Download

FLONDAR
Ricerche storico topografiche
Flondar sul confine del comune di Doberdò del lago con quello di Duino Aurisina è oggi una
campagna abbandonata, già sede di un casale, a fianco della strada che da Medeazza mette a
Jamiano, 250 metri circa a nord ovest del raccordo col percorso antico che per il Dosso Giulio
quota 114 andava sul carso da S.Giovanni di Duino, diretto pel Vallone al Vipacco: un piccolo
pianoro, parte imboscato, parte prativo, che si distende sul fianco sud-occidentale di quota 146,
già castelliere, dal 1947 divisa dal confine di stato.
Poche le indicazioni acquisibili sul sito cui le vicende della prima guerra mondiale hanno dato
fama: così l’imperial regio commissario all’estimo catastale, Giuseppe Vittori, scrive nel 1830 che Flondar è una sola famiglia, e che giace nella sommità di un elevato monte a canto della fu’ strada Posta Commerciale ; stando all’enciclopedia militare del Chieti Gandolfi, del 1929 è località dell’altipiano Carsico, ad est di Castagnevizza.
Quanto scritto, nel duemila grotte del Bertarelli e Boegan si deriva Flondar dal friulano sfondar,
sfondri, nicchia o piccolo riparo sotto roccia.
E il Doria dice che ben poco possiamo dire sull’etimo di questa forma,se non una cosa sola, che essa non è slava. Ma negli atti di San Giovanni in Tuba che registrano sotto Flonder non Flondar
La sede di una delle tradizionali visite annuali del vicario, è trascritto in data 24 giugno 1713, il
nome Martinus Frondar, e tra il 1775 e il 1787, quello di Steffano Flonder si che è
ragionevolmente proponibile l’origine onomastica del toponimo tenuto anche presente che la mappa catastale del 1815 segna con Flondar H. (haus=casa) soltanto il ricordato casale.
Rimarrebbe incerto l’etimo di Frankisce, la voce più comunemente usata dalla vicina gente del
Carso per indicare il sito. Ma anche in questo caso le carte di S.Giovanni in Tuba possono orientare
Sempre il 24 giugno 1713, attestano l’esistenza di Marina figlia di Francisci Franchi en Mediaza.
La carta che segue lo rappresenta nel sentiero che lasciata la statale 55 dell’Isonzo punta alla galleria sud, oltre la quale prosegue degnato come mulattiera verso il Dosso Giulio ed oltre.
Degna di rilievo, nel quadro della viabilità antica, la posizione di quel tracciato nel punto in cui
tocca la statale: lì infatti, avrebbe potuto allacciarsi alla via romana che superato il Locavaz, veniva
a San Giovanni con due distinti rami: il basso pel primo rilievo carsico e la piana calcarea
dell’acquedotto Randaccio verosimilmente diretto nella zona portuale e mercantile; l’alto, per quota 44 e il lato a monte della stessa statale, che passava all’interno per evitare gli ingombri di quella zona, Flondar dà il nome ad una delle più importanti linee austro-ungariche conquistate
Dalle fanterie della 3° armata e a due controffensive tattiche condotte vittoriosamente
dall’avversario.
La linea era una componente dell’organizzazione difensiva perfezionata nel 1917 in quella parte del Carso denominata dagli austriaci “settore del mare” : allacciava quota 219 di Comarie a quota
43 sede della galleria nord di S.Giovanni di Duino, allungandosi di lì per quota 40 dominante il
Locavaz, al Timavo; e costituiva, alla vigilia dell’offensiva italiana di maggio decima battaglia dell’Isonzo, la terza linea 1-c del primo sistema difensivo, che aveva imperniata la 1-a su quota
144 di Doberdò (Arupacupa-Vrtace) ,poi alla vigilia dell’offensiva di agosto( undicesima battaglia)
Essendo state conquistate quelle linee 1-a e 1-b, era divenuta la prima 1-a del nuovo più arretrato
Sistema. La prima delle controffensive tattiche nemiche, che gli storici militari chiamano anche
spallata di alleggerimento o sorpresa tattica del flondar, è del 4 giugno; e con la riconquista della
linea realizzata il parziale annullamento dei vantaggi territoriali conseguiti dall’armata del Duca D’Aosta davanti all’Hermada.
La posizione nell’area del Casale, era stata espugnata il 25 maggio dalla brigata bergamo reggimenti 25° e 26° e sarebbe stata nuovamente occupata il 19 agosto dalla 2° brigata Beraglieri
7° e 11°. Ma una seconda spallata di alleggerimento, iniziata il 4 settembre successivo, l’avrebbe in due giorni definitivamente tolta agli Italiani.
Abramo Schmidt