Estratto da Il Fisioterapista 1-2014 Massimo Bitocchi Fisioterapista, Orthopaedic Manipulative Therapist – IFOMPT, Loreto (AN) Questa sezione è stata creata con lo scopo di fornire elementi di base in materia di epidemiologia e biostatistica. Molto si parla di evidence-based medicine e nel nostro caso di evidencebased physiotherapy ed evidence-based practice, ma questi temi si intersecano strettamente e non sarebbe possibile scinderli. Un professionista dedicato e coscienzioso dovrebbe possedere capacità critiche sufficienti in modo tale da poter filtrare efficientemente la letteratura biomedica esaminata. Dovrebbe riuscire a reperire in letteratura il test gold standard utilizzato per testare una determinata struttura fisica e valutare le potenzialità dello stesso in termini di sensibilità, specificità, valore predittivo eccetera; dovrebbe poter giudicare le conclusioni alle quali perviene uno studio così poi da arricchire la propria pratica clinica di trattamenti con provato effetto positivo sugli outcome di riferimento e vantaggiosi dal punto di vista costi-benefici. Per raggiungere tali obiettivi si cercherà di trattare sinteticamente e in maniera analitica gli studi primari e i principali studi secondari affrontando di volta in volta le loro caratteristiche di base e gli elementi statistici peculiari degli stessi. Attraverso questi approfondimenti si dovrebbero migliorare le proprietà interpretative degli operatori sanitari durante la lettura e le analisi degli studi biomedici disponibili in letteratura scientifica. A nche se gli studi randomizzati e controllati (RCT) sono considerati il gold standard per valutare l’efficacia e i potenziali effetti di nuovi interventi terapeutici o preventivi in medicina clinica e salute pubblica1, molti quesiti di ricerca in ambito biomedico sono investigati attraverso studi di natura osservazionale2. L’identificazione delle cause di malattie si basa principalmente su studi di coorte, studi casocontrollo e studi trasversali e il loro utilizzo si estende anche alla stima per benefici e danni degli interventi medico sanitari3. Dato che gli studi RCT non riescono a dare risposte adeguate a tutti Nel prossimo numero stata così sviluppata una checklist denominata Strengthening the Reporting of Observational Studies in Epidemiology (STROBE) con lo scopo di assistere gli Autori nel descrivere il loro studio osservazionale, sia esso di coorte, caso-controllo o trasversale, per aiutare direttori di riviste e revisori nel considerare un articolo per l’eventuale pubblicazione e, infine, per supportare i lettori a valutare criticamente un articolo pubblicato. Uso appropriato e uso inappropriato 1 – Gennaio/Febbraio 2014 Molti studi osservazionali, posteriori alla creazione dello STROBE statement, lo hanno correttamente utilizzato come linea guida per il reporting, mentre un buon quantitativo di revisioni sistematiche e metanalisi di studi osservazionali ne hanno usufruito in maniera inappropriata come strumento per valutare la qualità metodologica degli studi inclusi7. L’uso intercambiabile dei termini methodological quality e Il Fisioterapista Lo strumento CONSORT i quesiti per un dato intervento, dagli studi osservazionali è possibile ottenere informazioni appropriate riguardo i risultati raggiunti nella pratica clinica quotidiana4 e inoltre essi sono più adatti nell’individuare eventi avversi rari o evidenziabili solo a distanza di tempo, a seguito di trattamenti terapeutici. I risultati di questi studi dovrebbero essere riportati nel modo più chiaro possibile “così che i lettori possano capire quello che è stato pianificato, quello che è stato fatto, quello che è stato trovato e le conclusioni che ne sono state tratte”5. Sfortunatamente la descrizione della ricerca osservazionale non è mai precisa né chiara abbastanza per valutare la forza e le debolezze delle evidenze6. Proprio per questo motivo nel 2007 è stato costituito un gruppo di esperti ricercatori, metodologi della ricerca e direttori di riviste medico-scientifiche con alto impact factor allo scopo di istituire rac comandazioni per il reporting della ricerca osservazionale. È biomedical statistics & clinical epidemiology STROBE Statement 67 Estratto da Il Fisioterapista 1-2014 biomedical statistics & clinical epidemiology STROBE Statement Sezione dello studio Argomentazione Titolo e abstract 1 Introduzione Background/razionale 2 Obiettivi 3 Disegno dello studio 4 Contesto 5 Partecipanti 6 Variabili 7 Fonti e rilevazioni dei dati 8 Bias 9 Dimensioni dello studio 10 Variabili quantitative 11 Metodi statistici 12 Partecipanti 13* Dati restrittivi 14* Outcome 15* Risultati principali 16 Analisi accessorie 17 Risultati principali 18 Limiti 19 Interpretazione 20 Generalizzabilità 21 Fonti di finanziamento 22 Metodi Risultati Altre informazioni reporting quality è inappropriato e comune; tuttavia può spiegare perché alcuni Autori utilizzano STROBE come uno strumento per la valutazione della qualità metodologica o come linea guida per il disegno e la conduzione della ricerca osservazionale. Il Fisioterapista Evitare di confondere 1 – Gennaio/Febbraio 2014 Numero item Titolo e abstract Discussione 68 utilizzano per una valutazione critica circa la qualità metodologica. Tabella 1 STROBE Statement Il reporting quality riferisce alla completezza con la quale uno studio è presentato e se i principali item per la corretta valutazione della validità interna ed esterna dei risultati sono chiaramente riportati. La methodological quality a sua volta concerne l’appropriatezza dei metodi impiegati nel disegno e nella conduzione della ricerca epidemiologica, la quale determina la riproducibilità dei risultati. Non è opportuno confondere le due cose anche se l’abuso dello STROBE per valutare la qualità metodologica può essere spiegato dalla perdita di strumenti validati e accettati per quei fini, considerando anche che Sanderson et al. hanno documentato l’assenza di strumenti affidabili sulla base di evidenze empiriche per stimare la qualità degli studi osservazionali8. Si ricorda che i creatori dello STROBE lo identificano, come già detto, per il reporting, mentre solo per i lettori di uno studio già pubblicato lo Struttura di STROBE La checklist che compone il documento comprende 22 item per poter descrivere correttamente uno studio osservazionale. Questi riguardano le varie sezioni di un articolo, come per esempio il titolo e il sommario (abstract), l’introduzione, i metodi, i risultati e la discussione (tabella 1); l’ultimo elemento descrive le informazioni supplementari in riferimento alle fonti di finanziamento. La maggioranza delle raccomandazioni stilate è comune a ognuno dei disegni di studio previsti (coorte, caso-controllo e trasversale), mentre gli item numero 6, 12, 14 e 15 valgono specificamente secondo il disegno di studio esaminato, considerando differenti versioni dell’intero elemento o solo modifiche parziali. Alcune raccomandazioni, contrassegnate da un asterisco, prevedono l’informazione separata per esposti e non esposti negli studi di coorte e trasversali, casi e controlli nello studio caso-controllo. È stato inoltre realizzato un documento10 accessorio e complementare da utilizzare congiuntamente allo STROBE statement che fornisce una spiegazione dettaglia ta e una motivazione ben precisa riguardo l’inclusione di ognuno degli item nella checklist; esso integra il contenuto con chiarimenti circa il quadro metodologico di riferimento ed esempi delucidativi estrapolati dalla letteratura di riferimento e considerati pertinenti e appropriati al caso. Gli Autori dello STROBE statement ci tengono a precisare che lo strumento è stato sviluppato con l’intento di migliorare la descrizione degli studi cli nici osservazionali in epide miologia, per renderla accurata e completa. Risulta frequente che un reporting inappropriato renda difficile, se non impossibile, la corretta applicazione dei risultati di uno studio: di fatto operatori sa- Estratto da Il Fisioterapista 1-2014 poco chiara. Questi sostengono anche che non è propria intenzione quella di standardizzare gli articoli scientifici osservazionali, infatti approvano il fatto che gli Autori possano fornire le informazioni necessarie in maniera del tutto personale, dettando forma e ordine della presentazione secondo le proprie preferenze; il fine è quello di ottenere il massimo delle informazioni necessarie e soprattutto che queste siano esposte in modo chiaro, comprensibile e ordinato. Conclusioni La speranza per i prossimi anni è quella che lo STROBE Statement possa essere utilizzato in larga scala, così da facilitare la comprensione di ciò che è stato pianificato, effettuato e determinato da una ricerca osservazionale in campo biomedico; questo dovrebbe ottimizzare la trasferibilità dei risultati degli studi scientifici alla pratica clinica quotidiana e favorire la sintesi delle evidenze disponibili in letteratura. 10 raccomandazioni utili per una migliore pratica clinica Avere un approccio critico, e non passivo, nei confronti della letteratura scientifica Riconoscere i principali bias di uno studio medico-scientifico Evitare di soffermarsi alla sola lettura dell’abstract di uno studio scientifico Sapere interpretare i dati riportati in uno studio Conoscere i principali database biomedici dove poter effettuare la ricerca Rapportare correttamente il proprio paziente alla popolazione analizzata nello studio per ponderare adeguatamente le conclusioni Possedere una certa dimestichezza dei termini medici specifici da utilizzare come keyword per una ricerca adeguata Informare sempre il proprio paziente sulle evidenze scientifiche disponibili riferite alla sua condizione patologica Conoscere quali sono i livelli di evidenza e i gold standard per i disegni degli studi scientifici Cercare sempre di adottare un programma di trattamento basato su “prove di efficacia” per il nostro paziente biomedical statistics & clinical epidemiology nitari medici e paramedici spesso si interfacciano con report di studi che non forniscono dettagli sufficienti circa gli interventi intrapresi per la loro implementazione nella pratica clinica quotidiana9. Un reporting inadeguato potrebbe anche rappresentare un ostacolo per la sintesi delle evidenze scientifiche, tant’è che revisori sistematici e metanalisti escludono spesso studi (eventualmente ammissibili) a causa di una descrizione incompleta o STROBE Statement Questi aspetti sono stati e saranno affrontati e approfonditi all’interno degli articoli di questa sezione nei diversi numeri della rivista Bibliografia 8. Sanderson S, Tatt ID, Higgins JP. Tools for assessing quality and susceptibility to bias in observational studies in epidemiology: a systematic review and annotated bibliography. Int J Epidemiol 2007; 36(3): 666-76. 9. Glasziou P, Meats E, Heneghan C, Shepperd S. What is missing from descriptions of treatment in trials and reviews? BMJ 2008; 336(7659): 1472-4. 10.Vandenbroucke JP, von Elm E, Altman DG, et al; STROBE Initiative. Strengthening the Reporting of Observational Studies in Epidemiology (STROBE): explanation and elaboration. PLoS Med 2007; 4(10): e297. n Ulteriori approfondimenti sullo STROBE statement in www.ilfisioterapista.it 1 – Gennaio/Febbraio 2014 nonrandomized studies. CMAJ 2006; 174(5): 635-41. 5. von Elm E, Altman DG, Egger M, et al; STROBE Initiative. The Strengthening the Reporting of Observational Studies in Epidemiology (STROBE) statement: guidelines for reporting observational studies. PLoS Med 2007; 4(10): e296. 6. Tooth L, Ware R, Bain C, Purdie DM, Dobson A. Quality of reporting of observational longitudinal research. Am J Epidemiol 2005; 161: 280-8. 7. da Costa BR, Cevallos M, Altman DG, Rutjes AW, Egger M. Uses and misuses of the STROBE statement: bibliographic study. BMJ Open 2011; 1(1):e000048. Il Fisioterapista 1. Poorolajal J, Cheraghi Z, Irani AD, Rezaeian S. Quality of cohort studies reporting post the strengthening the reporting of observational studies in epidemiology (STROBE) Statement. Epidemiol Health 2011; 33:e2011005. 2. Glasziou P, Vandenbroucke JP, Chalmers I. Assessing the quality of research. BMJ 2004; 328(7430): 39-41. 3. Black N. Why we need observational studies to evaluate the effectiveness of health care. BMJ 1996; 312(7040): 1215-8. 4. Papanikolaou PN, Christidi GD, Ioannidis JP. Comparison of evidence on harms of medical interventions in randomized and 69
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