Metal World S.p.A.

imprese
Metal World
cambia pelle
Cambiamenti importanti
in una delle più note realtà
della utensileria italiana,
un nuovo assetto proprietario
e nuovi strumenti con cui guardare
al futuro.
S
ono tempi estremamente difficili. Se poi si corre il rischio di perdere occasioni per qualche incomprensione o per una diversa visione delle strategie di una impresa è indispensabile correre immediatamente ai ripari. E’ quanto hanno fatto alla Metal
World di Pavia di Udine.
“Non è stato facile, ma abbiamo dovuto agire e ora stiamo tornando a crescere. Perché la situazione è indubbiamente difficile, ma il mercato c’è ancora per chi sa
cosa fare, dove andare, come muoversi…”. Inizia così il
nostro incontro Franco Paviotti, da qualche settimana amministratore unico della rinata azienda friulana.
“Gli ultimi anni sono stati molto difficili”, ci dice. “A una
crisi esterna, del mercato, se ne è aggiunta una
interna, dovuta essenzialmente a un cambio
generazionale che abbiamo dovuto gestire. Ci
ha forse impegnato troppo e, di fatto, siamo rimasti troppo tempo alla
finestra: non c’era in Metal World una governance
forte, chiara, univoca e
Franco
questo ci ha impedito di
Paviotti.
timonare la nave come
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era necessario in un mare così burrascoso. Abbiamo allora deciso di essere forti, propositivi, di dare continuità e una nuova vitalità alla nostra storia; abbiamo capito,
in poche parole, che c’era un’altra strada possibile, quella che io e Giorgio Paviotti abbiamo intrapreso”.
Dunque, ricapitoliamo: dei quattro soci a cui Metal
World apparteneva ne sono rimasti due, Franco e Giorgio Paviotti che, per i più curiosi, non sono parenti, ma
trattasi di semplice omonimia… Ciascuno di loro detiene
il 25 per cento della proprietà. Il restante 50 per cento
è della holding Alfa, acronimo di Andrea, Luca (figli di Giorgio), Fanny e Annalisa (figlie di Franco). Una proprietà sostanzialmente paritaria che però vede Franco Paviotti quale amministratore unico, quindi con tutte le deleghe necessarie per agire. “Ma questo non vuol dire che chi è
alla guida farà ciò che vuole – ci tiene a precisare immediatamente – ma più semplicemente che ora possiamo
reagire velocemente per mettere in atto ciò che la proprietà ha definito”.
“L’accordo è operativo dall’inizio di agosto – prosegue Paviotti – e i primi risultati sono tangibili: siamo tornati a essere una azienda viva, reattiva, dove ciascuno si sente parte di un progetto forte. Abbiamo ripreso a correre, abbiamo
già deciso nuovi investimenti in altre tecnologie, con un
obiettivo preciso: riportare in brevissimo tempo Metalworld
agli standard che il settore del legno, e non solo del legno…, le riconosce in termini di know how, di struttura
distributiva, di capacità di fare innovazione”.
“Gli obiettivi sono molto chiari”, prosegue l’amministratore della Metal World. “Innanzitutto dobbiamo portare
la quota del “prodotto standard” al 25 per cento del nostro fatturato. Noi siamo estremamente bravi a dare al
cliente esattamente ciò di cui ha bisogno, tanto è vero
che la customizzazione rimarrà almeno il 75 per cento
del nostro business, ma essere più forti nello standard
significa avere maggiore “tranquillità” e approfittare di
determinate situazioni in certi mercati, soprattutto legati
alla grande distribuzione.
Aggiungo che il legno rimarrà indubbiamente il nostro
core business, con una quota che prevediamo possa attestarsi attorno al 90 per cento, completata dalla nostra
crescente affermazione come fornitori di altri settori che
da qualche tempo ci stanno dando buone soddisfazioni e nei quali vogliamo crescere ulteriormente”.
“C’è un’altra sfida – prosegue Paviotti – a cui siamo molto attenti ed è una struttura distributiva adeguata, forte, capace di garantirci il migliore rapporto possibile con
i nostri clienti, ovunque si trovino. Stiamo investendo molto nelle nostre filiali e in tutte quelle realtà – e sono molte – che sono di fatto Metal World nel mondo. Brasile,
Europa, Argentina, Stati Uniti, Canada… stiamo strutturando canali ad hoc, ad altissima specializzazione, anche per il marketing e la vendita degli utensili dedicati
ad altri settori, così da incrementare già nei prossimi due
anni quella quota del 10 per cento di cui le ho parlato”.
Ma il legno sarà sempre la vostra sfida principale….
“Certamente. A questo proposito posso anche dirle che
a fine luglio abbiamo anche acquisito un ramo d’azienda della Utensil Service di Parta di Pordenone, dove ci
si occupa non solo di distribuzione, ma anche di affilatura. Una sede che è già ora un capitolo importante del
nostro service, forte dei quattro agenti che ci lavorano
e che ci daranno energie ulteriori per garantirci la massima qualità del rapporto con i tanti utilizzatori che ci contano in questa parte d’Italia e che proprio nella Utensil
Service hanno un preciso punto di riferimento.
Sull’altro versante – quello della grande distribuzione, attraverso la quale arrivare al falegname, all’hobbista, al
carpentiere – posso dirle che abbiamo già stretto accordi
in diversi Paesi per poter effettivamente arrivare, nel giro
di 24 mesi, a una quota del 25 per cento. Prodotti che
produrremmo in forti tirature con macchine e tecnologie sulle quali stiamo indirizzando nuovi investimenti, così
da integrare in modo intelligente il nostro già ricco parco macchine. Non solo: a breve entrerà in funzione una
nuovissima sala metrologica con la quale effettuare tutti i controlli per ottenere le certificazioni necessarie per
essere partner di riferimento nell’automotive e nell’aerospaziale”.
Molta la carne al fuoco…
“E’ vero, ma ora che siamo liberi da molte preoccupazioni siamo certi di poter fare tutto e molto bene! Il nuovo assetto societario, la coscienza di avere una continuità
nei nostri figli, il rapporto fra noi “vecchi soci” rimasti e
il continuo, positivo confronto con il mercato ci fanno capire di essere finalmente sulla strada giusta!”.
A cura di Luca Rossetti ■
www.metalworld.it
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