scheda di approfondimento

Commissario Straordinario
Materiale di supporto didattico rivolto agli insegnanti
C'era 'na vota…
Sala Stemmi, 28, 29, 30 aprile – 5, 6, 7, 8, 9 maggio 2014
da un'idea di Amedeo Amodio
Musiche di Bizet, Calì, Cataldo, Čajkovskij, Delibes, dall'Ongaro, Vivaldi
Coreografie Amedeo Amodio
Testo elaborato e recitato da Pietro Massaro
Assistente alla coreografia Alberto Montesso
Corpo di Ballo del Teatro Massimo
Come tutte le storie anche la nostra inizia con un c'era una volta...
Per ascoltarla entrerete in una delle più affascinanti sale del teatro, la Sala degli stemmi, dove gli
artisti - un attore e il Corpo di ballo del Teatro Massimo - si esibiscono a portata di naso dei
bambini, tanto vicini da potersi toccare!, creando un'esperienza di spettacolo in cui il movimento, la
musica e le sonorità di antiche filastrocche siciliane si fondono in un tutt'uno emozionante.
La scelta di uno spazio di dimensioni ridotte come la sala degli Stemmi facilita nel bambino un
coinvolgimento emotivo molto forte. Gli artisti sono a un passo dalla platea ed è molto interessante
osservare lo scambio di valori - identificazione, suggestione, riflessione, conflitto, attrazione certamente peculiare dello spettacolo dal vivo, che si può attivare con particolare intensità in
un'esperienza del genere.
Amedeo Amodio ha ideato il progetto e creato delle coreografie che amplificano i significati della
narrazione con una forza e un carattere segno di grande scuola, sensibilità, rispetto per la tradizione
e attenzione al nuovo modo di guardare e partecipare ad uno spettacolo. La sua visione del
palcoscenico è cinematografica e le varie azioni si dispiegano sulla scena in una successione di
quadri che si compongono in una storia e esaltano i diversi stati d'animo trasmettendo l'intensità del
soggetto. Lo spettacolo si apre con un passo tratto dal balletto We like Mozart, che Amedeo Amodio
ha firmato in prima assoluta nel 2005 in occasione delle celebrazioni mozartiane, ed è articolato in
11 quadri.
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La storia. Siamo in Sicilia, gli abitanti di un piccolo paese sono occupati nei preparativi di un
matrimonio. Lo sposo arriva da lontano dopo un lungo viaggio, e con lui arrivano i parenti, tanti
parenti. Vengono dalla Spagna, dalla Francia, dall'Argentina. Ed è subito festa: si beve, si mangia e
si danza sulle musiche di Coppelia (nella rielaborazione di Giuseppe Calì), della Carmen e di uno
scatenato Cha-cha-cha. Un marinaio fa un assolo sulle note di una pagina del repertorio di Vivaldi
mentre tre coppie di innamorati danzano un appassionato tango: "Abballati abballati fimmini schetti
e maritati" dice il narratore, richiamando la celebre tarantella.
Poi viene il momento dei regali. Un parente, che non può venire alla festa, ne fa uno speciale: un
“pupu” vestito da soldato consegnato dal suo costruttore in persona, il signor Drosselmeyer.
Il confine tra narrazione, fiaba, magia del teatro si fa allora sottile. Drosselmeyer, che nella storia
del balletto Lo Schiaccianoci è il fabbricante di giocattoli, prende anche lui parte alla festa e danza
la coreografia del capolavoro di Čajkovskij. I nostri sposi ricordano il loro primo ballo stringendosi
in un delicatissimo passo a due su musiche di Delibes. Quando si fa sera la festa ha termine e tutti
tornano contenti alle loro case stanchi per aver tanto ballato, ma felici.
C'era 'na vota un re è quindi una storia semplice.
Il testo - elaborato da Pietro Massaro - è in dialetto siciliano ed ha un potenziale espressivo e
un'immediatezza che ben si coniugano con la danza.
Il racconto inizia con la filastrocca scioglilingua C'era na vota nu re, che da il titolo allo spettacolo,
un ironico sberleffo inventato per prendersi gioco di un re che promette la figlia in sposa, ma non
mantiene la promessa.
C'era 'na vota nu re....bafè viscottu e miné
stu re bafé viscottu e miné
aveva na figghia bafigghia viscotta e minigghia
sta figghia bafigghia viscotta minigghia
aveva n'aceddu beceddu viscottu e mineddu
st'aceddu, befeddu viscottu e mineddu ci vulò...
Quella della filastrocca è un'altra storia che poco ha a che vedere con la nostra ma le sue sonorità e
le sue assonanze contribuiscono a rendere accattivante l'atmosfera della fiaba.
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In classe
Balletto e danza
Conosci la differenza fra queste due parole che spesso vengono confuse fra loro?
La danza è una forma d'arte antichissima. Fin dalla preistoria i nostri antenati si sono mossi al ritmo
del tamburo, del canto, del flauto per celebrare i fatti della vita, per festeggiare insieme e per
commemorare importanti momenti della comunità. Danzavano gli antichi egiziani, i romani, i greci,
e di secolo in secolo le persone hanno continuato a danzare in ogni importante occasione di
incontro, da soli, in cerchio, in coppia.
Anche oggi quando usiamo la parola "danza" facciamo riferimento all'espressione del corpo
attraverso il movimento, in tutte le sue forme, non necessariamente in forma di spettacolo: quando
un gruppo di persone danza ad una festa, ognuno esprime sé stesso ma nessuno lo fa su un
palcoscenico. Il balletto, invece, è un vero spettacolo con precise indicazioni rappresentative: i
ballerini seguono una coreografia, cioè una successione di movimenti sincronizzati e prestabiliti che
raccontano una storia attraverso i passi e la pantomima. Il primo balletto della storia fu il Ballet
comique de la reyne, realizzato a Parigi nel 1581: venne messo in scena al Petit Bourbon uno
spettacolo grandioso, ben sei ore di danza, musica e prodigi tecnici con la partecipazione della corte
reale.
Passo a due o Pas de deux
Ricordi il momento in cui lo sposo e la sposa hanno ballato da soli? Quello era un classico passo a
due: un brano creato per una coppia, isolato dal resto del balletto e destinato ai due ballerini solisti.
È costituito di una entrée (l'entrata dei due interpreti), un adagio eseguito insieme, una variazione
solista maschile, una femminile (o viceversa) e infine la coda, ovvero il ricongiungimento dei due
ballerini per il finale danzato insieme. Sul web potrai trovare moltissimi esempi, noi te ne
suggeriamo due, uno bellissimo e l'altro...molto buffo.
• Il primo è interpretato da Svetlana Zakharova e Roberto Bolle:
https://www.youtube.com/watch?v=e6xhKxDGWqo
• Il secondo invece ha per protagonisti il famosissimo Rudolf Nureyev ed una...ehm, "ballerina"
molto speciale: Miss Piggy del Muppet Show! https://www.youtube.com/watch?v=aHbGqJ_MonU
Gli scioglilingua nella tradizione siciliana
Chiedi ai tuoi genitori o ai tuoi nonni di insegnarti uno scioglilingua siciliano, imparalo e portalo a
scuola, dove potrai condividerlo con i tuoi compagni. Chi riesce a ripeterli tutti senza mai sbagliare?
Per esercitarti puoi iniziare con questo:
Sasà savia a susiri e sei, sunnu i sei e sei, sa si sasà si susiu e sei!
Oppure con questo in italiano: In un piatto cupo poco pepe cape
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Crea il tuo capolavoro teatrale su Le quattro stagioni di Vivaldi
Il balletto cui hai assistito raccontava la storia di un matrimonio attraverso le parole dell'attore, la
musica ed il movimento dei ballerini. Insieme alla tua classe anche tu puoi provare a raccontare un
evento importante attraverso la musica ed il movimento e trasformarti in ballerino, coreografo,
arrangiatore della musica. Ti suggeriamo questa traccia: è l'ultimo giorno di scuola, mancano pochi
minuti al suono della campanella. Cosa succede in classe? Esprimi le emozioni che tu e i tuoi
compagni provate seguendo la musica, senza usare parole.
(Nota per l'insegnante: qui proponiamo una traccia di lavoro musicale da realizzare in classe
che, con i dovuti accorgimenti, può trasformarsi in un saggio di fine anno.
Le indicazioni sono volutamente "aperte" per lasciare spazio alla creatività dell'insegnante e dei
bambini. Consigliamo di far lavorare i bambini in piccoli gruppi).
Dividere i bambini in 4 gruppi. Scegliete 4 estratti dalle Quattro stagioni e iniziate ad ascoltarli con
i bambini (è opportuno non ascoltare più di 1 estratto per "seduta di lavoro" per evitare di
confonderli). L'estratto dev'essere breve, intorno ai 3 minuti o anche meno. Si ascolta tutti insieme,
con carta e penna per prendere nota delle emozioni che la musica suscita, e poi ogni gruppo elabora,
in fasi successive di ascolto alternato a confronto e discussione, una storia che accompagni la
musica. Alla fine ogni gruppo avrà elaborato una storia per ogni estratto. Nella recita finale si può
valutare di scegliere per ogni gruppo uno solo degli estratti, in modo che i gruppi si alternino sulla
scena.
Come estratti musicali ad esempio potete utilizzare:
Primo movimento della Primavera https://www.youtube.com/watch?v=B1SDzRF_ECI
Terzo movimento dell'Estate: https://www.youtube.com/watch?v=kOV7MJAxlyE
Terzo movimento dell'Autunno:
https://www.youtube.com/watch?v=aG23K5Eo7gY&list=RDltogzSmXVQw
Primo movimento dell'Inverno: https://www.youtube.com/watch?v=RG-Dmtdi54k
Quali avvenimenti accadono in classe, l'ultimo giorno di scuola, che potrebbero essere
raccontati/spiegati attraverso questa musica?
Far scegliere ai bambini, aiutandoli, se hanno difficoltà, a "leggere" la musica assegnandole dei
significati.
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Alcuni elementi della musica su cui si possono sensibilizzare i bambini per aiutarli a trovare una
chiave interpretativa:
• ritmo e andamento (cosa succede in classe quando la musica è veloce? Cosa quando è più lenta?)
• dinamica (poco elegantemente potremmo dire il volume: piano, forte etc.): se gli strumenti
sussurrano, come ci muoviamo? E se suonano forte?
• alternarsi degli strumenti: ascoltare bene dove suona solo uno strumento, dove tutti. Cosa
significa per noi?
• temi musicali: in particolare nella primavera e nell'autunno è possibile distinguere chiaramente i
temi musicali ed associare ad essi movimenti/azioni particolari.
Nell'ultimo giorno di scuola possiamo immaginare diversi momenti, ad esempio la felicità per
l'inizio dell'estate, il saluto dei compagni e degli insegnanti, la paura di ricevere troppi compiti o
addirittura di essere bocciati, sono solo alcuni degli spunti, sicuramente facendo lavorare i bambini
in piccoli gruppi nasceranno molte altre idee che stupiranno persino voi.
Ascoltate la musica insieme favorendo la loro immaginazione. Ascoltando il primo movimento
dell'inverno, ad esempio, si può interpretare la musica come uno stato di tensione crescente, sin
dall'inizio, ad esempio, che potrebbe rappresentare il momento temuto in cui l'insegnante inizia a
parlare di "compiti estivi". Il violino che dal secondo 38 fa sentire la sua voce potrebbe essere il
bambino "coraggioso" che a nome di tutti si alza per chiedere che i compiti siano pochi... è solo un
esempio, lasciate che siano i bambini, aiutandoli ascoltando insieme più volte l'estratto per intero, e
anche interrompendo ogni volta che è necessario perché loro possano fare i loro commenti, a
trovare una chiave di lettura del brano musicale.
Una cosa è certa: se farete questo lavoro in classe, i vostri bambini non dimenticheranno mai le
Quattro stagioni di Vivaldi!
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