IL CAMPANILE ...che non c’è! L’ALMANACCO MENSILE DI SAN GIORGIO MARTIRE FEBBRAIO 2015 N° 105 Parrocchia di San Giorgio Martire-Via Spallanzani, 7:Chiesa Via Barrili, 12 - 10134 Torino- Tel: 0113181460. www.sangiorgiomartire.eu E’ GIUNTA L’ORA JE SUIS CARLO, PAS CHARLIE E’ giunta l'ora di essere presenti e di testimoniare. Alla fine del secolo scorso era opinione diffusa che le guerre per motivi religiosi erano ormai solo materia… per i libri di storia. La triste realtà dei giorni nostri ci ha costretto a ricrederci a causa di eventi efferati compiuti da uomini che dicono di agire, in tal modo, in difesa ed a favore di un loro dio. Crediamo che tale concetto non possa essere condiviso da persone di buon senso perché - non c'entra la fede o la religione - nessuno può ritenere che possa esistere un dio tanto malvagio. Un articolo de “La Stampa” sul tema si apriva così: “Un sacerdote, di buon senso e sano di mente, cosi ha iniziato la sua omelia durante la Messa ‘ DOVREMMO CHIEDERE A DIO DI LIBERARCI DA DIO? ‘; cosi diceva riferendosi al fatto che l'uomo, da sempre, usa motivazioni religiose per compiere nefandezze in nome di un dio”. Le parole, volutamente provocatorie, non possono però non indurci a pensare se quanto detto sia veramente giusto o errato, o se invece qualcuno, nel momento dello sconcerto, non si sia sentito indotto a pensare così: “Ma dov'è il mio Dio? Perché permette certe malvagità?”. Tali fatti criminali hanno certamente influenzato i nostri giudizi ed i pensieri perché non è stato possibile rimanere indifferenti; però a noi è parso che la verità possibile possa essere trovata in una vecchia e datata frase di Karl Marx (non certo uno “stinco di santo” né il custode di assolute verità) che disse, a fronte agli errori dei suoi tempi: “La violenza è la levatrice di ogni vecchia società, gravida di una società nuova”. Forse, in tali parole, si celano i motivi del fondamentalismo generalizzato, della violenza estrema: gesti compiuti per ottenere ciò che manca agli autori di tali atti e cioè il bisogno di avere visibilità e la necessità di riconoscimenti internazionali. Carissimi , [segue] Augusto SPAGGIARI Il deserto di Giuda ________________________________ IL FUTURO DELLE NOSTRE PARROCCHIE Da alcuni mesi, secondo le indicazioni del nostro Arcivescovo, la diocesi torinese, sia nella sua componente clericale che laicale, sta riflettendo sul riassetto diocesano riguardante il futuro che ci attende, dove la prevista diminuzione dei sacerdoti e – si spera – una presa di coscienza sempre più forte della responsabilità dei laici, saranno chiamate ad affrontare gli anni a venire. 1. La scelta della diocesi di non “sopprimere”, ma di “accorpare” le parrocchie sembra essere una scelta oculata e vincente. Riteniamo, infatti, che la soppressione di una parrocchia possa essere interpretata come annullamento della storia di quella particolare comunità, una storia fatta di sacrifici e fatiche dei padri per costruire una comunità e dotarla di una chiesa, una storia di vita che – tra vicende lieti e tristi – si è dipanata nel corso di più o meno tanti anni. 2. Siamo, tuttavia, coscienti che sia necessario saper distinguere tra “abitudini” e “tradizioni”. Troppe volte ci troviamo a lottare con “abitudini” inveterate (del tipo: «Si è sempre fatto così, perché ora dovremo cambiare?») che non sono di alcun aiuto alla chiesa perché la ancorano ad un passato che ormai ha fatto storia, ma che non può più essere paradigma della situazione attuale. Le “tradizioni”, al contrario, sono il bagaglio di iniziative, proposte formative, cammini , percorsi negli anni dalle nostre comunità. Riteniamo che una comunità per essere tale debba nel suo grembo conservare le tre dimensioni fondamentali ricordate dagli Atti degli Apostoli, per mezzo delle quali essa si presenta e realizza come Chiesa di Dio: la celebrazione dell’Eucaristia e dei sacramenti (e, più in generale, la preghiera); la proposta formativa della catechesi in tutti i suoi aspetti e rivolta a tutte le fasce d’età, la dimensione di una carità attiva e partecipata. [segue] Don Carlo BERTOLA sono passate alcune settimane da quando è avvenuta la strage dei redattori della rivista satirica Charlie Hebdo di Parigi, una barbarie che ha sconvolto la Francia ed il mondo libero. Comprensibile la reazione di tutta una nazione per l'orrore che questo evento ha suscitato, testimoniato anche da milioni di persone presenti alla successiva manifestazione capeggiata da capi di governo e rappresentanti di vari stati. Dopo aver fatto decantare gli avvenimenti è però d'obbligo soffermarci un po' per analizzare cause e provocazioni che hanno portato a una reazione così efferata e violenta. La satira, come ogni altra manifestazione delle proprie idee, non può godere di libertà assoluta, senza alcun freno o regola. La volgarità, l'insulto, la provocazione fine a se stessa non è manifestazione di libertà, ma piuttosto di libertinaggio, che è cosa ben diversa. Cosa sta dietro a una pubblicazione come Charlie Hebdo? Una ben nota filosofia anarchica, libertaria, frutto di un relativismo evidente. Tra la sue vignette sarcastiche e fortemente offensive c'è passato più volte anche il cristianesimo, che ha incassato e taciuto (come al solito). In quei giorni da non so quale redattore della citata rivista, ho sentito anche rivendicare il diritto alla bestemmia (sic). Tanto cinismo, dileggio, sopruso non può che produrre frutti bacati (e in questa circostanza anche un tremendo boomerang). Siamo proprio sicuri che la Francia, un tempo figlia primogenita della Chiesa, con l'eredità della sua rivoluzione che ha comportato l'uso [segue] Don Carlo BERTOLA E’ GIUNTA L’ORA [….cont] Su entrambi gli assiomi enunciati si può discutere, resta però il fatto che certe ideologie scatenate da pazzi criminali hanno originato violenze ripetute ed incontrollate in ogni epoca della storia. A queste appartengono i campi di sterminio, le foibe, le guerre religiose con varie matrici; i massacri del terrorismo sino a tutta la violenza urbana di oggi che aggravano una situazione mondiale già di per sé grave. Solo la ragione, la coscienza civile, l'educazione famigliare, scolastica, sociale potrebbero, se ridestate, opporsi agli episodi violenti in famiglia, alle bravate senza scopo per strada, alla caccia al tifoso diverso… Tutti questi piccoli ma ben gravi episodi si aggiungono, dunque, a quelli ben più gravi che avvengono, soprattutto, in paesi assolutisti o per civiltà o per religione, paesi in cui imperano le caste, la discriminazione, la differenza. Siamo ormai all’ultima frontiera dell’idiozia umana e non si può più tollerare di andare oltre! Ci si deve opporre ad una brutalità indiscriminata contro nemici senza volto, ad una società “spenta” e senza sbocchi che, per dimostrare che esiste, spacca tutto senza sapere perché, ad un mondo di persone, in primo luogo, di giovani “incompiuti”, senza ideali che non sanno comunicare tra l’IO ed il mondo in cui vivono: famiglia, scuola, lavoro, istituzioni. Tempo fa i vescovi della Cei dissero: “non possiamo più tacere”. Ascoltiamo questo invito per affrontare da cristiani credenti questo arduo compito. Sentiamoci importanti ed insostituibili, custodi e promotori dei nostri valori forti: di fede, di accoglienza, di partecipazione, di aiuto. Alziamo un argine contro ogni ingiustizia violenta. Saremo in pochi all'inizio ma poi chissà …!!! Rimaniamo saldi nella certezza che Dio è sempre con noi, non solo per chiedere a Lui favori e grazie ma perché sappiamo dare voce alla Sua voce, testimoniando la Sua presenza ed allora non mancherà il Suo aiuto. Augusto SPAGGIARI Ostensione S. Sindone Dal 19 Aprile al 24 Giugno 2015 La Parrocchia di San Giorgio ha prenotato la visita alla S. Sindone per il giorno 22 maggio ore 19 . Chiunque volesse partecipare può dare il proprio nominativo in ufficio parrocchiale. IL FUTURO ……. [….cont] 3. Se si dovranno per necessità operare degli accorpamenti, ci sembra opportuno che siano tenute in considerazione le seguenti osservazioni: • Le comunità parrocchiali che saranno interessate a questa operazione siano preparate “per tempo” a questa scelta: è preferibile, infatti, arrivarci “per scelta” e non “per necessità”. • Si faccia una analisi della situazione e si tenga conto della realtà del luogo e delle radici profonde che legano quel territorio (ad es.: il Parroco di più parrocchie risieda nella parrocchia con più storia piuttosto che in quella di più recente formazione); 4. Ci sembra opportuno centrare tutto sulla evangelizzazione del territorio affidando questo compito non più soltanto ai presbiteri, ma coinvolgendo innanzitutto i laici insieme ai diaconi permanenti, ai religiosi e alle religiose del luogo. Tuttavia, siamo coscienti che questo passaggio non sarà indolore: si tratta, infatti, di un cambio di mentalità che riguarda diversi soggetti dell’azione pastorale destinati ad interagire tra di loro. • Innanzitutto il presbiterio diocesano. È necessario iniziare a domandarsi non: “Che cosa faccio fare al laico?”, ma “Come il laico può diventare protagonista e responsabile in prima persona della evangelizzazione?”. In una parrocchia senza parroco residente, è davvero possibile che i laici possano essere non solo dei “super segretari”, ma coordinatori e animatori della pastorale parrocchiale? Noi crediamo di sì. I presbiteri, poi, devono essere messi in condizione di dedicare maggiore impegno al compito che è loro proprio: l’annuncio del Vangelo, la catechesi, la celebrazione del mistero cristiano. • Le singole parrocchie della diocesi devono ripensare il concetto di “adesione alla vita della comunità” che non consiste solo nella partecipazione più o meno attiva alla Messa della domenica o agli incontri del cammino di fede, ma che impegna anche a donare “qualcosa di sé (il proprio tempo, il proprio contributo economico…) perché la comunità sia viva e impegnata. Vangelo nelle case “Non c’è amore più grande I discorsi dell’Ultima Cena” Anche quest’anno viene riproposta questa bella iniziativa di quattro incontri in casa – uno alla settimana – su temi tratti dai discorsi di Gesù nell’Ultima Cena. (Ritirate il foglietto per le prenotazioni in chiesa) JE SUIS CARLO, PAS CHARLIE [..cont] abnorme della ghigliottina, la distruzione di altari ed abbazie, la persecuzione ed uccisione di tanti credenti ed oggi con l'immigrazione illimitata ed il proliferare di moschee incontrollate, sia quel faro di civiltà e libertà che ci si vuol far credere? Dobbiamo avere il coraggio di guardare in faccia alla realtà e reagire alla diffusa ipocrisia dominante se vogliamo fermare il triste declino che attende l'Occidente, un tempo ricco di risorse morali e spirituali, oltre che culturali. Che il Signore ci assista e l'intercessione della Vergine Maria ridesti le nostre coscienze, ci faccia riscoprire la Parola di Dio, parola di salvezza e di speranza rivolta a tutti i popoli, Con affetto, [il parroco] Don Carlo BERTOLA IL FUTURO ……. • Dal canto loro, i laici devono prendere consapevolezza che: a. La comunità esiste non perché c’è un parroco residente, ma essenzialmente perché è il Signore Dio a convocarci in “ecclesia”. b. Per svolgere un servizio significativo all’interno della comunità è necessario prepararsi a questo compito e – una volta preparati – è necessario sviluppare la virtù dell’umiltà per evitare di considerarsi degli “arrivati”. • Infine, crediamo che sia necessario ripensare insieme la partecipazione dei diaconi (ministri ordinati), dei religiosi/religiose, nonché dei movimenti laicali a questa riflessione e al cammino di rinnovamento che si prospetta. A cura di don Carlo BERTOLA Ritiro spirituale di Quaresima Mercoledì 25 Febbraio Aperto a tutta la comunità 18.15 Santa Messa Con momento di riflessione, adorazione e possibilità di confessione. 20.30 Cena di condivisione Portare ognuno una “specialità” da condividere BATTESIMI : MANCIN Sara IN ATTESA DELLA RISURREZIONE : BONINO Giovanna, PELLIZZARI Santina, BARRELLA Arcangelo, MUZZIN Maria, BARDELLA Vittorio Mario, DI PILATO Beatrice, NARDELLI Maria, SEGRE Carla, PIETROBELLI Carmelina, POLETTO Paola, VIDORI Francesco La redazione vi invita a collaborare! [….cont] Pro manuscripto
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