Quel che può il sindacato contro la crisi

Prebugiun di Ne
LIGURIA
Le Ricette Caserecce
Versione di Sergio Circella,
Ristorante La Brinca di Ne (Ge), www.labrinca.it
Sapori dalle regioni: LIGURIA
Antipasto
Ingredienti
per 4 persone
9 4 patate Quarantina bianca
genovese
9 200 g di erbe selvatiche miste
(borragine, crespigno, rosoline...)
9 1 ciuffo di cavolo nero
9 cipolla rossa di Zeri
9 1 spicchio d’aglio
9 olio extra vergine di oliva
Riviera ligure Dop
9 sale grosso
La voce dialettale prebugiun
o preboggion sta a indicare
il rimescolamento di cose diverse
fatto a caldo e con questa parola
si indicano piatti assai poveri che
hanno comunque sfamato intere
generazioni valligiane.
Nel resto della Liguria il prebugiun
più noto è il misto di erbette
spontanee bollite e servite con olio
extra vergine di oliva e sale oppure
usate per il ripieno dei pansoti
(ravioli di magro) o per frittate.
Sapori d’Italia 41
Preparazione
Mettiamo le patate con la buccia in una pentola con acqua fredda
e poniamole sul fuoco a bollire. Tagliamo a striscioline il cavolo e le
erbe e facciamo bollire il tutto in acqua leggermente salata. Pestiamo
l’aglio nel mortaio con il sale grosso. Sbucciamo le patate lessate
e passiamole nello schiacciapatate a fori larghi. Aggiungiamo le
verdure bollite dopo averle insaporite con l’aglio salato e pestato.
Amalgamiamo il tutto con le mani, aggiungendo all’impasto olio
extra vergine a volontà. Serviamo caldo irrorando con altro olio e
guarnendo con la cipolla cruda.
Ne è un piccolo comune collinare in Valgraveglia, alle spalle
di Chiavari. Nelle famiglie patriarcali contadine c’era l’uso che
il più anziano aggiungesse al prebugiun la prescinseua, ovvero la
cagliata tipica utilizzata anche nella torta pasqualina. La ricetta base
comprende solo il cavolo nero, le erbe si aggiungono soltanto in
primavera. Sempre in Valgraveglia, a Statale, il medesimo piatto è
arricchito con il radicchio, mentre a Sopralacroce di Borzonasca,
dove l’ulivo scarseggia per motivi di altitudine, l’olio viene sostituito
dal lardo e vengono aggiunti fagioli e castagne.
Potremmo abbinare con La vigna del Tigullio Bianchetta genovese Golfo del Tigullio - Portofino Doc di G.B. “Baciccia” Parma
(www.fratelliparma.it) - e condire con un olio extra vergine Riviera
Ligure Dop di Canaiella (www.canaiella.it)
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Maggio/Giugno 2014
Zuppa di ortaggi primaverili con totanetti di lampara affumicati su frasca di limone
CAMPANIA
Le Ricette Caserecce
Versione di Francesco Tammaro
del Ristorante San Pietro di Cetara (Sa), www.sanpietroristorante.it
Sapori dalle regioni: CAMPANIA
Primo piatto
Ingredienti
per 4 persone
9 500 g di totanetti
9 250 g di patate novelle
9 200 g di piccole zucchine con fiore
9 200 g di fave fresche
9 150 g di fagiolini
9 100 g di piselli freschi
9 2 cipollotti
9 3 pomodorini
9 5 foglie di basilico
9 2 rametti di finocchietto selvatico
9 frasche di limone o scorza
9 olio extra vergine d’oliva
9 vino biano, sale
Cetara è ormai famosa
in tutto il mondo per una
salsetta liquida, la colatura di alici,
eredità della salsa base della cucina
dell’antica Roma, il garum. Nella
cucina locale, però, hanno un ruolo
determinante anche i famosi limoni
Sfusato di Amalfi, i “papà” del
Limoncello, di cui vengono usate pure
le foglie.
www.sapori-italia.it
Preparazione
Tagliamo a listarelle i totanetti, bagniamoli con vino bianco e lasciamoli
insaporire per circa 30 minuti. Se vogliamo caratterizzare il piatto, nel
frattempo bruciamo delle frasche di limone, spegniamole e mettiamole nel
forno mentre fumano. Quando il forno è pieno di fumo, mettiamoci dentro
pure i totanetti scolati e appoggiati in un recipiente forato. Lasciamoceli
per una decina di minuti. L’operazione viene meglio se disponiamo di un
camino. Se non vogliamo fare questa operazione, profumiamo i totanetti con
scorza di limone grattugiata. Sbollentiamo tutti gli ortaggi separatamente
mantenendoli croccanti. Prepariamo un soffritto con olio e cipollotto,
aggiungiamo i totani e i pomodorini. Quindi uniamo anche tutti gli ortaggi e
lasciamoli insaporire per pochi minuti. Aggiungiamo un po’ d’acqua di cottura
delle verdure. Serviamo la zuppetta in una fondina con guarnizione di basilico
e finocchietto selvatico fresco e finiamo con un filo d’olio extra vergine d’oliva.
L’affumicatura dei molluschi e del pesce con le frasche di
limone, che ancora si fa in molte case, è eredità di una pratica dei pescatori che, una volta, non avevano frigorifero a bordo.
Comunque la ricetta è buonissima anche con i totani non affumicati.
Il vino ideale potrebbe essere la Falanghina Igt Campania di
Antonio Caggiano (www.cantinecaggiano.it), mentre come olio
per condire suggeriamo il monovarietale Ortice di Alberto Romano
(www.frantoioromano.it).
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Sapori d’Italia 41
Risotto alla pilota
VENETO
Le Ricette Caserecce
Versione di Gabriele Ferron
del ristorante Pila Vecia di Isola della Scala (Vr), www.risoferron.com
Sapori dalle regioni: VENETO
Primo piatto
Ingredienti
per 4 persone
9 320 g di riso Vialone nano
9 200 g di lardo venato di magro
9 7 dl di brodo di carne
9 ½ cipolla
9 1 rametto di rosmarino
9 1 pomodoro
9 1 noce di burro
9 cannella
9 sale e pepe
La versione di Gabriele Ferron
utilizza il lardo e profuma con
la cannella, invece la ricetta più
comune utilizza carne di maiale più
magra e insaporisce con il formaggio
grana grattugiato.
Preparazione
Versiamo il brodo in un paiolo di rame. Quando bolle, versiamo il riso formando
un cono nel paiolo (la punta del cono deve emergere dal brodo per 1 centimetro).
Quando il brodo riprenderà l’ebollizione, con un cucchiaio di legno muoviamo il
riso dal fondo, copriamo la pentola e poniamo la fiamma al minimo. Soffriggiamo
con il burro la cipolla tritata finemente, aggiungiamo un battuto di lardo con
il rosmarino. Uniamo il pomodoro tagliato a piccoli pezzetti e cuociamo per
qualche minuto. Dopo dieci minuti di cottura del riso aggiungiamo questo
condimento. Copriamo la pentola con un canovaccio di lino e il coperchio, quindi
spegniamo il fuoco. Dopo tre o quattro minuti spolveriamo il riso con la cannella
e mescoliamolo. Aggiustiamo di sale e pepe e, se necessario, lasciamo ancora
riposare coperto come in precedenza per completare la cottura.
La tradizione racconta che questa ricetta era preparata per sfamare
le maestranze e, a cottura ultimata, il riso veniva versato sulla panara
usata solitamente per la polenta. Così conservato, nei giorni successivi
veniva riscaldato in graticola sulla brace e consumato. Il nome deriva da
“pilota”, ovvero chi lavorava alla pila, il macchinario per lavorare il riso grezzo.
Potremmo abbinarlo con il Valpolicella Superiore Doc Ripassa di Zenato (www.zenato.it) e
condirlo con l’Olio extra vergine Valpolicella Dop di
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Redoro (www.redoro.it). Il riso giusto, naturalmente, è
quello prodotto dall’autore della ricetta, ovvero il Pila
Vecia di Ferron (www.risoferron.com).
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Maggio/Giugno 2014
Coniglio in potacchio
MARCHE
Le Ricette Caserecce
Versione di Massimo Biagiali,
Ristorante Il Giardino di S. Lorenzo in Campo (Pu), www.hotelgiardino.it
Sapori dalle regioni: MARCHE
Secondo piatto
Ingredienti
per 6/8 persone
9 1 coniglio intero
9 1 fetta sottile di pancetta schiacciata
9 2 spicchi d’aglio
9 1 bicchiere di vino
9 olio extra vergine d’oliva
9 rosmarino
9 sale e pepe
Un’altra ricetta diffusissima nelle
Marche collinari è il “coniglio
in porchetta”, che comprende pure
il rigatino (pancetta), olive nere
snocciolate, finocchio selvatico.
Preparazione
Tagliamo il coniglio a pezzi, insaporiamo con il sale e il pepe e mettiamolo
nella casseruola con l’olio extra vergine d’oliva e la pancetta tagliata a
dadini; facciamo rosolare fino a quando non sarà ben dorato.
Sminuzziamo il rosmarino e l’aglio e mettiamoli in un bicchiere con il vino.
Versiamo poi il vino così insaporito sopra il coniglio, facciamo asciugare,
quindi copriamo la casseruola e ultimiamo la cottura.
Il coniglio è un ingrediente base della cucina marchigiana
d’entroterra ed è proposto in piatti molto semplici perché
è quasi sempre “di casa”, allevato come si deve, e quindi deve
essere esaltato il gusto della sua carne valorizzandolo con gli
aromi più classici, ovvero pepe, rosmarino e aglio.
Accompagniamo questo piatto con il Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Doc di Stefano Mancinelli (www.mancinelli-
www.sapori-italia.it
vini.it), e condiamolo con l’olio extra vergine d’oliva monovarietale Terre dei Goti, da olive Raggia,
della medesima azienda.
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