n. 4 dicembre 2014 - Acquedotto Pugliese S.p.A.

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4° trimestre 2014
Dal 1° ottobre operativa la fusione di Pura e Pura Dep: Acquedotto terza società in Italia
per numero di dipendenti
Aqp insegna anche ai cinesi
i segreti della depurazione
Smaltimento e riutilizzo dei fanghi della depurazione al centro della visita
Particolare del depuratore di Gallipoli
Il sistema di depurazione della Puglia è tra i più avanzati. Ed incuriosisce persino i cinesi, interessati a studiare
le tecniche e le modalità di gestione degli impianti gestiti da Acquedotto Pugliese che dal 1° ottobre ha assunto
in proprio la titolarità del settore depurativo, completando “in casa” l’intero ciclo integrato dell’acqua.
Una delegazione di docenti dell’Harbin Institute of Technology di Pechino è stata infatti ospite di Aqp per
approfondire le tematiche legate alla depurazione delle
acque ed alla gestione dei fanghi di depurazione. L’amministratore unico di Aqp, Nicola Costantino, ha accolto i tecnici cinesi che sono stati in visita in particolare
all’impianto di compostaggio Aseco e al depuratore di
Castellana Grotte. I cinesi sono particolarmente interessati alle modalità di smaltimento e riutilizzo dei
fanghi derivanti dai processi della depurazione, fanghi
che che dal 2009 Aqp recupera producendo fertilizzanti di qualità per l’agricoltura e il giardinaggio, oltre che
alla condivisione di best practice per la gestione degli
impianti.
La delegazione cinese, accompagnata dal professor Ludovico Spinosa, era guidata dal professor Guibai Li, accademico emerito di Cina e dal prof Guoren Xu, responsabile dello State Key Laboratory of Urban Water Resource
and Environment. Il lavoro del professor Xu è focalizzata
sul recupero sostenibile di risorse dai fanghi ed ha sviluppato due appositi processi di pirolisi/gasificazione.
Nel frattempo, Aqp si è ripresa tutto in casa: con la fusione per incorporazione di Pura Dep e Pura Acqua,
operativa appunto dal 1° ottobre, per la prima volta
nella sua storia l’Acquedotto avrà in casa la gestione
dell’intero sistema idrico integrato. Fino al 2008 - e
per oltre 30 anni - la gestione dei depuratori è stata
affidata a privati: su input della Regione, Aqp decise di
costituire una società di scopo (Pura Dep, appunto) che
ora è stata riassorbita. Pura aveva in carico 185 impianti di depurazione, 4 impianti di affinamento e 21
recapiti finali (condotte sottomarine, trincee drenanti,
campi di spandimento e sub-irrigazione), Pura Acqua
i 4 impianti di potabilizzazione. Se dal punto di vista
dei costi non cambia niente (i 500 dipendenti di Pura
sono stati assunti in Aqp), dal punto di vista funzionale
la novità è abbastanza importante perché permetterà
una maggior flessibilità nella gestione del servizio.
Dopo questa fusione, Aqp si conferma la maggior società pubblica del Mezzogiorno e diventa la terza d’Italia (dopo Acea ed Hera) per numero di dipendenti. Sulla
depurazione, come noto, si concentra il grosso degli investimenti previsti fino al 2018: oltre agli 860 milioni
del Piano operativo approvato dall’Autorità idrica, Aqp
ha presentato alla Regione un piano specifico da 600
milioni che riguarda proprio i depuratori.
La delegazione cinese in visita al museo dell’acqua di Bari
Aqp lancia un concorso tra le scuole per realizzare la mappa
geolocalizzata delle “cap de firr”
Preserviamo le fontane pubbliche della Puglia
con fontaNinApp la memoria diventa digitale
Le fontanine dell’Acquedotto sono un
vero e proprio monumento della Puglia,
a partire dalla storica “cap de firr” che
esattamente un secolo fa è comparsa
per la prima volta nelle piazze della regione. Ed è per questo che Aqp ha lan-
ciato fontaNinApp, una applicazione
per cellulari e smartphone che presto
consentirà a tutti di rintracciare le fontanine pubbliche gestite dalle ammiContinua a pag 4
La festa della
Cape de firr
Segni particolari: altezza 128 cm.,
base circolare 38 cm, forma conica,
corredata di cappello e vaschetta di
recupero delle acque, totalmente in
ghisa, rubinetto a getto intermittente
con meccanismo interno in ottone,
frutto dell’ingegno degli uomini che
hanno fatto l’Acquedotto Pugliese,
ancora oggi a produzione artigianale.
Parliamo del simbolo dell’Acquedotto Pugliese, la storica Cape de firr
che tante piazze della Puglia e del
meridione conoscono e che ha portato la prima acqua salubre pubblica
in Puglia e che, ancora oggi, rappresenta l’icona indiscussa di questa
epocale conquista sociale.
Una storia che ha inizio nel lontano
1902, con la legge per la costruzione
e l’esercizio dell’Acquedotto Pugliese in cui si dispone che “il Consorzio
dovrà costruire a sue spese in ciascun comune, in numero proporzionato agli abitanti, fontanine gratuite
pel pubblico, restando in facoltà del
comune di disciplinarne l’uso, ed a
suo carico il pagamento dell’acqua”.
Il regolamento e il capitolato per la
costruzione e l’esercizio dell’Acquedotto Pugliese, approvato con Regio
decreto nel 1904, ne disciplina la
installazione, in ragione di una per
ogni 2500 abitanti nei grossi centri
che ne contano più di 20 mila, una
per ogni 1500 nei comuni di popolazione compresa tra i 10 e 20 mila
abitanti, ed infine una per ogni 1000
abitanti o meno nei centri minori.
Ogni fontanina - si legge ancora nel
regolamento - non dovrà erogare
meno di 25 metri cubi d’acqua al
giorno e sarà a luce tassata, mediante apposito rubinetto idrometrico, e
l’acqua dovrà dai comuni essere pagata al prezzo di 0,20 lire.
Nel 1914, trova attuazione il dettato normativo sulle fontanine e viene
stabilito il tipo che oggi conosciamo.
Nel corso degli anni si moltiplicano
le storie ed i poemi in rima sulla fontanina.
Una letteratura popolare, il più delle
volte in dialetto (all’acqua, all’acqua, alla fendana nova, ci non tene
la zita - leggasi fidanzata - se la trova recita ad esempio una filastrocca
anonima risalente agli anni ‘20) che
testimonia l’affetto incondizionato
che le popolazioni pugliesi riservano
a questo semplice strumento di vita.
Una storia affascinante che ha sedotto finanche l’architetto di fama
internazionale Renzo Piano che, per
la realizzazione del santuario dedicato a Padre Pio in San Giovanni
Rotondo, ha espressamente richiesto l’installazione di una batteria di
6 fontane dell’Acquedotto Pugliese
a corona dell’atrio d’ingresso della
chiesa.
Una storia che intendiamo oggi onorare e festeggiare insieme ai pugliesi
che continuano a viverla ogni giorno.
Al convegno Idra 14 primo posto per due lavori presentati da dipendenti Aqp
Due ricerche dell’Acquedotto premiate dagli
specialisti dell’idraulica italiana
Dissesto idrogeologico e l’uso del vetro cellulare riciclato per la filtrazione delle acque torbide
i temi affrontati
Anche i tecnici di Acquedotto Pugliese hanno lasciato il
segno tra gli specialisti dell’idraulica, con due importanti
riconoscimenti ottenuti durante il simposio Idra 14. Si
tratta del più importante e storico appuntamento nazionale del settore idraulica e costruzioni idrauliche, che si
svolge ogni due anni e che in questa edizione (la trentaquattresima) è stato ospitato dal Politecnico di Bari.
Durante il convegno, cui hanno partecipato tutti i più
importanti tecnici e ricercatori del settore, sono stati
presentati oltre 400 lavori di ricerca suddivisi in 5 categorie. In ciascuna categoria, una commissione indicata dal Gruppo italiano di idraulica ha assegnato una
serie di premi basandosi sui voti assegnati dagli stessi
partecipanti e sulle segnalazioni dei coordinatori delle
singole sessioni: i lavori sono stati valutati sulla base
del contenuto scientifico, dell’efficacia e dell’originalità
della comunicazione editoriale e della presentazione
orale del lavoro.
La procedura ha consentito ai tecnici di Acquedotto
Pugliese di aggiudicarsi due dei cinque premi in palio,
consegnati durante la cerimonia di chiusura. Oronzo
Antonio Pizzutolo, Cristina Giordano e Gerardo Ventafridda sono stati premiati per lo studio su “Problematiche connesse al dissesto geomorfologico del centro
storico di Mesagne e l’incidenza delle perdite idriche e
fognanti sui fenomeni di ricarica della falda freatica superficiale” nell’ambito della categoria “Infrastrutture,
Coste e Agricoltura”. Michelangelo Guastamacchia ha
invece vinto nella sezione “Assetto e gestione idraulica
del territorio” per la sua ricerca su “Vetro cellulare riciclato come medium nella filtrazione di acque torbide”
. Da segnalare che altri due premi sono andati a ricercatori pugliesi: nella sezione “Acqua – Energia – Ambiente” hanno vinto Alessandra Petrillo e il professor
Antonio Saponieri, del Politecnico di Bari, con “Stima
del potenziale energetico ondoso al largo delle coste
pugliesi”, mentre nella sezione “Infrastrutture, coste e
agricoltura” un altro gruppo del Politecnico barese ha
vinto con la ricerca “Vetro Cellulare Riciclato come medium nella filtrazione di acque torbide”. Tutti gli atti del
convegno e i poster sono pubblicati sul sito della manifestazione all’indirizzo idra14.it.
L’Acquedotto Pugliese
prima…
Presentato in anteprima a Bari
nella suggestiva cornice del Salone degli Affreschi dell’Ateneo,
“L’Acquedotto Pugliese prima…...
Dall’Unità d’Italia alla nascita
dell’EAAP”.
Il volume, scritto da Carmelo e
Giuseppe Calò Carducci, Paolo
Giocoli Nacci e Michele Mossa,
edito dalla ADDA Editore, intende celebrare il Centenario – 24
aprile 1915 – del primo zampillo dell’acqua del Sele a Bari,
dalla fontana del Palazzo Ateneo
in piazza Umberto,e riscrivere
la “storia” che portò alla realizzazione della titanica opera che
permise, e permette tutt’oggi, di
soddisfare l’antico bisogno di acqua in Puglia.
Sabotaggi e stragi all’ombra dell’Acquedotto Pugliese durante la ritirata nazifascista del ‘43
La memoria nascosta dell’acqua
La più rilevate opera pubblica nazionale del primo Novecento, l’Acquedotto Pugliese, (uno degli acquedotti più lunghi del mondo al
tempo della sua realizzazione) che
ha svolto e svolge una funzione
strategica per lo sviluppo economico e civile di parte del mezzogiorno
d’Italia, è stata oggetto nel corso del
secondo conflitto mondiale di diversi tentativi di distruzione.
Ne hanno parlato in un convegno
Nicola Costantino, Amministratore
Unico di Acquedotto Pugliese, Angelo Summa, Segretario Generale
CGIL Potenza, Claudio Vincelli, Comandante della Legione Carabinieri
della Puglia e lo storico Vito Antonio
Leuzzi, Direttore IPSAIC (Istituto
pugliese per la storia dell’antifascismo), che ha presentato i risultati
di una ricerca storiografica sugli
episodi di sabotaggio perpetrati ai
danni dell’acquedotto nel corso del
settembre ’43.
Sotto il profilo tecnico il canale
principale costituiva con i suoi 244
chilometri un modello “ardito” di
realizzazione tecnica considerando
il trasporto per azione naturale di
così rilevanti volumi di acqua dalla
sorgente del Sele, collocata nell’Irpinia, fino a Villa Castelli, una delle
ultime alture della Murgia meridionale, dove aveva inizio la piana salentina. L’Acquedotto rappresentava un agente strategico per la vita
civile ed economica e in quanto tale
obiettivo sensibile di assoluta rilevanza.
Paracadutisti inglesi nel 1941 tentarono senza molto successo di sabotare il ponte Tragino; in seguito
all’armistizio dell’8 settembre, diversi reparti tedeschi furono utilizzati per una sistematico attacco
distruttivo al canale principale.
I reparti scelti dell’esercito germanico misero in atto, contestualmente, un un’opera sistematica di
terrore nei confronti della popolazione civile e di soldati sbandati con
atroci misfatti e con un piano sistematico di distruzioni di importanti
infrastrutture militari e civili.
Rilevante fu l’attività di informazione e di “intelligence” svolta da
operai e tecnici dell’Acquedotto
Pugliese e dai militari delle stazioni
locali dell’Arma dei Carabinieri che
al rischio della propria incolumità,
segnalarono con tempestività, ai
comandi militari italiani ed alle prefetture, i movimenti e le operazioni
dei reparti germanici, scongiurando così danni maggiori.
Lodevoli anche le attività per il ripristino del servizio che vennero
effettuate pur nella complessità del
momento con assoluta tempestività
e che permisero di ridurre notevolmente i disagi ad una popolazione
già provata dalla guerra.
Nel corso del secondo conflitto
mondiale le azioni di sabotaggio
in Europa che riguardarono l’approvvigionamento idrico di una
certa rilevanza strategica furono
sostanzialmente tre e coinvolsero:
l’acquedotto di Parigi, l’acquedotto
di Firenze e, appunto, l’Acquedotto
Pugliese.
Raccogliere l’olio
esausto fa bene
all’ambiente, fa bene
al cuore
Bari è protagonista di una bella
iniziativa di eco… solidarietà. Si
chiama PARS_ECO, la campagna per la raccolta di oli vegetali
esausti nella città: un’importante occasione di riflessione sul
tema della sostenibilità ambientale, del riciclo e del recupero dei
materiali- in particolare degli oli
esausti.
Dopo una fase di sensibilizzazione attraverso il portale web e
l’APP, nelle parrocchie verrà posizionato un contenitore dove i
cittadini potranno conferire l’olio
proveniente da utenze domestiche. In base alla quantità di olio
raccolta, alla parrocchia verranno corrisposti dei buoni acquisto
che potranno essere utilizzati per
integrare i prodotti alimentari ricevuti dal Banco di Carità con le
tipologie di prodotti abitualmente
non fornite. La raccolta di questo tipo di rifiuto incrementa e
migliora la raccolta differenziata
con conseguenti vantaggi economici e ambientali e permette in
tal modo anche di avere un risvolto di alto impatto sociale.
La Regione Puglia premiata da Go Slow per la realizzazione della ciclovia dell’Acquedotto
Passeggiare in bicicletta… premia!!
Giannini, Assessore regionale alle Infrastrutture: la promozione della mobilità ciclistica sta
dando buoni frutti
L’Assessore alle Infrastrutture della Regione Puglia,
Giovanni Giannini ha espresso “soddisfazione per il riconoscimento conferito che conferma i risultati lusinghieri conseguiti dalla Regione Puglia nelle pratiche di
promozione e sviluppo della mobilità ciclistica a supporto dell’incremento dei flussi turistici, individuando
la bicicletta non solo come hobby, mezzo di svago o di
pratica sportiva, ma soprattutto come mezzo di trasporto”.
“L’acqua del 2000”
Autore: Joyce Lussu
Editore: Gwynplaine 2014
Gli amici di Go Slow, l’Associazione amica del turismo
ecosostenibile, hanno attribuito alla ciclovia dell’Acquedotto la menzione speciale nell’ambito del concorso nazionale Premio Go Slow, iniziativa giunta alla 5°
edizione con l’intento di valorizzare progetti ed azioni
legati ad una “nuova mobilità dolce e sostenibile”.
Il tracciato, realizzato sui camminamenti del Canale
Principale dell’AQP, la galleria centenaria che trasporta l’acqua del Sele dall’Irpinia alla Puglia, costituisce il
2° percorso ciclabile europeo su acquedotto ed è parte
dell’Itinerario ciclabile nazionale n. 11 (ciclovia degli
Appennini) della rete Bicitalia. Attraversa ambienti
unici e suggestivi contraddistinti da macchia mediterranea e dalle tipiche costruzioni coniche, i trulli ed è
fruibile dall’aprile scorso per passeggiate a piedi e in
bicicletta. Un progetto che sostiene un turismo diverso, eco-sostenibile e rispettoso della storia e dei luoghi
interessati.
Il libro è uno straordinario saggio di
predizione: Joyce Lussu si pone il
problema di come la donna e l’uomo possano continuare a vivere in un
ambiente che il capitalismo sta depauperando. Un viaggio dal Neolitico
alle streghe, dalla scienza al potere
della tecnologia precluso alle masse,
fino al pensiero ecologista, che Joyce
tra le prime ha abbracciato e diffuso
in Italia. Una profezia, quella della
possibile privatizzazione dell’acqua,
che si avvera proprio nei nostri tempi: la lucidità, la preveggenza e la
saggezza di Joyce Lussu ci accompagnano ancora oggi e rendono questo
testo di grande attualità.
Continua da pag. 1
nistrazioni comunali. L’iniziativa,
organizzata in collaborazione con il
Servizio Biblioteca e Comunicazione
istituzionale del Consiglio regionale
e con il patrocinio dell’Anci Puglia
e dell’Ufficio scolastico regionale,
mira appunto a realizzare, nell’anno
scolastico in corso, una mappa digitale e una applicazione per cellulari
e smartphone con cui sarà possibile
effettuare la geolocalizzazione delle fontane pubbliche. L’applicazione
fornirà poi informazioni su come
apprezzare al meglio l’acqua pubblica, sulle sue caratteristiche chimico
fisiche ed organolettiche oltre che
consigli per la corretta manutenzione degli impianti domestici.
La “cap de firr”, costruita in ghisa, è
alta 128 centimetri, ha una base circolare di 38 centimetri e la caratteristica forma conica con “cappello”
e vaschetta di recupero delle acque,
oltre che un meccanismo interno
in ottone progettato dai pionieri
dell’Acquedotto Pugliese ed ancora
oggi prodotto artigianalmente. La
fontanina è il simbolo dell’Acquedotto Pugliese, che nei primi anni del
GOCCETTA E GOCCINO–
Plin, plon, plan
Plin plon, plin plon plan!
presto, presto
perde acqua il rubinetto!!!!
‘900 ha portato per la prima volta
acqua salubre e pubblica in tanti Comuni, rappresentando così una epocale conquista sociale per l’intera
regione. Una storia così affascinante
che persino Renzo Piano, progettando il nuovo santuario di San Pio in
San Giovanni Rotondo, ha chiesto e
ottenuto l’installazione nell’atrio di
ingresso di sei fontanine storiche.
Per rendere omaggio e salvaguardare questo patrimonio, Aqp ha lanciato un concorso aperto agli alunni
delle scuole primarie e secondarie
superiori. Gli alunni delle IV e V classi delle scuole elementari potranno
inviare ad Aqp l’elenco delle fontane pubbliche del proprio territorio
comunale o del proprio municipio/
circoscrizione, corredati da indiriz-
zi e/o coordinate geografiche, foto
e qualunque altro materiale di tipo
storico. Gli istituti partecipanti riceveranno in premio una biblioteca sul tema dell’acqua, mentre agli
alunni verrà riconosciuto il titolo
di “giovane esploratore dell’acqua
pubblica”. La mappa digitale e la app
per la geolocalizzazione sarà invece
realizzata da un gruppo di lavoro
selezionato attraverso un concorso
aperto agli studenti delle III, IV e V
classe delle scuole superiori: il gruppo di lavoro riceverà un premio in
denaro da 1.500 euro. L’iscrizione
al concorso è possibile compilando
il modulo pubblicato sul sito www.
aqp.it, nella sezione “scuole”, oppure
sul sito biblioteca.consiglio.puglia.it
nella sezione “fontaNinapp”.
Goccia, goccia si fa il mare
la tua acqua non buttare,
se cadrà nel lavandino
sarà perso il buon Goccino!!
Metti sotto una vaschetta
e raccogli anche Goccetta.
Poi, domani, sai che fai?
I tuoi fiori annaffierai,
se non c’è terra da bagnare
le tue mani puoi lavare.
Così l’acqua non è sprecata
la bolletta è controllata,
la natura preservata.
Leggi su www.aqp.it le filastrocche di
Goccetta e Goccino
REDAZIONE:
Maristella Marroccoli
Caterina Quagliarella
Stella, grazie per il contributo dato al
giornale in questi anni, un grosso in bocca al lupo per il tuo futuro professionale.