Corsa d`Orientamento

SPICCHI DI SPORT
TESTO
Elia Stampanoni
FOTO
TI-Press / Gabriele Putzu
Tobia
Pezzati
Data di nascita: 15.09.1996
Disciplina: corsa d'orientamento (CO).
Società: SCOM Mendrisio.
Categoria: U20, fino alla
stagione 2016.
Nome:
Cognome:
Maggiori risultati:
2013: Campione svizzero
U18 lunga e media distanza; Campione europeo U18
lunga distanze e sprint.
2014: Vicecampione svizzero U18 distanza sprint e
media; medaglia di bronzo
ai Mondiali U20 nella
staffetta.
Allenatori: Gianni Guglielmetti (allenatore personale
e selezione Ti), Beat Oklé
(U20 svizzeri).
Studi: studente liceale a
Mendrisio.
Hobby: praticare e guardare altri sport come sci di
fondo, tennis,…
Numero di scarpa: 41
Tobia Pezzati,
di corsa con la bussola
verso l’élite mondiale
Pezzati è un giovane momò che si sta faT obia
cendo conoscere. Il suo nome è ormai noto nel
mondo della corsa d'orientamento, non solo a livello
ticinese, ma anche internazionale. A soli 18 anni l'atleta di Sagno ha già in bacheca alcuni titoli di Campione svizzero, Campione d'Europa e anche una medaglia ai Mondiali nelle categorie giovanili.
Correre con la cartina in mano è una cosa che gli riesce molto bene e di fatto nelle ultime stagioni è balzato
all'onore in diverse occasioni, tanto che pure i media
ticinesi hanno voluto parlare di lui e della corsa d'orientamento, uno sport che non è olimpico, ma che avrebbe molte credenziali per diventarlo.
In Ticino Tobia può già permettersi di confrontarsi
con i grandi e pure di vincere. Nei nostri boschi è ormai
lui l'uomo (o meglio il ragazzo) da battere. Anche nelle
corse podistiche sa difendersi egregiamente e nel 2014
ha pure improvvisato un argento ai Campionati ticinesi
sui 5mila metri, mentre poche settimane fa ha vinto il
titolo U20 nella corsa campestre. Dalla scorsa stagione fa anche parte della Selezione nazionale giovanile e
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il suo futuro sembra riservargli
ancora tante soddisfazioni.
Sei reduce da due stagione
da grande protagonista e sei
ormai entrato nell'orbita della
nazionale, quali i più bei ricordi di questi raduni?
«Una delle selezioni più belle, anche se non era per una
gara importante, è stata per
un campo di allenamento in
Norvegia nell’estate 2013 in
vista dei JWOC (Campionati
mondiali giovanili di orientamento, ndA) 2015. È stata la
mia prima uscita ufficiale con
la nazionale e, essendo arrivata in modo inaspettato, ero
molto felice di esserci. Anche le
selezioni seguenti per gli EYOC
(Campionati europei giovanili,
ndA) o per i JWOC di quest’anno erano molto volute e quindi
l’averle ottenute mi hanno dato
molte soddisfazioni».
Nel 2015 sarai al secondo
anno tra gli U20. Quali gli obiettivi per la stagione imminente?
«L’obiettivo principale è tornare
ai JWOC, in Norvegia, e migliorare i risultati di quest’anno:
entrare almeno una volta fra
i primi 10 in una gara individuale e essere tra i primi 20-25
nelle altre. So che i terreni saranno molto impegnativi e sarà
difficile correre al livello degli
scandinavi, ma farò di tutto per
riuscirci. A livello internazionale vorrei partecipare ancora ai
JEC (Campionati europei junior,
ndA) in Germania e classificar-
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mi fra i primi 15. In Svizzera
vorrei invece confermarmi fra i
primi cinque alle gare nazionali
e vincere due medaglie ai campionati svizzeri. Per raggiungere tutto ciò sicuramente dovrò
lavorare duro per migliore ancora tecnicamente, mentalmente
e fisicamente».
Dei progetti molto ambiziosi
e nel 2016 avrai un altro grande appuntamento, che si terrà
in Svizzera?
«Esatto, nel 2016 il grande
obiettivo saranno sicuramente
i JWOC in Bassa Engadina. Per
tutti i ragazzi della mia età è
un grande stimolo e penso che
ci aiuterà a spingerci l’un l’altro per raggiungere un livello
che ci permetta di ottenere
buoni risultati. Personalmente
vorrei potere lottare per dei diplomi e, se possibile, anche per
una medaglia».
Come e quando sei arrivato
alla corsa d'orientamento?
«I miei genitori hanno sempre
praticato la corsa d'orientamento e mi hanno portato alle
gare sin da piccolo. Ho quindi
cominciato a provare la CO sin
dai sette anni. Inizialmente praticavo anche il tennis, ma nel
2012 ho smesso per dedicarmi
alla corsa d'orientamento».
Cominciare da piccoli a destreggiarsi con una cartina da
CO sembra essere la via giusta
per essere un buon orientista.
Quale il tuo parere?
«Iniziare presto a fare CO aiuta a sviluppare e a lavorare su
tutte le tecniche di base. Ciò
permette di potere concentrarsi poi maggiormente sui dettagli quando s’inizia a correre
con l’obiettivo di ottenere un
certo tipo di risultati. Ciò non
toglie che sia possibilissimo arrivare a un ottimo livello anche
iniziando un po’ più tardi».
E poi, una volta avviati sulla
giusta via, cosa ci vuole per
arrivare ai tuoi livelli?
«Io mi alleno ogni giorno, a volte
anche due. Durante la stagione
agonistica, da marzo a ottobre,
sono impegnato praticamente
tutti i fine settimana con competizioni che implicano trasferte regolari in Svizzera interna.
Tutto ciò penso sia possibile
solo avendo una grande passione e divertendosi nell’allenarsi».
Ti alleni da solo o in compagnia?
«In settimana solitamente mi
alleno da solo, ma il martedì mi aggrego al gruppo della
Selezione Ticino che svolge gli
allenamenti a Camignolo».
‡ Numa Alb
presidente
La Selezione Ticino (SELE)
è un tassello importante nella
crescita degli orientisti ticinesi. Fino a che punto vi accompagna?
«La SELE comprende tutti i
ragazzi con la volontà di raggiungere buoni risultati nella
CO, dai 13 fino ai 20 anni.
Essa permette un primo salto
di qualità, anche grazie ai vari
campi d’allenamento che si
svolgono pure all’estero».
E a livello svizzero come
siete seguiti voi giovani?
«Entrando in nazionale c’è
un’ulteriore professionalizzazione della struttura degli allenamenti. Qui l’obiettivo degli
allenatori è infatti accompagnarci verso lo sport d’élite
e quindi cercano di seguirci
il più possibile, aiutandoci in
tutti i settori che riguardano lo
sport di competizione. Ciò avviene in stretta collaborazione
con l’allenatore personale che
svolge sempre un ruolo determinante, essendo maggiormente a contatto con l’atleta».
La Nazionale maggiore è il
tuo obiettivo per il 2017?
«Questo sarebbe un primo
sogno. Chiaramente a quel
punto l’obiettivo diventerà di
crescere sempre più per potere arrivare a livello dell’élite
mondiale».
Il sogno sportivo nel cassetto?
«Il sogno, come per molti altri,
è potere vincere una medaglia
ai Mondiali, ma la strada è sicuramente lunga e il livello si
alza sempre di più».
Per essere tra i migliori
orientisti al Mondo è necessario essere professionisti?
«Il professionismo nella CO non
è molto presente. Alcuni, soprattutto in nazioni come Francia e Italia, possono esserlo facendo parte di gruppi di polizia
o simili. In Svizzera sono forse
un paio che negli ultimi anni
hanno potuto esserlo, Simone
Niggli e Daniel Hubmann, questo grazie agli sponsor. Simone
Niggli ha comunque ottenuto
un diploma universitario in
biologia prima di dedicarsi alla
CO a tempo pieno, e anche la
maggior parte degli altri atleti
d’élite abbinano gli studi alla
carriera sportiva, anche nei
Paesi scandinavi. Non si può
d’altronde pensare di vivere
di rendita una volta conclusa
la carriera sportiva: ciò che si
guadagna permette solamente
di mantenersi e allenarsi».
La preparazione fisica è
senz'altro importante, ma
come alleni la tecnica? Ci si affida anche alle tecnologie con
programmi di simulazione?
«Io alleno la tecnica soprattutto con allenamenti in cartina, sopratutto durante i ra-
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duni di più giorni. Per l’analisi
si usa sempre più il GPS, generalmente nell’orologio, mentre con la nazionale usiamo a
volte anche una tecnologia che
trasmette i dati in tempo reale. Per prepararsi al meglio mi
alleno anche a secco, usando
cartine che si trovano in internet e pensando a come fare il
percorso. Anche la visualizzazione mentale può aiutare a
prepararsi».
Anche l'aspetto mentale è
quindi importante, tu come
gestisci la pressione e lo
stress prima di una gara?
«Nella CO lo stress svolge un
grande ruolo dato che se la
mente non è sgombra da pensieri negativi non si riesce a
preparare alla perfezione ogni
tratta. Per me era un grande problema, ma nell’ultimo
anno sono riuscito a gestirla
un po’ meglio, anche se ci sono
ancora gare in cui sono troppo
teso».
Com’è la tua giornata tipo
durante l’anno scolastico?
«Inizio scuola alle 8.00 e ho
lezione generalmente tutta la
mattinata. Un paio di giorni
alla settimana faccio un allenamento di forza sul mezzogiorno e al pomeriggio ho
nuovamente lezione. A fine
giornata faccio poi l’allenamento».
La disciplina preferita?
«In realtà non ho una distan-
za preferita perché penso che
ogni gara, lunga, media o
sprint, se tracciata bene, mi
può fare divertire».
Il terreno di gara prediletto?
«Mi trovo bene su terreni
piuttosto dettagliati e con
una percorribilità abbastanza
buona. La Slovenia mi piace
parecchio, così come terreni
scandinavi o alcuni in Svizzera, per esempio nell’Engadina
o nel Giura».
Chi ti sostiene nella tua attività sportiva?
«Principalmente sono i miei
genitori, che mi accompagnano un po’ ovunque, sacrificando il loro tempo. Il mio
allenatore Gianni Guglielemtti
I tratti principali del mio carattere
(pregi e difetti).
«Sono molto preciso e piuttosto timido».
Il mio sogno di felicità e quel che
vorrei essere:
«Io sono felice quando riesco a raggiungere ciò che volevo fare (sia nello sport
che nella vita) e quando passo del tempo
con le persone a cui piace come sono».
Le qualità che apprezzo di più in
una donna e in un uomo:
«Trovo importante che ognuno sappia
impegnarsi quando deve ed essere rilassato quando può».
Ciò che detesto più di tutto:
«Quando qualcuno non rispetta l’ambiente in cui viviamo».
Il dono di natura che vorrei avere:
«Potermi muovere senza mai stancarmi».
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ha pure un ruolo importante,
dato che mi prepara degli ottimi piani d’allenamento per
arrivare in piena forma agli
appuntamenti più importanti. Inoltre devo ringraziare
pure coloro che mi sostengono
finanziariamente, permettendomi di praticare la CO senza troppi pensieri. Tra questi
Sporthilfe e Aiutosport Ticino,
che mi aiutano a raggiungere
persone che altrimenti non conoscerebbero la mia attività».
Il mio motto:
«Dopo una gara è prima di una gara».
I miei eroi:
«Matthias Merz, Dario Cologna, Bode
Miller».
Il libro, il film, l’attore e la musica
che preferisco:
«Mi piacciono i gialli scandinavi, mentre per la musica ascolto un po’ di
tutto».
Il paese dove vorrei vivere:
«In Svizzera o in Scandinavia (Norvegia, Svezia, Finlandia)».
Le tre cose che porterei con me su
un’isola deserta:
«Scarpe per correre, un giallo scandinavo per passare il tempo, una bella
riserva d’acqua».
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L'allenatore
Cognome:
Gianni Guglielmetti
concentrato durante la gara e reagire a
situazioni particolari (avversari, errori,…) sono fattori che occorre allenare».
Che tipo di atleta è Tobia, quali i
suoi punti forti?
«Tobia ha una grande passione e dedizione per la CO. Oltre alla componente
fisica che migliora costantemente grazie ad una costanza negli allenamenti,
s’impegna parecchio nell’analisi e nella
preparazione delle gare, pensando per
esempio a come migliorare le eventuali
sbavature emerse nell’ultimo allenamento o nell’ultima gara.
La disciplina dove ottiene migliori risultati è la prova sprint, dove nei terreni più tecnici riesce a leggere la cartina
in maniera dettagliata, sempre correndo ad alta velocità».
Quali sono le caratteristiche per un
buon orientista?
«Per essere un buon orientista bisogna
trovare la miglior amalgama tra parte
fisica, tecnica e mentale. La parte fisica è diventata sempre più importante
e la prova è che i migliori orientisti
ottengono ottimi risultati nelle gare di
podismo: Marc Lauenstein ha vinto la
Sierre-Zinal, Matthias Kyburz si è classificato 2° nella Post-Cup (una sorta
di Coppa svizzera delle gare su strada, ndA). La tecnica è fondamentale
e occorre allenarla costantemente e in
terreni diversi. Solo chi riesce a leggere
con precisione la cartina può sperare di
ottenere dei buoni risultati.
Infine la parte mentale ha anche la sua
importanza. Preparare al meglio una
gara, analizzare gli errori commessi
negli allenamenti precedenti, rimanere
VENDITA / ACQUISTO
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PRATICHE IMPORT/ EXPORT
Gianni
Guglielmetti
Data di nascita: 29.12.1986
Professione: docente di matematica alle scuole medie
– Studente DFA (finirà
l’abilitazione a giugno).
Carriera sportiva: una buona
carriera a livello cantonale,
con un bronzo ai Campionati svizzeri nel 1998 e
qualche altra soddisfazione.
Nome:
Dove può migliorare ancora Tobia?
«Se si guarda verso l’élite mondiale,
vi sono ancora dei grandi margini di
miglioramento sia a livello fisico che
tecnico. Se si guardano i suoi coetanei,
secondo me il principale miglioramento
dovrebbe avvenire a livello tecnico nella generalizzazione delle tratte: più un
atleta riesce a semplificare una tratta,
più può correre la tratta velocemente
sfruttando quindi al massimo le potenzialità fisiche».
Il passaggio alla Nazionale maggiore non è cosa facile, state già pensando a questo?
«A medio termine l’obiettivo maggiore sono i mondiali U20 del 2016 in
Engadina (JWOC). Preparandosi al
meglio e ottenendo dei buoni risultati
Formazione da allenatore:
Diploma Swiss olympic
BTA (Berufstrainerausbildung).
non dovrebbero esserci grandi difficoltà
nell’entrare in nazionale maggiore».
Quali i consigli per chi volesse avvicinarsi alla corsa d'orientamento:
«Per avvicinarsi alla CO non serve essere un atleta super allenato o avere
un senso dell’orientamento raffinato.
Il bello della CO è che ci sono percorsi
adatti a tutte le capacità tecniche e fisiche. È quindi uno sport per tutti con un
clima molto amichevole e famigliare».
Perché la CO non è ancora una disciplina olimpica:
«È un discorso complicato. Da un lato
manca il numero critico di federazioni
di CO (sono 78 in totale), dall’altra alle
olimpiadi estive vi sono già parecchi
sport (che generano tantissimi costi)
e quindi è sempre più difficile entrare
come nuova disciplina. Inoltre, malgrado alcune innovazioni tecnologiche, la
CO risulta ancora difficile da mostrare
live e riuscire a farla capire e apprezzare al grande pubblico».
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