1 La propaganda nella Grande Guerra 1915-1918 Giovanni Stefanoni Cuomo Come ogni evento, bello o brutto che sia, la propaganda, la pubblicità o altre terminologie dal medesimo significato nate in questi ultimi tempi ultratecnologici, anche cento anni orsono questa “propaganda” si dava da fare per arrivare al popolo, oggi definito “media”, boh! Chissà cosa cambia con questo termine. E’ risaputo che la propaganda/pubblicità/battage/promotion, vedete abbiamo usato anche due termini stranieri, è vecchia quanto il mondo, non vi fu età più o meno avanzata in cui essa non si sia esibita, dal più lontanissimo progenitore la propaganda non ha mai cessato di esistere, e non per nulla è una parola al “femminile” che conferma la regola, che l’uomo propone ma è la donna che dispone. Comunque è proprio con la Prima Guerra Mondiale che assistiamo all’attività propagandistica in cui la componente storica è in assoluto la materia dominante; inoltre è da tenere in considerazione che questa divulgazione nel primo conflitto, fu comunque dipendente anche dal livello politico del Paese. La forze di persuasione verso il popolo fu di vaste proporzione nel Regno Unito e negli Stati Uniti d’America quando questi ultimi entrarono in guerra; i riscontri con gli altri stati coinvolti sono di minor tenore. In Italia, alla notizia della sua entrata in guerra, vi fu una più che massiccia mobilitazione in continuo sviluppo nel concetto che per l’Italia quella guerra che stava per affrontare, era una “guerra giusta” e questo era il ritornello degli interventisti; perché buona parte della popolazione anche se non contraria, in realtà era indifferente o quanto meno attendista; furono le grandi manifestazioni di piazza di chi era favorevole all’intervento a propagandare e diffondere che se l’Italia non avesse partecipato al conflitto, oltre a non poter rivendicare terre in assoluto italiane i cui abitanti agognavano il rientro ella madre Patria, il Paese sarebbe stato catalogato imbelle, pauroso e non meritevole di considerazione da parte del resto dell’Europa che si preparava ad affrontare gli Imperi centrali. Quindi nel 1915 manifesti, pubblicazioni, cartoline, furono coinvolti nel lanciare l’idea interventista e convincere la gente della giustezza di questa guerra che si era scatenata nel 1914. 2 Anche prima che l’Italia entrasse in guerra, erano in circolazione dei manifestini che satireggiavano il Regno d’Italia e il suo Re Vittorio Emanuele III; eccone alcuni quale esempio. E’ sintomatico vedere che l’Italia è sempre identificabile con il cappello da bersagliere. Triplice Alleanza (1882-1912) Patto militare a scopo di difesa, stipulato il 20 maggio 1882 a Vienna dagli imperi di Germania e Austria e dal Regno d'Italia. A destra nell’ovale in alto Umberto I; in basso a sinistra Guglielmo II per la Germania e a destra Francesco Giuseppe per l’Austria. 3 Vignetta francese che ironizza sulla cattiva salute della Triplice alleanza: Austria e Germania soccorrono l'Italia mentre la Gran Bretagna le controlla il polso. Russia e Francia assistono in disparte. 4 La copertina di un numero del Petit Journal del 1896. La Triplice è imbrigliata alla maniera del Laocoonte, mentre Francia e Russia passeggiano sicure della loro recente alleanza; e l’Italia calca sempre sul capo il cappello da Bersagliere. 5 La situazione vista dal giornale berlinese Lustige Blätter: la Germania trascina il ragazzo austriaco mentre l’Italia, raffigurata come un bambino con il cappello da bersagliere, fa i capricci per rimanere con il gallo francese. Cartolina postale tedesca inneggiante alla Triplice alleanza con il motto tedesco "Einigkeit macht stark" (L'unione fa la forza) e quello latino "Viribus unitis" (Forze unite). 6 In questa caricatura tedesca sull'equilibrio delle potenze europee tedeschi e austriaci sono contro tutti. L'infido alleato italiano, nella persona del “reuccio” Vittorio Emanuele III, sta a guardare. 7 Grande pubblicità fu data alla sottoscrizione di prestiti obbligazionari da sottoscrivere presso le varie banche. Naturalmente, i disegni di questi manifesti erano improntati al senso patriottico che doveva essere insito in ogni Italiano, con l!obbligo doveroso di combattere per vincere il nemico. Senza essere troppo maliziosi, ma certamente le banche si saranno sfregate le mani dalla gioia. 8 Enfatizzazione della guerra giusta per l’Italia e dell’eroismo del soldato italiano; con la pace che comunque, oltre all’eroicità dei soldati, bisogna poter contare anche su chi non è in trincea, ma può dare il suo prezioso contributo versando quattrini allo stato; saranno denari che serviranno per la produzione bellica e per la ricostruzione. Autore: Alfredo Ortelli (Ente di appartenenza del manifesto: Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea - Roma) 9 Ordine perentorio di una sposa, di una madre, al proprio sposo o anche al proprio figlio. Il nemico va cacciato ad ogni costo. Ovviamente c’è sempre l’invito di sottoscrizione al Prestito Nazionale. 10 A destra un celebre manifesto di Achille Luciano Mauzan (15ottobre 1883–15 gennaio 1952) Pubblicitario, illustratore e pittore francese. 11 12 DATE ALLA PATRIA “Fino al 1° Marzo 1916 è aperta la sottoscrizione al Prestito Nazionale 5% netto al prezzo di L. 97,50” Il soggetto è rappresentato da una statua della Vittoria alata che brandisce una spada e un ramo d’alloro. . Autore: Ugo Finozzi (Ente di appartenenza: Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea - Roma) 13 Manifesto sempre improntato al Prestito Nazionale “Con L. 80.50 si acquista una cartella del valore di L. 100. Fruttante dal 1° gennaio il 5,76%” In alto l’invito dell’Alpino, che impugnando il fucile da parte della canna urla veemente a tutti gli italiani “Cittadini, al grido di fuori i barbari dall’Italia, sottoscrivete tutti al Prestito nazionale.” Autore: A. Vassallo (Ente di appartenenza: Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea - Roma) 14 Il Bersagliere e l’Alpino fieramente e orgogliosamente esclamano: “Noi diamo il sangue! A voi di dare l'oro alla Patria!” Sottoscrivete al nuovo Prestito Italiano, 5% presso la Banca Francese e Italiana per L'America del Sud corrispondente ufficiale del Tesoro italiano. Autore: Umberto Della Latta (Ente di appartenenza: Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea - Roma) 15 I soldati italiani avanzano valorosamente contro il nemico, lo sfondo è occupato da una bandiera italiana e un lavoratore che regge una pala e un salvadanaio. La dicitura inferiore recita: “Prestito Nazionale Italiano 1918. Le sottoscrizioni si ricevono presso la Banca Francese e Italiana per l’America del Sud”. Autore: T. Tarquinio (Ente di appartenenza: Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea - Roma) 16 Il manifesto intende screditare chi in questi momenti di guerra dimostra egoismo e avarizia. Alle sue spalle il diavolo sorride compiaciuto, pronto ad impadronirsi di anima e corpo di questa persona. (Ente di appartenenza: Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea - Roma) 17 Sono rappresentati dei soldati: in primo piano, quello italiano, alle sue spalle quello francese, quindi l’inglese e per ultimo l’americano, con le rispettive bandiere nazionali unite fra loro. In alto: Per la libertà e la Civiltà del Mondo: Sottoscrivete al Prestito Nazionale. Autore: M. Dudovich (Ente di appartenenza: Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea - Roma) 18 La linea del Piave, come è vista da Achille Luciano Mauzan. Naturalmente non manca l’invito a sottoscrivere il prestito per la Liberazione. 19 A pochi giorni dall’entrata in guerra, non ci sono dubbi, andare a combattere è come fare all’amore: ovvero, è un corpo a corpo…naturalmente sottoscrivendo un prestito per la Liberazione. Da notare una frase di un Orsini: “e nostro torni quel che fu già nostro!” L’opera è di Achille Luciano Mauzan. 20 Pour la France qui combat! Pour celle qui chaque jour grandit. (Il padre combatte per la sua Patria e per la Sua famiglia, infatti sullo sfondo si vede una madre che allatta un neonato, quello che un giorno sarà adulto). In testa al manifesto l’invito a sottoscrivere il Prestito Nazionale per la difesa della Francia. 21 In questo manifesto austriaco, è ricordata la 6^ estrazione dei certificati (bond) messi in circolazione, per un buon svolgimento della guerra, notare in alto l’angelo custode dei soldati, dalla Banca Commerciale di Vienna. 22 Anche in questo manifesto della Russia zarista, si invita il popolo alla sottoscrizione di un prestito di guerra al 5,1/2%; quattrini destinati alla produzione bellica come si può notare dal mezzo che carica della casse e dall’officina illuminata e al lavoro durante la notte. 23 Un chiaro invito al popolo americano: “Si può combattere anche (acquistando) le obbligazioni nazionali di guerra ”. 24 “Tutti sanno che sono in giuoco la sicurezza e l’onore della nazione, e tutti sono pronti a qualsiasi sforzo occorra perché, in questo periodo tragico della storia umana, l’Italia scriva una pagina degna del suo passato, delle sue tradizioni e della sua missione nel mondo.” Paolo Carcano, 14 dic, 1916 (Paolo Carcano - 24 gennaio 1843 – 6 aprile 1918) Volontario garibaldino. Politico nelle file della Sinistra; fu Ministro delle Finanze e del Tesoro nei primi anni del '900. 25 Il Volantino scritto da D’Annunzio e lanciato su Vienna « In questo mattino d'agosto, mentre si compie il quarto anno della vostra convulsione disperata e luminosamente incomincia l'anno della nostra piena potenza, l'ala tricolore vi apparisce all'improvviso come indizio del destino che si volge. Il destino si volge. Si volge verso di noi con una certezza di ferro. È passata per sempre l'ora di quella Germania che vi trascina, vi umilia e vi infetta. La vostra ora è passata. Come la nostra fede fu la più forte, ecco che la nostra volontà predomina e predominerà sino alla fine. I combattenti vittoriosi del Piave, i combattenti vittoriosi della Marna lo sentono, lo sanno, con una ebbrezza che moltiplica l'impeto. Ma, se l'impeto non bastasse, basterebbe il numero; e questo è detto per coloro che usano combattere dieci contro uno. L'Atlantico è una via che già si chiude; ed è una via eroica, come dimostrano i nuovissimi inseguitori che hanno colorato l'Ourcq di sangue tedesco. Sul vento di vittoria che si leva dai fiumi della libertà, non siamo venuti se non per la gioia dell'arditezza, non siamo venuti se non per la prova di quel che potremo osare e fare quando vorremo, nell'ora che sceglieremo. Il rombo della giovane ala italiana non somiglia a quello del bronzo funebre, nel cielo mattutino. Tuttavia la lieta audacia sospende fra Santo Stefano e il Graben una sentenza non revocabile, o Viennesi. Viva l'Italia! » «Questo volantino fu ritenuto abbastanza difficile da tradurre in tedesco, quindi furono lanciati altri due volantini ritenuti più accessibili, sotto il profilo letterario ai cittadini Viennesi; uno con il testo in lingua italiana e l’altro con la traduzione in lingua tedesca, preparati da Ugo Ojetti». 26 "Viennesi! imparate a conoscere gli Italiani. Noi voliamo su Vienna, potremmo lanciare bombe a tonnellate. Non vi lanciamo che un saluto a tre colori: i tre colori della libertà. Noi non facciamo la guerra ai bambini, ai vecchi, alle donne. Noi facciamo la guerra al vostro governo nemico delle libertà nazionali, al vostro cieco testardo crudele governo che non sa darvi né pace né pane, e vi nutre d'odio e d'illusioni. Viennesi! Voi avete fama d'essere intelligenti. Ma perché vi siete messa l'uniforme prussiana? Ormai, lo vedete, tutto il mondo si è volto contro di voi. Volete continuare la guerra? Continuatela. E' il vostro suicidio. Che sperate? La vittoria decisiva promessavi dai generali prussiani? La loro vittoria è come il pane dell'Ucraina: si muore aspettandolo. Popolo di Vienna, pensa ai tuoi casi. Svegliati! Viva la libertà! Viva l'Italia! Viva l'Intesa! Volantino, preparato da Ugo Ojetti in lingua tedesca, e lanciato su Vienna da Gabriele D’Annunzio durante il celebre volo del 9 agosto 1918 27 Il volantino di Ugo Ojetti, tradotto in italiano e anch’esso lanciato su Vienna sempre il 9 agosto 1918 28 In questo manifesto inglese è raffigurata l’immagine del Ministro della Guerra inglese Horatio Kitchener che con sguardo serio e contemporaneamente provocatorio, si rivolge ai suoi compatrioti con un secco: “Il tuo paese ha bisogno di TE!” 29 Questo manifesto austriaco, pare rispondere a quello inglese con un altrettanto secco e perentorio: “Noi siamo pronti!” 30 Manifesto Austro-Tedesco ove un bonario (sic!) soldato del Kaiser con il viso sorridente e con tanto di pipa, allontana i Russi, i Francesi e gli Inglesi. Lieb’ vaterland magst ruhig sein! (Come fare per essere tranquilli nel nostro amato paese) 31 Bivacco alpino (di Aroldo Bonzagni) 32 Notare le facce del nemico, disegnate orrendamente truci e mostruose; quando è noto che Austriaci e Tedeschi sono esteticamente diversi. 33 Together we win (Insieme si vince) Così ricorda questo manifesto degli Stati Uniti d’America; notare la baldanza dei due militari e la sicurezza dell’operaio che naturalmente lavora per le forze armate producendo armi, equipaggiamenti, ecc. 34 In questa cartolina, in alto da sinistra si nota il Re del Belgio Alberto I, e all’estrema destra il Re di Serbia Pietro I. Nella riga sottostante da sinistra a destra: il Presidente della Repubblica francese, Raymond Poincaré; il Re d’Inghilterra, Giorgio V; il sovrano d’Italia, Re Vittorio Emanuele III; l’Imperatore di Russia, Nicola II; e il Re del Montenegro Nicola I. 35 Soldiers of the sea - Marines USA (soldati del mare). Gli Stati Uniti d’America entrarono in guerra a fianco dell’Intesa nel 1917. 36 Copertina del Secolo XX dell’Aprile 1915 – Un bacio…e via, al fronte, a “difendere i sacri termini…” 37 (ultima guerra) che accoglie nel cuor la vendetta, e fulge e freme sull’aguzza punta l’eroica baionetta. La dedica è di Luciano Folgore (pseudonimo di Omero Vecchi: Roma 18 giugno 1888 – Roma 24 maggio 1966) poeta italiano. 38 Umorismo di guerra, antiaustriaco. 39 Un immaginario aereo tricolore, con il corpo di una bellissima ragazza e sopra con spada sguainata indicante il percorso da seguire verso il nemico, la statua dell’Italia, mentre le nostre montagne osservano compiaciute. 40 Gli austriaci fanno le valigie. 41 La bandiera più tragica. Nessun altro commento per indicare e ribadire la stupidità delle guerre. 42 E’ scontato che l’autore di simili concetti, non abbia la più pallida idea di cosa significa, trincea, prima linea combattimento, vedere il proprio compagno ferito o peggio ancora vederlo cadere fulminato e magari conviverci per un certo periodo, perché non sempre chi cadeva era prontamente sgomberato dal campo di battaglia, anzi, magari il ferito a morte impiegava ore e ore urlando e bestemmiando contro chi lo aveva mandato in guerra, prima di esalare, finalmente, l’ultimo respiro. 43 Difenderai il tuo diritto, libera ed una. 44 La fanteria francese nella Seconda battaglia della Marna (15 luglio – 6 agosto 1918). Anche se non fu una grande vittoria per gli alleati, questa Seconda battaglia della Marna fu per loro il punto da cui partire con le forze americane, che vittoriose in due battaglie, diedero nuova linfa e sicurezza agli eserciti. 45 “Trincee nemiche espugnate alla baionetta dai nostri valorosi soldati nei dintorni di Gorizia”. 46 Locandina del Teatro del Soldato inaugurato a Fogliano (Gorizia) il 12 agosto 1917. Qualche canzonetta, una commedia divertente, un po’ di umorismo, qualche bella donnina… e il soldato era nuovamente pronto a morire. 47 Cartolina austriaca di Natale dell'associazione a sostegno del "Natale sul campo”. Natale lo è per tutti, amici e nemici…. 48 49 E qualcuno si chiese: “Chi lo Stato Maggiore…” beh! lasciamo stare (Isonzo; Col di Lana (Col del Sangue); Caporetto…) 50 “E a Carluccio che gli resta della corona?” Questo “Carluccio” altri non è che, Carlo I, erede al trono degli Asburgo dopo la morte di Francesco Giuseppe (Cecco Beppe). La raffigurazione satirica pone in evidenza la corona dell’Impero AustroUngarico, che posata sul tavolo, è allegramente suddivisa fra il Kaiser di Germania, Guglielmo II e dei soldati dell’Intesa. Carlo I è sotto il tavolo che assiste alla scena. (Ente di appartenenza: Biblioteca Universitaria Alessandrina - Roma) 51 “Il nuovo prestito nazionale di guerra dà un reddito del 5,10% netto da ogni imposta. Concorrendo al prestito nazionale di guerra cooperate alla vittoria e fate in pari tempo una ottima operazione d’impiego dei vostri capitali. Concorrendo al prestito nazionale di guerra facilitate il compito dei nostri prodi al fronte e loro testimoniate una volta di più tangibilmente la vostra ammirazione e la vostra riconoscenza. Anche la sottoscrizione minima di L. 100 contribuisce alla riuscita del prestito che deve essere completa e corrispondere alla dignità dello scopo.” La Banca Commerciale Italiana riceve e facilita in ogni modo le sottoscrizioni” Manifesto costituito da un testo che illustra vantaggi e benefici del Prestito nazionale inserito all'interno di una antica vestige sormontata da una bandiera italiana. (Ente di appartenenza: Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea - Roma). 52 RUDYARD KIPLING, IN MEZZO AGLI ALPINI, IN ABITI BORGHESI, CON CAPPELLO E CRAVATTA. Nella Grande Guerra, tra gli scrittori stranieri inviati speciali sul fronte italiano, non c’era soltanto il giovane Ernest Hemigway, ma anche il maturo Rudyard Kipling. Nel 1917 il romanziere inglese, all’apice della fama, si mescolò agli alpini sulle vette delle Alpi Giulie e Carniche per trascorrere un periodo a stretto contatto con le Penne Nere, offrendo una testimonianza in presa diretta delle loro abilità, del loro coraggio e della loro ingegnosità, nell’ambiente ostile delle fredde e impervie cime del Nord Italia. Di questi soldati di montagna Kipling si appassionò, diventandone uno dei cantori più originali e contribuendo a farne conoscere le imprese anche oltre Manica. 53 Manifesto cinematografico in cui è rappresentata una vittoria italiana ottenuta dai Bersaglieri che conquistano una posizione austriaca e dopo aver tolto la bandiera nemica, issano quella italiana. (Roma:Brune-Stelli film [distributore] [1915] (Roma: Stab. lit. E. Guazzoni). (Ente di appartenenza: Alessandrina - Roma) Biblioteca Universitaria 54 Camera del lavoro di Roma e Provincia. Manifesto relativo alla festività del primo maggio, dove i lavoratori sono invitati a ricordare e difendere il diritto di indipendenza e le conquiste proletarie contro "la criminosa aggressione del più esoso feudalismo militarista". (Ente di appartenenza: Biblioteca Universitaria Alessandrina Roma) 55 MANIFESTI RUSSI DELLA GRANDE GUERRA Anche nella Russia dello Zar Nicola II (Romanov), si propaganda la sottoscrizione a un Prestito Nazionale. 56 57 58 59 Grande Guerra – “Alla fronte” Una mano sbuca dal basso, quasi a voler aiuto; sarà un nemico colpito? Sarà un italiano? Sullo sfondo altri soldati italiani sulla cima aiutano i commilitoni nell’ultimo sforzo. (Autore: Marcello Dudovich). 60 Come si può leggere dal manifesto, è in circolazione questo settimanale patriottico e umoristico, con le illustrazioni di Gino Gamerra. Il disegno di destra è alquanto raccapricciante, con il viso dell’Imperatore d’Austria, trafitto alla gola da una baionetta e sgorgante sangue. (Ente di appartenenza: Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea - Roma) 61 Questo manifesto cinematografico raffigura un reparto di bersaglieri, probabilmente in esplorazione, all’attacco di un plotone di esecuzione in atto di procedere a una fucilazione. A destra la classica figura allegorica che rappresenta l’Italia; una donna con il Tricolore. (Ente di appartenenza: Biblioteca Universitaria Alessandrina Roma) 62 Il Regno Unito cercava sudditi, soprattutto dei giovani, da arruolare per il conflitto in corso. Il manifesto, in breve, così, sollecita: “Se la ragazza è sola, non è che perché vuole peccare o divertirsi, probabilmente il suo ragazzo è un soldato che sta lottando per sé e per il suo Paese. E per te. Arruolati nell’esercito oggi stesso”. (Imperial War Museum, Londra) 63 Concerto degli Alleati - Roma, Augusteo, febbraio 1918, a beneficio della Croce rossa dei Paesi partecipanti. Il manifesto raffigura la “Vittoria alata”. Sullo sfondo le bandiere italiana, francese, inglese e americana. Autore: Vittorio Grassi (Ente di appartenenza: Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea - Roma) 64 Pietà per i feriti! Questa stampa mostra il recupero di feriti italiani sul campo di battaglia. Per permettere questa opera umanitaria, un sacerdote innalza la croce davanti ai soldati nemici con la speranza di far sospendere il fuoco. (Ente di appartenenza: Biblioteca Universitaria Alessandrina – Roma) 65 Irridente questa stampa ove si pubblicizza il “paradiso” che i prigionieri di guerra austriaci, trovano nei campi di prigionia in Italia, addirittura in alto a destra si vedono questi prigionieri in dolce vacanza al mare.. Al contrario della feroce disciplina militare austriaca che spinge a combattere i militari di Francesco Giuseppe, anche con la minaccia delle armi. (Ente di appartenenza: Biblioteca Universitaria Alessandrina – Roma) 66 Nella cornice superiore di questa stampa, si evidenzia la dicitura: “I nostri valorosi marinai respingono la flotta austriaca che tenta di riprender l'isola di Pelagosa”. (Autore: G. Gulmanelli) (Ente di appartenenza: Biblioteca Universitaria Alessandrina – Roma) 67 Nella cornice superiore di questa stampa, si evidenzia la dicitura: “Dopo e valorosi e tenaci assalti le truppe italiane conquistano il Monte”. (Autore: G. Gulmanelli) (Ente di appartenenza: Biblioteca Universitaria Alessandrina – Roma) 68 In questo disegno satirico è sbeffeggiato l’Imperatore tedesco Guglielmo II e quello austriaco Francesco Giuseppe, quest’ultimo nei panni di una vecchietta (naturalmente con dei candidi baffoni e barba) che ansiosamente attende il responso medico riguardante l’imperatore tedesco che seduto su di una sedia è visitato da un medico inglese che gli controlla i battiti del polso, mentre il sodato francese e quello italiano offrono dei caffè, quello russo invece offre il Ceas. Nella cornice inferiore del disegno si può leggere quanto dicono i personaggi: “Il Dott. John: Forse si tratta di indigestione; e quei due... caffè vi hanno fatto peggio. Se provaste col Ceas che è miracoloso? I... malati: Già; ma prima bisognerebbe potersela procurare, l'indigestione!... “. (Ente di appartenenza: Biblioteca Universitaria Alessandrina – Roma) 69 “Facciamo la pace”. Così esclama lo zio Sam, che rappresenta gli Stati Uniti d’America nell’atto di ritirare delle monete d’oro posate sul tappeto verde del tavolo da gioco; i cappelli rappresentano gli stati coinvolti nella guerra. Autore: R. Ferro (Ente di appartenenza: Biblioteca Universitaria Alessandrina – Roma) 70 Britannia sventola la bandiera del Servizio nazionale e si chiede: “Chi mi segue?” e sotto: “La nazione sta combattendo per sopravvivere. Iscrivetevi al Servizio nazionale”. 71 Disegno pubblicitario dei Magazzini generali che mostra tre navi da guerra, inglese, austriaca e italiana, che interrompono le ostilità per lasciar passare una nave norvegese carica di Sardine Un momento di sosta nella conflagrazione navale europea... : per far passare il bastimento carico di sardine di Norvegia diretto ai magazzini generali. (Ente di appartenenza: Biblioteca Universitaria Alessandrina Roma). 72 Il trasporto funebre del militarismo tedesco Viene raffigurata una parata funebre in “onore” degli Imperi centrali, Austria-Ungheria, Germania, sconfitti dalle forze dell’Intesa, mentre all’orizzonte si profila il sorgere del sole con la scritta “Pax”. Autore: Giove Toppe – (Ente di appartenenza: Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea - Roma). 73 Regnanti e Capi delle Nazioni in Guerra Dall’ovale di sinistra procedendo verso l’alto: Nicola II Zar di Russia; Guglielmo II Imperatore di Germania; Francesco Giuseppe, Imperatore d’Austria; Raymond Poincaré, Presidente della Repubblica francese; Alberto I, Re del Belgio; Nicola, Re del Montenegro; infine. Giorgio V, Re d’Inghilterra. 74 Orrendamente impressionante questo disegno dei “Due Macellai”. Il primo a sinistra è il Kaiser, Guglielmo II Imperatore di Germania che gestisce il ceppo del boia con addosso un grembiule lordo di sangue, mentre a destra Francesco Giuseppe Imperatore d’Austria, si affaccia alla finestra della bottega dove sono impiccati in primo piano il Belgio e poi un bambino. A un povero scheletrico cane affamato viene dato Trento, Trieste e Zara. Autore: Antonio Martini 75 Pubblicità commerciale che si avvale dello stato di guerra per divulgare i suoi prodotti, in questo caso è la Caffettiera a Vapore “ORSO” di cui sono decantate le sue caratteristiche, sullo sfondo una fabbrica, quella della caffettiera, prati, fiori, in primo piano il ferito, inappuntabile con cappello e due virtuose bellezze in abito da crocerossine. Autore: Silvio Santini 76 Queste sono opere di Marcello Dudovich, che reclamizzano dei prodotti; anche in questo caso si parlare di pubblicità che sfrutta le situazioni del momento, in questo caso la guerra. In alto a sinistra si promuovono gli “Accumulatori Hensenberger”, essi daranno sempre luce, e gli ufficiali ne approfittano per studiare le prossime mosse contro il nemico. A destra, invece, una bella ragazza è in atto di confezionare e poi spedire lieta, lo si vede dall’espressione del viso, a un ufficiale, che può essere marito, o padre, o fratello, oppure fidanzato o semplice conoscente, di cui si vede sullo sfondo il quadro, degli splendidi scarponi prodotti dal “Calzaturificio di Varese” 77 Altre opere di Marcello Dudovich, sempre a sfondo pubblicitario. Nelle gelide notti di veglia in trincea, soprattutto in occasione del Santo Natale, che lo si nota con quei rami di abete e anche in basso a sinistra una scatola contenente salami, dolci e altri prodotti mangerecci inviati dalle famiglie dei soldati e anche dal soldato di destra in atto di cantare una melodia accompagnandosi con la chitarra, e allora per riscaldarsi il corpo e lo spirito, cosa c’è di meglio se non un bel calice di “Campari”? Osservate poi la bottiglia, come se fosse un fucile, con il collo imperiosamente rivolto a sfidare il nemico. E un buon cioccolato, come il “Talmone2, non è forse indicato per rinfrancare e addolcire palato e anima dei combattenti? Ecco il caro mulo, compagno e amico fedele degli Alpini che con lo sguardo dolce e sereno, avrà forse assaggiato del cioccolato? con il basto carico di casse di “Talmone” dirigersi verso le prime linee, dietro di lui una lunga fila di muli anch’essi con casse di cioccolato. 78 In questo manifesto, Marcello Dudovich, ha rappresentato la pubblicità del vermouth “Cinzano”. Il militare, con la cassa dell’aperitivo sulle spalle, viene accompagnato dalla crocerossina nel luogo ove sarà depositato l’aperitivo; i feriti di questo Ospedale da campo, guardano incuriositi e magari anche vogliosi di sorbire questo buon aperitivo. Per i soldati francesi, l’aperitivo migliore è senza dubbio: “La Victoire”. Prodotto da Péraire & C. Il militare, sfruttando il nome della bevanda e con quelle enormi ali poste ai suoi fianchi, rappresenta la statua della “Vittoria alata”. 79 Notare lo sguardo serio, forse preoccupato, del fante che stringendo l’asta del Tricolore, questa germoglia delle rose. 80 L’incantevole Italia è corteggiata dalle Potenze straniere. Da sinistra a destra: L’Imperatore tedesco Guglielmo II; l’Imperatore d’Austria Francesco Giuseppe; poi c’è il Re d’Inghilterra Giorgio V; quindi il Presidente francese Raymond Poincaré, con indosso il cappello frigio, simbolo della Rivoluzione; ed infine lo Zar russo Nicola II. A chi si concederà l’affascinante Italia? 81 Il manifesto invita la popolazione tedesca ad essere economa e parsimoniosa nell’uso di taluni beni di prima necessità, come sapone e olio. 82 Al Cimitero degli Invitti a Fogliano Redipuglia, assieme ad altri cippi con scritte per la maggior parte di autori ignoti, questa epigrafe è una delle più famose.
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