Periodico di formazione e informazione della Parrocchia NATALE DEL SIGNORE di Torino Anno XXI - Numero 79 - Giugno 2014 DAL TACCUINO DEL PARROCO In questo numero... La forza del Battesimo Papa Francesco Gli evangelisti: Matteo Pino Tripodina Crisi economica don Piero Terzariol Lodatelo con cembali... Prete over 55 l 27 di aprile ho festeggiato il mio ottantaduesimo compleanno; il 28 giugno ricorderò che sono sacerdote da cinquantacinque anni. Da quel giorno sarò “prete over 55”! Sarò da rottamare? Da mettere in una casa di riposo? O da lasciare alle prese con una responsabilità grande, come quella di parroco del Natale del Signore, con circa 18.000 anime? Non abitanti, ma anime. Signore, le hai affidate tutte a me? Ho paura per quelli che non ho mai incontrato, che non conosco, che non mi salutano. Quanti sono in familiarità, in amicizia con me? E quanti in un rapporto spirituale? Chi l’avrebbe detto, tanti anni fa, quando, appena finita la quinta elementare, verso la metà di agosto, ricevetti dalla mamma la notizia: “Tuo cugino Romeo va in seminario!”, che avrei reagito dichiarando con decisione: “Ci vado anch’io. Mi voglio fare prete anch’’io”? E chi l’avrebbe detto che quella affermazione si sarebbe poi realizzata? I Chi l’avrebbe detto che il tempo sarebbe poi volato così veloce? Allora avevo undici anni ed ora ne ho ottantadue! E sono sacerdote da ben cinquantacinque anni! Dai primi anni di seminario in poi tutto mi sembra accaduto ieri e, nello stesso tempo, mi sembra sia passato un secolo. E in questo lungo e insieme breve tempo c’è il Signore e ci sono tante tante persone. Quante! E tutte legate a quel “Ci vado anch’io!”. Eppure, l’anno prima, alla domanda del parroco “Romolo, andresti in seminario?” la paura di lasciare la famiglia mi aveva fatto rispondere con sicurezza “no!”. Caro Romeo, ora tu sei in Paradiso, portato via dalla leucemia circa 10 anni fa, morto in Francia dove la tua famiglia si era trasferita, un anno dopo la nostra entrata in seminario. Ti ricordi, la prima notte, in quel camerone lungo, mentre cercavamo di dormire? Pentecoste - Antonio Maria Piola (1654-1715) Chiesa N. S. delle Grazie - Genova Enrico Occelli Basta con la sola elemosina! Lettera alle famiglie Il tono era ben diverso Estate, vietato annoiarsi ...e molto altro ancora M. A. Callegari don David Lorenzo Giorgia DAL TACCUINO DEL PARROCO . Ti ricordi che a un certo punto ti alzasti dal letto e mi venisti vicino per dirmi: “Romolo, torniamo a casa?”. Passò veloce quel primo anno e tornammo insieme a casa per le vacanze, ma a ottobre soltanto io tornai in seminario. Tu eri partito per la Francia per la grande avventura in un’altra terra. Ed io, ricordo ancora che, tornato in seminario, al mio saluto il rettore rispose: “Noi aspettavamo Romeo, non te!”. Caro signor rettore! Per te ero troppo vivace! Un giorno entrasti nello studio sorreggendoti con le stampelle e dicesti: “In mezzo a voi ci sono cinque diavoli” e puntavi la stampella verso le file dei banchi: “Due, due, uno!”. E nella lista c’ero anch’io. Ebbene i cinque “diavoli” divennero tutti sacerdoti! Penso spesso a questo episodio quando, passando nelle aule catechistiche vedo ragazzi vivaci: diavoli o angeli? Ragazzi vivaci, con tanta voglia di vivere. Passarono gli anni spensierati del seminario, con alterne vicende e soprattutto con alterni risultati scolastici. Per la verità, avevo poca voglia di studiare. Ogni anno a settembre esami di riparazione in chimica e storia della filosofia! Monsignor Maritano, vescovo emerito di Acqui, morto pochi giorni fa, era professore di quest’ultima materia. Ricordo bene l’esame: “Parlami di Hege!”. Scena muta. L’esame di riparazione fu una… brutta copia di quello di giugno! Hegel proprio non riuscivo a digerirlo. Grazie carissimo professore, che non hai infierito su di me, con buona pace di Hegel. Sono sacerdote da 55 anni! Il primo anno fui assistente in seminario dei giovani della propedeutica: 20 diocesani (tra i quali Guido Fiandino oggi vescovo ausiliare) e 20 extradiocesani. Poi l’anno successivo andai al Convitto della Consolata per studiare bene la morale e imparare a confessare. Poi, dal 1961 al 1965, fui viceparroco nella parrocchia di san Giovanni di Bra, il lembo estremo della diocesi di Torino, verso Alba. Quattro anni da favola, con un parroco anticipatore del Concilio Vaticano II. Poi, il 31 maggio 1965, nella parrocchia Madonna Divina Provvidenza, raggiunsi don Paino, già conosciuto in prima liceo in seminario, e mi affiancai a lui come vice parroco. Da allora non ci siamo mai separati. Fummo per sei anni come viceparroci in quella parrocchia e, dal 1971 al 1991, come co-parroci fondatori della parrocchia “La visitazione”. Furono quelli vent’anni anni stupendi, indimenticabili: dare vita ad una nuova comunità partendo da zero, nell’immediato dopo Concilio, fu un’avventura inebriante, pur nelle difficoltà: senza locali, senza soldi, senza niente! Poi, però, a poco a poco, grazie agli aiuti delle carissime suore della Visitazione spostatesi nel nuovo Convento a Moncalieri, il sottochiesa diventò il nostro primo “oratorio”. Le suore ci finanziarono con una generosa donazione di 35 milioni di lire che dimezzò il nostro debito iniziale e ci sostennero con altrettanti milioni di preghiere. Con loro alle spalle ci sentivamo forti, sia dal punto di vista economico sia da quello spirituale. In vent’anni crebbe così una parrocchia fondata sulla corresponsabilità tra laici e presbiteri, attraverso bellissime esperienze e soprattutto la partecipazione di un eccezionale gruppo di giovani guidato da responsabili generosi. Quanti incontri, quanti campi estivi e pre-campi per abituarci alla vita insieme. Il primo posto fu sempre riservato alla Parola di Dio e poi partivano tutte le attività. Anno dopo anno nacquero tanti amori e gli animatori si sposarono quasi tutti tra di loro, dando vita a belle e solide famiglie. Essi ogni tanto vengono a trovare il ”vecchio”, che se qualcosa poté fare con loro, fu perché c’era chi “copriva le spalle”, don Paino. Sì, sempre lui! Il 12 ottobre 1991 ha avuto inizio, un altro splendido periodo, qui, al “Natale del Signore”, la comunità sapientemente forgiata da don Sebastiano, una comunità calda che in quella prima messa, mi applaudì tanto, da farmi dire: “Basta per favore, se no mi monto la testa!”. L’inizio fu alquanto difficile perché mi trovai a dover gestire una parrocchia quattro volte più grande di quel “piccolo gioiello” che era “La Visitazione”. Ma ebbi il coraggio di mettermi sulla scia luminosa lasciata da don Sebastiano, ricca di attenzione ai poveri e alla catechesi. Mi accolse con tanto affetto e rispetto don Alberto Chiadò, che non ringrazierò mai abbastanza per il prezioso aiuto che mi diede nell’inserirmi nella realtà della nuova parrocchia. Anche il diacono Benito mi fu vicino, ma per troppo poco tempo perché nel frattempo chiamato ad altre responsabilità: prima a Vinovo, poi nella parrocchia di Sant’Alfonso, dove c’era una mensa per i poveri da riorganizzare. Ma dove pensate che fosse rimasto don Paino? Voi lo sapete. Mi ha seguito fedelmente anche qui, nel dicembre di quell’anno. Ora sono già trascorsi 22 anni e mezzo e siamo entrambi ancora qui! La storia di questi anni la dovete scrivere voi, perché io ho già parlato troppo. Ho però capito che la storia non la scriviamo noi perché, se è storia di salvezza, la scrive Dio, perché è Lui che salva. Se c’è una cosa che posso dire di aver fatto è che ho predicato tanto l’amore e la misericordia di Dio. Dopo don Allberto, ho avuto come collaboratori don Giuseppe Sotgiu, don Roberto Gottardo e don David Duò. È tornato ormai da parecchi anni il diacono Benito e c’è un nuovo diacono, Luca del Negro; c’è infine un diacono che diverrà sacerdote il 14 giugno, Giuliano Naso. Sarà il nuovo viceparroco? Forse neppure Dio lo sa. Noi attendiamo con fiducia. Ma dobbiamo anche ricordare che nessuno di noi è eterno e che, quando è necessario, bisogna avere il coraggio di mettersi da parte. Don Sebastiano lo ha insegnato. Non dobbiamo dimenticare che è Gesù il Salvatore, non noi. E non possiamo neppure dimenticare che abbiamo tanti amici in Paradiso che pregano per noi. Tanti. Ricordiamo in particolare don Lino e il diacono Bertani che lo ha raggiunto pochi mesi fa. Un abbraccio a tutti. don Romolo Molti di noi ricordano il diacono Giuseppe Bertani, che ha servito con dedizione e umiltà la nostra comunità parrocchiale negli anni 1985 - 1991. Con profonda tristezza abbiamo appreso che, dopo lunga malattia, “Beppe” ci ha lasciati ed ora è nella gloria del Signore. Lo ricordiamo sempre pronto ad accogliere, disponibile ad accettare ogni servizio che gli fosse richiesto. Anche la moglie, Cristina, ha sempre collaborato animando i canti della messa delle ore 11,30. A lei e ai figli vogliamo fare sentire l’affettuosa vicinanza della nostra comunità che ricorderà “Beppe” domenica 15 giugno nella messa delle ore 10. La Redazione 2
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