Analisi ad elementi di contorno di lastre di Reissner A. Leone M. Aristodemo Dipartimento di Strutture Universitµ a della Calabria 87030 Arcavacata di Rende (Cosenza) Sommario Questo report riguarda l'analisi ad elementi di contorno di lastre spesse, basate sul modello continuo proposto da Reissner. Il lavoro riporta la descrizione del modello continuo, la formulazione integrale sul contorno e gli aspetti computazionali che coinvolgono il processo di discretizzazione. Sono riportati i risultati dell'integrazione analitica, con le espressioni complete degli integrali per la soluzione sul contorno e nel dominio. Le potenzialitµ a del modello numerico sono state valutate attraverso una serie di test numerici ed i risultati sono stati confrontati con altre soluzioni ottenute sia con il metodo degli elementi di contorno che con il metodo degli elementi ¯niti. Un particolare attenzione µe stata rivolta all'analisi dei risultati relativi allo strato di bordo. 1 Introduzione L'analisi di lastre in°esse caratterizzate da deformabilitµa tagliante interessa numerose applicazioni della meccanica strutturale. L'interesse per questo argomento ha ricevuto un notevole impulso dallo sviluppo dei mezzi di calcolo e dai problemi di modellazione posti dalle tecnologie piµ u recenti. Il modello meccanico piµ u di®uso per la simulazione di lastre caricate trasversalmente µ e quello, sviluppato da Kirchho® [1], che descrive bene il comportamento delle lastre sottili. La sua popolaritµa deriva dall'essenzialitµa della formulazione matematica, che consente in casi semplici di trovare soluzioni in forma analitica. 1 La necessitµ a di de¯nire modelli che abbiano carattere generale e che permettano di analizzare la varietµa di dati che si presentano nelle applicazioni tecniche, ha motivato le ricerche della prima metµa del Novecento sulle lastre dotate di deformabilitµ a tangenziale. I lavori piµu rilevanti su questo argomento sono quelli di Reissner [2][3] e Mindlin [4]. La strada piµ u di®usa per la simulazione numerica delle lastre caricate trasversalmente µe rappresentata dal metodo degli elementi ¯niti. Questo metodo, basato su formulazioni variazionali e su rappresentazioni approssimate di tipo locale, µ e stato oggetto di moltissime ricerche. Contributi signi¯cativi in questo ambito sono stati proposti da [5], [6] e [7]. Un modo alternativo per costruire una soluzione numerica del problema delle lastre in°esse µe rappresentato dal metodo degli elementi al contorno. Il metodo consente di formulare direttamente un problema con sole variabili di contorno, usando la conoscenza della soluzione analitica in problemi de¯niti su domini piµ u semplici di quello in esame. Infatti, quando esiste la funzione di Green del problema di®erenziale, il problema integrale sul dominio puµo essere trasferito sul contorno geometrico della lastra senza introdurre approssimazioni. Il metodo degli elementi al contorno di lastre in°esse sottili µe stato studiato da Hartmann [8] [9] ed altri autori nei primi anni 70. L'analisi ad elementi di contorno di lastre spesse µe stata avviata dal 1982 con Van der Weeen [10] che ha pubblicato un primo lavoro sull'argomento, fornendo anche la soluzione fondamentale necessaria per la formulazione integrale sul contorno. Piµ u di recente sono stati pubblicati nuovi lavori [11], [12], che riguardano il processo di discretizzazione delle lastre di Reissner con il metodo degli elementi di contorno. Il metodo degli elementi di contorno utilizza la forma discretizzata della equazione integrale sul contorno per de¯nire un sistema algebrico nelle sole variabili di contorno . L'analisi µe quindi capace di fornire soluzioni accurate con poche risorse di calcolo ed µe caratterizzata da uno sviluppo progressivo del processo di soluzione che fornisce in una prima fase la soluzione sul contorno e successivamente la soluzione nei punti di interesse del dominio. Quest'ultimo aspetto risulta estremamente vantaggioso, rispetto al metodo degli elementi ¯niti, perchµe spesso non si ha interesse alla soluzione sull'intero dominio ma all'interno di regioni limitate dove si veri¯cano le condizioni che regolano il dimensionamento dell'elemento strutturale. La formulazione integrale sul contorno delle lastre di Reissner utilizza una soluzione fondamentale espressa attraverso le funzioni di Bessel modi¯cate. La presenza di queste funzioni richiede che i nuclei siano rappresentati 2 in forma approssimata. In particolare, la rappresentazione delle funzioni di Bessel µe stata organizzata con di®erenti approssimazioni per piccoli e grandi argomenti, usando un criterio automatico di selezione del valore di transizione tra le due rappresentazioni. L'integrazione dei coe±cienti del sistema sul contorno e delle quantitµa necessarie alla valutazione della soluzione all'interno del dominio µe stata sviluppata attraverso processi essenzialmente analitici. Viene cosi superata la problematica indotta dalla presenza di singolaritµa e quasi singolaritµ a. La discretizzazione delle variabili di contorno µe e®ettuata attraverso un'interpolazione quadratica di tipo B-spline che assicura la continuitµa della funzione e della derivata con un solo parametro per elemento. 2 Il modello di lastra di Reissner Il modello di lastra spessa di Reissner puµo essere derivato assumendo una legge di variazione lineare lungo lo spessore della lastra delle componenti di tensione 12 Mx z ¾x = h3 12 M z (1) ¾y = h3 y 12 ¿xy = M z h 3 xy dove le componenti normali ¾x e ¾y quella tangenziale ¿xy sono espresse in funzione dei momenti °ettenti Mx , M y e di quello torcente Mxy . Le espressioni delle rimanenti componenti di tensione restano de¯nite dalle equazioni di equilibrio nel dominio e sulle super¯ci di contorno § h2 . à µ ¿xz = 3Tx 2h ¿yz = 3Ty 2h à ¾z = 3 q 4 2z 1 ¡ h 3 à 1¡ 1¡ µ 2z h 2z h µ ¶2 ! ¶2 ! 2z h (2) ¶3 ! dove Tx e Ty sono le componenti di taglio. La precedente descrizione del campo di tensione e le equazioni costitutive dell'elasticitµ a lineare implicano che le equazioni di compatibilitµa non possono 3 z, w O y, v q h/2 h/2 s n x, u Figure 1: Variabili e sistema di riferimento essere veri¯cate esattamente. Infatti, le componenti di tensione assunte impongono che le componenti normali di deformazione ² x e ²y , e conseguentemente u, v e ° yz , siano funzioni cubiche di z. Questo µe in contrasto con l'assunta variazione lineare della componente di tensione tangenziale ¿xy . Questo errore nel soddisfacimento puntuale dell'equazione di compatibilitµa puµ o essere di®uso lungo lo spessore della lastra attraverso una descrizione bi-dimensionale del campo di spostamento. Questa descrizione µe derivabile dalla condizione di stazionarietµa dell'energia complementare totale su una porzione di lastra - delimitata dal contorno ¡. ¦c = 1 2E Z Z - +h 2 ¡ h2 (¾x2 + ¾ 2y + ¾ 2z ¡ 2º(¾x ¾y + ¾y ¾ z + ¾x ¾ z ) + 2 2 2 2(1 + º)(¿xy + ¿xz + ¿yz ))dzd- ¡ Z Z +h 2 ¡ ¡ h2 (¾n u + ¿nt v + ¿nz w)dzd¡ dove n e t denotano il versore normale e tangenziale al contorno. Ora, introducendo le assunte distribuzione delle tensioni, si trova ¦c = 1 2E Z - ( 12 2 (Mx2 + M y2 ¡ 2ºM x My + 2(1 + º)Mxy )+ h3 4 (3) (4) 12(1 + º) 2 12º (Tx + Ty2) ¡ q(Mx + M y ) + 5h 5h ¡ Z ¡ Z + h2 ¡h 2 ¾ 2z dz)d- (M n Án + M nt Át + Tn w) ~ d¡ (5) dove Án , Át , w ~ sono le variabili di spostamento bi{dimensionali sul contorno. Per ricavare le espressioni Án , Át e w~ si considera l'integrale che esprime il lavoro delle tensioni sul contorno: Z Z ¡ + h2 ¡ 2h (¾n u + ¿nt v + ¿nz w) dzd¡ (6) Sostituendo le espressioni delle componenti di tensione, si ottiene 12 h3 Z Z ¡ + h2 ¡h 2 (M n u + v + Tn w) zdzd¡ (7) e confrontando le espressioni dei due integrali sul contorno si ricavano le espressioni delle variabili bidimensionali di spostamento sul contorno Án = 12 h3 Át 12 h3 = w ~ = Z ¡ h2 Z 3 2h3 + h2 + h2 ¡ h2 Z uzdz (8) vzdz (9) + h2 ¡ h2 w(h 2 ¡ 4z 2 )dz (10) La condizione di stazionarietµa dell'energia complementare totale forniscono le equazioni di compatibilitµa da cui si ottengono le relazioni costitutive Tx = Ty = M xy = Mx = My = 5 Gh(w~;x + Áx ) 6 5 Gh(w~;y + Áy ) 6 1¡º D(Áx;y + Áy;x ) 2 ¶ µ 3º q D Áx;x + ºÁy;y + 5Gh µ ¶ 3º D Áy;y + ºÁx;x + q 5Gh 5 (11) (12) (13) (14) (15) dove D= Eh3 12(1 ¡ º 2 ) (16) Le equazioni di equilibrio in termini di spostamento assumono la forma 0 D(1 ¡ º) B B @ 2 r ¡ ¸2 + ³ 1+º 1¡º ´ simm: @2 @x2 r¡ ³ ´ 1+º @2 1¡º ³ @xy ´ @2 ¸2 + 1+º 1¡º @y 2 @ ¸2 @x @ ¸2 @y ¡¸2 r 1 0 1 0 1 0 C Áx C @ Áy A = @ 0 A A w q dove ¸2 = 10 h2 (18) rappresenta il parametro caratteristico della lastra. La soluzione del sistema di®erenziale de¯nisce il campo di spostamenti della lastra quando sono assegnate le condizioni al contorno che possono riguardare le tre componenti cinematiche sul contorno, w, ~ Án e Át , e le tre componenti statiche, Tn , Mn e M nt , con la possibilitµa di distinguere le due situazioni ² vincolo soft: M nt = 0; ² vincolo hard: Át = 0. Si noti che quando lo spessore della lastra tende a zero, la soluzione a distanza su±ciente dal bordo tende a quella fornita dal modello senza scorrimenti di Kirchho®, mentre sul contorno rimane distinta per e®etto della maggiore articolazione delle condizioni al contorno. Dovendo raccordare il comportamento interno con le condizioni al contorno, la soluzione presenta gradienti tanto piµ u elevati quanto piµu piccolo µe il rapporto tra spessore e lunghezza. Questo e®etto, che riguarda lo strato di bordo, µe stato oggetto di studio da Arnold e Falk [13] e, con un approccio piµ u ingegneristico, da Haggblad e Bathe [5]. In questi lavori si de¯nisce in forma asintotica la soluzione vicino al bordo attraverso sviluppi in serie evidenzandone la dipendenza dallo spessore. 6 (17) Nel seguito si riportano sinteticamente i risultati conseguiti, per diverse condizioni di vincolo, esplicitando la dipendenza delle caratteristiche di sollecitazione e degli spostamenti dallo spessore. Si osservi che il gradiente della soluzione nello strato di bordo µe tanto piµ u pronunciato quanto piµ l'esponente di h µ e algebricamente piccolo: ² appoggio soft: T¿ (h ¡1 ); Tº (h 0 ); Mºº (h1 ); Mº¿ (h0 ); M ¿ ¿ (h 1 ); Á¿ (h 1 ); Áº (h2 ) ² appoggio hard: T¿ (h 0 ); Tº (h 1 ); M ºº (h 2); Mº¿ (h1 ); M ¿ ¿ (h 2 ); Á¿ (h2 ); Áº (h3 ) ² incastro soft: T¿ (h 1 ); Tº (h 2 ); M ºº (h 3); Mº¿ (h2 ); M ¿ ¿ (h 3 ); Á¿ (h3 ); Áº (h4 ) ² incastro hard: T¿ (h 0 ); Tº (h 1 ); M ºº (h 2); Mº¿ (h1 ); M ¿ ¿ (h 2 ); Á¿ (h2 ); Áº (h3 ) ² lato libero: T¿ (h ¡1 ); Tº (h 0 ); Mºº (h1 ); Mº¿ (h0 ); M ¿ ¿ (h 1 ); Á¿ (h 1 ); Áº (h2 ) Questi e®etti, che risultano molto pronunciati nella condizione di bordo libero e appoggio soft, saranno analizzati nei test numerici. 3 Soluzione fondamentale La formulazione integrale sul contorno richiede la conoscenza di una soluzione analitica del problema di®erenziale che possa essere utilizzata, partendo da una forma integrale sul dominio, per trasferire gli integrali sul contorno. In particolare, si puµ o utilizzare la soluzione relativa ad una lastra illimitata soggetta ad un carico puntiforme. La forma di Navier del problema della lastra di Reissner che de¯nisce la soluzione fondamentale, u ¤, in questo caso diventa ¢ij u¤kj = ±(r)±ik (19) dove r µ e la distanza tra il generico punto di campo e il punto sorgente in cui sono applicate le due componenti del carico concentrato unitario e le componenti dell'operatore di®erenziale ¢ij sono de¯nite dalle relazioni 7 à 2 2 ¢®¯ = Dc1 (r ¡ ¸ )±®¯ ¢®3 = ¢3® = ¡Dc1¸2 ¢33 = Dc1 ¸2r 2 c2 @ 2 + c1 @x ®x ¯ ! (20) @ @x® (21) (22) dove sono state introdotte le seguenti costanti µ ¶ 1¡º 2 µ ¶ 1+º = 2 c1 = c2 (23) (24) Nelle precedenti espressioni gli indici latini variano da 1 a 3 e quelli greci si riferiscono alle componenti bidimensionali e variano da 1 a 2. La soluzione del sistema puµo essere espressa nella forma [14] u¤j i = ¢co ij e[r] (25) dove ¢co ij sono i cofattori di posizione (i; j) dell'operatore ¢: ¢co ®¯ 2 2 = ¸ D c1 à 4 r ±®¯ + (¡1) (®+¯) ³ 2 2 2 2 = ¢co 3® = ¡D ¸ c1 r ¡ ¸ ¢co 33 = D2 c1 r2 ¡ c1 ¸2 (r 2 ¡ ¸2 ) ´ @2 r ¡ c1(r ¡ ¸ ) @x® x ¯ 2 2 ´ @ 2 ¢co ®3 ³ à @x ® 2 !! (26) (27) (28) e la funzione e[r] deve soddisfare l'equazione di®erenziale det(¢ ij )e([r] = ±[r] (29) In particolare, riformulando il problema in coordinate polari e mettendo in conto la condizione di simmetria radiale, la funzione e(r) deve soddisfare la relazione ±(r) D3 c21 ¸2 r4 (r 2 ¡ ¸2 )e(r) = ¡ (30) 2¼r 8 la cui soluzione risulta 1 e[r] = 2¼D 3 ¸6 µ 2 1¡º ¶2 " K0 [z] + à ! µ z2 r + 1 ln 4 r0 ¶ +1 # (31) dove K0 (z) µe la funzione di Bessel modi¯cata di ordine 0 e la costante r 0 rappresenta una distanza arbitraria. E' stata inoltre introdotta la distanza adimensionale rappresentata dalla variabile z = ¸r (32) Dalla soluzione e(r) si possono derivare le componenti u¤ij della soluzione fondamentale u ¤®¯ u¤®3 u¤33 = ¢co ®¯ e[r] ½ 1 2 = (A0 [z]±®¯ ¡ A1[z]r;® r;¯ ) 2¼D 1 ¡ º · µ ¶ ¾ ¸ ± r r r ¡ ®¯ 2 ln + 1 ¡ ;® ;¯ 4 r0 2 ¤ co = ¡u3® = ¢®3e[r] · µ ¶ ¸ rr;® r 2 ln = +1 8¼D r0 = ¢co e[r] 33 1 = ¡ 2¼D¸2 ( · 2 ln 1¡º µ r r0 ¶ ¸ (33) (34) µ z2 r +1 ¡ ln 4 r0 ¶) (35) dove A0 [z] e A1 [z] sono combinazioni delle funzioni di Bessel modi¯cate K 0 e K1 K1 [z] 1 ¡ 2 z z K1 [z] 2 A1 [z] = K0 [z] + 2 ¡ 2 z z A0 [z] = K0 [z] + 9 4 Forma integrale sul contorno La formulazione integrale sul contorno µe dedotta attraverso il teorema di reciprocitµ a di Betti che stabilisce l'uguaglianza del lavoro tra due sistemi equilibrati di forze. Considerando insieme al sistema di forze di volume qj e di super¯cie pj , che producono gli spostamenti uj , il sistema costituito da una azioni concentrate agenti nel punto sorgente », espressi dalle funzioni delta di Dirac ±i[»; x], e dagli spostamenti prodotti nel punto di campo x, indicati con u¤ij [»; x], il teorema di Betti fornisce l'equazione integrale espressa in funzione delle sole variabili di contorno u i[»] + Z ¡ p¤ij [»; x]uj [x]d¡ = Z ¡ u¤ij [»; x]pj [x]d¡ + Z - u¤ij [»; x]q j [x]d- (36) dove si µe ottenuto conto della relazione Z - ±i[»; x]ui [x]d- = ui [»] Nel caso della lastra di Reissner la forma integrale sul contorno risulta ui [»] + Z Z¡ - p¤ij [»; x]u j [x]d¡ q[x] µ u¤i3 [»; x] = ¡ Z ¡ u ¤ij [»; x]pj [x]d¡ + ¶ º u ¤ [»; x] d(1 ¡ º)¸2 ik;k (37) dove u ¤ij raccoglie le due componenti di rotazione (j = 1; 2) e quella di traslazione (j = 3) indotti dalle due componenti di coppia (i = 1; 2) e di forza (i = 3). I termini p¤ij rappresentano le componenti di momento (j = 1; 2) e di taglio (j = 3) sul contorno. Le componenti della soluzione fondamentale u ¤ij sono rappresentati dalle relazioni u ¤®¯ u¤®3 u¤33 ½ 1 2 = (A0 [z]±®¯ ¡ A1[z]r;® r;¯ ) 2¼D 1 ¡ º · µ ¶ ¸ ¾ ±®¯ r r;® r;¯ ¡ 2 ln +1 ¡ 4 r 2 · µ 0¶ ¸ rr;® r = 2 ln +1 8¼D r ( 0 µ ¶) · µ ¶ ¸ r 1 2 r z2 = ¡ ln +1 ¡ ln 2¼D¸2 1 ¡ º r0 4 r0 10 (38) (39) (40) dove µ e stata indicata con r la distanza tra il punto sorgente ed il punto di campo. Le componenti p¤ij , derivate da queste attraverso le equazioni di compatibilitµ a e di legame, assumono la forma µ ¶ 2º ¤ 1¡º u¤i®;¯ + u ¤i¯;® + (41) u ±®¯ º¯ 2 1 ¡ º i°;° ´ 1¡º 2³ ¤ (42) p¤i3 = D ¸ ui® + u¤i3;® º® 2 dove le componenti º® rappresentano le componenti della normale nel punto di campo. Le espressioni esplicite dei termini p ¤ij sono p¤i® = D p¤®¯ p¤®3 p¤3® p¤33 1 [(4A2 ¡ 4A1 + c0 )(±®¯ r;º + r;® º¯ ) 4¼r +(4A1 + c1)r;® º¯ ¡ 2(2A2 + c0 )r;® r;¯ r;º ] ¸ = [A0 º® ¡ A1 rº ] 2¼ ·µ µ ¶¶ ¸ 1 r = ¡ c2 + 2c1 ln º® + 2c0 r® rº 8¼ r0 r = ¡ ;º 2¼r = ¡ (43) (44) (45) (46) avendo posto c0 = 1 ¡ º c1 = 1 + º c2 = 1 + 3º ed essendo stata introdotta la combinazione delle funzioni di Bessel A2 (z) = K0 (z) + µ 8 1 K 1(z) ¡ z z ¶ + zK1 (z) L'integrale sul dominio del termine di carico puµo essere ricondotto, utilizzando il teorema della divergenza, ad un integrale sul contorno per varie leggi di carico. Facendo riferimento a un carico uniforme e posto u¤i3 = vi;®® (® = 1; 2) si ha Z µ ¶ º u ¤ [»; x] d(1 ¡ º )¸2 i®;® ¶ Z µ º ¤ u [»; x] º® d¡ = q v¤i;®[»; x] ¡ (1 ¡ º )¸2 i® ¡ qi = q u ¤i3[»; x] ¡ 11 (47) I termini della funzione ausiliaria vi necessaria a trasformare l'integrale di dominio del carico in integrale di contorno sono 5 v®¤ = v¤3 = µ µ ¶ ¶ r r 3 r® 4 ln ¡1 128¼D r0 µ µ µ ¶ ¶ µ ¶¶ r2 r 1 32 r 2 ln z ¡ ¡ ln 2 128¼D¸ r0 2 1¡º r0 (48) (49) Rappresentazione integrale delle sollecitazioni Partendo dalla forma integrale che esprime il campo di spostamenti u i[»] = Z ¤ u ij [»; x] pj [x]d¡ ¡ Z¡ µ ¡ ¤ vi;® [»; x] Z ¡ pij [»; x]¤ u j [x]d¡ + ¶ º u¤ [»; x] º® qd¡ ¡ (1 ¡ º)¸2 i® (50) le componenti di sollecitazione sono derivate attraverso le relazioni puntuali di legame M ®¯ T® µ 2º 1¡º u ®;¯ + u ¯;® + u°;° ±®¯ 2 1¡º 1¡º 2 = D ¸ (u® + u3;® ) 2 = D ¶ + ºq ± (1 ¡ º )¸2 ®¯ dopo aver introdotto la forma integrale delle derivate del campo di spostamento M ®¯ [»] = Z + q T® [»] = Z + q ¡ Z u ¤®¯i [»; x]pi [x]ds ¡ ¡ ¡ Z ¤ w®¯ [»; x]d¡ + ¤ w3® [»; x]d¡ ¡ p¤®¯i [»; x]u i[x]d¡ º q± (1 ¡ º) ®¯ u ¤3i® [»; x]pi [x]ds ¡ ¡ Z Z ¡ (51) p¤3i® [»; x]ui [x]d¡ (52) I termini u¤ij h che intervengono nellle precedenti relazioni sono derivati dalla soluzione fondamentale attraverso le relazioni 12 u¤3i® ½ 2º 1¡º u¤®i;¯ + u¤¯i;® + ±®¯ u ¤´i;´ 2 1¡º o 1¡º 2n ¤ = D ¸ u®i + u ¤3i;® 2 u ¤®¯i = D ¾ (53) (54) ed assumono la forma esplicita 1 [(4A2 ¡ 4A1 + c0 )(±®¯ r;® + ±®° r;¯ ) 4¼r +(4A1 + c1 )±®¯ r;° ¡ 2(2A2 + c0)r;® r;¯ r ;° ] ¸ = [A0 ±®¯ ¡ A1 r® r¯ ] 2¼ ·µ ¸ µ ¶¶ r 1 c2 + 2c1 ln ±®¯ + 2c0 r® r¯ = ¡ 8¼ r0 r;¯ = 2¼r u¤®¯° = ¡ u¤3®¯ u¤®¯3 u¤3¯3 (55) (56) (57) (58) Analogamente, i termini p¤ijh sono de¯niti dalle relazioni p¤®¯i p¤3i® ½ 1¡º 2º p¤®i;¯ + p¤¯i;® + ± p¤ 2 1 ¡ º ®¯ ´i;´ o 1¡º 2n ¤ = D ¸ p®i + p¤3i;® 2 = D ¾ (59) (60) ed assumono la forma: p ¤®¯° = Dc0 f(2A2 ¡ 4A1 + c0 )(±°® º¯ + ±°¯ º® ) + (4A1 + c2 )±®¯ º° 4¼r2 ¡(A3 ¡ 2A2 + 2c0 )((º® r;¯ + º¯ r ;®)r ;° + (±°® r;¯ + ±°¯ r;® )r;º ) ¡2(2A2 + c1 )(±®¯ r;° r;º + º° r;® r;¯ ) + 4(A3 + 2c0 )r® r¯ r ;° r ;º g p ¤®¯3 p ¤3®¯ p¤3®3 2 (61) Dc0 ¸ f(A2 ¡ 2A1 )(r;¯ º® + r;® º¯ ) ¡ 2A2 r;® r;¯ r ;º + 2A1 ±®¯ r;º g 4¼r (62) 2 Dc ¸ = ¡ 0 f(A2 ¡ 2A1 )(±®¯ r;º + r;¯ º® ) ¡ 2A2 r;® r;¯ r;º + 2A1 º¯ r;® g 4¼r (63) 2 Dc0 ¸ = f(z 2 A0 + 1)º® ¡ (z 2 A1 + 2)r;® r;º g (64) 4¼r 2 = 13 dove µe stata introdotta la funzione A3 (z), combinazione delle funzioni di Bessel 48 A3 (z) = 24K 0(z) + z µ ¶ 1 K1 (z) ¡ + 8zK 1 (z) + z 2 K0 (z) z (65) I termini w¤ij necessari per la de¯nizione dell'integrale del carico, sono de¯niti dalle relazioni ¤ w®¯ ¤ w3® ½ 1¡º º ¤ v¤®;°¯ + v¯;°® (u¤ + u¤¯°;® ) ¡ 2 (1 ¡ º)¸2 ®°;¯ ¾ · ¸ º 2º ¤ ¤ (66) v ¡ u ±®¯ º° + 1 ¡ º ´;°´ (1 ¡ º)¸2 ´°;´ ½ ¾ 1¡º 2 ¤ º = D ¸ v®;° + v3;°® ¡ (u ¤ + u¤3°;® ) º° (67) 2 (1 ¡ º)¸2 ®° = D che coinvolgono le derivate della soluzione fondamentale u ¤i j e quelle delle funzioni ausiliarie vi necessarie per il trasferimento dell'integrale di dominio sul contorno. Le componenti w¤i j risultano ¤ w®¯ w¤3® r f(4 ln z ¡ 3)(c0 (r ;¯ º® + r;® º¯ ) + c2 ±®¯ r;º ) 64¼ º ¤ +4(c0 r;® r;¯ + º±®¯ )r;º g ¡ u º c0¸2 ®¯° ° 1 º ¤ = f(2 ln z ¡ 1)º¯ + 2r;¯ r;º g ¡ u º 8¼ c0 ¸2 3®¯ ¯ = ¡ 14 (68) (69) 6 Discretizzazione dell'equazione integrale L'equazione integrale u i[»] + Z ¡ pij [»; x]¤ uj [x]d¡ = Z ¡ q uij [»; x]¤p j [x]d¡ + Z µ ¡ v¤i;® [»; x] ¡ ¶ º u¤ [»; x] º®d¡ (1 ¡ º)¸2 i® de¯nisce il campo di spostamento nel generico punto [»] del dominio in funzione degli spostamenti ui [x] e delle sollecitazioni pi[x] sul contorno ¡. Al ¯ne di utilizzare l'equazione integrale sul contorno per costruire un modello discreto della lastra di Reissner µe necessario assumere una forma approssimata dei campi incogniti sul contorno. Figure 2: Rappresentazione lineare a tratti del contorno geometrico. La descrizione geometrica del contorno viene rappresentata attraverso una linearizzazione a tratti che permette di valutare per via analitica i co15 e±cienti del sistema che forniscono la soluzione sul bordo e quelli necessari al calcolo della soluzione all'interno del dominio. I tratti di contorno senza singolaritµa, meccaniche o geometriche, individuano dei macroelementi, discretizzati in elementi all'interno dei quali si adottano speci¯che interpolazioni delle variabili meccaniche. La forma discreta delle equazioni integrali viene rappresentata attraverso sommatorie estese al numero di elementi in cui µe stato discretizzato il contorno. u i[»] + n µZ X ¡h h=1 µ Z n X q h=1 p¤ij [»; x]uj [x]d¡h ¡h µ ¤ vi;® [»; x] ¶ = n µZ X ¡ h=1 u¤ij [»; x]pj [x]d¡h ¶ º ¡ u ¤ [»; x] º® d¡h (1 ¡ º )¸2 i® ¶ ¶ + (70) Per la discretizzazione delle variabili meccaniche sul contorno sono state utilizzate funzioni costanti a tratti e quadratiche. L'interpolazione costante comporta notevoli sempli¯cazioni nella simulazione, sia per quanto riguarda la preparazione del codice e sia nella sua esecuzione. La forma discreta dell'equazione integrale in questo caso assume la forma (») ui + n µZ X ¡h h=1 µZ n X q h=1 ¶ p¤ij [»; x]d¡h u hj = ¡h µ v¤i;® [»; x] ¡ n µZ X h=1 ¡ ¶ u¤ij [»; x]d¡h phj + ¶ º u¤ [»; x] º® d¡h (1 ¡ º)¸2 i® ¶ (71) L'interpolazione quadratica µe stata costruita attraverso una funzione spline che riesce ad assicurare la continuitµa della funzione e della sua derivata nei punti di interconnessione senza far intervenire i valori delle derivata come paramentri dell'interpolazione [15]. I parametri necessari per ogni macroelemento risultano solo due in piµu di una interpolazione costante a tratti. La rappresentazione approssimata della generica funzione f (´) µe del tipo f[´] = 3 X Ãi [´] fi (72) i=1 dove le funzioni di interpolazione, dedotte imponendo la continuitµa nei punti di interconnessione, assumono le seguenti espressioni 16 f1 f3 f2 x -a a Figure 3: Parametri di interpolazione 1 1 1 ¡ ´ + ´2 8 4 8 3 1 2 ¡ ´ 4 4 1 1 1 + ´ + ´2 8 4 8 Ã1 [´] = Ã2 [´] = Ã3 [´] = dove ´ µe una ascissa adimensionale de¯nita nel dominio normalizzato [¡1; 1]. Questo tipo di interpolazione sarµa indicata nel seguito come H C (High Continuity)[15]. Introducendo la rappresentazione approssimata dell'interpolazione delle variabili meccaniche e del contorno, l'equazione integrale assume la forma discreta 3 ³ X Ãk [»] uki k=1 + n Z X p¤ij [»; x]Ãk [x]d¡ u hk j h=1 ¡h 3 X n Z X k=1 h=1 ¡h n Z X q º® ! = u¤ij [»; x]Ãk [x]d¡ phk j + h=1 ¡h µ ¶ º u ¤ [»; x] d¡ (73) vi;® [»; x] ¡ (1 ¡ º )¸2 i® Al ¯ne di costruire una relazione che contenga solo variabili di contorno la precedente equazione integrale puµo essere specializzata adottando una sorgente collocata sul contorno. Valutando la forma limite per la distanza r, tra sorgente e punto di campo, che tende a zero, si ottiene 17 3 µ X 1 k=1 2 Ãk [»] u ki + n Z X p¤ij [»; x]Ãk [x]d¡ uhk j h=1 ¡h 3 X n Z X k=1 h=1 ¡h n Z X q º® ! = u¤ij [»; x]Ãk [x]d¡ phk j + h=1 ¡h µ vi;® [»; x] ¡ ¶ º u¤ [»; x] d¡(74) (1 ¡ º)¸2 i® In forma compatta la precedente equazione si puµo scrivere c[»]u + H [»]¹ u = G[»]¹ p (75) Questa forma dell'equazione dipende solo da parametri di spostamento u ¹ e di sollecitazione p¹ sul contorno e puµo essere utilizzata per generare un sistema di equazioni per collocazione. La strategia di localizzazione dei punti di collocazione µ e basata su una distribuzione uniforme dei punti sul contorno. In ¯gura 4 µ e indicata la distribuzione delle sorgenti. Si osservi che negli elementi terminali del macroelemento sono collocate due sorgenti nelle posizioni individuate dai parametri ® e ¯. x a b -a a b a Figure 4: Localizzazione delle sorgenti sul macroelemento. Per ogni punto sorgente sono generate tre equazioni, due associate alle sorgenti coppie ed una corrispondente alla sorgente forza. Si ottiene cosµi il sistema di equazioni sul contorno Hu ¹ = Gp¹ (76) che, sulla base delle condizioni al contorno, viene riorganizzato nella forma Ax = b (77) dove la matrice dei coe±cienti A si presenta tutta piena e non simmetrica ed il vettore dei parametri incogniti x µe costituito da spostamenti o sforzi a seconda del tipo di condizioni al contorno. 18 7 Rappresentazione delle funzioni di Bessel La soluzione fondamentale della lastra di Reissner µe de¯nita attraverso le funzioni di Bessel modi¯cate di ordine zero ed uno. La valutazione degli integrali che contengono questi nuclei richiede quindi una rappresentazione esplicita delle funzioni di Bessel che renda possibile l'integrazione in forma analitica o numerica. Le funzioni di Bessel modi¯cate Kn (z) sono de¯nite come soluzioni delle equazioni di®erenziali d2 y dy +z ¡ (z 2 + n2 )y = 0 (78) dz 2 dz Esse possono essere espresse in funzione di quelle di ordine piµu basso attraverso la relazione z2 2n Kn (z) + K n¡1 (z) (79) z mentre le derivate possono essere ottenute attraverso le seguenti regole K n+1 (z) = d K 0 (z) = ¡K1 (z) dz d 1 K 1 (z) = ¡K0 (z) ¡ K1 (z) dz z (80) (81) L'andamento delle funzioni di Bessel di ordine zero, K0 [z], e di ordine uno, K 1[z], indicati nei gra¯ci seguenti (Fig. 4 e 5), mostrano un comportamento asintotico delle funzioni per z = 0 mentre per valori grandi dell'argomento le funzioni tendono a zero. La loro rappresentazione in forma esplicita µ e basata usualmente su sviluppi in serie [16]. In particolare, quando l'argomento z µe su±cientemente piccolo si utilizza lo sviluppo in serie di potenze 1 K 0p [z] = (¡° ¡ ln( ) ¡ ln(z)) + 2 = Np ³ X ´ ln( 12 ) + ln(z) 2 ¡ 2° ¡ 8 4 C1i + C2i log(z) z 2i i=0 K 1p [z] = à 1 + z à ln( 21 ) + ln(z) ¡ (1 ¡ 2 °) + 4 2 19 ! z 2 + :::: (82) ! z + :::: (83) 4 3 2 1 1 2 3 4 Figure 5: Gra¯co della funzione K0 (z) 10 8 6 4 2 1 2 3 Figure 6: Gra¯co della funzione K1 (z) 20 4 ´ 1 X³ i + C3 + C4i log(z) z 2i+1 z i=0 Np = (84) dove ° µ e la costante di Eulero (° = 0:577215::), np il numero di termini dello (i) sviluppo in serie ed i coe±cienti Cj sono de¯niti dalle relazioni C1i 1 = ¡ (i!)2 22i C2i = ¡ C3i à ° ¡ log(2) ¡ 1 (i!)2 22i 1 = ¡ (i + 1)!i!22i+1 C4i = i X 1 k=1 k à ! i X 1 1 ° ¡ log(2) ¡ ¡ k 2(i + 1) k=1 1 (i + 1)!i!22i+1 ! Per valori grandi di z la rappresentazione piµu conveniente µe lo sviluppo in serie esponenziale che richiede un numero di termini tanto piµ u limitato quanto piµ u sono grandi i valori di z ¡z K0g [z] = e = µ ¼ 1 9 1¡ + + :::: 2z 8 z 128 z 2 1 r Ng à i ! X ¼ @ C5 A ¡z 1+ e 2z ¡z K1g [z] = e = r 0 r µ à !1 r Ng X ¼ @ C6i A ¡z e 1+ 2z zi i=1 (85) (86) zi i=1 3 ¼ 15 1+ ¡ + :::: 2z 8 z 128 z 2 0 ¶ ¶ (87) (88) dove ng µ e il numero di termini dello sviluppo in serie esponenziale ed i coe±cienti C5i e C6i hanno la forma C5i C6i = ¡ = ¡ Qi j=1 (2j ¡ 8i i! Qi 1)2 ¡ 1)2 ¡ 4) 8ii! j=1 ((2j 21 np nng 3 5 7 9 11 13 15 3 1.69 2.50 3.38 4.29 5.23 6.20 7.18 5 1.77 2.50 3.30 4.14 5.02 5.93 6.86 7 1.91 2.57 3.31 4.10 4.93 5.79 6.67 9 2.08 2.68 3.38 4.12 4.90 5.72 6.57 11 2.27 2.84 3.48 4.18 4.93 5.71 6.52 13 2.47 3.00 3.61 4.28 4.99 5.74 6.52 15 2.69 3.18 3.76 4.40 5.08 5.80 6.55 Table 1: Valori di zcr in funzione di NP e ng Considerando la necessitµa di utilizzare entrambi gli sviluppi, µe necessario de¯nire il valore di transizione, zc , tra i due tipi di rappresentazione e scegliere il numero di termini per entrambi gli sviluppi in serie. Il valore z c da usare per un assegnato numero di termini degli sviluppi puµ o essere selezionato tenendo conto dell'errore che viene commesso nella rappresentazione di entrambi gli sviluppi, individuandolo attraverso la condizione di stazionarietµ a della quantitµa e[z] = ° ° ° ° ° K 0P + K0G ° ° K1P + K 1G ° ° °+ ° ° = min ° ° ° ° K K 0 (89) 1 dove K 0 e K1 indicano le valutazioni delle funzioni di Bessel di un codice di manipolazione simbolica (ad esempio Mathematica) che le rappresenta con un numero elevato di termini. I valori di zc ottenuti da questa condizione sono forniti nella tabella 1 al variare del numero di termini inclusi nelle rappresentazioni per piccoli argomenti np e grandi argomenti ng . Per quanto riguarda la scelta del numero di termini da includere negli sviluppi in serie si puµ o considerare l'errore commesso nella valutazione dell'integrale della rappresentazione delle funzioni di Bessel. Nella rappresentazione per piccoli argomenti l'errore µe de¯nito come e1 = ° °R Z R ZC R ° ° CR K (z)dz K1P (z)dz 0P ° 0 0 ° RZ + RZ ¡ 2° ° CR CR ° ° K0 (z)dz K 1 (z)dz 0 (90) 0 mentre nella rappresentazione per grandi argomenti assume la forma e2 = °R ° R inf ° inf ° ° Z CR K 0G (z)dz K (z)dz ° 1G ZC R ° R + R inf ¡ 2° ° inf ° ° ZC R K0 (z)dz ° Z CR K 1(z)dz 22 (91) np nng 3 5 7 9 11 13 15 3 1.1E-4 6.2E-6 5.8E-7 7.0E-8 1.0E-8 1.6E-9 2.9E-10 5 1.6E-4 6.2E-6 3.9E-7 3.4E-8 3.7E-9 4.6E-10 6.2E-11 7 2.9E-4 8.8E-6 4.2E-7 2.7E-8 2.3E-9 2.2E-10 2.2E-11 9 5.9E-4 1.5E-5 5.8E-7 3.1E-8 2.0E-9 1.6E-10 1.1E-11 11 1.2E-3 2.9E-5 9.7E-7 4.2E-8 2.3E-9 1.5E-10 7.6E-12 13 2.5E-3 6.0E-5 1.8E-6 6.7E-8 3.2E-9 1.8E-10 7.6E-11 15 5.0E-3 1.2E-4 3.4E-6 1.2E-7 4.9E-9 2.4E-11 9.8E-12 Table 2: Valori di e1 in funzione di nP e ng np nng 3 5 7 9 11 13 15 3 2.9E-4 1.2E-4 5.3E-5 2.6E-5 1.4E-5 8.4E-6 5.2E-6 5 2.2E-5 1.9E-5 7.3E-6 2.8E-6 1.2E-6 5.5E-7 2.7E-7 7 9.0E-5 2.7E-7 1.6E-6 6.3E-7 2.3E-7 8.6E-8 3.5E-8 9 2.4E-4 1.2E-5 2.1E-7 1.5E-7 6.4E-8 2.2E-8 7.8E-9 11 5.4E-4 3.2E-5 1.8E-6 6.2E-8 1.5E-8 7.2E-9 2.5E-9 13 1.2E-3 7.1E-5 4.5E-6 2.9E-7 1.4E-8 1.3E-9 8.5E-10 15 2.4E-3 1.6E-5 9.9E-6 6.7E-7 4.7E-8 2.8E-9 8.6E-11 Table 3: Valori di e2 in funzione di NP e ng Le tabelle precedenti evidenziano la convenienza di includere nelle rappresentazioni per piccoli e grandi argomenti un numero confrontabile di termini. Infatti si riscontra che, sia per i piccoli che per i grandi argomenti, l'aggiunta di un termine nello sviluppo produce una riduzione di un ordine di grandezza nell'errore. Sulla base di questi risultati, per la determinazione della soluzione sul contorno sono stati adottati i valori np = 5, ng = 5, zc = 2:50, mentre per l'analisi di dettaglio nei punti interni sono stati usati i valori np = 7, ng = 7, zc = 3:31. L'inclusione di un numero piµu elevato di termini nello sviluppo per piccoli argomenti puµo essere utile nelle situazioni caratterizzate da gradienti elevati nello strato di bordo. 8 Valutazione degli integrali Nel processo di discretizzazione ad elementi al contorno, la valutazione degli integrali ha, insieme all'interpolazione utilizzata nella discretizzazione, un ruolo importante sull'accuratezza dei risultati. In particolare, per e®etto delle situazioni di singolaritµa e di quasi-singolaritµa non risultano e±caci gli schemi di integrazione numerica standard. La valutazione degli integrali 23 viene preferibilmente condotta in modo analitico. L'integrazione analitica µe agevolata dalla approssimazione linearizzata a tratti del contorno. Nel caso delle lastre di Reissner i soli termini che richiedono l'integrazione numerica sono quelli che contengono le funzioni di Bessel nel dominio dei grandi argomenti. La rappresentazione approssimata delle variabili meccaniche comporta che il termine tipico dell'equazione integrale si presenti nella forma Z ¡h u¤ t d¡ = 3 Z X a u ¤Ãi [»] d» ti ¡a i=1 (92) dove a µ e la semilunghezza dell'elemento rettilineo su cui si sta integrando e Ãi [»] sono funzioni polinomiali in ». Rappresentando la funzione approssimante nella forma Ãi [»] = n X cij » j (93) j =0 dove n µ e il grado del polinomio interpolante, µe possibile esprimere il termine integrale nella forma Z ¡h ¤ u t d¡ = 3 X n X i=1 j =0 cij µZ a ¡a ¤ j u » d» ¶ ti (94) E' da notare che il calcolo degli integrali deve esser diversi¯cato a seconda che si debba utilizzare la rappresentazione delle funzioni di Bessel per piccoli valori di z, dove si usa l'integrazione analitica, o per grandi valori di z, dove si usa l'integrazione numerica. La selezione del tipo di rappresentazione µe realizzata secondo lo schema indicato nella ¯gura 7. Qualora entrambe le rappresentazioni devono essere usate nell'ambito dello stesso elemento di integrazione, il generico termine viene calcolato come somma degli integrali de¯niti sui sottodomini dell'elemento corrispondenti, sulla base del valore z c giµ a de¯nito, alle rappresentazioni per piccoli e grandi argomenti. Utilizzando i simboli indicati in ¯gura 7, il generico integrale viene rappresentato nella forma j U = Z a ¡a ¤ j u » d» = Z a1 a0 ¤ j u » d» + 24 Z a2 a1 ¤ j u » d» + Z a3 a2 u ¤» j d» (95) n zc a x t analitica numerica a[0] -a numerica a[2] a[1] a[3] Figure 7: De¯nizione estremi di integrazione Si noti che la suddivisione dell'integrale comporta un lieve aggravio computazionale, che in°uenza perµo poco i tempi di calcolo poichµe si veri¯ca solo in un numero limitato di situazioni rispetto a quelle ricorrenti in cui l'elemento µ e interessato da un unico tipo di rappresentazione. L'integrazione analitica µe stata organizzata attraverso l'uso di un sistema di riferimento locale che consente di esprimere l'integrale in forma compatta. La procedura di assemblaggio µe quindi preceduta da un'operazione di rotazione delle componenti di momento dal riferimento locale a quello globale. Facendo riferimento alla ¯g.8, nel sistema di riferimento locale x; y, con l'asse x coincidente con la direzione dell'elemento, le derivate della distanza r tra il punto sorgente Q e il punto di campo P si sempli¯cano nelle y¹ r x¡x ¹ r r ;y = ¡ r;x = A±nchµ e il generico termine possa essere valutato in una forma computazionalmente conveniente µe necessario introdurre le forme basi che ricorrono negli integrali da trattare analiticamente. (k) Ej (k) Fj = = Z x2 x1 x2 Z x1 xk dx (z 2 )j (z 2 )j xk dx 25 x2 t n x Q r y Gi x1 n P t W Figure 8: Sistema di riferimento locale. Gj(k) = Z x2 x1 log(z)(z 2 )j xk dx dove z = ¸ r. I risultati dell'integrazione possono essere organizzati in forma ricorrente in modo da rappresentare un generico termine dell'interpolazione polinomiale e poter, quindi, includere un generico numero di termini della serie che approssima le funzioni di Bessel. (k) La soluzione analitica degli integrali del tipo Ej puµo quindi essere espressa nella forma Ej(k) = ( " xk¡1 ¡ (r 2 )j¡1 2¹ x(j ¡ #x 2 x1 (k¡1) k)E j + (k ¡ 1)(¹ x 2 + y¹2 )E j(k¡2) + o 1 2j ¡ k ¡ 1 In particolare, quando k = 2j ¡ 1, µe necessario utilizzare la seguente rappresentazione (k) Ej (k¡2) = E j¡1 (k¡2) ¡ (x¹2 + y¹2)Ej 26 (k¡1) + 2¹ xE j (k) La rappresentazione ricorrente degli integrali del tipo Fj espressa come (k+1) Fj h = ( x k (r 2 )j+1 ix2 x1 (k¡1) ¡ k(¹ x2 + y¹2 )Fj (k) 2¹ x (j + k + 1)Fj ) (k) Gj = ( · µ + 1 k + 2j + 2 (k) mentre gli integrali appartenenti al tipo Gj puµo essere hanno la forma ¶¸ 1 x2 k + 1 (k) 1 (r2 )j xk+1 2 log(r) ¡ Fj ¡ + 2 j x1 2 o 1 (k+2) (k+1) ¹ Gj ¡1 ) ¸2 j (Gj¡1 ¡ x k+1 La valutazione degli integrali che contengono le funzioni di Bessel nella rappresentazione per grandi argomenti µe stata sviluppata numericamente. Questi integrali sono costituti da combinazioni della forma base ~ (k) = H j Z x2 x1 xj p dx ez z i z I contributi non singolari sono stati valutati utilizzando la tecnica standard di Gauss. Nelle situazioni di quasi-singolaritµa l'integrazione di Gauss fornisce risultati poco accurati e, talvolta, ina±dabili. In questi casi si ricorre a strategie che, attraverso opportune trasformazioni di variabile, rendono la funzione integranda piµu regolare, migliorando conseguentemente l'accuratezza dell'integrale. L'e®etto di queste trasformazioni µe sostanzialmente quello di riposizionare i punti di integrazione de¯niti nello schema di Gauss. A questa categoria appartengono i metodi di Telles [17] e quello di Huang e Cruse [18]. Mentre il metodo di Telles si rivolge all'integrazione di termini singolari e quasi singolari, la trasformazione di Huang e Cruse µe adatta per trattare i contributi quasi singolari. Nel modello numerico sviluppato µe stato usato questo secondo schema per trattare i contributi quasi-singolari, mentre i termini singolari, che coinvolgono le funzioni di Bessel per piccoli argomenti, sono stati trattati analiticamente. 27 Il metodo di Huang e Cruse µe basato sulla trasformazione x=¡ 2 ²(a + ²) ¡² a+2²+ay che collega l'ascissa ¯sica x con la posizione trasformata y, dove ² µe la distanza mimima della sorgente dall'elemento e a la semi-lunghezza del dominio di integrazione. La trasformazione µ e valida per n > 1. Quando n = 1 la trasformazione diventa x=¡ 1 ¡² c1 + c2 y con p p a+ ²+ m ² p p 2 ma+² m² p p m a+ ²¡ m ² p p 2 ma+² m² m c1 = c2 = dove il coe±ciente m µe de¯nito dalla condizione · ln ² m = max 1; ¡ ln 2d ¸ in cui d µe una costante che deve soddisfare la disuguaglianza 1 p <d 2 ² m 28 9 Organizzazione dell'algoritmo La formulazione e la discretizzazione descritte nei precedenti capitoli sono state utilizzate per sviluppare il programma di calcolo automatico TPLATE (Thick / Thin PLATE) per l'analisi di lastre poligonali basate sul modello di Reissner. Il programma µe divisibile nelle seguenti parti ² Input; ² PreProcessing; ² Analisi; ² PostProcessing; Nella fase di Input vengono letti, attraverso un ¯le di testo, i dati relativi alla struttura da analizzare. Le informazioni necessarie per modellare la struttura riguardano la sua geometria (posizioni dei vertici dei singoli macroelementi e spessore) i dati per la discretizzazione (numero di elementi per ogni macroelemento), le condizioni al contorno, i dati sul materiale (E e º) ed i dati sul carico trasversale. In questa fase si stabiliscono alcune modalitµ a dell'analisi, il tipo di interpolazione da usare e le opzioni sull'output. Nella fase di Preprocessing vengono svolte le operazioni di pre-elaborazione dei dati di input. Viene, ad esempio, de¯nita la collocazione dei punti sorgente in relazione al tipo di interpolazione scelta. Per l'interpolazione costante a tratti sono collocate le sorgenti al centro di ogni elemento. Per interpolazione di tipo quadratico sono collocati n + 2 sorgenti sugli n elementi di ogni macroelemento, seguendo il criterio di spaziatura descritto nel paragrafo precedente. Nella fase di Analisi viene costruito il sistema di equazioni che de¯nisce la soluzione sul contorno. Gli aspetti piµu rilevanti di questa fase sono schematizzati nella ¯gura successiva. 29 Collocazione delle sorgenti sul contorno Contributo dell'integrale del carico sul termine noto Valutazione dei termini della equazione integrale i=1..Nl il=1..Nel Valutazione dei nuclei nel Gestione della rappresenta- sistema di riferimento locale zione delle funzioni di Bessel Calcolo degli integrali base: Calcolo degli integrali E, F, G, K base per z<zc Valutazione degli integrali U* e T* Calcolo degli integrali base per z>zc Assemblaggio dei coefficienti nel sistema A x = b j=1..Nl jl=1..Nel Figure 9: Costruzione del sistema risolvente La soluzione sul contorno µe fornita dal sistema Ax = b (96) dove nella matrice A sono raccolti i coe±cienti corrispondenti ai parametri incogniti raccolti nel vettore x e b µe il vettore dei termini noti. Alla ¯ne della fase di Analisi µ e nota completamente, in termini di parametri dell'interpolazione scelta, la soluzione sul contorno nelle sue componenti di sforzo e di spostamento. 30 In¯ne, nella fase di PostProcessing viene valutata la soluzione nei punti interni del dominio in funzione della soluzione sul bordo e del tipo di interpolazione adottata. In particolare quest'ultima fase µe articolata nel modo indicato nella ¯gura seguente Soluzione nei punti interni al dominio Contributo dell'integrale del carico Valutazione dei termini dell'equazione integrale Valutazione dei nuclei nel sistema di riferimento locale Gestione della rappresentazione delle funzioni di Bessel Calcolo degli integrali base: E, F, G, K Calcolo degli integrali Valutazione degli integrali U* e T* Calcolo degli integrali base per z<zc base per z>zc j=1..Nl jl=1..Nel Figure 10: Soluzione nei punti interni al dominio Come si puµ o osservare, la valutazione degli spostamenti ripercorre le modalitµ a seguite nella costruzione del sistema di equazioni. La de¯nizione delle sollecitazioni interne risulta piµ u impegnativa in quanto coinvolge le derivate delle rotazioni e degli spostamenti. Risulta in questo caso ancora piµ u determinante la precisione con cui vengono calcolati gli integrali. Anche per essi si utilizza la procedura generale di gestione basata sulla combinazione degli integrali base. 31 10 Risultati numerici I risultati numerici riportati nel seguito permettono di valutare le potenzialitµ a del modello di discretizzazione sviluppato. I problemi test sono stati scelti in modo da poter veri¯care le prestazioni del modello a confronto con soluzioni disponibili e studiare le doti di accuratezza in situazioni piµu impegnative, quale il fenomeno del boundary layer, caratterizzato da elevati gradienti nella distribuzione delle tensioni. Nel calcolo degli integrali numerici, sono stati utilizzati in genere 8 punti di Gauss, mentre per il calcolo della soluzione nelle zone di quasi singolaritµa ed in presenza di rapporti tra spessore e lunghezze molto ridotti sono stati usati 16 punti. 10.1 Lastra quadrata appoggiata La lastra quadrata appoggiata sul contorno riportata in ¯gura 11 µe stata analizzata sia come lastra sottile (tabella 4) e sia come lastra spessa (tabella 5), rappresentando entrambe le condizioni di appoggio con rotazione tangenziale libera (appoggio sof t) e nulla (appoggio hard). L'analisi, condotta per diversi tipi di discretizzazione, mostra una buona convergenza alla soluzione esatta e un'accuratezza soddisfacente anche impiegando un numero di variabili estremamente ridotto. L y C A L x Figure 11: Lastra quadrata appoggiata. 32 Nel 2 4 8 16 32 [19] 103 W (C) D=(q L4) hard soft 0.41002 0.42514 0.40704 0.41113 0.40634 0.40776 0.40625 0.40690 0.40624 0.40667 0.406 My(C) 10=(q L2) hard soft 0.48211 0.49462 0.47955 0.48298 0.47895 0.48015 0.47887 0.47944 0.47887 0.47924 0.479 TA/(q L) hard soft 0.37484 0.49919 0.32112 0.39578 0.33339 0.41343 0.33730 0.42039 0.33762 0.42055 0.420 Table 4: Lastra sottile h=L = 1=1000 Nel 2 4 8 16 32 103 W (C) D=(q L4 ) hard soft 0.42645 0.47733 0.42502 0.46388 0.42467 0.45947 0.42454 0.45833 0.42450 0.45817 (C) My 10=(q L2 ) hard soft 0.48239 0.52727 0.48113 0.51571 0.48083 0.51189 0.48072 0.51090 0.48068 0.51076 TA /(q L) hard soft 0.34453 0.46938 0.33907 0.42000 0.33860 0.42208 0.33851 0.42130 0.33848 0.42120 Table 5: Lastra spessa h=L = 1=10 10.2 Lastra di Razzaque Il problema presentato in ¯gura 12 µe la lastra sghemba analizzata da Razzaque [20], libera su due lati e vincolata sugli altri con un appoggio di tipo soft. I risultati nelle tabelle e nei gra¯ci che seguono, indicano la possibilitµ a di raggiungere soluzioni accurate anche con pochi elementi. I gra¯ci delle ¯gure successive, ottenuti impiegando 16 elementi per lato, mostrano l'andamento del momento torcente e del taglio lungo la sezione a indicata in ¯gura 12. I gra¯ci evidenziano l'accuratezza del modello nel cogliere gli elevati gradienti del campo di tensione che si producono vicino al bordo quando lo spessore della lastra diventa molto piccolo rispetto alla sua larghezza. In questa situazione si attivano gradienti elevanti in corrispondenza dello strato di bordo, descritti in dettaglio in [5], che rappresentano un test molto severo per i modelli numerici. I risultati delle tabelle 7 e 8 mettono a confronto le soluzioni ottenute assumendo interpolazioni di tipo diverso per le variabili meccaniche. In particolare, si puµ o osservare la maggiore e±cienza dell'interpolazione HC rispetto all'approssimazione costante a tratti. 33 L y C a a = 60° x 3L/4 Figure 12: Lastra di Razzaque. N el 2 4 8 16 32 [20] 103 w(c) D=(q L4 ) hard sof t 0.80416 0.82858 0.79219 0.80100 0.79198 0.79487 0.79248 0.79345 0.79270 0.79303 0.7945 0.7945 (c) my 103 =(q L2 ) hard sof t 96.72379 98.25051 95.66029 96.05971 95.64432 95.78212 95.68113 95.72701 95.69849 95.71404 95.89 95.89 Table 6: Lastra di Razzaque (h = 0:1): spostamento e momento °ettente nel punto centrale. nel 2 4 8 16 [20] errore 103 Interpolazione Costante (c) w (c) D=(q L 4 ) my 103=(q L 2 ) 0.81032 90.0667 0.80634 96.7528 0.80733 97.1591 0.80390 96.9631 0.7945 95.89 1.18% 1.12% 103 Interpolazione HC (c) L4 ) my 103 =(q L2 ) 0.82858 98.25051 0.80100 96.05971 0.79487 95.78212 0.79345 95.72701 0.7945 95.89 0.13% 0.17% w(c) D=(q Table 7: Lastra di Razzaque (h = 0:1): spostamento e momento °ettente nel punto centrale. 34 0.005 0.000 -0.005 h/L: 0.100 -0.010 0.010 0.005 -0.015 0.001 -0.020 Mxy -0.025 -0.030 -0.035 -0.040 -0.045 -0.050 0.00 0.01 0.02 0.03 0.04 0.05 x/L Figure 13: Lastra di Razzaque: momento Mxy lungo la linea x = 3L=4. 0.040 h/L: 0.039 0.100 0.010 0.038 0.005 0.001 0.037 Ty 0.036 0.035 0.034 0.033 0.00 0.01 0.02 0.03 0.04 0.05 x/L 35 Figure 14: Lastra di Razzaque: taglio ty lungo la linea x = 3L=4. h 0.1 1.0 10.0 Interpolazione Costante (c) 10 w(c) D=(q L4 ) my 103 =(q L 2) 0.80390 96.9631 0.80621 96.1312 0.84577 97.5788 3 Interpolazione HC (c) 10 w D=(q L 4 ) my 103 =(q L2 ) 0.79345 95.72701 0.79935 96.18851 0.84702 98.10232 3 (c) Table 8: Lastra di Razzaque (h = 0:1): spostamento e momento °ettente centrali al variare dello spessore (Nel=16). 10.3 Mensola sghemba Il problema della mensola obliqua di ¯gura 15 µe un test impegnativo per la presenza di elevati gradienti del campo di tensione vicino agli angoli. I risultati di alcuni valori dello spostamento trasversale, in corrispondenza degli spigoli liberi della lastra ed al variare dell'angolo di obliquitµa, sono confrontati in tabella 9 con i valori forniti da modelli ad elementi ¯niti ra±nati, adatti all'analisi di lastre sia sottili che spesse. 2 1 y a x L Figure 15: Mensola sghemba (E = 100, º = 0:3, h = 4, q = 1, L = 100). 36 N el 2 4 8 16 32 [21] Q4BL(32x32)[6] T3BL(64x64)[7] ® = 700 w1 w2 1.4168 1.0474 1.4313 1.0492 1.4338 1.0467 1.4329 1.0460 1.4320 1.0457 1.4297 1.0442 1.4309 1.0448 1.4309 1.0446 ® = 500 w1 w2 1.2045 0.5673 1.2006 0.5551 1.1994 0.5518 1.1966 0.5509 1.1943 0.5505 1.1818 0.5468 1.1869 0.5481 1.1891 0.5485 ® = 300 w1 w2 0.9001 0.1751 0.8898 0.1656 0.8801 0.1625 0.8743 0.1616 0.8706 0.1611 0.8502 0.1562 0.8518 0.1572 0.8590 0.1589 Table 9: Mensola sghemba: spostamenti agli spigoli del lato libero. 10.4 Lastra di Hartman Il problema della lastra rettangolare parzialmente appoggiata lungo il contorno, mostrato in ¯gura 16 µe un caso interessante di condizioni al contorno discontinue che provocano comportamenti singolari nella soluzione con forti concentrazioni delle tensioni nell'intorno delle discontinuitµa. y 4 x 4m 4m Figure 16: lastra di Hartman con º = 0:3 D = 2700 KNm carico uniforme p = 100 kN=m2 S = 0:004 m Nelle tabelle 10 - 13 i valori dello spostamento trasversale e del momento °ettente lungo due sezioni signi¯cative della lastra sono confrontati con le soluzioni, ottenute per lastre sottili in [8] e [22] con modelli ad ele37 menti di contorno ed in [23] con un modello ad elementi ¯niti ri¯nito, usato nell'ambito di una strategia di soluzione di tipo multigrid con elevato numero di variabili. La soluzione, anche con una discretizzazione piuttosto rada, tende bene ai valori di riferimento. Il vincolo di appoggio si µe modellato attraverso una condizione di tipo hard. Nel x -10/3 -8/3 -2.0 -4/3 -2/3 0.0 2/3 4/3 2.0 8/3 10/3 4.0 2 0.02860 0.05746 0.09375 0.15471 0.27129 0.47866 0.79469 1.20992 1.69953 2.23775 2.80384 3.38299 8 0.02712 0.05308 0.08228 0.12623 0.20610 0.35178 0.58837 0.91820 1.32280 1.77762 2.26152 2.75959 16 0.02701 0.05264 0.08089 0.12258 0.19764 0.33482 0.55948 0.87561 1.26602 1.70662 2.17636 2.66034 32 0.02698 0.05247 0.08029 0.12093 0.19375 0.32693 0.54593 0.85546 1.23897 1.67262 2.13543 2.61248 Riferimenti [23] [8] 0.027 0.03 0.054 0.082 0.120 0.191 0.20 0.323 0.528 0.832 1.210 1.27 1.619 2.076 2.549 2.65 Table 10: Problema di Hartman: spostamento trasversale w lungo y = 0 38 x -10/3 -8/3 -2.0 -4/3 -2/3 0.0 2/3 4/3 2.0 8/3 10/3 4.0 2 0.02018 0.04160 0.06735 0.10811 0.19780 0.39135 0.71663 1.14789 1.65117 2.19956 2.77285 3.35829 N el 8 16 0.02015 0.01998 0.03900 0.03856 0.05967 0.05856 0.09031 0.08762 0.14855 0.14204 0.27236 0.25718 0.50732 0.47879 0.84988 0.80734 1.26734 1.21102 1.73015 1.66021 2.21710 2.13363 2.71534 2.61840 32 0.01993 0.03839 0.05809 0.08640 0.13908 0.25022 0.46550 0.78726 1.18422 1.62673 2.09350 2.57163 Riferimenti [22] [23] 0.020 0.020 0.038 0.038 0.058 0.057 0.085 0.084 0.136 0.134 0.243 0.243 0.451 0.444 0.766 0.763 1.155 1.158 1.591 1.579 2.050 2.044 2.521 2.521 Table 11: Problema di Hartman: spostamento trasversale w lungo y = 1 x -10/3 -8/3 -2.0 -4/3 -2/3 0.0 2/3 4/3 2.0 8/3 10/3 2 14.18 -13.23 -96.27 -255.20 -440.93 -534.76 -480.71 -347.54 -211.31 -102.18 -26.66 N el 8 16 22.86 24.12 9.36 12.66 -43.85 -36.72 -148.51 -134.95 -302.65 -282.50 -435.65 -416.67 -445.24 -435.39 -345.63 -342.56 -217.55 -216.96 -108.52 -108.57 -32.38 -32.53 32 24.78 14.27 -33.36 -128.65 -272.99 -407.40 -430.30 -340.81 -216.50 -108.48 -32.51 Riferimenti [23] [8] 26.7 18.1 -25.2 -120.0 -133 -256.7 -388.8 -418.5 -433 -334.3 -214.5 -212 -104.3 -35.6 Table 12: Problema di Hartman: momento °ettente mx lungo y = 0 39 La distribuzione di alcune componenti signi¯cative della soluzione µe rappresentata nei gra¯ci a curve di livello delle ¯gure 17 e 18. Si noti la presenza di forti concentrazione di tensioni nelle zone prossime al punto di cambiamento delle condizioni al contorno. x -10/3 -8/3 -2.0 -4/3 -2/3 0.0 2/3 4/3 2.0 8/3 10/3 2 4.989 -2.702 -48.788 -227.569 -532.012 -694.284 -534.208 -350.919 -205.479 -96.211 -25.885 N el 8 16 19.185 21.282 10.139 13.470 -27.960 -21.777 -114.952 -101.482 -309.034 -280.274 -583.489 -550.658 -545.936 -537.398 -366.718 -360.806 -212.293 -205.419 -100.250 -93.699 -27.875 -26.079 32 21.610 14.492 -19.485 -96.380 -268.177 -536.586 -535.384 -360.941 -205.536 -93.763 -26.136 Riferimenti [22] [23] 22.2 22.1 16.9 16.5 -16.7 -13.8 -90.6 -88.7 -256.3 -248.3 -523.4 -516.9 -523.5 -533.7 -360.3 -361.6 -205.1 -207.8 -94.4 -91.0 -30.1 -25.3 Table 13: Problema di Hartman: momento °ettente mx lungo y = 1 40 W: 1 0 -1 -3 -2 -1 0 1 2 3 -3 -2 -1 0 1 2 3 -3 -2 -1 0 1 2 3 Mxx: 1 0 -1 Myy: 1 0 -1 Figure 17: Problema di Hartman: spostamento trasversale e momenti M xx, Myy . 41 Mxy 1 0 -1 -3 -2 -1 0 1 2 3 -3 -2 -1 0 1 2 3 -3 -2 -1 0 1 2 3 Tx 1 0 -1 Ty 1 0 -1 Figure 18: Problema di Hartman: momento M xy e sollecitazione di taglio Tx e Ty . 42 10.5 Un solaio a piastra Il problema presentato in ¯gura 10.5, che schematizza un solaio vincolato su pilastri e soggetto a carico uniforme, mostra l'e±cacia del modello nella simulazione, con un numero relativamente basso di variabili ( 900 variabili utilizzando una discretizzatione del contorno esterno in 16 elementi e 4 per ciascun lato dei pilastri ), di un problema strutturale articolato. Lo spessore della lastra µ e pari a 0:20 m ed il coe±ciente di Poisson µe stato assunto pari a 0:3. Figure 19: Solaio su pilastri 43 W 12 10 8 6 4 2 2 4 6 8 10 12 2 4 6 8 10 12 Mxx 12 10 8 6 4 2 Figure 20: Solaio su pilastri: spostamento e momento M xx 44 Tx 12 10 8 6 4 2 2 4 6 8 10 12 Mxy 12 10 8 6 4 2 2 4 6 8 10 12 Figure 21: Solaio su pilastri: taglio Tx e momento torcente Mxy 45 11 Appendice Le espressioni degli integrali delle funzioni fondamentali che sono necessari per la costruzione del sistema di equazioni per la soluzione sul contorno, utilizzando gli integrali base sopra de¯niti, per quanto riguarda il nucleo Uij¤ , sono: (k) Uºº = 1 (k) (k) (4(A00 ¡ y¹2¸2 A(k) ¹2 ¸2 E 1(k) + 11 ) ¡ c0 (G0 + y 4¼Dc0 (k) (0:5 ¡ log(z0))E0 )) y¹¸2 (k+1) (k) (k+1) (k) (4(A11 ¡x ¹ A11 ) + E 1 ¡x ¹ E1 ) 4¼D y¹ (k) (k) (G0 + (0:5 ¡ log(z0))E 0 ) = ¡ 4¼D (k) = Uº¿ 1 (k) (k) = (2(A00 ¡ A(k) ¹2 ¸2 A(k) ¹2 ¸2 E1(k) + 10 + y 11 ) ¡ c0(G0 ¡ y 4¼Dc0 (k) Uº¿ = (k) Uºw U¿(k) º U¿(k) ¿ (k) U¿(k) = w (k) Uwº = (k) Uw¿ = (k) U ww = (1:5 ¡ log(z0))E0 )) 1 (k+1) (G(k+1) ¡ x ¹G(k) ¡x ¹E 0(k) )) 0 + (0:5 ¡ log(z0))(E0 4¼D 0 (k) ¡U ºw (k) ¡U ¿w 1 (k) (k) (k) (k) ¡ (8(G 0 + (1 ¡ log(z0))E0 ) ¡ c0 (G1 ¡ log(z0)F1 )) 8¼D¸2 c0 dove sono stati indicati con c0 c1 = 1¡º = 1+º c2 = 3¡º Il nucleo delle funzioni Pij¤ diventa: (k) Pºº = ¸2 y¹ (k) (k) (k) (4A(k) y2 ¸2 (2A(k) 21 ¡ 4A 11 + c2 E1 ¡ 2¹ 22 + c0 E 2 )) 4¼ 46 ¸2 (k+1) (k) (k+1) (k) (h+1) (2(A21 ¡x ¹A21 ¡ 2A11 + 2¹ xA11 ) + c0 (E1 ¡ 4¼ (k+1) x ¹E 1(k) ) ¡ y¹2 ¸2(4(A(k+1) ¡x ¹A(k) ¡x ¹E 2(k) ))) 22 22 ) + 2c0 (E2 ¸2 (k) (A ¡ y¹2 ¸2 A(k) 11 ) 2¼ 00 ¸2 (k+1) (k) (k+1) (k) ¡x ¹A11 ) + c1 (E 1 ¡x ¹E1 ) ¡ (4(A11 4¼ (k+1) (k) (k+1) (k) ¡¹ y 2¸2 (4(A22 ¡x ¹A22 ) + 2c0 (E 2 ¡x ¹E2 ))) ¸2y¹ (k) (k) (k) (k) (k) (2A21 + 4A11 + c0 E1 ¡ 2¹ y 2¸2 (2A22 + c0 E 2 )) ¡ 4¼ y¹¸4 (k+1) (A11 ¡x ¹ A(k) 11 ) 2¼ 1 ((3c0 ¡ 4 + 2c1 log(z0))F0(k) ¡ 2c0 ¸2 y¹2 E 1(k) ¡ 2c1 G(k) 0 ) 8¼ c0 y¹¸2 (k+1) (k) (E1 ¡x ¹E 1 ) 4¼ (k) Pº¿ = ¡ (k) Pºw = P¿(k) = º P¿(k) = ¿ P¿(k) = w (k) Pwº = (k) Pw¿ = (k) (k) Pww = y¹¸2 E1 2¼ dove le quantitµ a A(h) ij sono espresse come: (k) A00 (k) A1h (k) A2h (k) (k) (k) = K 00 + K10 ¡ E 1 (k) (k) (k) = K 0h + 2 K1h ¡ 2 E h+1 (k) (k) (k) (k) = 4K 0h + K1h¡1 + 8 K1h ¡ 8Eh+1 (k) (k) avendo indicato con K 0h e K 1h gli integrali che coinvolgono le funzioni di Bessel modi¯cate (k) K0h (k) K1h = = Z x2 x1 x2 Z x1 K0 [z]xk dx z 2h K1 [z]xk dx z 2h+1 che possono essere ricondotti alla somma di due parti integrali di cui la prima, estesa alla zona di validitµa delle rappresentazioni delle funzioni di 47 Bessel per piccoli argomenti, µe espressa come combinazione degli integrali analitici prima presentati: (k) K 0h = h X (k) C1i Eh¡i i=0 (k) K 1h = (k) Eh+1 + Ntssp ³ X (k) (k) C1i Fi¡h + C2i G i¡h i=h + h X (k) C3i E h¡i i=0 + Ntssp X ³ (k) ´ (k) C3i Fi¡h + C4i Gi¡h i=h ´ e da una seconda parte, in cui intervengono le rappresentazioni in serie esponenziale, i cui termini possono essere integrati numericamente adottando accorgimenti atti ad evitare situazioni di quasi singolarit¶a in corrispondenza del passaggio tra piccoli e grandi argomenti. Gli integrali dei termini v® necessari per de¯nire l'integrale del termine di carico, sono: Vºº V¿ º Vwº 1 (0) (4G(0) 1 ¡ (1 + 4 log(z0))F 1 + 128¼D¸2 (0) (0) ¸2 y¹2 (8G0 + (2 ¡ 8 log(z0))F0 )) y¹¸2 (1) (0) = ¡ (8(G 0 ¡ x ¹G0 ) + 2 128¼D¸ (1) (0) (2 ¡ 8 log(z0))(F0 ¡ x ¹F0 )) y¹ (0) (0) = (64(G 0 + (0:5 ¡ log(z0))F0 )=c0 ¡ 128¼D¸2 (0) (0) (4G1 ¡ (1 + 4 log(z0))F1 )); = Le espressioni degli integrali delle ulteriori funzioni fondamentali necessari per la costruzione della soluzione all'interno del dominio, utilizzando ancora gli integrali base prima de¯niti, sono: (k) Uººº (k) Uº¿ º (k) U wºº 1 2 (k) (k) (k) (k) (k) ¸ y¹(4A21 ¡ 4A11 + c2 E1 ¡ 2y¹2 ¸2 (2A22 + c0 E2 )) 4¼ 1 2 (k+1) = ¸ (2(A(k+1) ¡x ¹ A(k) + 2¹ xA(k) 21 21 ¡ 2A 11 11 ) + 4¼ (k+1) (k) (k+1) (k) (k+1) (k) c0 (E1 ¡x ¹E 1 ) ¡ y¹2 ¸2 (4(A22 ¡ xA ¹ 22 ) + 2c0 (E 2 ¡x ¹ E2 ))) ¸2 (k) (k) = (A ¡ y¹2 ¸2 A11 ) 2¼ 00 = ¡ 48 (k) Uºº¿ = (k) Uº¿ ¿ = (k) U wº¿ = (k) U ººw = (k) U º¿w = ¸2 (k+1) (k) (k+1) (k) (4(A11 ¡x ¹A11 ) + c1 (E 1 ¡x ¹E1 ) ¡ 4¼ (k+1) y¹2¸2 (4(A(k+1) ¡x ¹A(k) ¡x ¹E2(k) ))) 22 22 ) + 2c0 (E 2 ¸2 (k) (k) (k) y¹(2A(k) y2 ¸2 (2A(k) 21 + 4A 11 + c0E 1 ¡ 2¹ 22 + c0 E2 )) 4¼ y¹ 4 ¸ (a11(k+1) ¡ x ¹ A(k) 11 ) 2¼ 1 ((3c0 ¡ 4 + 2c1)F0(k) ¡ 2c0 ¸2 y¹2 E 1(k) ¡ 2c1 G (k) 0 ) 8¼ c0 y¹¸2 (k+1) (k) (E1 ¡x ¹ E1 ) 4¼ (k) (k) Uwºw U¿(k) ¿º y¹¸2 E 1 = ¡ 2¼ (k) (k) (k) 2 = ¡¹ y ¸ (4A11 + (c1 ¡ 2c0 )E1 ¡ 4A21 + (k) U¿(k) ¿¿ = U ¿(k) ¿w = (k) U w¿ º = (k) U w¿ ¿ = (k) Uw¿w = (k) Pººº = (k) Pºº¿ (k) Pº¿ º (k) Pº¿ ¿ (k) ¸2 y¹2 (4A22 + 2c0 E 2 ))c2=2 ¸2 (k) (k+1) (k+1) (k) (¹ x 4A11 ¡ 4A11 + c1 (E 1 ¡x ¹E1 ) 4¼ (k+1) +¸2 y¹2 (4(A(k+1) ¡x ¹A(k) ¡x ¹E 2(k) ))) 22 22 ) + 2c0(E2 1 (k) (k) (k) (¡c0 E 0 ¡ 2c1 G0 + 2c0 ¸2 y¹2 E1 ) 4¼ (k) Uwº¿ ¸2 (k) (k) (A ¡ A10 + ¸2y¹2 A(k) 11 ) 2¼ 00 ¸2 (k+1) (k) (E ¡ xE ¹ 1 ) 2¼ 1 ¸2 Dc0 (k) (k) (k) (4(A21 ¡ A11 ) + c3 E1 ¡ 4¼ (k) (k) (k) (k) 4¸2 y¹2 (A32 + c2 E 2 ) + 4¸4 y¹4 (A33 + 2c0 E3 )) y¹¸4 Dc0 (k+1) (k) (k+1) (k) = ¡ (¡2(A32 ¡x ¹ A32 + c2 E2 ¡x ¹c2 E 2 ) + 4¼ (k+1) 4¸2 y¹2 (A(k+1) ¡x ¹A(k) ¡ x2c ¹ 0 E3(k) )) 33 33 + 2c0 E 3 (k) = Pºº¿ ¸2 Dc0 (k) (k) (k) (k) (k) = (4(A11 ¡ A21 ) ¡ c0 E1 + A10 ¡ 2A00 + 4¼ 49 (k) (k) (k) (k) 4¸2 y¹2 (A32 + 2c0 E 2 ) ¡ 4¸4 y¹4 (A33 + 2c0 E3 )) ¸2 Dc0 (k) (k) (k) (k) (k) (4(A11 ¡ A21 ) ¡ c0 E1 + 4¸2y¹2 (A32 + 2c0 E 2 ) ¡ 4¼ (k) (k) 4¸4 y¹4 (A33 + 2c0 E 3 )) y¹¸4 Dc0 (k+1) (k) (k+1) (k) ¡ ((A32 ¡x ¹A32 + (4c0 ¡ c2 )(E2 ¡x ¹ E2 )) ¡ 2¼ (k+1) 2¸2 y¹2 (A(k+1) ¡x ¹A(k) ¡ x2c ¹ 0 E3(k) )) 33 33 + 2c0 E 3 y¹¸4 Dc0 (k) 2 2 (k) ¡ (2(A21 ¡ A(k) ¹ A22 ) 11 ) ¡ 2¸ y 4¼ ¸4 Dc0 (k+1) (k) (k+1) (k) (k+1) (k) (A21 ¡x ¹ A21 ¡ 2A11 + 2¹ xA11 ¡ 2¸2 y¹2(A22 ¡x ¹A22 )) 4¼ (k) ¡Pººw P¿(k) ¿º = P¿(k) ¿¿ = (k) Pººw = (k) Pº¿w = P¿(k) ¿w = (k) Pwºº (k) Pwº¿ (k) = ¡Pººw (k) Pw¿ º (k) Pw¿ ¿ (k) Pwºw (k) Pw¿w (k) = ¡Pº¿w ¸4 Dc0 2 2 = (¡2A(k+1) + 2¹ xA(k) ¹ (A(k+1) ¡x ¹A(k) 11 11 + 2¸ y 22 22 )) 4¼ y¹¸4 Dc0 (k) (k) (k) = ¡ (2A11 + A21 ¡ 2¸2 y¹2A22 ) 4¼ ¸4 Dc0 (k) 2 2 (E1 + A(k) ¹ (2E2(k) + A(k) = 00 ¡ ¸ y 11 )) 4¼ y¹¸6 Dc0 (k+1) (k) (k+1) (k) = (2(E2 ¡x ¹E 2 ) + A11 ¡x ¹A11 ) 4¼ avendo indicato con c0 c1 = 1¡º = 1+º c2 c3 = 3¡º = 3+º Gli ulteriori integrali dei termini necessari per de¯nire l'integrale del termine di carico, sono: y¹ Uººº (0) (0) ((8 + c0 )E00 ¡ 4c3 G0 ¡ 4c0 ¸2 y¹2 E 1 ) ¡ º 64¼ (c0 ¸2 ) c0 U º¿º (3(E 0(1) ¡ x ¹E 0(0) ) ¡ 4¸2 y¹2 (E 1(1) ¡ x ¹E 1(0) ) ¡ 4(G(1) ¹ G(0) 0 ¡x 0 )) ¡ º 64¼ c0 ¸2 Wºº = ¡ Wº¿ = 50 W¿ ¿ Wwn Wwt y¹ U¿ ¿ º (0) (0) (0) ((8 ¡ 9c0 )E0 ¡ 4(4 ¡ 3c0 )G0 + 4c0 ¸2y¹2 E1 ) ¡ º 64¼ c0 ¸2 1 Uwºº (0) (0) = (2G 00 ¡ E0 + 2¸2 y¹2 E 1 ) ¡ º 8¼ c0 ¸2 Uw¿ º y¹¸2 (1) (0) (E 1 ¡ x ¹E 1 ) ¡ º = ¡ 4¼ c0 ¸2 = ¡ (h) in cui i termini A3j sono ulterioni combinazioni delle funzioni di Bessel e ugualmente a quanto si veri¯ca con i termini di ordine piµ u basso, sono rappresentabili in maniera numerica per la rappresentazione per grandi argomenti mentre per quella a piccoli argomenti si rappresenta attraverso una espressione del tipo: (k) A3h (k) (k) (k) (k) = K 0(k) h+1 + 24K 0h + 8K1 h¡1 + 48K 1h ¡ 48Eh+1 References [1] G.R. 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