ARIAC - DS let. agga

 Giulianova 29/30/31 agosto 2014 - 9° Seminario Nazionale Estivo ARIAC 
Apprendimento Cooperativo, risorsa per le classi e la comunità professionale: come innovare l’apprendere e l’insegnare con la formazione continua degli adulti.
30 agosto 2014 - Il Dirigente nella Scuola e la “comunità di apprendimento professionale” a cura di A. Iorio e G. Annolfi
I docenti e i dirigenti sono consapevoli che il loro lavoro è cambiato. Travolti da richieste e aspettative crescenti e
smisurate, sono immersi in un pericoloso sovraccarico, vivono una pressante immediatezza e faticano a liberarsi di
rassicuranti, ma logori, ferri e trucchi del mestiere. Per un cambiamento duraturo bisogna azzerare il privatismo,
scardinare l’individualismo e l’isolamento che non consentono di apprendere dagli altri e sono causa di “insegnamenti apprendimenti” poveri e sconnessi. L’isolamento e la chiusura all’altro riducono l’impegno, la motivazione e l’efficacia.
“Nessuna riforma può decollare senza la partecipazione attiva e onesta degli insegnanti capaci di aiutare e
condividere, dialogare e supportare. L’apprendimento in tutta la sua complessità comporta la creazione e
negoziazione dei significati di una cultura più vasta e l’insegnante è il rappresentante di questa cultura. E uno
dei principali compiti di qualsiasi tentativo di riforma è quello di permettere agli insegnanti di progettare il
cambiamento” (Bruner).
Per un cambiamento che sappia raccogliere la sfida della complessità è necessario ripensare alla scuola come
“comunità che apprende”, dove è possibile imparare a pensare, riflettere sull’esperienza, fare domande e argomentare,
costruire significati individualmente e nel confronto con gli altri. “La più promettente strategia per un miglioramento
sostanziale delle scuole è sviluppare la competenza degli adulti nella scuola, in modo che possano operare
come una comunità di apprendimento professionale” (DuFour).
“Questa prospettiva implica di immaginare circoli virtuosi di comunicazione, di riflessioni, di ben-essere, ricercato
intenzionalmente da tutti gli adulti in gioco nella scuola. L’enfasi è posta sull’insieme del contesto pensato e
progettato per l’apprendimento continuo, attraverso forme, spazi e tempi differenti" (Ellerani). La scuola comunità
che apprende cura la cooperazione attraverso la reciprocità e l’appartenenza, il mutuo aiuto e la dimensione del
confronto e dello scambio.
La cultura della fiducia, della cooperazione e della responsabilità individuale e sociale sono a fondamento della comunità che
apprende e sostengono il miglioramento degli apprendimenti degli alunni, dei docenti e degli altri operatori. “ . . . Il fattore
comune di cambiamento per il successo nell’apprendimento è che le relazioni migliorino. Nel tempo della
complessità, l’intelligenza emotiva è un dovere. I leader emotivamente intelligenti sono capaci di costruire relazioni,
perché sono consapevoli di cosa costruiscono le loro emozioni e sono sensibili e interessati agli altri (Fullan).
Nella scuola comunità che apprende la leadership è condivisa e definisce un insieme di responsabilità coinvolte nel
miglioramento continuo; guida e organizza persone, dati e processi; mantiene alto il focus sull’apprendimento; ha
alte aspettative per gli alunni, per i docenti e gli operatori. Coltiva la leadership degli altri in modo tale che ogni
insegnante e ogni adulto esprima la propria responsabilità nel realizzare la visione della scuola. Distribuisce i ruoli e
le responsabilità degli insegnanti, valorizzandone le capacità. Riconosce che tutti vanno coinvolti nel dare un senso
al loro apprendimento e non sono considerati consumatori passivi di prescrizioni.
Ripensare la scuola come comunità di apprendimento significa ripensare alle condizioni per uno sviluppo efficace degli adulti
coinvolti (insegnanti, dirigenti e personale ATA). I due processi sono fortemente connessi ed hanno come riferimento le teorie
dell’apprendimento degli adulti. Insegnare è un’attività di apprendimento e docenti e dirigenti hanno la
responsabilità del proprio apprendimento permanente e della propria autorealizzazione. I docenti dovrebbero
essere responsabili attivi nelle decisioni che riguardano il proprio percorso formativo e la relativa valutazione.
Vanno archiviate modalità di formazione che “viene fatta ai docenti”, sono approcci dall’alto che sottendono una
visione passiva degli insegnanti e ne ignorano l’esistenza come persone.
Come gli alunni, gli adulti (Docenti, DS, DSGA, ecc.) quando apprendono sono influenzati dalle esperienze dirette e la loro
disponibilità ad imparare è correlata alla percezione di utilità. Preferiscono un apprendimento orientato alla soluzione di
problemi e sono portati ad apprendere meglio se la conoscenza è riferita a contesti reali. La motivazione ad apprendere
risulta più alta se è possibile agganciare le nuove conoscenze/abilità/competenze a problemi incontrati nella vita.
Si impone una formazione strategica e sistemica perché l’apprendimento non è un fatto esclusivamente individuale ma
comunitario e sociale (dimensione collegiale). La dimensione affettivo relazionale dell’essere comunità è intrecciata alla
dimensione cognitiva dei processi di apprendimento che sono favoriti nel contesto sociale dal confronto fra pari. Attraverso
scambi e negoziazioni continue costruiamo le categorie per interpretare il mondo.
Un percorso di formazione dovrebbe essere: intensivo, continuo e connesso con le pratiche /
dovrebbe focalizzarsi sull’apprendimento degli studenti, definendo con precisione quali concetti
e competenze vogliono che gli studenti apprendano e identificare i contenuti che sollecitano più
facilmente i dubbi, le sfide cognitive, i problemi / dovrebbe allinearsi con le priorità di
miglioramento e gli obiettivi della scuola / dovrebbe costruire un forte lavoro di relazioni tra tutti gli operatori.