! ! UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA ! ! ! ! Dipartimento di tecnica e gestione dei sistemi industriali Dipartimento di Ingegneria Industriale ! TESI DI LAUREA IN INGEGNERIA MECCANICA CLASSE L-9 INGEGNERIA INDUSTRIALE (DM 509/99) ! ! Ceramici a struttura apatitica per impiego in celle a combustibile! ! ! ! Relatore: Prof. Enrico Bernardo! Laureando: Marco Gnesato! ! ! ! ! ANNO ACCADEMICO: 2013-2014 !1 ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! !2 Indice! ! Capitolo 1 CELLE A COMBUSTIBILE 1.1 - Definizione …………………………………..……………………………………………………………..…………….5 1.2 - Storia ……………………………………………………………………………………….……………..………………..6 ! Capitolo 2 SOFC 2.1 - Principio di funzionamento di una SOFC …………….……………………………………..……………….7 2.2 - Introduzione ai materiali utilizzati in una SOFC .……………………….………………………………….8 2.3 - Materiali utilizzati come elettroliti ……………………….….……………………..…………….………………9 2.3.1 - Zirconia stabilizzata (YSZ) …………………………….….……………………..………….……….10 2.3.2 - Ossido di bismuto …..………………………..……………..…………….….……………………….11 2.3.3 - Ossido di ceria stabilizzato (CGO-CSO) ..…..……..……….…….….….………….………..12 2.3.3 - Ossidi del gruppo delle perovskiti …………….……………………..….….………….………..13 2.4 - Materiali utilizzati come elettrodi …….………………….….………………………………………………….14 2.4.1 - Catodo …………….…………………………………………………………..….….………….………..15 ! 2.4.2 - Anodo ….………….…………………………………………………………..….….………….………..16 Capitolo 3 SILICATI A STRUTTURA APATICA COME CONDUTTORI IONICI 3.1 - Struttura cristallina dei silicati apatitici ………………………………………………………………….……17 3.2 - Silicati di terre rare ..………..……………………………………………………….………………….……………18 3.3 - Modalità di conduzione di ioni ossigeno ……………………..………..………….………………………..19 ! Capitolo 4 CARATTERISTICHE MICROSTRUTTURALI DEI SILICATI DI LANTANIO 4.1 - Influenza delle condizioni di sintesi sulla conduzione ionica …………..…………………………….21 4.2 - Dipendenza dalla microstruttura ……..…………..…………….…………….………………….…………….22 4.3 - Conduzione ionica generale ……………………..………………..………..………….………………………..23 4.4 - Effetto dei droganti ………………………………..…………………..………..…………………………………..25 4.4.1 - Drogaggio con magnesio …………………….………………………………………………………27 ! 4.4.2 - Analisi microstrutturale di La9Sr1Si6O26.5 …………………………………………………….29 !3 Conclusioni ………………………………………………………………………………………………………33 ! Bibliografia ……………………………………………………………………………………………………….34 ! Sitografia …………………………………………………………………………………………………………..35 ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! !4 Capitolo 1! ! 1.1 - Definizione ! Le celle a combustibile, note anche come batterie a gas, sono dispositivi elettrochimici che convertono direttamente l'energia chimica presente in un combustibile gassoso in energia elettrica con elevata efficienza. Sono simili alle batterie comuni infatti una cella a combustibile è formata essenzialmente da due elettrodi, catodo ed anodo, e da un elettrolita che permette la migrazione degli ioni. Diversamente dalle batterie comuni, nelle celle a combustibile i reagenti vengono continuamente rinnovati e quindi la corrente elettrica può essere erogata indefinitamente se si mantiene l'alimentazione di combustibile e di ossidante. Come combustibile possono essere usati, oltre all'idrogeno, anche idrocarburi o alcoli previo processo di reforming. Un aspetto di importanza fondamentale per le applicazioni delle celle a combustibile è rappresentato dal fatto che i prodotti (acqua e gas esausti), che vanno continuamente rimossi dalla cella, non contengono sostanze inquinanti. Altri punti di forza delle celle sono la loro silenziosità e l'alta efficienza di conversione dell'energia chimica in energia elettrica, inoltre è possibile aumentare notevolmente il rendimento sfruttando l’alta temperatura di funzionamento (500-1000 °C) per generare vapore e poi sfruttarlo in turbine a gas. Anche nell'impiego di combustibili fossili esse permettono non solo di evitare emissioni inquinanti (ad es. NOx), ma anche di ridurre le emissioni di gas serra. I vantaggi di queste tecnologie sono dunque:! - Flessibilità nel carburante: idrogeno, ma anche gas naturale, gas di carbone, metanolo;! - ! Alta efficienza paragonata ai sistemi basati sulla combustione;! Tolleranza alle impurezze contenute nei carburanti;! Non utilizzo di metalli preziosi;! Non utilizzo di liquidi corrosivi;! Impatto ambientale notevolmente basso.! !5 1.2 - Storia ! Il principio di funzionamento di questo dispositivo fu scoperto nel 1839 dal fisico inglese William Grove che realizzò e mise in opera la prima cella a combustibile. Costruì in seguito una batteria con cinquanta singole celle, costituite da elettrodi di platino di forma piana in un bagno elettrolita di acido solforico. Cento anni dopo l’ingegnere britannico Francis Thomas Bacon riprese gli studi di Grove apportando modifiche sulla forma degli elettrodi e sul materiale di cui erano composti, ora in nichel, e sul utilizzo di un elettrolita alcalino meno corrosivo, sviluppando nel 1959 la prima pila a combustibile alcalina di utilizzo pratico. Dopo ulteriori sviluppi vennero utilizzate celle a combustibile nei moduli di servizio dei programmi spaziali Gemini e Apollo degli anni sessanta. Essi infatti rifornivano gli shuttle di energia elettrica e acqua durante le importanti missioni. Oltre alle applicazioni nel settore spaziale, le celle a combustibile vengono oggi utilizzate in impianti stazionari per la produzione di energia elettrica per edifici pubblici o abitazioni. ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! !6 Capitolo 2! ! 2.1 - Principio di funzionamento di una SOFC ! Le SOFC sono celle a combustibile ad ossidi solidi molto complesse, contengono tre componenti di base, un anodo poroso, una membrana elettrolitica densa ed un catodo poroso. Una rappresentazione schematica di una cella a combustibile ad ossidi solidi è mostrata in Figura 1. ! ! ! !! !! !! !! !! !! !! !! !! !! !! Fig. 1: Schematizzazione di una cella a combustibile ad ossidi solidi In questo particolare design, la membrana elettrolitica densa supporta gli elettrodi porosi. Il catodo è tipicamente un ossido che catalizza la reazione di riduzione dell’ossigeno:! 1 O2 (g) + 2e− → O 2− (s) 2 ! ! ! !7 L'anodo catalizza l'ossidazione dell’idrogeno seguendo la reazione:! H 2 (g) + O 2− → H 2O + 2e− ! ! La membrana elettrolitica separa le camere d'aria e di carburante ed è una parte molto importante poiché permette la conduzione di ioni ossigeno. L’ossigeno viene fornito su un lato della cella e l’idrogeno sull'altro lato. Una singola cella produce circa 1,0 V a circuito aperto e circa 0,6 - 0,7 V sotto carico. Più celle vengono collegate insieme con piatti bipolari per formare una pila di celle a combustibile che forniscono la tensione di uscita voluta. ! ! ! Fig. 2: Struttura al microscopio di catodo-elettrolita-anodo. 2.2 - Introduzione ai materiali utilizzati nelle SOFC ! Le celle a combustibile ad ossidi solidi utilizzano un elettrolita denso, e catodo e anodo porosi. Il catodo è tipicamente un materiale elettroceramico semiconduttore come lo è la perovskite, mentre l'anodo è un composito cermet, in cui il metallo (Ni) fornisce la conducibilità elettronica e il ceramico, oltre a !8 ridurre il mismatch del coefficiente di espansione termica, è conduttore ionico. Il materiale convenzionalmente utilizzato come elettrolita è l’ossido di ittrio stabilizzato mediante la zirconia (YSZ). Esso soddisfa i requisiti elettrici ad alte temperature, come alta conducibilità ionica e bassa conducibilità elettronica, ed ha buone proprietà meccaniche anche a temperature prossime i 1000°C. Sussistono dei problemi derivanti dalla sua reattività con elettrodi di ossido di perovskite contenente lantanio alle alte temperature formando strati resistivi di La2Zr2O7. Esiste, inoltre, un notevole interesse a sviluppare elettroliti alternativo che riescono a lavorare a temperature inferiori, idealmente nell’intervallo 600-700 °C. Temperature inferiori permetterebbero di utilizzare, invece di materiali ceramici con struttura perovskitica, il più economico acciaio inox ferritico per mettere in serie i vari elementi della pila. Inoltre sarebbe possibile ridurre i problemi connessi alla sigillatura del dispositivo, di avere tempi di avvio più rapidi e di ridurre gli shock termici con conseguente incremento dell’affidabilità e della durata del dispositivo. L’attenzione dei ricercatori è rivolta a materiali come gli ossidi tipo-fluorite (come ossidi di cerio drogati con Gadolinio chiamato CGO oppure ossidi di bismuto drogati con terre rare) e ossidi tipo-perovskite (come gallato di lantanio drogato con Sr o Mg oppure BaCeO3 drogato con ittrio). Recentemente, tuttavia, una serie di materiali silicatici di terre rare a struttura apatitica sono stati proposti come materiali elettroliti solidi alternativi poiché sono caratterizzati da una elevata conduttività ionica anche a temperature inferiori ai 700°C.! ! ! 2.3 Materiali utilizzati come elettroliti ! Le caratteristiche necessarie ad un elettrolita solido sono alta conducibilità ionica, stabilità chimica a contatto con gli elettrodi ad alte temperature, bassa conducibilità elettrica, essere impermeabili ai gas reagenti (porosità inferiore al 5%) e la possibilità di creare film sottili abbastanza resistenti.! ! ! !9 2.3.1 YSZ - (Y2O3)x(ZrO2)1-x ! L’elettrolita più usato per alte temperature è la zirconia stabilizzata mediante l’ossido di ittrio, essa infatti soddisfa la maggior parte delle caratteristiche tipo di un elettrolita solido. L’aggiunta dell’ossido di ittrio (Y3+) all’ossido di zirconio (Zr4+) introduce vacanze di ossigeno dovute a effetti di compensazione di carica. In seguito al drogaggio, alcuni ioni Ittrio sostituiscono lo ione zirconio nella struttura tipo fluorite della zirconia, generando un certo numero di siti vacanti dell’ossigeno attraverso i quali avviene la migrazione di ioni ossigeno. La quantità di drogante utilizzato è di circa 8-10 mol%, necessario per massimizzare la conducibilità di ioni ossigeno alle alte temperature (Figura 3).! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! Fig. 3: Conduttività ionica di ZrO2 - Y2O3 a 300°C. La conduttività ionica di YSZ a 1000°C è circa di 0,1 S/cm, ma lavorando a queste temperature sussistono problemi di reattività chimica con gli altri materiali della cella, inoltre un abbassamento di esse fa decadere drasticamente i valori di conduttività ionica. Un altro fattore a sfavore di questo materiale sono le alte temperature necessarie per la sinterizzazione.! !10 2.3.2 Ossido di bismuto ! Tra i più noti conduttori ionici è presente l’ossido di bismuto. Esso è caratterizzato da una conduttività ionica a 800°C maggiore di 1 S/cm, ma è stabile solo in un range di ! temperature attorno ai 730°C ed il suo punto di fusione è a 804°C. La fase che presenta a regime è di tipo fluorite con una distribuzione casuale di ioni ossigeno. A temperature superiori i 730 °C la sua conduttività ionica aumenta fino a 3 ordini di grandezza, questo avviene perché la distribuzione degli ioni ossigeno da ordinata si trasforma in casuale creando notevoli vacanze di ioni ossigeno. E’ possibile stabilizzare la fase delta e quindi poter lavorare con temperature inferiori mediante la sostituzione parziale di ioni di Bismuto. Ad esempio con ittria la fase delta è stabile nell’intervallo di composizione 25-43 mol% e sono possibili temperature di esercizio minime di 500 °C. La conduttività ionica di (Bi2O3)0,75(Y2O3)0,25 a 700 °C e a 500 °C sono rispettivamente di 0,16 S/cm e di 0,012 S/cm. Utilizzando invece l’ossido di erbio otteniamo conduttività ioniche ancora maggiori (Figura 4).! ! Fig.4: Confronto tra conduttività ioniche di vari elementi, tra i quali l’ossido di bismuto e varianti drogate. ! Il più grande problema degli ossidi di bismuto stabilizzati sta nella sua instabilità a contatto con gli elettrodi e nell’invecchiamento provocato dalle alte !11 temperature. L’utilizzo di strutture a doppio strato con un elettrolita più stabile (come CGO) sul lato anodo vengono utilizzate per risolvere queste problematiche.! ! ! 2.3.2 Ossido di ceria stabilizzato ! Gli elettroliti di ceria stabilizzati con Gd (CGO) o Sm (CSO) sono i candidati più interessanti per SOFC che lavorano ad una temperatura intermedia (550-650 °C), sia a causa dell’elevata conducibilità ionica sia per la compatibilità con gli elettrodi ad alte prestazioni come gli ossidi di perovskite contenenti cobalto usati come catodi. Un importante svantaggio della ceria drogata è nel suo trasformarsi, in condizioni riducenti, in un conduttore di elettroni. Questa caratteristica fa diminuire il voltaggio all’uscita della cella (figura 5).! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! !! !! !! Fig.5: Dipendenza del voltaggio in uscita della cella a combustibile da temperatura e densità di corrente di un elettrolita CGO di 0,8 mm supportato da un anodo di Ni-CGO e un catodo di PBCO-CBO. ! !12 Anche se CGO e CSO sono generalmente riconosciuti come i migliori conduttori e quindi spesso utilizzati, è stata riscontrata un’eccellente conduttività nella ceria drogata con ossido di ittrio (CYO). A 750°C la conduttività ionica trovata è di 6,5 x 10-2 S/cm per CYO, 6,7 x 10-2 S/cm per CGO e 6,1 x 10-2 per CSO. CYO è preferibile se accoppiata con uno strato di YSZ poiché non presenta reattività chimica con quest’ultimo. Un problema degli elettroliti basati sulla ceria è il loro piccolo range di pressione parziale dell’ossigeno con cui possono lavorare. Possono essere aggiunti altri leganti per allargare il range di pressione parziale dell’ossigeno e per migliorare le caratteristiche del materiale post sinterizzazione. Ad esempio viene aggiunta una piccola quantità (1%) di ossido di Co per diminuire la temperatura di sinterizzazione ed aumentare la densificazione, questo drogante però ha l’effetto negativo di bloccare i bordi grano e, quindi, di diminuire la conduttività ionica. In conclusione questo tipo di materiali sono molto promettenti vista la loro alta conduttività ionica a temperature intermedie, ma sono necessari ulteriori studi sulle condizioni di sintesi ottimali.! ! ! 2.3.3 Ossidi del gruppo delle perovskiti ! Gli ossidi di tipo peroskite sono la quarta categoria principale di materiali elettroliti. La conducibilità ionica dipende principalmente dal grado di non stechiometria del materiale e dal tipo di sostituzioni cationiche presenti. Sono state osservate temperature di transizione della struttura da ordinata a disordinata che favoriscono la conduzione di ioni ossigeno. Ad esempio per Ba2ln2O5 la transizione ordine-disordine si verifica a 925°C. Si sono cercate diverse sostituzioni per abbassare la temperatura di transizione. Nella composizione (Ba0.3Sr0.2La0.5)LO2.75 la conducibilità di ioni ossigeno a 800 °C raggiunge i 0,12 S/cm (figura 4), superiore a quella della YSZ. Le prestazioni di questo elettrolita sono state valutate in una SOFC con elettrodi in Pt e Ni dando una densità di potenza di picco di circa 0.5 W/cm2 a 800 °C. Ulteriori studi hanno messo in risalto le proprietà di La0,8Sr0,2Ga0,83Mg0,17O2,8 (LSGM), esso !13 possiede valori più elevati di conducibilità ionica nelle temperature tra i 700 °C e 800 °C rispetto ai precedenti ossidi di perovskite. Sorgono problemi se il materiale rimane in condizioni riducenti ad alte temperature per tempi prolungati a causa della sua instabilità chimica. Vengono a crearsi infatti cambiamenti significativi nella morfologia della superficie elettrolita, come la formazione di nuove fasi e la diminuzione conseguente della conduttività ionica.! ! ! 2.4 Materiali utilizzati come elettrodi ! Gli elettrodi sono componenti critici in SOFC in quanto forniscono l'interfaccia tra l'energia chimica associata all'ossidazione del combustibile e la potenza elettrica. Tipicamente, si tratta di strutture complesse che consistono in un composito trifase di un metallo o di un ossido conduttivo misto con un elettrolita e spazio dei pori (figura 6). ! ! Fig. 6: Rappresentazione della struttura trifase (TPB) di Ni-YSZ anodo utilizzato con YSZ elettrolita. Entrambi gli elettrodi devono avere un’elevata attività catalitica e conducibilità elettronica per minimizzare la resistenza elettrica del circuito. L’anodo funge da elettrocatalizzatore delle componenti del carburante e il catodo catalizza la reazione di riduzione dell’ossigeno. Gli elettrodi devono essere stabili. Poiché una SOFC lavora in maniera ciclica tra la temperatura ambiente e la !14 temperatura di esercizio, la dilatazione termica dell'elettrodo deve corrispondere a quella dell’elettrolita e degli altri elementi della cella. Inoltre devono essere chimicamente stabili alle alte temperature. Un altro fattore importante è la stabilità chimica a contatto con l’elettrolita alle temperature di esercizio.! ! ! 2.4.1 Catodo ! La scelta del catodo dipende fondamentalmente dal materiale utilizzato come elettrolita e dalle temperature raggiunte dalla cella. Un materiale che ha dimostrato stabilità in condizioni ossidanti ed una buona conduttività elettronica alle alte temperature è l’ossido di manganese drogato con lantanio e stronzio (La0.9Sr0.1MnO3) (LSM). Esso viene utilizzato comunemente con YSZ visto il loro coefficiente di dilatazione simile. A temperature di esercizio più basse, invece, LSM presenta valori di conduttività elettronica bassi a causa della sua polarizzazione e quindi dell’aumento di resistenza. Per SOFC che lavorano a temperature intermedie (500-700 °C) sono necessari composizioni di materiali innovative che presentino sia caratteristiche elettrochimiche alte sia coefficienti di espansione termica simili all’elettrolita. Ad esempio, l’utilizzo di alcuni dei migliori materiali catodici contenenti cobalto viene limitato a causa dei loro coefficienti di espansione termica troppo elevati. Un metodo comunemente usato per migliorare le performance dei catodi è quello di aggiungere una seconda fase di un conduttore ionico all'elettrodo. Ad esempio, YSZ è comunemente aggiunto ad elettrodi LSM con risultati di resistenza elettrica significativamente inferiori. Oppure composizioni 50 mol% di LSM-YSZ e LSMCGO, con il 30% di porosità, possiedono valori di conduttività e di dilatazione termica ottimali anche per temperature prossime i 700 °C.! ! ! ! ! !15 2.4.1 Anodo ! L’anodo più utilizzato per molti anni per l’elettrolita YSZ è il cermet NI-YSZ. L'uso di un cermet aiuta a stabilizzare la microstruttura e rendere simili i coefficienti di dilatazione termica, inoltre la sintesi è realizzabile mediante una sinterizzazione ed un successivo trattamento di riduzione. Il nichel è un ottimo catalizzatore per l'ossidazione dell’idrogeno. Purtroppo, è sensibile alla presenza di zolfo nel combustibile e catalizza la formazione di fibre di carbonio. Sono state utilizzate diverse soluzioni per limitare la formazione di carbonio sui materiali anodici. E’ possibile diminuire la temperatura di esercizio oppure inserire uno strato intermedio di ossido di Ceria drogato con ittrio (CYO) tra l'elettrolita YSZ e l’anodo Ni-YSZ per evitare la deposizione di carbonio. Un approccio alternativo è stato quello di utilizzare una lega di Ni e Cu. Il rame infatti sopprime fortemente la formazione di carbonio e non gioca un ruolo nella elettrocatalisi dell’idrogeno ma è un ottimo conduttore di corrente. Per raggiungere densità di potenza ragionevoli, è necessario aggiungere ossido di cerio come catalizzatore di ossidazione. Il rame ha un punto di fusione inferiore a quello del nichel, e, di conseguenza, anodi contenenti rame devono essere utilizzati a temperature più basse per evitare instabilità fisiche. La difficoltà ad oggi è nel trovare un materiale che abbia un attività catalitica per l'ossidazione dell'idrogeno paragonabile a Ni, pur avendo buona conducibilità mista. I Titanati drogati con lantanidi o ittrio e con Mn e Ga hanno dimostrato di avere una buona stabilità dimensionale e chimica in ambienti riducenti, buona conducibilità mista e tolleranza a carbonio e zolfo. Ad esempio l’utilizzo di La4Sr8Ti11Mn0.5Ga0.5O37.5 come anodo ha mostrato impressionanti prestazioni nella celle a combustibile ad idrogeno bagnato. Recentemente sono stati usati anche materiali perovskitici come anodi. La perovskite Sr2xLaxMgMoO6-x, con 0,6 ≤ x ≤ 0,8, può essere utilizzata come anodo con gas naturale come combustibile e temperature di esercizio tra i 650 °C e 1000 °C con stabilità a lungo termine e tolleranza a zolfo e carbonio con prestazioni notevoli.! !16 Capitolo 3 ! ! 3.1 Struttura cristallina dei silicati apatitici ! I composti a struttura apatitica in questione hanno la formula generale M10(XO4)6O2+-y, dove M è una terra rara o un metallo alcalino terroso e X è P, Si, o Ge. Essi sono caratterizzati da una struttura esagonale composta da tetraedri isolati XO4 e colonne parallele all’asse c di ioni ossigeno e cationi M (figura 7). ! !! !! !! !! !! !! !! !! ! Fig. 7: Rappresentazione della struttura apatitica; i tetraedri XO4 sono gialli, il lantanio e gli ioni ossigeno sono rispettivamente grigi e rossi. Fig. 8: rappresentazione alternativa della struttura apatitica: notare la struttura “microporosa” del M4(XO4)6. !17 !! Una descrizione alternativa, proposta da Baikie descrive la struttura come un ''microporoso'' quadro (M4(XO4)6) composto da colonne prismatiche trigonali di MO6 con facce condivise, che sono collegate ai tetraedri di XO4 (figura 7). Questo quadro permette una certa flessibilità per ospitare le unità M6O2+-y rimanenti. Guardando la struttura lungo l’asse c si osservano un canale più piccolo contenente ioni M e posti vacanti e un canale più grande contenente sia ioni M sia ioni di ossigeno che non fanno parte dei tetraedri di XO4. ! ! ! 3.2 Silicati di terre rare ! I ceramici apatitici di maggiore interesse tecnologico per le tecnologie SOFC sono i silicati di lantanio e i germanati di lantanio. Essi presentano infatti una conduttività ionica lungo l’asse c paragonabile ad altri elettroliti attualmente studiati (Fig. 9), lavorano in un range di pressione parziale dell’ossigeno maggiore e non creano problemi di instabilità a contatto con gli altri materiali usati negli elettrodi.! Fig. 9 :Confronto tra conducibilità per diversi conduttori di ioni ossigeno (LSGM = La0.9Sr0.1Ga0.8Mg0.2O2.85, YSZ = Y0.15Zr0.85O1.925, CGO = Ce0.9Gd0.1O22x) col valore della conducibilità di un singolo grano lungo l’asse c dell’apatite Pr9.33 (SiO4) 6O2; da sottolineare l’eccezionale conduttività dell’apatite in questione per temperature prossime i 700°C. ! !18 3.3 Modalità di conduzione di ioni ossigeno ! La particolarità di questo tipo di materiali sta nella meccanica di conduzione di ioni ossigeno. In contrasto con i tradizionali conduttori di ioni ossigeno di tipo perovskite e fluorite, nei quali la conduzione avviene tramite vacanze di ioni ossigeno, la conducibilità delle apatiti coinvolge ioni ossigeno interstiziali. Svolge un ruolo fondamentale nel facilitare la migrazione di ioni ossigeno anche la flessibilità della struttura tetraedrica del silicio. Si è sperimentato inoltre che questi materiali sono tolleranti ad una insolita vasta gamma di droganti, in particolare sui siti di terre rare come Mg, Ca, Sr, Ba, Co, Ni, Cu, Mn, Bi e sui siti del silicio con B, Al, Ga, Zn, Mg, Ti, Ge, Fe, Co, Ni, Cu, Mn, P, da notare come alcuni elementi possano occupare sia i siti del lantanio sia quelli del silicio. La natura del drogante incide in maniera netta sulle proprietà conduttive del materiale stesso. Un altro fattore importante è la composizione non stechiometrica del materiale. Composti completamente stechiometrici come La8Sr2(SiO4)6O2 presentano una conduttività inferiore rispetto a composti con presenza di vacanze cationiche come La9.33(SiO4)6O2 o con eccesso di ioni ossigeno come La9.67(SiO4)6O2.5 e La9Sr(SiO4)6O2.5, dati rappresentativi sono riportati nella tabella 1.! ! Composizione Conduttività ionica [S/cm at 500°C] La8 5,6 x 10 1,14 La9.33 1,1 x 10 0,74 La9.67 1,3 x 10 0,62 La9 1,2 x 10 0,56 ! E [eV] Tab. 1: Confronto tra conduttività ioniche ed energie di attivazione di varie composizioni di silicati di lantanio. Simulazioni atomistiche del meccanismo di trasporto di ioni ossigeno lungo l'asse c in La9.33(SiO4)6O2 e La9.67(SiO4)6O2.5 mostrano come la conduzione di !19 ioni di ossigeno avviene tramite un meccanismo interstiziale con un complesso percorso sinusoidale di migrazione alla periferia dei canali di conduzione grazie alla presenza di un sito interstiziale per l’ossigeno energeticamente favorevole nel canale periferico.! ! ! Fig. 10: Simulazione della migrazione di ioni ossigeno mediante una sostituzione bimolecolare nucleofila, con una rotazione dei silicati tetraedrici del La9.33(SiO4)6O2. L’incorporazione di uno ione ossigeno (giallo) (a) dalla periferia prende il posto di un atomo di ossigeno derivato da un silicato che a sua volta forma un’unità Si2O9 (b), l'unità di silicato superiore ruota per formare una unità Si2O9 con un silicato vicino (c), e un ossigeno sull'unità superiore silicato (verde) viene rilasciato come interstiziale in un altro canale (d). !20 ! Capitolo 4! 4.1 Influenza delle condizioni di sintesi sulla conduzione ionica in silicati a struttura apatitica ! Una delle maggiori limitazioni per l’applicazione pratica di ceramici apatitici come elettroliti solidi in cella a combustibile risiede nella difficoltà di ottenere strutture con un grado di porosità molto basso. Ad esempio, il composto La9.33(SiO4)6O2 sintetizzato per reazione allo stato solido richiede temperature di sinterizzazione tra i 1600 e 1700 °C. Sono stati proposti, quindi, processi di sinterizzazione alternativi come l’hot pressing o lo spark-plasma. Un altro approccio è quello di utilizzare precursori, come ad esempio la sinterizzazione reattiva, sol-gel o freeze-drying, tuttavia, le temperature necessarie per ottenere ceramici densi sono ancora molto alte e si aggirano tra i 1400 e 1650 °C. La conduttività dei silicati apatitici è fortemente dipendente dal metodo di sintesi e dal grado di porosità finale presente nell’elettrolita, più che in altri elettroliti solidi. Temperature basse di sinterizzazione infatti danno come risultato ceramici con gradi di porosità sopra al 5%, non accettabili per l’uso come elettrolita solido. Inoltre per tempi di trattamento troppo elevati si vengono a creare precipitati misti silicati che fanno diminuire notevolmente la conducibilità ionica del materiale. Studi recenti sono focalizzati sull’ottimizzazione del processo di sintesi che permette di ottenere ceramici silicati apatitici con caratteristiche di conduzione elevate a costi inferiori. Per capire come le modalità di sintesi vadano a modificare le proprietà dei materiali vengono valutate le caratteristiche morfologiche di otto provini di LSO (la9.5Si6O26.25), sinterizzati mediante la tecnica sol-gel con temperature e tempi di processo diversi. Il provino 8 è stato sinterizzato per un ora alla temperatura di 1650 °C e successivamente ricotto per 96 h alla temperatura di 1500 °C.! ! ! ! ! ! !21 ! Provino (e) Temperatura di sinterizzazione [°C] (a) (c) (d) 1600 1450 1500 1550 1600 6 10 10 10 10 Tempo di processo [h] Densità relativa ottenuta 92.5 [%] ! (b) 89.2 95.0 95.2 95.7 1650 1650 1500 10 95.3 97 95.5 Tab. 2: Condizioni di sintesi per vari provini presi in esame, valori di densità relative ottenute. I campioni sintetizzati a temperature superiori i 1500 °C per 10 ore sono caratterizzati da densità relative superiori al 95%, soddisfano quindi i requisiti necessari ad un elettrolita solido nell'applicazione delle SOFC. Al contrario, temperature di sintesi inferiori non portano a densità relative opportune. ! ! ! 4.2 Dipendenza dalla microstruttura ! Dalla figura 11 è visibile la dipendenza della microstruttura finale rispetto a temperature e tempi di sinterizzazione. Le micrografie superficiali indicano chiaramente che tutti i campioni sono densi, possiamo notare la presenza di pori nei campioni a, b ed f, in accordo coi valori delle densità relative della tabella 2. All’aumentare della temperatura di sinterizzazione da 1500 a 1600 °C, a parità di tempi di sintesi, sale il valore della granulometria media dei campioni di LSO da 2 mm a 7 mm e diminuisce quindi il numero e la grandezza dei pori. Il trattamento di ricottura aggiuntivo del provino (e) ha poca un'influenza sulla crescita del grano, è possibile invece notare la genesi di impurità lungo i bordi grano, che probabilmente incidono in maniera negativa sulle proprietà conduttive del materiale.! ! ! ! ! ! !22 Fig. 11: Immagine SEM della variazione della microstruttura dei provini di LSO in base alla temperatura di sinterizzazione; a) 1500 °C, (b) 1550 °C, (c) 1600 °C, (d) 1650 °C per 10 h, (e) 1650 °C per un ora seguita da ricottura per 96 h, (f) 1600 C per 6 h. ! ! 4.3 Conduttività ionica generale ! Viene illustrato in figura 12 l’andamento della conduttività ionica in base alla temperatura di esercizio per i provini in questione confrontato coi valori di un elettrolita in 8YSZ (sinterizzato allo stato solido). E’ lampante la superiorità dei campioni di LSO sinterizzati per 10 h rispetto a 8YSZ come elettrolita nell’impiego in celle a combustibile a temperature intermedie e basse. Al contrario è trascurabile la differenza di conduttività tra i campioni sintetizzati per 10 h. Il campione (c) possiede caratteristiche migliori rispetto al campione (f), questo indica che in 6 h di sinterizzazione il materiale non riesce ad omogeneizzarsi anche se possiede valori di porosità simili agli altri provini, e ciò va ad interferire sulle proprietà di conduttività del provino. Dal grafico possiamo inoltre dedurre che maggiori temperature di sinterizzazione e quindi granulometria media più elevata favoriscono la conduttività ionica, che nel provino (d) raggiunge valori molto elevati pari a 2,7 x 10-2 S/cm a 800 °C. I provini (e) e (d) possiedono valori di densità relativa molto simili ed anche la !23 morfologia della grana è la stessa, per quanto detto finora dovrebbero avere caratteristiche di conduzione paragonabili ma non è così. Il trattamento aggiuntivo di ricottura ha creato impurità lungo i bordi grano, probabilmente silicati di lantanio, che creano disomogeneità nella microstruttura, ostacolando quindi la migrazione degli ioni ossigeno. ! Fig. 12: Confronto tra i valori di conduttività ionica di provini di LSO sintetizzati a temperature diverse e i valori di 8YSZ. IL grafico è stato costruito utilizzando le equazioni di Arrhenius. ! I valori dell’energia di attivazione per la migrazione degli ioni ossigeno sono riportati nella tabella 3.! ! Temperatura [°C] Ore di trattamento [h] Ea [eV] 1500 1550 1600 1600 1650 1650-1500 10 10 10 6 10 97 0,809 0,792 0,756 0,767 0,770 0,794 Tab. 3: Confronto tra le energie di attivazione per la migrazione di ioni ossigeno dei vari provini. ! Osservando i valori dell’energia di attivazione dei vari provini e in base alle affermazioni fatte finora è possibile affermare che per la sinterizzazione di La9.33(SiO4)6O2 utilizzando la tecnica sol-gel è ottimale la temperatura di 1600°C !24 per 10 h. Anche se temperature di sintesi comprese tra 1500 e 1600 °C danno comunque valori di conduzione ionica e di energia di attivazione maggiori rispetto a 8YSZ a temperature di esercizio intermedie ( < 900 °C).! ! ! 4.4 Effetto dei droganti ! La struttura apatitica dei silicati di Lantanio permette il drogaggio con una vasta gamma di elementi. Negli ultimi anni sono stati sperimentati numerosi droganti nelle diverse composizioni con lo scopo di poter ottenere caratteristiche di conduzione elevate a temperature medio-basse, condizioni di sintesi meno costose e stabilità a larghi range di pressioni parziali dell’ossigeno. Le composizioni di silicati di lantanio di maggiore interesse tecnologico sono illustrate nella tabella 4.! ! Tab. 4: Caratteristiche principali di diverse composizioni di silicati di lantanio drogati. In linea con gli studi di modellazione, si è visto che droganti più grandi tendono ad essere incorporati nei siti La, mentre droganti più piccoli prediligono il sito Si. !25 Esistono elementi di dimensioni medie che in base alla composizione possono sostituire sia il La sia il Si. Questi risultati sottolineano la flessibilità della struttura apatitica. Numerosi studi hanno dimostrato che la conducibilità ionica aumenta fortemente in presenza di ioni di ossigeno in eccesso mediante l’inserimento degli stessi nella struttura come in L5 (Vedi tabella) oppure mediante sostituzione cationiche ad esempio sul sito La in L9-L11 arrivando a valori a 700 °C di 1 x 10-2 S/cm. Composizioni senza ioni di ossigeno in eccesso con sostituzioni sul sito La di Ba, Sr e Ca aumentano la conducibilità ionica del materiale (Vedi L6-L8) a causa della creazione di vacanze cationiche che aumentano la percentuale di ioni ossigeno interstiziali, attraverso formazione di difetti di tipo Frenkel. Si è dimostrato tuttavia che i proventi dell’aumento della migrazione di ioni ossigeno è da attribuire maggiormente all’introduzione di ioni ossigeno in eccesso come in L12-L15. Anche il drogaggio sul sito Si ha mostrato risultati interessanti, con un effetto significativamente differente sulla conducibilità rispetto al sito La. Per questi campioni, i risultati mostrano che aggiungendo solo una piccola percentuale di droganti la conducibilità tende a migliorare (vedi L20-L23, S1, S2), mentre una strategia di doping simile sul sito La tende a tradursi in una diminuzione della conduttività (vedi L24). Questo comportamento è dettato dalla grandezza del drogante, piccoli droganti sul sito La sono particolarmente dannosi poiché viene cambiato il coordinamento del sito, influenzando negativamente la migrazione degli ioni ossigeno. Ad esempio il drogaggio sul sito Si con piccole percentuali di Al ha dato valori di conducibilità elevati pari a 5,2 x 10-3 S/cm a 500 °C con bassissima energia di attivazione di 0,39 eV (L16). Un particolare interesse è dato dal magnesio, esso può occupare entrambi i siti La e Si in funzione della composizione. Con piccole quantità di Mg si può osservare un forte aumento nelle prestazioni dell’elettrolita, soprattutto a temperature intermedie di esercizio.! ! ! ! ! ! ! !26 4.4.1 Drogaggio con magnesio ! Vengono studiate come esempio le caratteristiche di dischi sinterizzati allo stato solido a 1750 °C per 8h di La10Si5.8Mg0.2O26.8 (S1) e La9.8Si5.7Mg0.3O26.4(S2) per osservare l’importanza del drogaggio con magnesio. Le due strutture presentano densità apparente rispettivamente del 90 e 92%, porosità che può creare problemi per impiego in celle a combustibile ma comunque accettabile se i pori non sono troppo dilatati. I due provini presentano conducibilità di ioni ossigeno molto elevata e energie di attivazione basse, questo rivela l’importanza della duplice presenza di ioni ossigeno in eccesso e del doping di Mg nei siti Si. In figura 13 sono rappresentati gli effetti del drogaggio di Mg nei silicati di lantanio e il tipo diverso di sostituzioni cationiche. Per avere pura sostituzione di silicio sono necessari livelli di drogaggio bassi e rapporti La/Si maggiori di 1,555.! Fig. 13: Effetti della composizione (La / Si) e livello di drogaggio (Mg / Si) sul tipo di sostituzioni cationiche. Cerchi aperti indicano Mg sul sito Si; Il triangolo indica Mg sul sito La e una quadrato indica Mg su entrambi i siti. ! Si noti che O = 26 [Mg (Si)] è la linea stechiometrica per gli ioni ossigeno con composizione di ossigeno fissa pari a 26 e O = 26 [Mg (La)] è la linea stechiometrica nel drogaggio nei siti La. Le due composizioni prese in esame !27 sono rappresentate in figura 13 da due cerchi pieni. Vengono inoltre confrontate in figura 14 le conduttività ioniche dei due provini con altri materiali utilizzati solitamente come elettroliti. ! ! Fig. 14: Grafico di Arrhenius delle conducibilità ioniche di diversi elettroliti. Da notare le alte proprietà conduttive per i silicati drogati con lantanio e magnesio per temperature attorno i 500 °C. Dal grafico possiamo vedere come le proprietà di conduttività ionica dei silicati drogati con magnesio siano maggiori, a temperature inferiori i 700 °C, rispetto a 8YSZ e LSGM, raggiungendo alti valori anche a temperature prossime i 500 °C. Il campione di La10Si5.8Mg0.2O26.8 possiede le caratteristiche migliori di conducibilità ma presenta tracce di impurità di La 2O3 che causano l’assorbimento di umidità e CO2 presente nell’aria portando a rottura il materiale nel giro di pochi giorni. Al contrario dischi sinterizzati di La9.8Si5.7Mg0.3O26.4 sono abbastanza stabili nel tempo e la loro conducibilità non varia a contatto con l’aria. Questo materiale elettrolita può essere utilizzato nelle celle a combustibile accostandolo con un anodo di cermet Ni-Sm0.2Ce0.8O1.9 (Ni-DSC) ed un catodo di La0.9Sr0.1CoO3 (LSCO) ottenendo valori di efficenza energetica molto elevati. Problemi derivanti il costo di preparazione di questi materiali ne limita purtroppo !28 il loro utilizzo, questo perché sono necessarie temperature di sinterizzazione molto alte per ottenere strutture adeguatamente dense.! ! ! 4.4.2 Analisi microstrutturale di La9Sr1Si6O26.5 ! Un altro tipo di drogaggio che ha mostrato buone proprietà conduttive a temperature intermedie di esercizio è utilizzando lo stronzio. Con il quale è possibile ottenere strutture molto dense a temperature di processo inferiori i 1550 °C, inoltre ne risulta un materiale molto stabile che può lavorare a pressioni parziali dell’ossigeno comprese tra 10-20 e 0.2 atm. Viene portata come esempio l’analisi microstrutturale di provini di La9Sr1Si6O26.5 per capire meglio le potenzialità di questa composizione. In figura 15 sono descritte le caratteristiche di densità e granulometria al variare del tempo di sintesi di 4 provini di La9Sr1Si6O26.5 sinterizzati allo stato solido a diverse temperature. ! ! ! ! Fig. 15: Dipendenza di densità e granulometria rispetto al tempo di permanenza in forno di 4 provini di La9Sr1Si6O26.5 sinterizzati a temperature diverse. Come possiamo vedere dal grafico esiste una correlazione tra crescita del grano e densità relativa del materiale. Nella parte 𝙸 (dove la densità relativa è !29 minore del 96%) i diametri medi dei grani non aumentano in maniera significativa all’aumentare del tempo di cottura. Questo comportamento ci fa dedurre che il meccanismo prevalente è una densificazione senza crescita del grano. Invece nella parte 𝙸𝙸 i valori granulometrici crescono all’aumentare del tempo, ma tale crescita è dipendente dalla temperatura di sinterizzazione. Il provino sinterizzato a 1550 °C dopo le 2h di sinterizzazione presenta una crescita molto veloce della grana cristallina, al contrario a temperature inferiori l’aumento della granulometria è molto lenta. Questo comportamento per i materiali apatitici può essere spiegato osservando le micrografie (figura 16) di due provini sinterizzati rispettivamente a 1400 e 1500 °C.! Fig. 16: Micrografie di due ceramici apatitici sinterizzati a temperature diverse; (A) 1400 °C; (B) 1500°C. ! Il provino A presenta lungo i bordi grano delle inclusioni bianche, probabilmente di La2SiO5 o La2Si2O7. La crescita lenta della grana è da attribuire a queste fasi secondarie isolate, che riducono la mobilità dei bordi grano e quindi ne inibiscono la crescita. Temperature maggiori, come nel provino B, riescono a sciogliere queste inclusioni rendendo più facile l’aumento del diametro medio della grana. Secondo quanto detto nel paragrafo 4.3, caratteristiche come granulometria alta e valori di densità relativa elevati sono positivi per la !30 conduttività ionica. Tutti i provini hanno raggiunto densità relative molto elevate come è possibile notare nella tabella 5.! ! ! Condizioni di sintesi Densità relativa [%] Granulometria media [μm] 1400 °C - 2 h 98.2 0.7 1400 °C - 6 h 99 0.8 1400 °C - 10 h 99.4 1.5 1500 °C - 8 h 99.4 3.9 Tab. 5: Confronto tra densità relative e valori di granulometria di provini sinterizzati a differenti temperature e tempi. ! Le condizioni di sintesi ottimali del materiale elettrolita, con un valore di densità parziale molto alto, potrebbe essere un trattamento a 1400 °C per 2 h. Il mantenimento maggiore in forno fa aumentare di poco i valori della granulometria a causa delle inclusioni che bloccano la grana cristallina, questi piccoli miglioramenti non giustificano l’ulteriore spesa di tempo e denaro. Anche perché osservando i valori di conducibilità delle varie prove in figura 17 possiamo osservare come esse dipendano maggiormente dalla temperatura di sintesi e non dal tempo di rimanenza in forno.! Fig. 17: Confronto tra le conduttività ioniche di provini di La9Sr1Si6O26.5 sinterizzati a 1400 °C per 2, 6 e 10 ore e 1500 °C per 8 h, rispetto a La9.33Si6O26 non drogato. ! !31 Un impatto incisivo sulla conduttività ionica è dato proprio dal drogaggio con lo stronzio, con valori che raggiungono i 2.50 × 10-3 S/cm a 700 °C per il provino sinterizzato per 2 h a 1400 °C e 1.16 × 10−2 S/cm per quello sinterizzato per 8 h a 1500 °C. L’incremento della conduttività ionica è dovuto all’aumento della concentrazione di ioni ossigeno interstiziali data dal drogaggio con Sr. Inoltre la differenza delle proprietà conduttive per i vari provini è derivata dalle inclusioni presenti nella sintesi a 1400 °C, che portano a disomogeneità nel materiali e quindi ad una più difficoltosa migrazione degli ioni. Per quanto riguarda l’apatite sinterizzata a 1500 °C per 8h, l’assenza di fasi secondarie spiega il salto nella conduttività ionica, poiché possiede una maggiore concentrazione di O2- oltre che strutture più omogenee.! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! !32 Conclusioni! ! Le celle a combustibile ad ossido solido (SOFC) sono dispositivi molto promettenti per la conversione diretta dell’energia elettrochimica presente in un combustibile in energia elettrica. Grazie alla loro alta efficienza, indipendente dalla scala dell’impianto, possono sostituire egregiamente tutti i sistemi basati sulla combustione diretta di fonti fossili sia per grandi impianti termoelettrici sia per piccoli sistemi di microgenerazione. Questa tesi ha dimostrato come i silicati di lantanio a struttura apatitica siano materiali adatti nell’impiego come elettroliti solidi. Essi hanno conduttività ionica superiore, a temperature di esercizio intermedie, rispetto agli altri materiali utilizzati convenzionalmente come elettroliti. Per massimizzare le proprietà conduttive dei silicati di lantanio vengono utilizzati droganti come Mg, Al, Sr, con i quali è possibile aumentare la concentrazione di ioni ossigeno nella struttura e diminuire le temperature di sinterizzazione. Lo scoglio da superare per questa tecnologia è il suo costo non competitivo. Negli ultimi anni sono stati fatti enormi passi in avanti, grazie ad esempio all’utilizzo di precursori e droganti, riuscendo ad ottenere strutture molto dense a temperature di sinterizzazione inferiori i 1450 °C adatte a lavorare a temperature inferiori i 700 °C. Ulteriori ricerche sono fondamentali per riuscire ad ottenere elettroliti che abbiano conduttività ioniche elevate a temperature di esercizio sempre minori. Inoltre temperature più basse di sintesi abbasserebbero notevolmente i costi di questa tecnologia rendendola leader nel settore dell’energia.! ! ! ! ! ! ! ! ! !33 Bibliografia! ! A.J. Appleby, 1990, “From Sir William Grove to today: fuel cells and the future”, Journal of Power Sources, vol.29, pp.3-11.! ! C. Argirusis et al., 2014, ”Oxygen self-diffusion and conductivity measurements in apatite type electrolyte materials for SOFCs”, Solid State Ionics, vol.257, pp.53–59.! ! C. Bonhomme et al.,2009, “Sintering kinetics and oxide ion conduction in Sr-doped apatite-type lanthanum silicates, La9Sr1Si6O26.5”, Solid State Ionics, vol.180, pp.1593– 1598.! ! A. Chesnaud et al., 2008, “Influence of synthesis route and composition on electrical properties of La9.33+x Si6 O26 + 3x/2 oxy-apatite compounds”, Solid State Ionics, vol.179, pp.1929–1939.! ! Allan J. Jacobson, 2010, “Materials for Solid Oxide Fuel Cells”, Chemistry of materials, vol.22, pp.660–674.! ! 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