1 Analisi di Bilancio delle Banche Fundamentals of Bank Financial Statement Analysis GIUSEPPE MONTESI Draft: May-14 [email protected] AVVERTENZE PER GLI STUDENTI: le presenti slides costituiscono una guida e un'integrazione ai capitoli del libro di M. Rutigliano (a cura di), “L'Analisi di Bilancio delle Banche”, Egea, Milano, 2012, indicato per la preparazione dell'esame. Le pagine contrassegnate con il simbolo " una migliore comprensione e approfondimento di certi argomenti non costituiranno oggetto di esame. " pur risultando utili per 2 Indice Financial Statements 3 » Schemi di Bilancio >5 » Strumenti Finanziari: Principi di Valutazione & Reporting >20 » Crediti (Loans & Receivable) >30 » Derecognition >50 » Strumenti Derivati >59 » Partecipazioni >86 » Attività Immateriali e Avviamento >94 » Imposte Differite (Deferred Tax) >103 » Principali Differenze tra Standard Contabili IAS/IFRS & US GAAP >109 » IFRS 9: Nuove Regole di Valutazione delle Attività e delle Passività Finanziarie >112 » Pillar III Disclosure >119 Il Capital Planning di una Banca in Ottica Basilea 3 » Il Patrimonio Contabile e il Patrimonio di Vigilanza nel Nuovo Contesto Regolamentare >130 » Esempio Calcolo Deduzioni Basilea 3 Full Application & Transitional >141 » EBA / BCE Comprehensive Assessment 2014: Asset Quality Review (AQR) & Stress Test >146 » RAF – Risk Appetite Framework >153 4 Financial Statements 5 THE ANALYST'S CHECKLIST • Significato e Interpretazione delle singole Voci di Bilancio. • Lettura e Comprensione degli Schemi di Bilancio in Inglese. • Il Bilancio Bancario secondo la Circolare 262/2005 di Banca d'italia. • IFRS vs. US GAPP. • Stato Patrimoniale (Balance Sheets). • Conto Economico (Income Statement). • Prospetto della Redditività Complessiva. • Prospetto delle Variazioni Patrimonio Netto (Statements of Changes in Stockholders' Equity. • Rendiconto Finanziario (Cash Flow Statement ). Schemi di Bilancio Intesa Sanpaolo: Stato Patrimoniale Consolidato – Attivo 6 Intesa Sanpaolo: Stato Patrimoniale Consolidato – Passivo 7 Intesa Sanpaolo: Conto Economico Consolidato 8 Intesa Sanpaolo: Prospetto della Redditività Consolidata Complessiva 9 Intesa Sanpaolo: Prospetto delle Variazioni del Patrimonio Netto Consolidato 10 Intesa Sanpaolo: Rendiconto Finanziario Consolidato 11 BNP Paribas Group: Balance Sheets 12 BNP Paribas Group: Profit and Loss Account 13 BNP Paribas Group: Comprehensive Income Statement of Net Income and Changes In Assets and Liabilities Recognised Directly in Equity 14 BNP Paribas Group: Cash Flow Statement 15 JPMorgan Chase & Co.: Consolidated Balance Sheets 16 JPMorgan Chase & Co.: Consolidated Statements of Income/Comprehensive Income Consolidated Statements of Income Consolidated Statements of Comprehensive Income 17 JPMorgan Chase & Co.: Consolidated Statements of Changes in Stockholders’ Equity 18 JPMorgan Chase & Co.: Consolidated Statements of Cash Flows 19 20 THE ANALYST'S CHECKLIST • Classificazione delle Attività e Passività Finanziarie. • Held for Trading (HFT). • Held to Maaturity.(HTM). • Available for Sale (AFS). • Loans and Receivables. • Criteri di Valutazione degli Strumenti Finanziari Previsti dallo IAS 39. • FVO (Fair Value Options). • Mark-to-Market vs. Mark-to-Model. • Gerarchia dei Fair Value (Fair Value Hierarchy). • FVTPL (Fair Value Through Profit and Loss). • Costo Ammortizzato con Impairment Test (ACIT) • Criticità Legate all'Applicazione del FV Accounting. • Il FV è “Prociclico”? Strumenti Finanziari: Principi di Valutazione & Reporting Criteri di Valutazione & Reporting: Principi di Riferimento 21 [IAS 32] Definizione di Strumento Finanziario (Financial Instrument) • Qualsiasi contratto che dia origine a un’attività finanziaria per un’impresa e a una passività finanziaria o a uno strumento rappresentativo di patrimonio netto per un’altra impresa. • Genericamente gli strumenti finanziari possono essere classificati in: 1. Strumenti di Debito (titoli di stato, obbligazioni corporate) 2. Strumenti Patrimoniali (azioni e fondi di investimento) • Tra gli strumenti finanziari sono compresi anche i contratti derivati. Criteri di Valutazione e Contabilizzazione Iniziale • Un'attività finanziaria o una passività finanziaria è inizialmente rilevata al suo costo, che rappresenta il fair value del corrispettivo pagato (attività) o ricevuto (passività). • Il fair value viene determinato generalmente sulla base del prezzo legato alla transazione, includendo i costi di transazione che sono direttamente imputabili all’acquisizione, all’emissione o alla dismissione di un’attività o di una passività finanziaria. • Se non è disponibile un prezzo di mercato, il fair value è stimato attualizzando il valore dei flussi di cassa attesi al tasso di mercato prevalente per strumenti similari di un emittente con un merito di credito simile. Successivamente alla Rilevazione Iniziale • I criteri di valutazione previsti dallo IAS 39 sono due e devono essere utilizzati caso per caso sulla base delle regole dello stesso IAS 39: (1) Criterio del Costo Ammortizzato con Impairment Test (ACIT) (2) Criterio del Fair Value (FV) • Un’attività e una passività finanziaria possono essere compensate e il saldo netto è rilevato nell'attivo/passivo del bilancio quando la società ha un diritto legale a compensare gli importi contabilizzati. (segue) Criteri di Valutazione & Reporting: Principi di Riferimento 22 COSTO AMMORTIZZATO CON IMPAIRMENT TEST (ACIT) Valore Inizialmente Rilevato (valore di iscrizione iniziale o valore di bilancio precedente) Rimborsi di capitale (pagamento quote capitale o rimborso unico alla data di scadenza) Svalutazioni/Rivalutazioni Ammortamento della differenza tra il valore iniziale e il valore nominale a scadenza (calcolato con il metodo dell'interesse effettivo) FAIR VALUE (FV) Idealmente "dovrebbe esprimere" il prezzo stabilito da due controparti per una transazione avente per oggetto una determinata attività/passività finanziaria. Lo IAS 39 lo definisce come «il corrispettivo al quale un'attività potrebbe essere scambiata, o una passività estinta, in una libera transazione fra parti consapevoli e disponibili». L'idea di scambio/transazione si esprime considerando progressivamente come fair value di una determinata attività/passività finanziaria diverse possibili configurazioni di valore, sulla base delle quali le norme contabili definiscono una gerarchia in funzione di diversi possibili metodi di valutazione: • FAIR VALUE OPTION (FVO) rappresenta la facoltà di valutare al FV qualsiasi strumento finanziario, con imputazione a conto economico delle relative plus/minusvalenze, indipendentemente dagli obiettivi di investimento/finanziamento e dalle modalità con cui lo strumento viene gestito nel processo produttivo. L’opzione può essere esercitata solo al momento dell’acquisto ed è “irrevocabile”. • GERARCHIA DEI FAIR VALUE Diverse Categorie di fair value in funzione delle regole di calcolo applicabili ad ognuna di esse; sono previsti tre livelli. • FAIR VALUE DISCLOSURES Per le attività/passività valutate a fair value rientranti nei livelli 2 e 3 occorre fornire una disclosure sulle tecniche di valutazione adottate e degli input utilizzati. Per quelli di terzo livello è necessario fornire anche una sensitivity analysis sui possibili effetti sull’utile/OCI di una variazione degli input. Gerarchia dei Fair Value (Fair Value Hierarchy) 23 MARK-TO-MARKET LIVELLO 1 Il fair value viene stimato sulla base dei prezzi di mercato quotati in mercati attivi. MARK-TO-MODEL LIVELLO 2 Il valore è desumibile dalle quotazioni di attività simili (comparabili) o emerge dall'applicazione di tecniche di valutazione che utilizzano come input dati osservabili dal mercato (esempio: Tassi di interesse, yield curve, credit spreads, etc.). LIVELLO 3 Il valore è ottenuto sulla base di tecniche di valutazione che utilizzano come input uno o più parametri non desumibili direttamente sul mercato. Gli input in pratica dovrebbero riflettere le ipotesi in termini di rendimento e rischio che un investitore utilizzerebbe per stimare il prezzo di attività/passività similari. Quali caratteristiche dovrebbe avere una tecnica di valutazione per essere applicata nel mark-to-model? • Gli input dovrebbero riflettere le aspettative di mercato. • Il modello di valutazione dovrebbe riflettere le regole e la logica di valutazione che comunemente viene usata dagli operatori di mercato nella valutazione di strumenti finanziari uguali o similari. • Se esiste una tecnica che viene generalmente impiegata dagli operatori e questa ha dimostrato di fornire delle stime di prezzo attendibili, l'entità deve utilizzare tale tecnica. Quali sono gli input principali di una tipica tecnica di valutazione? • Time Value Risk free rate • Credit Risk Default (credit) spread su risk free rate • Misure di Rischio Volatility, Beta, etc. • Costi di transazione e servizio dell'attività/passività finanziaria. Quali sono le principali tecniche di valutazione impiegate? • Discounted Cash Flow (DCF) e più in generale tecniche derivate dal criterio del NPV (Net Present Value) • Modelli di pricing dei derivati. • Modellizzazioni che sfruttano sistemi di simulazione Monte Carlo. Gerarchia del Fair Value: Esempi di Rappresentazione a Bilancio Intesa Sanpaolo Gerarchia del Fair Value: Ripartizione per Livelli di Fair Value BNP Paribas Group Classi e Classificazione degli Strumenti nella Gerarchia del Fair Value per Assets e Liabilities misurati al Fair Value 24 Alcune Problematiche Legate all'Applicazione del Fair Value Accounting 25 PREMESSA • La gerarchia dei fair value individua i possibili livelli di discrezionalità nella fissazione dei criteri da utilizzare per determinare il fair value. Livello 1 (Bassa Discrezionalità) Livello 3 (Alta Discrezionalità) • La gerarchia dei fair value non rappresenta tuttavia una scala di coerenza e attendibilità del valore stimato di uno strumento finanziario. ALCUNI POSSIBILI LIMITI • L'applicazione del criterio del fair value può tendere in certe fasi ad aumentare la volatilità del risultato economico, e secondo molti pone il dubbio sull’opportunità di valutare i titoli sulla base dei prezzi di mercato, se non c’è un effettivo obiettivo alla loro vendita nel breve periodo. • Nelle fasi di turbolenza dei mercati, accompagnate da crisi di liquidità, un fair value basato sui prezzi di mercato può fornire una misura distorta del valore di uno strumento finanziario. In queste fasi, almeno da un punto di vista teorico, si dovrebbe preferire un stima del fair value basata sul “valore intrinseco”, ovvero un fair value ottenuto sulla base di un modello di analisi fondamentale (mark-to-model). • Il fair value può avere un effetto prociclico, sia nelle fasi di caduta dei prezzi (durante le quali in particolare le richieste di adeguamento dei margini tendono ad innescare ulteriori vendite e conseguenti cadute nei prezzi), sia nelle fasi di euforia (durante le quali tendono a gonfiare gli utili, con effetti distorsivi sugli stessi sistemi di incentivi per il management). • L’applicazione della FVO (Fair Value Option) alle passività espone l'utile delle banche alle variazioni di fair value imputabili a variazioni del merito creditizio delle stesse (Own Credit Risk), con effetti "irrazionali" e distorsivi sul risultato di esercizio e di conseguenza sul patrimonio. Fair Value: Un Esempio degli Effetti della Sottostima del Rischio 26 For the system as a whole, one way of illustrating the consequences of underestimating risk is to translate it into “fair value” insurance premia. For example, consider a financial firm offering insurance against moves in future equity prices by writing put options in mid-2007. Pricing of this insurance is assumed to be based on the distribution of equity returns during the Golden Decade (1998-2007). If the “true” distribution of returns were its long-run average, by how much would this insurance have been underpriced in 2007? The chart provides some answers for a selection of strike prices for the option. The degree of underpricing of risk is large and is larger for options designed to protect against tail risks (lower strike prices). For at-the-money options on UK equities, the insurance premium would have been underpriced by around 45%; for options well out-of-the-money – say, 50% below equity prices at the time – the mispricing would have been nearer 90%. This is risk underpricing on a dramatic scale. These examples are no more than illustrative. But they help illustrate that the quantitative consequences of disaster myopia were material ahead of crisis and may have contributed importantly to the price of risk being set too low. And that, in turn, helped sow the seeds of the credit boom. FONTE: Haldane A.G., (2009), “Why Banks Failed the Stress Test.”, Speech at the Marcus-Evan Conference on Stress-Testing, London 9-10 Febraury, BIS Review, 18. Percentage Under-valuation of a Put Option on UK Equities During the Golden Decade (1998-2007) Livelli di Fair Value nelle Banche Europee Fonte: BANCA D’ITALIA - Rapporto sulla Stabilità Finanziaria n. 6, Novembre 2013 27 Attività Finanziarie: Classificazione, Valutazione ed Effetti Contabili CATEGORIA DI ATTIVITÀ FINANZIARIA TIPOLOGIA DI STRUMENTI FINANZIAMENTI E CREDITI (LS –Loans and Receivables) Finanziamenti, Titoli di Debito con scadenza definita, pagamenti fissi o determinabili e solo se non quotati Costo Ammortizzato con Impairment Test (ACIT) Utile (perdita) a conto economico nell'esercizio in cui matura ATTIVITÀ FINANZIARIE VALUTATE AL FAIR VALUE Attività designate al fair value sulla base della FVO (Fair Value Option). Non possono essere riclassificate in questa categoria partecipazioni (no prezzi mercato, no metodi di stima fair value attendibili) e strumenti di copertura Fair Value Through Profit and Loss (FVTPL) Variazione del fair value a conto economico ATTIVITÀ FINANZIARIE DETENUTE PER LA NEGOZIAZIONE (HFT – Held for Trading) Titoli di Debito (Obbligazioni, Titoli di stato, Certificati di Deposito, etc.); Titoli di Capitale (azioni, quote di OICR che comprendono ad esempio fondi azionari, obbligazionari e immobiliari, hedge funds, Sicav, etc.); Strumenti Derivati che non sono rilevati come strumenti di copertura Fair Value Through Profit and Loss (FVTPL) Variazione del fair value a conto economico ATTIVITÀ FINANZIARIE DETENUTE FINO ALLA SCADENZA (HTM – Held to Maturity) Prevedono pagamenti e scadenze fisse e determinabili. L’impresa ha la capacità di detenere l’attività finanziaria fino alla scadenza. Finanziamenti quotati in un mercato attivo, Titoli di Debito con scadenza definita e pagamenti fissi o determinabili e solo se quotato. (NB: La Circolare 262 impone la clausola "strumenti quotati in un mercato attivo", requisito non necessario per lo IAS 39). Non comprendono azioni. Costo Ammortizzato con Impairment Test (ACIT) Utile (perdita) a conto economico nell'esercizio in cui matura Fair Value con contropartita a patrimonio netto • Imputazione a patrimonio netto delle variazioni di fair value (OCI – Other Comprehensive Income). • La variazione cumulata della riserva viene girata a conto economico quando l'attività è ceduta o rimborsata. • Imputazione a conto economico delle perdite di valore, che non sono considerate recuperabili, sulla base di impairment test. ATTIVITÀ FINANZIARIE DISPONIBILI PER LA VENDITA (AFS – Available for Sales) Categoria Residuale (Titoli di debito e capitale) in cui vengono ricomprese tutte le attività non rientranti nelle altre categorie e che sono detenute per un periodo di tempo non definito. CRITERIO DI VALUTAZIONE 28 EFFETTI A BILANCIO Passività Finanziarie: Classificazione, Valutazione ed Effetti Contabili CATEGORIA DI PASSIVITÀ FINANZIARIA TIPOLOGIA DI STRUMENTI CRITERIO DI VALUTAZIONE 29 EFFETTI A BILANCIO PASSIVITÀ FINANZIARIE VALUTATE AL FAIR VALUE Passività Finanziarie (sotto qualunque forma tecnica) classificate al fair value sulla base della FVO (Fair Value Option). Fair Value Through Profit and Loss (FVTPL) Variazione del fair value a conto economico PASSIVITÀ FINANZIARIE DI NEGOZIAZIONE (HFT – Held for Trading) Passività finanziarie che si ha l'intenzione di riacquistare a breve. Strumenti derivati che non sono rilevati come strumenti di copertura. Fair Value Through Profit and Loss –(FVTPL) Variazione del fair value a conto economico DEBITI E TITOLI IN CIRCOLAZIONE Debiti verso banche, debiti verso clientela, etc., titoli in circolazione che ricomprendono varie forme di provvista interbancaria e verso la clientela (Buoni fruttiferi, Certificati di Deposito, operazioni proto contro termine, etc.) Costo Ammortizzato con Impairment Test (ACIT) Utile (perdita) a conto economico nell'esercizio in cui matura 30 THE ANALYST'S CHECKLIST • Applicazione del Criterio del Costo Ammortizzato alla Valutazione dei Crediti. • Tasso di Interesse Effettivo (TIE). • Impairment/Riprese di Valore. • Incurred Loss vs. Expected Loss. • Valutazione Analitica. • Valutazione Collettiva. • Crediti Performing. • Crediti Non Performing. • Classificazione dei Crediti Deteriorati (Sofferenze, Incagli, Ristrutturati, Crediti Scaduti). • Gross loans. • Net Loans. • Reserve for loan losses. • NPL's Cover Ratio. • Net Charge Off. • Diversità nella Definizione dei NPL tra Paesi Europei. • Definizione EBA delle Esposizioni Non Performig nei nuovi Tracciati Segnaletici. • Coperture e Stralci delle Perdite. • Eccedenza della Perdita Attesa sulle Rettifiche Nette Contabili (Delta PA). • Indicatori Qualità del Credito. Crediti (Loans & Receivable) Crediti (Loans & Receivable): Criteri di Valutazione 31 • I finanziamenti classificati come Crediti o come Investimenti HTM devono essere valutati secondo il criterio del costo ammortizzato. • Il costo ammortizzato di un finanziamento deve essere ricalcolato ad ogni variazione dei tassi di interesse o dei flussi di cassa originariamente previsti e a seguito di qualsiasi processo di impairment/ripresa di valore. • La quantificazione delle perdite di valore collegate alle stime di impairment sia per gli IFRS che gli US GAAP segue una logica di Incurred Loss (perdita avvenuta). Lo stato di impairment deve pertanto rilevare solo quelle perdite di valore riferite ad elementi oggettivi e quantificabili al momento della valutazione. • Nell'ambito della vigilanza prudenziale Basilea II, nel caso di adozione di modelli interni di tipo IRB, l'approccio utilizzato segue invece una logica Expected Loss (perdita attesa). Le perdite di valore sono quindi stimate in un ottica prospettica (12 mesi) sulla base della seguente formulazione: EL = EAD PD LGD • Attualmente è in discussione l'adozione di un nuovo standard contabile basato su un modello di expected cash flow. L'evoluzione dei criteri di valutazione dovrebbe portare ad un sistema di regole comuni sia per gli IFRS (IFRS 9) che per gli US GAAP. IASB COMPLETES REDELIBERATIONS ON EXPECTED CREDIT LOSS MODEL; SETS 2018 EFFECTIVE DATE FONTE: ey.com/IFRS, Issue 74/February 2014. • La stima delle perdite di valore può avvenire o su base individuale (Valutazione Analitica) o per classi omogenee di attività (Valutazione Collettiva). • La regola generale prevede che i crediti che non manifestano un'oggettiva perdita di valore devono essere valutati collettivamente in portafogli omogenei, cioè con caratteristiche omogenee in termini rischio di credito. Valutazione Analitica vs. Valutazione Collettiva Esistono elementi oggettivi di perdita (loss event)? NO SI Il credito è significativo? NO VALUTAZIONE COLLETTIVA SI VALUTAZIONE ANALITICA 32 • Clusterizzazione per classi omogenee di rischio e relative stime tassi di perdita e attualizzazione. • In genere per stimare le perdite si ricorre a metodi statistici basati su tassi storici di perdita. • La somma delle perdite stimate per ogni gruppo di crediti individua l'ammontare complessivo delle svalutazioni. • La differenza rispetto al periodo precedente determina l'ammontare dell'impairment o la ripresa di valore. Stima flussi di cassa per ogni singola posizione e attualizzazione al TIE Le banche dispongono di serie storiche ormai significative sui tassi di default dei propri portafogli. Logica vorrebbe pertanto che le banche utilizzino questi dati per il calcolo dell’impairment collettivo. Tuttavia in certi casi, evidentemente per una scelta di convenienza, le banche utilizzano i tassi medi di default storici elaborati da Banca d'Italia per l'intero sistema bancario. Esempio Calcolo Costo Ammortizzato Nozionale Durata Rimborso del Capitale Tasso contrattuale Commissione up-front: Erogazione Netta 150.000 10 Bullet 8,5% 3.750 146.250 Cash Flows 12.750 12.750 12.750 12.750 12.750 12.750 12.750 12.750 12.750 162.750 277.500 Anno 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Totale = Present Value 11.709 10.754 9.876 9.070 8.329 7.650 7.025 6.452 5.925 69.460 146.250 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 A Inizio Anno 146.250 146.498 146.768 147.063 147.383 147.732 148.112 148.525 148.976 149.466 B Interessi Effettivi 12.998 13.020 13.044 13.070 13.099 13.130 13.164 13.200 13.240 13.284 1+ CALCOLO TASSO INTERESSE EFFETTIVO (TIE) 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 CALCOLO COSTO AMMORTIZZATO (AMORTIZED COST) Anno 33 C Cash Flows 12.750 12.750 12.750 12.750 12.750 12.750 12.750 12.750 12.750 162.750 Costo Ammortizzato 146.498 146.768 147.063 147.383 147.732 148.112 148.525 148.976 149.466 0 8,888% -146.250 12.750 12.750 12.750 12.750 12.750 12.750 12.750 12.750 12.750 162.750 <-- TIE <-- Importo Erogato <-- Interessi <-- Interessi <-- Interessi <-- Interessi <-- Interessi <-- Interessi <-- Interessi <-- Interessi <-- Interessi <-- Capitale + Interessi COSTO AMMORTIZZATO = A + B – C FINANZIAMENTI A TASSO VARIABILE • Per la stima dei flussi di cassa futuri è possibile impiegare due metodi per aggiornare il valore delle rate: Si mantiene costante l’ultimo tasso variabile pagato. Si utilizzano i tassi forward per le scadenze future. • Ad ogni modifica del tasso variabile corrisponde un nuovo TIR. Questo implica che il costo ammortizzato deve essere ricalcolato ad ogni cambiamento del tasso di interesse: il capitale iniziale su cui calcolare il nuovo costo ammortizzato è il costo ammortizzato determinato nel periodo precedente. FINANZIAMENTI A BREVE TERMINE • Per questa tipologia di finanziamenti non si procede in genere per prassi all'attualizzazione dei flussi di cassa futuri. Esempio Calcolo Costo Ammortizzato (segue) 34 APPLICAZIONE EXCEL: MODELLIZZAZIONE CALCOLO 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 A B Nozionale Durata Rimborso del Capitale Tasso contrattuale Commissione up-front: Erogazione Netta Anno 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Totale D E Present Value =B10/(1+$F$10)^A10 =B11/(1+$F$10)^A11 =B12/(1+$F$10)^A12 =B13/(1+$F$10)^A13 =B14/(1+$F$10)^A14 =B15/(1+$F$10)^A15 =B16/(1+$F$10)^A16 =B17/(1+$F$10)^A17 =B18/(1+$F$10)^A18 =B19/(1+$F$10)^A19 =SOMMA(C10:C19) Inizio Anno Anno 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 =C7 =E26 =E27 =E28 =E29 =E30 =E31 =E32 =E33 =E34 F G CALCOLO TASSO INTERESSE EFFETTIVO (TIE) 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 CALCOLO COSTO AMMORTIZZATO (AMORTIZED COST) 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 Cash Flows =$C$2*$C$5 =$C$2*$C$5 =$C$2*$C$5 =$C$2*$C$5 =$C$2*$C$5 =$C$2*$C$5 =$C$2*$C$5 =$C$2*$C$5 =$C$2*$C$5 =$C$2*$C$5+C2 =SOMMA(B10:B19) C 150000 10 Bullet 0,085 3750 =C2-C6 Interessi Effettivi =B26*$F$10 =B27*$F$10 =B28*$F$10 =B29*$F$10 =B30*$F$10 =B31*$F$10 =B32*$F$10 =B33*$F$10 =B34*$F$10 =B35*$F$10 Cash Flows =$C$2*$C$5 =$C$2*$C$5 =$C$2*$C$5 =$C$2*$C$5 =$C$2*$C$5 =$C$2*$C$5 =$C$2*$C$5 =$C$2*$C$5 =$C$2*$C$5 =C2+D34 Costo Ammortizzato =B26+C26-B10 =B27+C27-B11 =B28+C28-B12 =B29+C29-B13 =B30+C30-B14 =B31+C31-B15 =B32+C32-B16 =B33+C33-B17 =B34+C34-B18 =B35+C35-B19 =TIR.COST(F11:F21) =-C7 =B10 =B11 =B12 =B13 =B14 =B15 =B16 =B17 =B18 =B19 <-- TIE <-- Importo Erogato <-- Interessi <-- Interessi <-- Interessi <-- Interessi <-- Interessi <-- Interessi <-- Interessi <-- Interessi <-- Interessi <-- Capitale + Interessi Esempio Calcolo Costo Ammortizzato: Impairment & Ripresa di Valore Nozionale Durata Rimborso del Capitale Tasso contrattuale Commissione up-front: Erogazione Netta Tasso Interesse Effettivo (TIE) Anno Inizio Anno 150.000 10 Bullet 8,5% 3750 146.250 8,888% Interessi Effettivi Cash Flows Costo Ammortizzato 1 146.250 12.998 12.750 2 146.498 13.020 12.750 3 146.768 13.044 12.750 Impairment (Ipotesi perdita 70% valore nozionale con 3 anni tempo di recupero) 4 5 6 81.331 88.559 96.430 7.228 7.871 8.570 0 0 105.000 146.498 146.768 147.063 65.732 81.331 88.559 96.430 0 Impairment = Costo Ammortizzato alla data di Impairment - Importo Recuperabile/(1+TIE) Anno Inizio Anno 81.331 Interessi Effettivi 7.228 4 Ripresa di Valore (Interamente rimborsato) 5 6 7 8 9 10 147.383 147.732 148.112 148.525 148.976 149.466 35 13.099 13.130 13.164 13.200 13.240 13.284 Cash Flows 0 12.750 12.750 12.750 12.750 12.750 162.750 Tempo di Recupero Costo Ammortizzato 88.559 58.824 147.383 147.732 148.112 148.525 148.976 149.466 0 147.383 <-- Costo Ammortizzato Originario Anno 4 Ripresa di Valore = Min (Importo Precedente Impairment , Costo Ammortizzato Originario Data di Ripristino - Costo Ammortizzato Data di Ripristino) (segue) Esempio Calcolo Costo Ammortizzato: Impairment & Ripresa di Valore 36 APPLICAZIONE EXCEL: MODELLIZZAZIONE CALCOLO A 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 B Nozionale Durata Rimborso del Capitale Tasso contrattuale Commissione up-front: Erogazione Netta Tasso Interesse Effettivo (TIE) Inizio Anno Anno C D =E15 =E16 =E17 F G H I J 150000 10 Bullet 0,085 3750 146250 0,088876255213 Interessi Effettivi =B11*$C$8 =B12*$C$8 =B13*$C$8 Cash Flows =$C$2*$C$5 =$C$2*$C$5 =$C$2*$C$5 =B16*$C$8 =B17*$C$8 =B18*$C$8 0 0 =C2*70% 1 =C7 2 =E11 3 =E12 Impairment (Ipotesi perdita 70% valore nozionale con 3 anni tempo di recupero) 4 5 6 E Costo Ammortizzato =B11+C11-D11 =B12+C12-D12 =B13+C13-D13 =E13-70%*C2/(1+C8)^3 =E13-E14 =B16+C16 =B17+C17 =B18+C18-D18 Tempo di Recupero 20 Impairment = Costo Ammortizzato alla data di Impairment - Importo Recuperabile/(1+TIE) 21 Inizio Interessi Cash Costo Anno Anno Effettivi Flows Ammortizzato 22 23 4 =E15 =C16 0 =B23+C23 24 Ripresa di Valore (Interamente rimborsato) =MIN(E14;G24-E23) 25 =E23+E24 26 5 =E25 =B26*$C$8 =$C$2*$C$5 =B26+C26-D26 27 6 =E26 =B27*$C$8 =$C$2*$C$5 =B27+C27-D27 28 7 =E27 =B28*$C$8 =$C$2*$C$5 =B28+C28-D28 29 8 =E28 =B29*$C$8 =$C$2*$C$5 =B29+C29-D29 30 9 =E29 =B30*$C$8 =$C$2*$C$5 =B30+C30-D30 31 10 =E30 =B31*$C$8 =C2*C5+C2 =B31+C31-D31 32 147382 <-- Costo Ammortizzato Originario Anno 4 33 Ripresa di Valore = Min (Importo Precedente Impairment , Costo Ammortizzato Originario Data di Ripristino - Costo Ammortizzato Data di Ripristino) Incurred Loss Impairment Model vs. Expected Cash Flow: Un Esempio Teorico FONTE: Monachino R., "Il Nuovo Modello di Expected Loss: Un'Opportunità da non Perdere", in M.RUTIGLIANO (a cura di), “Il Bilancio della Banca”, Egea, Milano, 2011. 37 Un modello expected loss dovrebbe, almeno in teoria, assicurare una maggiore normalizzazione degli accantonamenti, riducendo l'effetto pro-ciclico di un modello incurred loss, che rende difficile la creazione di riserve puramente «statistiche» a fronte delle perdite attese (cfr. Resti A. e Sironi A., 2008, "Rischio e Valore nelle Banche", Egea, Milano). Questo consentirebbe anche di immaginare una qualche forma di convergenza tra il metodo di calcolo degli accantonamenti a conto economico e il calcolo del patrimonio regolamentare, in vista in particolare della progressiva introduzione del nuovo framework regolamentare di Basilea 3. Tutto questo, da un punto di vista teorico, è certamente condivisibile. Ma da un punto di vista pratico ci dovremo domandare quale dovrebbe essere un intervallo minimo sul quale stimare le perdite attese per far in modo di creare almeno i presupposti per ridurre effettivamente l'effetto prociclico. I 12 mesi di cui si parla nelle ultime revisioni dell'IFRS 9 (gli stessi mesi richiesti da Basilea II) non sembrano rappresentare un intervallo sufficiente. Inoltre ci dovremo domandare quanto i modelli IRB implementati delle banche possono in questo momento considerarsi effettivamente forward-looking, considerando il fatto che la quasi totalità di questi modelli si fonda in gran parte su metodi di scoring che per loro natura sono piuttosto backward-looking. Classificazione Crediti (Loans & Receivable) 38 CREDITI PERFORMING: Crediti in bonis per i quali non sussistono problemi di recuperabilità. CREDITI NON PERFORMING: Crediti con evidenza oggettiva di perdita ESPOSIZIONI DETERIORATE CLASSIFICAZIONE CREDITI DETERIORATI SECONDO LA REGOLAMENTAZIONE ITALIANA • Sofferenza: esposizione verso una controparte in stato di insolvenza (anche se non accertato giudizialmente) o in situazione equiparabile, indipendentemente dalla previsione di perdita formulata dalla banca e dalla presenza di garanzie. • Incaglio: esposizione verso una controparte in temporanea difficoltà – definita sulla base di fattori oggettivi – che si ritiene possa essere superata in un congruo periodo di tempo. CREDITI SCADUTI E/O SCONFINANTI IN VIA CONTINUATIVA: 150 gg credito al consumo con durata originaria inferiore ai 36 mesi 180 gg credito al consumo con durata originaria pari o superiore a 36 mesi 270 gg esposizioni diverse dalle precedenti • Ristrutturato: esposizione nella quale una banca o un pool di banche, a causa del deterioramento della situazione economico-finanziaria del debitore, ha/hanno modificato le condizioni originarie del prestito (riscadenzamento dei termini; riduzione del tasso di interesse), determinando l’emersione di una perdita. • Credito Scaduto: esposizione scaduta, in via continuativa, da oltre 90 giorni e non classificata come sofferenza, incaglio o ristrutturata. Definizione Crediti Deteriorati: Italia vs. Paesi Europei Fonte: BANCA D’ITALIA - Rapporto sulla Stabilità Finanziaria n. 5, Aprile 2013 39 (segue) Definizione Crediti Deteriorati: Italia vs. Paesi Europei Fonte: BANCA D’ITALIA - Rapporto sulla Stabilità Finanziaria n. 5, Aprile 2013 40 Segnalazioni EBA Finrep: Definizione Esposizioni Non-Performing 41 La forbearance è rappresentata dall’eccessiva tolleranza nei confronti di debitori in difficoltà, al fine di ritardare l’aggiustamento dei bilanci bancari. Fonte: BANCA D’ITALIA - Rapporto sulla Stabilità Finanziaria n. 6, Novembre 2013 Definizione NPL nelle Regole EBA e nell'AQR 42 (segue) Definizione NPL nelle Regole EBA e nell'AQR 43 BNP Paribas Group: Cost of Risk 44 JPMorgan Chase & Co: Allowance for Credit Losses 45 Allowance for credit losses and loans and lending-related commitments by impairment methodology The table below summarizes information about the allowance for loan losses, loans by impairment methodology, the allowance for lending-related commitments and lendingrelated commitments by impairment methodology. Sistemi di Contabilizzazione Perdite sui Crediti & Tassi di Copertura Fonte: BANCA D’ITALIA - Rapporto sulla Stabilità Finanziaria n. 4, Novembre 2012 46 Tempi di Recupero dei Crediti & Consistenza delle Sofferenze Fonte: BANCA D’ITALIA - Rapporto sulla Stabilità Finanziaria n. 5, Aprile 2013 47 Alcuni Indicatori della Qualità del Credito Elaborati da Bankit Fonte: BANCA D’ITALIA - Rapporto sulla Stabilità Finanziaria n. 6, Novembre 2013 48 Crediti: Logica Contabile & Regolamentazione Prudenziale TRATTAMENTO CONTABILE BALANCE SHEET REGULATORY CAPITAL Eccedenza della Perdita Attesa sulle Rettifiche Nette Contabili (Delta PA) − = + IRB Provision Shortfall = − + REGOLAMENTAZIONE PRUDENZIALE INCOME STATEMENT Relazioni Contabili Rilevanti = 49 + = = − Alcuni Indici Significativi Cost of Risk (Loan Loss Provisioning Rate) = /Gross Loans Net Charge Off/Gross Loans Gross Non Performing Loans/Gross Loans Reserve for Loan Losses/Gross Loans NPL's Cover Ratio=Reserve for Loan Losses/Gross Non Performing Loans − Expected Loss • L’eccedenza delle perdite attese calcolata sulla base di modelli IRB rispetto alla rettifiche nette contabili viene portata in deduzione dal CET1. • L'importo viene dedotto interamente senza considerare l'impatto fiscale che la deduzione avrebbe se riportata in bilancio. • Il calcolo preciso in realtà risulta più complesso ed opera a livello di singole posizioni e posizioni collettive. La sommatoria di tutte le IRB Provision Shortfall misurate su tutte le posizioni viene portato in detrazione dal CET1; la sommatoria delle posizioni con eccedenze positive sono portate in aumento del Tier 2 Capital nella misura massima dello 0.6% degli RWA. • Le deduzioni legate alle IRB Provision Shortfall seguono il processo di phase-in previsto da Basilea 3. 50 THE ANALYST'S CHECKLIST • Operazioni collegate alla derecognition. • CDO (Colletaral Deb Obbligations). • ABS (Asset Backet Securities). • Repos. • SPE (Special Purpose Entity). • Quando è Possibile Cancellare un’Attività Finanziaria? • Full derecognition. • Continuing involvement. Derecognition Presupposti per la Derecognition Secondo gli IFRS & Operazioni Collegate 51 Derecognition: processo di cancellazione di una attività o passività dallo stato patrimoniale. Cedente (Originator) procede alla cancellazione delle attività finanziaria cedute quando: (1) Trasferimento dei diritti sui flussi di cassa dell'attività finanziaria. L'entità può trasferire i diritti contrattuali sui flussi di cassa o continuare a detenere i diritti contrattuali a ricevere i flussi di cassa dell’attività finanziaria, ma assume un’obbligazione contrattuale a pagare tali flussi ad una o più controparti. (2) L'entità perde il diritto a godere dei benefici e non sopportare più i relativi rischi (risks & rewards). TIPICHE OPERAZIONI COLLEGATE AI PROCESSI DI DERECOGNITION • Securitization: A means of obtaining cost-effective funding by making use of a portfolio of assets, usually receivables held by an entity (such as loans, mortgages and credit cards). These assets are usually sold to an SPE (Special Purpose Entity) that then repackages the receivables as asset-backed securities (ABS) that it sells on in the market to investors for cash consideration. The notes issued to the investors are secured on the underlying assets that have been transferred to the SPE. Often investors require a form of credit enhancement either by way of credit insurance, third-party guarantees, or other collateral. This credit enhancement ensures the notes issued out of the SPE are marketable to investors. (Cfr. slide successiva) • Repurchase agreements (repos): Transactions involving the sale of a financial asset (a transfer of all the rights attaching to the financial asset) with a simultaneous agreement to repurchase it at a specified price at a specified future date. In a typical repurchase agreement, an entity sells a security such as a government bond to a third party in return for a cash consideration that is then reinvested in other assets that earn a return. At the specified date, the transferor repurchases that security at the agreed price. Financial institutions and other entities normally enter into these agreements because they provide liquidity and the opportunity to earn excess returns on the collateral. FONTE: PricewaterhouseCoopers Typical CDO Contractual Relationships 52 FONTE: Duffie D. (2008), "Innovations in Credit risk Transfer: Implications for Financial Stability", BIS Working Papers, No. 255. Derecognition of Financial Assets 53 Determinare se i principi di eliminazione di seguito sono applicati a una parte o a tutta l'attività (o gruppo di attività simili) Consolidare tutte le controllate (incluse eventuali SPV) I diritti a ricevere i flussi finanziari derivanti SI dall'attività sono scaduti? SI L'entità ha trasferito i propri diritti a ricevere i flussi finanziari derivanti dall'attività? NO NO L'entità ha assunto un'obbligazione a pagare i flussi finanziari derivanti dall'attività? SI L'entità ha trasferito sostanzialmente tutti i SI rischi e i benefici? NO SI L'entità ha mantenuto sostanzialmente tutti i rischi e i benefici? NO L'entità ha mantenuto il controllo dell'attività? SI Continua a rilevare l'attività nella misura del coinvolgimento residuo dell'entità NO Eliminare l'attività Continuare a rilevare l'attività NO Derecognition: Accounting Treatment 54 Transferee: The buyer in a transaction. Transferor: The seller in a transaction *With recognition of any new assets or liabilities FONTE: PricewaterhouseCoopers > Full derecognition (off balance sheet): An entity that derecognises a financial asset in its entirety includes the difference between the carrying amount of the asset and the consideration received (including any cumulative gain or loss that had been recognised directly in equity) in the income statement. > No derecognition (on balance sheet): A transaction is accounted for as a collateralised borrowing if the transfer does not satisfy the conditions for derecognition. The entity recognises a financial liability for the consideration received for the transferred asset. If the transferee has the right to sell or repledge the asset, it is presented separately in the balance sheet (for example, as a loaned asset, pledged security or repurchased receivable). In subsequent periods, the entity recognises income relating to the transferred assets and any expense incurred on the financial liability. Where a derivative forms part of the transaction and precludes the asset from being derecognised, the derivative is not accounted for separately, as this would result in the derivative being accounted for twice. > Full derecognition with recognition of new assets or liabilities retained: When an entity has neither transferred nor retained substantially all the risks and rewards but has transferred control, it derecognises the financial asset and recognises separately as assets or liabilities any rights and obligations created or retained in the transfer. For example, if an entity sells an asset that is traded in an active market but retains a call option to buy back that asset at a fixed price, the transferor derecognises the asset and recognises the call option. > Continuing involvement: Under the continuing involvement approach, the entity continues to recognise part of the asset. The amount of the asset that continues to be recognised is the maximum amount of the entity’s exposure to that particular asset or its previous carrying amount, if lower. The presentation of the asset and liability will result in the recognition of the entity’s remaining exposure on the balance sheet on a gross basis (ie, both an asset and a liability). The asset will be measured either at fair value if the asset was previously held at fair value, or at amortised cost if the asset was previously accounted for on that basis. The treatment of the changes in the liability should be consistent with the treatment of changes in the asset. Consequently, when the transferred asset is classified as available for sale, gains and losses on both the asset and the liability are taken to equity. Derecognition: IFRS vs. US GAAP FONTE: PricewaterhouseCoopers 55 Derecognition: Cancellazione 56 • Le attività che vengono cancellate devono essere integralmente stornate. • La differenza tra il valore di iscrizione a bilancio dell'attività e il valore ricevuto dalla cessione (oltre a qualsiasi guadagno perdita cumulato rilevato tra le riserve di valutazione come nel AFS) deve essere contabilizzata a conto economico (Utili Perdite da Cessione Riacquisto) • Se la banca acquista i titoli della cartolarizzazione li iscriverà al valore di bilancio in uno dei portafogli in base al management intent ESEMPIO Cessione crediti per 1.000 al prezzo di 1.100 e riacquisto titoli junior collegati alla cartolarizzazione per 50. PRIMA DELLA CESSIONE » Stato Patrimoniale (Attivo) Crediti vs. Clientela = 1.000 DOPO LA CESSIONE » Stato Patrimoniale (Attivo) Crediti vs. Clientela = 0 Cassa = 1.050 = 1.100 – 50 Titoli di Debito = 50 » Conto Economico Utili (Perdite) da Cessione Riacquisto = 100 = 1.100 – 1000 Derecognition: Rilevazione 57 • La banca ha mantenuto il rischio, le attività quindi restano iscritte nel portafoglio in cui erano state classificate e valutate a seconda le regole del portafoglio di appartenenza. • A fronte delle "attività cedute" non cancellate, dovrà essere rilevata una passività finanziaria per la contropartita ricevuta. • L’importo di tale passività (figurata) sarà al netto di eventuali titoli riacquistati. • Negli esercizi successivi la banca continuerà a rilevare qualunque entrata relativa all’attività e qualunque uscita relativa alla passività. ESEMPIO Cessione crediti per 1000 e riacquisto titoli collegati alla cartolarizzazione per un valore di 150. PRIMA DELLA CESSIONE » Stato Patrimoniale (Attivo) Crediti vs. Clientela = 1.000 DOPO LA CESSIONE » Stato Patrimoniale (Attivo) Crediti vs. Clientela = 1.000 Cassa = 850 = 1.000 - 150 » Stato Patrimoniale (Passivo) Debiti vs. Clientela = 850 = 1.000 – 150 Ogni anno dovranno essere rilevate a le componenti economiche a: » Conto Economico Interessi Attivi e Proventi Assimilati Interessi Passivi e Oneri Assimilati Derecognition: Continuing Involvement 58 • Il Continuing involvement è rappresentato dal minor valore tra l’importo dell’asset e la garanzia rilasciata (nei limiti del prezzo ricevuto) • La passività associata è inizialmente rilevata per l’ammontare della garanzia rilasciata più il fair value della stessa garanzia (corrispettivo ricevuto al rilascio). ESEMPIO Cessione crediti per 1.000 al prezzo di 850 e rilascio di una garanzia per un valore complessivo di 750. PRIMA DELLA CESSIONE » Stato Patrimoniale (Attivo) Crediti vs. Clientela = 1.000 DOPO LA CESSIONE » Stato Patrimoniale (Attivo) Crediti vs. Clientela = 750 Cassa = 850 » Stato Patrimoniale (Passivo) Debiti vs. Clientela = 750 » Conto Economico Utili (Perdite) da Cessione Riacquisto = -150 = 850 – 1.000 » Attività Fuori Bilancio Garanzie = 750 59 THE ANALYST'S CHECKLIST • Definizione e Tipologie di Derivati. • Mercati OTC. • Rischi Associati all'Attività in Derivati. • Derivative Position: Gross Market Value vs. Gross. Credit Exposure. • Bilateral Clearing vs. Central Clearing. • Derivati di Trading. • Derivati Incorporati. • Derivati di Copertura. • Coperture "Naturali". • Hedging Accounting. • Fair Value Hedge. • Cash Flow Hedge. • Hedge of Net Investment in a Foreign Entity. • Copertura Efficace. • Regole per la Valutazione dei Derivati. • Derivatives Netting. • Reporting Net vs. Gross. • Externalities in Financial Network. • Too-Connected-to-Fail. Strumenti Derivati Derivati: Alcune Definizioni Rilevanti COSA SONO? 60 DERIVATI: strumenti finanziari il cui valore cambia in funzione delle variazioni di una attività sottostante (bond, stock, index, currency, commodity, interest rate…). La caratteristica che li contraddistingue è il fatto di essere eseguiti e regolati ad una data futura, rispetto alla data di negoziazione; l'investimento iniziale è genere nullo o comunque limitato. • Forward-based LE TRE TIPOLOGIE PRINCIPALI are contracts with a mandatory requirement to settle at a set point in time in the future at a specified price. The agreement stipulates the reference rate – e.g. interest rate or currency exchange rate – the settlement date and the notional value. A forward contract that is exchange-traded is generally referred to as a ‘futures contract’. Futures are generally based on interest rates, currencies, commodities or stock market indices. OTC forward-based derivatives are generally referred to as ‘forward agreements’. The two most common types of OTC forward agreements are based on interest rates and foreign exchange rates. • Swap-based are contracts in which counterparties exchange, over a period of time, one stream of cash flows for another stream of cash flows. The streams are referred to as ‘legs’ of the swap agreement. The cash flows are normally calculated with reference to a notional amount, which is often not exchanged by the counterparties – e.g. interest rate swaps. Swap-based derivatives are a type of forward-based derivative because their structure is a series of forwards. • Option-based include contracts that give one party the right, but not the obligation, to engage in a transaction to buy or sell an asset on a set date or within a set period of time at a particular (strike) price. Options can be exchange-traded or OTC. (FONTE: KPMG) COME SONO SCAMBIATI • Derivati Quotati in Mercati Regolamentati: negoziati in base a regole (sottostanti, importi, scadenze, etc.) standardizzate. Le posizioni vengono regolate centralmente tramite organismi di compensazione. • Derivati Non Quotati (OTC – Over-The-Counter): rappresentano oltre il 90% del valore nozionale complessivo a livello globale. I RISCHI ASSOCIATI • Rischio di Credito (Controparte): rischio di perdita in caso di default della controparte. Rappresenta la componente di rischio più significativa per i derivati OTC. • Rischio di Liquidità: rischio che può diventare molto elevato nei derivati OTC che a seguito di movimenti avversi si possono generare richieste di adeguamento dei margini significativi. Nel caso di derivati quotati il rischio di liquidità dovrebbe essere basso in quanto spostato sulla cassa di compensazione. • Rischio di Mercato: rischio di perdita collegato a moventi avversi di mercato. • Rischio Operativo: rischio di perdite derivanti da inadeguatezza o disfunzione di procedure, risorse umane, sistemi interni, eventi esogeni. • Rischio Sistemico: rischio che il default di una controparte possa a sua volta comportare problemi di solvibilità su altre controparti. Elevato per i derivati OTC e per questo che si cerca di andare verso una stanza di compensazione internazionale anche per i derivati OTC. Derivati: Mappa delle Cose da Ricordare CRITERI DI VALUTAZIONE 61 » Tutti i derivati sono valutati al Fair Value » Vengono sempre classificati come HFT ad eccezione di quelli designati come efficaci strumenti di copertura secondo le regole previste dall'hedge accounting TRATTAMENTO CONTABILE DERIVATI DI TRADING RAPPRESENTAZIONE IN BILANCIO DERIVATI DI COPERTURA DERIVATI INCORPORATI REPORTING SU BASE "LORDA" O "NETTA" IFRS US GAAP DERIVATIVES NETTING BILATERAL CLEARING DERIVATI QUOTATI SISTEMI DI CLEARING CENTRAL CLEARING DERIVATI OTC PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO VALORE DELLE ESPOSIZIONI E RISCHIO DI CREDITO EXTERNALITIES IN FINANCIAL NETWORK RISCHIO SISTEMICO Derivati: Valori Nozionali OTC vs. Organised Exchanges 62 Amounts outstanding of over-the-counter (OTC) derivatives - Notional amounts outstanding (bi l l i ons of US doll a rs ) Dec.98 Foreign exchange contracts Forwards and forex swaps Currency swaps Options Interest rate contracts Forward rate agreements Interest rate swaps Options Equity-linked contracts Forwards and swaps Options Commodity contracts Gold Other commodities Forwards and swaps Options Credit default swaps Single-name instruments Multi-name instruments of which index products Unallocated TOTAL Dec.99 18,011 12,063 2,253 3,695 50,015 5,756 36,262 7,997 1,488 146 1,342 408 175 233 137 97 ... ... ... ... ... ... ... ... 10,387 80,309 Dec.00 14,344 9,593 2,444 2,307 60,091 6,775 43,936 9,380 1,809 283 1,527 548 243 305 163 143 ... ... ... ... 11,408 88,202 Dec.01 15,666 10,134 3,194 2,338 64,668 6,423 48,768 9,476 1,891 335 1,555 662 218 445 248 196 ... ... ... ... 12,313 95,199 Dec.02 16,748 10,336 3,942 2,470 77,568 7,737 58,897 10,933 1,881 320 1,561 598 231 367 217 150 18,448 10,719 4,503 3,226 101,658 8,792 79,120 13,746 2,309 364 1,944 923 315 608 402 206 ... ... ... ... 14,384 111,178 Dec.03 Dec.04 Dec.05 Dec.06 Dec.07 Dec.08 Dec.09 Dec.10 Dec.11 Dec.12 Jun.13 24,475 12,387 6,371 5,717 141,991 10,769 111,209 20,012 3,787 601 3,186 1,406 344 1,062 420 642 29,288 14,950 8,223 6,115 190,502 12,789 150,631 27,082 4,385 756 3,629 1,445 370 1,074 558 516 6,396 5,117 1,279 31,360 15,873 8,504 6,984 211,970 14,269 169,106 28,596 5,793 1,177 4,617 5,434 334 5,100 1,909 3,191 13,908 10,432 3,476 40,271 19,882 10,792 9,597 291,581 18,668 229,693 43,221 7,488 1,767 5,720 7,115 640 6,475 2,813 3,663 28,650 17,879 10,771 56,238 29,144 14,347 12,748 393,138 26,599 309,588 56,951 8,469 2,233 6,236 8,455 595 7,861 5,085 2,776 58,244 32,486 25,757 50,042 24,494 14,941 10,608 432,657 41,561 341,128 49,968 6,471 1,627 4,844 4,427 395 4,032 2,471 1,561 41,883 25,740 16,143 49,181 23,129 16,509 9,543 449,875 51,779 349,288 48,808 5,937 1,652 4,285 2,944 423 2,521 1,675 846 32,693 21,917 10,776 57,796 28,433 19,271 10,092 465,260 51,587 364,377 49,295 5,635 1,828 3,807 2,922 397 2,525 1,781 744 29,898 18,145 11,753 7,476 39,536 601,046 63,381 30,526 22,791 10,065 504,117 50,596 402,611 50,911 5,982 1,738 4,244 3,091 521 2,570 1,745 824 28,626 16,865 11,761 10,514 42,613 647,811 67,358 31,718 25,420 10,220 489,703 71,353 369,999 48,351 6,251 2,045 4,207 2,587 486 2,101 1,363 739 25,069 14,309 10,760 9,663 41,611 632,579 73,121 34,421 24,654 14,046 561,299 86,334 425,569 49,396 6,821 2,321 4,501 2,458 461 1,997 1,327 670 24,349 13,135 11,214 10,170 24,860 692,908 ... ... ... ... 18,328 141,665 ... 25,508 197,167 ... 26,613 258,628 ... 30,794 299,261 ... 43,026 418,131 ... 61,387 585,932 ... 62,667 598,147 63,270 603,900 Derivative financial instruments traded on organised exchanges - Notional amounts outstanding (bi l l i ons of US dol l ars ) Dec.98 Futures Options TOTALE 8,355 5,620 13,976 Dec.99 8,304 5,286 13,590 Dec.00 8,353 5,897 14,249 Dec.01 9,675 14,081 23,755 Dec.02 10,357 13,475 23,831 Dec.03 Dec.04 Dec.05 Dec.06 Dec.07 Dec.08 Dec.09 Dec.10 Dec.11 Dec.12 Jun.13 13,708 22,992 36,701 18,902 27,619 46,521 21,599 35,660 57,258 25,676 43,723 69,399 28,052 51,037 79,089 19,509 38,236 57,745 21,739 51,380 73,118 22,312 45,635 67,947 22,924 35,066 57,990 24,121 29,956 54,077 25,195 42,956 68,151 FONTE: Bank for International Settlements JPMorgan Chase & Co.: Notional Amounts NOTES TO CONSOLIDATED FINANCIAL STATEMENTS Notional amount of derivative contracts The following table summarizes the notional amount of derivative contracts outstanding as of December 31, 2013 and 2012. While the notional amounts disclosed above give an indication of the volume of the Firm’s derivatives activity, the notional amounts significantly exceed, in the Firm’s view, the possible losses that could arise from such transactions. For most derivative transactions, the notional amount is not exchanged; it is used simply as a reference to calculate payments. VALORE NOZIONALE Con la parola nozionale si indica il valore dell'attività finanziaria cui è legato un contratto derivato. Ad esempio, per uno swap sui tassi di interesse, il valore nozionale è il capitale su cui sono calcolati gli interessi scambiati dalle controparti. Rispetto, invece, al future su di un indice di Borsa - contratto nel quale le operazioni di vendita o di acquisto sono espresse in termini di valore di ciascuna delle «unità» che compongono l'indice (ad esempio in un contratto che fa riferimento a un indice pari a 132 si fissa un prezzo unitario per ciascuna delle 132 «unità» che lo compongono) - il valore nozionale è calcolato come prodotto tra il valore unitario dell'indice e il numero di unità dell'indice cui si riferisce il contratto stesso. (FONTE: www.lavoce.info) 63 Derivati: Rischio di Credito e Sistemi di Clearing 64 • Il rischio di credito collegato ad una esposizione in derivati è molto più complesso da stimare, rispetto ad esempio a quella di un loan, in quanto l'esposizione futura (cioè l'ammontare che può essere perso in caso di default della controparte) non è conosciuta ex-ante. • Se immaginiamo una posizione in derivati sono possibile tre diversi scenari 1) Il derivato è sempre una passività => ex. Selling/Writing Options (Short Option) 2) Il derivato è sempre una attività => ex. Buying Options (Long Option) 3) Il derivato può diventare sia una attività che una passività => ex. Forward, Swap, … • Il valore dell'esposizione nel tempo coincide con il valore del derivato; se il valore è negativo l'esposizione è uguale a zero. Pertanto l'esposizione teorica per un derivato (ovvero prima dei margini di garanzia e di eventuali accordi di netting) può essere definita come: Gross Credit Exposure = Max(Derivative Fair Value, 0) • I possibili sistemi di clearing sono sostanzialmente due e sono denominati rispettivamente: Bilateral Clearing e Central Clearing. Supponiamo per esempio che una controparte abbia cinque transazioni in derivati con altrettante controparti con i corrispondenti valori di +10, -15, +17, -5 e +3. Prescindendo dai margini di garanzia, con un bilateral clearing, il totale dell'esposizione sarebbe 30, con un central clearing 10. BILATERAL CLEARING CENTRAL CLEARING • Un central clearing oltre in teoria a ridurre il livello delle esposizioni, dovrebbero abbassare anche il rischio di controparte dato che l'esposizione rimane aperta verso una CCP (Central Clearing Party) e non direttamente nei confronti delle controparti. • I derivati negoziati in mercati regolamentati attraverso una clearing house non sono assoggettati a requisiti patrimoniali per il rischio di credito. Measuring Counterparty Credit Exposures in the OTC Derivatives Market 65 One key mechanism through which the failure of Lehman Brothers in September 2008 weakened the rest of the financial system involved potential counterparty credit exposures. Lenders withheld credit, fearing that borrowers might have significant claims on the investment bank that were not fully secure. Such claims could have arisen from bilateral derivatives trades in the over-the-counter (OTC) market, where total counterparty credit exposures vastly exceeded the total collateral posted by market participants. Since then, this gap has narrowed, reducing but perhaps not eliminating this particular systemic risk. This box discusses how to measure counterparty credit exposures across the OTC derivatives market. It does so based on the hypothetical positions in Table A. Bilateral netting and collateralisation reduce counterparty credit exposures.1 Dealers A and B in Table A are counterparties to an FX option that has a positive market value of 10 to B (and hence a negative market value of 10 to A). If A became bankrupt, B may never get to collect this value. B therefore has a counterparty credit exposure to A via the FX option of 10. To neutralise this counterparty risk, B could request collateral worth 10 from A, which it would retain if A defaulted on its contractual obligations. But A and B are also counterparties to a gold future, which has market value of +3 to A (and hence -3 to B). With a legally enforceable netting agreement, A and B could net market values over these two positions. This would compress the counterparty credit exposures between A and B to a single claim of B on A of 7. B would then only need collateral worth 7 from A to eliminate current counterparty credit exposures. Across all the positions in Table A, the sum of positive market values (or, equivalently, the sum of negative market values), known as the "gross market value", is 41. The sum of positive (or negative) market values after bilateral netting, known as the "gross credit exposure", is 17. (segue) Measuring Counterparty Credit Exposures in the OTC Derivatives Market 66 Graph A (green line) shows that the ratio of gross credit exposure to gross market value in the OTC derivatives market has fallen in recent years, notably so in 2008, consistent with an increase in bilateral netting.2 In addition, Graph A (red line) shows that total collateral received (or, equivalently, total collateral posted) has risen relative to gross credit exposures, as rates of collateralisation of net positions have increased. Data on collateral used in the numerator of this ratio came from the International Swaps and Derivatives Association (ISDA), although the reported figures were halved, as ISDA calculates the amount of collateral on a different basis, whereby "collateral assets are counted twice, once as received and once as delivered".3 An average collateralisation rate of 100% does not ensure that all current counterparty exposures have been eliminated. This is because counterparty credit exposures are often over- or undercollateralised, as is the case for the positions in Table A between Dealer A and the hedge fund and Dealer A and the non-financial corporation respectively. Firms may demand overcollateralisation to protect against losses on potential future counterparty credit exposures, which could be significantly larger than current exposures depending on how position values evolve. They may concede undercollateralisation if counterparties cannot easily source collateral or have low perceived default probabilities. A better measure of collateralisation than average rates is therefore to cap the collateral of any individual position at 100%. This would be equivalent to measuring the fraction of current counterparty credit exposures backed by collateral. Only a high value of this metric could generate confidence that there were no large uncollateralised counterparty credit exposures in the financial system. 1 Counterparty credit risk may also be reduced via trade compression, which tears up redundant contracts on a multilateral basis. See, for example, N Vause, "Counterparty risk and contract volumes in the credit default swap market", BIS Quarterly Review, December 2010. 2 Including via the transfer of positions vis-à-vis multiple original counterparties to a much smaller number of central counterparties, which is explained in Vause (2010), op cit. 3 See, for example, ISDA, ISDA Margin Survey 2011, April 2011. This also reports an aggregate collateralisation rate, which is the average rate of collateral received against pre-collateral counterparty credit exposures by its membership, which includes the major derivatives dealers. For this to be representative of the whole market, however, it would require ISDA non-members to receive collateral at similar rates against exposures (or, almost equivalently, for ISDA members to post collateral at the same rate). FONTE: Avdjiev A., Schrimpf A. and Vause N., "Highlights of the BIS International Statistics", BIS Quarterly Review, September 2011 Does a Central Clearing Counterparty Reduce Counterparty Risk? 67 Questa domanda è il titolo di un noto e molto citato articolo di Darrell Duffie & Haoxiang Zhu (prima pubblicazione Febbraio 2009). Cfr. Duffie D. and Zhu, H., "Does a Central Clearing Counterparty Reduce Counterparty Risk?" (April 27, 2011). Rock Center for Corporate Governance at Stanford University Working Paper No. 46; Stanford University Graduate School of Business Research Paper No. 2022. Available at SSRN: http://ssrn.com/abstract=1348343. (…) the separate central clearing of one class of derivatives such as credit default swaps could reduce netting efficiency, leading to higher expected counterparty exposures and collateral demands. When multiple derivatives classes are cleared, it is always more efficient to clear them on the same CCP rather than on different CCPs. An obvious policy recommendation is a move toward the joint clearing of standard interest rate swaps and credit default swaps in the same clearing house. The interoperability of CCPs, by which at least some of the benefits of joint clearing can be obtained through agreements among CCPs and their participants, can in principle achieve significant reductions in counterparty risk, although obtaining effective interoperability agreements currently presents a number of legal and financial engineering challenges, in addition to business-incentive hurdles. La conclusione è quindi che mentre l'accentramento in una singola CCP (o comunque un sistema di clearing sufficientemente centralizzato) riduce significativamente le esposizioni e può tendere a ridurre il rischio sistemico rispetto ad un sistema di compensazione bilaterale OTC. La presenza di CCP multiple, per diverse classi di derivati riduce l'efficacia del netting e può tendere ad incrementare il rischio sistemico. Per ulteriori approfondimenti si veda anche: Cecchetti S.G, Gyntelberg J. and Hollanders M., "Central Counterparties for Over-The-Counter Derivatives", BIS Quarterly Review, September 2009 Counterparty Exposures: Central Clearing vs. Multiple CCPs BILATERAL CLEARING 68 MULTIPLE CCPs CENTRAL CLEARING FONTE: Duffie D. (2010), "How Big Banks Fail and What to Do About It", Princeton University Press. Principi Generali di Valutazione & Rilevazione Contabile 69 • I derivati sono iscritti e valutati in bilancio in base al loro fair value. L'ammontare dei fair value positivi viene riportato nell'attivo, mentre quello dei fair value negativi tra le passività. La stima del fair value avviene: Derivati Quotati Fair Value = Quotazione di Mercato Derivati Non Quotati Fair Value = Valore Ottenuto Applicando un Metodo di Valutazione • Tutti i derivati sono considerati di trading, compresi i derivati incorporati, ad eccezione di quelli designati come efficaci strumenti di copertura. • Per i derivati classificati come HFT le variazioni di fair value successive vanno contabilizzate a conto economico nel periodo in cui si manifestano. Per i derivati di copertura valgono le regole definite dai criteri dell'hedge accounting. • La presentazione dei derivati nello stato patrimoniale può avvenire su base "lorda" o "netta", ovvero compensando attività (valore dei fair value positivi) e passività (valore dei fair value negativi) verso una medesima controparte. • Negli US GAAP esiste un opzione (largamente utilizzata) che consente di esporre nello stato patrimoniale il valore dei derivati su base netta. Esistono comunque regole di disclousure che obbligano di evidenziare anche l'ammontare dei derivati su base lorda. • Gli IFRS non consentono di rappresentare in bilancio il valore dei derivati su base netta. • Questa divergenza tra standard contabili rappresenta la principale voce di aggiustamento tra bilanci predisposti secondo gli IFRS e quelli predisposti secondo gli US GAAP. Derivati di Trading & Derivati di Hedging 70 DERIVATI DI TRADING: intento speculativo ottenuto tecnicamente agendo "allo scoperto". Stato Patrimoniale Attivo: Attività Finanziarie di Negoziazione Fair value positivi Passivo: Passività Finanziarie di Negoziazione Fair value negativi Conto Economico Risultato Netto dell'Attività di Negoziazione Differenziali e margini positivi negativi, risultati della valutazione e utili e perdite da negoziazione DERIVATI DI COPERTURA: finalità di copertura di varie tipologie di rischio (tasso, cambio, credito, prezzo …etc.). La natura della copertura può essere di tre tipi: (1) Fair Value Hedge: copertura delle variazioni di fair value generate da uno o più fattori di rischio. La copertura può avere l'obiettivo di neutralizzare l'impatto a conto economico o a patrimonio netto per gli strumenti finanziari classificati nel portafoglio AFS. (2) Cash Flow Hedge: copertura contro variazioni avverse dei cash flow attesi associati ad una attività (ex. titoli a tasso variabile) o passività finanziaria (ex. finanziamento a tasso variabile). Il cash flow hedge può essere collegato anche ad operazioni future (altamente probabili) che potenzialmente possono incidere a conto economico (ex. copertura rischio aumento tassi su futura emissione obbligazionaria, copertura rischio cambio su incassi futuri). (3) Hedge of Net Investment in a Foreign Entity: copertura dall'esposizione al rischio di cambio in un investimento netto in un'operazione estera. La contabilizzazione di questo tipo di copertura ricalca il cash flow hedge. RICORDA: Solo gli strumenti derivati possono essere utilizzati come strumenti di copertura. Solo per il rischio di cambio può essere designato come strumento di copertura anche uno strumento finanziario non derivato. Origine delle Operazioni di Copertura: Esempio sul Rischio di Cambio IL RISCHIO DI CAMBIO y t variabile che misura la performance dell' impresa al tempo t σ y t = varianza di y t 2 σˆ 2 y t = varianza di y t se fossero noti i tassi di cambio 71 RENDIMENTO E RISCHIO SCOPERTO Obiettivo: valutare il rendimento atteso e il rischio legati all’acquisto di un titolo estero in termini nominali senza copertura del rischio di cambio. Ipotesi: l’investitore riconverta sempre, alla scadenza, il proprio investimento in valuta nazionale in base al tasso di cambio a pronti a scadenza. μ 1 μ f 1 s 1 μ f s R y σ 2 y t σˆ 2 y t Rischio di Cambio σμ2 σμ2f σ 2s 2σμ f ,s RENDIMENTO E RISCHIO COPERTO Obiettivo: valutare il rendimento atteso e il rischio legate all’acquisto di un titolo estero in termini nominali con copertura del rischio di cambio. Ipotesi: l’investitore riconverta sempre, alla scadenza, il proprio investimento in valuta nazionale vendendo a termine valuta. LE COMPONENTI DEL RISCHIO DI CAMBIO μ h 1 μ f 1 f μ f μf 1 s 1 μ f f X t = controvalore in valuta nazionale di un pagamento in valuta estera σμ2h σμ2f pari a x t in scadenza fra t mesi CONFRONTO TRA RENDIMENTO SCOPERTO E COPERTO X t x t St x t variabile deterministica μ h μ S t variabile stocastica quando : Ft 1 S t 1 σμ2 σμ2h σ 2s 2σμ f ,s σ 2 X t x 2t σ 2 S t Rischio di Cambio σμ2h σμ2 x t Esposizione al Rischio costituisce la «base» attraverso cui variazioni dei tassi di cambio si ripercuotono sulla variabile a rischio σ 2 S t Incertezza sui Cambi cioè la varianza dei cambi (non è costante nel tempo) quando : σμ f ,s σ 2s 2 LEGENDA f = rendimento attività rischiosa in valuta estera St = tasso di cambio spot corrente tra la valuta del paese dell’investitore e quella estera St 1 = tasso di cambio spot atteso in t al tempo t+1 Ft 1 = tasso forward al tempo t per conversione al tempo t+1 f = forward premium tra la valuta del paese dell’investitore e quella estera (cioè, f Ft 1 S t s = currency return sulla valuta del paese estero (cioè, s St 1 St St ); ‘*’ = denota il rendimento dopo la conversione in valuta nazionale = operatore di varianza e covarianza St ); Operazioni di Copertura: Strategie di Intervento LO SCOPO DELLE OPERAZIONI DI COPERTURA Le operazioni di copertura determinano una riduzione della varianza del cash flow, ma ne alterano in genere il valore atteso IL DILEMMA DELLE OPERAZIONI DI COPERTURA L’obiettivo di riduzione del rischio e quello di redditività sono in genere contrastanti; come conciliare i due diversi obiettivi? IL PROBLEMA DELLE OPERAZIONI DI COPERTURA In che misura la banca deve effettuare operazioni di copertura? COPERTURA ZERO Non si intraprende nessuna operazione di copertura COPERTURA COMPLETA Si coprono al 100% tutte le posizioni COPERTURA CONDIZIONATA Segue un processo di ottimizzazione tale che la scelta tra rischio e redditività sia fatta al «meglio» 72 Coperture Naturali & Eliminazione dei Mismatch Contabili 73 CREAZIONE DI RELAZIONI DI COPERTURA CONTABILI FVO COMPENSAZIONI RECIPROCHE TRA ATTIVITÀ E PASSIVITÀ FINANZIARIE • Attività e/o passività finanziarie che condividono un rischio (tasso, cambio, …) che danno origine a variazioni di FV di segno opposto che tendono a compensarsi reciprocamente e che non vengono qualificate come operazioni di copertura in quanto nessuno degli strumenti è un derivato. • Ad esempio il finanziamento di un portafoglio di attività a tasso fisso con l’emissione di obbligazioni anch’esse a tasso fisso e con la medesima durata. • Classificando entrambe le poste nel portafoglio FVO si corregge la mancanza di uniformità nei criteri valutativi che potrebbe derivare, ad esempio, dal fatto che le attività in questione sono classificate come Available for sale (AFS) mentre le passività finanziarie sono valorizzate al “costo ammortizzato” (passività fra i “Titoli in circolazione”) CREAZIONE DI RELAZIONI DI COPERTURA CONTABILI FVO STRUMENTI DERIVATI • Attività o passività per le quali si vogliono creare contabilmente relazioni di copertura con strumenti derivati senza però fare ricorso alle regole rigide e complesse dell’hedge accounting. • La creazione di coperture naturali può essere ottenuta semplicemente riclassificando nel portafoglio FVO attività/passività coperte in contropartita all’iscrizione dei derivati (di copertura) nel portafoglio HFT. • La designazione di attività/passività al FV può essere funzionale all’eliminazione di mismatch contabili, in quanto si consegue l’obiettivo di portare a conto economico sia le variazioni di FV del derivato (classificato nel portafoglio HFT), sia le variazioni di FV della posta di attivo/passivo (classificata nel portafoglio FVO). • Plusvalenza/minusvalenze maturate sui derivati e sulle poste oggetto di copertura confluiscono nel Risultato Netto dell'Attività/Passività Finanziarie Valutate al Fair Value. • Se ad esempio la posta dell'attivo coperta fosse stata riclassificata nel portafoglio Available for sale (AFS), le relative variazioni di FV sarebbero rilevate nello Stato Patrimoniale come Riserve da Valutazione, a fronte di variazioni a conto economico del FV dei relativi derivati di copertura creando un mismatch contabile. Criteri per l'Adozione dell'Hedge Accounting 74 • Il modello di hedging accounting previsto dallo IAS 39 prevede che la copertura non può riferissi al generico rischio di impresa ma sempre ad un specifico rischio. • La copertura deve essere efficace all'inizio e per tutto il corso della sua vita. Questo implica che le variazioni di fair value o dei cash flows legati allo strumento coperto devono essere quasi completamente compensati dai corrispondenti cambiamenti rilevati per lo strumento di copertura. • Nel caso del cash flow hedge le transazioni future oggetto di copertura devono essere altamente probabili e devono comportare un'esposizione al rischio di variazione dei cash flow significativa. • L'efficacia della copertura deve essere valutata all'inizio della copertura e in modo continuativo durante la vita della medesima. In ogni caso deve essere valutata ogni volta che viene pubblicato il bilancio. Ad ogni data di valutazione un impresa deve effettuare: Pospective Test: giustifica l'applicazione dell'hedge accounting in quanto dimostra l'efficacia attesa della copertura. Retrospective Test: valuta l'efficacia della copertura ex-post: ovvero quanto i risultati effettivi si sono discostati dalla copertura perfetta. Se i risultati rientrano nel range 80-125% si può continuare ad applicare le regole dell'hedge accounting altrimenti la copertura dovrà essere bloccata. Ai fini della stima dell'efficacia della copertura possono essere utilizzate diverse tecniche matematiche e statistiche. Ad esempio l'efficacia potrebbe essere calcolata sulla base della seguente espressione: Copertura Perfetta = 1 = COPERTURA INEFFICACE 125% 100% COPERTURA PERFETTA COPERTURA EFFICACE 80% COPERTURA INEFFICACE Criteri di Contabilizzazione dei Derivati di Copertura 75 Stato Patrimoniale Attivo: Derivati di Copertura Fair value positivi Attivo: Adeguamento di Valore delle Attività Finanziarie Oggetto di Copertura Generica Saldo positivo o negativo delle attività oggetto di copertura generica (macro hedging) dal rischio di tasso di interesse. Passivo: Derivati di Copertura Fair value negativi Passivo: Riserve da Valutazione=> nel caso del cash flow hedge, in tale voce sono contabilizzati utili/perdite (Other Comprehensive Income - OCI), ovvero le variazioni fair value, dello strumento derivato per la parte che sono rispettate le regole di hedge accounting (quota "efficace"). La quota di utili/perdite riconducibili a copertura inefficace sono inputate direttamente a conto economico. Passivo: Adeguamento di Valore delle Passività Finanziarie Oggetto di Copertura Generica Saldo positivo o negativo delle passività oggetto di copertura generica (macro hedging) dal rischio di tasso di interesse. Conto Economico Interessi Attivi e Proventi Assimilati [&] Interessi Passivi e Oneri Assimilati Differenziali o margini, positivi e negativi relativi ai derivati di copertura di attività e passività che generano interessi Risultato Netto dell'Attività di Copertura Utili perdite potenziali (variazioni fair value) dello strumento derivato di copertura + risultati delle attività e passività oggetto di copertura al fair value. RICORDA: Con particolare riferimento al rischio di tasso di interesse è prevista la possibilità di porre in essere operazioni di copertura aventi per oggetto: MICRO HEDGING: coperture su singole attività, passività o transazioni future attese. MICRO HEDGING DI PORTAFOGLIO: insieme omogenei (profili di rischio simili) di attività, passività o di transazioni future attese specificatamente individuate. MACRO HEDGING: porzioni forfettariamente determinate di portafogli di attività o passività o di transazioni future attese specificatamente individuate che condividono il rischio coperto. BNP Paribas Group: Hedge Accounting 76 Derivati Incorporati (Embedded Derivatives) 77 Sono derivati contenuti in altri strumenti finanziari non derivati. Un derivato incorporato è quindi una componente di uno strumento ibrido che include anche uno strumento finanziario non derivato (obbligazioni convertibili in azioni, titoli di debito indicizzati al valore di mercato di indici azionari, azioni, etc.). L'albero decisionale sottostante descrive le condizioni sulla base delle quali è possibile scorporare il derivato implicito dal contratto host. SI NO Il derivato incorporato rientra nella definizione prevista dallo IFRS 39? NO SI Le caratteristiche e i rischi del derivato incorporato sono correlate con quelle dello strumento principale? Nessuna Separazione Strumento finanziario a cui già si applica la FVTPL (valutazione al fair value con imputazione a conto economico)? La contabilizzazione dello strumento segue le regole stabilite per la categoria di classificazione dello strumento stesso SI NO È possibile determinare in modo autonomo il fair value del derivato incorporato? NO L’intero contratto è classificato come HFT e valutato applicando la FVTPL SI Separazione Derivato Incorporato => valutato al fair value Strumento Principale => valutato secondo le regole stabilite per la classificazione dello strumento stesso ALCUNI ESEMPI DI STRUMENTI CON "OBBLIGO DI SCOMPOSIZIONE" • Titoli di debito puttable: opzione put esercitabile da parte del detentore dello strumento per la vendita dello stesso all’emittente in base ad un prezzo legato all’andamento di azioni, indici o merci. • Strumenti di patrimonio netto callable da parte dell’emittente ad un prezzo specificato. • Titoli di debito i cui interessi sono indicizzati al valore di commodity, stock index, azioni. • Titoli di debito che incorporano “derivati su crediti” (credit linked notes). • Obbligazioni convertibili in azioni. Significato ed Effetti del Netting FONTE: Hull J.C. (2012), "Risk Management and Financial Institutions" 78 Una Esemplificazione di Netting FONTE: ISDA, "Netting and Offsetting: Reporting Derivatives Under U.S. GAAP and Under IFRS", International Swaps and Derivatives Association, May 2012. 79 JPMorgan Chase & Co.: Netting Adjustments 80 NOTES TO CONSOLIDATED FINANCIAL STATEMENTS Impact of derivatives on the Consolidated Balance Sheets The following table summarizes information on derivative receivables and payables (before and after netting adjustments) that are reflected on the Firm’s Consolidated Balance Sheets as of December 31, 2013 and 2012, by accounting designation (e.g., whether the derivatives were designated in qualifying hedge accounting relationships or not) and contract type. Reporting Net vs. Gross: Advantages and Disadvantages 81 NET PRESENTATION IN THE BALANCE SHEET • ISDA favours reporting derivatives "net" instead of "gross" on the face of the balance sheet. ISDA believes that the current U.S. GAAP principles are superior because they provide robust offsetting principles to facilitate investors’ evaluation of relative balance sheet size, leverage, returns on investment and overall financial condition. We believe that U.S. GAAP provides the best reflection of an entity’s solvency and its exposure to credit and liquidity risks for both derivatives and repurchase agreements. (ISDA, "Netting and Offsetting: Reporting Derivatives Under U.S. GAAP and Under IFRS", International Swaps and Derivatives Association, May 2012) • Il rischio di credito rappresenta il fattore più rilevante da considerare ai fini della presentazione dei derivati nello stato patrimoniale. • La presentazione su base lorda non coglierebbe la tendenza che i derivati sono gestiti dalle banche su base netta (a livello di portafoglio o di controparte). GROSS PRESENTATION IN THE BALANCE SHEET • La presentazione nello stato patrimoniale non può basarsi solo su un tipo di rischio (credito) in quanto la compensazione finirebbe per oscurare altri tipi di rishi. • La compensazione opera sulla base di un diritto che diventa esercitabile solo in caso di default della controparte. Questo non consentirebbe di cogliere nel continuo l'ammontare dei volumi e delle transazioni in derivati e in ultima analisi del valore effettivo della leva finanziaria. • I volumi sono esposti agli effetti che la volatilità dei mercati ha sul loro fair value su base lorda e non netta. • "The problem with bilateral netting is that it is based on one massively flawed assumption, namely that in an orderly collapse all derivative contracts will be honored by the issuing bank (in this case the company that has sold the protection, and which the buyer of protection hopes will offset the protection it in turn has sold). The best example of how the flaw behind bilateral netting almost destroyed the system is AIG: the insurance company was hours away from making trillions of derivative contracts worthless if it were to implode, leaving all those who had bought protection from the firm worthless, …" (www.zerohedge.com) • L'attenzione di un investitoree dovrebbe essere sul valore lordo e non netto, perché: "After all, when assets are counted in the trillions of dollars, even a very small problem can quickly become a big one". (Reilly D., "Derivatives Tide Rises at Big Banks" Wall Street Journal, November 8, 2011). Reporting Net vs. Gross US GAAP vs. IFRS 82 GLI EFFETTI DEL NETTING US BANKS (G-SIB GROUP): DERIVATIVES NETTING ADJUSTMENTS Risk Weight Factor & Leverage Common (Core) Equity Capital/ Net Risk Assets RWA/ Net Risk Assets Tier 1 Capital/ Net Risk Assets Netting Adjustments/ Gross Derivative Assets Netting Adjustments/ Total Gross Assets 96,43% 55,57% > Italian Banks 70,05% 4,85% 5,64% 52,10% 4,85% 5,70% 31,44% 3,02% 3,50% MORGAN STANLEY BANK OF AMERICA CORP 96,18% 37,85% > Italian Banks [First Five] JPMORGAN CHASE & CO 95,49% 40,22% > European banks CITIGROUP INC 94,89% 35,25% > US Banks (IFRS) 31,79% 3,16% 3,42% GOLDMAN SACHS GROUP INC 91,52% 45,00% > US Banks (US GAAP) 54,00% 6,09% 6,73% Gross Return on Net Risk Assets (**) ROA ROE BANK OF NEW YORK MELLON CORP 84,41% 6,09% WELLS FARGO & CO 72,28% 4,18% STATE STREET CORP 0,00% 0,00% MEDIAN 93,21% 36,55% JPMORGAN CHASE – BALANCE SHEET US GAPP vs. IFRS Profitability > Italian Banks 1,15% -0,41% -6,20% > Italian Banks [First Five] 1,07% -1,47% -20,60% > European banks 0,87% 0,20% 7,00% > US Banks (IFRS) 1,34% 0,34% 7,05% > US Banks (US GAAP) 2,17% 0,56% 7,05% Aggregate Gross Leverage Ratio (*) 86,730 (*) Aggregate Gross Leverage Ratio: is defined as the ratio of notional amount of derivatives outstanding divided by common equity capital. (JPM + MS + WFC + BAC + C). See: G. J. Schinasi, R. S. Craig, B. Drees, and C. Kramer, Modern Banking and OTC Derivatives Markets, IMF 2000. (**) Gross return on Net Risk Asset: This field represents the rate of return of net interest income and financial and trading income, net of impairment on loans and financial assets, relative to the average net risk assets. Assets Netting Adjustment Liabilities Netting Adjustment • Il peso della componente di netting (nascosta) collegata ai derivati per le banche USA appartenenti al gruppo delle G-SIB, per l'anno 2012, cumulano circa 6.000 miliardi di dollari; ovvero circa il 40% del GDP USA. • Il valore degli attivi delle banche USA del gruppo delle G-SIB sul GDP USA è circa il 65% sulla base degli US-GAAP; sulla base delle regole contabili IFRS questo rapporto sale a circa al 103%. DERIVATI: ITALIA/EUROPA/USA Gross Derivatives/ Net Risk Assets Derivatives/ Common (Core) Equity Capital Derivatives Loss Rate -100 bps on CET1 > Italian Banks 3,76% 0,53 -23,67% > Italian Banks [First Five] 7,06% 1,55 -6,27% > European banks 21,66% 7,84 -1,35% > US Banks 48,03% 15,17 -0,66% Derivatives US GAAP IFRS Externalities in Financial Network 83 NETWORK EXTERNALITIES: HOW INTERCONNECTIONS CAN CAUSE UNEXPECTED PROBLEMS Any asset portfolio is, in essence, a financial network. So the balance sheet of a large financial institution is a network, with nodes defined by the assets and links defined by the correlations among those assets. The financial system is similarly a network, with nodes defined by the financial institutions and links defined by the financial interconnections between these institutions. Evaluating risk within these networks is a complex science; indeed, it is the science of complexity. When assessing nodal risk, it is not enough to know your counterparty; you need to know your counterparty’s counterparty too. In other words, there are network externalities. In financial networks, these externalities are often referred to as contagion or spillovers. There have been many examples of such spillover during this crisis, with Lehman Brothers’ failure a particularly painful one. These network uncertainties make it tremendously difficult for risk managers to identify and price, and hence manage, balance sheet risk. Consider first evaluating risks across the portfolio of an individual firm. There is evidence that firms find aggregation of risks across their balance sheet extremely difficult to execute. These risk externalities will tend to be amplified when aggregated across the network as a whole. This generates further underestimation of institutional risks. Network risk externalities of this type impose formidable informational demands on banks. For example, understanding the full consequences of Lehman’s failure would have required information on the entire topology of the financial network. This is unrealistic even for the authorities, much less an individual firm. Absent that knowledge, the financial system was seized by network uncertainty. If this informational failure is not easily rectified by the actions of individual firms, there is a case for the authorities attempting to provide that missing informational public good, however difficult that might be in practice. FONTE: Haldane A.G., (2009), “Why Banks Failed the Stress Test.”, Speech at the Marcus-Evan Conference on Stress-Testing, London 9-10 February, BIS Review, 18. Too-Connected-to-Fail 84 "It is not enough to know your counterparty; you need to know your counterparty's counterparty" Andrew G. Haldane In March 2008, on the eve of the failure of Bear Stearns, the U.S. financial system was interlinked in dangerous ways, as this chart shows. The firms with the greatest concentration of arrows aimed at them are the most exposed to counterparty risk. It’s based on credit-default swap data compiled in an International Monetary Fund report released in 2009. Sept. 15 Big banks' relative lack of exposure may explain why the government let Lehman fail Sept. 15 Bank of America agrees to purchase Merrill Lynch for $50 billion Well Fargo outbid Citigroup for the privilege of buying Wachovia See: "Assessing the Systemic Implications of Financial Linkages", Global Financial Stability Report (GFSR), IMF, April 2009 The investment bank got $10 billion in TARP funds to help it navigate the crisis. Sept. 16 The insurer's links to so many institutions compelled U.S. policymakers to come to its rescue GRAPHIC BY BLOOMBERG BUSINESSWEEK. DATA: IMF, GLOBAL FINANCIAL STABILITY REPORT, APRIL 2009 March 1 The New York Fed lent JPMorgan Chase $29 billion to help it purchase of Bear Stearns AIG Counterparties' Backdoor Bailout (How the AIG Bailout Saved Europe's Banks) Sept. 16, 2008: The Federal Reserve gives $85 billion to AIG in exchange for a majority stake. 85 86 THE ANALYST'S CHECKLIST • Nozione di Controllo. • Metodi di Consolidamento. • Bilancio Consolidato • Società Controllate. • Società a Controllo Congiunto (Joint Ventures). • Società Collegate. • Altre Interessenze Azionarie. • Partecipazioni: Criteri di Valutazione e Imputazione dei Risultati delle Valutazioni. • Criteri di Computabilità degli Investimenti Partecipativi in Basilea 3. Le Partecipazioni Bilancio Consolidato IAS/IFRS: Nozione di Controllo e Metodi di Consolidamento 87 Una società ha il controllo di un'altra società quando ha il potere di governare le politiche finanziarie ed operative della stessa al fine di ottenere benefici dalle sue attività. CONTROLLO ESCLUSIVO CONTROLLO CONGIUNTO (JOINT VENTURES) INFLUENZA NOTEVOLE CONSOLIDAMENTO INTEGRALE CONSOLIDAMENTO PROPORZIONALE METODO DEL PATRIMONIO NETTO METODO DEL PATRIMONIO NETTO Bilancio Consolidato IAS/IFRS: Quando Esiste il Controllo? CONTROLLO > 50% Controllo di più della metà dei diritti di voto, direttamente o indirettamente tramite società controllate. CONTROLLO < 50% MA CONTROLLO DI FATTO IN CONSEGUENZA: • Potere su oltre la metà dei diritti di voto in virtù di accordi con altri investitori. • Potere di determinare le politiche finanziarie e operative in virtù di clausole statutarie o di contratti • Potere di nominare o revocare la maggioranza dei componenti del Consiglio di Amministrazione • Potere di indirizzare la maggioranza dei voti nel Consiglio di Amministrazione. CONTROLLO 88 ASSENZA DI SITUAZIONI DI CONTROLLO DI DIRITTO O DI FATTO QUANDO, IN CIRCOSTANZE ECCEZIONALI, SIA CHIARAMENTE DIMOSTRATO CHE IL POSSESSO NON COSTITUISCE CONTROLLO NON CONTROLLO Fonte: Banca d'Italia. Bilancio Consolidato 89 • Documento che espone la situazione economica, finanziaria e patrimoniale di un gruppo aziendale come se fosse un unico soggetto economico, indipendentemente dal tipo di governance utilizzata per lo sviluppo e il controllo delle attività. • Per le autorità di vigilanza, agevola l’individuazione e l’analisi dei fattori di rischio rilevanti. C O N S O L I D A M E N T O I N T E G R A L E ( F U L L C O N S O L I D AT I O N ) • Il valore delle partecipazioni iscritte nello stato patrimoniale della capogruppo in ciascuna controllata devono essere eliminate sostituendo ad esse la somma di tutti i corrispondenti valori dell’attivo, del passivo, del patrimonio netto, dei costi e dei ricavi riferiti a tutte le partecipazioni che rientrano nell'area di consolidamento. • Eliminazione integrale delle partite infragruppo, ovvero debiti e crediti e componenti di reddito positivi e negativi (costi/ricavi, utili/perdite) reciproci dovuti a transazioni infragruppo a prescindere dalla presenza di interessi di terzi. • La quota dell'utile netto d’esercizio delle controllate di pertinenza di terzi deve essere esposta in un'apposita voce del conto economico e compensata con l'utile del gruppo, al fine di determinare l'utile netto di pertinenza della capogruppo. • La quota del capitale e delle riserve di pertinenza terzi deve essere rilevata nello stato patrimoniale consolidato, separatamente è esposta in un'apposita voce del patrimonio netto in modo da determinare il patrimonio netto di competenza della capogruppo. • Determinazione e rilevazione delle differenze di consolidamento positive o negative. L’IFRS 3 definisce tali differenze come goodwill (avviamento positivo: deve essere rilevato a stato patrimoniale come attività) o badwill (avviamento negativo: deve essere rilevato come provento nel conto economico). Partecipazioni: Definizioni e Classificazione 90 INVESTIMENTO PARTECIPATIVO SOCIETÀ CONTROLLATE Società nella quali la banca possiede più della metà dei diritti di voto, o per le quali di fatto assume il ruolo di controllante, ovvero è in grado di determinare le politiche gestionali e finanziarie a proprio beneficio. SOCIETÀ A CONTROLLO CONGIUNTO (JOINT VENTURES) SOCIETÀ COLLEGATE ALTRE INTERESSENZE AZIONARIE Società che la banca controlla in condivisione con altri soggetti sulla base di accordi contrattuali o societari. Società nella quali la banca esercita un'influenza notevole. Di norma rientrano in questa categoria le partecipazioni con almeno il 20% dei diritti di voto o se ha il potere di nominare alcuni amministratori. Identifica la titolarità da parte della banca di una quota di capitale di un'altra società qualunque sia la dimensione dell'investimento sia in termini assoluti che relativi. Metodi di Consolidamento e Valutazioni a Bilancio delle Partecipazioni TIPOLOGIA DI INVESTIMENTO PARTECIPATIVO PARTECIPAZIONI IN SOCIETÀ CONTROLLATE VALUTAZIONE NEL BILANCIO CONSOLIDATO DELLA CAPOGRUPPO VALUTAZIONE NEL BILANCIO INDIVIDUALE DELLA CONTROLLANTE CHE PREDISPONE IL BILANCIO CONSOLIDATO CONSOLIDAMENTO INTEGRALE AL COSTO CON IMPAIRMENT PARTECIPAZIONI IN SOCIETÀ 91 PATRIMONIO NETTO [ Oalr costo ] IlCOLLEGATE metodo del patrimonio netto METODO prevede DEL l’iscrizione iniziale della partecipazione ed il suo successivo adeguamento di valore sulla base della quota di pertinenza del patrimonio netto della partecipata. F A I R VdiApertinenza LUE Le differenze tra il valore della partecipazione ed ilPROPORZIONALE patrimonio netto della partecipata sono incluse nel CONSOLIDAMENTO PARTECIPAZIONI IN SOCIETÀ valore contabile della partecipata. A CONTROLLO CONGIUNTO DEL PATRIMONIO NETTO Nella valorizzazione della quotaMETODO di pertinenza non vengono considerati eventuali diritti di voto potenziali. La quota di pertinenza dei risultati d’esercizio della partecipata è rilevata in specifica voce del conto economico consolidato. Se esistono evidenze che il valore di una partecipazione possa aver subito una riduzione, si procede alla stima del valore recuperabile della partecipazione stessa, tenendo conto del valore attuale dei flussi finanziari futuri che la partecipazione potrà generare, incluso il valore di dismissione finale dell’investimento. Qualora il valore di recupero risulti inferiore al valore contabile, la relativa differenza è rilevata nel conto economico. Categorie di Investimenti Partecipativi & Criteri di Valutazione TIPOLOGIA DI INVESTIMENTO PARTECIPATIVO CATEGORIA CONTABILE UTILIZZABILE PARTECIPAZIONI IN SOCIETÀ CONTROLLATE & SOCIETÀ A CONTROLLO CONGIUNTO CRITERIO DI VALUTAZIONE EFFETTI A BILANCIO Partecipazioni Al costo con Impairment Impairment a conto economico (1) Attività Finanziarie Valutate al FV (2) HFT (3) AFS (1), (2) FVTPL (3) Fair Value con contropartita a patrimonio netto (1), (2) Conto economico (3) Imputazione a patrimonio netto delle variazioni di fair value (OCI) Al costo con Impairment Impairment a conto economico Metodo del patrimonio netto Variazione frazione patrimonio netto contabile netto dividendi e imputazione a conto economico delle variazioni in aumento o in diminuzione (1) Attività Finanziarie Valutate al FV (2) HFT (3) AFS (1), (2) FVTPL (3) Fair Value con contropartita a patrimonio netto (1), (2) Conto economico (3) Imputazione a patrimonio netto delle variazioni di fair value (OCI) Attività Finanziarie Valutate al FV, HFT, AFS (1, 2) FVTPL (3) Fair Value con contropartita a patrimonio netto (1), (2) Conto economico (3) Imputazione a patrimonio netto delle variazioni di fair value (OCI) Partecipazioni PARTECIPAZIONI IN SOCIETÀ COLLEGATE ALTRE INTERESSENZE AZIONARIE 92 IMPAIRMENT: Il riscontro di una potenziale perdita di valore implica il calcolo del valore recuperabile dell'investimento partecipativo, inteso come il maggiore tra: • Fair Value al netto costi di vendita stimato come il corrispettivo di una vendita di un’attività in una libera transazione fra parti consapevoli e disponibili • Valore d'Uso stimato come il PV dei flussi di cassa attesi derivanti dall'investimento. Una volta stimato il valore recuperabile è necessario confrontare tale valore con il valore di bilancio della partecipazione: Valore Recuperabile < Valore Contabile Partecipazione Impairment Investimento Valore Recuperabile Valore Contabile Partecipazione Nessun Impairment Se la perdita di valore rilevata negli esercizi precedenti viene meno o diminuisce, si deve rilevare una ripresa di valore a conto economico. La ripresa di valore può essere rilevata nei limiti della precedente svalutazione. Il valore della partecipazione non può pertanto eccedere il valore di iscrizione iniziale. Partecipazioni: Principali Effetti nel Calcole del CET1 in Basilea 3 93 LE PARTECIPAZIONI AI FINI REGOLAMENTARI SONO DISTINTE NELLE SEGUENTI COMPONENTI PARTECIPAZIONI FINANZIARIE NON SIGNIFICATIVE Rappresentano l’insieme delle partecipazioni nel capitale di banche, assicurazioni ed istituzioni finanziarie in cui la banca detiene meno del 10% dell’ente partecipato, l’importo va dedotto dal CET1 per la parte eccedente il 10% del CET1 adjusted, la deduzione è soggetta a phasing-in secondo le discrezionalità nazionali stabilite da Bankit nella circolare 285 del 17-12-2013 PARTECIPAZIONI FINANZIARIE SIGNIFICATIVE Rappresentano l’insieme delle partecipazioni nel capitale di banche, assicurazioni ed istituzioni finanziarie in cui la banca detiene più del 10% dell’ente partecipato, l’importo va dedotto dal CET1 adjusted con il meccanismo della doppia franchigia (la parte non dedotta per effetto della franchigia va in RWA con ponderazione del 250%), la deduzione è soggetta a phasing-in secondo le discrezionalità nazionali stabilite da Bankit nella circolare 285 del 17-12-2013 (20% nel 2014; 40% nel 2015; 60% nel 2016; 80% nel 2017; 100% nel 2018), durante il periodo transitorio la parte non phased-in continua ad essere dedotta secondo le regole di Basilea 2 (50% dal Tier 1 e 50% dal Tier 2) 94 THE ANALYST'S CHECKLIST • Classificazione delle Immobilizzazioni: Vita Economica Definita e Indefinita. • Tipologie di Attività Immateriali. • Criteri di Individuazione e Valutazione delle Attività Immateriali. • Rivalutazioni: IFRS vs. US GAAP. • Impairment Test sull’Avviamento. • Cash Generating Unit (CGU). • Carrying Value • Fair Value. • Value in Use. • Valore Recuperabile. Attività Immateriali e Avviamento Immobilizzazioni: Principi Generali di Rilevazione Contabile e Valutazione 95 • Le immobilizzazioni materiali e immateriali sono generalmente valutate al costo storico. • Le immobilizzazioni sono classificate in due raggruppamenti: (1) Utilità Economica Definita (impianti, macchinari, fabbricati, licenze software… etc.): il costo viene ammortizzato in più esercizi per tenere conto dell'usura e dell’obsolescenza tecnologica o economica del bene (2) Utilità Economica Indefinita (terreni, marchi, avviamento… etc.): non sono ammortizzate ma sono soggette a impairment test ad ogni data di riferimento del bilancio (inclusi i bilanci infrannuali). • L’impairment test deve essere effettuato se esiste un’indicazione che il valore dell'immobilizzazioni possano aver subito una riduzione durevole di valore. • Ove possibile, l’impairment test deve essere svolto a livello di singola immobilizzazione. Talvolta le singole immobilizzazioni non sono in grado di generare flussi finanziari in entrata indipendenti da quelli derivanti da altre attività o gruppi di attività, come nel caso dell'Avviamento. In tal caso, il test deve essere svolto a livello della unità generatrice di flussi finanziari (Cash Generating Unit - CGU) cui l'immobilizzazione appartiene. • L’impairment test rappresenta una “valvola di sicurezza” volta ad assicurare che le attività aziendali non siano iscritte ad un valore superiore al loro valore recuperabile. Tutte le volte che il valore contabile risulta maggiore del valore recuperabile si registra una perdita di valore. Attività Immateriali: Criteri di Iscrizione Iniziale 96 L'ATTIVITÀ IMMATERIALE È ISCRITTA SOLO SE SODDISFA LE SEGUENTI CONDIZIONI: (…) è identificabile sperabile (vendibile) e deriva da diritti contrattuali o legali. (…) ne detiene il controllo potere di usufruire dei benefici economici futuri. (…) è probabile che la banca possa avere dei benefici economici futuri la manifestazione dei benefici deve manifestarsi lungo un arco temporale di più esercizi. • Avviamento • Software acquistato o sviluppato internamente • Marchi e brevetti • Attività immateriali collegate ad operazione di M&A che soddisfano i requisiti per l'iscrizione separata dall'avviamento, in quanto separabili o derivanti da diritti contrattuali o legali, quali ad in particolare Attività collegata al marketing (brand, marchi di prodotto, domini internet,….etc.) Attività legate al cliente (rapporti con la clientela, di asset managemenet e core deposits; Il valore di iscrizione iniziale di una attività immateriale è pari al costo sostenuto, rettificato di eventuali oneri accessori e coincide in genere con il valore ammortizzabile salvo i casi in cui la banca non preveda di cedere l'attività prima della fine del periodo di ammortamento. Processo di Individuazione delle Attività Immateriali FONTE: Paolillo M., Lagnese M. e Miccoli M., "Imposte Anticipate, Attività Immateriali, Avviamento e Impairment Test.", in M.RUTIGLIANO (a cura di), “L'Analisi di Bilancio delle Banche”, Egea, Milano, 2012. 97 Attività Immateriali: Alcune Differenze tra IFRS e US GAAP 98 Recente Evoluzione Goodwill & Goodwill Impairment Goodwill Impairment Goodwill 2009 (Valori Cumulati) 2012 2009/2012 99 Cumulated Goodwill Impairment/ Shareholders' Equity Goodwill/ Shareholders' Equity [Goodwill2012 + Cumulated Goodwill Impairment]/ Shareholders' Equity 2012 2012 2012 ITALIAN COMPARABLES Banca Carige Spa 1.645 1.779 0 0,00% 49,08% 49,08% Banca Monte Dei Paschi Di Siena Spa 6.619 670 -5.785 89,67% 10,38% 100,05% 452 376 -65 1,60% 9,25% 10,85% 98 45 -53 8,47% 7,16% 15,63% Banca Popolare Emilia Romagna Banca Popolare Etruria e del Lazio Soc. Coop. Banca Popolare Di Milano Scarl 797 0,00 -671 16,72% 0,00% 16,72% 4.474 1.589 -2.786 32,35% 18,45% 50,80% Credito Emiliano Spa - Credem 286 287 0 0,00% 14,48% 14,48% Credito Valtellinese Soc Coop 688 305 -405 20,42% 15,41% 35,84% 18.838 8.681 -10.338 20,84% 17,50% 38,33% Banco Popolare Intesa Sanpaolo Mediobanca Spa Unione Di Banche Italiane Scpa - Ubi Banca Unicredit Spa 366 366 0 0,00% 5,63% 5,63% 4.402 2.537 -1.879 19,30% 26,05% 45,34% 20.491 11.678 -9.069 14,44% 18,60% 33,04% EUROPEAN COMPARABLES Banco Bilbao Sa 6.396 6.727 -1.498 3,62% 16,24% 19,85% Banco Santander Sa 22.865 24.626 0 0,00% 32,99% 32,99% Credit Agricole S.A. 19.432 13.983 -5.901 14,85% 35,20% 50,05% Deutsche Bank Ag 7.420 9.297 -1.621 3,00% 17,22% 20,22% Hsbc Holdings Plc (USD) 0,00 0 0 0,00% 0,00% 0,00% Lloyds Tsb Bank Plc (GBP) 2.016 2.016 0 0,00% 4,58% 4,58% Natixis 2.635 2.742 -68 0,35% 14,08% 14,43% Societe Generale 6.620 5.320 -1.106 2,22% 10,68% 12,90% Rbs Holdings Nv (GBP) 0,00 0 0 0,00% 0,00% 0,00% Bnp Paribas 10.979 10.591 -421 0,49% 12,33% 12,82% Barclays Plc 6.232 3.459 -841 1,40% 5,76% 7,16% 0,00% 24,11% 16,72% 89,67% 0,00% 15,57% 14,48% 49,08% 5,63% 39,68% 35,84% 100,05% 14,44% 35,32% 20,84% 89,67% 10,38% 18,19% 18,45% 26,05% 33,04% 53,51% 45,34% 100,05% 0,00% 2,36% 0,49% 14,85% 0,00% 13,55% 12,33% 35,20% 0,00% 15,91% 12,90% 50,05% ------- Italian Banks -------- > Minimum > Average > Median > Maximum ------ Italian Top Five ----- > Minimum > Average > Median > Maximum ----- European Banks ------ > Minimum > Average > Median > Maximum Cumulata Net Income 2009/June 2013: Gli Effetti degli Impairment sul Goodwill 100 Net Income (Valori Cumulati) 2009/Jun-2013 Net Income Excluding Goodwill Impairment (Valori Cumulati) 2009/Jun-2013 ITALIAN COMPARABLES Banca Carige Spa Banca Monte Dei Paschi Di Siena Spa Banca Popolare Emilia Romagna Banca Popolare Etruria e del Lazio Soc. Coop. Banca Popolare Di Milano Scarl Banco Popolare 477 477 -7.030 -1.245 590 655 -178 -126 -730 -58 -2.471 315 Credito Emiliano Spa - Credem 456 456 Credito Valtellinese Soc Coop -120 285 Intesa Sanpaolo -653 9.685 Mediobanca Spa 548 548 Unione Di Banche Italiane Scpa - Ubi Banca -1.264 615 Unicredit Spa -4.506 4.563 -14.881 16.171 Banco Bilbao Sa 16.882 18.380 Banco Santander Sa 26.930 26.930 TOTAL (ITALIAN BANKS) EUROPEAN COMPARABLES Credit Agricole S.A. -4.388 1.513 Deutsche Bank Ag 13.637 15.258 Hsbc Holdings Plc (USD) 60.101 60.101 -147 -147 Lloyds Tsb Bank Plc (GBP) Natixis 2.976 3.044 Societe Generale 9.073 10.179 -12.165 -12.165 Bnp Paribas 29.625 30.046 Barclays Plc 15.912 16.753 Rbs Holdings Nv (GBP) Impairment Test sull’Avviamento di CGU nel Settore Bancario 101 • Secondo i principi contabili IAS/IFRS l’avviamento (goodwill), assume la caratteristica di intangible asset a vita economica indefinita; per il quale non è più previsto l’ammortamento, ma la verifica della tenuta del valore in sede di rredazione del bilancio tramite uno specifico test di verifica denominato Impairment Test. • Dal momento che il goodwill non genera flussi di cassa autonomi, lo IAS/IFRS 36 prevede che, ai fini del test, il goodwill deve essere preventivamente allocato alle unità di business in grado di produrre flussi di cassa autonomi, definite Cash Generating Unit (CGU). • Sono pertanto le CGU ad essere oggetto di valutazione; ed i singoli avviamenti allocati alle CGU oggetto di distinti test di impairment, i cui risultati non possono essere compensati tra loro. • Lo sviluppo dell'impairment test è disciplinato dallo IAS 36 che definisce una serie di regole da seguire. In particolare richiede di confrontare il valore di carico (carrying value) delle attività sottostanti il goodwill, con il loro valore economico (valore recuperabile), in modo da verificare che il primo non sia superiore al secondo. A. Carrying Value: valore contabile dell’asset sottoposto ad impairment test. La prassi metodologica più corretta, caratterizzata da una stretta coerenza con i presupposti teorici dei modelli di valutazione che in genere vengono utilizzati per valutare le banche, consiste nel determinare il carrying value come somma del goodwill allocato nella CGU e della dotazione patrimoniale della CGU al momento del test. Per le CGU coincidenti con legal entity per le quali è disponibile un bilancio è possibile ricavare il patrimonio netto direttamente dal bilancio stesso. Per le CGU diverse da legal entity, che costituiscono il caso più frequente, in genere non esiste un dato contabile di dotazione patrimoniale. Pertanto per queste CGU occorre identificare una dotazione patrimoniale iniziale figurativà. B. Fair Value: l’ammontare ottenibile, al netto dei costi di dismissione, dalla vendita di un’attività in una libera transazione fra parti consapevoli e disponibili. Per la stima del fair value è possibile fare riferimento ad esempio a metodi quali multipli di mercato e delle transazioni comparabili. C. Value in Use: valore attuale dei flussi di cassa futuri che l’azienda si attende dall’uso continuativo di uno specifico asset. I principi contabili prescrivono che le proiezioni su cui si basa il calcolo dei flussi devono essere quelle del più recente piano approvato dal management (piano industriale, proiezioni economico-finanziarie); devono fondarsi su presupposti ragionevoli e sostenibili; con il più largo uso possibile di dati di mercato esterni; la durata dell’orizzonte temporale di previsione esplicita non deve superare i cinque anni, a meno che orizzonti temporali più estesi non siano giustificabili da circostanze particolari. D. Valore Recuperabile: max(Fair Value, Value in Use) Avviamento: Impairment Test & Analisi di Sensitivity 102 • Il test avviene verificando che il valore della CGU è maggiore del carrying value della stessa; in questo caso il test regge ed il valore del goodwill rimane inalterato. In caso contrario il goodwill viene svalutato dell’importo necessario ad azzerare lo sbilancio negativo tra value in use e carrying value. La perdita di valore e imputata a conto economico • Il test deve essere effettuato in modo indipendente CGU per CGU; per cui eventuali margini di valore eccedenti il carrying value di una o più CGU non possono essere utilizzati per compensare saldi negativi di altre CGU, il cui goodwill deve essere svalutato. • Il test deve prevedere, come esplicitamente richiesto dallo IAS 36, delle analisi di sensitivity finalizzate ad evidenziare la capacità di tenuta del test a fronte di variazioni nei valori delle principali variabili che impattano in misura significativa sui risultati del test. Tra le variabili più utilizzate nelle analisi di sensitivity ci sono il Costo del Capitale; il tasso di crescita terminale g; la curva dei tassi di interesse; i mark-up e mark down; i tassi di crescita delle masse (impieghi e raccolta); il provisioning e le rettifiche su crediti. Accanto alle analisi di sensitivity, in cui si verifica la tenuta del test a fronte della variazione nelle ipotesi previsionali di una singola variabile, trovano posto anche le analisi di scenario, in cui si verifica la tenuta del test a fronte della variazione nelle ipotesi di un insieme di variabili. 103 THE ANALYST'S CHECKLIST • Deferred Tax Assets (DTA). • Deferred Tax Liabilities (DTL). • Loss Carry Forward. • Trattamento delle DTA in Basilea 3. • DTA Trasformabili e non Trasformabili in Crediti. Imposte Differite (Deferred Tax) Origine delle Imposte Differite (Deferred Tax) 104 • La fiscalità differita deriva dalla differenza temporale tra la registrazione delle imposte sulla base della loro competenza economica (nello specifico ad esempio I criteri stabiliti dagli IAS/IFRS) ed il momento di effettivo pagamento delle imposte determinato sulla base della loro competenza fiscale. • La rilevazione della fiscalità differita si ha quindi nell'ipotesi in cui sussista la probabilità che un valore contabile determini negli esercizi futuri un aumento o una riduzione delle imposte dovute rispetto all'ammontare delle imposte che sarebbe dovuto in assenza di tali effetti fiscali. RAI RI RISULTATO ANTE IMPOSTE REDDITO IMPONIBILE (competenza economica) (competenza fiscale) DIFFERENZE DEFINITIVE DIFFERENZE TEMPORANEE RAI>RI RAI<RI (ex. voci di ricavo non imponibili) (ex. voci di costo non deducibili) NESSUNA FISCALITÀ DIFFERITA RAI>RI RAI<RI (ex. costi dedotti anticipatamente & ricavi con competenza fiscale differita) (ex. ricavi tassati anticipatamente & costi con competenza fiscale differita) PASSIVITÀ FISCALI DIFFERITE (DTL) ATTIVITÀ FISCALI DIFFERITE (DTA) Determinano maggiori oneri imponibili negli esercizi futuri Determinano minori imponibili negli esercizi futuri Contabilizzazione & Reporting 105 • Lo IAS 12 prevede che la rilevazione delle attività e passività e fiscali differite avvenga sulla base delle seguenti regole: Le passività fiscali differite devono essere rilevate per tutte le differenze temporanee imponibili. Le attività fiscali differite devono essere rilevate per tutte le differenze temporanee deducibili nell'ipotesi in cui sia probabile che verrà realizzato un reddito imponibile a fronte del quale potrà essere utilizzata la differenza temporanea deducibile. Il valore di una attività fiscale differita è soggetta a revisione a ciascuna data di riferimento del bilancio e deve essere, pertanto, sottoposta a test (probability test) ogni anno per verificare se sussiste una ragionevole certezza di conseguire in futuro redditi imponibili fiscali che consentano di recuperare tali attività. L'aliquota da applicare è quella che si ritiene saranno in vigore nell'esercizio nel quale sarà realizzata l'attività o sarà estinta la passività. Generalmente queste sono le aliquote in vigore alla data di di riferimento del bilancio. • La compensazione tra attività e passività fiscali differite è consentita solamente nel caso in cui sia ammessa giuridicamente e le imposte si riferiscano alla stessa giurisdizione fiscale. • Le imposte differite da iscrivere nel conto economico sono calcolate come differenza fra il saldo dello stato patrimoniale dell’esercizio rispetto a quello dell’esercizio precedente. • Le principali poste che potenzialmente possono generare Fiscalità Differita Attiva Svalutazione Crediti Immobilizzazioni Immateriali Accantonamenti Perdite Fiscali …(etc.) • Le principali poste che generare Fiscalità Differita Passiva Ammortamenti Anticipati Deduzione anticipata di componenti costo … (etc.) Deferred Tax: Principali Effetti nel Calcole del CET1 in Basilea 3 106 DTA (DEFERRED TAX ASSETS) AI FINI REGOLAMENTARI SONO DISTINTE NELLE SEGUENTI COMPONENTI PERDITE FISCALI Si tratta di attività fiscali che si basano sulla redditività futura e non derivano da differenze temporanee (tax loss carryforward), vanno dedotte integralmente dal CET1, la deduzione è soggetta a phasing-in secondo le discrezionalità nazionali stabilite da Bankit nella circolare 285 del 17-12-2013 DTA NON TRASFORMABILI IN CREDITI Attività fiscali (al netto delle passività fiscali – DTL) che si basano sulla redditività futura e che derivano da differenze temporanee; l’importo va dedotto dal CET1 adjusted con il meccanismo della doppia franchigia (la parte non dedotta per effetto della franchigia va in RWA con ponderazione del 250%), la deduzione è soggetta a phasing-in secondo le discrezionalità nazionali stabilite da Bankit nella circolare 285 del 17-12-2013, al riguardo occorre distinguere tra: • DTA sorte fino al 31-12-2013 (0% nel 2014; successivamente 10% l’anno) • DTA sorte a partire dall’1-1-2014 (20% nel 2014; 40% nel 2015; 60% nel 2016; 80% nel 2017; 100% nel 2018) DTA TRASFORMABILI IN CREDITI Attività fiscali (al netto delle passività fiscali – DTL) che NON si basano sulla redditività futura e che derivano da differenze temporanee, pertanto sono trasformabili in crediti ai sensi della L. 214/2011 (Decreto Milleproroghe) e della L. 147/2013 (Decreto Stabilità); in pratica si tratta delle DTA relative alle rettifiche su crediti, avviamenti ed intangibles; queste DTA non vanno in deduzione ma sono assimilate a crediti e quindi incluse dei RWA con ponderazione 100% Deferred Tax: Principali Riferimenti Normativa Regolamentare 107 • PERDITE FISCALI: Attività fiscali differite che si basano sulla redditività futura e non derivano da differenze temporanee. DTA relative a perdite fiscali non trasformabili in credito d’imposta; sono detratte direttamente dal CET1 al netto dell’eventuale quota associata di DTL (ex art. 36 e 38 della CCR). In deroga a quanto previsto dall’art. 36, (nel periodo transitorio 1° gennaio 2014 – 31 dicembre 2017), l’art. 469 demanda alla Banca d’Italia il compito di determinare le percentuali delle DTA in oggetto da detrarre dal CET1, sulla base delle indicazioni contenute nel successivo art. 478. Tali percentuali sono definite nelle Circolare n. 285 - Disposizioni di vigilanza per le banche Parte Seconda - Applicazione in Italia del CRR. • DTA TRASFORMABILI IN CREDITI: Attività fiscali differite che non si basano sulla redditività futura e che derivano da differenze temporanee. Rientrano in tale ambito le DTA trasformate in credito d’imposta ai sensi e per gli effetti del decreto mille proroghe, così come modificato e integrato dal decreto Monti e dalla Legge di Stabilità 2014. Non sono detratte dal Patrimonio di Vigilanza e subiscono una ponderazione per il rischio del 100% (art. 39 CRR 575), e sono esclusivamente quelle relative alla quota di perdita fiscale determinata dalle variazioni in diminuzione relative a svalutazione/perdite su crediti o ad ammortamenti/svalutazioni dell’avviamento o di altre attività materiali. • DTA NON TRASFORMABILI: Attività fiscali differite che dipendono da redditività futura e derivano da differenze temporanee. Vi rientrano le DTA generate dal disallineamento temporale tra normativa fiscale e disposizioni civilistiche ma non trasformabili in credito d’imposta alla luce del Decreto mille proroghe e successive modificazioni, in quanto carenti dei presupposti oggettivi. Tali DTA sono assoggettate al meccanismo della doppia franchigia (10% - 17,65%) descritto dall’art. 48 della CRR. Nel periodo transitorio (1° gennaio 2014 – 31 dicembre 2017) in cui è prevista, ai fini della detrazione dal capitale primario, ai sensi dell’art. 470, una soglia di significatività del 15% che opera a livello aggregato per partecipazioni qualificate e DTA. La Circolare n. 285 disciplina anche in relazione a questa fattispecie delle percentuali transitorie di deducibilità dagli elementi del capitale primario di classe 1. • COMPENSAZIONE TRA DTA E DTL La disciplina è contenuta nell’art. 38 paragrafi 3, 4 e 5, CRR nel quale sono enunciati i principi e i requisiti necessari per compensare le attività fiscali differite che si basano sulla redditività futura con le associate passività fiscali. Deferred Tax: Principali Riferimenti Normativa Fiscale 108 • DECRETO MILLEPROROGHE L. 10 del 26.02.2011, art. 2 commi da 55 a 58: disciplina la possibilità di trasformare in credito d’imposta le DTA relative alle imposte IRES derivanti da svalutazioni dei crediti non dedotte ai sensi dell’art. 106, comma 3 del TUIR e le DTA relative al valore dell’avviamento e delle altre attività immateriali i cui componenti negativi sono deducibili fiscalmente in più periodi d’imposta. La disposizione trova applicazione nel caso in cui in bilancio venga rilevata una perdita d’esercizio. • DECRETO MONTI L. 214 del 22.12.201 1. Estende l’ambito oggettivo di applicazione della norma: a. Trasformazione delle DTA in caso di perdite fiscali che emergono dalla dichiarazione dei redditi; b. Trasformazione delle DTA in caso di liquidazione volontaria o assoggettamento a procedure concorsuali o di gestione della crisi; 2. Modifica le modalità di utilizzo del credito d’imposta: a. Compensazione; b. Cessione al valore nominale o nell’ambito di un consolidato; c. Rimborso (in via residuale) • FINANZIARIA 2014 L. 147 del 27.12.2013; art. 1 commi da 167 a 171 Estende ulteriormente l’ambito oggettivo di applicazione della norma: 1. Equiparazione delle perdite su crediti alle svalutazioni; 2. Estensione della possibilità di trasformazione in credito d’imposta alle DTA iscritte in bilancio ai fini IRAP, a decorrere dal periodo d’imposta in corso al 31.12.2013 109 Principali Differenze tra Standard Contabili IAS/IFRS e US GAAP IAS/IFRS vs. US GAAP 110 FONTE: Massari M., Gianfrate G. and Zanetti L. (2014), The Valuation of Financial Companies: Tools and Techniques to Measure the Value of Banks, Insurance Companies and Other Financial Institutions. Wiley. (segue) IAS/IFRS vs. US GAAP 111 FONTE: Massari M., Gianfrate G. and Zanetti L. (2014), The Valuation of Financial Companies: Tools and Techniques to Measure the Value of Banks, Insurance Companies and Other Financial Institutions. Wiley. 112 THE ANALYST'S CHECKLIST • Nuovi Criteri di Riclassificazione degli Strumenti Finanziari. • Nuovi Criteri di Valutazione previsti dall'IFRS 9 • Criteri di Impairment. IFRS 9: Nuove Regole di Valutazione delle Attività e delle Passività Finanziarie Processo di Revisione degli Standard Contabili 113 • Gli effetti della recente crisi finanziaria ha spinto vari organismi internazionali (G20, Financial Stability Board, etc.) ad innescare un processo di revisione degli standard contabili. • IASB e FASB stanno lavorando da alcuni anni a stretto contatto a questo processo di revisione che ha come obiettivo quello di semplificare e rendere più chiara la loro applicazione. Lo IASB nel 2008 si è posto l'obiettivo di modificare l'attuale IAS 39 mediante la redazione di un nuovo standard contabile denominato IFRS 9. I principali contenuti dell'IFRS 9 possono essere riassunti nei seguenti punti: • Semplificazione delle regole sulla classificazione degli strumenti finanziari. • Trattamento contabile dell’impairment: passaggio da un modello basato su una logica di incurred loss ad uno basato su una logica di expected loss. • Riduzione della complessità legata ai requisiti per la derecognition (cancellazione dal bilancio di attività e passività finanziarie). • Semplificazione delle regole legate alla disciplina dell'hedge accounting. • Eliminazione dell'obbligo di scorporo nei titoli strutturati. IFRS 9 – Fasi Implementative 114 Lo IASB ha articolato il progetto sugli strumenti finanziari nelle seguenti fasi: I. CLASSIFICAZIONE E VALUTAZIONE DEGLI STRUMENTI FINANZIARI Sostituzione delle diverse categorie di strumenti finanziari dello IAS 39 (Held to Maturity (HTM), Available for sale (AFS), Held for trading (HFT), Loans and Receivables (LR), in due sole categorie di valutazione: • Fair Value • Costo Ammortizzato La classificazione viene effettuata in base a: • Caratteristiche dei flussi di cassa contrattuali delle attività • Business model utilizzato e relativa finalità di detenzione II. PROCEDURA DI SVALUTAZIONE Revisione del costo ammortizzato e delle regole di impairment • Possibilità di accantonare a fronte di perdite attese su crediti • Maggiore trasparenza dei bilanci sulla credit quality e relative rettifiche III. OPERAZIONI DI COPERTURA Modifica delle regole di hedge accounting IFRS 9: Classificazione e Criteri di Valutazione degli Strumenti Finanziarie 115 Sono previste due categorie in funzione del criterio di valutazione: • COSTO AMMORTIZZATO • FAIR VALUE La classificazione viene effettuata sulla base del modello di gestione business model test, modello di business scelto dalla società per realizzare i proventi e sostenere gli oneri derivanti dagli strumenti finanziari acquisiti o emessi, sia dalle caratteristiche contrattuali dei flussi di cassa (contractual cash flow). COSTO AMMORTIZZATO Le due condizioni necessarie per valutare un'attività o una passività al costo ammortizzato sono: (1) Lo strumento deve esser gestito su base contrattuale. (2) Lo Strumento finanziario deve avere le caratteristiche del prestito; ovvero i flussi di cassa devono essere rappresentati da interessi sul capitale di cui è previsto il rimborso. FAIR VALUE Vengono classificati gli strumenti finanziari detenuti con finalità di trading e gli strumenti di capitale che non sono in grado di garantire flussi di cassa stabili e prevedibili. Non sarà quindi più possibile valutare, al costo ammortizzato, i titoli azionari non quotati, per i quali non era possibile ottenere stime attendibili di fair value. (segue) IFRS 9: Classificazione e Valutazione degli Strumenti Finanziari 116 Sarà Possibile… • Valutare al Fair Value Through Profit and Loss (FVTPL) un’attività finanziaria che rispetta i requisiti per essere misurata al costo ammortizzato, quando questo permette la riduzione o eliminazione dei c.d. «accounting mismatch» tra attività e passività finanziarie • Modificare il sistema di riclassificazione e valutazione nel caso in cui venga modificato il relativo business model, senza procedere però al loro restatement. • Contabilizzare le vecchie attività finanziarie disponibili per la vendita (AFS) come OCI nelle variazioni di fair value, che verranno registrate a patrimonio e non a conto economico. Passività Finanziarie… • Le disposizioni dello IAS 39 inalterate, eccezion fatta per quelle passività classificate in FVO che rispettano i requisiti per essere misurate al costo ammortizzato. • Se una banca designa una passività al fair value rilevato a conto economico deve indicare l’ammontare della relativa variazione di valore attribuibile alle variazioni del proprio rischio di credito (rischio emittente) Per questi strumenti si prevede la possibilità di designazione al fair value through profit and loss (con conseguente rilevazione in conto economico), separando però la componente di variazione di fair value attribuibile alle variazioni del proprio rischio di credito (rischio emittente), e contabilizzando tale importo solo a patrimonio (OCI). IFRS 9 – Impairment Methodology 117 REVISIONE DELLO IAS 39 L’attività di provisioning basata sulla logica di incurred loss, contabilizzando gli impairment solo quando si manifesta l’evento che causa la svalutazione (“impairment trigger event”), induce inevitabilmente un differimento nell’individuazione delle perdite di valore. THREE-BUCKETS APPROACH Con l’obiettivo di delineare un nuovo sistema di provisioning che fosse più adeguato al rischio assunto, lo IASB ha proposto un modello maggiormente indirizzato in un’ottica di analisi forward-looking. Questo approccio classifica le esposizioni in tre classi, rappresentate da un crescente grado di rischio e una relativa quantificazione dell’impairment: 1. Prima Rilevazione degli strumenti finanziari: le rettifiche di valore corrispondono inizialmente alle perdite attese su un orizzonte temporale di 12 mesi (12-month expected credit losses) 2. Valutazione su Portafogli o Gruppi di attività: ad un significativo peggioramento del merito creditizio diventa necessario accantonare una quota pari alla perdita attesa sulla vita residua delle esposizioni creditizie (life time expected credit losses) 3. Valutazione su base Individuale: le attività finanziarie di questo bucket presentano un’oggettiva evidenza di deterioramento, e richiedono quindi un calcolo delle rettifiche di valore in base alla perdita attesa sulla vita residua della singola esposizione (lifetime expected credit losses) IFRS vs. US GAAP => Business Model vs. Business Strategy IFRS BUSINESS MODEL • Strumento gestito su base contrattuale con obiettivo di incasso dei flussi finanziari: Costo Ammortizzato. • Altro: Fair Value Through Profit and Loss (FVTPL). US GAAP BUSINESS STRATEGY • Lending business: Costo Ammortizzato • Investing Business: Fair Value ad OCI. • Trading Business: Fair Value Through Profit and Loss (FVTPL) 118 119 Pillar III Disclosure Third Pillar of Basel 2 – Pillar 3: Unicredit 120 From the beginning of 2007 the new Capital Requirements Directive (CRD), acknowledged by the Bank of Italy with its circular letter n. 263/2006, is effective as the common framework for implementing the Basel 2 regulations in EU. In the CRD it is also stipulated that institutions should disclose capital and risk management under Pillar 3 rules. Specifically, Pillar III presents a set of disclosure requirements that should improve market participants' ability to assess banks' capital structures, risk exposures, risk management processes and, hence, their overall capital adequacy. Pillar 3 Unicredit: Capital Adequacy 121 Pillar 3 Unicredit: Risk Weighted Assets (RWA) 122 Pillar 3 Unicredit: Market Risk Capital Requirement 123 Pillar 3 Unicredit: Operational Risk 124 SOURCES OF OPERATIONAL RISK Detailed below is the percentage composition, by type of event, of operational risk sources as defined by the New Basel Capital Accord and acknowledged by the New Regulations for the Prudential Supervision of Banks issued by the Bank of Italy in December 2006 (Circular No. 263/2006 as amended). The major categories are as follows: • internal fraud: losses owing to unauthorized activity, fraud, embezzlement or violation of laws, regulations or business directives that involve at least one internal member of the bank; • external fraud: losses owing to fraud, embezzlement or violation of laws by subjects external to the bank; • employment practices and workplace safety: losses arising from actions in breach of employment, health and workplace safety laws or agreements, from personal injury compensation payments or from cases of discrimination or failure to apply equal treatment; • clients, products and professional practices: losses arising from non-fulfillment of professional obligations towards clients or from the nature or characteristics of the products or services provided; • damage from external events: losses arising from external events, including natural disasters, acts of terrorism and vandalism; • business disruption and system failures: losses owing to business disruption and system failures or interruptions; • process management, execution and delivery: losses owing to operational or process management shortfalls, as well as losses arising from transactions with commercial counterparties, sellers and suppliers. Pillar 3 Unicredit: On/Off Balance Sheet Exposure 125 Pillar 3 Unicredit: Information on Sovereign Exposures 126 With reference to the Group’s sovereign exposures, the book value of sovereign debt securities as at December 31, 2013 amounted to €106,085 million, of which 89% concentrated in eight countries; Italy, with €47,202 million, represents over 44% of the total. For each of the eight countries, the table below shows the nominal value, the book value and the fair value of the exposures broken down by portfolio as at December 31, 2013 The weighted duration of the sovereign bonds shown in the table above, divided by the banking and trading book, is the following The table below shows the classification of bonds belonging to the banking book and their percentage proportion of the total of the portfolio under which they are classified Pillar 3: Focus Capital Requirement Credit Risk Requirement/ Total Requirement 2009 2010 2011 127 Market Risk Requirement/ Total Requirement 2012 2009 2010 2011 Operational Risk Requirement/ Total Requirement 2012 2009 2010 2011 2012 Other Risk Requirement & Adjustments/Total Requirement 2009 2010 2011 2012 ITALIAN COMPARABLES Banca Carige Spa 88,73% 90,13% 90,75% 91,20% 2,02% 1,46% 1,24% 1,03% 9,24% 8,41% 8,01% 7,76% Banca Popolare Emilia Romagna 89,42% 88,45% 88,58% 88,58% 1,67% 1,63% 1,27% 0,85% 8,91% 8,13% 8,39% 8,82% Banca Popolare Etruria e del Lazio Soc. Coop. 74,83% 75,27% 75,29% 74,88% 1,02% 0,31% 0,04% 0,04% 5,54% 5,76% 6,07% 6,59% Banca Popolare Di Milano Scarl 89,06% 90,85% 81,20% 80,89% 2,19% 1,54% 1,07% 1,27% 8,75% 7,61% 5,91% 5,90% 4,75% 88,85% 89,03% 86,61% 88,38% 4,42% 4,04% 2,65% 6,87% 6,72% 6,94% 10,74% Credito Emiliano Spa - Credem 80,22% 85,45% 88,52% 89,55% 7,87% 4,18% 2,75% 1,65% 8,68% 8,77% 8,73% 8,80% Credito Valtellinese Soc Coop 91,23% 92,36% 92,41% 92,52% 1,01% 0,48% 0,45% 0,38% 7,76% 7,16% 7,14% 7,10% Intesa Sanpaolo 87,45% 87,06% 85,33% 84,83% 4,65% 4,63% 5,38% 6,17% 7,77% 8,18% 7,63% 8,62% Mediobanca Spa 84,31% 81,93% 80,70% 81,46% 10,42% 12,35% 13,33% 12,53% 5,27% 5,71% 5,97% 6,01% Unione Di Banche Italiane Scpa - Ubi Banca 90,31% 92,11% 92,66% 91,59% 2,09% 1,41% 1,01% 1,28% 7,60% 6,48% 6,33% 7,14% Unicredit Spa 88,94% 86,98% 81,84% 83,95% 1,99% 1,97% 6,84% 4,07% 9,07% 11,05% 11,18% 11,98% Banca Monte Dei Paschi Di Siena Spa 86,22% 86,29% 84,83% 78,15% 6,00% 5,78% 6,50% 6,52% 7,26% 7,93% 8,27% 8,99% 0,52% Banco Bilbao Sa 84,67% 82,22% 86,25% 85,43% 3,88% 6,48% 4,64% 5,26% 11,10% 11,02% 8,84% 9,13% 0,35% Banco Santander Sa 82,12% 80,82% 81,22% 81,04% 7,00% 8,23% 6,06% 5,78% 10,88% 10,90% 12,45% 13,13% Credit Agricole S.A. 88,85% 90,91% 83,25% 87,72% 3,43% 2,66% 9,83% 4,47% 7,72% 6,43% 6,92% 7,81% Deutsche Bank Ag 79,38% 82,54% 68,86% 68,65% 9,10% 6,66% 17,85% 15,89% 11,52% 10,80% 13,29% 15,46% Hsbc Holdings Plc 84,31% 85,29% 83,67% 84,22% 4,58% 3,51% 6,05% 4,89% 11,11% 11,20% 10,28% 10,89% Lloyds Tsb Bank Plc 94,13% 91,17% 89,37% 87,32% 0,73% 1,04% 1,95% 3,67% 5,14% 7,79% 8,68% 9,00% Natixis 81,60% 89,45% 84,48% 79,87% 14,43% 6,63% 9,89% 11,76% 3,97% 3,92% 5,63% 8,38% Societe Generale 81,18% 82,03% 78,25% 78,41% 4,29% 3,91% 9,32% 8,84% 14,53% 14,06% 12,44% 12,75% Rbs Holdings Nv 85,60% 79,50% 79,94% 80,77% 9,47% 14,01% 12,60% 9,27% 4,94% 6,50% 7,46% 9,97% Bnp Paribas 82,22% 83,92% 80,62% 78,23% 3,81% 2,86% 6,27% 4,63% 9,22% 9,47% 8,90% 9,27% Barclays Plc 77,75% 76,59% 72,46% 69,63% 14,25% 15,34% 18,40% 16,37% 8,00% 8,07% 9,14% 14,01% Banco Popolare 18,61% 1,79% 1,76% 1,75% 18,67% 18,60% 18,49% 11,82% 11,94% 1,66% 0,38% 3,24% 1,60% 0,13% 0,13% 0,15% 0,40% 6,34% EUROPEAN COMPARABLES 4,74% 0,28% 0,27% 0,18% 0,06% 0,27% 0,06% 3,74% 4,20% 7,87% --------------------------- Italian Banks --------------------------- > Minimum 4,75% 75,27% 75,29% 74,88% 1,01% 0,31% 0,04% 0,04% 5,27% 5,71% 5,91% 5,90% 0,13% 0,13% 0,15% 0,38% > Average 79,62% 87,14% 85,93% 85,35% 10,78% 3,35% 3,66% 3,20% 7,73% 7,66% 7,55% 8,21% 5,62% 5,55% 5,73% 7,78% > Median 88,09% 87,75% 86,92% 85,72% 2,14% 1,80% 2,01% 1,46% 7,77% 7,77% 7,39% 8,19% 1,88% 1,69% 1,71% 6,34% > Maximum 91,23% 92,36% 92,66% 92,52% 88,38% 12,35% 13,33% 12,53% 9,24% 11,05% 11,18% 11,98% 18,61% 18,67% 18,60% 18,49% ------------------------- Italian Top Five ------------------------- > Minimum 4,75% 86,29% 81,84% 78,15% 1,99% 1,41% 1,01% 1,28% 6,87% 6,48% 6,33% 7,14% 0,13% 0,13% 0,15% 0,38% > Average 71,54% 88,26% 86,74% 85,02% 20,62% 3,64% 4,75% 4,14% 7,72% 8,07% 8,07% 9,50% 0,32% 0,13% 0,73% 3,36% > Median 87,45% 87,06% 85,33% 84,83% 4,65% 4,42% 5,38% 4,07% 7,60% 7,93% 7,63% 8,99% 0,32% 0,13% 0,40% 3,36% > Maximum 90,31% 92,11% 92,66% 91,59% 88,38% 5,78% 6,84% 6,52% 9,07% 11,05% 11,18% 11,98% 0,52% 0,13% 1,66% 6,34% > Minimum 77,75% 76,59% 68,86% 68,65% 0,73% 1,04% 1,95% 3,67% 3,97% 3,92% 5,63% 7,81% 0,35% 0,06% 0,27% 0,06% > Average 83,80% 84,04% 80,76% 80,12% 6,82% 6,48% 9,35% 8,26% 8,92% 9,11% 9,46% 10,89% 2,55% 1,36% 1,58% 2,70% > Median 82,22% 82,54% 81,22% 80,77% 4,58% 6,48% 9,32% 5,78% 9,22% 9,47% 8,90% 9,97% 2,55% 0,28% 0,27% 0,18% > Maximum 94,13% 91,17% 89,37% 87,72% 14,43% 15,34% 18,40% 16,37% 14,53% 14,06% 13,29% 15,46% 4,74% 3,74% 4,20% 7,87% ------------------------- European Banks ------------------------- (segue) Pillar 3: Focus Capital Requirement Credit Risk Market Risk 128 Operational Risk Net Loans/ Net Risk Assets Financial Assets/ Net Risk Assets ITALIAN TOP 5 BANKS > Minimum > Average > Maximun 78,15% 85,02% 91,59% 1,28% 4,14% 6,52% 7,14% 9,50% 11,98% 57,17% 64,96% 71,75% 14,09% 22,32% 32,44% ITALIAN BANKS > Minimum > Average > Maximun 74,88% 85,70% 92,52% 0,04% 3,29% 12,53% 5,90% 8,56% 11,98% 51,45% 65,05% 78,55% 10,52% 23,42% 41,02% EUROPEAN BANK > Minimum > Average > Maximun 68,65% 80,12% 87,72% 3,67% 8,26% 16,37% 7,81% 10,89% 15,46% 18,05% 36,43% 56,81% 18,29% 41,76% 64,19% 129 Il Capital Planning di una Banca in Ottica Basilea 3 GIOVANNI PAPIRO Responsabile Governo del Valore e Capital Adequacy GRUPPO MONTEPASCHI Intervento al Corso «Analisi di Bilancio delle Banche» Università degli Studi di Siena Siena, 19 maggio 2014 130 THE ANALYST'S CHECKLIST • Patrimonio Contabile vs. Patrimonio di Vigilanza secondo le Regole di BIS 3. • Patrimonio di Vigilanza BIS 2 vs. Patrimonio di Vigilanza BIS 3. • Phasing-in. • Problemi e Criticità Legate all'Adozione di BIS 3. Il Patrimonio Contabile e il Patrimonio di Vigilanza nel Nuovo Contesto Regolamentare Patrimonio Contabile vs. Patrimonio di Vigilanza in BIS 2 VISTA CONTABILE VISTA REGOLAMENTARE BASILEA 2 Capitale (-) Avviamento Sovrapprezzo di emissione Riserve (-) Immobilizzazioni Immateriali (-) Filtri Prudenziali Negativi Risultato di esercizio (+) Filtri Prudenzial Positivi [Riserva AFS Titoli di Stato] (-) Dividendi (-) Deduzioni (Partecipazioni Finanziarie) [50%] (-) Azioni Proprie (-) Delta Perdita Attesa [50%] Patrimonio Netto di Terzi Strumenti Innovativi di Capitale Totale Elementi Positivi Common Equity Strumenti Non Innovativi di Capitale Totale Patrimonio Netto Patrimonio di Base - Tier 1 Riserve da Valutazione Passività Subordinate (-) Deduzioni (Partecipazioni Finanziarie) [50%] (-) Delta Perdita Attesa [50%] Patrimonio Supplementare - Tier 2 Altri Elementi (deduzioni, Tier 3) Patrimonio di Vigilanza - Total Capital RWA Rischio di Credito Rischio Controparte Rischio di Mercato Rischio Operativo Floor Basilea 1 131 Principali Impatti Collegati all'Adozione di Basilea 3 132 PATRIMONIO 1 2 3 4 5 6 RISERVE DI VALUTAZIONE (ALTRE COMPONENTI DI CONTO ECONOMICO ACCUMULATE – OCI): in CET1 va computato il saldo netto di tutte le riserve da valutazione (diversamente da quanto previsto in Basilea 2 in cui si computavano in Tier 1 le sole riserve negative e in Tier 2 la metà di quelle positive), per effetto delle discrezionalità nazionali stabilite da Bankit nella circolare 285 del 17-12-2013 la componente negativa ha un phasing-in del 20% nel 2014; 40% nel 2015; 60% nel 2016; 80% nel 2017; 100% nel 2018, mentre per quella positiva è (0% nel 2014; 40% nel 2015; 60% nel 2016; 80% nel 2017; 100% nel 2018); inoltre la riserva AFS sui titoli di stato di paesi UE viene filtrata (così come in Basilea 2) fino all’approvazione del nuovo principio contabile IAS 39 (che si prevede non avverrà prima del 2017) MINORITY: la computabilità del patrimonio di terzi nel CET1 consolidato è limitata alla quota necessaria a soddisfare il fabbisogno patrimoniale delle controllate DELTA PERDITA ATTESA (Eccedenza perdita attesa rispetto alle rettifiche di valore): viene dedotto integralmente a livello di CET1 al termine del phasing-in nel periodo transitorio (e non più 50% dal Tier 1 e 50% dal Tier2 come in Basilea 2); il phasing-in è del 20% nel 2014; 40% nel 2015; 60% nel 2016; 80% nel 2017; 100% nel 2018 DEDUZIONI: in aggiunta alle deduzioni delle partecipazioni finanziarie (presenti anche in Basilea 2), si introducono anche le deduzioni di Deferred Tax Asset – DTA (attività fiscali differite), entrambe soggette al meccanismo della franchigia e phasing-in durante il periodo transitorio (20% nel 2014; 40% nel 2015; 60% nel 2016; 80% nel 2017; 100% nel 2018) ADDITIONAL TIER 1 – Capital Aggiuntivo di Classe 1: la computabilità è limitata a strumenti perpetui, senza alcun incentivo al rimborso per l'ente, con piena discrezionalità dell’emittente di annullare su base non cumulativa la remunerazione e la possibilità di svalutare e/o convertire in CET1 gli strumenti in caso di perdite; nel periodo transitorio si può beneficiare del Grandfathering dell’80% nel 2014; 70% nel 2015, 60% nel 2017, …. 10% nel 2021 TIER 2: la computabilità è limitata ai soli strumenti che hanno una durata originaria di almeno 5 anni, senza incentivi al rimborso anticipato (clausole call + step-up); l’ammortamento regolamentare viene effettuato su base giornaliera anziché su base annua; nel periodo transitorio si può beneficiare del Grandfathering dell’80% nel 2014; 70% nel 2015, 60% nel 2017, …. 10% nel 2021 RWA – RISK WEIGHTED ASSETS 7 DTA TRASFORMABILI PONDERATE AL 100% 8 DEDUZIONI IN FRANCHIGIA PONDERATE AL 250% 9 ALTRI IMPATTI BIS 3 (Riduzione requisito SMEs supporting factor; Incremento requisito CVA, Default fund, … etc.) Da Basilea 2 a Basilea 3 PATRIMONIO DI VIGILANZA, RWA, RATIOS Total Capital – Fondi Propri CET1 - Capitale Primario di Classe 1 2016 252.824 2017 242.232 2018 231.640 187.784 300.000 170.712 300.000 153.640 300.000 -43.000 -30.000 -43.000 -30.000 -43.000 -6.000 -43.000 -12.000 -43.000 -18.000 -43.000 -24.000 -43.000 -30.000 -50.000 -24.000 6.000 -24.000 6.000 -24.000 6.000 -24.000 6.000 -24.000 6.000 -24.000 6.000 -24.000 -3.000 -30.000 -600 -6.000 -1.200 -12.000 -1.800 -18.000 -2.400 -24.000 -3.000 -30.000 -2.400 -4.640 -480 -928 -960 -1.856 -1.440 -2.784 -1.920 -3.712 -2.400 -4.640 -640 -11.140 -128 -2.936 -256 -5.872 -384 -8.808 -512 -11.744 -640 -14.680 18.000 18.000 13.000 13.000 40 13.000 3.280 13.000 6.520 13.000 9.760 13.000 13.000 13.000 T2 - Capitale di Classe 2 80.000 65.000 -12.960 52.040 -9.720 55.280 -6.480 58.520 -3.240 61.760 0 65.000 Strumenti di T2 80.000 65.000 65.000 -12.960 65.000 -9.720 65.000 -6.480 65.000 -3.240 65.000 0 2.232.950 2.232.950 2.232.950 2.232.950 2.232.950 2.232.950 2.000.000 2.000.000 2.000.000 2.000.000 2.000.000 2.000.000 DTA trasformabili in crediti [ponderate al 100%] 100.000 100.000 100.000 100.000 100.000 100.000 Deduzioni in franchigia [ponderate al 250%] 102.950 102.950 102.950 102.950 102.950 102.950 Altre componenti di conto economico accumulate (OCI) (-) Deduzioni Perdite Fiscali (-) Delta Perdita Attesa (-) Deduzioni Investimenti Finanziari Non Significativi > 10% CET1 Adj. (-) Deduzioni DTA Non Trasformabili in Crediti > 10% CET1 Adj. (-) Deduzioni Investimenti Finanziari Significativi > 10% CET1 Adj. (-) Deduzioni DTA e Investimenti 17,65% [Full Appl.] / 15% [Transit.] AT1 - Capitale Aggiuntivo di Classe 1 Strumenti di AT1 Regime Transitorio [Delta PA & Deduzioni Partecipazioni] Regime Transitorio [Delta PA & Deduzioni Partecipazioni] 7 8 9 2015 263.416 204.856 300.000 (-) Avviamento e Altre attività immateriali 6 2014 274.008 221.928 300.000 Filtri Prudenziali 5 301.000 BIS 3 - Transitional BIS 3 Full Application 235.180 157.180 300.000 Riserve 4 3 4 4 4 4 BASILEA 2 203.000 350.000 Strumenti di CET1 1 133 Totale RWA 2.000.000 RWA Basilea 2 2.000.000 Altri impatti Basilea 3 (CVE, Default Funds, SMEs supp, factor, etc.) 30.000 30.000 30.000 30.000 30.000 30.000 15,05% 10,53% 12,27% 11,80% 11,32% 10,85% 10,37% Common Equity Tier 1 Ratio 10,15% 7,04% 9,94% 9,17% 8,41% 7,65% 6,88% Tier 1 Ratio 11,05% 7,62% 9,94% 9,32% 8,70% 8,08% 7,46% Total Capital Ratio Elaborazioni by: Streeling I Nuovi Indicatori di Basilea 3 134 COMMON EQUITY TIER 1 RATIO CET1 / RWA RISK WEIGHTED CAPITAL RATIOS TIER 1 RATIO T1 / RWA TOTAL CAPITAL RATIO Total Capital / RWA UNWEIGHTED CAPITAL RATIOS LIQUIDITY LEVERAGE RATIO T1 / [Total Asset – Reg. Adj. + Fuori Bilancio CCF + Derivative Adj.] LIQUIDITY COVER RATIO > 100% Stock di Attività Liquidi di Elevata Qualità / Deflussi di Cassa Netti Attesi 30 gg. NET STABLE FUNDING RATIO > 100% Ammontare di Provvista Stabile / Ammontare Obbligatorio di Provvista Stabile I Requisiti Patrimoniali Regolamentari: da Basilea 2 a Basilea 3 135 PHASING-IN SECONDO DISCREZIONALITÀ NAZIONALI ITALIANE Basilea 3 Basilea 2 Common Equity Tier 1 Ratio 2013 2014 Requisito minimo Capital Conservation Buffer Countercyclical Conservation Buffer O-SII Buffer Totale G-SII (1%-3,5%) Tier 1 Ratio 4,5% 2,5% 0% 0% 7,0% 2013 Requisito minimo Capital Conservation Buffer Countercyclical Conservation Buffer O-SII Buffer Totale G-SII (1%-3,5%) Total Capital Ratio Capital Conservation Buffer Countercyclical Conservation Buffer O-SII Buffer Totale G-SII (1%-3,5%) STRESS TEST EBA/BCE Core Tier 1 Ratio [Sovereign Buffer] Common Equity Tier 1 Ratio Common Equity Tier 1 Ratio Stressed 2014 4,0% 2013 5,5% 2,5% 0% 0% 8,0% 2014 8,0% 2011-2012 9% 8,0% 2,5% 0% 0% 10,5% 2013-2014 8% 5,50% 2015 4,5% 2,5% 0% 0% 7,0% 2015 6,0% 2,5% 0% 0% 8,5% 2015 8,0% 2,5% 0% 0% 10,5% 2016 min max 4,5% 4,5% 2,5% 2,5% 0% 0,625% 0% 2,0% 7,0% 9,625% 8,0% 13,125% 2017 min max 4,5% 4,5% 2,5% 2,5% 0% 1,25% 0% 2,0% 7,0% 10,25% 8,0% 13,75% 2018 min max 4,5% 4,5% 2,5% 2,5% 0% 1,875% 0% 2,0% 7,0% 10,875% 8,0% 14,375% 2016 min max 6,0% 6,0% 2,5% 2,5% 0% 0,625% 0% 2,0% 8,5% 11,125% 9,5% 14,625% 2017 min max 6,0% 6,0% 2,5% 2,5% 0% 1,25% 0% 2,0% 8,5% 11,75% 9,5% 15,25% 2018 min max 6,0% 6,0% 2,5% 2,5% 0% 1,875% 0% 2,0% 8,5% 12,375% 9,5% 15,875% 2016 min max 8,0% 8,0% 2,5% 2,5% 0% 0,625% 0% 2,0% 10,5% 13,125% 11,5% 16,625% 2017 min max 8,0% 8,0% 2,5% 2,5% 0% 1,25% 0% 2,0% 10,5% 13,75% 11,5% 17,25% 2018 min max 8,0% 8,0% 2,5% 2,5% 0% 1,875% 0% 2,0% 10,5% 14,375% 11,5% 17,875% Il Meccanismo della Franchigia per le Deduzioni di DTA e Partecipazioni Finanziarie 136 1 Si calcola la prima franchigia del 10% del CET1 Adjusted 2 Si verifica se le partecipazioni finanziarie significative superano la prima franchigia del 10%, la parte eccedente va dedotta dal CET1 con phasing-in (20% nel 2014; 40% nel 2015; 60% nel 2016; 80% nel 2017; 100% nel 2018) 3 Si verifica se le DTA NON trasformabili in crediti superano la prima franchigia del 10%, la parte eccedente va dedotta dal CET1 con phasing-in differenziato in funzione della data in cui sono sorte (0% nel 2014; successivamente 10% l’anno), fino al 31-12-2013, dal 1-1-2014 (20% nel 2014; 40% nel 2015; 60% nel 2016; 80% nel 2017; 100% nel 2018) 4 Si calcola la seconda franchigia: in Full Application pari al 17,65% del CET1 Adjusted in Transitional pari al 15% del CET1 Adjusted 5 Si verifica se la somma delle partecipazioni finanziarie significative e delle DTA NON trasformabili in crediti al di sotto della prima franchigia (non dedotte) superano la seconda franchigia la parte eccedente va dedotta dal CET1 con phasing-in (differenziato per la quota imputabile alle DTA in funzione della data in cui sono sorte) 6 Le partecipazioni finanziarie e le DTA NON trasformabili non dedotte per effetto della franchigia sono incluse nei RWA con una ponderazione del 250% Le Deduzioni di Partecipazioni Finanziarie NON Significative ed Altri Titoli 137 1 Si calcola una franchigia del 10% del CET1 Adjusted 2 Si determina l’ammontare complessivo di titoli detenuti in: • Partecipazioni finanziarie (dirette ed indirette) inferiori al 10% dell’ente partecipato (strumenti di CET1) • Strumenti di capitale di Additional Tier 1 emessi da istituzioni finanziarie • Strumenti di capitale di Tier 2 emessi da istituzioni finanziarie (titoli subordinati) 3 Si verifica se tale ammontare supera la franchigia del 10%, la parte eccedente va dedotta dai diversi livelli di patrimonio [CET1/Tier1/Tier2] 4 Le componenti da dedurre sono determinate in base alla proporzione delle varie tipologie di strumenti detenute; la deduzione si applica con phasing-in stabilito sulla base delle discrezionalità nazionali Bankit: • deduzioni titoli CET1 phasing-in 20% nel 2014; 40% nel 2015; 60% nel 2016; 80% nel 2017; 100% nel 2018 (la parte non phased-in viene dedotta al 50% dal Tier 1 e al 50% dal Tier 2 limitatamente alle sole partecipazioni dirette) • Deduzioni titoli Additional Tier 1 phasing-in 20% nel 2014; 40% nel 2015; 60% nel 2016; 80% nel 2017; 100% nel 2018 • Deduzioni titoli Tier 2 phasing-in 100% dal 2014 5 L’ammontare non dedotto per effetto della franchigia è incluso nei RWA con la ponderazione corrispondente alla tipologia di asset 138 Complessità e Circolarità nella Determinazione dei Ratios Patrimoniali in Basilea 3 PATRIMONIO DI VIGILANZA, RWA, RATIOS Total Capital – Fondi Propri CET1 - Capitale Primario di Classe 1 BASILEA 2 301.000 2014 274.008 2015 263.416 2016 252.824 2017 242.232 2018 231.640 203.000 350.000 157.180 300.000 221.928 300.000 204.856 300.000 187.784 300.000 170.712 300.000 153.640 300.000 Filtri Prudenziali -43.000 -30.000 -50.000 -43.000 -30.000 6.000 -43.000 -6.000 6.000 -43.000 -12.000 6.000 -43.000 -18.000 6.000 -43.000 -24.000 6.000 -43.000 -30.000 6.000 (-) Avviamento e Altre attività immateriali -24.000 -24.000 -3.000 -24.000 -600 -24.000 -1.200 -24.000 -1.800 -24.000 -2.400 -24.000 -3.000 -30.000 -2.400 -6.000 -480 -12.000 -960 -18.000 -1.440 -24.000 -1.920 -30.000 -2.400 -4.640 -640 -928 -128 -1.856 -256 -2.784 -384 -3.712 -512 -4.640 -640 -2.936 40 -5.872 3.280 -8.808 6.520 -11.744 9.760 -14.680 13.000 13.000 -12.960 52.040 13.000 -9.720 55.280 13.000 -6.480 58.520 13.000 -3.240 61.760 13.000 0 65.000 Strumenti di CET1 Riserve Altre componenti di conto economico accumulate (OCI) (-) Deduzioni Perdite Fiscali (-) Delta Perdita Attesa (-) Deduzioni Investimenti Finanziari Non Significativi > 10% CET1 Adj. FRANCHIGIA BIS 3 - Transitional BIS 3 Full Application 235.180 (-) Deduzioni DTA Non Trasformabili in Crediti > 10% CET1 Adj. (-) Deduzioni Investimenti Finanziari Significativi > 10% CET1 Adj. (-) Deduzioni DTA e Investimenti 17,65% [Full Appl.] / 15% [Transit.] AT1 - Capitale Aggiuntivo di Classe 1 18.000 -11.140 13.000 Strumenti di AT1 18.000 13.000 Regime Transitorio [Delta PA & Deduzioni Partecipazioni] T2 - Capitale di Classe 2 80.000 65.000 Strumenti di T2 80.000 65.000 65.000 -12.960 65.000 -9.720 65.000 -6.480 65.000 -3.240 65.000 0 2.232.950 2.232.950 2.232.950 2.232.950 2.232.950 2.232.950 2.000.000 2.000.000 2.000.000 2.000.000 2.000.000 2.000.000 DTA trasformabili in crediti [ponderate al 100%] 100.000 100.000 100.000 100.000 100.000 100.000 Deduzioni in franchigia [ponderate al 250%] 102.950 102.950 102.950 102.950 102.950 102.950 Regime Transitorio [Delta PA & Deduzioni Partecipazioni] Totale RWA 2.000.000 RWA Basilea 2 2.000.000 Altri impatti Basilea 3 (CVE, Default Funds, SMEs supp, factor, etc.) 30.000 30.000 30.000 30.000 30.000 30.000 15,05% 10,53% 12,27% 11,80% 11,32% 10,85% 10,37% Common Equity Tier 1 Ratio 10,15% 7,04% 9,94% 9,17% 8,41% 7,65% 6,88% Tier 1 Ratio 11,05% 7,62% 9,94% 9,32% 8,70% 8,08% 7,46% Total Capital Ratio Elaborazioni by: Streeling Il Floor Basilea 1: Novità Contenute nella CRR 139 NUOVA INTERPRETAZIONE DELLA NORMA Recenti confronti con l’AVN(*) in merito all’art. 500 della CRR [Disposizioni Transitorie – Requisito minimo di Basilea 1 (BIS1)] hanno chiarito la corretta interpretazione sulle modalità di computo del Floor BIS1 nel regime transitori o di BIS3. In pratica il Floor: • non è più espresso in termini di un potenziale incremento dei RWA determinato dal confronto tra RWA BIS3 e l’85% dei RWA BIS1 (che finora andava potenzialmente ad impattare il calcolo di tutti i ratios patrimoniali) • viene quindi espresso in termini di ammontare minimo di Total Capital (Totale Patrimonio di Vigilanza) da detenere, quest’ultimo determinato come l’80% (per l’Italia 85%) del Total Capital che sarebbe necessario per rispettare il requisito di BIS1, ridotto da eventuali eccedenze di perdita attesa rispetto alle rettifiche (Delta PA), ovvero in formula: Floor Total Capital BIS1 = (RWABIS1 8% 85%) – Delta PA Pertanto il Floor BIS1 non impatta più sui ratios patrimoniali ma è solo un ulteriore vincolo patrimoniale da considerare esclusivamente a livello di Total Capital, ovvero l’ammontare di Total Capital Basilea 3 non potrà essere inferiore a quello stimato come indicato sopra. (*) Analoga posizione è stata espressa pubblicamente anche dalla Bank of England. Le Sfide Operative Poste dal Nuovo Framework Regolamentare 140 • Più ampio set informativo da considerare. • Tempistiche di rilascio dei dati più stringenti (t+42 gg.). • Elevata complessità di calcolo degli aggregati patrimoniali (deduzioni con franchigia, computabilità minorities, etc.). • Modalità di calcolo diverse (% phase-in, grandfathering , ammortamento strumenti di capitale, QIS, EBA, etc.). • Aumento del numero di indicatori impattati ed interrelazioni conseguenti (CET1, leverage, LCR, NSFR, etc.). • Molteplicità di Vincoli (minimi regolamentari, capital buffer, Floor BIS1, etc.). • Calcolo dei limiti alla distribuzione di dividendi. 141 Esempio Calcolo Deduzioni Basilea 3 Full Application & Transitional Deduzioni Investimenti Finanziari in Full Application: Meccanismo Doppia Franchigia INPUT PATRIMONIO ITEMS A Investimenti Finanziari NON SIGNIFICATIVI in strumenti di CET1 20.000 B Investimenti Finanziari SIGNIFICATIVI in strumenti di CET1 18.000 PATRIMONIO E DEDUZIONI ITS CET1 Adj. Capital490 DTA & Investimenti Significativi: 173.600 CET1 Adj. Capital480 Investimenti Non Significativi: 176.000 VALORI 20 30 130 180 200 250 300 340 370 380 480 490 500 510 Capitale Primario di Classe 1 Strumenti di CET1 Riserve di Utili Altre componenti di conto economico accumulate Altre riserve Filtri Prudenziali (-) Avviamento (-) Altre attività immateriali (-) Deduzioni Perdite Fiscali (-) Delta Perdita Attesa (-) Deduzioni Investimenti Finanziari Non Significativi > 10% CET1 Adj. (-) Deduzioni DTA Non Trasformabili in Crediti > 10% CET1 Adj. (-) Deduzioni Investimenti Finanziari Significativi > 10% CET1 Adj. (-) Deduzioni DTA e Investimenti 17,65% [Full Appl.] / 15% [Transit.] VALORI 157.180 300.000 -40.000 -30.000 -3.000 6.000 -20.000 -4.000 -3.000 -30.000 -2.400 -4.640 -640 -11.140 Elaborazioni by: Streeling 142 Deduzioni DTA in Full Application: Meccanismo Doppia Franchigia INPUT PATRIMONIO ITEMS C Perdite Fiscali D DTA Non Trasformabili in Crediti E DTA Trasformabili in Crediti CET1 Adj. Capital490 DTA & Investimenti Significativi: 176.360 20 30 130 180 200 250 300 340 370 380 480 490 500 510 VALORI 3.000 22.000 100.000 PATRIMONIO E DEDUZIONI ITS 143 Capitale Primario di Classe 1 Strumenti di CET1 Riserve di Utili Altre componenti di conto economico accumulate Altre riserve Filtri Prudenziali (-) Avviamento (-) Altre attività immateriali (-) Deduzioni Perdite Fiscali (-) Delta Perdita Attesa (-) Deduzioni Investimenti Finanziari Non Significativi > 10% CET1 Adj. (-) Deduzioni DTA Non Trasformabili in Crediti > 10% CET1 Adj. (-) Deduzioni Investimenti Finanziari Significativi > 10% CET1 Adj. (-) Deduzioni DTA e Investimenti 17,65% [Full Appl.] / 15% [Transit.] VALORI 157.180 300.000 -40.000 -30.000 -3.000 6.000 -20.000 -4.000 -3.000 -30.000 -2.400 -4.640 -640 -11.140 Elaborazioni by: Streeling Deduzioni Investimenti Finanziari & DTA in Full Application: Meccanismo Doppia Franchigia INPUT PATRIMONIO ITEMS VALORI B Investimenti Finanziari SIGNIFICATIVI in strumenti di CET1 18.000 D DTA Non Trasformabili in Crediti 22.000 PATRIMONIO E DEDUZIONI ITS 20 30 130 180 200 250 300 340 370 380 480 490 500 510 Capitale Primario di Classe 1 Strumenti di CET1 Riserve di Utili Altre componenti di conto economico accumulate Altre riserve Filtri Prudenziali (-) Avviamento (-) Altre attività immateriali (-) Deduzioni Perdite Fiscali (-) Delta Perdita Attesa (-) Deduzioni Investimenti Finanziari Non Significativi > 10% CET1 Adj. (-) Deduzioni DTA Non Trasformabili in Crediti > 10% CET1 Adj. (-) Deduzioni Investimenti Finanziari Significativi > 10% CET1 Adj. (-) Deduzioni DTA e Investimenti 17,65% [Full Appl.] / 15% [Transit.] VALORI 157.180 300.000 -40.000 -30.000 -3.000 6.000 -20.000 -4.000 -3.000 -30.000 -2.400 -4.640 -640 -11.140 Elaborazioni by: Streeling 144 Deduzioni Investimenti Finanziari & DTA in Transitional: Meccanismo Doppia Franchigia PERCENTUALI APPLICABILI 2014 2015 2016 2017 2018 Investimenti Finanziari NON SIGNIFICATIVI in strumenti di CET1 20% 20% 40% 40% 60% 60% 80% 80% 100% 100% DTA Non Trasformabili in CrediƟ e InvesƟmenƟ Finanziari SIGNIFICATIVI 20% 40% 60% 80% 100% F G Perdite Fiscali H PATRIMONIO E DEDUZIONI ITS 20 30 130 180 200 250 300 340 370 380 480 490 500 510 145 Capitale Primario di Classe 1 Strumenti di CET1 Riserve di Utili Altre componenti di conto economico accumulate (OCI) Altre riserve Filtri Prudenziali (-) Avviamento (-) Altre attività immateriali (-) Deduzioni Perdite Fiscali (-) Delta Perdita Attesa (-) Deduzioni Investimenti Finanziari Non Significativi > 10% CET1 Adj. (-) Deduzioni DTA Non Trasformabili in Crediti > 10% CET1 Adj. (-) Deduzioni Investimenti Finanziari Significativi > 10% CET1 Adj. (-) Deduzioni DTA e Investimenti 17,65% [Full Appl.] / 15% [Transit.] Transitional Full Appl. 157.180 300.000 221.928 300.000 204.856 300.000 187.784 300.000 170.712 300.000 153.640 300.000 -40.000 -30.000 -40.000 -6.000 -40.000 -12.000 -40.000 -18.000 -40.000 -24.000 -40.000 -30.000 -3.000 6.000 -3.000 6.000 -3.000 6.000 -3.000 6.000 -3.000 6.000 -3.000 6.000 -20.000 -4.000 -20.000 -4.000 -20.000 -4.000 -20.000 -4.000 -20.000 -4.000 -20.000 -4.000 -3.000 -30.000 -600 -6.000 -1.200 -12.000 -1.800 -18.000 -2.400 -24.000 -3.000 -30.000 -2.400 -4.640 -480 -928 -960 -1.856 -1.440 -2.784 -1.920 -3.712 -2.400 -4.640 -640 -11.140 -128 -2.936 -256 -5.872 -384 -8.808 -512 -640 -11.744 -14.680 Elaborazioni by: Streeling 146 THE ANALYST'S CHECKLIST • Supervisory Risk Assessment. • Stress Test. • Asset Quality Review (AQR). EBA / BCE Comprehensive Assessment 2014: Asset Quality Review (AQR) & Stress Test EBA/BCE Comprehensive Assessment: Obiettivi 147 SUPERVISORY RISK ASSESSMENT Analisi focalizzata su liquidità, funding e leverage finalizzata a valutare: Il Profilo di rischio di ciascuna Banca Il Posizionamento rispetto ai competitors La vulnerabilità ai fattori esterni ASSET QUALITY REVIEW (AQR) Valutazione retrospettiva dell’affidabilità della base dati, valutazione mark to market delle attività, classificazione dei NPLs, valutazione dei collateral e degli accantonamenti basate su metodologie armonizzate per le Banche EU. STRESS TEST Valutazione prospettica finalizzata a valutare la solidità delle banche rispetto ad uno scenario base ed uno scenario avverso. TRANSPARENCY Pubblicazione dei risultati per ogni singola banca a fine ottobre 2014. Comprehensive Assessment: Istituzioni Coinvolte EBA 148 Organismo che sovrintende alla metodologia e che si interfaccia con le Autorità Competenti per l’effettuazione e la verifica dello Stress Test ESRB (EUROPEAN SYSTEMIC RISK BOARD) È responsabile dello sviluppo dello scenario macroeconomico BCE È responsabile della corretta applicazione della metodologia sviluppata dell’EBA e per l’implementazione delle azioni delle banche derivanti dall’exercise COMPETENT AUTHORITY (CA) Autorità nazionali che di concerto con EBA e BCE verificano la corretta applicazione della metodologia da parte delle Banche e la solidità delle assunzioni sottostanti. In Italia la CA è Bankit. BANCHE • Istituzioni soggette al test: 124 banche appartenenti a 22 Stati Membri dell’ Unione Europea • In Italia partecipano Unicredit, Banca Intesa, BMPS, Banco Popolare, BPM, BPER, BPV, Banca Piccolo Credito Valtellinese, BP Sondrio, Credem, ICCREA, Mediobanca, UBI, Veneto Banca. EBA/BCE Comprehensive Assessment: Key Points 149 Lo Stress Test tenderà a valutare la robustezza delle Banche Europee rispetto ad uno scenario di base (Baseline Scenario) e ad uno scenario macro peggiorativo (Adverse Scenario), riferito ad un arco temporale 2014 -2016 (starting point 2013) • L’esercizio verrà effettuato assumendo come base di riferimento un Bilancio Consolidato Statico al 31/12/2013 (assunzione di crescita zero e invarianza business mix). • Questa regola trova eccezione in ipotesi di banche con Piani di Ristrutturazione approvati dalla Commissione Europea prima del 31/12/2013: in questo caso le banche possono ottenere autorizzazione ad utilizzare i dati del PR, adottando come baseline le proiezioni previste nel Piano di Ristrutturazione, in luogo del bilancio statico. • L’impatto dello Stress Test sulle Banche sarà valutato in termini di CET1 con i seguenti hurdle rate: 8% CET1 scenario base 5,5% scenario avverso EBA/BCE Comprehensive Assessment: I Rischi Testati 150 RISCHI METODOLOGIA RISCHIO DI CREDITO PD e LGD stressed (point – in - time) per calcolo svalutazione e fabbisogno di capitale. Migrazione da parametri macroeconomici a parametri di rischio basati su modelli interni. 1 2 RISCHIO DI MERCATO Due possibili approcci: Semplificato (in caso di mancanza di modelli VaR): riduzione dei ricavi da trading. Globale: stress su parametri di mercato e rivalutazione delle esposizioni. 3 RISCHIO SOVRANO Posizioni a Fair value : metodologia di mercato Posizioni Banking book : metodologia credit risk 4 CARTOLARIZZAZIONI Posizioni a Fair value: metodologia di mercato Posizioni Banking book: impairment 5 COSTO DELLA RACCOLTA Sensitivity analysis sul Conto Economico rispetto ad una crescita nella raccolta wholesale e retail. Comprehensive Assessment: Verso l'Unione Bancaria SSM (Single Supervisory Mechanism) 151 (segue) Comprehensive Assessment: Verso l'Unione Bancaria Fonte: BANCA D’ITALIA - Rapporto sulla Stabilità Finanziaria n. 1, Maggio 2014 152 153 THE ANALYST'S CHECKLIST • Business Planning. • Risk Appetite Framework (RAF). RAF – Risk Appetite Framework I Vincoli del Processo di Business Planning ESIGENZE 154 VINCOLI IMPLICAZIONI MOLTEPLICI TRIALS DI ELABORAZIONE DATI I processi di budgeting devono soddisfare vincoli ed obiettivi in ottica multiperiodale (forecast model multi-constraints & multitargets) al fine di trovare, di raccordo con l’Alta Direzione, quelle combinazioni ottimali nelle proiezioni degli economics che combinando le azioni manageriali/commerciali e le dinamiche attese di mercato ed essere in grado di soddisfare i vincoli operativi, regolamentari e/o di altre autorità, gli obiettivi di rendimento degli azionisti, etc Impostazione top-down VISIONE GLOBALE INTEGRATA Il ciclo di pianificazione [Budget e Piano Strategico] necessita una visione prospettica globale del Gruppo [i.e. che comprenda dinamiche di Conto Economico, Stato Patrimoniale e Regulatory Capital Ratios], che copra ed integri tutte le diverse dimensioni di analisi: redditività, capital adequacy, performance riskadjusted, liquidità PROCESSO CONTINUO Il processo di pianificazione è un processo continuo di aggiornamento e revisione del forecasting del Gruppo al fine di recepire prontamente tutte le implicazioni derivanti da mutamenti nello scenario economico, nelle dinamiche aziendali di periodo trascorse (Q1, Q2, etc.), variazioni del quadro normativo (vigilanza, fiscale, etc.). TEMPI BREVI DI ELABORAZIONE CONTENIMENTI COSTI/STAFFING DI ELABORAZIONE Maggiore integrazione tra le funzioni di pianificazione e di risk management Modello unitario Enterprise based Soluzioni IT Il Risk Appetite Framework - RAF 155 • Il nuovo supplemento alla circolare 263 di Bankit di luglio 2013 (Disposizioni di Vigilanza Prudenziale) introduce il Risk Appetite Framework - RAF; analoghi contenuti sono ripresi anche nel documento di consultazione pubblicato dal Financial Stability Board il 17-7-2013. • Il RAF è il quadro di riferimento della banca per la determinazione degli obiettivi di rischio-rendimento, del livello di propensione al rischio e dei connessi limiti operativi; e comprende: politiche, processi, controlli e sistemi per definire ed attuare tali obiettivi e limiti. • Il RAF deve tradursi in un’indicazione esplicita del risk profile della banca (risk appetite statement); deve inoltre prevedere un processo di comunicazione chiaro e facilmente comprensibile verso tutti gli stakeholders, ed in particolare il CdA e top management, che devono comprendere in modo chiaro il livello di rischio che sono disposti ad assumere. • Nell’ambito del RAF devono essere gestiti i seguenti aspetti: Risk Appetite: livello di rischio target che la banca intende assumere in relazione agli obiettivi aziendali. Risk Capacity: livello massimo di rischio sostenibile dalla banca per non violare requisiti regolamentari e/o interni. Risk Tolerance: deviazione massima consentita rispetto al risk appetite, stabilita in modo tale da consentire margini sufficienti (rispetto alla risk capacity) per operare anche in condizioni di stress. Risk Profile: livello di rischio effettivamente assunto in un dato momento. Risk Limits: limiti operativi al livello di rischio assunto (le misure quantitative di rischio dovrebbero potersi tradurre in limiti operativi), stabiliti in funzione del tipo di rischio, della business unit/legal entity, attività, tipo di clientela, prodotto, etc. • La normativa prevede che debba esservi uno stretto raccordo tra i seguenti processi aziendali: Risk Appetite, ICAAP, Budget, Piano Strategico; questi inoltre devono essere coerenti con il modello di business, l’organizzazione aziendale ed il sistema dei controlli interni. Il RAF deve essere recepito nei processi decisionali della banca e collegato al sistema di compensation della banca. • L’impostazione del RAF deve essere di tipo prospettico (forward looking) ed essere direttamente collegato al piano strategico aziendale; quindi con una visione che va oltre il breve periodo: medio lungo termine. Inoltre deve tener conto di tutti i rischi rilevanti per la banca sia in normali condizioni di mercato che di stress, e comprendere anche quei rischi di difficile quantificazione, quali il rischio reputazionale, strategico e di compliance. • Gli indicatori di adeguatezza patrimoniale devono essere considerati in condizioni di stress; in aggiunta ai tradizionali indicatori patrimoniali deve essere considerato anche il leverage ratio. Inoltre il rischio di liquidità assume una maggiore rilevanza e va incluso nel RAF con adeguati indicatori (ad es. NSFR; LCR). RAF: Funzioni Aziendali Coinvolte 156 • Il RAF inoltre deve prevedere anche le procedure e gli interventi gestionali da attivare nel caso in cui il risk profile sia andato oltre i livelli di risk appetite/risk tolerance (una sorta di contingency risk plan). • Il RAF va applicato oltre che a livello consolidato di gruppo anche a livello di legal entity. • Il RAF viene approvato dal CdA, e viene sviluppato in collaborazione con CEO, CFO e CRO; il RAF inoltre deve essere sottoposto ad audit interno e/o esterno. Il ruolo non meramente formale ma sostanziale di approvazione e comprensione del RAF da parte del CdA potrà essere verificato dall’autorità di vigilanza (ad es. tramite l’acquisizione di verbali e minute del CdA, o colloqui con i membri del board): Il CRO effettua un regolare reporting verso il CdA e monitora la dinamica del risk profile rispetto al risk appetite, inoltre assicura l’integrità delle misure di rischio, riferisce al CEO ed al CdA in caso di superamento significativo dei risk limit. Il CFO incorpora il risk appetite nei processi di business planning e decisionali, nonchè nel sistema di compensation aziendale, assicura tempestivamente la gestione e mitigazione di esposizioni di rischio significative, riferisce al CEO ed al CdA in caso di superamento significativo dei risk limit. La funzione di internal audit verifica almeno annualmente l’efficacia del RAF, la sua corrispondenza con quanto previsto dalla normativa e la sua aderenza al piano strategico, compensation program e processi decisionali. RAF: Il Processo 157 Il CdA stabilisce il livello target di CET1 Ratio coerentemente con gli obiettivi di redditività risk-adjusted attesi fissando quindi il Risk Appetite A cascata vengono poi determinati i livelli coerenti per tutti gli altri indicatori CET1 RATIO X% VALORI TARGET COMMON EQUITY TIER 1 & RWA VALORI TARGET: CORE TIER 1; TIER 1; TOTAL CAPITAL; CT1 EBA; LEVERAGE; LIQUIDITY; ETC. INDICATORI DI PERFORMANCE RISK-ADJUSTED, FINANCIAL RATIOS LIMITI OPERATIVI (VAR, ETC.); INDICATORI TARGET BUSINESS UNIT Le Problematiche del Multi-Period Business Planning Modelling 158 MODELING Un corretto processo di business planning finalizzato all’analisi di capital adequacy deve essere in grado di poter modellizzare efficacemente i seguenti fenomeni presenti nel medio-lungo periodo e particolarmente rilevanti negli scenari di stress: PATH DEPENDANCE Sequenza collegata di scenari economici nel tempo, tramite i quali è possibile determinare gli effetti finali a cascata di una serie di cicli/periodi sul patrimonio di una banca FEED-BACK E CROSS CORRELATION L’insieme di retroazioni ed effetti congiunti che si innescano nelle interconnesse dinamiche economiche-finanziarie-patrimoniali che uniscono le variabili di conto economico, stato patrimoniale e patrimonio di vigilanza di una banca, le quali tutte influiscono nel determinare la capital adequacy finale. Tutte le assunzioni e le proiezioni degli economics (tassi, masse, commissioni, costi, fiscalità, etc.) in ogni scenario hanno effetti diretti ed indiretti sia sul capitale che sui livelli di rischio. NON LINEARITÀ In alcune circostanze piccole variazioni in qualche variabile possono determinare effetti molto rilevanti sulla capital adequacy, queste condizioni di non linearità, non facilmente prevedibili a priori, sono sempre presenti nell’ambito di una realistica modellizzazione di stress testing patrimoniale, tuttavia l’attuale contesto di mercato e regolamentare tende certamente ad ampliarne la portata. FORWARD LOOKING APPROACH La valutazione dell’impatto sull’adeguatezza patrimoniale di fenomeni quali il rischio strategico e quello reputazionale deve necessariamente essere svolta su orizzonti temporali medio-lunghi e implica prevalentemente impatti sul lato dei ricavi e costo del funding, ovvero fenomeni che insistono nell’ambito dello sviluppo delle proiezioni del Margine di Intermediazione (legate quindi alle variabili che lo determinano: masse, interessi attivi/passivi, commissioni, costi operativi) e non in specifiche voci di perdita (come ad esempio le rettifiche per i fattori di rischio tradizionali quali il rischio di credito e di mercato) INTERAZIONI VARIABILI Lo sviluppo di proiezioni economico-patrimoniali coerenti a supporto dell’attività di analisi della capital adequacy implica una elevata iterazione tra le variabili di stato patrimoniale, conto economico e grandezze regolamentari (patrimonio e requisiti), per il cui corretto computo occorre necessariamente un modello unitario che abbracci tutte le dimensioni considerate APPROCCIO ENTERPRISE BASED Nell’ambito di un sistema integrato che abbracci simultaneamente tutti gli aspetti di rischio-redditività-liquidità-patrimonio, in modo da catturarne (ad un livello “alto” coerente con gli obiettivi dell’analisi) i principali fenomeni di complessità (iterazioni, condizioni di non linearità, dipendenza temporale e cross correlation) particolarmente rilevanti nelle analisi di stress; l’output di un tale tipo di modello è lo sviluppo simultaneo in arco pluriennale di schemi accounting based coerenti di conto economico, stato patrimoniale, patrimonio di vigilanza, indicatori di performance risk-adjusted, sia in ottica business as usual che stressed. Multi-Period Business Planning Modeling 159 Questo tipo di metodo comporta un significativo cambiamento nel modo di interagire delle Funzioni aziendali e nella modalità di produzione delle stime prospettiche sugli impatti dei fattori di rischio, più in particolare implica il superamento: • dei limiti insiti nell’approccio tradizionale di tipo silo-based alla capital adequacy ed allo stress testing [nel quale gli impatti dei fattori di rischio sono determinati separatamente, tramite diversi modelli generati in modo separato e parziale, sommandone poi gli effetti stimati con un processo di aggregazione a building block, il tutto senza quella necessaria unitarietà di sviluppo delle simulazioni che dovrebbe costituire l’essenza dell’analisi di capital adequacy], a favore di un approccio integrato in cui capitale, rischi e requisiti sono determinati in modo unitario e congiunto; • di una modellizzazione di tipo bottom-up a favore di una visione di tipo top-down, caratterizzata da un maggior livello di aggregazione dei dati di input ed output, con minori tempi/costi di elaborazione ed una visione più nitida delle relazioni causa-effetto tra le variabili del modello. t ..… t+1 VBM VBM t+1 VBM ASSET/ LIAB. P&L ASSET/ LIAB. P&L ASSET/ LIAB. P&L RISK CAPITAL RISK CAPITAL RISK CAPITAL - Stressed Scenario 1 - Stressed Scenario 2 - …. - Stressed Scenario 1 - Stressed Scenario 2 - …. - Stressed Scenario 1 - Stressed Scenario 2 - ….
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