Analisi Bilancio Banche 1 - Dipartimento di Studi aziendali e giuridici

1
Analisi di Bilancio delle Banche
Fundamentals of Bank Financial Statement Analysis
GIUSEPPE MONTESI
Draft: May-14
[email protected]
AVVERTENZE PER GLI STUDENTI: le presenti slides costituiscono una guida e un'integrazione ai capitoli del libro di M. Rutigliano (a cura di), “L'Analisi di
Bilancio delle Banche”, Egea, Milano, 2012, indicato per la preparazione dell'esame. Le pagine contrassegnate con il simbolo "
una migliore comprensione e approfondimento di certi argomenti non costituiranno oggetto di esame.
" pur risultando utili per
2
Indice
Financial Statements
3
» Schemi di Bilancio >5
» Strumenti Finanziari: Principi di Valutazione & Reporting >20
» Crediti (Loans & Receivable) >30
» Derecognition >50
» Strumenti Derivati >59
» Partecipazioni >86
» Attività Immateriali e Avviamento >94
» Imposte Differite (Deferred Tax) >103
» Principali Differenze tra Standard Contabili IAS/IFRS & US GAAP >109
» IFRS 9: Nuove Regole di Valutazione delle Attività e delle Passività Finanziarie >112
» Pillar III Disclosure >119
Il Capital Planning di una Banca in Ottica Basilea 3
» Il Patrimonio Contabile e il Patrimonio di Vigilanza nel Nuovo Contesto Regolamentare >130
» Esempio Calcolo Deduzioni Basilea 3 Full Application & Transitional >141
» EBA / BCE Comprehensive Assessment 2014: Asset Quality Review (AQR) & Stress Test >146
» RAF – Risk Appetite Framework >153
4
Financial Statements
5
THE ANALYST'S CHECKLIST
• Significato e Interpretazione delle singole Voci di
Bilancio.
• Lettura e Comprensione degli Schemi di Bilancio in
Inglese.
• Il Bilancio Bancario secondo la Circolare 262/2005 di
Banca d'italia.
• IFRS vs. US GAPP.
• Stato Patrimoniale (Balance Sheets).
• Conto Economico (Income Statement).
• Prospetto della Redditività Complessiva.
• Prospetto delle Variazioni Patrimonio Netto
(Statements of Changes in Stockholders' Equity.
• Rendiconto Finanziario (Cash Flow Statement ).
Schemi di Bilancio
Intesa Sanpaolo: Stato Patrimoniale Consolidato – Attivo 
6
Intesa Sanpaolo: Stato Patrimoniale Consolidato – Passivo 
7
Intesa Sanpaolo: Conto Economico Consolidato 
8
Intesa Sanpaolo: Prospetto della Redditività Consolidata Complessiva  9
Intesa Sanpaolo: Prospetto delle Variazioni del Patrimonio Netto Consolidato 
10
Intesa Sanpaolo: Rendiconto Finanziario Consolidato 
11
BNP Paribas Group: Balance Sheets 
12
BNP Paribas Group: Profit and Loss Account 
13
BNP Paribas Group: Comprehensive Income 
Statement of Net Income and Changes
In Assets and Liabilities Recognised Directly
in Equity
14
BNP Paribas Group: Cash Flow Statement 
15
JPMorgan Chase & Co.: Consolidated Balance Sheets 
16
JPMorgan Chase & Co.: Consolidated Statements of Income/Comprehensive Income 
Consolidated Statements of Income
Consolidated Statements of Comprehensive Income
17
JPMorgan Chase & Co.: Consolidated Statements of Changes in Stockholders’ Equity 
18
JPMorgan Chase & Co.: Consolidated Statements of Cash Flows 
19
20
THE ANALYST'S CHECKLIST
• Classificazione delle Attività e Passività Finanziarie.
• Held for Trading (HFT).
• Held to Maaturity.(HTM).
• Available for Sale (AFS).
• Loans and Receivables.
• Criteri di Valutazione degli Strumenti Finanziari
Previsti dallo IAS 39.
• FVO (Fair Value Options).
• Mark-to-Market vs. Mark-to-Model.
• Gerarchia dei Fair Value (Fair Value Hierarchy).
• FVTPL (Fair Value Through Profit and Loss).
• Costo Ammortizzato con Impairment Test (ACIT)
• Criticità Legate all'Applicazione del FV Accounting.
• Il FV è “Prociclico”?
Strumenti Finanziari: Principi di
Valutazione & Reporting
Criteri di Valutazione & Reporting: Principi di Riferimento 
21
[IAS 32] Definizione di Strumento Finanziario (Financial Instrument)
• Qualsiasi contratto che dia origine a un’attività finanziaria per un’impresa e a una passività finanziaria o a
uno strumento rappresentativo di patrimonio netto per un’altra impresa.
• Genericamente gli strumenti finanziari possono essere classificati in:
1. Strumenti di Debito (titoli di stato, obbligazioni corporate)
2. Strumenti Patrimoniali (azioni e fondi di investimento)
• Tra gli strumenti finanziari sono compresi anche i contratti derivati.
Criteri di Valutazione e Contabilizzazione Iniziale
• Un'attività finanziaria o una passività finanziaria è inizialmente rilevata al suo costo, che rappresenta il fair
value del corrispettivo pagato (attività) o ricevuto (passività).
• Il fair value viene determinato generalmente sulla base del prezzo legato alla transazione, includendo i costi di
transazione che sono direttamente imputabili all’acquisizione, all’emissione o alla dismissione di un’attività o
di una passività finanziaria.
• Se non è disponibile un prezzo di mercato, il fair value è stimato attualizzando il valore dei flussi di cassa
attesi al tasso di mercato prevalente per strumenti similari di un emittente con un merito di credito simile.
Successivamente alla Rilevazione Iniziale
• I criteri di valutazione previsti dallo IAS 39 sono due e devono essere utilizzati caso per caso sulla base delle
regole dello stesso IAS 39:
(1) Criterio del Costo Ammortizzato con Impairment Test (ACIT)
(2) Criterio del Fair Value (FV)
• Un’attività e una passività finanziaria possono essere compensate e il saldo netto è rilevato
nell'attivo/passivo del bilancio quando la società ha un diritto legale a compensare gli importi contabilizzati.
(segue)
Criteri di Valutazione & Reporting: Principi di Riferimento
22
COSTO AMMORTIZZATO CON IMPAIRMENT TEST (ACIT)
Valore Inizialmente Rilevato (valore di iscrizione iniziale o valore di bilancio precedente)
 Rimborsi di capitale (pagamento quote capitale o rimborso unico alla data di scadenza)
 Svalutazioni/Rivalutazioni
 Ammortamento della differenza tra il valore iniziale e il valore nominale a scadenza (calcolato con il metodo
dell'interesse effettivo)
FAIR VALUE (FV)
Idealmente "dovrebbe esprimere" il prezzo stabilito da due controparti per una transazione avente per oggetto
una determinata attività/passività finanziaria. Lo IAS 39 lo definisce come «il corrispettivo al quale un'attività
potrebbe essere scambiata, o una passività estinta, in una libera transazione fra parti consapevoli e
disponibili».
L'idea di scambio/transazione si esprime considerando progressivamente come fair value di una determinata
attività/passività finanziaria diverse possibili configurazioni di valore, sulla base delle quali le norme contabili
definiscono una gerarchia in funzione di diversi possibili metodi di valutazione:
• FAIR VALUE OPTION (FVO)  rappresenta la facoltà di valutare al FV qualsiasi strumento finanziario, con
imputazione a conto economico delle relative plus/minusvalenze, indipendentemente dagli obiettivi di
investimento/finanziamento e dalle modalità con cui lo strumento viene gestito nel processo produttivo.
L’opzione può essere esercitata solo al momento dell’acquisto ed è “irrevocabile”.
• GERARCHIA DEI FAIR VALUE  Diverse Categorie di fair value in funzione delle regole di calcolo applicabili ad
ognuna di esse; sono previsti tre livelli.
• FAIR VALUE DISCLOSURES  Per le attività/passività valutate a fair value rientranti nei livelli 2 e 3 occorre
fornire una disclosure sulle tecniche di valutazione adottate e degli input utilizzati. Per quelli di terzo livello è
necessario fornire anche una sensitivity analysis sui possibili effetti sull’utile/OCI di una variazione degli input.
Gerarchia dei Fair Value (Fair Value Hierarchy)
23
MARK-TO-MARKET
LIVELLO 1
Il fair value viene stimato sulla base dei prezzi di
mercato quotati in mercati attivi.
MARK-TO-MODEL
LIVELLO 2
Il valore è desumibile dalle quotazioni di attività simili
(comparabili) o emerge dall'applicazione di tecniche di
valutazione che utilizzano come input dati osservabili
dal mercato (esempio: Tassi di interesse, yield curve,
credit spreads, etc.).
LIVELLO 3
Il valore è ottenuto sulla base di tecniche di valutazione
che utilizzano come input uno o più parametri non
desumibili direttamente sul mercato. Gli input in
pratica dovrebbero riflettere le ipotesi in termini di
rendimento e rischio che un investitore utilizzerebbe
per stimare il prezzo di attività/passività similari.
Quali caratteristiche dovrebbe avere una tecnica di valutazione
per essere applicata nel mark-to-model?
• Gli input dovrebbero riflettere le aspettative di mercato.
• Il modello di valutazione dovrebbe riflettere le regole e la logica
di valutazione che comunemente viene usata dagli operatori di
mercato nella valutazione di strumenti finanziari uguali o
similari.
• Se esiste una tecnica che viene generalmente impiegata dagli
operatori e questa ha dimostrato di fornire delle stime di prezzo
attendibili, l'entità deve utilizzare tale tecnica.
Quali sono gli input principali di una tipica tecnica di
valutazione?
• Time Value  Risk free rate
• Credit Risk  Default (credit) spread su risk free rate
• Misure di Rischio  Volatility, Beta, etc.
• Costi di transazione e servizio dell'attività/passività finanziaria.
Quali sono le principali tecniche di valutazione impiegate?
• Discounted Cash Flow (DCF) e più in generale tecniche derivate
dal criterio del NPV (Net Present Value)
• Modelli di pricing dei derivati.
• Modellizzazioni che sfruttano sistemi di simulazione Monte
Carlo.
Gerarchia del Fair Value: Esempi di Rappresentazione a Bilancio
Intesa Sanpaolo
Gerarchia del Fair Value:
Ripartizione per Livelli di
Fair Value
BNP Paribas Group
Classi e Classificazione degli Strumenti
nella Gerarchia del Fair Value per Assets
e Liabilities misurati al Fair Value
24
Alcune Problematiche Legate all'Applicazione del Fair Value Accounting
25
PREMESSA
• La gerarchia dei fair value individua i possibili livelli di discrezionalità nella fissazione dei criteri da utilizzare
per determinare il fair value.
Livello 1 (Bassa Discrezionalità)  Livello 3 (Alta Discrezionalità)
• La gerarchia dei fair value non rappresenta tuttavia una scala di coerenza e attendibilità del valore stimato di
uno strumento finanziario.
ALCUNI POSSIBILI LIMITI
• L'applicazione del criterio del fair value può tendere in certe fasi ad aumentare la volatilità del risultato
economico, e secondo molti pone il dubbio sull’opportunità di valutare i titoli sulla base dei prezzi di mercato,
se non c’è un effettivo obiettivo alla loro vendita nel breve periodo.
• Nelle fasi di turbolenza dei mercati, accompagnate da crisi di liquidità, un fair value basato sui prezzi di
mercato può fornire una misura distorta del valore di uno strumento finanziario. In queste fasi, almeno da un
punto di vista teorico, si dovrebbe preferire un stima del fair value basata sul “valore intrinseco”, ovvero un fair
value ottenuto sulla base di un modello di analisi fondamentale (mark-to-model).
• Il fair value può avere un effetto prociclico, sia nelle fasi di caduta dei prezzi (durante le quali in particolare le
richieste di adeguamento dei margini tendono ad innescare ulteriori vendite e conseguenti cadute nei prezzi),
sia nelle fasi di euforia (durante le quali tendono a gonfiare gli utili, con effetti distorsivi sugli stessi sistemi di
incentivi per il management).
• L’applicazione della FVO (Fair Value Option) alle passività espone l'utile delle banche alle variazioni di fair
value imputabili a variazioni del merito creditizio delle stesse (Own Credit Risk), con effetti "irrazionali" e
distorsivi sul risultato di esercizio e di conseguenza sul patrimonio.
Fair Value: Un Esempio degli Effetti della Sottostima del Rischio
26
For the system as a whole, one way of illustrating the consequences of underestimating risk is to translate it into “fair value” insurance premia.
For example, consider a financial firm offering insurance against moves in future equity prices by writing put options in mid-2007. Pricing of this
insurance is assumed to be based on the distribution of equity returns during the Golden Decade (1998-2007). If the “true” distribution of returns
were its long-run average, by how much would this insurance have been underpriced in 2007?
The chart provides some answers for a selection of strike prices for the option. The degree of underpricing of risk is large and is larger for options
designed to protect against tail risks (lower strike prices). For at-the-money options on UK equities, the insurance premium would have been
underpriced by around 45%; for options well out-of-the-money – say, 50% below equity prices at the time – the mispricing would have been nearer
90%. This is risk underpricing on a dramatic scale.
These examples are no more than illustrative. But they help illustrate that the quantitative consequences of disaster myopia were material ahead
of crisis and may have contributed importantly to the price of risk being set too low. And that, in turn, helped sow the seeds of the credit boom.
FONTE: Haldane A.G., (2009), “Why Banks Failed the Stress Test.”, Speech at the Marcus-Evan Conference on Stress-Testing, London 9-10 Febraury, BIS Review, 18.
Percentage Under-valuation of a Put Option on
UK Equities During the Golden Decade (1998-2007)
Livelli di Fair Value nelle Banche Europee
Fonte: BANCA D’ITALIA - Rapporto sulla Stabilità Finanziaria n. 6, Novembre 2013
27
Attività Finanziarie: Classificazione, Valutazione ed Effetti Contabili
CATEGORIA DI
ATTIVITÀ FINANZIARIA
TIPOLOGIA DI STRUMENTI
FINANZIAMENTI E CREDITI
(LS –Loans and Receivables)
Finanziamenti, Titoli di Debito con scadenza
definita, pagamenti fissi o determinabili e solo se
non quotati
Costo Ammortizzato con
Impairment Test (ACIT)
Utile (perdita) a conto economico
nell'esercizio in cui matura
ATTIVITÀ FINANZIARIE
VALUTATE AL FAIR VALUE
Attività designate al fair value sulla base della
FVO (Fair Value Option). Non possono essere
riclassificate in questa categoria partecipazioni
(no prezzi mercato, no metodi di stima fair value
attendibili) e strumenti di copertura
Fair Value Through Profit
and Loss (FVTPL)
Variazione del fair value a conto economico
ATTIVITÀ FINANZIARIE
DETENUTE PER LA
NEGOZIAZIONE
(HFT – Held for Trading)
Titoli di Debito (Obbligazioni, Titoli di stato,
Certificati di Deposito, etc.); Titoli di Capitale
(azioni, quote di OICR che comprendono ad
esempio fondi azionari, obbligazionari e
immobiliari, hedge funds, Sicav, etc.); Strumenti
Derivati che non sono rilevati come strumenti di
copertura
Fair Value Through Profit
and Loss (FVTPL)
Variazione del fair value a conto economico
ATTIVITÀ FINANZIARIE
DETENUTE FINO ALLA
SCADENZA
(HTM – Held to Maturity)
Prevedono pagamenti e scadenze fisse e
determinabili. L’impresa ha la capacità di
detenere l’attività finanziaria fino alla scadenza.
Finanziamenti quotati in un mercato attivo, Titoli
di Debito con scadenza definita e pagamenti fissi
o determinabili e solo se quotato. (NB: La
Circolare 262 impone la clausola "strumenti
quotati in un mercato attivo", requisito non
necessario per lo IAS 39). Non comprendono
azioni.
Costo Ammortizzato con
Impairment Test (ACIT)
Utile (perdita) a conto economico
nell'esercizio in cui matura
Fair Value con contropartita
a patrimonio netto
• Imputazione a patrimonio netto delle
variazioni di fair value (OCI – Other
Comprehensive Income).
• La variazione cumulata della riserva viene
girata a conto economico quando l'attività
è ceduta o rimborsata.
• Imputazione a conto economico delle
perdite di valore, che non sono considerate
recuperabili, sulla base di impairment test.
ATTIVITÀ FINANZIARIE
DISPONIBILI PER LA
VENDITA
(AFS – Available for Sales)
Categoria Residuale (Titoli di debito e capitale) in
cui vengono ricomprese tutte le attività non
rientranti nelle altre categorie e che sono
detenute per un periodo di tempo non definito.
CRITERIO DI
VALUTAZIONE
28
EFFETTI A BILANCIO
Passività Finanziarie: Classificazione, Valutazione ed Effetti Contabili
CATEGORIA DI
PASSIVITÀ FINANZIARIA
TIPOLOGIA DI STRUMENTI
CRITERIO DI
VALUTAZIONE
29
EFFETTI A BILANCIO
PASSIVITÀ FINANZIARIE
VALUTATE AL FAIR VALUE
Passività Finanziarie (sotto qualunque forma
tecnica) classificate al fair value sulla base della
FVO (Fair Value Option).
Fair Value Through Profit
and Loss (FVTPL)
Variazione del fair value a conto economico
PASSIVITÀ FINANZIARIE DI
NEGOZIAZIONE
(HFT – Held for Trading)
Passività finanziarie che si ha l'intenzione di
riacquistare a breve. Strumenti derivati che non
sono rilevati come strumenti di copertura.
Fair Value Through Profit
and Loss –(FVTPL)
Variazione del fair value a conto economico
DEBITI E TITOLI IN
CIRCOLAZIONE
Debiti verso banche, debiti verso clientela, etc.,
titoli in circolazione che ricomprendono varie
forme di provvista interbancaria e verso la
clientela (Buoni fruttiferi, Certificati di Deposito,
operazioni proto contro termine, etc.)
Costo Ammortizzato con
Impairment Test (ACIT)
Utile (perdita) a conto economico
nell'esercizio in cui matura
30
THE ANALYST'S CHECKLIST
• Applicazione del Criterio del Costo Ammortizzato alla
Valutazione dei Crediti.
• Tasso di Interesse Effettivo (TIE).
• Impairment/Riprese di Valore.
• Incurred Loss vs. Expected Loss.
• Valutazione Analitica.
• Valutazione Collettiva.
• Crediti Performing.
• Crediti Non Performing.
• Classificazione dei Crediti Deteriorati (Sofferenze,
Incagli, Ristrutturati, Crediti Scaduti).
• Gross loans.
• Net Loans.
• Reserve for loan losses.
• NPL's Cover Ratio.
• Net Charge Off.
• Diversità nella Definizione dei NPL tra Paesi Europei.
• Definizione EBA delle Esposizioni Non Performig nei
nuovi Tracciati Segnaletici.
• Coperture e Stralci delle Perdite.
• Eccedenza della Perdita Attesa sulle Rettifiche Nette
Contabili (Delta PA).
• Indicatori Qualità del Credito.
Crediti (Loans & Receivable)
Crediti (Loans & Receivable): Criteri di Valutazione
31
• I finanziamenti classificati come Crediti o come Investimenti HTM devono essere valutati secondo il criterio del
costo ammortizzato.
• Il costo ammortizzato di un finanziamento deve essere ricalcolato ad ogni variazione dei tassi di interesse o dei
flussi di cassa originariamente previsti e a seguito di qualsiasi processo di impairment/ripresa di valore.
• La quantificazione delle perdite di valore collegate alle stime di impairment sia per gli IFRS che gli US GAAP
segue una logica di Incurred Loss (perdita avvenuta). Lo stato di impairment deve pertanto rilevare solo quelle
perdite di valore riferite ad elementi oggettivi e quantificabili al momento della valutazione.
• Nell'ambito della vigilanza prudenziale Basilea II, nel caso di adozione di modelli interni di tipo IRB, l'approccio
utilizzato segue invece una logica Expected Loss (perdita attesa). Le perdite di valore sono quindi stimate in un
ottica prospettica (12 mesi) sulla base della seguente formulazione:
EL = EAD PD LGD
• Attualmente è in discussione l'adozione di un nuovo standard contabile basato su un modello di expected
cash flow. L'evoluzione dei criteri di valutazione dovrebbe portare ad un sistema di regole comuni sia per gli
IFRS (IFRS 9) che per gli US GAAP.
IASB COMPLETES REDELIBERATIONS ON EXPECTED CREDIT LOSS MODEL; SETS 2018 EFFECTIVE DATE
FONTE: ey.com/IFRS, Issue 74/February 2014.
• La stima delle perdite di valore può avvenire o su base individuale (Valutazione Analitica) o per classi
omogenee di attività (Valutazione Collettiva).
• La regola generale prevede che i crediti che non manifestano un'oggettiva perdita di valore devono essere
valutati collettivamente in portafogli omogenei, cioè con caratteristiche omogenee in termini rischio di credito.
Valutazione Analitica vs. Valutazione Collettiva
Esistono
elementi oggettivi
di perdita
(loss event)?
NO
SI
Il credito è
significativo?
NO
VALUTAZIONE
COLLETTIVA
SI
VALUTAZIONE
ANALITICA
32
• Clusterizzazione per classi omogenee di rischio e
relative stime tassi di perdita e attualizzazione.
• In genere per stimare le perdite si ricorre a metodi
statistici basati su tassi storici di perdita.
• La somma delle perdite stimate per ogni gruppo di
crediti individua l'ammontare complessivo delle
svalutazioni.
• La differenza rispetto al periodo precedente
determina l'ammontare dell'impairment o la ripresa di
valore.
Stima flussi di cassa per
ogni singola posizione e
attualizzazione al TIE
Le banche dispongono di serie storiche ormai
significative sui tassi di default dei propri
portafogli. Logica vorrebbe pertanto che le
banche utilizzino questi dati per il calcolo
dell’impairment collettivo. Tuttavia in certi
casi, evidentemente per una scelta di
convenienza, le banche utilizzano i tassi medi
di default storici elaborati da Banca d'Italia
per l'intero sistema bancario.
Esempio Calcolo Costo Ammortizzato 
Nozionale
Durata
Rimborso del Capitale
Tasso contrattuale
Commissione up-front:
Erogazione Netta
150.000
10
Bullet
8,5%
3.750
146.250
Cash
Flows
12.750
12.750
12.750
12.750
12.750
12.750
12.750
12.750
12.750
162.750
277.500
Anno
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
Totale
=
Present
Value
11.709
10.754
9.876
9.070
8.329
7.650
7.025
6.452
5.925
69.460
146.250
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
A
Inizio
Anno
146.250
146.498
146.768
147.063
147.383
147.732
148.112
148.525
148.976
149.466
B
Interessi
Effettivi
12.998
13.020
13.044
13.070
13.099
13.130
13.164
13.200
13.240
13.284
1+
CALCOLO TASSO INTERESSE EFFETTIVO (TIE)
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
CALCOLO COSTO AMMORTIZZATO (AMORTIZED COST)
Anno
33
C
Cash
Flows
12.750
12.750
12.750
12.750
12.750
12.750
12.750
12.750
12.750
162.750
Costo
Ammortizzato
146.498
146.768
147.063
147.383
147.732
148.112
148.525
148.976
149.466
0
8,888%
-146.250
12.750
12.750
12.750
12.750
12.750
12.750
12.750
12.750
12.750
162.750
<-- TIE
<-- Importo Erogato
<-- Interessi
<-- Interessi
<-- Interessi
<-- Interessi
<-- Interessi
<-- Interessi
<-- Interessi
<-- Interessi
<-- Interessi
<-- Capitale + Interessi
COSTO AMMORTIZZATO = A + B – C
FINANZIAMENTI A TASSO VARIABILE
• Per la stima dei flussi di cassa futuri è possibile impiegare due metodi per
aggiornare il valore delle rate:
 Si mantiene costante l’ultimo tasso variabile pagato.
 Si utilizzano i tassi forward per le scadenze future.
• Ad ogni modifica del tasso variabile corrisponde un nuovo TIR. Questo
implica che il costo ammortizzato deve essere ricalcolato ad ogni
cambiamento del tasso di interesse: il capitale iniziale su cui calcolare il
nuovo costo ammortizzato è il costo ammortizzato determinato nel periodo
precedente.
FINANZIAMENTI A BREVE TERMINE
• Per questa tipologia di finanziamenti non si procede in genere per prassi
all'attualizzazione dei flussi di cassa futuri.
Esempio Calcolo Costo Ammortizzato
(segue)
34
APPLICAZIONE EXCEL: MODELLIZZAZIONE CALCOLO
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
A
B
Nozionale
Durata
Rimborso del Capitale
Tasso contrattuale
Commissione up-front:
Erogazione Netta
Anno
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
Totale
D
E
Present
Value
=B10/(1+$F$10)^A10
=B11/(1+$F$10)^A11
=B12/(1+$F$10)^A12
=B13/(1+$F$10)^A13
=B14/(1+$F$10)^A14
=B15/(1+$F$10)^A15
=B16/(1+$F$10)^A16
=B17/(1+$F$10)^A17
=B18/(1+$F$10)^A18
=B19/(1+$F$10)^A19
=SOMMA(C10:C19)
Inizio
Anno
Anno
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
=C7
=E26
=E27
=E28
=E29
=E30
=E31
=E32
=E33
=E34
F
G
CALCOLO TASSO INTERESSE EFFETTIVO (TIE)
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
CALCOLO COSTO AMMORTIZZATO (AMORTIZED COST)
23
24
25
26
27
28
29
30
31
32
33
34
35
Cash
Flows
=$C$2*$C$5
=$C$2*$C$5
=$C$2*$C$5
=$C$2*$C$5
=$C$2*$C$5
=$C$2*$C$5
=$C$2*$C$5
=$C$2*$C$5
=$C$2*$C$5
=$C$2*$C$5+C2
=SOMMA(B10:B19)
C
150000
10
Bullet
0,085
3750
=C2-C6
Interessi
Effettivi
=B26*$F$10
=B27*$F$10
=B28*$F$10
=B29*$F$10
=B30*$F$10
=B31*$F$10
=B32*$F$10
=B33*$F$10
=B34*$F$10
=B35*$F$10
Cash
Flows
=$C$2*$C$5
=$C$2*$C$5
=$C$2*$C$5
=$C$2*$C$5
=$C$2*$C$5
=$C$2*$C$5
=$C$2*$C$5
=$C$2*$C$5
=$C$2*$C$5
=C2+D34
Costo
Ammortizzato
=B26+C26-B10
=B27+C27-B11
=B28+C28-B12
=B29+C29-B13
=B30+C30-B14
=B31+C31-B15
=B32+C32-B16
=B33+C33-B17
=B34+C34-B18
=B35+C35-B19
=TIR.COST(F11:F21)
=-C7
=B10
=B11
=B12
=B13
=B14
=B15
=B16
=B17
=B18
=B19
<-- TIE
<-- Importo Erogato
<-- Interessi
<-- Interessi
<-- Interessi
<-- Interessi
<-- Interessi
<-- Interessi
<-- Interessi
<-- Interessi
<-- Interessi
<-- Capitale + Interessi
Esempio Calcolo Costo Ammortizzato: Impairment & Ripresa di Valore 
Nozionale
Durata
Rimborso del Capitale
Tasso contrattuale
Commissione up-front:
Erogazione Netta
Tasso Interesse Effettivo (TIE)
Anno
Inizio
Anno
150.000
10
Bullet
8,5%
3750
146.250
8,888%
Interessi
Effettivi
Cash
Flows
Costo
Ammortizzato
1
146.250
12.998
12.750
2
146.498
13.020
12.750
3
146.768
13.044
12.750
Impairment (Ipotesi perdita 70% valore nozionale con 3 anni tempo di recupero)
4
5
6
81.331
88.559
96.430
7.228
7.871
8.570
0
0
105.000
146.498
146.768
147.063
65.732
81.331
88.559
96.430
0
Impairment = Costo Ammortizzato alla data di Impairment - Importo Recuperabile/(1+TIE)
Anno
Inizio
Anno
81.331
Interessi
Effettivi
7.228
4
Ripresa di Valore (Interamente rimborsato)
5
6
7
8
9
10
147.383
147.732
148.112
148.525
148.976
149.466
35
13.099
13.130
13.164
13.200
13.240
13.284
Cash
Flows
0
12.750
12.750
12.750
12.750
12.750
162.750
Tempo di Recupero
Costo
Ammortizzato
88.559
58.824
147.383
147.732
148.112
148.525
148.976
149.466
0
147.383 <-- Costo Ammortizzato Originario Anno 4
Ripresa di Valore = Min (Importo Precedente Impairment , Costo Ammortizzato Originario Data di Ripristino - Costo Ammortizzato Data di Ripristino)
(segue) Esempio
Calcolo Costo Ammortizzato: Impairment & Ripresa di Valore 36
APPLICAZIONE EXCEL: MODELLIZZAZIONE CALCOLO
A
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
B
Nozionale
Durata
Rimborso del Capitale
Tasso contrattuale
Commissione up-front:
Erogazione Netta
Tasso Interesse Effettivo (TIE)
Inizio
Anno
Anno
C
D
=E15
=E16
=E17
F
G
H
I
J
150000
10
Bullet
0,085
3750
146250
0,088876255213
Interessi
Effettivi
=B11*$C$8
=B12*$C$8
=B13*$C$8
Cash
Flows
=$C$2*$C$5
=$C$2*$C$5
=$C$2*$C$5
=B16*$C$8
=B17*$C$8
=B18*$C$8
0
0
=C2*70%
1
=C7
2
=E11
3
=E12
Impairment (Ipotesi perdita 70% valore nozionale con 3 anni tempo di recupero)
4
5
6
E
Costo
Ammortizzato
=B11+C11-D11
=B12+C12-D12
=B13+C13-D13
=E13-70%*C2/(1+C8)^3
=E13-E14
=B16+C16
=B17+C17
=B18+C18-D18
Tempo di Recupero
20 Impairment = Costo Ammortizzato alla data di Impairment - Importo Recuperabile/(1+TIE)
21
Inizio
Interessi
Cash
Costo
Anno
Anno
Effettivi
Flows
Ammortizzato
22
23 4
=E15
=C16
0
=B23+C23
24 Ripresa di Valore (Interamente rimborsato)
=MIN(E14;G24-E23)
25
=E23+E24
26 5
=E25
=B26*$C$8
=$C$2*$C$5
=B26+C26-D26
27 6
=E26
=B27*$C$8
=$C$2*$C$5
=B27+C27-D27
28 7
=E27
=B28*$C$8
=$C$2*$C$5
=B28+C28-D28
29 8
=E28
=B29*$C$8
=$C$2*$C$5
=B29+C29-D29
30 9
=E29
=B30*$C$8
=$C$2*$C$5
=B30+C30-D30
31 10
=E30
=B31*$C$8
=C2*C5+C2
=B31+C31-D31
32
147382
<-- Costo Ammortizzato Originario Anno 4
33 Ripresa di Valore = Min (Importo Precedente Impairment , Costo Ammortizzato Originario Data di Ripristino - Costo Ammortizzato Data di Ripristino)
Incurred Loss Impairment Model vs. Expected Cash Flow: Un Esempio Teorico
FONTE: Monachino R., "Il Nuovo Modello di Expected Loss: Un'Opportunità da non Perdere", in
M.RUTIGLIANO (a cura di), “Il Bilancio della Banca”, Egea, Milano, 2011.
37
Un modello expected loss dovrebbe, almeno in
teoria, assicurare una maggiore normalizzazione
degli accantonamenti, riducendo l'effetto pro-ciclico
di un modello incurred loss, che rende difficile la
creazione di riserve puramente «statistiche» a fronte
delle perdite attese (cfr. Resti A. e Sironi A., 2008,
"Rischio e Valore nelle Banche", Egea, Milano).
Questo consentirebbe anche di immaginare una
qualche forma di convergenza tra il metodo di calcolo
degli accantonamenti a conto economico e il calcolo
del patrimonio regolamentare, in vista in particolare
della progressiva introduzione del nuovo framework
regolamentare di Basilea 3.
Tutto questo, da un punto di vista teorico, è
certamente condivisibile. Ma da un punto di vista
pratico ci dovremo domandare quale dovrebbe
essere un intervallo minimo sul quale stimare le
perdite attese per far in modo di creare almeno i
presupposti per ridurre effettivamente l'effetto prociclico. I 12 mesi di cui si parla nelle ultime revisioni
dell'IFRS 9 (gli stessi mesi richiesti da Basilea II) non
sembrano rappresentare un intervallo sufficiente.
Inoltre ci dovremo domandare quanto i modelli IRB
implementati delle banche possono in questo momento considerarsi effettivamente forward-looking,
considerando il fatto che la quasi totalità di questi
modelli si fonda in gran parte su metodi di scoring che
per loro natura sono piuttosto backward-looking.
Classificazione Crediti (Loans & Receivable)
38
CREDITI PERFORMING: Crediti in bonis per i quali non sussistono problemi di recuperabilità.
CREDITI NON PERFORMING: Crediti con evidenza oggettiva di perdita  ESPOSIZIONI DETERIORATE
CLASSIFICAZIONE CREDITI DETERIORATI SECONDO LA REGOLAMENTAZIONE ITALIANA
• Sofferenza: esposizione verso una controparte in stato di insolvenza (anche se non accertato
giudizialmente) o in situazione equiparabile, indipendentemente dalla previsione di perdita
formulata dalla banca e dalla presenza di garanzie.
• Incaglio: esposizione verso una controparte in temporanea difficoltà – definita sulla base di fattori
oggettivi – che si ritiene possa essere superata in un congruo periodo di tempo.
CREDITI SCADUTI E/O SCONFINANTI IN VIA CONTINUATIVA:
 150 gg credito al consumo con durata originaria inferiore ai 36 mesi
 180 gg credito al consumo con durata originaria pari o superiore a 36 mesi
 270 gg esposizioni diverse dalle precedenti
• Ristrutturato: esposizione nella quale una banca o un pool di banche, a causa del deterioramento
della situazione economico-finanziaria del debitore, ha/hanno modificato le condizioni originarie
del prestito (riscadenzamento dei termini; riduzione del tasso di interesse), determinando
l’emersione di una perdita.
• Credito Scaduto: esposizione scaduta, in via continuativa, da oltre 90 giorni e non classificata come
sofferenza, incaglio o ristrutturata.
Definizione Crediti Deteriorati: Italia vs. Paesi Europei 
Fonte: BANCA D’ITALIA - Rapporto sulla Stabilità Finanziaria n. 5, Aprile 2013
39
(segue)
Definizione Crediti Deteriorati: Italia vs. Paesi Europei
Fonte: BANCA D’ITALIA - Rapporto sulla Stabilità Finanziaria n. 5, Aprile 2013
40
Segnalazioni EBA Finrep: Definizione Esposizioni Non-Performing
41
La forbearance è rappresentata
dall’eccessiva tolleranza nei
confronti di debitori in
difficoltà, al fine di ritardare
l’aggiustamento dei bilanci
bancari.
Fonte: BANCA D’ITALIA - Rapporto sulla Stabilità Finanziaria n. 6, Novembre 2013
Definizione NPL nelle Regole EBA e nell'AQR 
42
(segue)
Definizione NPL nelle Regole EBA e nell'AQR
43
BNP Paribas Group: Cost of Risk
44
JPMorgan Chase & Co: Allowance for Credit Losses
45
Allowance for credit losses and loans and lending-related commitments by impairment methodology
The table below summarizes information about the allowance for loan losses, loans by impairment methodology, the allowance for lending-related commitments and lendingrelated commitments by impairment methodology.
Sistemi di Contabilizzazione Perdite sui Crediti & Tassi di Copertura
Fonte: BANCA D’ITALIA - Rapporto sulla Stabilità Finanziaria n. 4, Novembre 2012
46
Tempi di Recupero dei Crediti & Consistenza delle Sofferenze
Fonte: BANCA D’ITALIA - Rapporto sulla Stabilità Finanziaria n. 5, Aprile 2013
47
Alcuni Indicatori della Qualità del Credito Elaborati da Bankit
Fonte: BANCA D’ITALIA - Rapporto sulla Stabilità Finanziaria n. 6, Novembre 2013
48
Crediti: Logica Contabile & Regolamentazione Prudenziale
TRATTAMENTO CONTABILE
BALANCE
SHEET
REGULATORY
CAPITAL
Eccedenza della Perdita Attesa sulle
Rettifiche Nette Contabili (Delta PA)
−
=
+
IRB Provision Shortfall 
=
−
+
REGOLAMENTAZIONE PRUDENZIALE
INCOME
STATEMENT
Relazioni Contabili Rilevanti
=
49
+
=
=
−
Alcuni Indici Significativi
Cost of Risk (Loan Loss Provisioning Rate) =
/Gross Loans
Net Charge Off/Gross Loans
Gross Non Performing Loans/Gross Loans
Reserve for Loan Losses/Gross Loans
NPL's Cover Ratio=Reserve for Loan Losses/Gross Non Performing Loans
− Expected Loss
• L’eccedenza delle perdite attese calcolata sulla base di
modelli IRB rispetto alla rettifiche nette contabili viene
portata in deduzione dal CET1.
• L'importo viene dedotto interamente senza considerare
l'impatto fiscale che la deduzione avrebbe se riportata in
bilancio.
• Il calcolo preciso in realtà risulta più complesso ed opera
a livello di singole posizioni e posizioni collettive. La
sommatoria di tutte le IRB Provision Shortfall misurate
su tutte le posizioni viene portato in detrazione dal
CET1; la sommatoria delle posizioni con eccedenze
positive sono portate in aumento del Tier 2 Capital nella
misura massima dello 0.6% degli RWA.
• Le deduzioni legate alle IRB Provision Shortfall seguono il
processo di phase-in previsto da Basilea 3.
50
THE ANALYST'S CHECKLIST
• Operazioni collegate alla derecognition.
• CDO (Colletaral Deb Obbligations).
• ABS (Asset Backet Securities).
• Repos.
• SPE (Special Purpose Entity).
• Quando è Possibile Cancellare un’Attività Finanziaria?
• Full derecognition.
• Continuing involvement.
Derecognition
Presupposti per la Derecognition Secondo gli IFRS & Operazioni Collegate
51
Derecognition: processo di cancellazione di una attività o passività dallo stato patrimoniale.
Cedente (Originator) procede alla cancellazione delle attività finanziaria cedute quando:
(1) Trasferimento dei diritti sui flussi di cassa dell'attività finanziaria. L'entità può trasferire i diritti contrattuali
sui flussi di cassa o continuare a detenere i diritti contrattuali a ricevere i flussi di cassa dell’attività
finanziaria, ma assume un’obbligazione contrattuale a pagare tali flussi ad una o più controparti.
(2) L'entità perde il diritto a godere dei benefici e non sopportare più i relativi rischi (risks & rewards).
TIPICHE OPERAZIONI COLLEGATE AI
PROCESSI DI DERECOGNITION
• Securitization: A means of obtaining cost-effective funding by making use of a portfolio of assets, usually receivables held by an
entity (such as loans, mortgages and credit cards). These assets are usually sold to an SPE (Special Purpose Entity) that then repackages the receivables as asset-backed securities (ABS) that it sells on in the market to investors for cash consideration. The
notes issued to the investors are secured on the underlying assets that have been transferred to the SPE. Often investors require a
form of credit enhancement either by way of credit insurance, third-party guarantees, or other collateral. This credit enhancement
ensures the notes issued out of the SPE are marketable to investors. (Cfr. slide successiva)
• Repurchase agreements (repos): Transactions involving the sale of a financial asset (a transfer of all the rights attaching to the
financial asset) with a simultaneous agreement to repurchase it at a specified price at a specified future date. In a typical
repurchase agreement, an entity sells a security such as a government bond to a third party in return for a cash consideration that
is then reinvested in other assets that earn a return. At the specified date, the transferor repurchases that security at the agreed
price. Financial institutions and other entities normally enter into these agreements because they provide liquidity and the
opportunity to earn excess returns on the collateral.
FONTE: PricewaterhouseCoopers
Typical CDO Contractual Relationships
52
FONTE: Duffie D. (2008), "Innovations in Credit risk Transfer: Implications for Financial Stability", BIS Working Papers, No. 255.
Derecognition of Financial Assets
53
Determinare se i principi di eliminazione di
seguito sono applicati a una parte o a tutta
l'attività (o gruppo di attività simili)
Consolidare tutte le controllate
(incluse eventuali SPV)
I diritti a ricevere i flussi finanziari derivanti SI
dall'attività sono scaduti?
SI
L'entità ha trasferito i propri diritti a
ricevere i flussi finanziari derivanti
dall'attività?
NO
NO
L'entità ha assunto un'obbligazione a
pagare i flussi finanziari derivanti
dall'attività?
SI
L'entità ha trasferito sostanzialmente tutti i SI
rischi e i benefici?
NO
SI L'entità ha mantenuto sostanzialmente tutti
i rischi e i benefici?
NO
L'entità ha mantenuto il controllo
dell'attività?
SI
Continua a rilevare l'attività nella misura
del coinvolgimento residuo dell'entità
NO
Eliminare l'attività
Continuare a rilevare l'attività
NO
Derecognition: Accounting Treatment
54
Transferee: The buyer in a transaction.
Transferor: The seller in a transaction
*With recognition of any new assets or liabilities
FONTE: PricewaterhouseCoopers
> Full derecognition (off balance sheet): An entity that derecognises a financial asset in its entirety includes the difference between the carrying
amount of the asset and the consideration received (including any cumulative gain or loss that had been recognised directly in equity) in the
income statement.
> No derecognition (on balance sheet): A transaction is accounted for as a collateralised borrowing if the transfer does not satisfy the conditions
for derecognition. The entity recognises a financial liability for the consideration received for the transferred asset. If the transferee has the right to
sell or repledge the asset, it is presented separately in the balance sheet (for example, as a loaned asset, pledged security or repurchased
receivable). In subsequent periods, the entity recognises income relating to the transferred assets and any expense incurred on the financial
liability. Where a derivative forms part of the transaction and precludes the asset from being derecognised, the derivative is not accounted for
separately, as this would result in the derivative being accounted for twice.
> Full derecognition with recognition of new assets or liabilities retained: When an entity has neither transferred nor retained substantially all the
risks and rewards but has transferred control, it derecognises the financial asset and recognises separately as assets or liabilities any rights and
obligations created or retained in the transfer. For example, if an entity sells an asset that is traded in an active market but retains a call option to
buy back that asset at a fixed price, the transferor derecognises the asset and recognises the call option.
> Continuing involvement: Under the continuing involvement approach, the entity continues to recognise part of the asset. The amount of the
asset that continues to be recognised is the maximum amount of the entity’s exposure to that particular asset or its previous carrying amount, if
lower. The presentation of the asset and liability will result in the recognition of the entity’s remaining exposure on the balance sheet on a gross
basis (ie, both an asset and a liability). The asset will be measured either at fair value if the asset was previously held at fair value, or at amortised
cost if the asset was previously accounted for on that basis. The treatment of the changes in the liability should be consistent with the treatment of
changes in the asset. Consequently, when the transferred asset is classified as available for sale, gains and losses on both the asset and the liability
are taken to equity.
Derecognition: IFRS vs. US GAAP
FONTE: PricewaterhouseCoopers
55
Derecognition: Cancellazione
56
• Le attività che vengono cancellate devono essere integralmente stornate.
• La differenza tra il valore di iscrizione a bilancio dell'attività e il valore ricevuto dalla cessione (oltre a qualsiasi
guadagno perdita cumulato rilevato tra le riserve di valutazione come nel AFS) deve essere contabilizzata a
conto economico (Utili Perdite da Cessione Riacquisto)
• Se la banca acquista i titoli della cartolarizzazione li iscriverà al valore di bilancio in uno dei portafogli in base al
management intent
ESEMPIO
Cessione crediti per 1.000 al prezzo di 1.100 e riacquisto titoli junior collegati alla cartolarizzazione per 50.
PRIMA DELLA CESSIONE
» Stato Patrimoniale (Attivo)
Crediti vs. Clientela = 1.000
DOPO LA CESSIONE
» Stato Patrimoniale (Attivo)
Crediti vs. Clientela = 0
Cassa = 1.050 = 1.100 – 50
Titoli di Debito = 50
» Conto Economico
Utili (Perdite) da Cessione Riacquisto = 100 = 1.100 – 1000
Derecognition: Rilevazione
57
• La banca ha mantenuto il rischio, le attività quindi restano iscritte nel portafoglio in cui erano state classificate
e valutate a seconda le regole del portafoglio di appartenenza.
• A fronte delle "attività cedute" non cancellate, dovrà essere rilevata una passività finanziaria per la
contropartita ricevuta.
• L’importo di tale passività (figurata) sarà al netto di eventuali titoli riacquistati.
• Negli esercizi successivi la banca continuerà a rilevare qualunque entrata relativa all’attività e qualunque uscita
relativa alla passività.
ESEMPIO
Cessione crediti per 1000 e riacquisto titoli collegati alla cartolarizzazione per un valore di 150.
PRIMA DELLA CESSIONE
» Stato Patrimoniale (Attivo)
Crediti vs. Clientela = 1.000
DOPO LA CESSIONE
» Stato Patrimoniale (Attivo)
Crediti vs. Clientela = 1.000
Cassa = 850 = 1.000 - 150
» Stato Patrimoniale (Passivo)
Debiti vs. Clientela = 850 = 1.000 – 150
Ogni anno dovranno essere rilevate a le componenti economiche a:
» Conto Economico
Interessi Attivi e Proventi Assimilati
Interessi Passivi e Oneri Assimilati
Derecognition: Continuing Involvement
58
• Il Continuing involvement è rappresentato dal minor valore tra l’importo dell’asset e la garanzia rilasciata (nei
limiti del prezzo ricevuto)
• La passività associata è inizialmente rilevata per l’ammontare della garanzia rilasciata più il fair value della
stessa garanzia (corrispettivo ricevuto al rilascio).
ESEMPIO
Cessione crediti per 1.000 al prezzo di 850 e rilascio di una garanzia per un valore complessivo di 750.
PRIMA DELLA CESSIONE
» Stato Patrimoniale (Attivo)
Crediti vs. Clientela = 1.000
DOPO LA CESSIONE
» Stato Patrimoniale (Attivo)
Crediti vs. Clientela = 750
Cassa = 850
» Stato Patrimoniale (Passivo)
Debiti vs. Clientela = 750
» Conto Economico
Utili (Perdite) da Cessione Riacquisto = -150 = 850 – 1.000
» Attività Fuori Bilancio
Garanzie = 750
59
THE ANALYST'S CHECKLIST
• Definizione e Tipologie di Derivati.
• Mercati OTC.
• Rischi Associati all'Attività in Derivati.
• Derivative Position: Gross Market Value vs. Gross.
Credit Exposure.
• Bilateral Clearing vs. Central Clearing.
• Derivati di Trading.
• Derivati Incorporati.
• Derivati di Copertura.
• Coperture "Naturali".
• Hedging Accounting.
• Fair Value Hedge.
• Cash Flow Hedge.
• Hedge of Net Investment in a Foreign Entity.
• Copertura Efficace.
• Regole per la Valutazione dei Derivati.
• Derivatives Netting.
• Reporting Net vs. Gross.
• Externalities in Financial Network.
• Too-Connected-to-Fail.
Strumenti Derivati
Derivati: Alcune Definizioni Rilevanti
COSA SONO?
60
DERIVATI: strumenti finanziari il cui valore cambia in funzione delle variazioni di una attività sottostante (bond, stock,
index, currency, commodity, interest rate…). La caratteristica che li contraddistingue è il fatto di essere eseguiti e regolati
ad una data futura, rispetto alla data di negoziazione; l'investimento iniziale è genere nullo o comunque limitato.
• Forward-based
LE TRE
TIPOLOGIE
PRINCIPALI
are contracts with a mandatory requirement to settle at a set point in time in the future at a specified price. The agreement
stipulates the reference rate – e.g. interest rate or currency exchange rate – the settlement date and the notional value. A forward
contract that is exchange-traded is generally referred to as a ‘futures contract’. Futures are generally based on interest rates,
currencies, commodities or stock market indices. OTC forward-based derivatives are generally referred to as ‘forward agreements’.
The two most common types of OTC forward agreements are based on interest rates and foreign exchange rates.
• Swap-based
are contracts in which counterparties exchange, over a period of time, one stream of cash flows for another stream of cash flows. The streams are
referred to as ‘legs’ of the swap agreement. The cash flows are normally calculated with reference to a notional amount, which is often not
exchanged by the counterparties – e.g. interest rate swaps. Swap-based derivatives are a type of forward-based derivative because their structure
is a series of forwards.
• Option-based
include contracts that give one party the right, but not the obligation, to engage in a transaction to buy or sell an asset on a set date or within a
set period of time at a particular (strike) price. Options can be exchange-traded or OTC.
(FONTE: KPMG)
COME SONO
SCAMBIATI
• Derivati Quotati in Mercati Regolamentati: negoziati in base a regole (sottostanti, importi, scadenze, etc.)
standardizzate. Le posizioni vengono regolate centralmente tramite organismi di compensazione.
• Derivati Non Quotati (OTC – Over-The-Counter): rappresentano oltre il 90% del valore nozionale complessivo a livello
globale.
I RISCHI
ASSOCIATI
• Rischio di Credito (Controparte): rischio di perdita in caso di default della controparte. Rappresenta la componente di
rischio più significativa per i derivati OTC.
• Rischio di Liquidità: rischio che può diventare molto elevato nei derivati OTC che a seguito di movimenti avversi si
possono generare richieste di adeguamento dei margini significativi. Nel caso di derivati quotati il rischio di liquidità
dovrebbe essere basso in quanto spostato sulla cassa di compensazione.
• Rischio di Mercato: rischio di perdita collegato a moventi avversi di mercato.
• Rischio Operativo: rischio di perdite derivanti da inadeguatezza o disfunzione di procedure, risorse umane, sistemi
interni, eventi esogeni.
• Rischio Sistemico: rischio che il default di una controparte possa a sua volta comportare problemi di solvibilità su altre
controparti. Elevato per i derivati OTC e per questo che si cerca di andare verso una stanza di compensazione
internazionale anche per i derivati OTC.
Derivati: Mappa delle Cose da Ricordare
CRITERI DI VALUTAZIONE
61
» Tutti i derivati sono valutati al Fair Value
» Vengono sempre classificati come HFT ad eccezione di
quelli designati come efficaci strumenti di copertura
secondo le regole previste dall'hedge accounting
TRATTAMENTO CONTABILE
DERIVATI DI TRADING
RAPPRESENTAZIONE
IN BILANCIO
DERIVATI DI COPERTURA
DERIVATI INCORPORATI
REPORTING SU BASE
"LORDA" O "NETTA"
IFRS
US GAAP
DERIVATIVES NETTING
BILATERAL
CLEARING
DERIVATI QUOTATI
SISTEMI DI CLEARING
CENTRAL
CLEARING
DERIVATI OTC
PRINCIPALI FATTORI
DI RISCHIO
VALORE DELLE ESPOSIZIONI
E RISCHIO DI CREDITO
EXTERNALITIES IN
FINANCIAL NETWORK
RISCHIO
SISTEMICO
Derivati: Valori Nozionali OTC vs. Organised Exchanges
62
Amounts outstanding of over-the-counter (OTC) derivatives - Notional amounts outstanding (bi l l i ons of US doll a rs )
Dec.98
Foreign exchange contracts
Forwards and forex swaps
Currency swaps
Options
Interest rate contracts
Forward rate agreements
Interest rate swaps
Options
Equity-linked contracts
Forwards and swaps
Options
Commodity contracts
Gold
Other commodities
Forwards and swaps
Options
Credit default swaps
Single-name instruments
Multi-name instruments
of which index products
Unallocated
TOTAL
Dec.99
18,011
12,063
2,253
3,695
50,015
5,756
36,262
7,997
1,488
146
1,342
408
175
233
137
97
...
...
...
...
...
...
...
...
10,387
80,309
Dec.00
14,344
9,593
2,444
2,307
60,091
6,775
43,936
9,380
1,809
283
1,527
548
243
305
163
143
...
...
...
...
11,408
88,202
Dec.01
15,666
10,134
3,194
2,338
64,668
6,423
48,768
9,476
1,891
335
1,555
662
218
445
248
196
...
...
...
...
12,313
95,199
Dec.02
16,748
10,336
3,942
2,470
77,568
7,737
58,897
10,933
1,881
320
1,561
598
231
367
217
150
18,448
10,719
4,503
3,226
101,658
8,792
79,120
13,746
2,309
364
1,944
923
315
608
402
206
...
...
...
...
14,384
111,178
Dec.03
Dec.04
Dec.05
Dec.06
Dec.07
Dec.08
Dec.09
Dec.10
Dec.11
Dec.12
Jun.13
24,475
12,387
6,371
5,717
141,991
10,769
111,209
20,012
3,787
601
3,186
1,406
344
1,062
420
642
29,288
14,950
8,223
6,115
190,502
12,789
150,631
27,082
4,385
756
3,629
1,445
370
1,074
558
516
6,396
5,117
1,279
31,360
15,873
8,504
6,984
211,970
14,269
169,106
28,596
5,793
1,177
4,617
5,434
334
5,100
1,909
3,191
13,908
10,432
3,476
40,271
19,882
10,792
9,597
291,581
18,668
229,693
43,221
7,488
1,767
5,720
7,115
640
6,475
2,813
3,663
28,650
17,879
10,771
56,238
29,144
14,347
12,748
393,138
26,599
309,588
56,951
8,469
2,233
6,236
8,455
595
7,861
5,085
2,776
58,244
32,486
25,757
50,042
24,494
14,941
10,608
432,657
41,561
341,128
49,968
6,471
1,627
4,844
4,427
395
4,032
2,471
1,561
41,883
25,740
16,143
49,181
23,129
16,509
9,543
449,875
51,779
349,288
48,808
5,937
1,652
4,285
2,944
423
2,521
1,675
846
32,693
21,917
10,776
57,796
28,433
19,271
10,092
465,260
51,587
364,377
49,295
5,635
1,828
3,807
2,922
397
2,525
1,781
744
29,898
18,145
11,753
7,476
39,536
601,046
63,381
30,526
22,791
10,065
504,117
50,596
402,611
50,911
5,982
1,738
4,244
3,091
521
2,570
1,745
824
28,626
16,865
11,761
10,514
42,613
647,811
67,358
31,718
25,420
10,220
489,703
71,353
369,999
48,351
6,251
2,045
4,207
2,587
486
2,101
1,363
739
25,069
14,309
10,760
9,663
41,611
632,579
73,121
34,421
24,654
14,046
561,299
86,334
425,569
49,396
6,821
2,321
4,501
2,458
461
1,997
1,327
670
24,349
13,135
11,214
10,170
24,860
692,908
...
...
...
...
18,328
141,665
...
25,508
197,167
...
26,613
258,628
...
30,794
299,261
...
43,026
418,131
...
61,387
585,932
...
62,667
598,147
63,270
603,900
Derivative financial instruments traded on organised exchanges - Notional amounts outstanding (bi l l i ons of US dol l ars )
Dec.98
Futures
Options
TOTALE
8,355
5,620
13,976
Dec.99
8,304
5,286
13,590
Dec.00
8,353
5,897
14,249
Dec.01
9,675
14,081
23,755
Dec.02
10,357
13,475
23,831
Dec.03
Dec.04
Dec.05
Dec.06
Dec.07
Dec.08
Dec.09
Dec.10
Dec.11
Dec.12
Jun.13
13,708
22,992
36,701
18,902
27,619
46,521
21,599
35,660
57,258
25,676
43,723
69,399
28,052
51,037
79,089
19,509
38,236
57,745
21,739
51,380
73,118
22,312
45,635
67,947
22,924
35,066
57,990
24,121
29,956
54,077
25,195
42,956
68,151
FONTE: Bank for International Settlements
JPMorgan Chase & Co.: Notional Amounts
NOTES TO CONSOLIDATED FINANCIAL STATEMENTS
Notional amount of derivative contracts
The following table summarizes the notional amount of derivative
contracts outstanding as of December 31, 2013 and 2012.
While the notional amounts disclosed above give an indication of
the volume of the Firm’s derivatives activity, the notional amounts
significantly exceed, in the Firm’s view, the possible losses that
could arise from such transactions. For most derivative
transactions, the notional amount is not exchanged; it is used
simply as a reference to calculate payments.
VALORE NOZIONALE
Con la parola nozionale si indica il valore dell'attività finanziaria cui è legato un
contratto derivato. Ad esempio, per uno swap sui tassi di interesse, il valore
nozionale è il capitale su cui sono calcolati gli interessi scambiati dalle
controparti. Rispetto, invece, al future su di un indice di Borsa - contratto nel
quale le operazioni di vendita o di acquisto sono espresse in termini di valore di
ciascuna delle «unità» che compongono l'indice (ad esempio in un contratto che
fa riferimento a un indice pari a 132 si fissa un prezzo unitario per ciascuna delle
132 «unità» che lo compongono) - il valore nozionale è calcolato come prodotto
tra il valore unitario dell'indice e il numero di unità dell'indice cui si riferisce il
contratto stesso. (FONTE: www.lavoce.info)
63
Derivati: Rischio di Credito e Sistemi di Clearing
64
• Il rischio di credito collegato ad una esposizione in derivati è molto più complesso da stimare, rispetto ad
esempio a quella di un loan, in quanto l'esposizione futura (cioè l'ammontare che può essere perso in caso di
default della controparte) non è conosciuta ex-ante.
• Se immaginiamo una posizione in derivati sono possibile tre diversi scenari
1) Il derivato è sempre una passività => ex. Selling/Writing Options (Short Option)
2) Il derivato è sempre una attività => ex. Buying Options (Long Option)
3) Il derivato può diventare sia una attività che una passività => ex. Forward, Swap, …
• Il valore dell'esposizione nel tempo coincide con il valore del derivato; se il valore è negativo l'esposizione è
uguale a zero. Pertanto l'esposizione teorica per un derivato (ovvero prima dei margini di garanzia e di
eventuali accordi di netting) può essere definita come:
Gross Credit Exposure = Max(Derivative Fair Value, 0)
• I possibili sistemi di clearing sono sostanzialmente due e sono denominati rispettivamente: Bilateral Clearing e
Central Clearing. Supponiamo per esempio che una controparte abbia cinque transazioni in derivati con
altrettante controparti con i corrispondenti valori di +10, -15, +17, -5 e +3. Prescindendo dai margini di
garanzia, con un bilateral clearing, il totale dell'esposizione sarebbe 30, con un central clearing 10.
BILATERAL CLEARING
CENTRAL CLEARING
• Un central clearing oltre in teoria a ridurre il livello delle esposizioni, dovrebbero abbassare anche il rischio di
controparte dato che l'esposizione rimane aperta verso una CCP (Central Clearing Party) e non direttamente
nei confronti delle controparti.
• I derivati negoziati in mercati regolamentati attraverso una clearing house non sono assoggettati a requisiti
patrimoniali per il rischio di credito.
Measuring Counterparty Credit Exposures in the OTC Derivatives Market 
65
One key mechanism through which the failure of Lehman Brothers in September 2008 weakened the rest of the financial system involved potential
counterparty credit exposures. Lenders withheld credit, fearing that borrowers might have significant claims on the investment bank that were not
fully secure. Such claims could have arisen from bilateral derivatives trades in the over-the-counter (OTC) market, where total counterparty credit
exposures vastly exceeded the total collateral posted by market participants. Since then, this gap has narrowed, reducing but perhaps not
eliminating this particular systemic risk. This box discusses how to measure counterparty credit exposures across the OTC derivatives market. It does
so based on the hypothetical positions in Table A.
Bilateral netting and collateralisation reduce counterparty credit exposures.1 Dealers A and B in Table A are counterparties to an FX option that has a positive
market value of 10 to B (and hence a negative market value of 10 to A). If A became bankrupt, B may never get to collect this value. B therefore has a
counterparty credit exposure to A via the FX option of 10. To neutralise this counterparty risk, B could request collateral worth 10 from A, which it would
retain if A defaulted on its contractual obligations. But A and B are also counterparties to a gold future, which has market value of +3 to A (and hence -3 to B).
With a legally enforceable netting agreement, A and B could net market values over these two positions. This would compress the counterparty credit
exposures between A and B to a single claim of B on A of 7. B would then only need collateral worth 7 from A to eliminate current counterparty credit
exposures. Across all the positions in Table A, the sum of positive market values (or, equivalently, the sum of negative market values), known as the "gross
market value", is 41. The sum of positive (or negative) market values after bilateral netting, known as the "gross credit exposure", is 17.
(segue)
Measuring Counterparty Credit Exposures in the OTC Derivatives Market
66
Graph A (green line) shows that the ratio of gross credit exposure to gross market value in the OTC derivatives market has fallen in recent years,
notably so in 2008, consistent with an increase in bilateral netting.2 In addition, Graph A (red line) shows that total collateral received (or, equivalently,
total collateral posted) has risen relative to gross credit exposures, as rates of collateralisation of net positions have increased. Data on collateral
used in the numerator of this ratio came from the International Swaps and Derivatives Association (ISDA), although the reported figures were halved,
as ISDA calculates the amount of collateral on a different basis, whereby "collateral assets are counted twice, once as received and once as
delivered".3
An average collateralisation rate of 100% does not ensure that all current counterparty exposures have been eliminated. This is because
counterparty credit exposures are often over- or undercollateralised, as is the case for the positions in Table A between Dealer A and the hedge fund
and Dealer A and the non-financial corporation respectively. Firms may demand overcollateralisation to protect against losses on potential future
counterparty credit exposures, which could be significantly larger than current exposures depending on how position values evolve. They may concede
undercollateralisation if counterparties cannot easily source collateral or have low perceived default probabilities. A better measure of
collateralisation than average rates is therefore to cap the collateral of any individual position at 100%. This would be equivalent to measuring the
fraction of current counterparty credit exposures backed by collateral. Only a high value of this metric could generate confidence that there were no
large uncollateralised counterparty credit exposures in the financial system.
1 Counterparty
credit risk may also be reduced via trade compression, which tears up redundant contracts on a multilateral basis. See, for example, N Vause, "Counterparty risk and contract volumes
in the credit default swap market", BIS Quarterly Review, December 2010.
2 Including via the transfer of positions vis-à-vis multiple original counterparties to a much smaller number of central counterparties, which is explained in Vause (2010), op cit.
3 See, for example, ISDA, ISDA Margin Survey 2011, April 2011. This also reports an aggregate collateralisation rate, which is the average rate of collateral received against pre-collateral counterparty
credit exposures by its membership, which includes the major derivatives dealers. For this to be representative of the whole market, however, it would require ISDA non-members to receive
collateral at similar rates against exposures (or, almost equivalently, for ISDA members to post collateral at the same rate).
FONTE: Avdjiev A., Schrimpf A. and Vause N., "Highlights of the BIS International Statistics", BIS Quarterly Review, September 2011
Does a Central Clearing Counterparty Reduce Counterparty Risk?
67
Questa domanda è il titolo di un noto e molto citato articolo di
Darrell Duffie & Haoxiang Zhu (prima pubblicazione Febbraio 2009).
Cfr. Duffie D. and Zhu, H., "Does a Central Clearing Counterparty Reduce Counterparty Risk?" (April 27,
2011). Rock Center for Corporate Governance at Stanford University Working Paper No. 46; Stanford
University Graduate School of Business Research Paper No. 2022. Available at SSRN:
http://ssrn.com/abstract=1348343.
(…) the separate central clearing of one class of derivatives such as credit default swaps could reduce
netting efficiency, leading to higher expected counterparty exposures and collateral demands. When
multiple derivatives classes are cleared, it is always more efficient to clear them on the same CCP
rather than on different CCPs. An obvious policy recommendation is a move toward the joint clearing of
standard interest rate swaps and credit default swaps in the same clearing house.
The interoperability of CCPs, by which at least some of the benefits of joint clearing can be obtained
through agreements among CCPs and their participants, can in principle achieve significant reductions in
counterparty risk, although obtaining effective interoperability agreements currently presents a number
of legal and financial engineering challenges, in addition to business-incentive hurdles.
La conclusione è quindi che mentre l'accentramento in una singola CCP (o comunque un sistema di
clearing sufficientemente centralizzato) riduce significativamente le esposizioni e può tendere a ridurre il
rischio sistemico rispetto ad un sistema di compensazione bilaterale OTC. La presenza di CCP multiple, per
diverse classi di derivati riduce l'efficacia del netting e può tendere ad incrementare il rischio sistemico.
Per ulteriori approfondimenti si veda anche: Cecchetti S.G, Gyntelberg J. and Hollanders M., "Central Counterparties for Over-The-Counter Derivatives", BIS
Quarterly Review, September 2009
Counterparty Exposures: Central Clearing vs. Multiple CCPs
BILATERAL CLEARING
68
MULTIPLE CCPs
CENTRAL CLEARING
FONTE: Duffie D. (2010), "How Big Banks Fail and What to
Do About It", Princeton University Press.
Principi Generali di Valutazione & Rilevazione Contabile
69
• I derivati sono iscritti e valutati in bilancio in base al loro fair value. L'ammontare dei fair value positivi viene
riportato nell'attivo, mentre quello dei fair value negativi tra le passività. La stima del fair value avviene:
Derivati Quotati  Fair Value = Quotazione di Mercato
Derivati Non Quotati  Fair Value = Valore Ottenuto Applicando un Metodo di Valutazione
• Tutti i derivati sono considerati di trading, compresi i derivati incorporati, ad eccezione di quelli designati
come efficaci strumenti di copertura.
• Per i derivati classificati come HFT le variazioni di fair value successive vanno contabilizzate a conto
economico nel periodo in cui si manifestano. Per i derivati di copertura valgono le regole definite dai criteri
dell'hedge accounting.
• La presentazione dei derivati nello stato patrimoniale può avvenire su base "lorda" o "netta", ovvero
compensando attività (valore dei fair value positivi) e passività (valore dei fair value negativi) verso una
medesima controparte.
• Negli US GAAP esiste un opzione (largamente utilizzata) che consente di esporre nello stato patrimoniale il
valore dei derivati su base netta. Esistono comunque regole di disclousure che obbligano di evidenziare anche
l'ammontare dei derivati su base lorda.
• Gli IFRS non consentono di rappresentare in bilancio il valore dei derivati su base netta.
• Questa divergenza tra standard contabili rappresenta la principale voce di aggiustamento tra bilanci
predisposti secondo gli IFRS e quelli predisposti secondo gli US GAAP.
Derivati di Trading & Derivati di Hedging
70
DERIVATI DI TRADING: intento speculativo ottenuto tecnicamente agendo "allo scoperto".
Stato Patrimoniale
Attivo: Attività Finanziarie di Negoziazione  Fair value positivi
Passivo: Passività Finanziarie di Negoziazione  Fair value negativi
Conto Economico
Risultato Netto dell'Attività di Negoziazione  Differenziali e margini positivi negativi, risultati della valutazione e
utili e perdite da negoziazione
DERIVATI DI COPERTURA: finalità di copertura di varie tipologie di rischio (tasso, cambio, credito, prezzo …etc.).
La natura della copertura può essere di tre tipi:
(1) Fair Value Hedge: copertura delle variazioni di fair value generate da uno o più fattori di rischio. La copertura
può avere l'obiettivo di neutralizzare l'impatto a conto economico o a patrimonio netto per gli strumenti
finanziari classificati nel portafoglio AFS.
(2) Cash Flow Hedge: copertura contro variazioni avverse dei cash flow attesi associati ad una attività (ex. titoli a
tasso variabile) o passività finanziaria (ex. finanziamento a tasso variabile). Il cash flow hedge può essere
collegato anche ad operazioni future (altamente probabili) che potenzialmente possono incidere a conto
economico (ex. copertura rischio aumento tassi su futura emissione obbligazionaria, copertura rischio
cambio su incassi futuri).
(3) Hedge of Net Investment in a Foreign Entity: copertura dall'esposizione al rischio di cambio in un
investimento netto in un'operazione estera. La contabilizzazione di questo tipo di copertura ricalca il cash
flow hedge.
RICORDA: Solo gli strumenti derivati possono essere utilizzati come strumenti di copertura. Solo per il rischio di cambio può essere
designato come strumento di copertura anche uno strumento finanziario non derivato.
Origine delle Operazioni di Copertura: Esempio sul Rischio di Cambio
IL RISCHIO DI CAMBIO
y t  variabile che misura la performance dell' impresa al tempo t
σ y t  = varianza di y t
2
σˆ 2 y t  = varianza di y t se fossero noti i tassi di cambio
71
RENDIMENTO E RISCHIO SCOPERTO
Obiettivo: valutare il rendimento atteso e il rischio legati all’acquisto di un titolo
estero in termini nominali senza copertura del rischio di cambio.
Ipotesi: l’investitore riconverta sempre, alla scadenza, il proprio investimento in
valuta nazionale in base al tasso di cambio a pronti a scadenza.
μ   1  μ f 1  s   1  μ f  s
R y  σ 2 y t   σˆ 2 y t   Rischio di Cambio
σμ2  σμ2f  σ 2s  2σμ f ,s
RENDIMENTO E RISCHIO COPERTO
Obiettivo: valutare il rendimento atteso e il rischio legate all’acquisto di un titolo
estero in termini nominali con copertura del rischio di cambio.
Ipotesi: l’investitore riconverta sempre, alla scadenza, il proprio investimento in
valuta nazionale vendendo a termine valuta.
LE COMPONENTI DEL RISCHIO DI CAMBIO
μ h  1  μ f 1  f   μ f  μf 1  s   1  μ f  f
X t = controvalore in valuta nazionale di un pagamento in valuta estera
σμ2h  σμ2f
pari a x t in scadenza fra t mesi

CONFRONTO TRA RENDIMENTO SCOPERTO E COPERTO
X t  x t  St
x t  variabile deterministica
μ h  μ 
S t  variabile stocastica
quando : Ft 1  S t 1
σμ2  σμ2h  σ 2s  2σμ f ,s

σ 2 X t   x 2t  σ 2 S t   Rischio di Cambio
σμ2h  σμ2

x t  Esposizione al Rischio costituisce la «base» attraverso cui
variazioni dei tassi di cambio si ripercuotono sulla variabile a rischio
σ 2 S t   Incertezza sui Cambi cioè la varianza dei cambi
(non è costante nel tempo)
quando : σμ f ,s  
σ 2s
2
LEGENDA
f
= rendimento attività rischiosa in valuta estera
St
= tasso di cambio spot corrente tra la valuta del paese dell’investitore e quella estera
St 1 = tasso di cambio spot atteso in t al tempo t+1
Ft 1 = tasso forward al tempo t per conversione al tempo t+1
f

= forward premium tra la valuta del paese dell’investitore e quella estera (cioè, f  Ft 1  S t
s
= currency return sulla valuta del paese estero (cioè, s  St 1  St  St );
‘*’
= denota il rendimento dopo la conversione in valuta nazionale

= operatore di varianza e covarianza
 St );
Operazioni di Copertura: Strategie di Intervento
LO SCOPO DELLE OPERAZIONI DI COPERTURA
Le operazioni di copertura determinano una riduzione della
varianza del cash flow, ma ne alterano in genere il valore atteso
IL DILEMMA DELLE OPERAZIONI DI COPERTURA
L’obiettivo di riduzione del rischio e quello di redditività sono in
genere contrastanti; come conciliare i due diversi obiettivi?
IL PROBLEMA DELLE OPERAZIONI DI COPERTURA
In che misura la banca deve effettuare operazioni di copertura?
COPERTURA ZERO
Non si intraprende
nessuna operazione di
copertura
COPERTURA COMPLETA
Si coprono al 100% tutte
le posizioni
COPERTURA CONDIZIONATA
Segue un processo di ottimizzazione tale che la scelta tra
rischio e redditività sia fatta al «meglio»
72
Coperture Naturali & Eliminazione dei Mismatch Contabili
73
CREAZIONE DI RELAZIONI DI COPERTURA CONTABILI  FVO  COMPENSAZIONI RECIPROCHE TRA ATTIVITÀ E
PASSIVITÀ FINANZIARIE
• Attività e/o passività finanziarie che condividono un rischio (tasso, cambio, …) che danno origine a variazioni
di FV di segno opposto che tendono a compensarsi reciprocamente e che non vengono qualificate come
operazioni di copertura in quanto nessuno degli strumenti è un derivato.
• Ad esempio il finanziamento di un portafoglio di attività a tasso fisso con l’emissione di obbligazioni
anch’esse a tasso fisso e con la medesima durata.
• Classificando entrambe le poste nel portafoglio FVO si corregge la mancanza di uniformità nei criteri valutativi
che potrebbe derivare, ad esempio, dal fatto che le attività in questione sono classificate come Available for
sale (AFS) mentre le passività finanziarie sono valorizzate al “costo ammortizzato” (passività fra i “Titoli in
circolazione”)
CREAZIONE DI RELAZIONI DI COPERTURA CONTABILI  FVO  STRUMENTI DERIVATI
• Attività o passività per le quali si vogliono creare contabilmente relazioni di copertura con strumenti derivati
senza però fare ricorso alle regole rigide e complesse dell’hedge accounting.
• La creazione di coperture naturali può essere ottenuta semplicemente riclassificando nel portafoglio FVO
attività/passività coperte in contropartita all’iscrizione dei derivati (di copertura) nel portafoglio HFT.
• La designazione di attività/passività al FV può essere funzionale all’eliminazione di mismatch contabili, in
quanto si consegue l’obiettivo di portare a conto economico sia le variazioni di FV del derivato (classificato nel
portafoglio HFT), sia le variazioni di FV della posta di attivo/passivo (classificata nel portafoglio FVO).
• Plusvalenza/minusvalenze maturate sui derivati e sulle poste oggetto di copertura confluiscono nel Risultato
Netto dell'Attività/Passività Finanziarie Valutate al Fair Value.
• Se ad esempio la posta dell'attivo coperta fosse stata riclassificata nel portafoglio Available for sale (AFS), le
relative variazioni di FV sarebbero rilevate nello Stato Patrimoniale come Riserve da Valutazione, a fronte di
variazioni a conto economico del FV dei relativi derivati di copertura creando un mismatch contabile.
Criteri per l'Adozione dell'Hedge Accounting
74
• Il modello di hedging accounting previsto dallo IAS 39 prevede che la copertura non può riferissi al generico rischio di
impresa ma sempre ad un specifico rischio.
• La copertura deve essere efficace all'inizio e per tutto il corso della sua vita. Questo implica che le variazioni di fair
value o dei cash flows legati allo strumento coperto devono essere quasi completamente compensati dai
corrispondenti cambiamenti rilevati per lo strumento di copertura.
• Nel caso del cash flow hedge le transazioni future oggetto di copertura devono essere altamente probabili e devono
comportare un'esposizione al rischio di variazione dei cash flow significativa.
• L'efficacia della copertura deve essere valutata all'inizio della copertura e in modo continuativo durante la vita della
medesima. In ogni caso deve essere valutata ogni volta che viene pubblicato il bilancio. Ad ogni data di valutazione un
impresa deve effettuare:
 Pospective Test: giustifica l'applicazione dell'hedge accounting in quanto dimostra l'efficacia attesa della
copertura.
 Retrospective Test: valuta l'efficacia della copertura ex-post: ovvero quanto i risultati effettivi si sono discostati
dalla copertura perfetta. Se i risultati rientrano nel range 80-125% si può continuare ad applicare le regole
dell'hedge accounting altrimenti la copertura dovrà essere bloccata.
Ai fini della stima dell'efficacia della copertura possono essere utilizzate diverse tecniche matematiche e statistiche. Ad
esempio l'efficacia potrebbe essere calcolata sulla base della seguente espressione:
 Copertura Perfetta = 1
=
COPERTURA INEFFICACE
125%
100%
COPERTURA PERFETTA
COPERTURA EFFICACE
80%
COPERTURA INEFFICACE
Criteri di Contabilizzazione dei Derivati di Copertura
75
Stato Patrimoniale
Attivo: Derivati di Copertura  Fair value positivi
Attivo: Adeguamento di Valore delle Attività Finanziarie Oggetto di Copertura Generica  Saldo positivo o
negativo delle attività oggetto di copertura generica (macro hedging) dal rischio di tasso di interesse.
Passivo: Derivati di Copertura  Fair value negativi
Passivo: Riserve da Valutazione=> nel caso del cash flow hedge, in tale voce sono contabilizzati utili/perdite
(Other Comprehensive Income - OCI), ovvero le variazioni fair value, dello strumento derivato per la parte che
sono rispettate le regole di hedge accounting (quota "efficace"). La quota di utili/perdite riconducibili a copertura
inefficace sono inputate direttamente a conto economico.
Passivo: Adeguamento di Valore delle Passività Finanziarie Oggetto di Copertura Generica  Saldo positivo o
negativo delle passività oggetto di copertura generica (macro hedging) dal rischio di tasso di interesse.
Conto Economico
Interessi Attivi e Proventi Assimilati [&] Interessi Passivi e Oneri Assimilati  Differenziali o margini, positivi e
negativi relativi ai derivati di copertura di attività e passività che generano interessi
Risultato Netto dell'Attività di Copertura  Utili perdite potenziali (variazioni fair value) dello strumento derivato
di copertura + risultati delle attività e passività oggetto di copertura al fair value.
RICORDA: Con particolare riferimento al rischio di tasso di interesse è prevista la possibilità di porre in essere operazioni di
copertura aventi per oggetto:
MICRO HEDGING: coperture su singole attività, passività o transazioni future attese.
MICRO HEDGING DI PORTAFOGLIO: insieme omogenei (profili di rischio simili) di attività, passività o di transazioni future attese
specificatamente individuate.
MACRO HEDGING: porzioni forfettariamente determinate di portafogli di attività o passività o di transazioni future attese
specificatamente individuate che condividono il rischio coperto.
BNP Paribas Group: Hedge Accounting
76
Derivati Incorporati (Embedded Derivatives)
77
Sono derivati contenuti in altri strumenti finanziari non derivati. Un derivato incorporato è quindi una componente
di uno strumento ibrido che include anche uno strumento finanziario non derivato (obbligazioni convertibili in azioni,
titoli di debito indicizzati al valore di mercato di indici azionari, azioni, etc.). L'albero decisionale sottostante descrive
le condizioni sulla base delle quali è possibile scorporare il derivato implicito dal contratto host.
SI
NO
Il derivato incorporato rientra nella
definizione prevista dallo IFRS 39?
NO
SI
Le caratteristiche e i rischi del derivato
incorporato sono correlate con quelle dello
strumento principale?
Nessuna Separazione
Strumento finanziario a cui già si applica la
FVTPL (valutazione al fair value con
imputazione a conto economico)?
La contabilizzazione dello strumento
segue le regole stabilite per la categoria
di classificazione dello strumento stesso
SI
NO
È possibile determinare in modo autonomo il
fair value del derivato incorporato?
NO
L’intero contratto è classificato come HFT
e valutato applicando la FVTPL
SI
Separazione
Derivato Incorporato => valutato al fair value
Strumento Principale => valutato secondo le regole
stabilite per la classificazione dello strumento stesso
ALCUNI ESEMPI DI STRUMENTI CON "OBBLIGO DI SCOMPOSIZIONE"
• Titoli di debito puttable: opzione put esercitabile da parte del detentore
dello strumento per la vendita dello stesso all’emittente in base ad un
prezzo legato all’andamento di azioni, indici o merci.
• Strumenti di patrimonio netto callable da parte dell’emittente ad un
prezzo specificato.
• Titoli di debito i cui interessi sono indicizzati al valore di commodity, stock
index, azioni.
• Titoli di debito che incorporano “derivati su crediti” (credit linked notes).
• Obbligazioni convertibili in azioni.
Significato ed Effetti del Netting
FONTE: Hull J.C. (2012), "Risk Management and Financial Institutions"
78
Una Esemplificazione di Netting
FONTE: ISDA, "Netting and Offsetting: Reporting Derivatives Under U.S. GAAP and Under IFRS", International Swaps and Derivatives Association, May 2012.
79
JPMorgan Chase & Co.: Netting Adjustments
80
NOTES TO CONSOLIDATED FINANCIAL STATEMENTS
Impact of derivatives on the Consolidated Balance Sheets
The following table summarizes information on derivative receivables and payables (before and after netting adjustments) that are
reflected on the Firm’s Consolidated Balance Sheets as of December 31, 2013 and 2012, by accounting designation (e.g., whether the
derivatives were designated in qualifying hedge accounting relationships or not) and contract type.
Reporting Net vs. Gross: Advantages and Disadvantages
81
NET PRESENTATION IN THE BALANCE SHEET
• ISDA favours reporting derivatives "net" instead of "gross" on the face of the balance sheet. ISDA believes that the current U.S.
GAAP principles are superior because they provide robust offsetting principles to facilitate investors’ evaluation of relative
balance sheet size, leverage, returns on investment and overall financial condition. We believe that U.S. GAAP provides the best
reflection of an entity’s solvency and its exposure to credit and liquidity risks for both derivatives and repurchase agreements.
(ISDA, "Netting and Offsetting: Reporting Derivatives Under U.S. GAAP and Under IFRS", International Swaps and Derivatives Association, May 2012)
• Il rischio di credito rappresenta il fattore più rilevante da considerare ai fini della presentazione dei derivati nello stato
patrimoniale.
• La presentazione su base lorda non coglierebbe la tendenza che i derivati sono gestiti dalle banche su base netta (a livello di
portafoglio o di controparte).
GROSS PRESENTATION IN THE BALANCE SHEET
• La presentazione nello stato patrimoniale non può basarsi solo su un tipo di rischio (credito) in quanto la compensazione
finirebbe per oscurare altri tipi di rishi.
• La compensazione opera sulla base di un diritto che diventa esercitabile solo in caso di default della controparte. Questo non
consentirebbe di cogliere nel continuo l'ammontare dei volumi e delle transazioni in derivati e in ultima analisi del valore effettivo
della leva finanziaria.
• I volumi sono esposti agli effetti che la volatilità dei mercati ha sul loro fair value su base lorda e non netta.
• "The problem with bilateral netting is that it is based on one massively flawed assumption, namely that in an orderly collapse
all derivative contracts will be honored by the issuing bank (in this case the company that has sold the protection, and which
the buyer of protection hopes will offset the protection it in turn has sold). The best example of how the flaw behind bilateral
netting almost destroyed the system is AIG: the insurance company was hours away from making trillions of derivative contracts
worthless if it were to implode, leaving all those who had bought protection from the firm worthless, …" (www.zerohedge.com)
• L'attenzione di un investitoree dovrebbe essere sul valore lordo e non netto, perché: "After all, when assets are counted in the
trillions of dollars, even a very small problem can quickly become a big one". (Reilly D., "Derivatives Tide Rises at Big Banks" Wall Street Journal,
November 8, 2011).
Reporting Net vs. Gross  US GAAP vs. IFRS
82
GLI EFFETTI DEL NETTING
US BANKS (G-SIB GROUP): DERIVATIVES NETTING ADJUSTMENTS
Risk Weight Factor &
Leverage
Common (Core)
Equity Capital/
Net Risk Assets
RWA/
Net Risk Assets
Tier 1 Capital/
Net Risk Assets
Netting Adjustments/
Gross Derivative Assets
Netting Adjustments/
Total Gross Assets
96,43%
55,57%
> Italian Banks
70,05%
4,85%
5,64%
52,10%
4,85%
5,70%
31,44%
3,02%
3,50%
MORGAN STANLEY
BANK OF AMERICA CORP
96,18%
37,85%
> Italian Banks [First Five]
JPMORGAN CHASE & CO
95,49%
40,22%
> European banks
CITIGROUP INC
94,89%
35,25%
> US Banks (IFRS)
31,79%
3,16%
3,42%
GOLDMAN SACHS GROUP INC
91,52%
45,00%
> US Banks (US GAAP)
54,00%
6,09%
6,73%
Gross Return on
Net Risk Assets
(**)
ROA
ROE
BANK OF NEW YORK MELLON CORP
84,41%
6,09%
WELLS FARGO & CO
72,28%
4,18%
STATE STREET CORP
0,00%
0,00%
MEDIAN
93,21%
36,55%
JPMORGAN CHASE – BALANCE SHEET US GAPP vs. IFRS
Profitability
> Italian Banks
1,15%
-0,41%
-6,20%
> Italian Banks [First Five]
1,07%
-1,47%
-20,60%
> European banks
0,87%
0,20%
7,00%
> US Banks (IFRS)
1,34%
0,34%
7,05%
> US Banks (US GAAP)
2,17%
0,56%
7,05%
Aggregate Gross
Leverage Ratio
(*)
86,730
(*) Aggregate Gross Leverage Ratio: is defined as the ratio of notional amount of derivatives outstanding
divided by common equity capital. (JPM + MS + WFC + BAC + C). See: G. J. Schinasi, R. S. Craig, B. Drees, and C.
Kramer, Modern Banking and OTC Derivatives Markets, IMF 2000.
(**) Gross return on Net Risk Asset: This field represents the rate of return of net interest income and financial
and trading income, net of impairment on loans and financial assets, relative to the average net risk assets.
Assets Netting
Adjustment
Liabilities Netting
Adjustment
• Il peso della componente di netting (nascosta) collegata ai derivati per le
banche USA appartenenti al gruppo delle G-SIB, per l'anno 2012, cumulano
circa 6.000 miliardi di dollari; ovvero circa il 40% del GDP USA.
• Il valore degli attivi delle banche USA del gruppo delle G-SIB sul GDP USA
è circa il 65% sulla base degli US-GAAP; sulla base delle regole contabili
IFRS questo rapporto sale a circa al 103%.
DERIVATI: ITALIA/EUROPA/USA
Gross
Derivatives/
Net Risk Assets
Derivatives/
Common (Core)
Equity Capital
Derivatives Loss
Rate  -100 bps
on CET1
> Italian Banks
3,76%
0,53
-23,67%
> Italian Banks [First Five]
7,06%
1,55
-6,27%
> European banks
21,66%
7,84
-1,35%
> US Banks
48,03%
15,17
-0,66%
Derivatives
US GAAP
IFRS
Externalities in Financial Network
83
NETWORK EXTERNALITIES: HOW INTERCONNECTIONS CAN CAUSE UNEXPECTED PROBLEMS
Any asset portfolio is, in essence, a financial network. So the balance sheet of a large financial institution is a
network, with nodes defined by the assets and links defined by the correlations among those assets. The
financial system is similarly a network, with nodes defined by the financial institutions and links defined by
the financial interconnections between these institutions.
Evaluating risk within these networks is a complex science; indeed, it is the science of complexity. When
assessing nodal risk, it is not enough to know your counterparty; you need to know your counterparty’s
counterparty too. In other words, there are network externalities. In financial networks, these externalities
are often referred to as contagion or spillovers. There have been many examples of such spillover during this
crisis, with Lehman Brothers’ failure a particularly painful one.
These network uncertainties make it tremendously difficult for risk managers to identify and price, and
hence manage, balance sheet risk. Consider first evaluating risks across the portfolio of an individual firm.
There is evidence that firms find aggregation of risks across their balance sheet extremely difficult to execute.
These risk externalities will tend to be amplified when aggregated across the network as a whole.
This generates further underestimation of institutional risks.
Network risk externalities of this type impose formidable informational demands on banks. For example,
understanding the full consequences of Lehman’s failure would have required information on the entire
topology of the financial network. This is unrealistic even for the authorities, much less an individual firm.
Absent that knowledge, the financial system was seized by network uncertainty. If this informational failure is
not easily rectified by the actions of individual firms, there is a case for the authorities attempting to provide
that missing informational public good, however difficult that might be in practice.
FONTE: Haldane A.G., (2009), “Why Banks Failed the Stress Test.”, Speech at the Marcus-Evan Conference on Stress-Testing, London 9-10 February, BIS Review, 18.
Too-Connected-to-Fail
84
"It is not enough to know your counterparty; you need to know your counterparty's counterparty"
Andrew G. Haldane
In March 2008, on the eve of the failure of Bear Stearns, the U.S. financial system was interlinked in dangerous ways, as this
chart shows. The firms with the greatest concentration of arrows aimed at them are the most exposed to counterparty risk. It’s
based on credit-default swap data compiled in an International Monetary Fund report released in 2009.
Sept. 15
Big banks' relative lack of exposure
may explain why the government
let Lehman fail
Sept. 15
Bank of America agrees to
purchase Merrill Lynch for $50
billion
Well Fargo outbid Citigroup for the
privilege of buying Wachovia
See: "Assessing the Systemic
Implications of Financial
Linkages", Global Financial
Stability Report (GFSR), IMF,
April 2009
The investment bank got $10
billion in TARP funds to help it
navigate the crisis.
Sept. 16
The insurer's links to so many
institutions compelled U.S.
policymakers to come to its rescue
GRAPHIC BY BLOOMBERG BUSINESSWEEK. DATA: IMF, GLOBAL FINANCIAL STABILITY REPORT, APRIL 2009
March 1
The New York Fed lent JPMorgan
Chase $29 billion to help it
purchase of Bear Stearns
AIG Counterparties' Backdoor Bailout (How the AIG Bailout Saved Europe's Banks)
Sept. 16, 2008: The Federal Reserve gives $85 billion to AIG in exchange for a majority stake.
85
86
THE ANALYST'S CHECKLIST
• Nozione di Controllo.
• Metodi di Consolidamento.
• Bilancio Consolidato
• Società Controllate.
• Società a Controllo Congiunto (Joint Ventures).
• Società Collegate.
• Altre Interessenze Azionarie.
• Partecipazioni: Criteri di Valutazione e Imputazione
dei Risultati delle Valutazioni.
• Criteri di Computabilità degli Investimenti
Partecipativi in Basilea 3.
Le Partecipazioni
Bilancio Consolidato IAS/IFRS: Nozione di Controllo e Metodi di Consolidamento
87
Una società ha il controllo di un'altra società quando ha il
potere di governare le politiche finanziarie ed operative
della stessa al fine di ottenere benefici dalle sue attività.
CONTROLLO ESCLUSIVO
CONTROLLO CONGIUNTO
(JOINT VENTURES)
INFLUENZA NOTEVOLE
CONSOLIDAMENTO INTEGRALE
CONSOLIDAMENTO PROPORZIONALE
METODO DEL PATRIMONIO NETTO
METODO DEL PATRIMONIO NETTO
Bilancio Consolidato IAS/IFRS: Quando Esiste il Controllo?
CONTROLLO > 50%
Controllo di più della metà dei diritti di voto,
direttamente o indirettamente tramite società
controllate.
CONTROLLO < 50% MA CONTROLLO DI
FATTO IN CONSEGUENZA:
• Potere su oltre la metà dei diritti di voto in virtù
di accordi con altri investitori.
• Potere di determinare le politiche finanziarie e
operative in virtù di clausole statutarie o di
contratti
• Potere di nominare o revocare la maggioranza
dei componenti del Consiglio di Amministrazione
• Potere di indirizzare la maggioranza dei voti nel
Consiglio di Amministrazione.
CONTROLLO
88
ASSENZA DI SITUAZIONI DI CONTROLLO
DI DIRITTO O DI FATTO
QUANDO, IN CIRCOSTANZE ECCEZIONALI,
SIA CHIARAMENTE DIMOSTRATO CHE IL
POSSESSO NON COSTITUISCE CONTROLLO
NON
CONTROLLO
Fonte: Banca d'Italia.
Bilancio Consolidato
89
• Documento che espone la situazione economica, finanziaria e patrimoniale di un gruppo
aziendale come se fosse un unico soggetto economico, indipendentemente dal tipo di governance
utilizzata per lo sviluppo e il controllo delle attività.
• Per le autorità di vigilanza, agevola l’individuazione e l’analisi dei fattori di rischio rilevanti.
C O N S O L I D A M E N T O I N T E G R A L E ( F U L L C O N S O L I D AT I O N )
• Il valore delle partecipazioni iscritte nello stato patrimoniale della capogruppo in ciascuna
controllata devono essere eliminate sostituendo ad esse la somma di tutti i corrispondenti valori
dell’attivo, del passivo, del patrimonio netto, dei costi e dei ricavi riferiti a tutte le partecipazioni
che rientrano nell'area di consolidamento.
• Eliminazione integrale delle partite infragruppo, ovvero debiti e crediti e componenti di reddito
positivi e negativi (costi/ricavi, utili/perdite) reciproci dovuti a transazioni infragruppo a prescindere
dalla presenza di interessi di terzi.
• La quota dell'utile netto d’esercizio delle controllate di pertinenza di terzi deve essere esposta in
un'apposita voce del conto economico e compensata con l'utile del gruppo, al fine di determinare
l'utile netto di pertinenza della capogruppo.
• La quota del capitale e delle riserve di pertinenza terzi deve essere rilevata nello stato
patrimoniale consolidato, separatamente è esposta in un'apposita voce del patrimonio netto in
modo da determinare il patrimonio netto di competenza della capogruppo.
• Determinazione e rilevazione delle differenze di consolidamento positive o negative. L’IFRS 3
definisce tali differenze come goodwill (avviamento positivo: deve essere rilevato a stato
patrimoniale come attività) o badwill (avviamento negativo: deve essere rilevato come provento
nel conto economico).
Partecipazioni: Definizioni e Classificazione
90
INVESTIMENTO
PARTECIPATIVO
SOCIETÀ CONTROLLATE
Società nella quali la banca possiede più
della metà dei diritti di voto, o per le
quali di fatto assume il ruolo di controllante, ovvero è in grado di determinare
le politiche gestionali e finanziarie a
proprio beneficio.
SOCIETÀ A CONTROLLO
CONGIUNTO (JOINT VENTURES)
SOCIETÀ COLLEGATE
ALTRE INTERESSENZE
AZIONARIE
Società che la banca controlla in condivisione con altri soggetti sulla base di
accordi contrattuali o societari.
Società nella quali la banca esercita
un'influenza notevole. Di norma rientrano in questa categoria le partecipazioni con almeno il 20% dei diritti di
voto o se ha il potere di nominare alcuni
amministratori.
Identifica la titolarità da parte della
banca di una quota di capitale di un'altra
società qualunque sia la dimensione
dell'investimento sia in termini assoluti
che relativi.
Metodi di Consolidamento e Valutazioni a Bilancio delle Partecipazioni
TIPOLOGIA DI
INVESTIMENTO
PARTECIPATIVO
PARTECIPAZIONI IN SOCIETÀ
CONTROLLATE
VALUTAZIONE NEL BILANCIO
CONSOLIDATO DELLA CAPOGRUPPO
VALUTAZIONE NEL BILANCIO
INDIVIDUALE DELLA CONTROLLANTE CHE
PREDISPONE IL BILANCIO CONSOLIDATO
CONSOLIDAMENTO INTEGRALE
AL COSTO CON IMPAIRMENT
PARTECIPAZIONI IN SOCIETÀ
91
PATRIMONIO
NETTO
[ Oalr costo
]
IlCOLLEGATE
metodo del patrimonio netto METODO
prevede DEL
l’iscrizione
iniziale
della partecipazione
ed il suo successivo
adeguamento di valore sulla base della quota di pertinenza del patrimonio netto della partecipata.
F A I R VdiApertinenza
LUE
Le differenze tra il valore della partecipazione
ed ilPROPORZIONALE
patrimonio netto della partecipata
sono incluse nel
CONSOLIDAMENTO
PARTECIPAZIONI
IN
SOCIETÀ
valore contabile della partecipata.
A CONTROLLO CONGIUNTO
DEL PATRIMONIO
NETTO
Nella valorizzazione della quotaMETODO
di pertinenza
non vengono
considerati eventuali diritti di voto potenziali.
La quota di pertinenza dei risultati d’esercizio della partecipata è rilevata in specifica voce del conto economico
consolidato.
Se esistono evidenze che il valore di una partecipazione possa aver subito una riduzione, si procede alla stima del
valore
recuperabile della partecipazione stessa, tenendo conto del valore attuale dei flussi finanziari futuri che la
partecipazione potrà
generare, incluso il valore di dismissione finale dell’investimento. Qualora il valore di recupero risulti inferiore al valore
contabile, la
relativa differenza è rilevata nel conto economico.
Categorie di Investimenti Partecipativi & Criteri di Valutazione
TIPOLOGIA DI
INVESTIMENTO
PARTECIPATIVO
CATEGORIA CONTABILE UTILIZZABILE
PARTECIPAZIONI IN SOCIETÀ
CONTROLLATE & SOCIETÀ A
CONTROLLO CONGIUNTO
CRITERIO DI VALUTAZIONE
EFFETTI A BILANCIO
Partecipazioni
Al costo con Impairment
Impairment a conto economico
(1) Attività Finanziarie Valutate al FV
(2) HFT
(3) AFS
(1), (2)  FVTPL
(3)  Fair Value con contropartita
a patrimonio netto
(1), (2) Conto economico
(3) Imputazione a patrimonio netto delle
variazioni di fair value (OCI)
Al costo con Impairment
Impairment a conto economico
Metodo del patrimonio netto
Variazione frazione patrimonio netto
contabile netto dividendi e imputazione a
conto economico delle variazioni in
aumento o in diminuzione
(1) Attività Finanziarie Valutate al FV
(2) HFT
(3) AFS
(1), (2)  FVTPL
(3)  Fair Value con contropartita
a patrimonio netto
(1), (2) Conto economico
(3) Imputazione a patrimonio netto delle
variazioni di fair value (OCI)
Attività Finanziarie Valutate al FV, HFT, AFS
(1, 2) FVTPL (3) Fair Value con
contropartita a patrimonio netto
(1), (2) Conto economico
(3) Imputazione a patrimonio netto delle
variazioni di fair value (OCI)
Partecipazioni
PARTECIPAZIONI IN SOCIETÀ
COLLEGATE
ALTRE INTERESSENZE
AZIONARIE
92
IMPAIRMENT: Il riscontro di una potenziale perdita di valore implica il calcolo del valore recuperabile dell'investimento
partecipativo, inteso come il maggiore tra:
• Fair Value al netto costi di vendita stimato come il corrispettivo di una vendita di un’attività in una libera transazione fra parti
consapevoli e disponibili
• Valore d'Uso stimato come il PV dei flussi di cassa attesi derivanti dall'investimento.
Una volta stimato il valore recuperabile è necessario confrontare tale valore con il valore di bilancio della partecipazione:
Valore Recuperabile < Valore Contabile Partecipazione  Impairment Investimento
Valore Recuperabile  Valore Contabile Partecipazione  Nessun Impairment
Se la perdita di valore rilevata negli esercizi precedenti viene meno o diminuisce, si deve rilevare una ripresa di valore a conto
economico. La ripresa di valore può essere rilevata nei limiti della precedente svalutazione. Il valore della partecipazione non
può pertanto eccedere il valore di iscrizione iniziale.
Partecipazioni: Principali Effetti nel Calcole del CET1 in Basilea 3
93
LE PARTECIPAZIONI AI FINI REGOLAMENTARI
SONO DISTINTE NELLE SEGUENTI COMPONENTI
PARTECIPAZIONI FINANZIARIE NON SIGNIFICATIVE
Rappresentano l’insieme delle partecipazioni nel capitale di banche, assicurazioni ed istituzioni finanziarie in cui
la banca detiene meno del 10% dell’ente partecipato, l’importo va dedotto dal CET1 per la parte eccedente il
10% del CET1 adjusted, la deduzione è soggetta a phasing-in secondo le discrezionalità nazionali stabilite da
Bankit nella circolare 285 del 17-12-2013
PARTECIPAZIONI FINANZIARIE SIGNIFICATIVE
Rappresentano l’insieme delle partecipazioni nel capitale di banche, assicurazioni ed istituzioni finanziarie in cui
la banca detiene più del 10% dell’ente partecipato, l’importo va dedotto dal CET1 adjusted con il meccanismo
della doppia franchigia (la parte non dedotta per effetto della franchigia va in RWA con ponderazione del 250%),
la deduzione è soggetta a phasing-in secondo le discrezionalità nazionali stabilite da Bankit nella circolare 285 del
17-12-2013 (20% nel 2014; 40% nel 2015; 60% nel 2016; 80% nel 2017; 100% nel 2018), durante il periodo
transitorio la parte non phased-in continua ad essere dedotta secondo le regole di Basilea 2 (50% dal Tier 1 e
50% dal Tier 2)
94
THE ANALYST'S CHECKLIST
• Classificazione delle Immobilizzazioni: Vita Economica
Definita e Indefinita.
• Tipologie di Attività Immateriali.
• Criteri di Individuazione e Valutazione delle Attività
Immateriali.
• Rivalutazioni: IFRS vs. US GAAP.
• Impairment Test sull’Avviamento.
• Cash Generating Unit (CGU).
• Carrying Value
• Fair Value.
• Value in Use.
• Valore Recuperabile.
Attività Immateriali e Avviamento
Immobilizzazioni: Principi Generali di Rilevazione Contabile e Valutazione
95
• Le immobilizzazioni materiali e immateriali sono generalmente valutate al costo storico.
• Le immobilizzazioni sono classificate in due raggruppamenti:
(1) Utilità Economica Definita (impianti, macchinari, fabbricati, licenze software… etc.): il costo viene
ammortizzato in più esercizi per tenere conto dell'usura e dell’obsolescenza tecnologica o economica del
bene
(2) Utilità Economica Indefinita (terreni, marchi, avviamento… etc.): non sono ammortizzate ma sono
soggette a impairment test ad ogni data di riferimento del bilancio (inclusi i bilanci infrannuali).
• L’impairment test deve essere effettuato se esiste un’indicazione che il valore dell'immobilizzazioni possano
aver subito una riduzione durevole di valore.
• Ove possibile, l’impairment test deve essere svolto a livello di singola immobilizzazione. Talvolta le singole
immobilizzazioni non sono in grado di generare flussi finanziari in entrata indipendenti da quelli derivanti da
altre attività o gruppi di attività, come nel caso dell'Avviamento. In tal caso, il test deve essere svolto a livello
della unità generatrice di flussi finanziari (Cash Generating Unit - CGU) cui l'immobilizzazione appartiene.
• L’impairment test rappresenta una “valvola di sicurezza” volta ad assicurare che le attività aziendali non siano
iscritte ad un valore superiore al loro valore recuperabile. Tutte le volte che il valore contabile risulta
maggiore del valore recuperabile si registra una perdita di valore.
Attività Immateriali: Criteri di Iscrizione Iniziale
96
L'ATTIVITÀ IMMATERIALE È ISCRITTA SOLO SE SODDISFA LE SEGUENTI CONDIZIONI:
(…) è identificabile  sperabile (vendibile) e deriva da diritti contrattuali o legali.
(…) ne detiene il controllo  potere di usufruire dei benefici economici futuri.
(…) è probabile che la banca possa avere dei benefici economici futuri  la manifestazione dei benefici deve
manifestarsi lungo un arco temporale di più esercizi.
• Avviamento
• Software acquistato o sviluppato internamente
• Marchi e brevetti
• Attività immateriali collegate ad operazione di M&A che soddisfano i requisiti per l'iscrizione separata
dall'avviamento, in quanto separabili o derivanti da diritti contrattuali o legali, quali ad in particolare
 Attività collegata al marketing (brand, marchi di prodotto, domini internet,….etc.)
 Attività legate al cliente (rapporti con la clientela, di asset managemenet e core deposits;
Il valore di iscrizione iniziale di una attività immateriale è pari al costo sostenuto, rettificato di eventuali oneri
accessori e coincide in genere con il valore ammortizzabile salvo i casi in cui la banca non preveda di cedere
l'attività prima della fine del periodo di ammortamento.
Processo di Individuazione delle Attività Immateriali
FONTE: Paolillo M., Lagnese M. e Miccoli M., "Imposte Anticipate, Attività Immateriali, Avviamento e Impairment Test.", in M.RUTIGLIANO (a cura di), “L'Analisi di Bilancio delle Banche”, Egea, Milano, 2012.
97
Attività Immateriali: Alcune Differenze tra IFRS e US GAAP
98
Recente Evoluzione Goodwill & Goodwill Impairment
Goodwill Impairment
Goodwill
2009
(Valori Cumulati)
2012
2009/2012
99
Cumulated
Goodwill Impairment/
Shareholders' Equity
Goodwill/
Shareholders' Equity
[Goodwill2012 +
Cumulated Goodwill
Impairment]/
Shareholders' Equity
2012
2012
2012
ITALIAN COMPARABLES
Banca Carige Spa
1.645
1.779
0
0,00%
49,08%
49,08%
Banca Monte Dei Paschi Di Siena Spa
6.619
670
-5.785
89,67%
10,38%
100,05%
452
376
-65
1,60%
9,25%
10,85%
98
45
-53
8,47%
7,16%
15,63%
Banca Popolare Emilia Romagna
Banca Popolare Etruria e del Lazio Soc. Coop.
Banca Popolare Di Milano Scarl
797
0,00
-671
16,72%
0,00%
16,72%
4.474
1.589
-2.786
32,35%
18,45%
50,80%
Credito Emiliano Spa - Credem
286
287
0
0,00%
14,48%
14,48%
Credito Valtellinese Soc Coop
688
305
-405
20,42%
15,41%
35,84%
18.838
8.681
-10.338
20,84%
17,50%
38,33%
Banco Popolare
Intesa Sanpaolo
Mediobanca Spa
Unione Di Banche Italiane Scpa - Ubi Banca
Unicredit Spa
366
366
0
0,00%
5,63%
5,63%
4.402
2.537
-1.879
19,30%
26,05%
45,34%
20.491
11.678
-9.069
14,44%
18,60%
33,04%
EUROPEAN COMPARABLES
Banco Bilbao Sa
6.396
6.727
-1.498
3,62%
16,24%
19,85%
Banco Santander Sa
22.865
24.626
0
0,00%
32,99%
32,99%
Credit Agricole S.A.
19.432
13.983
-5.901
14,85%
35,20%
50,05%
Deutsche Bank Ag
7.420
9.297
-1.621
3,00%
17,22%
20,22%
Hsbc Holdings Plc (USD)
0,00
0
0
0,00%
0,00%
0,00%
Lloyds Tsb Bank Plc (GBP)
2.016
2.016
0
0,00%
4,58%
4,58%
Natixis
2.635
2.742
-68
0,35%
14,08%
14,43%
Societe Generale
6.620
5.320
-1.106
2,22%
10,68%
12,90%
Rbs Holdings Nv (GBP)
0,00
0
0
0,00%
0,00%
0,00%
Bnp Paribas
10.979
10.591
-421
0,49%
12,33%
12,82%
Barclays Plc
6.232
3.459
-841
1,40%
5,76%
7,16%
0,00%
24,11%
16,72%
89,67%
0,00%
15,57%
14,48%
49,08%
5,63%
39,68%
35,84%
100,05%
14,44%
35,32%
20,84%
89,67%
10,38%
18,19%
18,45%
26,05%
33,04%
53,51%
45,34%
100,05%
0,00%
2,36%
0,49%
14,85%
0,00%
13,55%
12,33%
35,20%
0,00%
15,91%
12,90%
50,05%
------- Italian Banks --------
> Minimum
> Average
> Median
> Maximum
------ Italian Top Five -----
> Minimum
> Average
> Median
> Maximum
----- European Banks ------
> Minimum
> Average
> Median
> Maximum
Cumulata Net Income 2009/June 2013: Gli Effetti degli Impairment sul Goodwill 100
Net Income
(Valori Cumulati)
2009/Jun-2013
Net Income Excluding
Goodwill Impairment
(Valori Cumulati)
2009/Jun-2013
ITALIAN COMPARABLES
Banca Carige Spa
Banca Monte Dei Paschi Di Siena Spa
Banca Popolare Emilia Romagna
Banca Popolare Etruria e del Lazio Soc. Coop.
Banca Popolare Di Milano Scarl
Banco Popolare
477
477
-7.030
-1.245
590
655
-178
-126
-730
-58
-2.471
315
Credito Emiliano Spa - Credem
456
456
Credito Valtellinese Soc Coop
-120
285
Intesa Sanpaolo
-653
9.685
Mediobanca Spa
548
548
Unione Di Banche Italiane Scpa - Ubi Banca
-1.264
615
Unicredit Spa
-4.506
4.563
-14.881
16.171
Banco Bilbao Sa
16.882
18.380
Banco Santander Sa
26.930
26.930
TOTAL (ITALIAN BANKS)
EUROPEAN COMPARABLES
Credit Agricole S.A.
-4.388
1.513
Deutsche Bank Ag
13.637
15.258
Hsbc Holdings Plc (USD)
60.101
60.101
-147
-147
Lloyds Tsb Bank Plc (GBP)
Natixis
2.976
3.044
Societe Generale
9.073
10.179
-12.165
-12.165
Bnp Paribas
29.625
30.046
Barclays Plc
15.912
16.753
Rbs Holdings Nv (GBP)
Impairment Test sull’Avviamento di CGU nel Settore Bancario
101
• Secondo i principi contabili IAS/IFRS l’avviamento (goodwill), assume la caratteristica di intangible asset a vita
economica indefinita; per il quale non è più previsto l’ammortamento, ma la verifica della tenuta del valore in
sede di rredazione del bilancio tramite uno specifico test di verifica denominato Impairment Test.
• Dal momento che il goodwill non genera flussi di cassa autonomi, lo IAS/IFRS 36 prevede che, ai fini del test, il
goodwill deve essere preventivamente allocato alle unità di business in grado di produrre flussi di cassa
autonomi, definite Cash Generating Unit (CGU).
• Sono pertanto le CGU ad essere oggetto di valutazione; ed i singoli avviamenti allocati alle CGU oggetto di
distinti test di impairment, i cui risultati non possono essere compensati tra loro.
• Lo sviluppo dell'impairment test è disciplinato dallo IAS 36 che definisce una serie di regole da seguire. In
particolare richiede di confrontare il valore di carico (carrying value) delle attività sottostanti il goodwill, con il
loro valore economico (valore recuperabile), in modo da verificare che il primo non sia superiore al secondo.
A. Carrying Value: valore contabile dell’asset sottoposto ad impairment test. La prassi metodologica più corretta, caratterizzata
da una stretta coerenza con i presupposti teorici dei modelli di valutazione che in genere vengono utilizzati per valutare le
banche, consiste nel determinare il carrying value come somma del goodwill allocato nella CGU e della dotazione patrimoniale
della CGU al momento del test. Per le CGU coincidenti con legal entity per le quali è disponibile un bilancio è possibile ricavare il
patrimonio netto direttamente dal bilancio stesso. Per le CGU diverse da legal entity, che costituiscono il caso più frequente, in
genere non esiste un dato contabile di dotazione patrimoniale. Pertanto per queste CGU occorre identificare una dotazione
patrimoniale iniziale figurativà.
B. Fair Value: l’ammontare ottenibile, al netto dei costi di dismissione, dalla vendita di un’attività in una libera transazione fra
parti consapevoli e disponibili. Per la stima del fair value è possibile fare riferimento ad esempio a metodi quali multipli di
mercato e delle transazioni comparabili.
C. Value in Use: valore attuale dei flussi di cassa futuri che l’azienda si attende dall’uso continuativo di uno specifico asset. I
principi contabili prescrivono che le proiezioni su cui si basa il calcolo dei flussi devono essere quelle del più recente piano
approvato dal management (piano industriale, proiezioni economico-finanziarie); devono fondarsi su presupposti ragionevoli e
sostenibili; con il più largo uso possibile di dati di mercato esterni; la durata dell’orizzonte temporale di previsione esplicita non
deve superare i cinque anni, a meno che orizzonti temporali più estesi non siano giustificabili da circostanze particolari.
D. Valore Recuperabile: max(Fair Value, Value in Use)
Avviamento: Impairment Test & Analisi di Sensitivity
102
• Il test avviene verificando che il valore della CGU è maggiore del carrying value della stessa; in questo caso il
test regge ed il valore del goodwill rimane inalterato. In caso contrario il goodwill viene svalutato dell’importo
necessario ad azzerare lo sbilancio negativo tra value in use e carrying value. La perdita di valore e imputata a
conto economico
• Il test deve essere effettuato in modo indipendente CGU per CGU; per cui eventuali margini di valore
eccedenti il carrying value di una o più CGU non possono essere utilizzati per compensare saldi negativi di altre
CGU, il cui goodwill deve essere svalutato.
• Il test deve prevedere, come esplicitamente richiesto dallo IAS 36, delle analisi di sensitivity finalizzate ad
evidenziare la capacità di tenuta del test a fronte di variazioni nei valori delle principali variabili che impattano
in misura significativa sui risultati del test. Tra le variabili più utilizzate nelle analisi di sensitivity ci sono il Costo
del Capitale; il tasso di crescita terminale g; la curva dei tassi di interesse; i mark-up e mark down; i tassi di
crescita delle masse (impieghi e raccolta); il provisioning e le rettifiche su crediti. Accanto alle analisi di
sensitivity, in cui si verifica la tenuta del test a fronte della variazione nelle ipotesi previsionali di una singola
variabile, trovano posto anche le analisi di scenario, in cui si verifica la tenuta del test a fronte della variazione
nelle ipotesi di un insieme di variabili.
103
THE ANALYST'S CHECKLIST
• Deferred Tax Assets (DTA).
• Deferred Tax Liabilities (DTL).
• Loss Carry Forward.
• Trattamento delle DTA in Basilea 3.
• DTA Trasformabili e non Trasformabili in Crediti.
Imposte Differite (Deferred Tax)
Origine delle Imposte Differite (Deferred Tax)
104
• La fiscalità differita deriva dalla differenza temporale tra la registrazione delle imposte sulla base della loro
competenza economica (nello specifico ad esempio I criteri stabiliti dagli IAS/IFRS) ed il momento di effettivo
pagamento delle imposte determinato sulla base della loro competenza fiscale.
• La rilevazione della fiscalità differita si ha quindi nell'ipotesi in cui sussista la probabilità che un valore
contabile determini negli esercizi futuri un aumento o una riduzione delle imposte dovute rispetto
all'ammontare delle imposte che sarebbe dovuto in assenza di tali effetti fiscali.
RAI
RI
RISULTATO ANTE IMPOSTE
REDDITO IMPONIBILE
(competenza economica)
(competenza fiscale)
DIFFERENZE DEFINITIVE
DIFFERENZE TEMPORANEE
RAI>RI
RAI<RI
(ex. voci di ricavo non
imponibili)
(ex. voci di costo non
deducibili)
NESSUNA FISCALITÀ DIFFERITA
RAI>RI
RAI<RI
(ex. costi dedotti
anticipatamente & ricavi con
competenza fiscale differita)
(ex. ricavi tassati
anticipatamente & costi con
competenza fiscale differita)
PASSIVITÀ FISCALI
DIFFERITE (DTL)
ATTIVITÀ FISCALI
DIFFERITE (DTA)
Determinano maggiori
oneri imponibili negli
esercizi futuri
Determinano minori
imponibili negli esercizi
futuri
Contabilizzazione & Reporting
105
• Lo IAS 12 prevede che la rilevazione delle attività e passività e fiscali differite avvenga sulla base delle
seguenti regole:
 Le passività fiscali differite devono essere rilevate per tutte le differenze temporanee imponibili.
 Le attività fiscali differite devono essere rilevate per tutte le differenze temporanee deducibili nell'ipotesi
in cui sia probabile che verrà realizzato un reddito imponibile a fronte del quale potrà essere utilizzata la
differenza temporanea deducibile.
 Il valore di una attività fiscale differita è soggetta a revisione a ciascuna data di riferimento del bilancio e
deve essere, pertanto, sottoposta a test (probability test) ogni anno per verificare se sussiste una
ragionevole certezza di conseguire in futuro redditi imponibili fiscali che consentano di recuperare tali
attività.
 L'aliquota da applicare è quella che si ritiene saranno in vigore nell'esercizio nel quale sarà realizzata
l'attività o sarà estinta la passività. Generalmente queste sono le aliquote in vigore alla data di di
riferimento del bilancio.
• La compensazione tra attività e passività fiscali differite è consentita solamente nel caso in cui sia ammessa
giuridicamente e le imposte si riferiscano alla stessa giurisdizione fiscale.
• Le imposte differite da iscrivere nel conto economico sono calcolate come differenza fra il saldo dello stato
patrimoniale dell’esercizio rispetto a quello dell’esercizio precedente.
• Le principali poste che potenzialmente possono generare Fiscalità Differita Attiva





Svalutazione Crediti
Immobilizzazioni Immateriali
Accantonamenti
Perdite Fiscali
…(etc.)
• Le principali poste che generare Fiscalità Differita Passiva
 Ammortamenti Anticipati
 Deduzione anticipata di componenti costo
 … (etc.)
Deferred Tax: Principali Effetti nel Calcole del CET1 in Basilea 3
106
DTA (DEFERRED TAX ASSETS) AI FINI REGOLAMENTARI
SONO DISTINTE NELLE SEGUENTI COMPONENTI
PERDITE FISCALI
Si tratta di attività fiscali che si basano sulla redditività futura e non derivano da differenze temporanee (tax loss
carryforward), vanno dedotte integralmente dal CET1, la deduzione è soggetta a phasing-in secondo le
discrezionalità nazionali stabilite da Bankit nella circolare 285 del 17-12-2013
DTA NON TRASFORMABILI IN CREDITI
Attività fiscali (al netto delle passività fiscali – DTL) che si basano sulla redditività futura e che derivano da
differenze temporanee; l’importo va dedotto dal CET1 adjusted con il meccanismo della doppia franchigia (la
parte non dedotta per effetto della franchigia va in RWA con ponderazione del 250%), la deduzione è soggetta a
phasing-in secondo le discrezionalità nazionali stabilite da Bankit nella circolare 285 del 17-12-2013, al riguardo
occorre distinguere tra:
• DTA sorte fino al 31-12-2013 (0% nel 2014; successivamente 10% l’anno)
• DTA sorte a partire dall’1-1-2014 (20% nel 2014; 40% nel 2015; 60% nel 2016; 80% nel 2017;
100% nel 2018)
DTA TRASFORMABILI IN CREDITI
Attività fiscali (al netto delle passività fiscali – DTL) che NON si basano sulla redditività futura e che derivano da
differenze temporanee, pertanto sono trasformabili in crediti ai sensi della L. 214/2011 (Decreto Milleproroghe)
e della L. 147/2013 (Decreto Stabilità); in pratica si tratta delle DTA relative alle rettifiche su crediti, avviamenti
ed intangibles; queste DTA non vanno in deduzione ma sono assimilate a crediti e quindi incluse dei RWA con
ponderazione 100%
Deferred Tax: Principali Riferimenti Normativa Regolamentare
107
• PERDITE FISCALI: Attività fiscali differite che si basano sulla redditività futura e non derivano da differenze
temporanee.
DTA relative a perdite fiscali non trasformabili in credito d’imposta; sono detratte direttamente dal CET1 al netto dell’eventuale
quota associata di DTL (ex art. 36 e 38 della CCR). In deroga a quanto previsto dall’art. 36, (nel periodo transitorio 1° gennaio
2014 – 31 dicembre 2017), l’art. 469 demanda alla Banca d’Italia il compito di determinare le percentuali delle DTA in oggetto
da detrarre dal CET1, sulla base delle indicazioni contenute nel successivo art. 478. Tali percentuali sono definite nelle Circolare n.
285 - Disposizioni di vigilanza per le banche Parte Seconda - Applicazione in Italia del CRR.
• DTA TRASFORMABILI IN CREDITI: Attività fiscali differite che non si basano sulla redditività futura e che
derivano da differenze temporanee.
Rientrano in tale ambito le DTA trasformate in credito d’imposta ai sensi e per gli effetti del decreto mille proroghe, così come
modificato e integrato dal decreto Monti e dalla Legge di Stabilità 2014. Non sono detratte dal Patrimonio di Vigilanza e
subiscono una ponderazione per il rischio del 100% (art. 39 CRR 575), e sono esclusivamente quelle relative alla quota di perdita
fiscale determinata dalle variazioni in diminuzione relative a svalutazione/perdite su crediti o ad ammortamenti/svalutazioni
dell’avviamento o di altre attività materiali.
• DTA NON TRASFORMABILI: Attività fiscali differite che dipendono da redditività futura e derivano da differenze
temporanee.
Vi rientrano le DTA generate dal disallineamento temporale tra normativa fiscale e disposizioni civilistiche ma non trasformabili in
credito d’imposta alla luce del Decreto mille proroghe e successive modificazioni, in quanto carenti dei presupposti oggettivi. Tali
DTA sono assoggettate al meccanismo della doppia franchigia (10% - 17,65%) descritto dall’art. 48 della CRR. Nel periodo
transitorio (1° gennaio 2014 – 31 dicembre 2017) in cui è prevista, ai fini della detrazione dal capitale primario, ai sensi dell’art.
470, una soglia di significatività del 15% che opera a livello aggregato per partecipazioni qualificate e DTA. La Circolare n. 285
disciplina anche in relazione a questa fattispecie delle percentuali transitorie di deducibilità dagli elementi del capitale primario di
classe 1.
• COMPENSAZIONE TRA DTA E DTL
La disciplina è contenuta nell’art. 38 paragrafi 3, 4 e 5, CRR nel quale sono enunciati i principi e i requisiti necessari per
compensare le attività fiscali differite che si basano sulla redditività futura con le associate passività fiscali.
Deferred Tax: Principali Riferimenti Normativa Fiscale
108
• DECRETO MILLEPROROGHE
L. 10 del 26.02.2011, art. 2 commi da 55 a 58: disciplina la possibilità di trasformare in credito d’imposta le
DTA relative alle imposte IRES derivanti da svalutazioni dei crediti non dedotte ai sensi dell’art. 106, comma 3
del TUIR e le DTA relative al valore dell’avviamento e delle altre attività immateriali i cui componenti negativi
sono deducibili fiscalmente in più periodi d’imposta. La disposizione trova applicazione nel caso in cui in
bilancio venga rilevata una perdita d’esercizio.
• DECRETO MONTI L. 214 del 22.12.201
1. Estende l’ambito oggettivo di applicazione della norma:
a. Trasformazione delle DTA in caso di perdite fiscali che emergono dalla dichiarazione dei redditi;
b. Trasformazione delle DTA in caso di liquidazione volontaria o assoggettamento a procedure concorsuali o di gestione della
crisi;
2. Modifica le modalità di utilizzo del credito d’imposta:
a. Compensazione;
b. Cessione al valore nominale o nell’ambito di un consolidato;
c. Rimborso (in via residuale)
• FINANZIARIA 2014 L. 147 del 27.12.2013; art. 1 commi da 167 a 171
Estende ulteriormente l’ambito oggettivo di applicazione della norma:
1. Equiparazione delle perdite su crediti alle svalutazioni;
2. Estensione della possibilità di trasformazione in credito d’imposta alle DTA iscritte in bilancio ai fini IRAP, a
decorrere dal periodo d’imposta in corso al 31.12.2013
109
Principali Differenze tra Standard Contabili
IAS/IFRS e US GAAP
IAS/IFRS vs. US GAAP 
110
FONTE: Massari M., Gianfrate G. and Zanetti L. (2014), The Valuation of Financial Companies: Tools and Techniques to Measure the Value of Banks, Insurance Companies and Other Financial Institutions. Wiley.
(segue)
IAS/IFRS vs. US GAAP
111
FONTE: Massari M., Gianfrate G. and Zanetti L. (2014), The Valuation of Financial Companies: Tools and Techniques to Measure the Value of Banks, Insurance Companies and Other Financial Institutions. Wiley.
112
THE ANALYST'S CHECKLIST
• Nuovi Criteri di Riclassificazione degli Strumenti
Finanziari.
• Nuovi Criteri di Valutazione previsti dall'IFRS 9
• Criteri di Impairment.
IFRS 9: Nuove Regole di Valutazione delle
Attività e delle Passività Finanziarie
Processo di Revisione degli Standard Contabili
113
• Gli effetti della recente crisi finanziaria ha spinto vari organismi internazionali (G20, Financial Stability Board,
etc.) ad innescare un processo di revisione degli standard contabili.
• IASB e FASB stanno lavorando da alcuni anni a stretto contatto a questo processo di revisione che ha come
obiettivo quello di semplificare e rendere più chiara la loro applicazione.
Lo IASB nel 2008 si è posto l'obiettivo di modificare l'attuale IAS 39 mediante la redazione di un nuovo standard
contabile denominato IFRS 9. I principali contenuti dell'IFRS 9 possono essere riassunti nei seguenti punti:
• Semplificazione delle regole sulla classificazione degli strumenti finanziari.
• Trattamento contabile dell’impairment: passaggio da un modello basato su una logica di incurred loss ad uno
basato su una logica di expected loss.
• Riduzione della complessità legata ai requisiti per la derecognition (cancellazione dal bilancio di attività e
passività finanziarie).
• Semplificazione delle regole legate alla disciplina dell'hedge accounting.
• Eliminazione dell'obbligo di scorporo nei titoli strutturati.
IFRS 9 – Fasi Implementative
114
Lo IASB ha articolato il progetto sugli strumenti finanziari nelle seguenti fasi:
I. CLASSIFICAZIONE E VALUTAZIONE DEGLI STRUMENTI FINANZIARI
Sostituzione delle diverse categorie di strumenti finanziari dello IAS 39 (Held to Maturity (HTM),
Available for sale (AFS), Held for trading (HFT), Loans and Receivables (LR), in due sole categorie di
valutazione:
• Fair Value
• Costo Ammortizzato
La classificazione viene effettuata in base a:
• Caratteristiche dei flussi di cassa contrattuali delle attività
• Business model utilizzato e relativa finalità di detenzione
II. PROCEDURA DI SVALUTAZIONE
Revisione del costo ammortizzato e delle regole di impairment
• Possibilità di accantonare a fronte di perdite attese su crediti
• Maggiore trasparenza dei bilanci sulla credit quality e relative rettifiche
III. OPERAZIONI DI COPERTURA
Modifica delle regole di hedge accounting
IFRS 9: Classificazione e Criteri di Valutazione degli Strumenti Finanziarie
115
Sono previste due categorie in funzione del criterio di valutazione:
• COSTO AMMORTIZZATO
• FAIR VALUE
La classificazione viene effettuata sulla base del modello di gestione business model test, modello di business
scelto dalla società per realizzare i proventi e sostenere gli oneri derivanti dagli strumenti finanziari acquisiti o
emessi, sia dalle caratteristiche contrattuali dei flussi di cassa (contractual cash flow).
COSTO AMMORTIZZATO
Le due condizioni necessarie per valutare un'attività o una passività al costo ammortizzato sono:
(1) Lo strumento deve esser gestito su base contrattuale.
(2) Lo Strumento finanziario deve avere le caratteristiche del prestito; ovvero i flussi di cassa devono essere
rappresentati da interessi sul capitale di cui è previsto il rimborso.
FAIR VALUE
Vengono classificati gli strumenti finanziari detenuti con finalità di trading e gli strumenti di capitale che non
sono in grado di garantire flussi di cassa stabili e prevedibili. Non sarà quindi più possibile valutare, al costo
ammortizzato, i titoli azionari non quotati, per i quali non era possibile ottenere stime attendibili di fair value.
(segue)
IFRS 9: Classificazione e Valutazione degli Strumenti Finanziari
116
Sarà Possibile…
• Valutare al Fair Value Through Profit and Loss (FVTPL) un’attività finanziaria che rispetta i requisiti per essere
misurata al costo ammortizzato, quando questo permette la riduzione o eliminazione dei c.d. «accounting
mismatch» tra attività e passività finanziarie
• Modificare il sistema di riclassificazione e valutazione nel caso in cui venga modificato il relativo business
model, senza procedere però al loro restatement.
• Contabilizzare le vecchie attività finanziarie disponibili per la vendita (AFS) come OCI nelle variazioni di fair
value, che verranno registrate a patrimonio e non a conto economico.
Passività Finanziarie…
• Le disposizioni dello IAS 39 inalterate, eccezion fatta per quelle passività classificate in FVO che rispettano i
requisiti per essere misurate al costo ammortizzato.
• Se una banca designa una passività al fair value rilevato a conto economico deve indicare l’ammontare della
relativa variazione di valore attribuibile alle variazioni del proprio rischio di credito (rischio emittente)
Per questi strumenti si prevede la possibilità di designazione al fair value through profit and loss (con
conseguente rilevazione in conto economico), separando però la componente di variazione di fair value
attribuibile alle variazioni del proprio rischio di credito (rischio emittente), e contabilizzando tale importo
solo a patrimonio (OCI).
IFRS 9 – Impairment Methodology
117
REVISIONE DELLO IAS 39
L’attività di provisioning basata sulla logica di incurred loss, contabilizzando gli impairment solo quando si
manifesta l’evento che causa la svalutazione (“impairment trigger event”), induce inevitabilmente un
differimento nell’individuazione delle perdite di valore.
THREE-BUCKETS APPROACH
Con l’obiettivo di delineare un nuovo sistema di provisioning che fosse più adeguato al rischio assunto, lo IASB
ha proposto un modello maggiormente indirizzato in un’ottica di analisi forward-looking.
Questo approccio classifica le esposizioni in tre classi, rappresentate da un crescente grado di rischio e una
relativa quantificazione dell’impairment:
1.
Prima Rilevazione degli strumenti finanziari: le rettifiche di valore corrispondono inizialmente alle
perdite attese su un orizzonte temporale di 12 mesi (12-month expected credit losses)
2.
Valutazione su Portafogli o Gruppi di attività: ad un significativo peggioramento del merito creditizio
diventa necessario accantonare una quota pari alla perdita attesa sulla vita residua delle esposizioni
creditizie (life time expected credit losses)
3.
Valutazione su base Individuale: le attività finanziarie di questo bucket presentano un’oggettiva
evidenza di deterioramento, e richiedono quindi un calcolo delle rettifiche di valore in base alla perdita
attesa sulla vita residua della singola esposizione (lifetime expected credit losses)
IFRS vs. US GAAP => Business Model vs. Business Strategy
IFRS  BUSINESS MODEL
• Strumento gestito su base contrattuale con obiettivo di incasso dei flussi
finanziari: Costo Ammortizzato.
• Altro: Fair Value Through Profit and Loss (FVTPL).
US GAAP  BUSINESS STRATEGY
• Lending business: Costo Ammortizzato
• Investing Business: Fair Value ad OCI.
• Trading Business: Fair Value Through Profit and Loss (FVTPL)
118
119
Pillar III Disclosure
Third Pillar of Basel 2 – Pillar 3: Unicredit
120
From the beginning of 2007 the new Capital Requirements Directive (CRD),
acknowledged by the Bank of Italy with its circular letter n. 263/2006, is
effective as the common framework for implementing the Basel 2 regulations
in EU.
In the CRD it is also stipulated that institutions should disclose capital and risk
management under Pillar 3 rules.
Specifically, Pillar III presents a set of disclosure requirements that should
improve market participants' ability to assess banks' capital structures, risk
exposures, risk management processes and, hence, their overall capital
adequacy.
Pillar 3 Unicredit: Capital Adequacy
121
Pillar 3 Unicredit: Risk Weighted Assets (RWA)
122
Pillar 3 Unicredit: Market Risk Capital Requirement
123
Pillar 3 Unicredit: Operational Risk
124
SOURCES OF OPERATIONAL RISK
Detailed below is the percentage composition, by type of event, of operational risk sources as defined by the New Basel Capital Accord and acknowledged by
the New Regulations for the Prudential Supervision of Banks issued by the Bank of Italy in December 2006 (Circular No. 263/2006 as amended).
The major categories are as follows:
• internal fraud: losses owing to unauthorized activity, fraud, embezzlement or violation of laws, regulations or business directives that involve at least one
internal member of the bank;
• external fraud: losses owing to fraud, embezzlement or violation of laws by subjects external to the bank;
• employment practices and workplace safety: losses arising from actions in breach of employment, health and workplace safety laws or agreements, from
personal injury compensation payments or from cases of discrimination or failure to apply equal treatment;
• clients, products and professional practices: losses arising from non-fulfillment of professional obligations towards clients or from the nature or
characteristics of the products or services provided;
• damage from external events: losses arising from external events, including natural disasters, acts of terrorism and vandalism;
• business disruption and system failures: losses owing to business disruption and system failures or interruptions;
• process management, execution and delivery: losses owing to operational or process management shortfalls, as well as losses arising from transactions
with commercial counterparties, sellers and suppliers.
Pillar 3 Unicredit: On/Off Balance Sheet Exposure
125
Pillar 3 Unicredit: Information on Sovereign Exposures
126
With reference to the Group’s sovereign exposures, the book value of sovereign debt securities as
at December 31, 2013 amounted to €106,085 million, of which 89% concentrated in eight
countries; Italy, with €47,202 million, represents over 44% of the total. For each of the eight
countries, the table below shows the nominal value, the book value and the fair value of the
exposures broken down by portfolio as at December 31, 2013
The weighted duration of the sovereign bonds shown in the table
above, divided by the banking and trading book, is the following
The table below shows the classification of bonds belonging to the banking book and their percentage proportion of the
total of the portfolio under which they are classified
Pillar 3: Focus Capital Requirement
Credit Risk Requirement/
Total Requirement
2009
2010
2011
127
Market Risk Requirement/
Total Requirement
2012
2009
2010
2011
Operational Risk Requirement/
Total Requirement
2012
2009
2010
2011
2012
Other Risk Requirement &
Adjustments/Total Requirement
2009
2010
2011
2012
ITALIAN COMPARABLES
Banca Carige Spa
88,73%
90,13%
90,75%
91,20%
2,02%
1,46%
1,24%
1,03%
9,24%
8,41%
8,01%
7,76%
Banca Popolare Emilia Romagna
89,42%
88,45%
88,58%
88,58%
1,67%
1,63%
1,27%
0,85%
8,91%
8,13%
8,39%
8,82%
Banca Popolare Etruria e del Lazio Soc. Coop.
74,83%
75,27%
75,29%
74,88%
1,02%
0,31%
0,04%
0,04%
5,54%
5,76%
6,07%
6,59%
Banca Popolare Di Milano Scarl
89,06%
90,85%
81,20%
80,89%
2,19%
1,54%
1,07%
1,27%
8,75%
7,61%
5,91%
5,90%
4,75%
88,85%
89,03%
86,61%
88,38%
4,42%
4,04%
2,65%
6,87%
6,72%
6,94%
10,74%
Credito Emiliano Spa - Credem
80,22%
85,45%
88,52%
89,55%
7,87%
4,18%
2,75%
1,65%
8,68%
8,77%
8,73%
8,80%
Credito Valtellinese Soc Coop
91,23%
92,36%
92,41%
92,52%
1,01%
0,48%
0,45%
0,38%
7,76%
7,16%
7,14%
7,10%
Intesa Sanpaolo
87,45%
87,06%
85,33%
84,83%
4,65%
4,63%
5,38%
6,17%
7,77%
8,18%
7,63%
8,62%
Mediobanca Spa
84,31%
81,93%
80,70%
81,46%
10,42%
12,35%
13,33%
12,53%
5,27%
5,71%
5,97%
6,01%
Unione Di Banche Italiane Scpa - Ubi Banca
90,31%
92,11%
92,66%
91,59%
2,09%
1,41%
1,01%
1,28%
7,60%
6,48%
6,33%
7,14%
Unicredit Spa
88,94%
86,98%
81,84%
83,95%
1,99%
1,97%
6,84%
4,07%
9,07%
11,05%
11,18%
11,98%
Banca Monte Dei Paschi Di Siena Spa
86,22%
86,29%
84,83%
78,15%
6,00%
5,78%
6,50%
6,52%
7,26%
7,93%
8,27%
8,99%
0,52%
Banco Bilbao Sa
84,67%
82,22%
86,25%
85,43%
3,88%
6,48%
4,64%
5,26%
11,10%
11,02%
8,84%
9,13%
0,35%
Banco Santander Sa
82,12%
80,82%
81,22%
81,04%
7,00%
8,23%
6,06%
5,78%
10,88%
10,90%
12,45%
13,13%
Credit Agricole S.A.
88,85%
90,91%
83,25%
87,72%
3,43%
2,66%
9,83%
4,47%
7,72%
6,43%
6,92%
7,81%
Deutsche Bank Ag
79,38%
82,54%
68,86%
68,65%
9,10%
6,66%
17,85%
15,89%
11,52%
10,80%
13,29%
15,46%
Hsbc Holdings Plc
84,31%
85,29%
83,67%
84,22%
4,58%
3,51%
6,05%
4,89%
11,11%
11,20%
10,28%
10,89%
Lloyds Tsb Bank Plc
94,13%
91,17%
89,37%
87,32%
0,73%
1,04%
1,95%
3,67%
5,14%
7,79%
8,68%
9,00%
Natixis
81,60%
89,45%
84,48%
79,87%
14,43%
6,63%
9,89%
11,76%
3,97%
3,92%
5,63%
8,38%
Societe Generale
81,18%
82,03%
78,25%
78,41%
4,29%
3,91%
9,32%
8,84%
14,53%
14,06%
12,44%
12,75%
Rbs Holdings Nv
85,60%
79,50%
79,94%
80,77%
9,47%
14,01%
12,60%
9,27%
4,94%
6,50%
7,46%
9,97%
Bnp Paribas
82,22%
83,92%
80,62%
78,23%
3,81%
2,86%
6,27%
4,63%
9,22%
9,47%
8,90%
9,27%
Barclays Plc
77,75%
76,59%
72,46%
69,63%
14,25%
15,34%
18,40%
16,37%
8,00%
8,07%
9,14%
14,01%
Banco Popolare
18,61%
1,79%
1,76%
1,75%
18,67%
18,60%
18,49%
11,82%
11,94%
1,66%
0,38%
3,24%
1,60%
0,13%
0,13%
0,15%
0,40%
6,34%
EUROPEAN COMPARABLES
4,74%
0,28%
0,27%
0,18%
0,06%
0,27%
0,06%
3,74%
4,20%
7,87%
--------------------------- Italian Banks ---------------------------
> Minimum
4,75%
75,27%
75,29%
74,88%
1,01%
0,31%
0,04%
0,04%
5,27%
5,71%
5,91%
5,90%
0,13%
0,13%
0,15%
0,38%
> Average
79,62%
87,14%
85,93%
85,35%
10,78%
3,35%
3,66%
3,20%
7,73%
7,66%
7,55%
8,21%
5,62%
5,55%
5,73%
7,78%
> Median
88,09%
87,75%
86,92%
85,72%
2,14%
1,80%
2,01%
1,46%
7,77%
7,77%
7,39%
8,19%
1,88%
1,69%
1,71%
6,34%
> Maximum
91,23%
92,36%
92,66%
92,52%
88,38%
12,35%
13,33%
12,53%
9,24%
11,05%
11,18%
11,98%
18,61%
18,67%
18,60%
18,49%
------------------------- Italian Top Five -------------------------
> Minimum
4,75%
86,29%
81,84%
78,15%
1,99%
1,41%
1,01%
1,28%
6,87%
6,48%
6,33%
7,14%
0,13%
0,13%
0,15%
0,38%
> Average
71,54%
88,26%
86,74%
85,02%
20,62%
3,64%
4,75%
4,14%
7,72%
8,07%
8,07%
9,50%
0,32%
0,13%
0,73%
3,36%
> Median
87,45%
87,06%
85,33%
84,83%
4,65%
4,42%
5,38%
4,07%
7,60%
7,93%
7,63%
8,99%
0,32%
0,13%
0,40%
3,36%
> Maximum
90,31%
92,11%
92,66%
91,59%
88,38%
5,78%
6,84%
6,52%
9,07%
11,05%
11,18%
11,98%
0,52%
0,13%
1,66%
6,34%
> Minimum
77,75%
76,59%
68,86%
68,65%
0,73%
1,04%
1,95%
3,67%
3,97%
3,92%
5,63%
7,81%
0,35%
0,06%
0,27%
0,06%
> Average
83,80%
84,04%
80,76%
80,12%
6,82%
6,48%
9,35%
8,26%
8,92%
9,11%
9,46%
10,89%
2,55%
1,36%
1,58%
2,70%
> Median
82,22%
82,54%
81,22%
80,77%
4,58%
6,48%
9,32%
5,78%
9,22%
9,47%
8,90%
9,97%
2,55%
0,28%
0,27%
0,18%
> Maximum
94,13%
91,17%
89,37%
87,72%
14,43%
15,34%
18,40%
16,37%
14,53%
14,06%
13,29%
15,46%
4,74%
3,74%
4,20%
7,87%
------------------------- European Banks -------------------------
(segue)
Pillar 3: Focus Capital Requirement
Credit
Risk
Market
Risk
128
Operational
Risk
Net Loans/
Net Risk Assets
Financial Assets/
Net Risk Assets
ITALIAN TOP 5 BANKS
> Minimum
> Average
> Maximun
78,15%
85,02%
91,59%
1,28%
4,14%
6,52%
7,14%
9,50%
11,98%
57,17%
64,96%
71,75%
14,09%
22,32%
32,44%
ITALIAN BANKS
> Minimum
> Average
> Maximun
74,88%
85,70%
92,52%
0,04%
3,29%
12,53%
5,90%
8,56%
11,98%
51,45%
65,05%
78,55%
10,52%
23,42%
41,02%
EUROPEAN BANK
> Minimum
> Average
> Maximun
68,65%
80,12%
87,72%
3,67%
8,26%
16,37%
7,81%
10,89%
15,46%
18,05%
36,43%
56,81%
18,29%
41,76%
64,19%
129
Il Capital Planning di una Banca in Ottica Basilea 3
GIOVANNI PAPIRO
Responsabile Governo del Valore e Capital Adequacy
GRUPPO MONTEPASCHI
Intervento al Corso «Analisi di Bilancio delle Banche»
Università degli Studi di Siena
Siena, 19 maggio 2014
130
THE ANALYST'S CHECKLIST
• Patrimonio Contabile vs. Patrimonio di Vigilanza
secondo le Regole di BIS 3.
• Patrimonio di Vigilanza BIS 2 vs. Patrimonio di
Vigilanza BIS 3.
• Phasing-in.
• Problemi e Criticità Legate all'Adozione di BIS 3.
Il Patrimonio Contabile e il Patrimonio di
Vigilanza nel Nuovo Contesto Regolamentare
Patrimonio Contabile vs. Patrimonio di Vigilanza in BIS 2
VISTA CONTABILE
VISTA REGOLAMENTARE BASILEA 2
Capitale
(-) Avviamento
Sovrapprezzo di emissione
Riserve
(-) Immobilizzazioni Immateriali
(-) Filtri Prudenziali Negativi
Risultato di esercizio
(+) Filtri Prudenzial Positivi [Riserva AFS Titoli di Stato]
(-) Dividendi
(-) Deduzioni (Partecipazioni Finanziarie) [50%]
(-) Azioni Proprie
(-) Delta Perdita Attesa [50%]
Patrimonio Netto di Terzi
Strumenti Innovativi di Capitale
Totale Elementi Positivi Common Equity
Strumenti Non Innovativi di Capitale
Totale Patrimonio Netto
Patrimonio di Base - Tier 1
Riserve da Valutazione
Passività Subordinate
(-) Deduzioni (Partecipazioni Finanziarie) [50%]
(-) Delta Perdita Attesa [50%]
Patrimonio Supplementare - Tier 2
Altri Elementi (deduzioni, Tier 3)
Patrimonio di Vigilanza - Total Capital
RWA
Rischio di Credito
Rischio Controparte
Rischio di Mercato
Rischio Operativo
Floor Basilea 1
131
Principali Impatti Collegati all'Adozione di Basilea 3
132
PATRIMONIO
1
2
3
4
5
6
RISERVE DI VALUTAZIONE (ALTRE COMPONENTI DI CONTO ECONOMICO ACCUMULATE – OCI): in CET1 va computato il saldo
netto di tutte le riserve da valutazione (diversamente da quanto previsto in Basilea 2 in cui si computavano in Tier 1 le sole
riserve negative e in Tier 2 la metà di quelle positive), per effetto delle discrezionalità nazionali stabilite da Bankit nella circolare
285 del 17-12-2013 la componente negativa ha un phasing-in del 20% nel 2014; 40% nel 2015; 60% nel 2016; 80% nel 2017;
100% nel 2018, mentre per quella positiva è (0% nel 2014; 40% nel 2015; 60% nel 2016; 80% nel 2017; 100% nel 2018); inoltre
la riserva AFS sui titoli di stato di paesi UE viene filtrata (così come in Basilea 2) fino all’approvazione del nuovo principio
contabile IAS 39 (che si prevede non avverrà prima del 2017)
MINORITY: la computabilità del patrimonio di terzi nel CET1 consolidato è limitata alla quota necessaria a soddisfare il
fabbisogno patrimoniale delle controllate
DELTA PERDITA ATTESA (Eccedenza perdita attesa rispetto alle rettifiche di valore): viene dedotto integralmente a livello di CET1
al termine del phasing-in nel periodo transitorio (e non più 50% dal Tier 1 e 50% dal Tier2 come in Basilea 2); il phasing-in è del
20% nel 2014; 40% nel 2015; 60% nel 2016; 80% nel 2017; 100% nel 2018
DEDUZIONI: in aggiunta alle deduzioni delle partecipazioni finanziarie (presenti anche in Basilea 2), si introducono anche le
deduzioni di Deferred Tax Asset – DTA (attività fiscali differite), entrambe soggette al meccanismo della franchigia e phasing-in
durante il periodo transitorio (20% nel 2014; 40% nel 2015; 60% nel 2016; 80% nel 2017; 100% nel 2018)
ADDITIONAL TIER 1 – Capital Aggiuntivo di Classe 1: la computabilità è limitata a strumenti perpetui, senza alcun incentivo al
rimborso per l'ente, con piena discrezionalità dell’emittente di annullare su base non cumulativa la remunerazione e la
possibilità di svalutare e/o convertire in CET1 gli strumenti in caso di perdite; nel periodo transitorio si può beneficiare del
Grandfathering dell’80% nel 2014; 70% nel 2015, 60% nel 2017, …. 10% nel 2021
TIER 2: la computabilità è limitata ai soli strumenti che hanno una durata originaria di almeno 5 anni, senza incentivi al rimborso
anticipato (clausole call + step-up); l’ammortamento regolamentare viene effettuato su base giornaliera anziché su base annua;
nel periodo transitorio si può beneficiare del Grandfathering dell’80% nel 2014; 70% nel 2015, 60% nel 2017, …. 10% nel 2021
RWA – RISK WEIGHTED ASSETS
7
DTA TRASFORMABILI PONDERATE AL 100%
8
DEDUZIONI IN FRANCHIGIA PONDERATE AL 250%
9
ALTRI IMPATTI BIS 3 (Riduzione requisito SMEs supporting factor; Incremento requisito CVA, Default fund, … etc.)
Da Basilea 2 a Basilea 3
PATRIMONIO DI VIGILANZA, RWA, RATIOS
Total Capital – Fondi Propri
CET1 - Capitale Primario di Classe 1
2016
252.824
2017
242.232
2018
231.640
187.784
300.000
170.712
300.000
153.640
300.000
-43.000
-30.000
-43.000
-30.000
-43.000
-6.000
-43.000
-12.000
-43.000
-18.000
-43.000
-24.000
-43.000
-30.000
-50.000
-24.000
6.000
-24.000
6.000
-24.000
6.000
-24.000
6.000
-24.000
6.000
-24.000
6.000
-24.000
-3.000
-30.000
-600
-6.000
-1.200
-12.000
-1.800
-18.000
-2.400
-24.000
-3.000
-30.000
-2.400
-4.640
-480
-928
-960
-1.856
-1.440
-2.784
-1.920
-3.712
-2.400
-4.640
-640
-11.140
-128
-2.936
-256
-5.872
-384
-8.808
-512
-11.744
-640
-14.680
18.000
18.000
13.000
13.000
40
13.000
3.280
13.000
6.520
13.000
9.760
13.000
13.000
13.000
T2 - Capitale di Classe 2
80.000
65.000
-12.960
52.040
-9.720
55.280
-6.480
58.520
-3.240
61.760
0
65.000
Strumenti di T2
80.000
65.000
65.000
-12.960
65.000
-9.720
65.000
-6.480
65.000
-3.240
65.000
0
2.232.950
2.232.950
2.232.950
2.232.950
2.232.950
2.232.950
2.000.000
2.000.000
2.000.000
2.000.000
2.000.000
2.000.000
DTA trasformabili in crediti [ponderate al 100%]
100.000
100.000
100.000
100.000
100.000
100.000
Deduzioni in franchigia [ponderate al 250%]
102.950
102.950
102.950
102.950
102.950
102.950
Altre componenti di conto economico accumulate (OCI)
(-) Deduzioni Perdite Fiscali
(-) Delta Perdita Attesa
(-) Deduzioni Investimenti Finanziari Non Significativi > 10% CET1 Adj.
(-) Deduzioni DTA Non Trasformabili in Crediti > 10% CET1 Adj.
(-) Deduzioni Investimenti Finanziari Significativi > 10% CET1 Adj.
(-) Deduzioni DTA e Investimenti 17,65% [Full Appl.] / 15% [Transit.]
AT1 - Capitale Aggiuntivo di Classe 1
Strumenti di AT1
Regime Transitorio [Delta PA & Deduzioni Partecipazioni]
Regime Transitorio [Delta PA & Deduzioni Partecipazioni]
7
8
9
2015
263.416
204.856
300.000
(-) Avviamento e Altre attività immateriali
6
2014
274.008
221.928
300.000
Filtri Prudenziali
5
301.000
BIS 3 - Transitional
BIS 3
Full Application
235.180
157.180
300.000
Riserve
4
3
4
4
4
4
BASILEA 2
203.000
350.000
Strumenti di CET1
1
133
Totale RWA
2.000.000
RWA Basilea 2
2.000.000
Altri impatti Basilea 3 (CVE, Default Funds, SMEs supp, factor, etc.)
30.000
30.000
30.000
30.000
30.000
30.000
15,05%
10,53%
12,27%
11,80%
11,32%
10,85%
10,37%
Common Equity Tier 1 Ratio
10,15%
7,04%
9,94%
9,17%
8,41%
7,65%
6,88%
Tier 1 Ratio
11,05%
7,62%
9,94%
9,32%
8,70%
8,08%
7,46%
Total Capital Ratio
Elaborazioni by: Streeling
I Nuovi Indicatori di Basilea 3
134
COMMON EQUITY TIER 1 RATIO
CET1 / RWA
RISK WEIGHTED
CAPITAL RATIOS
TIER 1 RATIO
T1 / RWA
TOTAL CAPITAL RATIO
Total Capital / RWA
UNWEIGHTED
CAPITAL RATIOS
LIQUIDITY
LEVERAGE RATIO
T1 / [Total Asset – Reg. Adj. + Fuori Bilancio  CCF + Derivative Adj.]
LIQUIDITY COVER RATIO > 100%
Stock di Attività Liquidi di Elevata Qualità / Deflussi di Cassa Netti Attesi 30 gg.
NET STABLE FUNDING RATIO > 100%
Ammontare di Provvista Stabile / Ammontare Obbligatorio di Provvista Stabile
I Requisiti Patrimoniali Regolamentari: da Basilea 2 a Basilea 3
135
PHASING-IN SECONDO DISCREZIONALITÀ NAZIONALI ITALIANE
Basilea 3
Basilea 2
Common Equity Tier 1 Ratio
2013
2014
Requisito minimo
Capital Conservation Buffer
Countercyclical Conservation Buffer
O-SII Buffer
Totale
G-SII (1%-3,5%)
Tier 1 Ratio
4,5%
2,5%
0%
0%
7,0%
2013
Requisito minimo
Capital Conservation Buffer
Countercyclical Conservation Buffer
O-SII Buffer
Totale
G-SII (1%-3,5%)
Total Capital Ratio
Capital Conservation Buffer
Countercyclical Conservation Buffer
O-SII Buffer
Totale
G-SII (1%-3,5%)
STRESS TEST EBA/BCE
Core Tier 1 Ratio [Sovereign Buffer]
Common Equity Tier 1 Ratio
Common Equity Tier 1 Ratio Stressed
2014
4,0%
2013
5,5%
2,5%
0%
0%
8,0%
2014
8,0%
2011-2012
9%
8,0%
2,5%
0%
0%
10,5%
2013-2014
8%
5,50%
2015
4,5%
2,5%
0%
0%
7,0%
2015
6,0%
2,5%
0%
0%
8,5%
2015
8,0%
2,5%
0%
0%
10,5%
2016
min
max
4,5%
4,5%
2,5%
2,5%
0% 0,625%
0%
2,0%
7,0% 9,625%
8,0% 13,125%
2017
min
max
4,5% 4,5%
2,5% 2,5%
0% 1,25%
0% 2,0%
7,0% 10,25%
8,0% 13,75%
2018
min
max
4,5%
4,5%
2,5%
2,5%
0% 1,875%
0%
2,0%
7,0% 10,875%
8,0% 14,375%
2016
min
max
6,0%
6,0%
2,5%
2,5%
0% 0,625%
0%
2,0%
8,5% 11,125%
9,5% 14,625%
2017
min
max
6,0% 6,0%
2,5% 2,5%
0% 1,25%
0% 2,0%
8,5% 11,75%
9,5% 15,25%
2018
min
max
6,0%
6,0%
2,5%
2,5%
0% 1,875%
0%
2,0%
8,5% 12,375%
9,5% 15,875%
2016
min
max
8,0%
8,0%
2,5%
2,5%
0% 0,625%
0%
2,0%
10,5% 13,125%
11,5% 16,625%
2017
min
max
8,0% 8,0%
2,5% 2,5%
0% 1,25%
0% 2,0%
10,5% 13,75%
11,5% 17,25%
2018
min
max
8,0%
8,0%
2,5%
2,5%
0% 1,875%
0%
2,0%
10,5% 14,375%
11,5% 17,875%
Il Meccanismo della Franchigia per le Deduzioni di DTA e Partecipazioni Finanziarie
136
1
Si calcola la prima franchigia del 10% del CET1 Adjusted
2
Si verifica se le partecipazioni finanziarie significative superano la prima franchigia del 10%, la parte
eccedente va dedotta dal CET1 con phasing-in (20% nel 2014; 40% nel 2015; 60% nel 2016; 80% nel
2017; 100% nel 2018)
3
Si verifica se le DTA NON trasformabili in crediti superano la prima franchigia del 10%, la parte
eccedente va dedotta dal CET1 con phasing-in differenziato in funzione della data in cui sono sorte (0%
nel 2014; successivamente 10% l’anno), fino al 31-12-2013, dal 1-1-2014 (20% nel 2014; 40% nel 2015;
60% nel 2016; 80% nel 2017; 100% nel 2018)
4
Si calcola la seconda franchigia:
 in Full Application pari al 17,65% del CET1 Adjusted
 in Transitional pari al 15% del CET1 Adjusted
5
Si verifica se la somma delle partecipazioni finanziarie significative e delle DTA NON trasformabili in
crediti al di sotto della prima franchigia (non dedotte) superano la seconda franchigia la parte
eccedente va dedotta dal CET1 con phasing-in (differenziato per la quota imputabile alle DTA in
funzione della data in cui sono sorte)
6
Le partecipazioni finanziarie e le DTA NON trasformabili non dedotte per effetto della franchigia sono
incluse nei RWA con una ponderazione del 250%
Le Deduzioni di Partecipazioni Finanziarie NON Significative ed Altri Titoli
137
1
Si calcola una franchigia del 10% del CET1 Adjusted
2
Si determina l’ammontare complessivo di titoli detenuti in:
• Partecipazioni finanziarie (dirette ed indirette) inferiori al 10% dell’ente partecipato (strumenti di
CET1)
• Strumenti di capitale di Additional Tier 1 emessi da istituzioni finanziarie
• Strumenti di capitale di Tier 2 emessi da istituzioni finanziarie (titoli subordinati)
3
Si verifica se tale ammontare supera la franchigia del 10%, la parte eccedente va dedotta dai diversi livelli
di patrimonio [CET1/Tier1/Tier2]
4
Le componenti da dedurre sono determinate in base alla proporzione delle varie tipologie di strumenti
detenute; la deduzione si applica con phasing-in stabilito sulla base delle discrezionalità nazionali Bankit:
• deduzioni titoli CET1 phasing-in 20% nel 2014; 40% nel 2015; 60% nel 2016; 80% nel 2017; 100% nel
2018 (la parte non phased-in viene dedotta al 50% dal Tier 1 e al 50% dal Tier 2 limitatamente alle sole
partecipazioni dirette)
• Deduzioni titoli Additional Tier 1 phasing-in 20% nel 2014; 40% nel 2015; 60% nel 2016; 80% nel 2017;
100% nel 2018
• Deduzioni titoli Tier 2 phasing-in 100% dal 2014
5
L’ammontare non dedotto per effetto della franchigia è incluso nei RWA con la ponderazione
corrispondente alla tipologia di asset
138
Complessità e Circolarità nella Determinazione dei Ratios Patrimoniali in Basilea 3
PATRIMONIO DI VIGILANZA, RWA, RATIOS
Total Capital – Fondi Propri
CET1 - Capitale Primario di Classe 1
BASILEA 2
301.000
2014
274.008
2015
263.416
2016
252.824
2017
242.232
2018
231.640
203.000
350.000
157.180
300.000
221.928
300.000
204.856
300.000
187.784
300.000
170.712
300.000
153.640
300.000
Filtri Prudenziali
-43.000
-30.000
-50.000
-43.000
-30.000
6.000
-43.000
-6.000
6.000
-43.000
-12.000
6.000
-43.000
-18.000
6.000
-43.000
-24.000
6.000
-43.000
-30.000
6.000
(-) Avviamento e Altre attività immateriali
-24.000
-24.000
-3.000
-24.000
-600
-24.000
-1.200
-24.000
-1.800
-24.000
-2.400
-24.000
-3.000
-30.000
-2.400
-6.000
-480
-12.000
-960
-18.000
-1.440
-24.000
-1.920
-30.000
-2.400
-4.640
-640
-928
-128
-1.856
-256
-2.784
-384
-3.712
-512
-4.640
-640
-2.936
40
-5.872
3.280
-8.808
6.520
-11.744
9.760
-14.680
13.000
13.000
-12.960
52.040
13.000
-9.720
55.280
13.000
-6.480
58.520
13.000
-3.240
61.760
13.000
0
65.000
Strumenti di CET1
Riserve
Altre componenti di conto economico accumulate (OCI)
(-) Deduzioni Perdite Fiscali
(-) Delta Perdita Attesa
(-) Deduzioni Investimenti Finanziari Non Significativi > 10% CET1 Adj.
FRANCHIGIA
BIS 3 - Transitional
BIS 3
Full Application
235.180
(-) Deduzioni DTA Non Trasformabili in Crediti > 10% CET1 Adj.
(-) Deduzioni Investimenti Finanziari Significativi > 10% CET1 Adj.
(-) Deduzioni DTA e Investimenti 17,65% [Full Appl.] / 15% [Transit.]
AT1 - Capitale Aggiuntivo di Classe 1
18.000
-11.140
13.000
Strumenti di AT1
18.000
13.000
Regime Transitorio [Delta PA & Deduzioni Partecipazioni]
T2 - Capitale di Classe 2
80.000
65.000
Strumenti di T2
80.000
65.000
65.000
-12.960
65.000
-9.720
65.000
-6.480
65.000
-3.240
65.000
0
2.232.950
2.232.950
2.232.950
2.232.950
2.232.950
2.232.950
2.000.000
2.000.000
2.000.000
2.000.000
2.000.000
2.000.000
DTA trasformabili in crediti [ponderate al 100%]
100.000
100.000
100.000
100.000
100.000
100.000
Deduzioni in franchigia [ponderate al 250%]
102.950
102.950
102.950
102.950
102.950
102.950
Regime Transitorio [Delta PA & Deduzioni Partecipazioni]
Totale RWA
2.000.000
RWA Basilea 2
2.000.000
Altri impatti Basilea 3 (CVE, Default Funds, SMEs supp, factor, etc.)
30.000
30.000
30.000
30.000
30.000
30.000
15,05%
10,53%
12,27%
11,80%
11,32%
10,85%
10,37%
Common Equity Tier 1 Ratio
10,15%
7,04%
9,94%
9,17%
8,41%
7,65%
6,88%
Tier 1 Ratio
11,05%
7,62%
9,94%
9,32%
8,70%
8,08%
7,46%
Total Capital Ratio
Elaborazioni by: Streeling
Il Floor Basilea 1: Novità Contenute nella CRR
139
NUOVA INTERPRETAZIONE DELLA NORMA
Recenti confronti con l’AVN(*) in merito all’art. 500 della CRR [Disposizioni Transitorie – Requisito minimo di Basilea
1 (BIS1)] hanno chiarito la corretta interpretazione sulle modalità di computo del Floor BIS1 nel regime transitori o
di BIS3. In pratica il Floor:
• non è più espresso in termini di un potenziale incremento dei RWA determinato dal confronto tra RWA BIS3 e
l’85% dei RWA BIS1 (che finora andava potenzialmente ad impattare il calcolo di tutti i ratios patrimoniali)
• viene quindi espresso in termini di ammontare minimo di Total Capital (Totale Patrimonio di Vigilanza) da
detenere, quest’ultimo determinato come l’80% (per l’Italia 85%) del Total Capital che sarebbe necessario per
rispettare il requisito di BIS1, ridotto da eventuali eccedenze di perdita attesa rispetto alle rettifiche (Delta PA),
ovvero in formula:
Floor Total Capital BIS1 = (RWABIS1  8%  85%) – Delta PA
Pertanto il Floor BIS1 non impatta più sui ratios patrimoniali ma è solo un ulteriore vincolo patrimoniale da
considerare esclusivamente a livello di Total Capital, ovvero l’ammontare di Total Capital Basilea 3 non potrà
essere inferiore a quello stimato come indicato sopra.
(*)
Analoga posizione è stata espressa pubblicamente anche dalla Bank of England.
Le Sfide Operative Poste dal Nuovo Framework Regolamentare
140
• Più ampio set informativo da considerare.
• Tempistiche di rilascio dei dati più stringenti (t+42 gg.).
• Elevata complessità di calcolo degli aggregati patrimoniali (deduzioni con franchigia,
computabilità minorities, etc.).
• Modalità di calcolo diverse (% phase-in, grandfathering , ammortamento strumenti di
capitale, QIS, EBA, etc.).
• Aumento del numero di indicatori impattati ed interrelazioni conseguenti (CET1, leverage,
LCR, NSFR, etc.).
• Molteplicità di Vincoli (minimi regolamentari, capital buffer, Floor BIS1, etc.).
• Calcolo dei limiti alla distribuzione di dividendi.
141
Esempio Calcolo Deduzioni Basilea 3
Full Application & Transitional
Deduzioni Investimenti Finanziari in Full Application: Meccanismo Doppia Franchigia
INPUT PATRIMONIO
ITEMS
A
Investimenti Finanziari NON SIGNIFICATIVI in strumenti di CET1
20.000
B
Investimenti Finanziari SIGNIFICATIVI in strumenti di CET1
18.000
PATRIMONIO E DEDUZIONI
ITS
CET1 Adj. Capital490
DTA & Investimenti
Significativi: 173.600
CET1 Adj. Capital480
Investimenti Non
Significativi: 176.000
VALORI
20
30
130
180
200
250
300
340
370
380
480
490
500
510
Capitale Primario di Classe 1
Strumenti di CET1
Riserve di Utili
Altre componenti di conto economico accumulate
Altre riserve
Filtri Prudenziali
(-) Avviamento
(-) Altre attività immateriali
(-) Deduzioni Perdite Fiscali
(-) Delta Perdita Attesa
(-) Deduzioni Investimenti Finanziari Non Significativi > 10% CET1 Adj.
(-) Deduzioni DTA Non Trasformabili in Crediti > 10% CET1 Adj.
(-) Deduzioni Investimenti Finanziari Significativi > 10% CET1 Adj.
(-) Deduzioni DTA e Investimenti 17,65% [Full Appl.] / 15% [Transit.]
VALORI
157.180
300.000
-40.000
-30.000
-3.000
6.000
-20.000
-4.000
-3.000
-30.000
-2.400
-4.640
-640
-11.140
Elaborazioni by: Streeling
142
Deduzioni DTA in Full Application: Meccanismo Doppia Franchigia
INPUT PATRIMONIO
ITEMS
C
Perdite Fiscali
D
DTA Non Trasformabili in Crediti
E
DTA Trasformabili in Crediti
CET1 Adj. Capital490
DTA & Investimenti
Significativi: 176.360
20
30
130
180
200
250
300
340
370
380
480
490
500
510
VALORI
3.000
22.000
100.000
PATRIMONIO E DEDUZIONI
ITS
143
Capitale Primario di Classe 1
Strumenti di CET1
Riserve di Utili
Altre componenti di conto economico accumulate
Altre riserve
Filtri Prudenziali
(-) Avviamento
(-) Altre attività immateriali
(-) Deduzioni Perdite Fiscali
(-) Delta Perdita Attesa
(-) Deduzioni Investimenti Finanziari Non Significativi > 10% CET1 Adj.
(-) Deduzioni DTA Non Trasformabili in Crediti > 10% CET1 Adj.
(-) Deduzioni Investimenti Finanziari Significativi > 10% CET1 Adj.
(-) Deduzioni DTA e Investimenti 17,65% [Full Appl.] / 15% [Transit.]
VALORI
157.180
300.000
-40.000
-30.000
-3.000
6.000
-20.000
-4.000
-3.000
-30.000
-2.400
-4.640
-640
-11.140
Elaborazioni by: Streeling
Deduzioni Investimenti Finanziari & DTA in Full Application: Meccanismo Doppia Franchigia
INPUT PATRIMONIO
ITEMS
VALORI
B
Investimenti Finanziari SIGNIFICATIVI in strumenti di CET1
18.000
D
DTA Non Trasformabili in Crediti
22.000
PATRIMONIO E DEDUZIONI
ITS
20
30
130
180
200
250
300
340
370
380
480
490
500
510
Capitale Primario di Classe 1
Strumenti di CET1
Riserve di Utili
Altre componenti di conto economico accumulate
Altre riserve
Filtri Prudenziali
(-) Avviamento
(-) Altre attività immateriali
(-) Deduzioni Perdite Fiscali
(-) Delta Perdita Attesa
(-) Deduzioni Investimenti Finanziari Non Significativi > 10% CET1 Adj.
(-) Deduzioni DTA Non Trasformabili in Crediti > 10% CET1 Adj.
(-) Deduzioni Investimenti Finanziari Significativi > 10% CET1 Adj.
(-) Deduzioni DTA e Investimenti 17,65% [Full Appl.] / 15% [Transit.]
VALORI
157.180
300.000
-40.000
-30.000
-3.000
6.000
-20.000
-4.000
-3.000
-30.000
-2.400
-4.640
-640
-11.140
Elaborazioni by: Streeling
144
Deduzioni Investimenti Finanziari & DTA in Transitional: Meccanismo Doppia Franchigia
PERCENTUALI APPLICABILI
2014
2015
2016
2017
2018
Investimenti Finanziari NON SIGNIFICATIVI in strumenti di CET1
20%
20%
40%
40%
60%
60%
80%
80%
100%
100%
DTA Non Trasformabili in CrediƟ e InvesƟmenƟ Finanziari SIGNIFICATIVI
20%
40%
60%
80%
100%
F
G
Perdite Fiscali
H
PATRIMONIO E DEDUZIONI
ITS
20
30
130
180
200
250
300
340
370
380
480
490
500
510
145
Capitale Primario di Classe 1
Strumenti di CET1
Riserve di Utili
Altre componenti di conto economico accumulate (OCI)
Altre riserve
Filtri Prudenziali
(-) Avviamento
(-) Altre attività immateriali
(-) Deduzioni Perdite Fiscali
(-) Delta Perdita Attesa
(-) Deduzioni Investimenti Finanziari Non Significativi > 10% CET1 Adj.
(-) Deduzioni DTA Non Trasformabili in Crediti > 10% CET1 Adj.
(-) Deduzioni Investimenti Finanziari Significativi > 10% CET1 Adj.
(-) Deduzioni DTA e Investimenti 17,65% [Full Appl.] / 15% [Transit.]
Transitional
Full Appl.
157.180
300.000
221.928
300.000
204.856
300.000
187.784
300.000
170.712
300.000
153.640
300.000
-40.000
-30.000
-40.000
-6.000
-40.000
-12.000
-40.000
-18.000
-40.000
-24.000
-40.000
-30.000
-3.000
6.000
-3.000
6.000
-3.000
6.000
-3.000
6.000
-3.000
6.000
-3.000
6.000
-20.000
-4.000
-20.000
-4.000
-20.000
-4.000
-20.000
-4.000
-20.000
-4.000
-20.000
-4.000
-3.000
-30.000
-600
-6.000
-1.200
-12.000
-1.800
-18.000
-2.400
-24.000
-3.000
-30.000
-2.400
-4.640
-480
-928
-960
-1.856
-1.440
-2.784
-1.920
-3.712
-2.400
-4.640
-640
-11.140
-128
-2.936
-256
-5.872
-384
-8.808
-512
-640
-11.744
-14.680
Elaborazioni by: Streeling
146
THE ANALYST'S CHECKLIST
• Supervisory Risk Assessment.
• Stress Test.
• Asset Quality Review (AQR).
EBA / BCE Comprehensive Assessment 2014:
Asset Quality Review (AQR) & Stress Test
EBA/BCE Comprehensive Assessment: Obiettivi
147
SUPERVISORY
RISK ASSESSMENT
Analisi focalizzata su liquidità, funding e leverage finalizzata a valutare:
 Il Profilo di rischio di ciascuna Banca
 Il Posizionamento rispetto ai competitors
 La vulnerabilità ai fattori esterni
ASSET QUALITY
REVIEW (AQR)
Valutazione retrospettiva dell’affidabilità della base dati, valutazione
mark to market delle attività, classificazione dei NPLs, valutazione dei
collateral e degli accantonamenti basate su metodologie armonizzate
per le Banche EU.
STRESS TEST
Valutazione prospettica finalizzata a valutare la solidità delle banche
rispetto ad uno scenario base ed uno scenario avverso.
TRANSPARENCY
Pubblicazione dei risultati per ogni singola banca a fine ottobre 2014.
Comprehensive Assessment: Istituzioni Coinvolte
EBA
148
Organismo che sovrintende alla metodologia e che si interfaccia con le Autorità
Competenti per l’effettuazione e la verifica dello Stress Test
ESRB
(EUROPEAN SYSTEMIC
RISK BOARD)
È responsabile dello sviluppo dello scenario macroeconomico
BCE
È responsabile della corretta applicazione della metodologia sviluppata dell’EBA e
per l’implementazione delle azioni delle banche derivanti dall’exercise
COMPETENT
AUTHORITY (CA)
Autorità nazionali che di concerto con EBA e BCE verificano la corretta
applicazione della metodologia da parte delle Banche e la solidità delle assunzioni
sottostanti. In Italia la CA è Bankit.
BANCHE
• Istituzioni soggette al test: 124 banche appartenenti a 22 Stati Membri dell’
Unione Europea
• In Italia partecipano Unicredit, Banca Intesa, BMPS, Banco Popolare, BPM,
BPER, BPV, Banca Piccolo Credito Valtellinese, BP Sondrio, Credem, ICCREA,
Mediobanca, UBI, Veneto Banca.
EBA/BCE Comprehensive Assessment: Key Points
149
Lo Stress Test tenderà a valutare la robustezza delle Banche Europee rispetto ad uno
scenario di base (Baseline Scenario) e ad uno scenario macro peggiorativo (Adverse
Scenario), riferito ad un arco temporale 2014 -2016 (starting point 2013)
• L’esercizio verrà effettuato assumendo come base di riferimento un Bilancio
Consolidato Statico al 31/12/2013 (assunzione di crescita zero e invarianza business
mix).
• Questa regola trova eccezione in ipotesi di banche con Piani di Ristrutturazione
approvati dalla Commissione Europea prima del 31/12/2013: in questo caso le
banche possono ottenere autorizzazione ad utilizzare i dati del PR, adottando come
baseline le proiezioni previste nel Piano di Ristrutturazione, in luogo del bilancio
statico.
• L’impatto dello Stress Test sulle Banche sarà valutato in termini di CET1 con i seguenti
hurdle rate:
 8% CET1 scenario base
 5,5% scenario avverso
EBA/BCE Comprehensive Assessment: I Rischi Testati
150
RISCHI
METODOLOGIA
RISCHIO DI CREDITO
 PD e LGD stressed (point – in - time) per calcolo svalutazione e fabbisogno di capitale.
 Migrazione da parametri macroeconomici a parametri di rischio basati su modelli
interni.
1
2
RISCHIO DI MERCATO
Due possibili approcci:
 Semplificato (in caso di mancanza di modelli VaR): riduzione dei ricavi da trading.
 Globale: stress su parametri di mercato e rivalutazione delle esposizioni.
3
RISCHIO SOVRANO
 Posizioni a Fair value :
metodologia di mercato
 Posizioni Banking book : metodologia credit risk
4
CARTOLARIZZAZIONI
 Posizioni a Fair value: metodologia di mercato
 Posizioni Banking book: impairment
5
COSTO DELLA RACCOLTA
 Sensitivity analysis sul Conto Economico rispetto ad una crescita nella raccolta
wholesale e retail.
Comprehensive Assessment: Verso l'Unione Bancaria 
SSM (Single
Supervisory
Mechanism)
151
(segue)
Comprehensive Assessment: Verso l'Unione Bancaria
Fonte: BANCA D’ITALIA - Rapporto sulla Stabilità Finanziaria n. 1, Maggio 2014
152
153
THE ANALYST'S CHECKLIST
• Business Planning.
• Risk Appetite Framework (RAF).
RAF – Risk Appetite Framework
I Vincoli del Processo di Business Planning
ESIGENZE
154
VINCOLI
IMPLICAZIONI
MOLTEPLICI TRIALS DI ELABORAZIONE DATI
I processi di budgeting devono soddisfare vincoli ed obiettivi in
ottica multiperiodale (forecast model multi-constraints & multitargets) al fine di trovare, di raccordo con l’Alta Direzione, quelle
combinazioni ottimali nelle proiezioni degli economics che
combinando le azioni manageriali/commerciali e le dinamiche
attese di mercato ed essere in grado di soddisfare i vincoli
operativi, regolamentari e/o di altre autorità, gli obiettivi di
rendimento degli azionisti, etc
 Impostazione top-down
VISIONE GLOBALE INTEGRATA
Il ciclo di pianificazione [Budget e Piano Strategico] necessita una
visione prospettica globale del Gruppo [i.e. che comprenda
dinamiche di Conto Economico, Stato Patrimoniale e Regulatory
Capital Ratios], che copra ed integri tutte le diverse dimensioni di
analisi: redditività, capital adequacy, performance riskadjusted, liquidità
PROCESSO CONTINUO
Il processo di pianificazione è un processo continuo di
aggiornamento e revisione del forecasting del Gruppo al fine di
recepire prontamente tutte le implicazioni derivanti da
mutamenti nello scenario economico, nelle dinamiche aziendali
di periodo trascorse (Q1, Q2, etc.), variazioni del quadro
normativo (vigilanza, fiscale, etc.).
TEMPI BREVI DI
ELABORAZIONE
CONTENIMENTI
COSTI/STAFFING
DI ELABORAZIONE
 Maggiore integrazione tra le
funzioni di pianificazione e di
risk management
 Modello unitario Enterprise
based
 Soluzioni IT
Il Risk Appetite Framework - RAF
155
• Il nuovo supplemento alla circolare 263 di Bankit di luglio 2013 (Disposizioni di Vigilanza Prudenziale) introduce il Risk Appetite
Framework - RAF; analoghi contenuti sono ripresi anche nel documento di consultazione pubblicato dal Financial Stability Board
il 17-7-2013.
• Il RAF è il quadro di riferimento della banca per la determinazione degli obiettivi di rischio-rendimento, del livello di
propensione al rischio e dei connessi limiti operativi; e comprende: politiche, processi, controlli e sistemi per definire ed attuare
tali obiettivi e limiti.
• Il RAF deve tradursi in un’indicazione esplicita del risk profile della banca (risk appetite statement); deve inoltre prevedere un
processo di comunicazione chiaro e facilmente comprensibile verso tutti gli stakeholders, ed in particolare il CdA e top
management, che devono comprendere in modo chiaro il livello di rischio che sono disposti ad assumere.
• Nell’ambito del RAF devono essere gestiti i seguenti aspetti:
 Risk Appetite: livello di rischio target che la banca intende assumere in relazione agli obiettivi aziendali.
 Risk Capacity: livello massimo di rischio sostenibile dalla banca per non violare requisiti regolamentari e/o interni.
 Risk Tolerance: deviazione massima consentita rispetto al risk appetite, stabilita in modo tale da consentire margini sufficienti
(rispetto alla risk capacity) per operare anche in condizioni di stress.
 Risk Profile: livello di rischio effettivamente assunto in un dato momento.
 Risk Limits: limiti operativi al livello di rischio assunto (le misure quantitative di rischio dovrebbero potersi tradurre in limiti
operativi), stabiliti in funzione del tipo di rischio, della business unit/legal entity, attività, tipo di clientela, prodotto, etc.
• La normativa prevede che debba esservi uno stretto raccordo tra i seguenti processi aziendali: Risk Appetite, ICAAP, Budget,
Piano Strategico; questi inoltre devono essere coerenti con il modello di business, l’organizzazione aziendale ed il sistema dei
controlli interni. Il RAF deve essere recepito nei processi decisionali della banca e collegato al sistema di compensation della
banca.
• L’impostazione del RAF deve essere di tipo prospettico (forward looking) ed essere direttamente collegato al piano strategico
aziendale; quindi con una visione che va oltre il breve periodo: medio lungo termine. Inoltre deve tener conto di tutti i rischi
rilevanti per la banca sia in normali condizioni di mercato che di stress, e comprendere anche quei rischi di difficile
quantificazione, quali il rischio reputazionale, strategico e di compliance.
• Gli indicatori di adeguatezza patrimoniale devono essere considerati in condizioni di stress; in aggiunta ai tradizionali indicatori
patrimoniali deve essere considerato anche il leverage ratio. Inoltre il rischio di liquidità assume una maggiore rilevanza e va
incluso nel RAF con adeguati indicatori (ad es. NSFR; LCR).
RAF: Funzioni Aziendali Coinvolte
156
• Il RAF inoltre deve prevedere anche le procedure e gli interventi gestionali da attivare nel caso in cui il risk
profile sia andato oltre i livelli di risk appetite/risk tolerance (una sorta di contingency risk plan).
• Il RAF va applicato oltre che a livello consolidato di gruppo anche a livello di legal entity.
• Il RAF viene approvato dal CdA, e viene sviluppato in collaborazione con CEO, CFO e CRO; il RAF inoltre deve
essere sottoposto ad audit interno e/o esterno. Il ruolo non meramente formale ma sostanziale di
approvazione e comprensione del RAF da parte del CdA potrà essere verificato dall’autorità di vigilanza (ad es.
tramite l’acquisizione di verbali e minute del CdA, o colloqui con i membri del board):

Il CRO effettua un regolare reporting verso il CdA e monitora la dinamica del risk profile rispetto al risk
appetite, inoltre assicura l’integrità delle misure di rischio, riferisce al CEO ed al CdA in caso di
superamento significativo dei risk limit.

Il CFO incorpora il risk appetite nei processi di business planning e decisionali, nonchè nel sistema di
compensation aziendale, assicura tempestivamente la gestione e mitigazione di esposizioni di rischio
significative, riferisce al CEO ed al CdA in caso di superamento significativo dei risk limit.

La funzione di internal audit verifica almeno annualmente l’efficacia del RAF, la sua corrispondenza con
quanto previsto dalla normativa e la sua aderenza al piano strategico, compensation program e processi
decisionali.
RAF: Il Processo
157
Il CdA stabilisce il livello target
di CET1 Ratio coerentemente
con gli obiettivi di redditività
risk-adjusted attesi fissando
quindi il Risk Appetite
A cascata vengono poi determinati i livelli coerenti per tutti gli
altri indicatori
CET1 RATIO X%
VALORI TARGET COMMON EQUITY TIER 1 & RWA
VALORI TARGET: CORE TIER 1; TIER 1; TOTAL CAPITAL;
CT1 EBA; LEVERAGE; LIQUIDITY; ETC.
INDICATORI DI PERFORMANCE RISK-ADJUSTED, FINANCIAL RATIOS
LIMITI OPERATIVI (VAR, ETC.); INDICATORI TARGET
BUSINESS UNIT
Le Problematiche del Multi-Period Business Planning Modelling
158
MODELING
Un corretto processo di business planning finalizzato all’analisi di capital adequacy deve essere in grado di poter modellizzare
efficacemente i seguenti fenomeni presenti nel medio-lungo periodo e particolarmente rilevanti negli scenari di stress:
PATH
DEPENDANCE
Sequenza collegata di scenari economici nel tempo, tramite i quali è possibile
determinare gli effetti finali a cascata di una serie di cicli/periodi sul patrimonio di
una banca
FEED-BACK E
CROSS
CORRELATION
L’insieme di retroazioni ed effetti congiunti che si innescano nelle interconnesse
dinamiche economiche-finanziarie-patrimoniali che uniscono le variabili di conto
economico, stato patrimoniale e patrimonio di vigilanza di una banca, le quali
tutte influiscono nel determinare la capital adequacy finale. Tutte le assunzioni e
le proiezioni degli economics (tassi, masse, commissioni, costi, fiscalità, etc.) in
ogni scenario hanno effetti diretti ed indiretti sia sul capitale che sui livelli di
rischio.
NON
LINEARITÀ
In alcune circostanze piccole variazioni in qualche variabile possono determinare
effetti molto rilevanti sulla capital adequacy, queste condizioni di non linearità,
non facilmente prevedibili a priori, sono sempre presenti nell’ambito di una
realistica modellizzazione di stress testing patrimoniale, tuttavia l’attuale contesto
di mercato e regolamentare tende certamente ad ampliarne la portata.
FORWARD
LOOKING
APPROACH
La valutazione dell’impatto sull’adeguatezza patrimoniale di fenomeni quali il
rischio strategico e quello reputazionale deve necessariamente essere svolta su
orizzonti temporali medio-lunghi e implica prevalentemente impatti sul lato dei
ricavi e costo del funding, ovvero fenomeni che insistono nell’ambito dello
sviluppo delle proiezioni del Margine di Intermediazione (legate quindi alle
variabili che lo determinano: masse, interessi attivi/passivi, commissioni, costi
operativi) e non in specifiche voci di perdita (come ad esempio le rettifiche per i
fattori di rischio tradizionali quali il rischio di credito e di mercato)
INTERAZIONI
VARIABILI
Lo sviluppo di proiezioni economico-patrimoniali coerenti a supporto dell’attività
di analisi della capital adequacy implica una elevata iterazione tra le variabili di
stato patrimoniale, conto economico e grandezze regolamentari (patrimonio e
requisiti), per il cui corretto computo occorre necessariamente un modello
unitario che abbracci tutte le dimensioni considerate
APPROCCIO ENTERPRISE BASED
Nell’ambito di un sistema integrato che
abbracci simultaneamente tutti gli aspetti
di rischio-redditività-liquidità-patrimonio,
in modo da catturarne (ad un livello
“alto” coerente con gli obiettivi
dell’analisi) i principali fenomeni di
complessità (iterazioni, condizioni di non
linearità, dipendenza temporale e cross
correlation) particolarmente rilevanti
nelle analisi di stress; l’output di un tale
tipo di modello è lo sviluppo simultaneo
in arco pluriennale di schemi accounting
based coerenti di conto economico, stato
patrimoniale, patrimonio di vigilanza,
indicatori di performance risk-adjusted,
sia in ottica business as usual che
stressed.
Multi-Period Business Planning Modeling
159
Questo tipo di metodo comporta un significativo cambiamento nel modo di interagire delle Funzioni aziendali e nella
modalità di produzione delle stime prospettiche sugli impatti dei fattori di rischio, più in particolare implica il
superamento:
• dei limiti insiti nell’approccio tradizionale di tipo silo-based alla capital adequacy ed allo stress testing [nel quale
gli impatti dei fattori di rischio sono determinati separatamente, tramite diversi modelli generati in modo
separato e parziale, sommandone poi gli effetti stimati con un processo di aggregazione a building block, il tutto
senza quella necessaria unitarietà di sviluppo delle simulazioni che dovrebbe costituire l’essenza dell’analisi di
capital adequacy], a favore di un approccio integrato in cui capitale, rischi e requisiti sono determinati in modo
unitario e congiunto;
• di una modellizzazione di tipo bottom-up a favore di una visione di tipo top-down, caratterizzata da un maggior
livello di aggregazione dei dati di input ed output, con minori tempi/costi di elaborazione ed una visione più
nitida delle relazioni causa-effetto tra le variabili del modello.
t
..…
t+1
VBM
VBM
t+1
VBM
ASSET/
LIAB.
P&L
ASSET/
LIAB.
P&L
ASSET/
LIAB.
P&L
RISK
CAPITAL
RISK
CAPITAL
RISK
CAPITAL
- Stressed Scenario 1
- Stressed Scenario 2
- ….
- Stressed Scenario 1
- Stressed Scenario 2
- ….
- Stressed Scenario 1
- Stressed Scenario 2
- ….