hit di Danzica

hit di
Danzica
editore:
Ufficio Comunale per la Promozione della Città di Danzica / Organizzazione
Turistica della Città di Danzica
mail: [email protected] / [email protected]
www.gdansk.pl www.facebook.com/gdansk
testo:
Grażyna Adamska
consulenza tecnica:
Aleksander Masłowski, Grzegorz Szychliński
nous remercions pour la mise à disposition de leurs photos :
Centro Hewelianum, Museo dell’Ambra, Museo Storico della Città di Danzica,
Museo Nazionale, Faro di Nowy Port, Centro Europeo della Solidarietà
relax sull’acqua
in giro per
Danzica
con il tram
acquatico
Westerplatte
Latarnia
Morska
Nowy Port
Nabrzeże
Zbożowe
Golfo di Danzica
Twierdza
Wisłoujście
Letnica
Linea F5
Linea F6
Tamka
Górki
Zachodnie
Stogi – Górki Zachodnie
Wiosny Ludów
Targ Rybny
Narodowe
Centrum
Żeglarstwa
Esposizione “Le strade
della libertà”
02
Esposizione “L’energia,
il cielo ed il sole”
04
La lucertola
nell’ambra
06
Teatro alla Finestra
08
“L’apoteosi di Danzica”
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La Fontana
del Nettuno
12
La regina di tutte
le stufe
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La Gru
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I doccioni
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L’orologio
astronomico
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Orologio a pulsar
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Sienna Grobla II
Targ Rybny
Centro
Indice
Zielony Most
Żabi Kruk
Il tram acquatico effettua le proprie corse dal 1° maggio al 30 settembre.
È in grado di trasportare fino a 40 passeggeri e 5 biciclette.
Percorsi:
F5: Żabi Kruk – Westerplatte (Nowy Port nel periodo delle vacanze scolastiche)
fermate: Żabi Kruk – Zielony Most [Ponte Verde] – Piazza Targ Rybny – Wiosny
Ludów – Banchina Nabrzeże Zbożowe – Fortezza Wisłoujście – Westerplatte
– Nowy Port, Latarnia Morska [Faro]
F6: Piazza Targ Rybny – Narodowe Centrum Żeglarstwa [Centro Nazionale della
Navigazione]
fermate: Piazza Targ Rybny – Wiosny Ludów – Sienna Grobla II – Tamka – Stogi, Górki Zachodnie – Narodowe Centrum Żeglarstwa [Centro Nazionale della Navigazione]
I biglietti possono essere acquistati a bordo prima della partenza.
Prezzi dei biglietti (solo andata): 10 zł biglietto normale, 5 zł biglietto ridotto,
5 zł biglietto per biciclette
Orario delle corse: www.ztm.gda.pl
Organizzatore: Azienda Trasporti Municipale ZTM
“Il Giudizio Universale”
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Fort Carré
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La sfera del tempo
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Il megahit fatto
d’ambra
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I murales del
“Cantiere Navale”
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L’organo di Oliwa
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Esposizione
“Le strade
della
libertà”
Le tre grandi croci erette presso la
vicina piazza Solidarności in onore
degli operai caduti, il mezzo blindato su ruote situato presso l’entrata,
le scale che portano nelle sale sotterranee, dove è stato ricostruito
un mondo assurdo. L’esposizione è
aperta da una collezione di oggetti
tipici del periodo a cavallo tra gli
anni 70 e 80. Vediamo un negozio
di alimentari con... pane, aceto,
senape e uova di gallina, nonché le
sorprendenti tessere per acquistare
carne, sapone, detersivo, sigarette,
alcool, e persino... calzature.
Il manichino accanto al bancone
mostra l’immagine più frequente
sulle strade della Repubblica Popolare Polacca – una donna provata
dalla vita, che torna a casa carica di
rotoli di carta igienica (allora ritenuta un lusso)...
Ecco la realtà della Polonia di allora:
non solo mancanza di libertà, terrore, censura, denaro senza valore,
ma anche assenza di colori vivi ed
oggetti belli da vedere, merce di
bassa qualità ed un grande desiderio di tornare ad una vita normale.
Quest’atmosfera prepara il visitatore ad affrontare il tema dell’eccezionale esposizione “Le strade della
libertà”. Il biglietto di ingresso è
una copia delle tessere annonarie
menzionate in precedenza.
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La mostra, avvalendosi di sistemi multimediali, presenta le
varie fasi della lotta per i diritti
del cittadino. Si parte dalla tragedia del dicembre 1970, per
passare allo sciopero dell’agosto
1980, al cosiddetto carnevale di
“Solidarność”, all’introduzione
della legge marziale nel dicembre
1981, nonché alle rivolte fallite,
avvenute presso gli altri paesi del
blocco comunista. Altri eventi storici presi in considerazione sono
le circostanze di assegnazione
del Premio Nobel per la Pace
1983 a Lech Wałęsa - leader di
“Solidarność” (allora detenuto),
il fallimento della repressione realizzata dai comunisti in Polonia
e le prime elezioni parlamentari,
svoltesi in condizioni di parziale
libertà nel giugno del 1989. La
parte finale dell’esposizione è
dedicata ai moti rivoluzionari che
hanno animato i popoli dell’Europa Centro-Orientale, permettendo loro di recuperare la libertà
perduta e comportando la caduta
dell’impero sovietico.
In prossimità dell’ingresso alla
mostra sono presenti due frammenti di muro – il primo proviene
da Berlino, mentre il secondo dal
Cantiere Navale. Quest’insolita
immagine permette di comprendere che l’evento considerato
come l’inizio dei grandi cambiamenti nell’Europa Orientale fu
unicamente una conseguenza dei
fatti accaduti a Danzica. La mostra resterà aperta fino alla fine
del mese di luglio 2014, dopodiché i suoi elementi diverranno
parte dell’esposizione stabile del
Centro Europeo della Solidarietà,
che sarà inaugurato il 31 agosto
2014.
IL CANTIERE NAVALE DI DANZICA
Il 2010 è stato l’anno del trentesimo anniversario dei memorabili eventi accaduti nell’agosto 1980. Fu allora che, grazie agli scioperi avvenuti
presso il Cantiere Navale sotto la guida di Lech Wałęsa ed alla nascita del
sindacato “Solidarność”, la caduta del sistema comunista ebbe inizio.
Questo processo, con il passare del tempo, portò alla caduta del muro
di Berlino, all’Autunno dei Popoli del 1989 ed alla scomparsa della suddivisione del nostro continente in due blocchi, separati dalla “cortina di
ferro”. Passeggiando o viaggiando a bordo della Linea d’Autobus Soggettiva attraverso l’area appartenuta al Cantiere Navale di Danzica, potremo
ammirare il celebre Cancello n.2, la storica Sala BHP, l’officina dove lavorava Lech Wałęsa, la Porta della Libertà e l’Istituto d’Arte “Wyspa”. Questo
percorso ci permetterà di conoscere i luoghi dove nacque la libertà, poiché
tutto ebbe inizio a Danzica... Un importante elemento del percorso, nel
prossimo futuro, sarà costituito dal Centro Europeo della Solidarietà – istituzione innovativa, che unisce la funzione di museo (con un’enorme esposizione multimediale ed un centro ricerche) a quelle di centro educativo,
dedito alla divulgazione della storia del movimento Solidarność (Solidarietà) e dell’opposizione anticomunista in Polonia ed in Europa, e di centro
per il dialogo sul mondo contemporeaneo.
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Esposizione
“L’energia, il cielo
ed il sole”
L’oscurità di un lungo tunnel, un
gioco di luci, suoni sconosciuti
ed esplosioni di colore, fotogrammi estremamente espressivi
che presentano i fenomeni ed i
luoghi più eccezionali del cosmo,
accompagnando il visitatore lungo
una passeggiata appassionante tra
galassie, costellazioni e nebulose,
fino a raggiungere gli angoli più
lontani dell’universo. Ecco l’inizio
dell’affascinante avventura scientifica che potremo vivere presso
la Caponiera Meridionale del colle
Góra Gradowa. La parola avventura non è asso-
lutamente fuori luogo, poiché
la mostra interattiva risveglierà
lo spirito dello scienziato e del
ricercatore racchiuso in ciascuno
di noi. L’esposizione stabile
intitolata “L’energia, il cielo ed il
sole” è suddivisa in due parti di
grande interesse – il Laboratorio
dell’Energia ed il Laboratorio della Terra. Il primo di essi presenta
vari tipi di energia, le sue sorgenti ed il passaggio da una forma
all’altra. Fruendo di due enormi
acquari, potremo scatenare
l’effetto tsunami, capire l’origine
dell’energia delle onde e scoprire
come sfruttarla. Il “Pendolo di
Newton” e la postazione “Energia
in cucina” sono altri elementi
dell’esposizione che ci permetteranno di conoscere fenomeni
curiosi, facendo sì che la fisica
smetta di essere unicamente la
materia scolastica più ostica!
L’incontro con l’astronomia,
presso il Laboratorio del Cielo, è
altrettanto affascinante. Scopriremo come sono fatti il Sistema
Solare e l’intero Universo e verremo a conoscenza delle teorie più
antiche relative alla loro natura. Il
modello del Sole comandato con
i gesti della mano ci consentirà
di conoscere i segreti di questa
stella.
La Caponiera è un luogo molto
misterioso... Dal tunnel dell’esposizione, una scaletta porta
in cantina, dove... Meglio non
aggiungere nulla, lo scoprirete da
soli! Ne vale la pena!
CENTRO HEVELIANUM
Un altro luogo che merita di essere visitato è il Centro Hevelianum, sul
colle Góra Gradowa. La Caponiera Meridionale, infatti, non è l’unico
luogo in cui potremo trascorrere il tempo all’insegna del divertimento. Questo moderno centro dedicato all’educazione ed alla scienza,
situato sulle pendici del colle fortificato Góra Gradowa, è pieno di
sorprese. All’interno degli edifici militari restaurati, posizionati in
vetta ai contrafforti, sopra alla piazza d’armi ed alle caserme, nonché
all’interno dell’antica fabbrica di munizioni, potremo conoscere
la storia tormentata di quest’angolo della città. Per comprenderla
meglio, avremo la possibilità di visitare l’esposizione “La macchina del
tempo – L’uomo ed il proiettile”. All’interno dei rifugi e delle rimesse
utilizzate dall’artiglieria vengono presentati episodi legati al passato
del forte Góra Gradowa e curiosità riguardanti l’arte della guerra (ad
es. la storia della polvere nera o il laboratorio del progettista militare).
Chi si divertiva e viveva all’interno del forte all’epoca della Città Libera
di Danzica? Come funzionava il dispositivo di intercettazione di Radio
Europa Libera? I visitatori potranno ammirare i plastici di alcuni degli
edifici fortificati, le biografie dei costruttori, foto aeree contemporanee e foto risalenti agli anni 20 del secolo scorso. Inoltre, potranno
ascoltare radiodrammi con gli attori polacchi più celebri nei ruoli dei
vari personaggi storici e dei lettori. Il percorso della visita, tra cannoni
restaurati nel rispetto della tradizione militare, assicura emozioni
indimenticabili. Questo luogo è un’autentica macchina del tempo...Le
nuove esposizioni otterranno sicuramente un grande successo. Tra di
esse, vale la pena di menzionare: “Divertimenti con la storia [Zabawy z
historią]”, “Rompicapo [Łamigłówka]”, “Galleria del movimento [Galeria ruchu]” o “Attorno al mondo [Dookoła świata]”, mentre i più giovani
apprezzeranno il “Laboratorio del Signor Kleks [Laboratorium Pana
Kleksa]”. In futuro il colle Góra Gradowa ospiterà anche un planetario
ed una funivia, che collegherà le sue pendici al centro cittadino.
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IL MUSEO DELL’AMBRA
La lucertola
nell’ambra
Tanto tempo fa, nella remota
epoca nota con il nome di eocene,
circa 40 milioni di anni orsono,
il mitico territorio della Fennoscandia (oggi Scandinavia) era
coperto da una rigogliosa foresta
subtropicale – un bosco d’ambra
dominato da pini particolarmente resinosi. Come erano fatte le
creature che vivevano all’ombra
di questi alberi? Non tutte sono
scomparse senza lasciare traccia.
Alcune sono passate alla storia,
grazie alla goccia di resina che
le ha imprigionate. All’interno di
questa bolla appiccicosa sono
rimaste immutate sino ai nostri
giorni. Gli scienziati definiscono
queste creature racchiuse nell’ambra con il nome di inclusioni. Una
di esse è la cosiddetta “Lucertola
Gierłowska”, così chiamata in
onore di Gabriela Gierłowska –
artigiana locale che ha scoperto
questo tesoro. Al mondo esistono
pochissimi reperti di questo tipo.
L’esemplare che vedete nella
foto, appartenente alle collezioni
del Museo dell’Ambra (acquisto
finanziato dalla Fondazione Bancaria L. Kronenberg) è il primo ad
essere stato rinvenuto in territorio
polacco (a Danzica) ed il secondo
a livello mondiale.
Questo reperto non è l’unico punto di forza della sezione del Museo Storico della Città di Danzica. Il Museo dell’Ambra, situato in
via Długa, presso il complesso del Corpo di Guardia (noto anche
con il nome di barbacane), continua la tradizione del periodo
antecedente alla guerra e ricorda la collezione cittadina di inclusioni, conservata all’interno della Porta Verde e scomparsa nel
corso del secondo conflitto mondiale. Il reperto più recente e di
maggior valore (unico nel suo genere) della collezione naturalistica del Museo è un’inclusione di solifugo, il cui acquisto è stato
finanziato, tra gli altri, dalla Fondazione Bancaria Leopold Kronenberg. Questo pezzo è alquanto raro, poiché al mondo esiste
soltanto un’altra inclusione dello stesso tipo (attualmente questi
parenti dei ragni vivono nelle zone a clima tropicale, sono in grado di raggiungere una velocità di 15 km/h e di compiere balzi che
raggiungono il metro di altezza). I reperti conservati negli altri
musei mondiali non possono competere con questo aracnide. Il
museo, inoltre, ci permetterà di conoscere la storia dell’ “Oro del
Nord” e delle inclusioni, le proprietà terapeutiche dell’ambra, la
lavorazione di questo materiale e le collezioni più belle. Tra di
esse, la più preziosa è certamente quella di Georg Laue, raccolta
a Danzica tra il XVI ed il XVIII secolo.
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Teatro
alla Finestra
Via Długa – il passeggio più frequentato della città. Una fila di
palazzine monumentali. In una di esse, subito sopra al marciapiede, una grande finestra (o per meglio dire - due) attira l’attenzione dei passanti. Ci troviamo di fronte ad insolito palcoscenico.
Il Teatro Studio alla Finestra - sede di esperimenti e piccole forme teatrali – ha tre palcoscenici: uno di essi è situato all’interno
dell’edificio, il secondo - tipicamente estivo – si trova lungo
la strada, mentre il terzo (ossia le finestre) unisce i due luoghi
appena citati. Proprio esse, costituendo una storia di sipario,
conferiscono una grande originalità scenica allo spettacolo. Questo teatro esce dalle proprie mura per incontrare lo spettatore.
Gli attori sono letteralmente a portata di mano. Vale la pena di
fermarsi in via Długa 50/51 per trasformare il grigiore quotidiano
grazie ad un incontro con l’Arte...
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TEATRO SHAKESPEARIANO
DI DANZICA
Il Teatro alla Finestra è una delle scene
del Teatro Shakespeariano di Danzica.
A metà del XVI secolo, la ricca Danzica
era una delle città più “shakespeariane” d’Europa. Ospitava spesso attori
inglesi che presentavano le ultime
novità del repertorio londinese. È
proprio qui che nacque il primo teatro
pubblico polacco! La sua architettura
era ispirata alle caratteristiche della
scena elisabettiana. Il palcoscenico
del teatro (utilizzato anche come
scuola di scherma) cominciò ad essere
sede di rappresentazioni shakespeariane quando il grande drammaturgo
era ancora in vita.
Questa tradizione ha ispirato la
nascita del Festival Shakespeariano
Internazionale, che da una quindicina
di anni, nel mese di agosto, attira
in città gli entusiasti del maestro di
Stradford, nonché la ricostruzione
del teatro elisabettiano seicentesco.
Questo moderno edificio polifunzionale, progettato dall’architetto
veneziano Renato Rizzi, è il nuovo
fiore all’occhiello di Danzica. Al
suo interno è possibile allestire un
palcoscenico elisabettiano, centrale
o italiano, mentre il tetto apribile,
che consente alla luce naturale
di illuminare le rappresentazioni,
offre ai registi possibilità pressoché
illimitate. Il Teatro Shakespeariano di
Danzica svolge attività di impresariato, presentando i migliori spettacoli
nazionali ed internazionali e svolgendo un’ampia attività
educativa. L’edificio, inoltre, è un elemento di sicuro
interesse per i turisti. Oltre al sorprendente tetto apribile, infatti, i visitatori potranno ammirare i macchinari
più moderni utilizzati presso il palcoscenico, percorrere
i tanti corridoi misteriosi che percorrono l’interno del
teatro, passeggiare sulle mura che circondano l’edificio
e visitare il sotterraneo adibito a museo.
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„L’apoteosi
di Danzica”
L’elegante Grande Sala del Consiglio rappresenta uno dei più begli
interni dei palazzi comunali europei. Tra i suoi segni distintivi vi sono il
rosso intenso dei tessuti e la ricchezza degli arredi. Il soffitto, decorato
da 25 dipinti realizzati da Izaak van den Blocke, rappresenta il culmine
dell’espressione pittorica. L’elemento centrale è il più importante.
Questo messaggio pluridimensionale racconta una moltitudine di
storie legate alla città. Il suo titolo è “L’apoteosi di Danzica”. Tra le
tante immagini del centro urbano, ritratto come appariva ai tempi della
realizzazione dell’opera, compare – quasi fosse una profezia – un
elemento amatissimo dai turisti e dagli abitanti, che all’epoca ancora
non esisteva. Come spiegare questo mistero? Probabilmente Abraham
van del Blocke (fratello dell’artista) e Peter Husen, entrambi noti per il
contributo offerto nel procedimento di realizzazione della Fontana del
Nettuno, confidarono i propri progetti al pittore.
La famiglia van den Blocke, proveniente dalle Fiandre e stabilitasi a
Danzica, ebbe un ruolo di tutto rispetto nella vita culturale della città.
Sia lo scultore Wilhelm van den Blocke che i suoi tre figli talentuosi (gli
architetti e scultori Abraham e Jacob ed il pittore Izaak) hanno lasciato
alla città opere eccezionali, che ancor oggi costituiscono un motivo di
vanto. Izaak divenne noto come autore dei dipinti capaci di rendere
la grandezza e la ricchezza della città, collocati sul soffitto della sala
più importante del Municipio della Città Principale (la cosiddetta Sala
Rossa). L’obiettivo dell’artista era quello di presentare una sorta di programma del Consiglio Cittadino, ispirato alla storia antica ed alle Sacre
Scritture, con una particolare attenzione ai doveri del Consiglio nei confronti di Danzica. L’opera nota come “L’apoteosi di Danzica” – elemento
centrale di questo racconto per immagini – presenta il capoluogo della
Pomerania come una città ideale, eletta, particolarmente cara a Dio.
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IL MUNICIPIO DELLA
CITTÀ PRINCIPALE
Il municipio, i cui lavori di costruzione, svoltisi nel medioevo, durarono oltre un secolo, fu inizialmente realizzato in stile gotico. Tuttavia,
dopo l’incendio avvenuto a metà del XVI secolo, fu ristrutturato in
stile rinascimentale. L’edificio venne decorato con un monumento
dorato a grandezza naturale, raffigurante il re Sigismondo Augusto.
Gli interni, caratterizzati da arredi lussuosi, sono un esempio di
manierismo olandese. La Grande Sala del Consiglio, la Sala Piccola
(nota anche come Sala Invernale) e la Grande Sala del Tribunale (detta Sala Bianca) sono una testimonianza inconfutabile della potenza
della città e del ruolo che le spettava in Europa. Il caratteristico orologio solare situato presso uno degli angoli ricorda a tutti l’implacabile trascorrere del tempo. Quest’idea è sottolineata dalla massima
latina “I nostri giorni sono un’ombra”. Il palazzo, che nel XVI secolo
era l’edificio laico più imponente della città, venne arricchito con un
eccezionale carrillon. Oggi, il Municipio della Città Principale è noto
per il suo gruppo di 37 campane da concerto, installate come replica
dell’antica decorazione. Danzica è l’unica città polacca a poter vantare la presenza di carrillon (ve ne sono due – uno presso il Municipio,
e l’altro sulla torre della chiesa di S. Caterina). L’accesso alla galleria
panoramica permette di ammirare una splendida veduta della città,
con il sottofondo del suono delle campane, che echeggia ogni ora tra
le vie del centro.
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La Fontana
del Nettuno
Chi potrà essere l’ovvio signore di
una città di mare? Naturalmente,
Sua Altezza Nettuno. Qual’è il
luogo migliore da offrire a questa
divinità? La risposta è semplice...
la piazza principale. La fama di
questo personaggio è leggendaria. Secondo uno dei racconti cittadini, quando il pozzo comunale
di piazza Długi Targ fu sostituito
dalla tanto attesa Fontana del
Nettuno, l’ammirazione degli
abitanti, intenti ad applaudire ed
a gettare ducati d’oro nell’acqua,
stimolò la vanità del dio dei mari.
Sua Altezza, pertanto, desiderosa
di mostrare la propria forza e la
propria bontà, colpì l’acqua con
il proprio tridente e trasformò in
scaglie d’oro le monete lanciate
dal pubblico. Questi frammenti
d’oro sono gli stessi che decorano
l’ottimo liquore alle erbe noto
come Goldwasser. Non a caso,
qualche tempo dopo la fontana
fu circondata da una cancellata di
ferro... Secondo la leggenda, una
volta ogni cento anni, quando il
carrillon rintocca a mezzanotte,
l’evento si ripete. Chi non può
essere assistere di persona a
questo avvenimento eccezionale,
può comunque gustare il celebre
liquore in uno dei ristoranti
cittadini. La Fontana del Nettuno,
risalente al XVII secolo, simbo-
leggia il legame tra Danzica
ed il mare e decora con grande
eleganza la piazza principale.
La sua posizione, lungo la Via
Regia e davanti alla Corte di Re
Artù, fu scelta dall’allora sindaco Bartłomiej Schachmann,
incantato dall’omonima fontana
presente a Bologna. Nel secolo
successivo, l’oggetto fu riccamente decorato in stile rococò.
Da allora, la Fontana del Nettuno
è lo sfondo preferito dai turisti
che desiderano una foto ricordo
di Danzica, nonché l’ispirazione
dei pittori e dei fotografi che
trascorrono il proprio tempo in
piazza Długi Targ.
LA VIA REGIA
La Porta d’Oro, nota per il
suo splendido arco trionfale
decorato da bassorilievi con
le allegorie delle virtù, segna
l’inizio del passeggio più
rappresentativo della città. I
cortei della famiglia reale la
attraversavano tra gli applausi
delle folle. La Via Regia era
l’asse urbanistico più lungo
dell’Europa medievale. Il
percorso si apriva all’altezza
della Porta Alta, costeggiava il
Complesso del Corpo di Guardia (in via Długa), attraversava
la Porta d’Oro e continuava
lungo via Długa, tra due file di
palazzine patrizie, caratterizzate da imponenti facciate con
una straordinaria ricchezza di
forme ed originalità dei motivi
decorativi, in perfetta armonia
con lo stile caratteristico delle
città anseatiche. Uno di questi
edifici, noto come “Casa di
Uphagen”, ospita il Museo
degli Interni Borghesi,
mentre un altro, conosciuto
con il nome di “Teatro alla
finestra”, mette in scena i
propri spettacoli, attirando i
turisti di passaggio.La Via
Regia, successivamente,
attraversava la Porta Verde
– costruzione che segna
il confine tra la splendida
piazza Długi Targ ed il fiume
Motława, per poi proseguire in direzione della Porta
Żuławska. Qui, all’altezza di
via Nowe Ogrody, i cortei dei
regnanti si disperdevano.
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LA CORTE DI RE ARTÙ
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La regina
di tutte le stufe
La più grande stufa a piastrelle d’Europa, opera del grande artigiano
cinquecentesco Georg Stelzener, ha oltre dieci metri di altezza e ben
cinque livelli. È decorata da 520 piastrelle realizzate a mano, con
una grande ricchezza di colori ed immagini. L’opera rappresenta uno
straordinario documento dell’epoca in cui è stata prodotta. Sulla sua
superficie, infatti, possiamo ammirare i ritratti dei governanti dell’Europa rinascimentale e dei re polacchi. Un concentrato di solennità e
dignità. Soltanto un elemento costituisce l’eccezione alla regola... Al
centro dello zoccolo di questo straordinario esempio di arte ceramica,
testimonianza inconfutabile della multiculturalità di Danzica, è presente, a circa un metro dal pavimento, una piastrella con l’immagine
del leggendario burlone Till Eulenspiegel, intento a farsi beffa dei personaggi più noti dell’epoca. Gli abitanti di Danzica in vena di scherzi,
mostrando ai propri ospiti la splendida Corte di Re Artù, li invitavano a
misurare la larghezza della stufa aprendo le braccia. Questa operazione si concludeva regolarmente con un bacio involontario sulle natiche
nude di Till Eulenspiegel! I padroni della Corte di Re Artù amavano
esclusivamente i visitatori provvisti di senso dell’umorismo. Una delle
leggende relative a Till Eulenspiegel racconta del suo soggiorno a
Danzica e del servizio prestato ai patrizi più presuntuosi, desiderosi
di affilare la propria lingua... Per saperne di più, chiedete informazioni alle guide turistiche.
La tradizione delle Corti di Re Artù risale al medioevo e affonda le
proprie radici nell’etos cavalleresco europeo. Questi edifici, eretti
come sede degli incontri tra i patrizi cittadini e gli amministratori,
erano caratteristici delle città anseatiche, tra le quali Danzica occupava una posizione di particolare importanza. La Corte di Danzica non
rappresenta soltanto una prova del fascino avvertito dai cittadini per
la cultura cavalleresca, ma testimonia anche la ricchezza di questo
centro urbano. La sua storia risale al XV secolo. Al termine di del quattrocento, l’edificio fungeva da sede delle fratellanze mercantili, centro
della vita commerciale, salone della vita sociale delle caste dominanti
e luogo in cui venivano ospitati le personalità polacche ed europee
più importanti. La Corte di Re Artù era sede di banchetti, concerti,
rappresentazioni teatrali ed udienze del tribunale. A metà del XVIII
secolo fu trasformata in borsa dei cereali. Nell’ottocento fu utilizzata
per l’organizzazione di grandi eventi e per accogliere gli ospiti più importanti. Il Complesso della Corte di Re Artù comprende i piani terra di
due palazzine comunicanti (la cosiddetta Vecchia Casa del Tribunale),
la Corte stessa e la Nuova Casa del Tribunale. La Vecchia e la Nuova
Casa del Tribunale sono palazzine borghesi realizzate nello stile
tipico della città, caratterizzato dalle facciate strette. La facciata della
Corte, ristrutturata da Abraham van den Blocke, si differenzia dalle
altre per l’eccezionale slancio e per la sua ricchezza. L’interno della
Corte, costituito da un enorme salone a tre navate, poggia su quattro
colonne in pietra dalla forma slanciata. Il locale, con le centinaia di
opere custodite al suo interno, offre una splendida rassegna dell’arte
e dell’artigianato di diversi secoli. Tra gli elementi di maggiore
interesse vi sono la statua tardo-gotica di “San Giorgio che lotta con il
drago” (autentico gioiello dell’ebanisteria), il tavolo rivestito di zinco
(ritenuto il più antico bancone da bar polacco), nonché la straordinaria
collezione di modellini monumentali di imbarcazione.
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IL MUSEO MARITTIMO
NAZIONALE
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La
Gru
Una grossa corda di canapa, un sistema di blocchi e due argani in
legno movimentati... dalle gambe degli operai. Ecco il meccanismo di
funzionamento della gru medievale, capace di sollevare carichi di 4
tonnellate ad un’altezza di 11 m ed utilizzata anche per il posizionamento degli alberi delle imbarcazioni. Il monumento più caratteristico
della città di Danzica si trova lungo il fiume Motława. Si tratta della più
grande gru portuale dell’Europa medievale, ed allo stesso tempo di
una potente struttura fortificata rivolta verso le acque, caratterizzata
dalla presenza di due torri in mattoni. Un tempo, tra le sue funzioni,
vi era quella di difendere la città dalla zona del porto. La Gru, sempre
maestosa, rappresenta un esempio di edificio portuale storico, nonché
una testimonianza dei fasti della Danzica anseatica, detta anche “Granaio d’Europa”. La costruzione è una perfetta cornice per l’esposizione
del Museo Marittimo Nazionale, tra le cui sedi vi sono i magazzini
monumentali situati sulla sponda opposta del fiume Motława, presso
l’isola Ołowianka.
L’isola Ołowianka, situata accanto all’isola dei Granai, costituiva una parte importante dell’antico porto nel periodo del suo
massimo splendore. Sul suo territorio si trovavano ben sette
magazzini. Attualmente, gli edifici noti con i nomi di “Panna”,
“Miedź” e “Oliwski”, insieme alle nuove costruzioni note come
“Mała Dąbrowa” e “Duża Dąbrowa”, ospitano la sede e le sale
espositive del Museo Marittimo Nazionale, ritenuto una delle
migliori strutture di questo tipo in Europa. I locali del museo
mostrano, tra le altre cose, la navigazione all’interno del porto,
le tecniche di carico e scarico delle merci, l’aspetto del tipico ufficio mercantile e del salone borghese, nonché diversi laboratori
artigianali (fabbricante di vele, carpentiere navale e cordaio).
Le mura monumentali racchiudono anche l’unica esposizione
stabile di pittura a tematica marittima presente in Polonia, una
mostra dedicata alla storia delle esplorazioni subacquee, nonché
reperti archeologici di particolare interesse, provenienti dalla
Polonia e dal resto del mondo (attrezzature da sub, scafandri,
apparecchi, campana subacquea ed altri oggetti utilizzati per
esplorare il fondale marino). Uno dei reperti di maggiore importanza è costituito dai resti di navi risalenti all’epoca di Omero,
rinvenuti presso la costa turca. La sezione dedicata all’archeologia subacquea polacca presenta i maggiori successi dell’equipe
di ricerca del Museo Marittimo Nazionale. Tra di essi, vale la
pena di menzionare il recupero del “Miedziowiec” – mercantile
del XV secolo, l’esplorazione della “Solena” – nave da guerra
svedese del XVII secolo, e quella del relitto inglese “General
Carlton of Withby” (risalente al XVIII secolo). La sezione più
giovane del museo, situata accanto alla Gru, è il Centro di Cultura
Marittima. Si tratta dell’istituzione educativa più moderna in
Polonia (ed una delle più moderne a livello europeo), dedita alla
presentazione delle problematiche nautiche in modo interattivo
e multimediale (60 postazioni interattive che introducono al
visitatore tematiche legate alla costruzione di imbarcazioni, alla
navigazione, alla tecnica nautica, alla vita sul mare ed all’archeologia sottomarina). Visitando queste sale potremo vivere una
straordinaria avventura nel mondo della scienza.
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I doccioni
Queste creature di pietra, a volte decisamente inquietanti ed a
volte più amichevoli, hanno strani nomi: doccioni, gargolle, sputa
acqua... L’abitudine di rifinire le grondaie dei tetti con figure
fantastiche, note fin dall’antichità, apparve in Europa nel medioevo. A Danzica gli strani animali si moltiplicarono a non finire sulle
case della Città Vecchia e della Città Principale. La posizione scelta,
tuttavia, fu abbastanza insolita, poiché i doccioni, abbandonata la
consueta collocazione alla base del tetto, andarono ad occupare i
poggioli che conducono alle abitazioni. Le gargolle, in poco tempo,
divennero un elemento tipico dell’architettura di Danzica. Le
fauci in pietra dei leoni, dei draghi e dei mostri marini, che ormai
hanno perso la propria funzione primaria (assunta dal sistema di
evacuazione delle acque piovane), continuano a decorare le vie di
Danzica, ed in particolare via Mariacka, dove fanno capolino pressoché ovunque (quasi tutte le palazzine, infatti, sono precedute da
splendidi terrazzi).
VIA MARIACKA
Questa tranquilla viuzza cittadina attira da secoli gli artisti ed
incanta con la sua atmosfera romantica. Il vicolo, compreso tra
il lungofiume Długie Pobrzeże e la Basilica di S.Maria, chiuso
ad un’estremità dall’omonima porta medievale, è un perfetto
esempio dell’antica architettura cittadina, caratterizzata dalla
presenza di palazzine strette, riccamente decorate, con piccoli
terrazzi davanti alla porta d’ingresso. Questi edifici, un tempo,
appartenevano a ricchi mercanti ed artigiani. I terrazzi (poggioli in muratura, abbelliti con elementi scultorei, situati tra
la via principale e la soglia dell’abitazione), quando il tempo
lo permetteva, ospitavano la vita sociale degli abitanti ed i
giochi dei bambini. Il vicolo ricorda la ricchezza ed i fasti della
città nell’Epoca d’Oro. Inoltre, rappresenta una testimonianza
del buon gusto e dell’amore per l’arte – caratteristiche tipiche
degli antichi residenti. Via Mariacka, in più occasioni, ha fatto
da sfondo a produzioni cinematografiche. Ai giorni nostri,
la strada ospita gallerie con straordinari gioielli in ambra e
concerti. Gli edifici fanno da sfondo alle fotografie dei turisti ed
ai... baci degli innamorati!
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L’orologio
astronomico
Ai nostri si presenta uno
straordinario teatro di immagini. Gli apostoli, inseguiti
dalla morte, si affrettano a
raggiungere il cielo; il sole e
la luna si avvicendano sullo
sfondo dei segni zodiacali;
migliaia di caratteri e cifre
apparentemente incomprensibili affollano il quadrante.
Questo oggetto, collocato
tra le mura della Basilica
di S.Maria, è avvolto da un
alone di mistero. Fu realizzato nel XV secolo da Hans
Düringer e successivamente
venne ricostruito. Il celebre
orologio astronomico è
costituito da tre elementi. La
parte superiore, che più di
ogni altra attira l’attenzione,
è un susseguirsi di immagini. Le più importanti sono
quelle degli apostoli, della
morte, nonché quelle di Adamo ed Eva, che battono le
ore sulla campana. Al centro
dell’opera troviamo un planetario con l’orologio vero
e proprio, i segni zodiacali
ed i dischi con le fasi lunari.
La parte inferiore, invece,
è un calendario liturgico. Il
significato del suo disco più
grande, coperto da una moltitudine di piccoli caratteri, è
comprensibile soltanto per
gli specialisti. Su di esso
troviamo anche un secondo
disco con l’immagine della
Madonna.
La storia della realizzazione
di questo orologio, legata
ad una leggenda agghiacciante, è interessante
almeno quanto l’opera del
maestro Düringer.
LA BASILICA DI SANTA MARIA
La chiesa intitolata a Maria Vergine Santissima, eretta per
oltre un secolo e mezzo, è l’edificio gotico più imponente della
città. Si tratta di uno dei santuari più grandi di tutta Europa
(può ospitare fino a 25 mila persone!) e non ha eguali tra gli
edifici di culto realizzati in mattoni. I suoi interni, coperti da
splendide volte a diamante (rette da 27 imponenti colonne),
celano tesori dell’arte medievale e barocca. Tra le opere più
importanti vi sono il ricchissimo altare principale costruito da
Michael Schwarz di Augusta, la meravigliosa Pietà in pietra
(risalente all’incirca al 1410), la copia del “Giudizio Universale”
- trittico di Hans Memling, l’immagine della Bella Madonna, il
lampadario a cesto, l’orologio astronomico precedentemente
menzionato. La perfetta acustica delle mura in pietra, semplici
ed austere, sottolinea il bel suono dell’organo barocco. Dalla
galleria della torre campanaria, alta ben 82 metri, la cui sagoma dal tetto appiattito si staglia sul cielo di Danzica, è possibile ammirare uno splendido panorama della città. All’ombra del
santuario, nelle sue immediate vicinanze, sorge la magnifica
Cappella Reale, caratterizzata dalla facciata originale e dalle
tre cupole caratteristiche.
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Orologio
a pulsar
Ad una distanza cosmica inimmaginabile per i comuni mortali, a mille
o persino diecimila anni luce dalla Terra (in una zona della galassia
che, da un punto di vista puramente astronomico, è relativamente vicina al nostro pianeta), troviamo corpi celesti straordinari. Si tratta di
stelle eccezionali, che emettono impulsi con estrema regolarità. Vengono chiamate pulsar.
L’orologio a pulsar creato a Danzica, il cui funzionamento è basato
sulla ricezione degli impulsi provenienti da tali corpi celesti, è il primo
oggetto di questo tipo prodotto al mondo. La precisione a lungo termine dell’orario indicato sarà superiore a quella garantita dagli orologi
atomici, che al momento rappresentano il massimo livello di precisione disponibile per la misurazione del tempo. La creazione di questi
orologi costituisce il primo passo per il passaggio alla Scala Temporale Pulsar. Il misuratore di tempo più originale del mondo si trova presso il Museo degli Orologi per Torre di Danzica, con sede nella torre
della Chiesa di S. Caterina. Il gruppo di antenne installate sul tetto
del santuario riceve i segnali provenienti da sei pulsar e li trasmette
all’apparecchiatura che le converte nel sistema basato sui secondi.
L’orologio, situato nel sottotetto della chiesa, è una sorta di grande
“armadio” contenente apparecchiature elettroniche ed informatiche.
Nella cripta, sotto al pavimento dell’edificio, riposa il celebre cittadino Johannes Hevelius – astronomo seicentesco, costruttore, birraio e
consigliere comunale - creatore del prototipo dell’orologio a pendolo.
I ripetitori dell’orologio di Danzica sono visibili presso la sede del
Parlamento Europeo di Bruxelles, il Comune e l’Ufficio della Giunta
Regionale di Danzica, il Parco della Scienza e della Tecnica di Danzica,
nonché in altri luoghi.
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MUSEO DEGLI OROLOGI
PER TORRE
Questa sezione del Museo Storico della Città di
Danzica non ha eguali in Polonia. Il museo ha
raccolto collezioni di orologi per torre risalenti
alle varie epoche dell’orologeria meccanica e
meccanico-elettrica. Potremo ammirare meccanismi realizzati nel XV e nel XVI secolo, nonché
quelli prodotti dopo la II Guerra Mondiale. La collezione comprende rarità come l’orologio meccanico a scappamento – uno dei pochi esemplari
conservati in Europa, il misuratore di tempo prodotto dall’unica fabbrica polacca di orologi per
torre (ditta Michał Mięsowicz di Krosno), nonché
un meccanismo proveniente dalle Isole Britanniche. Nel 2011, in occasione del quattrocentesimo
anniversario della nascita di Johannes Hevelius,
presso il sottotetto del museo è stato installato il
celebre orologio a pulsar. Per ricordare i traguardi raggiunti dal grande astronomo in qualità di
costruttore (che realizzò, tra le altre cose, il primo
prototipo di orologio a pendolo), nella sede del
museo è stato costruito l’orologio a pendolo più
preciso, chiamato HEVELIUS-2011. Il meccanismo
elettromeccanico del misuratore di tempo, in occasione dei primi test, ha evidenziato uno scostamento di soli 10 microsecondi al giorno!
Il Museo degli Orologi per Torre non è l’unico elemento di interesse della Chiesa di S. Caterina. Le
origini della parrocchia più antica della Città Vecchia risalgono al XIII secolo. I suoi interni sono
decorati da dipinti realizzati da Anton Möller e
Izaak van den Blocke. Il santuario, inoltre, ospita l’epitaffio e la lapide di Johannes Hevelius. La
sagoma massiccia dell’edificio a tre navate è abbellita dai merli gotici del presbiterio, considerati
come uno degli esempi meglio riusciti di questo
motivo architettonico così frequente in città. Anche la torre, con i suoi 76 metri di altezza, ha un
carattere eccezionale. È decorata dalla splendida
sommità progettata da Jakub van den Blocke. Al
suo interno troviamo le celebri campane a carillon, la cui tradizione risale al XVI secolo. Il meccanismo, costituito da 50 campane, rappresenta
il più grande gruppo di campane da concerto in
questa regione d’Europa. Chiunque si trovi sul
balcone sommitale della torre ed ammiri lo sconfinato panorama della città e del Golfo di Danzica
con un piacevole accompagnamento musicale
rimarrà incantato dal fascino di questa località!
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MUSEO NAZIONALE
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„Il Giudizio Universale”
L’Arcangelo Michele soppesa il bene ed il male; chi ha ottenuto
la salvezza accede al paradiso su una scala di cristallo, mentre i
demoni gettano i peccatori nel fuoco dell’inferno. Questa emozionante rappresentazione del giorno del giudizio, opera di un grande
artista olandese, fu ottenuta casualmente come bottino di guerra
dal celebre corsaro Paweł Benecke, originario di Danzica. Il trittico
di Hans Memling, intitolato “Il Giudizio Universale”, è il pezzo più
prezioso del Museo Nazionale di Danzica, nonché l’unico dipinto
del maestro ad essere conservato nelle collezioni polacche.
L’opera, considerata come la massima espressione del talento di
Memling (l’identità dell’autore fu stabilita soltanto nel XIX secolo!), affascina gli osservatori con la sua grandezza (alt. 242 cm,
largh. 360 cm), la perfezione tecnica e la splendida plasticità. La
drammatica storia di questo dipinto è interessante almeno quanto
il suo messaggio e la dimensione simbolica, che soltanto gli esperti possono comprendere appieno. Una copia dell’opera è custodita
presso la Basilica di S.Maria, dove in passato faceva bella mostra
di sé l’originale, offerto in dono alla chiesa.
Il messaggio del celebre trittico può essere approfondito in una
delle sale dedicate alla pittura olandese, presso la Sezione Arte
Antica del museo, in un edificio storico già appartenuto ad un
convento francescano. La splendida architettura degli interni
tardo-gotici fa da sfondo a numerose collezioni di pittura gedanense, fiamminga ed olandese, di ceramica antica, di scultura,
di celebri mobili degli artigiani locali e delle opere dei gioiellieri
cittadini. Le collezioni della Sezione Arte Moderna constano di
circa 400 opere dei più importanti artisti polacchi e presentano
le correnti artistiche di maggior rilievo. Il luogo in cui potremo
ammirarle è il Palazzo degli Abati, presso il quartiere di Oliwa. Il
Granaio degli Abati, non lontano dal palazzo appena menzionato, è la sede della Sezione Etnografica. La Porta Verde, che
con il suo manierismo domina la Città Principale e segna il
percorso della Via Regia, ospita un’importante galleria dedicata
alle esposizioni temporanee di arte antica e contemporanea,
polacca e straniera.
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Fort Carré
Il forte rappresenta un tipico esempio di costruzione difensiva cinquecentesca. Il suo nome, in francese, significa “quadrato”. L’edificio, costituito da quattro bastioni, fu progettato dal noto progettista militare
fiammingo Antoni van Obberghen.
Costruito secondo i principi di base delle nuove fortificazioni italiane,
il forte aveva il compito di proteggere la torre di guardia situata
presso l’accesso al porto di Danzica (edificio che, in futuro, si sarebbe
trasformato nella maestosa Fortezza Wisłoujście, che difende la città
dagli attacchi provenienti dal mare), circondata unicamente da una
cerchia di mura a tre livelli. Il forte è provvisto di pareti in mattoni rinforzate da blocchi di pietra presso gli angoli. Oltre a ciò, sono presenti
casematte e postazioni per cannoni. La costruzione è circondata da un
fossato pieno d’acqua, e l’accesso è protetto da un ponte levatoio (che
ai nostri giorni non viene più sollevato). All’inizio del XVII secolo, presso l’area circostante fu costruita la Trincea Orientale a cinque bastioni,
anch’essa preceduta da un fossato. I progettisti militari di Danzica
erano attenti alla sicurezza della propria città. Oggi, l’imponente Fortezza Wisłoujście, che si erge sul ramo morto della Vistola, affascina
gli amanti delle costruzioni militari e non solo. Di tanto in tanto, infatti, attorno alle sue mura si svolgono battaglie come in passato...
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LA FORTEZZA WISŁOUJŚCIE
Il nome Wisłoujście [foce della
Vistola] risale ai tempi in cui il
grande fiume sfociava in mare
ad ovest della Fortezza. L’antico
porto di Danzica era situato
sul fiume Motława, a pochi
chilometri dalla riva del Baltico.
La foce della Vistola, pertanto,
era un’area di grande importanza militare. Per questo motivo,
secondo le fonti storiche, fin dai
tempi dei duchi di Pomerania vi
sorgeva una torre di guardia. Alla
fine del XV secolo fu eretta una
torre cilindrica in muratura, utilizzata allo stesso tempo come faro.
Il fuoco che di notte ardeva sulla
sua sommità indicava alle navi il
percorso per raggiungere il porto.
Questa costruzione, migliorata
nei secoli successivi con nuove
fortificazioni, circondata da
fossati e modernizzata più volte
secondo i dettami delle tecniche
belliche, fu per molto tempo un
elemento strategico del sistema
difensivo di Danzica. Da qui, nel
1627, la flotta polacca partì
per la battaglia di Oliwa, nel
corso della quale sconfisse
gli svedesi. La fortezza perse
il proprio significato militare
dopo la I guerra mondiale, in
relazione alla progressiva demilitarizzazione di Danzica. Attualmente, questa importantissima testimonianza
della storia nautica polacca
ospita una delle sezioni del
Museo Storico della Città di
Danzica e costituisce un’attrazione turistica di primaria
importanza. Come se non
bastasse, questo luogo ha
persino il proprio... fantasma! Lo spirito del capitano
dell’esercito reale Hans Kizero, capitano della prima unità
polacca destinata al servizio
marittimo – la pinaccia “Żółty
Lew [Leone Giallo]”, è un fantasma al passo con i tempi...
ha persino il proprio blog!
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IL FARO DI NOWY PORT
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La sfera
del tempo
Vogliamo parlarvi di uno strumento straordinario, caratterizzato da
una precisione fuori dal comune. Infatti, è in grado di misurare il
tempo con un margine di errore pari ad 1 secondo ogni... 200 mila
anni! Di cosa stiamo parlando? Ovviamente della sfera del tempo. Il
primo oggetto di questo tipo fu installato nel 1833 presso l’osservatorio di Greenwich. Tra le città baltiche, la prima a “regalarsi”
questo strumento fu Colonia (nel 1875), mentre la seconda, un anno
dopo, fu Danzica. Dal 1894, la sfera del tempo si trovò in cima al faro
del quartiere di Nowy Port. Il sollevamento e la caduta della sfera,
ripetuti quotidianamente a mezzogiorno, permettevano ai capitani
delle navi di regolare con precisione i cronometri, utilizzati per definire la longitudine sul mare. Il sistema di segnalazione era simile a
quello utilizzato a Greenwich. Ogni giorno, alle 11.55, la sfera veniva
portata in cima all’albero posizionato sulla torre. Alle 12 in punto, un
impulso elettrico interrompeva il circuito elettrico dell’elettromagnete che tratteneva la sfera. L’oggetto, realizzato con una struttura a
griglia e caratterizzato da un peso di 75 kg, scivolava verso il basso.
Nel 2008, la celebre sfera del tempo è stata restaurata. Oggi, alle ore
12, 14, 16 e 18, si ripete la singolare procedura così utile ai marinai.
Fuori dai confini di Danzica, l’unica località affacciata sul Baltico e
provvista di un oggetto del genere è la città di Karlskrona (la sfera è
conservata presso il museo marittimo).
Questo moderno faro (ritenuto
uno dei più belli di tutta la costa
baltica) fu eretto sulla cosiddetta
Collina dei Piloti, dove dal 1849 si
trovava la loro stazione. Il progetto
è ispirato al faro di Cleveland
(Ohio), considerato da molti come
il più bel faro americano. Il nuovo
faro entrò in servizio a metà del
1894. La sua elegante torre ha
un’altezza di 27 metri. La sorgente
di luce utilizzata ai quei tempi era
una lampada elettrica con tensione
compresa tra 20 e 28 A. La portata
iniziale, corrispondente a 13 miglia
marine, fu aumentata col tempo fino a 20. Il faro presentava
soluzioni tecniche all’avanguardia.
La lampada utilizzata durante la
notte, infatti, fu la prima ad essere
alimentata con batterie caricate
nelle ore diurne da un generatore
a vapore. In caso di guasto, veniva
accesa una lampada a gas.
La costruzione, ai nostri giorni, appartiene al commodoro Jacek Michalak, che al suo interno ha allestito un interessantissimo museo.
In questo luogo potremo ammirare
vecchie lampade, apparecchi ottici
storici ed un’esposizione dedicata
ai fari marittimi. Inoltre, potremo
scoprire il funzionamento della
sfera del tempo ed ammirare, dalla
vetta della torre, lo splendido panorama della Baia di Danzica, del
porto e di un luogo dalla grande
importanza storica – la penisola di
Westerplatte.
Il monumento in pietra che si erge
presso la via di accesso al porto,
costruito su un terrapieno coperto
di vegetazione, è un omaggio a
coloro che, nel 1939, difesero la
costa polacca.
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Il megahit
fatto d’ambra
263 metri di lunghezza, 203 metri di larghezza e 45 di
altezza. La cupola, che sotto i raggi del sole assume tonalità ambrate, è illuminata artificialmente nelle ore serali.
Questa originale copertura è costituita da 18 mila pannelli
in policarbonato, caratterizzati da 6 tonalità diverse. La
loro superficie complessiva ammonta a 4,5 ha. L’edificio
ha 44 mila posti, 40 mila logge vetrate, 4 megaschermi di
superficie pari a 70 m2, 308 altoparlanti, 40 km di cavi e 555
rotoli d’erba... Lo stadio di Danzica, noto con il nome di PGE
Arena, è una delle strutture sportive più belle e moderne
d’Europa. Inoltre, è il più grande “oggetto ambrato”! Nonostante la giovane età, è già divenuto un simbolo della città,
proprio come la Fontana del Nettuno e la Gru.
PGE ARENA GDAŃSK
Danzica è la Capitale Mondiale dell’Ambra. Per questo motivo,
lo stadio eretto in occasione dei campionati UEFA EURO 2012TM,
ritenuto il più bello tra quelli delle città ospitanti, ricorda un
enorme frammento d’ambra. Gli elementi costruttivi dello
stadio, ispirati ai costoloni dello scafo di una grande nave, si
rifanno alla tradizione marinara della città. L’edificio si trova
nel quartiere di Letnica, in v. Pokoleń Lechii Gdańsk 1. È stato
progettato dagli architetti dello studio Rhode-KellermannWawrowsky di Düsseldorf, già autori del progetto degli stadi
Veltins-Arena di Gelsenkirchen e AWD-Arena di Hannover. I
lavori di costruzione hanno avuto inizio nel maggio del 2009,
mentre l’inaugurazione ha avuto luogo il 19 luglio 2011. La
prima partita (Lechia Gdańsk – Cracovia) è stata giocata il 14
agosto dello stesso anno. Il 6 settembre, invece, lo stadio di
Danzica ha ospitato il suo primo incontro internazionale, in
occasione del quale la nazionale polacca ha pareggiato 2:2 con
gli omologhi tedeschi.
Nel giugno 2012 la città di Danzica è stata una delle sedi dei
Campionati Europei di Calcio UEFA EURO 2012 TM. Presso lo stadio sono state giocate tre partite della fase a gruppi (Spagna –
Italia, Spagna – Irlanda e Croazia – Spagna), nonché l’appassionante quarto di finale in cui la Germania ha affrontato la Grecia.
Nel corso dei campionati, lo stadio PGE ARENA è stato visitato
da ben 160 mila tifosi provenienti da ogni parte d’Europa!
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16
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I murales
del “Cantiere
Navale”
Questo muro in mattoni è testimone di una grande storia,
i cui momenti salienti si sono
svolti all’interno dello spazio
che delimita. Sulla sua parete
vediamo scritte blu e nere su
sfondo azzurro. Tutt’intorno si
estende il paesaggio del cantiere navale... un enorme rac-
conto pieno di emozioni. Le
ventitré campate del grande
muro che circonda il Cantiere
Navale di Danzica (250 metri
quadrati!) erano coperte, fino
a poco tempo fa, da un’opera
di Iwona Zając, dedicata
agli operai di questa grande
fabbrica. Ciò che potevamo
osservare era la trascrizione
delle conversazioni mai banali intrattenute dall’artista
con gli operai del cantiere
– protagonisti dell’Agosto
1980. Le loro parole hanno
permesso di creare una sorta
di diario intimo... L’opera era
un esempio monumentale di
arte nel tessuto urbano; un
racconto incentrato su coloro
che, con la propria vita,
hanno cambiato il corso della
storia. I destini dei murales
sono indissolubilmente legati al luogo in cui sono nati.
Il destino di quest’opera,
tuttavia, è segnato. In questa
zona della città sta sorgendo
un nuovo quartiere – la
Città Giovane. Questa nuova
creatura urbanistica unisce
la storia alla modernità, ma
la sua nascita porta con sé
la scomparsa del muro e del
“Cantiere Navale”.
LA GALLERIA
DEI MURALES
DELLA CITTÀ DI DANZICA
Danzica è una città nota per i suoi murales. Possiamo incontrare queste opere in molti luoghi: sulle pareti degli edifici
e nei sottopassaggi. I murales ispirati all’Agosto ’80 sono
presenti anche sui piloni del cavalcavia stradale di Zielony
Trójkąt [Triangolo Verde], accanto all’area del cantiere navale.
Un’interessante collezione di opere è visibile sulle pareti dei
condomini di Zaspa – uno dei quartieri “dormitorio” della
città. Quella di Zaspa è la più grande collezione europea di
opere pittoriche in formato gigante! Ogni anno, nel mese di
luglio, durante il Festival Europeo della Pittura Monumentale
– Monumental Art, gli artisti provenienti da molti paesi si posizionano su speciali impalcature per creare enormi immagini,
emozionanti e suggestive. I murales di Zaspa trasformano il
grigiore di questo quartiere operaio in una straordinaria galleria, presso la quale gli abitanti hanno la possibilità di vivere
l’arte in un modo nuovo. I residenti, peraltro, sono i “padroni
di casa” della Galleria dei Murales. Per questo motivo, sono
stati preparati per svolgere il ruolo di cicerone. Vi invitiamo a
fare una passeggiata tra queste opere eccezionali.
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L’organo
di Oliwa
Angeli, soli semoventi e delicate ghirlande di edera e fiori. Al centro –
una splendida vetrofania con la rappresentazione della Madonna con il
Bambino. Una cascata di suoni imita il canto degli uccelli, il soffio del
vento, lo sciabordio dell’acqua, il ronzio delle api, e persino il ruggito
dei tuoni!
Il monumentale organo rococò, caratterizzato dalle sonorità eccezionali e dalla ricchissima decorazione del prospetto, è un magnifico
complemento per la Cattedrale di Oliwa. I suoi creatori (i maestri Jan
Wulf e Friedrich Rudolf Dalitz) impiegarono ben 25 anni per costruirlo.
Collegato ad altri due strumenti (un piccolo organo situato presso il
braccio meridionale del transetto ed un organo contemporaneo senza
pedaliera posizionato in prossimità dell’uscita dalla cattedrale),
presenta un numero complessivo di ben 7876 canne. Quelle dell’organo più grande hanno una lunghezza compresa tra una quindicina di
centimetri e quasi 11 metri! Il loro suono eccezionale, caratterizzato da
un particolare effetto eco, può essere ascoltato nel corso dei piccoli
concerti quotidiani, durante il celebre Festival Internazionale della
Musica per Organo o in occasione del concerto finale del Festival
Mozartiano Internazionale “Mozartiana”.
LA CATTEDRALE DI OLIWA
Oliwa – quartiere tranquillo ed affascinante, adagiato tra i
recessi boschivi del Parco Paesaggistico delle Tre Città – fu
definito dal celebre viaggiatore Aleksander von Humboldt come
il terzo luogo più bello del mondo. La zona è caratterizzata dallo
splendido parco dell’ex complesso cistercense, progettato dal
maestro di architettura del paesaggio Andre La Notre. Passeggiando tra splendidi alberi secolari, appartenenti a specie rare
e di grande valore, potremo raggiungere la Cattedrale di Oliwa,
riconoscibile per le sue torri svettanti. La basilica, eretta come
luogo di culto cistercense nel XIII secolo, è un edificio gotico
a tre navate, coperto da volte e disposto su una pianta a croce
latina. Con i suoi 107 metri, è la chiesa più lunga in Polonia. I
suoi splendidi interni custodiscono tesori artistici. Tra di essi,
vale la pena di menzionare i tanti altari, il pulpito rococò, i meravigliosi stalli ed i ritratti rinascimentali dei numerosi benefattori
del convento cistercense.
Al centro del presbiterio monumentale si erge l’altare principale
in stile barocco. La sua “sfera terrena” è costituita da colonne
nere disposte a semicerchio, mentre la “sfera celeste” rappresenta una visione del cielo, con nuvole realizzate in stucco e
teste di angioletti.
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