostituendo nella (3) otteniamo V LA B q Se poniamo entrambi i termini in valore assoluto V LA B q (1.16) otteniamo l’uguaglianza tra i valori assoluti della differenza di potenziale e del lavoro compiuto dalla forza elettrica nello spostare una carica di intensità unitaria dal punto A al punto B. Concludiamo, isolando nella (1.16) il lavoro LA B q V (4) La (4) consente di definire l’unità di misura elettronvolt (simbolo eV), una nuova unità particolarmente adatta per misurare il lavoro compiuto dalle forze elettriche. Dalla (4), 1 eV equivale al lavoro in valore assoluto compiuto dalla forza elettrica per spostare una carica di un elettrone tra due punti con differenza di potenziale di 1 V. Superfici equipotenziali In generale, dato un campo di forze, le superfici equipotenziali sono l’insieme dei punti dello spazio in cui il potenziale ha lo stesso valore. Si dimostra che la superficie in ogni suo punto è perpendicolare alla linea di campo che passa nel medesimo punto. Per il campo elettrico, le superfici equipotenziali sono i punti dello spazio in cui il potenziale espresso dalla (1.16) assume lo stesso valore. Come esempi, in figura 1.23 sono tracciate le superfici equipotenziali per i campi elettrici generati da una carica elettrica e da un dipolo elettrico. Dalla definizione di superficie equipotenziale, tra qualsiasi coppia di suoi punti non esiste differenza di potenziale, cioè V 0 e dalla (1.16), pure LA B 0 . Quindi il lavoro compiuto dalla forza elettrica su una carica che si sposta su una superficie equipotenziale è nullo. UNITÀ I1 - ELETTROSTATICA superfici equipotenziali superfici equipotenziali Problema svolto 1.6 Dato il sistema di cariche elettriche del problema svolto 1.3, determinare: 1) l’energia elettrostatica complessiva del sistema; 2) la velocità massima vmax raggiunta dalla carica q3 (massa m = 2,0 · 10-11 kg) a causa della forza repulsiva esercitata dalle altre due cariche. 1) L’energia potenziale delle tre cariche è la somma delle energie potenziali di tutte le possibili coppie di cariche, ciascuna calcolata con la (1.11c). Quindi, l’energia potenziale UI del sistema è data dalla somma di tre contributi U I U12 U13 U 23 K qq qq q1q2 q2 2q 2 2q 2 K 1 3 K 2 3 K K K d d d d AB AB 4 1 Kq 2 AB d Sostituiamo i dati del problema e otteniamo N m2 1 4 3, 0 104 J U I 8,99 109 (10 109 ) 2 C2 2 2 2 C 2 10 m 2, 0 10 m 2) La carica q3 si allontana lungo l’asse x per effetto della forza repulsiva F3 calcolata nel problema 1.3, portandosi a distanza infinita dalle cariche q1 e q2. L’energia potenziale iniziale del sistema delle tre cariche è quella calcolata nel punto 1). L’energia potenziale finale, con q3 a distanza infinita dalle cariche q1 e q2, è U F U12 K q1q2 N m 2 (10 109 ) 2 C2 q2 K 8,99 109 4,5 105 J 2 2 AB AB C 2, 0 10 m Dalla (1.13) e dal teorema dell’energia cinetica (formula (2.18) unità D2), abbiamo ECF ECI U I U F (1) Figura 1.23 Esempi di superfici equipotenziali del campo elettrico: le linee arancione indicano le sezioni delle superifici originate dall’intersezitne con il piano del foglio. 894 895 MODULO I - ELETTROMAGNETISMO dove l’energia cinetica iniziale ECI è nulla perché la carica è inizialmente ferma 1 2 e quella finale è ECF mvmax . Quindi la (1) diventa 2 1 2 4q 2 mvmax U I U F K 2 d da cui ricaviamo la velocità massima raggiunta dalla carica vmax q K 8 md 2 8 9 Nm 3 m (10 10 C) 8,99 10 5, 0 10 2 11 2 C (2, 0 10 kg)( 2 10 m) s 9 Dal flusso del campo elettrico è possibile risalire all’intensità delle cariche elettriche generatrici. 1.5 Teorema di Gauss per il flusso del campo elettrico Il teorema di Gauss calcola il modo semplice e immediato il modulo del vettore campo elettrico, anche per campi generati da sistemi di cariche complessi. Per spiegare il teorema con maggiore chiarezza, riproponiamo il concetto di flusso di campo di forze (par. 3.5, unità A3), adattato al campo elettrico. Flusso del campo elettrico In figura 1.24 è schematizzata una superficie piana di area S con il relativo vettore superficie S; ricordiamo che i vettori superficie hanno direzione perpendicolare al piano, modulo uguale all’area, e verso fissato arbitrariamente. La superficie è attraversata da linee di campo elettrico E. Si definisce flusso del campo elettrico (E) , il prodotto scalare tra il vettore E e il vettore superficie S, cioè (E) E S E S cos (1.17) dove è l’angolo formato tra le direzioni delle linee del campo e di S. L’unità di misura del flusso del campo elettrico è newton per metro quadro su coulomb (in simbolo (N m2)/C). Il flusso offre un’informazione importante sul campo elettrico: infatti quantifica la densità in una certa zona dello spazio delle sue linee di campo e dunque della sua intensità. Dalla (1.17) osserviamo la dipendenza del flusso dall’area S, dal modulo E e dall’angolo , cioè dall’inclinazione delle linee del campo rispetto la superficie. A seconda del valore di , la grandezza scalare flusso assume valori positivi o negativi. In generale se le linee di campo sono: UNITÀ I1 - ELETTROSTATICA - uscenti dalla superficie, cioè se è compreso tra 0 e 90°, cos è positivo, e dunque il flusso (E) è positivo (fig. 1.24a) - entranti nella superficie, cioè se è compreso tra 90° e 180°, cos è negativo, e dunque il flusso (E) è negativo (fig. 1.24b) Figura 1.24 Linee del campo elettrico E attraversano una porzione di superficie con vettore superficie S. S S a a E a E b Inoltre, se le linee di campo sono perpendicolari alla superficie ( = 0°, cos 0° = 1) il flusso è massimo ( (E) ES ); se invece sono parallele ( = 90°, cos 90°= 0) il flusso è nullo ( (E) 0 ). Superfici gaussiane Per applicare il teorema di Gauss, il flusso deve essere calcolato rispetto a superfici gaussiane, cioè superfici chiuse, come per esempio la superficie esterna di una sfera o di un cilindro. Nelle superfici gaussiane il vettore S ha sempre verso rivolto all’esterno e, dunque, il flusso uscente da una superficie chiusa è positivo, e il flusso entrante è negativo. Vedremo come la scelta di un’opportuna superficie gaussiana semplifichi i calcoli della (1.17). Teorema di Gauss Definito il flusso del campo elettrico attraverso una superficie aperta e chiusa, enunciamo il teorema di Gauss (fig. 1.25). Il flusso del campo elettrico S (E) attraverso una superficie gaussiana è dato dal rapporto S ( E) Qint 0 (1.18) dove Qint è la carica elettrica complessiva racchiusa nella superficie gaussiana ed ε0, è la costante dielettrica nel vuoto. Il pedice S indica un flusso considerato attraverso una superficie gaussiana. Attenzione: la carica elettrica complessiva racchiusa è data dalla somma algebrica delle intensità delle cariche elettriche, positive e negative, contenute nella superficie gaussiana. Figura 1.25 Carl Friedrich Gauss (Braunschweig, 1777; Gottinga, 1855). 896 897 MODULO I - ELETTROMAGNETISMO In figura 1.26 alcuni esempi di superfici gaussiane coinvolte dalle linee del campo elettrico generato da un dipolo elettrico. Si estrapolano i seguenti tre possibili casi. Se la carica complessiva racchiusa Qint è Figura 1.26 Esempi di linee del campo elettrico interagenti con superfici gaussiane. positiva, le linee del campo sono uscenti (superficie gaussiana S1) e dunque il flusso è positivo ( S (E) 0); negativa, le linee del campo sono entranti (superficie gaussiana S2) e dunque il flusso è negativo ( S (E) 0 ); S1 S3 assente, le linee del campo uscenti sono in numero uguale a quelle entranti (superfici gaussiane S3 ed S4) e il flusso è nullo ( S (E) 0). S4 S2 Il problema svolto dedicato, e le analisi del paragrafo successivo mostrano le potenzialità del teorema. Problema svolto 1.7 Una stanza contiene le seguenti cariche: q1 = 6,00 C, q2 = -10,0 C, q3 = -30,0 C e q4 = 9,00 C. 1) Calcolare il flusso del campo elettrico attraverso la stanza. 2) Confrontare il numero di linee di forza uscenti dalla stanza con quelle entranti. 1) Determiniamo il flusso del campo elettrico utilizzando il teorema di Gauss. In questo caso la carica Qint nella (1.18) è data dalla somma delle cariche contenute nella stanza cioè Qint q1 q2 q3 q4 (6, 00 10, 0 30, 0 9, 00) 106 C 25, 0 106 C Quindi applicando la (1.18) ( E) Qint 0 2 25, 0 106 C 6 N m 2,82 10 C2 C 8,85 10-12 2 Nm 2) Siccome la carica complessiva all’interno della stanza è negativa, il campo elettrico prodotto risulta con verso entrante. Essendo il vettore superficie per definizione uscente e il flusso calcolato al punto 1) negativo, le linee di forza entranti risultano maggiori di quelle uscenti. Superficie gaussiana opportuna Il teorema di Gauss è valido per qualsiasi superficie gaussiana arbitrariamente scelta. Per facilitare i calcoli, e dunque per sfruttare al massimo la potenzialità del teorema, è opportuno scegliere una superficie chiusa che rispetti l’eventuale simmetria delle linee del campo. In questo modo le linee del campo e, UNITÀ I1 - ELETTROSTATICA quindi, le direzioni di E risultano perpendicolari o parallele ai vettori S, comportando, rispettivamente, prodotto scalare (1.17) nullo, o ridotto al semplice prodotto tra i moduli E ed S. Come esempio, determiniamo il modulo di E per la carica puntiforme E positiva Q di figura 1.27. Se scegliamo la superficie gaussiana S1, l’orientazione dei vettori E ed S è variabile e R per applicare la (1.17) occorre il difficile calcolo integrale. Se invece utiliz+Q ziamo la superficie sferica S di raggio S1 costante R, per simmetria, il vettore E risulta sempre parallelo al vettore S (cos = 1) e dunque la (1.17) diventa ( E) E S A questo punto l’applicazione del teorema (1.18) comporta la semplice relazione ( E) E S Qint 0 (1) Siccome l’area della superficie sferica è S 4 R 2 , e la carica complessiva interna è Qint = Q, la (1) diventa E (4 R 2 ) Q 0 da cui il modulo cercato del campo elettrico generato da Q è E Q 4 0 R 2 K Q R2 (1.19) dove abbiamo applicato la (1.1.b). Applicazione del teorema di Gauss Riepiloghiamo i passaggi per determinare correttamente il modulo del campo elettrico E con il teorema di Gauss. 1) Scegliere un'opportuna superficie gaussiana che sfrutti l’eventuale simmetria delle linee del campo elettrico, tale da avere nella (1.17) cos = 1. 2) Determinare il flusso del campo in funzione dell’incognita E applicando la (1.17). 3) Inserire il flusso trovato nel punto 2 nella (1.18) e determinare l’incognita E. Prima equazione dell’elettromagnetismo L’elettromagnetismo studia i fenomeni in cui compaiono il campo elettrico, argomento di questa unità e il campo magnetico (unità I3 e I4). Come vedremo nell’unità I5, l’elettromagnetismo è completamente descritto da quattro Figura 1.27 Applicazione del teorema di Gauss a una carica elettrica puntiforme positiva. Una superficie gaussiana sferica è la più opportuna perché rispetta la simmetria del campo elettrico e quindi semplifica il calcolo del flusso. 898 899 MODULO I - ELETTROMAGNETISMO equazioni, definite equazioni di Maxwell. Per il momento ci limitiamo ad affermare che il modello matematico (1.18) del teorema di Gauss ( E) Qint (1.20) 0 è la prima delle quattro equazioni di Maxwell. Analizziamo i campi elettrici generati da corpi solidi carichi. 1.6 Distribuzioni continue e uniformi di carica elettrica Fino a questo punto abbiamo considerato sistemi di cariche elettriche puntiformi tra loro distanziate. Passiamo all’elettrostatica di corpi con distribuzione di carica continua e uniforme, ipotizzata positiva (la scelta del segno non è influente). L’intensità di carica nelle distribuzioni è quantificata dalla densità di carica, definita come la carica espressa in coulomb presente in una porzione infinitesima del corpo. A riguardo, se Q è la carica elettrica totale distribuita uniformemente su un filo di lunghezza L, o su una superficie di area S, o in un corpo di volume V, si definisce densità di carica lineare il rapporto Q L (1.21a) con unità di misura nel sistema SI, coulomb su metro (C/m). densità di carica superficiale il rapporto Q S (1.21b) con unità di misura nel sistema SI, coulomb su metro quadro (C/m2). densità di carica superficiale il rapporto Q V (1.21c) con unità di misura nel sistema SI, coulomb su metro cubo (C/m3). Descriviamo alcuni significativi esempi di distribuzioni continue di carica che UNITÀ I1 - ELETTROSTATICA generano campi elettrici con linee di campo di forma simmetrica. Vedremo che le simmetrie, che non dimostriamo, consentono di applicare il teorema di Gauss con facilità per determinare il modulo E del vettore campo elettrico. Campo generato da distribuzione lineare di carica Nel caso di un filo con densità di carica positiva , come in figura 1.28, le linee del campo elettrico hanno simmetria radiale rispetto ai piani perpendicolari al filo. La superficie gaussiana S opportuna è quella di un cilindro di raggio r e altezza h con asse coincidente con il filo. Infatti, le linee del campo attraversano solo la superficie laterale del cilindro con i vettori E ed S concordi. L’area della superficie laterale è S 2 r h e la (1.17) diventa r S E (E) E S E 2 r h La carica elettrica contenuta in S è Q h , e dalla (1.18) E 2 r h h 0 Figura 1.28 Filo con distribuzione continua e uniforme di carica positiva. Il campo elettrico ha dunque modulo2 E 2 0 r (1.22) dove osserviamo la proporzionalità inversa rispetto alla distanza r dal filo. La direzione del campo è perpendicolare al filo e il verso è uscente (entrante) se la distribuzione di carica è positiva (negativa). Campo generato da una distribuzione superficiale di carica Analizziamo due esempi. Superficie piana In un piano con densità di carica positiva (figura 1.29), le linee del campo elettrico hanno simmetria perpendicolare per entrambe le facce. La superficie gaussiana S opportuna è quella di un cilindro con asse verticale perpendicolare al piano. Infatti le linee del campo attraversano solo le basi del cilindro con i vettori E ed S concordi. La (1.17) diventa E S E r (E) E (S S ) 2 ES 2 In questo paragrafo esplicitiamo in frazione la costante K 1 4 0 Figura 1.29 Piano con distribuzione continua e uniforme di carica positiva. 900 901 MODULO I - ELETTROMAGNETISMO La carica elettrica contenuta in S è Q S , e dalla (1.18) 2ES S 0 Il campo elettrico ha dunque modulo 2 0 E (1.23) Il campo è quindi indipendente dalla distanza dal piano. La direzione del campo è perpendicolare al piano e il verso è uscente (entrante) se la distribuzione di carica è positiva (negativa). Doppia superficie piana Figura 1.30 Doppio piano con distribuzione continua e uniforme di carica con segno opposto. In figura 1.30 due piani paralleli a distanza ravvicinata con densità di carica positiva uguale ma di segno opposto (S1 con ed S2 con –). Tra i due piani il campo elettrico E1 è generato dalla densità e il campo elettrico E2 dalla densità –. Rispettando il verso delle linee di forza (quindi uscenti da S1 ed entranti in S2), i due vettori sono concordi e hanno modulo uguale dato dalla (1.23). Per il principio di sovrapposizione, ed essendo i due vettori concordi, il campo totale E ha modulo S2 S1 E1 E E2 E 2 0 2 0 cioè E 0 (1.24) La direzione è perpendicolare al piano e il verso è rivolto al piano con carica negativa. Campo generato da distribuzione volumica di carica (sfera) In una sfera (piena) di raggio R e di carica elettrica complessiva Q (figura 1.31), per la (1.21c) la densità di carica volumica è 3Q 4 R 3 (1) UNITÀ I1 - ELETTROSTATICA Le linee del campo elettrico hanno simmetria radiale rispetto al centro della sfera. La superficie gaussiana S opportuna è quella di una sfera concentrica alla sfera carica, in modo da mantenere i vettori E ed S concordi. Consideriamo la superficie gaussiana S1 con raggio r < R e di area 2 S1 4 r (fig. 1.31a). Per la (1.17) il flusso è E S1 r R (E) E S E (4 r ) 2 Siccome la carica elettrica contenuta in S1 è Q 4 r 3 3 a dalla (1.18) abbiamo E (4 r 2 ) 4 r 3 3 0 S2 E da cui il modulo del campo elettrico vale r E r (2) 3 0 R Se sostituiamo la (1) nella (2) otteniamo l’equivalente relazione più utile E Q 4 0 R 3 r (1.25a) b Rileviamo l’aumento di E con l’aumentare del raggio r della superficie gaussiana scelta, raggiungendo il massimo valore con una superficie gaussiana coincidente a quella della sfera, quindi per r = R: in questo caso la (1.25a) diventa Emax 1 Q 4 0 R 2 (1.25b) Infine(fig. 1.31b), consideriamo la superficie gaussiana S2 con raggio r > R di area S 2 4 r 2 . In questo caso S2 contiene tutta la sfera carica come pure la carica complessiva Q. Dalla (1.18) abbiamo quindi E (4 r 2 ) Q 0 da cui il modulo del campo elettrico E 1 Q 4 0 r 2 (1.25c) È importante notare che la (1.25c) è uguale alla (1.19). Quindi il campo elettrico all’esterno della sfera è uguale a quello prodotto se tutta la distribuzione di carica Q fosse concentrata in una singola carica puntiforme posizionata nel centro O della sfera. Figura 1.31 Sfera piena con distribuzione continua e uniforme di carica positiva. 902 903 MODULO I - ELETTROMAGNETISMO Problema svolto 1.8 In figura 1.32, un guscio sferico di raggio interno r1 = 1,0 mm e raggio esterno r2 = 2,5 mm, è uniformemente carico con densità di carica = 1,0 C/m3. Determinare il modulo del campo elettrico prodotto dal guscio in un punto P distante d = 5,0 mm dal centro. Figura 1.32 Sappiamo che corpi carichi a simmetria sferica si possono approssimare a una carica puntiforme con medesima intensità collocata al centro del corpo. Quindi, se consideriamo come superficie gaussiana quella sferica di raggio d concentrica al guscio sferico, abbiamo per il teorema di Gauss E 4 d 2 q r2 r1 d (1) 0 P dove E è il modulo del campo elettrico in P e q è la carica presente all’interno della superficie gaussiana. Il valore di q è dato dal prodotto tra la densità di carica e il volume V 4 del guscio sferico V r23 r13 : quindi 3 4 q r23 r13 3 (2) Sostituendo la (2) nella (1), e isolando il modulo di E, otteniamo la relazione EK q K d2 r23 r13 4 3 d2 (3) dove abbiamo sfruttato la definizione della costante K. Quindi, inserendo nella (3) i dati del problema, otteniamo 3 3 C 4 1, 0 106 3 2,5 103 m3 1, 0 103 m3 N m m 3 E 8,99 109 3 2 2 2 C (5, 0 10 ) m 2 22 N C Campo elettrico e potenziale per un corpo conduttore Come sappiamo, in un corpo conduttore le cariche elettriche hanno un’elevata mobilità e dunque si muovono con estrema facilità se sottoposte a un campo elettrico esterno al corpo. Viceversa, in assenza di campo elettrico esterno, tutte le cariche elettriche nel conduttore rimangono ferme. A riguardo un conduttore è definito in equilibrio elettrostatico quando è isolato, cioè UNITÀ I1 - ELETTROSTATICA quando non è investito da un campo elettrico. Descriviamo le caratteristiche di un conduttore carico all’equilibrio elettrostatico. Non ci interessa il modo con cui il conduttore è caricato, se per contatto o per induzione. Per entrambi i modi chiamiamo cariche elettriche in eccesso quelle che hanno partecipano al processo di carica. Cariche superficiali All’equilibrio elettrostatico le cariche elettriche in eccesso in un conduttore carico si distribuiscono solo sulla superficie. Il conduttore è all’equilibrio elettrostatico, quindi non è sottoposto a campo elettrico esterno. Non essendo investito da alcuna linea di campo, il flusso è nullo. Applichiamo ora il teorema Gauss a una superficie gaussiana interna al conduttore il più possibile vicina a quella esterna: per la (1.18), il flusso nullo comporta obbligatoriamente carica interna nulla. Quindi tutte le cariche in eccesso devono trovarsi obbligatoriamente distribuite sulla superficie esterna: per questo sono definite cariche superficiali (fig. 1.33). superficie del conduttore Figura 1.33 Teorema di Gauss applicato alla parte interna di un conduttore all’equilibrio elettrostatico. superficie gaussiana Campo elettrico esterno All’equilibrio elettrostatico, le linee del campo elettrico generato dalla cariche superficiali in eccesso sono all’esterno del conduttore perpendicolari alla superficie. E=0 q= S E A Se le linee del campo non fossero perpendicolari esisterebbe una componente tangenziale di E che provocherebbe un moto delle cariche elettriche superficiali lungo appunto la superficie. Determiniamo il modulo del campo elettrico applicando il teorema di Gauss alla superficie gaussiana a forma di cilindro (fig. 1.34). Le linee di campo sono perpendicolari e all’esterno, e dunque non attraversano la superficie laterale e la base interna del cilindro. L’unica superficie attraversata è quella della base esterna dove i vettori E ed S sono concordi. Quindi dalla (1.17) ( E) E S Figura 1.34 Teorema di Gauss applicato a un conduttore all’equilibrio elettrostatico con cariche in eccesso. 904 905 MODULO I - ELETTROMAGNETISMO La carica elettrica contenuta in S è Q S , e dalla (1.18) S 0 ES e dunque il modulo del campo elettrico è E 0 (1.26) Potenziale elettrico All’equilibrio elettrostatico, tutti i punti di un conduttore carico sono al medesimo potenziale. All’equilibrio elettrostatico il campo elettrico è nullo e dunque non agiscono forze elettriche. Di conseguenza, non esiste lavoro compiuto da alcuna forza per trasportare una qualsiasi carica tra due generici punti A e B, cioè LA B 0 . Perciò, tenendo conto della (1.16), la differenza di potenziale tra i due generici punti è nulla, cioè V 0 . Questo significa che tutti i punti del conduttore sono al medesimo valore di potenziale e, dunque, la superficie esterna è equipotenziale. Determiniamo il valore del potenziale: per semplificare l’analisi, e senza perdere in generalità, ragioniamo su un conduttore a forma sferica di raggio R. Dalla (1.25c), una sfera con distribuzione di carica Q è equivalente a una carica puntiforme Q collocata nel suo centro. Per la (1.14), il potenziale in un generico punto a distanza r > R è quindi V 1 Q 4 0 r (1) Siccome tutti i punti della sfera conduttrice sono equipotenziali, per determinare il suo potenziale possiamo considerare un punto qualsiasi della superficie a distanza R, cioè porre r = R nella (1): quindi il valore del potenziale risulta V 1 Q 4 0 R (1.28) La proporzionalità diretta tra potenziale V e carica Q nella (1.28) sarà oggetto di analisi nel prossimo paragrafo. Introduciamo particolari sistemi di conduttori che immagazzinano energia potenziale elettrica. 1.7 Capacità elettrica e condensatore Il condensatore è un particolare dispositivo in grado di creare al suo interno un campo elettrico, a sua volta origine di energia elettrostatica. Prima di descriverlo, definiamo un parametro comune a tutti i conduttori. UNITÀ I1 - ELETTROSTATICA Capacità elettrica di un conduttore Riconsideriamo la (1.28): se poniamo a rapporto la carica Q e il potenziale V del conduttore sferico carico, otteniamo Q 4 0 R V (1) cioè il rapporto è uguale a un valore che si mantiene sempre costante, in funzione solo dal raggio della sfera. Questo risultato si generalizza a un qualsiasi conduttore, indipendentemente dalla sua forma. Introduciamo allora la seguente grandezza fisica scalare: dato un qualsiasi conduttore carico, si definisce capacità elettrica C del conduttore il rapporto costante tra l’intensità della carica Q e il potenziale V, cioè C Q V (1.29) L’unità di misura nel sistema SI è il farad (simbolo F). Quindi 1 F è la capacità di un conduttore caricato con intensità di carica di 1 C e con potenziale di 1 V. Inoltre, come precedentemente accennato, la capacità di un conduttore dipende solo dai suoi parametri geometrici. Per esempio, la capacità di un qualsiasi conduttore carico sferico di raggio R è data dalla (1), cioè C 4 0 R dove osserviamo la dipendenza dal parametro geometrico evidenziata, in questo caso, dalla presenza del raggio R. Condensatore La figura 1.35 mostra lo schema generale di un condensatore: è composto da due conduttori carichi di forma qualsiasi, chiamati armature, non in contatto. Un condensatore si realizza avvicinando un’armatura carica con una certa intensità di carica Q all’altra armatura scarica; per induzione, l’armatura inizialmente scarica si carica di segno opposto, cioè con –Q. Un condensatore è quindi definito carico quando le due armature posseggono cariche di segno opposto, +Q e –Q ma di uguale intensità di carica, cioè Q Q Q +Q -Q (1) Dalla teoria dell’elettrostatica e dei conduttori, deduciamo le seguenti caratteristiche e proprietà di un condensatore. Tra le due armature di un condensatore carico si crea un campo elettrico con le linee di campo che partono dalle cariche superficiali positive e giungono a quelle negative, con direzioni perpendicolari in prossimità delle superfici. Figura 1.35 Schema generale di un condensatore. 906 907 MODULO I - ELETTROMAGNETISMO La singola armatura, essendo un conduttore carico, assume un valore di potenziale comune in ogni suo punto, positivo o negativo a seconda del segno della carica alla superficie. Se indichiamo il potenziale positivo (negativo) dell’armatura positiva (negativa) con V+ (con V-) abbiamo tra le due armature una differenza di potenziale V data dalla relazione V V V (2) dove V è sempre positiva. La (1) e la (2) comportano la seguente definizione di capacità di un condensatore. Si definisce capacità elettrica C di un condensatore, il rapporto tra l’intensità della carica Q con cui è caricato e la differenza di potenziale V tra le armature, cioè Q V C (1.30) Nelle applicazioni pratiche i condensatori hanno capacità di molto inferiori al farad. Di conseguenza si impiegano sottomultipli del farad, come il microfarad (1 F = 10-6 F), il nanofarad (1 nF = 10-9 F) e il picofarad (1 pF = 10-12 F). Condensatore piano Figura 1.36 Schema della struttura di un condensatore. La forma delle armature classifica la tipologia dei condensatori e determina la loro capacità. Deduciamo la capacità di un condensatore con armature di forma piana e fra loro parallele (fig. 1.36). La struttura è come quella della doppia superficie carica descritta nel precedente paragrafo: il campo elettrico è dunque dato dalla (1.24) che riproponiamo DV -Q +Q d E 0 (3) Nel caso in analisi la densità di carica superficiale è il rapporto tra la carica Q del condensatore e l’area S della singola armatura piana, cioè Q/S : quindi, sostituendo nella (3) E Q 0S (4) A questo punto deduciamo il campo elettrico in funzione della differenza di potenziale, riproponendo la (1.16) V L q (5) dove L è il lavoro compiuto da una forza elettrica su una carica q, nel percorrere UNITÀ I1 - ELETTROSTATICA la distanza d tra le due armature. Essendo la direzione della forza parallela al percorso della carica, per la proprietà del prodotto scalare, abbiamo L F d . Ma per la (1.5b), F = q E, e quindi L qEd (6) Sostituendo la (6) nella (5), otteniamo l’importante relazione per il condensatore piano V E d da cui E V d (1.31) (7) Uguagliamo la (4) e la (7) V Q d 0S da cui il rapporto Q S 0 d V Di conseguenza per la (1.30), la capacità C di un condensatore piano è C 0 S d (1.32) dove S è l’area delle armature e d la loro reciproca distanza. La costante 0 indica che si tratta di un condensatore con le armature poste nel vuoto. Configurazioni di condensatori Quando due o più condensatori sono collegati da conduttori filiformi, la loro capacità complessiva varia. Presentiamo, senza dimostrarla, la capacità complessiva nei seguenti due tipi di collegamento tra N condensatori. La configurazione in serie di N condensatori ha la struttura di figura 1.37a ed è caratterizzata dall’avere i condensatori con la medesima carica Q. La configurazione è equivalente a un unico condensatore con una capacità CT ricavabile dalla relazione: 1 1 1 1 CT C1 C2 CN (1.33a) La d.d.p ai capi dei condensatori in serie è uguale alla somma delle d.d.p ai capi di ciascuno degli N condensatori VT V1 V2 VN . La configurazione in parallelo di N condensatori ha la struttura di figura 1.37b ed è caratterizzata dall’avere tutti i condensatori sottoposti alla mede- 908 909 MODULO I - ELETTROMAGNETISMO sima d.d.p. La configurazione è equivalente a un unico condensatore con capacità CT determinata dalla somma CT C1 C2 CN (1.33b) La carica Q del condensatore CT è uguale alla somma delle cariche di ciascuno degli N condensatori, cioè QT Q1 Q2 QN . Figura 1.37 Configurazione di condensatori: (a) in serie; (b) in parallelo. DV Q Q Q C1 C2 CN DV C1 a Figura 1.38 Caricamento condensatore con pila: l’armatura collegata al polo positivo (negativo) acquisisce carica elettrica positiva (negativa). C2 CN b Energia elettrostatica in un condensatore Generalmente per caricare un condensatore si collegano le armature ai poli positivo e negativo di una comune batteria elettrica (fig. 1.38). Dal paragrafo 1.4, ponendo cariche elettriche in interazione elettrica, il sistema che si forma acquisisce energia elettrostatica. In modo analogo succede alle cariche del condensatore: grazie alla batteria sono portate sulle armature, in reciproca interazione elettrica, e dunque creano energia elettrostatica. Quindi V+ armatura positivo V- armatura negativo un condensatore carico ha immagazzinato energia elettrostatica. Determiniamo l’energia elettrostatica U immagazzinata da un condensatore carico in funzione della sua capacità. Durante la carica di un condensatore di capacità C si instaura una graduale differenza di potenziale v ( q ) tra le armature in funzione di una altrettanta graduale carica q che li raggiunge. Questo processo avviene secondo la funzione dedotta dalla (1.16) v(q ) C q (1) La (1) è rappresentata dalla retta del grafico di figura 1.39, dove la capacità UNITÀ I1 - ELETTROSTATICA C è il coefficiente angolare costante. I simboli della carica e del potenziale nella (1) sono stati messi in minuscolo per evidenziarne la variabilità nel tempo. Al termine del processo di carica il condensatore raggiunge una differenza di potenziale V accumulando una certa quantità di carica Q (figura 1.39). Il condensatore quindi immagazzina energia elettrostatica, come dimostra il prodotto (1.15), che riproponiamo Figura 1.39 Differenza di potenziale in funzione della carica durante il processo di carica di un condensatore; l’area compresa tra la retta e l’asse cartesiano orizzontale esprime l’energia elettrostatica immagazzinata dal condensatore. Dv (q) DV 0 U V Q Q q (2) Dalla (1), la differenza di potenziale è variabile rispetto alla carica e quindi non possiamo applicare direttamente la (2). Tramite il calcolo integrale, che non svolgiamo, l’energia elettrostatica U immagazzinata dal condensatore è uguale all’area compresa tra la retta del grafico e l’asse cartesiano orizzontale. Siccome l’area è quella di un triangolo abbiamo U 1 V Q 2 Esprimiamo U in funzione della capacità C tramite la (1.30), ottenendo la relazione cercata 1 1 Q2 U C V 2 2 2 C (1.34) Densità di energia elettrostatica in un condensatore piano Se nella (1.34) sostituiamo la capacità C con quella del condensatore piano (1.32) otteniamo 1 S 1 2 U 0 E d 0 S E 2d 2 d 2 Se portiamo poi a denominatore il prodotto (d S) abbiamo U 1 0E2 Sd 2 (3) Siccome (S d) è il volume compreso dalle armature, la (3) esprime la densità di energia elettrostatica u 1 u 0E2 2 (1.35) cioè l’energia elettrostatica per unità di volume dell’immaginario parallelepipedo vuoto compreso tra le armature. 910 911 MODULO I - ELETTROMAGNETISMO Campo elettrico ed energia elettrostatica Attenzione: la (1.35) esprime una relazione che va oltre il condensatore piano, dato che non appaiono grandezze fisiche e parametri del condensatore. Infatti, la relazione afferma che in tutti i punti dello spazio vuoto coinvolti nella propagazione di un qualsiasi campo elettrico, risiede un energia elettrostatica il cui valore è appunto 1 u 0E2 2 dove E è il modulo del campo elettrico nel punto dello spazio scelto. Problema svolto 1.9 La distanza tra le due armature di un condensatore piano è d = 1,0 cm con una d.d.p. V = 50 V. Un elettrone (m = 9,1 · 10-31 kg) penetra nel condensatore con velocità iniziale è v0 = 3,0 · 106 m/s in un punto equidistante dalle due armature (fig. 1.40). Determinare: 1) l’istante ta in cui l’elettrone cade sull’armatura positiva; 2) la distanza l percorsa dall’elettrone con direzione e verso dell’asse x. Figura 1.40 Sull’elettrone agiscono due forze, entrambe dirette lungo y: la forza peso mg e la forza elettrica qeE. y La prima ha verso discorde rispetto a quello di y, mentre la seconda ha verso concorde. Il vettore campo elettrico è infatti orientato dall’armatura positiva a quella negativa, ma la forza elettrica agente sull’elettrone (carica V0 E negativa) ha verso opposto. Poiché la d x forza peso ha un modulo dell’ordine di 10-29 N, mentre la forza elettrica ha un modulo dell’ordine di 10-15 N, possiamo trascurare la prima e considerare solo la seconda. Il moto dell’elettrone risulta quindi un moto parabolico, risultante dalla composizione di un moto rettilineo uniforme lungo x e di un moto rettilineo uniformemente accelerato con accelerazione a qe E m lungo y. L’equazione del moto lungo y è y 1 qe E 2 t 2 m 1) Calcoliamo l’istante ta in cui l’elettrone cade sull’armatura positiva imponendo d 1 qe E 2 ta 2 2 m UNITÀ I1 - ELETTROSTATICA da cui ricaviamo ta md qe E Sostituendo E con la relazione nota E = V/d otteniamo quindi ta d m 9,1 1031 kg (1, 0 102 m) 3, 4 ns qe V (1, 6 1019 C)(50V) 2) Calcoliamo la distanza l percorsa partendo dall’equazione del moto x = v0t e sostituendo t con ta, cioè l v0 ta v0 d m qe V Quindi immettendo i dati m 9,1 1031 kg l 6, 0 106 (1, 0 102 m) 0, 020 m 2, 0 cm s (1, 6 1019 C)(50V) Problema svolto 1.10 Due condensatori, di capacità C1 = C e C2 = 3C, sono collegati in serie; agli estremi del sistema è applicata una d.d.p. V = 800 V. Calcola le d.d.p. V1 e V2 tra le armature di ciascun condensatore. La capacità equivalente del sistema è C1C2 3C 2 3 C Ceq C1 C2 4C 4 La carica presente su ciascun condensatore è perciò 3 q Ceq V C V 4 La d.d.p. tra le armature del primo condensatore 3 C V 3 3 q 4 V1 V 800V 600V 4 4 C1 C e quella tra le armature del secondo condensatore V2 V V1 800V 600V 200V 912 913 MODULO I - ELETTROMAGNETISMO APPROFONDIMENTO Effetti dei campi elettrici sui dielettrici Nel corso dell’unità abbiamo considerato cariche elettriche nel vuoto. Passiamo ad analizzare il comportamento del campo elettrico quando le sue linee investono materiali isolanti chiamati, generalmente, dielettrici. Esempi di dielettrici sono l’acqua, la carta, il polistirolo, il vetro, la porcellana. E Polarizzazione dei dielettrici Figura 1.43 Allineamento dei dipoli elettrici in un campo elettrico. In un atomo allo stato neutro la carica positiva del nucleo è circondata da quella negativa degli elettroni (fig. 1.41). Negli atomi dei dielettrici la dislocazione della carica è invece separata a creare un dipolo elettrico (fig. 1.42). A differenza dei conduttori, in presenza di campo elettrico, le cariche elettriche nei dielettrici non sono libere di muoversi. F d Figura 1.41 Sovrapposizione tra cariche di segno opposto nell’atomo allo stato neutro. F q q E0 Figura 1.44 Coppia di forze elettriche agente sul dipolo elettrico. q q d Figura 1.42 L’atomo di un dielettrico modellato come dipolo elettrico. L’unico effetto prodotto dal campo è la polarizzazione del dielettrico, cioè l’allineamento dei microscopici dipoli elettrici componenti il materiale (fig. 1.43). Infatti, a causa del campo elettrico, ogni dipolo è sottoposto a una coppia di forze elettriche che ne provocano la rotazione rispetto al suo centro di massa (fig. 1.44) fino ad allinearsi alla direzione del campo. Attrazione di corpi neutri La polarizzazione del dielettrico spiega perché un isolante carico riesca ad attrarre corpi allo stato neutro, come nel classico esempio della plastica strofinata che attira pezzi di carta (fig. 1.1). Consideriamo la figura 1.45: quando la bacchetta isolante è in prossimità del corpo neutro, per induzione provoca l’allineamento dei dipoli. Se ipotizziamo la bacchetta con carica positiva, in prossimità della superficie del corpo neutro (cioè della carta) i dipoli si dispongono formando uno strato superficiale di carica negativa che consente l’attrazione tra bacchetta e corpo neutro (i pezzetti di carta). Figura 1.45 Attrazione per polarizzazione tra isolante carico positivamente e corpo neutro caricato per induzione. Nel caso di bacchetta carica negativamente l’allineamento dei dipoli elettrici comporta una carica positiva superficiale. UNITÀ I1 - ELETTROSTATICA Variazione del campo elettrico diretta tra Ep ed E0, proporzionalità, per la (2), pure mantenuta tra E ed E0. A riguardo, si dimostra che nel dielettrico Analizziamo l’influenza del dielettrico sul campo elettrico. In figura 1.46 una sottile lastra di dielettrico è immersa in un campo elettrico polarizzante E0. A causa dell’allineamento dei dipoli elettrici, la superficie superiore (inferiore) del dielettrico si carica negativamente (positivamente). Queste distribuzioni di cariche superficiali indotte generano a loro volta un nuovo campo elettrico interno al dielettrico, chiamato campo elettrico di polarizzazione EP, di verso opposto al campo elettrico polarizzante, E0. La combinazione di questi due campi crea un campo elettrico risultante E all’interno del dielettrico con vettore dato dalla somma vettoriale E E0 E p (1) Siccome i vettori dei tre campi hanno medesima direzione, possiamo trasformare la (1) nella più comoda versione fra moduli E E0 Ep (2) il campo elettrico all’interno del dielettrico è proporzionale a quello polarizzante secondo la relazione il vettore campo elettrico risultante all’interno di un dielettrico ha intensità inferiore rispetto a quello esterno, polarizzante. Naturalmente più (meno) è intenso il campo polarizzante E0 più (meno) uniforme è l’allineamento dei dipoli e, dunque, più è (meno) intenso è il campo di polarizzazione. Quindi possiamo ipotizzare l’esistenza di una proporzionalità E0 r dielettrico εr Vuoto 1 1,00059 Polistirolo 2,6 Carta 3,5 Vetro 4,7 Porcellana 6,5 Acqua (25 °C) 78,5 Ceramica al titanio 130 Tabella 1.1 Costante dielettrica di alcuni materiali isolanti. E0 Ep Figura 1.46 Influenza del dielettrico sul campo elettrico. (1.36) dove il parametro adimensionale r è definito costante dielettrica. La costante dielettrica è intrinseca al dielettrico ed è naturalmente indipendentemente dalla sua forma. In tabella 1.1 sono elencati i valori di costante dielettrica per alcuni materiali dielettrici misurati a temperatura ambiente. La costante dielettrica è sempre maggiore di 1 a conferma che nel dielettrico il campo si riduce per la (1.36). Aria dove osserviamo che E0 E 914 915 MODULO I - ELETTROMAGNETISMO APPROFONDIMENTO Condensatore con dielettrico Applichiamo quanto scritto nel precedente approfondimento al caso di un condensatore riempito completamente con dielettrico avente costante dielettrica r . Il campo elettrico del condensatore polarizza i dipoli del dielettrico orientandoli come mostra la figura 1.47 per il caso di un condensatore piano. Una distribuzione di carica negativa (positiva) si crea sulla superficie del dielettrico a contatto con l’armatura carica positivamente (negativamente). Come già descritto dalla figura 1.46, questa supplementare doppia distribuzione di carica del dielettrico contrasta il campo elettrico del condensatore diminuendo la sua intensità (vedere (1.36)). Un altro importante e generale effetto del dielettrico sul condensatore è l’aumento della sua capacità. Infatti un condensatore di forma qualsiasi riempito completamente da dielettrico aumenta la propria capacità C rispetto a quella senza dielettrico C0 secondo la relazione C r C0 (1.37) Andiamo a dimostrare la (1.37) prendendo come modello il condensatore piano. Avremo inoltre modo di constatare come la costante dielettrica incida sulla variazione delle grandezze fisiche relative al condensatore. Condensatore piano con dielettrico Consideriamo un condensatore piano con area dell’armatura e distanza tra le armature d. Per semplificare l’analisi, ricordiamo che nel vuoto sono valide le seguenti relazioni C0 Q0 S 0 V0 d (1) V0 E0 d (2) 1 1 Q02 U C0 V02 2 2 C0 (3) Il pedice 0 indica le grandezze fisiche valutate in condizione di vuoto tra le armature (in presenza di dielettrico le grandezze non hanno pedice). Ipotizziamo che il condensatore sia caricato con una batteria; analizziamo la sua elettrostatica nei seguenti due casi: 1) inserimento del dielettrico dopo avere scollegato la batteria; 2) inserimento del dielettrico senza scollegare la batteria. Inserimento dielettrico senza batteria A causa dello stacco della batteria, l’intensità di carica sulle armature rimane uguale a prima dell’inserimento del dielettrico, quindi Q Q0 (4) Per la (1.36), il campo elettrico interno al dielettrico è E E0 r La differenza di potenziale è Figura 1.47 Condensatore piano carico in cui lo spazio tra le armature è completamente riempito di dielettrico. V E d (5) UNITÀ I1 - ELETTROSTATICA Se sostituiamo E con la (5), la (2) V V E0 d V0 r r Inserimento dielettrico con batteria , e per A causa del collegamento continuo con la batteria, la differenza di potenziale rimane uguale, senza risentire dell’inserimento del dielettrico: (6) Quindi il dielettrico riduce la differenza di potenziale di un fattore r . Sostituendo la (4) nella definizione di capacità del condensatore, abbiamo C Q Q r r C0 V V0 S d (8) 2 Q 2 r C0 cioè U E E0 (10) Per la (1.37), la capacità aumenta Il confronto della (8) con la versione a vuoto (1) conferma l’aumento di capacità in presenza di dielettrico del fattore r , come preannunciato dalla (1.37). Infine, se sostituiamo nella (3) la (1) e la (7), otteniamo U (9) Sostituendo la (9) nella (2), pure il campo elettrico rimane invariato (7) e per la (1) C 0 r V V0 C r C0 e dunque pure la carica del condensatore aumenta di un fattore r: infatti Q C V r C0 V0 dove abbiamo applicato la (1.37) e la (9). Quindi per la (1) Q r Q0 L’energia elettrostatica aumenta di un fattore r: infatti, sempre applicando la (1.37) e la (9) 1 1 U C V 2 r C0 V02 2 2 U0 r Anche per l’energia elettrostatica il dielettrico ne riduce il valore di un fattore r . e quindi U rU 0 916 unità I1 Riepilogo 1.1 Carica elettrica costante dielettrica del vuoto: carica elettrica: grandezza fisica scalare che quantifica una caratteristica intrinseca delle particelle subatomiche, elettrone (carica di segno negativo) e protone (carica di segno negativo). carica elettrica più piccola: carica elettrica dell’elettrone e del protone di intensità 1, 6 1019 C interazione elettrica tra cariche: cariche di segno uguale (opposto) si respingono (attraggono). isolante: materiale in cui gli elettroni di conduzione hanno bassissima mobilità. conduttore: materiale in cui gli elettroni di conduzione hanno elevata mobilità. elettrizzazione: processo con cui si carica un corpo, cioè lo si porta fuori dalla condizione di neutralità di carica. elettrostatica: parte della fisica che studia le situazioni in cui le cariche elettriche mantengono intensità e posizione costanti nel tempo. 0 8,85 1012 sovrapposizione degli effetti: dato un sistema di N cariche, la forza elettrica esercitata su una carica elettrica è la somma vettoriale delle forze elettriche che ogni singola carica elettrica eserciterebbe in assenza delle altre cariche. 1.3 Campo elettrico vettore campo elettrico: EK forza elettrica: vettore forza che si instaura tra cariche elettriche rispettando il terzo principio della dinamica. legge di Coulomb: esprime il modulo della forza elettrica che si crea tra due cariche elettriche nel vuoto FK forza e campo elettrico: il campo elettrico che comporta l’applicazione di una forza elettrica F sulla carica elettrica q nel vuoto è 1 4 0 F q campo e forza elettrica: la forza elettrica che agisce sulla carica elettrica q immersa in un campo elettrico E è Fq E QA QB 1.4 Energia e potenziale elettrici r2 dove QA e QB sono le cariche che interagiscono, e r la distanza tra le due cariche; inoltre K Q u r2 dove Q è la carica sorgente ed r è la distanza tra Q e il punto di applicazione del vettore E. E 1.2 Forza elettrica C2 Nm 2 8,99 109 Nm 2 C2 circuitazione del campo elettrico: la conservatività del campo elettrico comporta circuitazione nulla, cioè C ( E) = 0 UNITÀ I1 - ELETTROSTATICA energia potenziale elettrica (o elettrostatica): U (r ) K Qq r con punto a energia potenziale elettrica zero scelto a r infinito. potenziale elettrico (o tensione): grandezza fisica scalare definita come V (r ) U (r ) Q K q r densità di carica superficiale: Q S con unità di misura nel sistema SI, coulomb su metro quadro (C/m2). densità di carica volumica: Q V L’unità di misura nel sistema SI è il volt (simbolo V). con unità di misura nel sistema SI, coulomb su metro cubo (C/m3). superfici equipotenziali: insieme di punti che si trovano al medesimo valore di potenziale. E prodotto da un filo con densità di carica : E 1.5 Teorema di Gauss per il flusso del campo elettrico flusso del campo elettrico: indica l’intensità delle linee del campo elettrico che attraversano una porzione di superficie; è dato dal prodotto scalare tra il vettore del campo elettrico e il vettore superficie. 918 2 0 r dove r è la distanza perpendicolare al filo del punto in cui è rilevato E. E prodotto da un piano con densità di carica : E superficie gaussiana: una qualsiasi superficie chiusa. 2 0 E prodotto da un doppio piano: Qint dove Qint è la somma algebrica delle cariche interne alla superficie gaussiana. 1.6 Distribuzioni continue e uniformi di carica elettrica densità di carica lineare: Q L con unità di misura nel sistema SI, coulomb su metro (C/m). dove è la densità superficiale di un singolo piano. E prodotto da una sfera piena di raggio R: E Q 4 0 R 3 r dove E è determinato per r < R. Emax 1 Q 4 0 R 2 dove E è determinato per r = R. Riepilogo 0 0 I1 S ( E) E unità teorema di Gauss: il flusso del campo elettrico che attraversa una superficie gaussiana è dato dal rapporto 919 MODULO I - ELETTROMAGNETISMO E 1 Q 4 0 r 2 re e V è la differenza di potenziale tra le armature. capacità di un condensatore piano: dove E è determinato per r > R. conduttore carico all’equilibrio elettrostatico: assenza di campo elettrico, cariche solo superficiali, campo elettrico esterno con linee di forza perpendicolari alla superficie, potenziale uniforme. C 0 S d dove S è l’area della superficie piana della singola armatura e d è la distanza tra le armature. capacità di condensatori in serie: 1.7 Capacità elettrica e condensatore 1 1 1 1 CT C1 C2 CN capacità elettrica: C Q V dove Q e V sono rispettivamente la carica e il potenziale di un conduttore. L’unità di misura nel sistema SI è il farad (simbolo F). condensatore: sistema composto da due conduttori (armature) ravvicinati di uguale intensità di carica ma di segno opposto. capacità elettrica di un condensatore: Q C V unità I1 Riepilogo dove Q è la carica presente su una delle armatu- capacità di condensatori in parallelo: CT C1 C2 CN energia elettrostatica in un condensatore: 1 1 Q2 U C V 2 2 2 C densità di energia elettrostatica: 1 u 0E2 2 I1 unità TEST 1 2 3 4 Se si avvicina una bacchetta isolante carica negativamente a un conduttore neutro, senza che ci sia contatto a) il conduttore si carica positivamente b) il conduttore si carica negativamente c) l’estremità del conduttore vicina all’isolante assume carica positiva e l’estremità opposta assume carica negativa d) l’estremità del conduttore vicina all’isolante assume carica negativa e l’estremità opposta assume carica positiva 7 8 The force between two charges q1 and q2 at a distance r is proportional to a) q12 q22 r2 b) q1q2 r c) q1 q2 r2 d) q1q2 r2 La carica q1 è positiva e q2 è negativa. Le linee di forza del campo elettrico sono a) da q1 verso q2 b) da q2 verso q1 c) dal punto medio tra q1 e q2 verso q1 d) dal punto medio tra q1 e q2 verso q2 The magnitude of the electric field at a distance r from a charge Q is proportional to a) Q2 r2 b) Q2 r c) Q r2 d) Q r 5 Una carica q è soggetta all’azione di un campo elettrico E. La forza agente sulla carica è a) E/q b) q/E c) qE d) q+E 6 L’energia potenziale di due cariche opposte è a) positiva b) negativa c) nulla d) inversamente proporzionale al quadrato della distanza tra le cariche 9 Verifiche Il lavoro compiuto per posizionare due cariche uguali q a distanza r è a) K q2 r2 b) K q2 r c) K q r2 d) K q r The electric potential at a distance r from a point charge q is proportional to a) q2 r2 b) q2 r c) q r2 d) q r Il flusso del campo elettrico attraverso una superficie chiusa è il valore scalare . Se la carica all’interno della superficie viene raddoppiata, il flusso diventa a) /2 b) c) 2 d) 4 10 Il flusso del campo elettrico attraverso una superficie chiusa è il valore scalare . Se l’area della superficie viene raddoppiata, il flusso diventa a) /2 b) c) 2 d) 4 11 Il flusso del campo elettrico attraverso una superficie di area fissata è nullo quando la superficie a) è parallela alla direzione del campo elettrico b) è antiparallela alla direzione del campo elettrico c) è ortogonale alla direzione del campo elettrico d) forma un angolo di 45° con la direzione del campo elettrico 12 Un conduttore sferico di raggio r è caricato con una carica q. All’equilibrio, il modulo del campo elettrico, E, all’interno del conduttore è a) E 1 q 4 0 r 2 921 MODULO I - ELETTROMAGNETISMO b) c) d) E E 1 q 4 0 r q 4 0 E0 13 La carica in eccesso in un conduttore è a) uniformemente distribuita all’interno del conduttore b) nel centro del conduttore c) distribuita sulla superficie del conduttore d) nulla 14 In ogni punto di una superficie equipotenziale il vettore campo elettrico a) è nullo b) è tangente alla superficie c) è ortogonale alla superficie d) forma con la normale alla superficie un angolo acuto 15 Due conduttori sferici di raggio R1 e R2 = 2 R1 hanno lo stesso potenziale. Se Q1 e Q2 sono le rispettive cariche, si ha a) Q1 = Q2 b) Q1 = 2 Q2 c) Q1 = 4 Q2 d) Q2 = 2 Q1 16 Se si raddoppia la d.d.p. tra le armature di un condensatore, la carica sulle armature a) raddoppia b) quadruplica c) dimezza d) non cambia unità I1 Verifiche 17 Tra le armature di un condensatore piano di superficie A e distanza d esiste un campo elettrico di intensità E. La d.d.p. tra le armature è a) E A b) E d c) E/d d) E/s 18 Un condensatore piano è caricato con una carica Q. Se la distanza tra le armature raddoppia, raddoppia anche a) la densità superficiale di carica sulle armature b) la d.d.p. tra le armature c) la capacità del condensatore d) il campo elettrico tra le armature 19 L’energia elettrostatica immagazzinata in un condensatore di capacità C e d.d.p. V è a) 1 2 C V 2 1 2 c) C V 2 b) C V 1 C2 d) 2 V 20 Due condensatori di capacità C1 = C e C2 = 2 C sono collegati in parallelo. La capacità equivalente è a) 3C b) 3 C 2 c) 2 C 3 d) 1 C 3 21 Due condensatori di capacità C1 = C e C2 = 2 C sono collegati in serie. La capacità equivalente è a) 3C b) 3 C 2 c) 2 C 3 d) 1 C 3 QUESITI 22 Qual è l’unità di misura della carica nel sistema SI? 23 In che cosa differiscono i corpi isolanti dai conduttori? 24 Come si può elettrizzare un conduttore? 25 Che valore ha la costante dielettrica del vuoto 0? 26 What is the SI unit of r? 27 Come è definito il vettore campo elettrico? 28 Il campo elettrico è conservativo: che cosa significa? 29 Come si definisce la circuitazione del campo elettrico? Quanto vale? 30 Come sono definite le grandezze fisiche energia potenziale elettrica e potenziale elettrico? Quali sono le loro unità di misura nel SI? UNITÀ I1 - ELETTROSTATICA 34 When is the electric flux through a surface of fixed area maximum? 35 Usando il teorema di Gauss, dimostrare che il campo elettrico prodotto da un filo rettilineo indefinito carico con densità di carica lineare 1 è, a distanza r dal filo, . 2 0 r 36 Usando il teorema di Gauss, dimostrare che il campo elettrico prodotto da un piano infinito carico con densità di carica superficiale è 2 0 . 37 Usando il teorema di Gauss, dimostrare che il campo elettrico prodotto da una sfera di raggio R uniformemente carica con carica totale Q è K Qr Q all’interno della sfera e K 2 all’esterno. 3 R r 38 Perché in un conduttore in equilibrio elettrostatico le cariche elettriche in eccesso si distribuiscono sulla superficie? 39 Perché il potenziale assume lo stesso valore in ogni punto di un conduttore carico? 40 Che direzione ha il campo elettrico nei punti sulla superficie di un conduttore? 41 Aumentando la carica distribuita sulla superficie di un conduttore, aumenta anche la capacità? 45 In che modo un dielettrico influenza il campo in un condensatore? 46 The space between the plates of a parallel plate capacitor is filled with air. How does the capacitance change if we fill the space with a dielectric? PROBLEMI Carica elettrica (1.1) Forza elettrica (1.2) 47 Due cariche elettriche q1 = 3,0 C e q2 = -2,0 C sono poste a una distanza di 20 cm. Determinare l’intensità della forza tra le due cariche e specificare se è attrattiva o repulsiva. 48 Due cariche elettriche uguali si respingono con una forza di 10-2 N a una distanza di 20 cm. Determinare le intensità delle cariche. 49 Un elettrone e un protone si attraggono con una forza di 8,2 · 10-8 N. Calcolare la distanza tra le due cariche. 50 Due cariche q1 = 4,0 C e q2 = 12 C sono poste a 6,0 cm di distanza. Determinare la posizione di equilibrio (tra le due cariche) di una terza carica q3. 51 A charge of 10 C is placed on the x-axis at x = 0. A second charge of 70 C is placed on the x-axis at x = 90 cm. Calculate the magnitude of electrostatic force on a charge of 5,0 C placed on the x-axis at x = 30 cm. 52 In figura sono rappresentate le tre cariche q1 = -1,0 C, q2 = 2,0 C, q3 = 3,0 C. Sapendo che r = 15 cm, determinare la forza (modulo, direzione e verso) della forza agente su q2. 42 La capacità di un condensatore dipende dalla d.d.p. fra le sue armature? 43 Dov’è immagazzinata l’energia elettrica spesa per caricare un condensatore? 44 Dati due condensatori di uguale capacità, per q1 q2 r q3 r Verifiche 33 Qual è la definizione di flusso del campo elettrico attraverso una superficie? Quali sono le sue dimensioni e la sua unità di misura nel sistema SI? I1 32 Come sono definite e che caratteristiche hanno le superfici equipotenziali? ottenere una maggiore quantità di carica sulle armature bisogna disporli in serie o in parallelo? unità 31 Cosa si intende per elettronvolt? 922 923 MODULO I - ELETTROMAGNETISMO 53 Le cariche e le coordinate di due particelle nel piano x-y sono rispettivamente q1 = 3,0 C, x1 = 3,5 cm, y1 = 0,50 cm q2 = -4,0 C, x1 = -2,0 cm, y1 = 1,5 cm 60 Tre cariche sono disposte come in figura. Sapendo che q1 = q2 = 2,0 nC, q3 = 2 q e d = 2,0 cm, determinare modulo, direzione e verso del vettore campo elettrico in P. Determinare l’intensità della forza F2 su q2. Dove dovrebbe essere posta una terza carica q3 = 4,0 C affinché la forza F2 risulti nulla? q1 d/2 54 In figura quattro cariche sono disposte ai vertici di un quadrato di lato 5,0 cm. Sapendo che q = 0,20 C, calcolare il modulo della forza risultante sulla carica in basso a destra. +q -q +2q -2q P d d/2 q3 d q2 61 An electron (mass me = 9,11 · 10-31 kg) is located 1,00 · 10-10 m from a proton. Calculate the acceleration of the electron due to the electric field. Energia e potenziale elettrici (1.4) 55 Due cariche puntiformi q1 = 1,0 C e q2 = 1,2 C sono immerse nell’alcol a una distanza di 1,0 cm. Calcola il modulo della forza con cui le due cariche si respingono. La costante dielettrica relativa dell’alcol è 25. 62 In figura, tre cariche elettriche uguali q = 3 nC sono ferme nel vuoto a una distanza r = 2 cm. Determinare l’energia elettrostatica del sistema delle tre cariche. q Campo elettrico (1.3) 56 Due cariche elettriche q1 = 1,0 nC e q2 = -1,0 nC sono a 10 cm di distanza. Calcolare il modulo, la direzione e il verso del campo elettrico nel punto medio del segmento congiungente le due cariche. A quale forza (modulo, direzione e verso) sarebbe sottoposto un elettrone posto in quel punto? unità I1 Verifiche 57 Il campo elettrico prodotto da una carica elettrica puntiforme a una distanza di 4,0 cm è di 15 N/C. Determinare l’intensità del campo a una distanza di 2,0 cm. 58 Due cariche puntiformi da 5,0 C e 7,0 C distano 1,0 cm. Calcolare a quale distanza dalla carica più piccola il campo elettrico totale è nullo. 59 Tre elettroni sono posti ai vertici di un triangolo equilatero di lato 0,2 nm. Determinare il modulo del campo elettrico nel centro del triangolo. q r q r 63 In figura, due cariche elettriche qe e una –qe, sono poste su tre vertici di un quadrato di lato 2,0 · 10-10 m. Determinare il potenziale elettrico nel quarto vertice A. qe A -qe qe 64 In figura, due cariche q1 = q2 = q = 3,0 C sono ferme nel vuoto a una distanza d = 2,0 cm. Calcolare il potenziale elettrico nel punto C. Quale lavoro bisogna compiere per portare UNITÀ I1 - ELETTROSTATICA una terza carica q dall’infinito in C? Qual è l’energia potenziale elettrica della configurazione ottenuta con la terza carica? 924 calcolare il flusso del campo elettrico generato dalle due cariche attraverso la superficie di una sfera centrata nell’origine e di raggio 2,0 cm. 72 The electric flux through a cube is equal to 10 N m2/C. Determine the net charge within the cube. C d/2 q2 65 Una particella carica q = 2,0 mC si muove sotto l’azione di un campo elettrico. Parte da ferma nel punto A e arriva in B con un’energia cinetica di 4,8 J. Determinare la differenza di potenziale tra i due punti, VB - VA. 66 Calcolare il lavoro necessario per portare un protone da una distanza di 1,0 nm a una distanza di 2,0 nm da un elettrone. 67 Una particella di massa m = 8,0 g e carica q = 6,0 nC ha una velocità vA = 60 m/s nel punto A e si muove sotto l’azione di un campo elettrico. Calcola la sua energia cinetica quando raggiunge il punto B, dove il potenziale elettrico è più grande di 2000 V rispetto al punto A. 68 Per spostare la carica di 20 nC da un punto A a un punto B di un campo elettrico, le forze del campo compiono un lavoro di 0,15 J. Calcolare la d.d.p. VA - VB. 69 A charge q = -2,0 mC, moving in a region where only electric forces act, is released from rest at a point A. At point B the kinetic energy of the charge is 3,0 J. Calculate the electric potential difference VB - VA. Teorema di Gauss per il flusso del campo elettrico (1.5) 70 Due cariche elettriche di 10 pC e -25 pC sono disposte all’interno di un cubo di lato 20 cm. Determinare il flusso del campo elettrico generato dalle due cariche attraverso la superficie cubica. 71 Due cariche elettriche q1 e q2 sono disposte sull’asse delle x, rispettivamente in x = 0 e in x = 8,0 cm. Sapendo che q1 = -10 pC e q2 = 30 pC, Distribuzioni continue e uniformi di carica elettrica (1.6) 73 Il campo elettrico generato da una distribuzione rettilinea di carica, a una distanza di 1,0 m, ha intensità 3,2 · 104 N/C. Calcolare la densità di carica lineare. 74 Sull’asse x è distribuita una carica con densità lineare 5,0 nC/m. Calcolare il flusso del campo elettrico attraverso una superficie sferica di raggio 3,0 cm centrata nell’origine. 75 In figura, due fili infiniti carichi sono disposti a una distanza d = 2,0 m. Sapendo che 1 = 9,0 · 10-3 C/m e che 2 = -3,0 · 10-3 C/m, determinare il modulo del campo elettrico nel punto P equidistante dai due fili. 1 2 P 76 Una distribuzione superficiale di carica = 7,00 nC/m2 è presente sul piano y - z. Una carica puntiforme q = 1,00 · 10-7 C è sull’asse x in x = 2,00 m. Determinare il modulo del campo elettrico nel punto sull’asse x in x1 = 4,00 m e sull’asse x in x2 = 1,00 m. 77 Una sfera di raggio R = 1,0 cm è uniformemente carica. Determinare a quale distanza dal centro della sfera il campo elettrico ha lo stesso valore che in r = 3,0 cm. Verifiche d/2 I1 d/2 unità q1 925 MODULO I - ELETTROMAGNETISMO 78 Una carica di 2,0 · 10-7 C è distribuita su un guscio sferico di raggio 30 cm. Determinare l’intensità del campo elettrico in un punto interno alla sfera, in un punto all’esterno in prossimità della superficie e a 3,0 m dal centro della sfera. 79 Una carica Q = 1,0 nC è distribuita uniformemente su un guscio sferico di raggio 2,0 cm. Una carica –Q/2 è distribuita uniformemente su un guscio sferico di raggio 4,0 cm concentrico alla sfera. Calcolare le intensità dei campi elettrici alle distanze di 1,0 cm, 3,0 cm e 5,0 cm dal centro dei gusci. 80 Una sfera isolante di raggio 1,0 cm è caricata uniformemente con densità di carica volumica . Il flusso del campo elettrico attraverso la superficie di una sfera di raggio 0,50 cm, concentrica con la sfera carica, vale 1,2 · 106 N m2/C. Calcolare . 81 Una sfera metallica di raggio 15 cm è caricata con una carica di 30 nC. Determinare il modulo del campo elettrico e il potenziale sulla superficie della sfera e nel centro della sfera. A quale distanza dalla superficie della sfera il potenziale è diminuito di 500 V? Capacità e condensatore (1.7) 82 Una sfera conduttrice isolata nel vuoto ha una capacità di 0,10 nF. Calcola il raggio della sfera. unità I1 Verifiche 83 Su una sferetta conduttrice di raggio r1 = 5,0 cm è posta una carica q = 1,0 · 10-8 C. La sferetta è posta in contatto con un’altra sferetta conduttrice scarica di raggio r2 = 2,0 cm. Successivamente le due sferette vengono separate e allontanate. Calcolare la densità superficiale di carica iniziale della prima sferetta, la carica presente sulle due sferette dopo che sono allontanate e il valore iniziale e finale del potenziale della prima sferetta. 84 Un condensatore piano ha un’area di 3,00 · 10-2 m2 e una separazione tra le armature di 0,100 · 10-4 m. Calcolare la capacità del condensatore. 85 Un condensatore piano ha un’area di 30 cm e una separazione tra le armature di 1,1 mm. 2 Tra le armature è applicata una d.d.p. di 400 V. Calcola la capacità del condensatore, la carica su ciascuna armatura, l’energia immagazzinata, il campo elettrico e la densità di energia tra le armature. 86 Due condensatori di capacità 2,0 F sono collegati in serie. Sapendo che la d.d.p. ai loro capi è di 10 V, determinare la carica sulle armature dei condensatori. 87 In the figure is shown a network with four capacitors C1 = 50 pF, C2 = 75 pF, C3 = 25 pF and C4 = 25 pF. Determine the equivalent capacitance. C1 C2 C3 C4 88 Due condensatori, di capacità C e 2 C, sono collegati in serie e agli estremi del sistema è applicata una d.d.p. di 300 V. Calcola la d.d.p. tra le armature di ciascun condensatore. 89 Le capacità dei tre condensatori in figura valgono C1 = 8,0 F, C2 = 6,0 F e C3 = 4,0 F. Sapendo che la d.d.p. tra A e B è 10 V, calcolare la carica, la d.d.p. e l’energia elettrostatica accumulata su C1. B C1 C3 C2 A
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