Nel tempo di mezzo

La S.N.G alla GO SAIL REGATA
Sei Caballero’s alla ricerca del vento
Non ricordo esattamente il giorno, ma era un pomeriggio di marzo ed io mi trovavo
a Muggia quando squillò il cell, il mio Direttore Sportivo mi chiedeva se volevo partecipare ad una
regata in Dalmazia nelle acque delle Incoronate. Non sono mai stato in quei posti, ma ne ho sempre
sentito parlare e descriverli come il paradiso della vela quindi, passato il primo momento di
sorpresa, ho subito dato la mia disponibilità ad andare laggiù con la barca, con l’auto, con la bici, a
piedi o, se necessario, anche a nuoto. Chiarito che avremo trovato, in loco, delle barche a noleggio
e, chiarito che avremo raggiunto il porto di Biograd na moru “ Città bianca sul mare “ con le nostre
auto abbiamo predisposto un equipaggio di sei persone compreso il sottoscritto.
Il passaparola in banchina è volato veloce come un ufo e non è stato difficile trovare i componenti
del team che avrebbero portato il Guidone della S.N.G. in Dalmazia. Completati gli ultimi
preparativi e caricate le sacche in auto alle ore 10,00 del nove giugno attraversiamo il valico di Pese
direzione Fiume e poi Biograd.
In auto con me ci sono Maurizio Anselmi e Pier Paolo Piola nell’altra macchina seguono Nerio
Dudine ed Alessandro Bieker mentre il sesto componente Paolo Tomsic ci raggiungerà la mattina
del 10 giugno. Il morale è alle stelle i duetti in auto tra Pier Paolo ed il sottoscritto sono l’andante
del viaggio. Pier Paolo è una vena inesauribile di battute, curiosità ed aneddoti; tenergli testa è
davvero dura “ …. Vai di qua, questa è la strada, la conosco benissimo, no !! …. Vai di la
seguiamoli …. Ma cosa fanno??? non hanno messo la freccia ???? non escono qui …. Hanno
sbagliato. A me la guida Michelin da questa uscita ne sono sicuro al centoxcento, … “ dopo poco
più di quattro ore siamo al marina di Biograd na moru . Sorpresa! Nessuno ad attenderci …
Finalmente dopo aver girovagato per il porticciolo turistico, che risulta essere tra i più grandi del
mediterraneo e dopo aver consumato un ottimo pranzo, una gentile impiegata della reception ci
informa che le formalità burocratiche prevedono un deposito cauzionale di 1500,00 €, ma che
comunque possiamo prendere possesso della barca e che a breve un marinaio ci mostrerà le
dotazioni di bordo. Alla richiesta del deposito cauzionale sui nostri volti compare un arcobaleno di
colori dal rosso paonazzo, al viola di sconcerto, al giallo dell’iracondo .” …. Ma come vogliono un
deposito cauzionale e chi ce li ha 1500 € ?? non sapevamo nulla, neanche a vuotar le tasche
riusciamo a metterli insieme e mo .. che facciamo? Rientriamo a Trieste ? Neanche per idea, qui
siamo e qui rimaniamo, abbiamo sempre le carte di credito, ma poi dobbiamo parlare con
l’organizzatore e chiarire questo aspetto. Già ma dove si trova ? chi lo ha visto ?
Con il dubbio di sapere che fine ha fatto l’organizzatore dell’evento andiamo a cena e poi con
un’inquietudine crescente, vista la sua assenza, in branda a dormire. La barca, intanto, è davvero
bella un Bavaria 42 match comodo, spazioso e che si dimostrerà anche veloce sotto tela.
Mercoledì ore otto siamo già in attività; Andrej , l’organizzatore dell’evento, è
arrivato, ci conferma l’onere del deposito cauzionale scusandosi della sua dimenticanza per non
averci preavvertito; Pier Paolo, interventista come sempre, mette a disposizione la sua mastercard e
così risolviamo il problema della pecunia; facciamo conoscenza con i nostri avversari sono tutti
ragazzi sloveni della fascia confinaria, saranno degli avversari tenaci, preparati e simpaticissimi.
Pianifichiamo la giornata, pianifichiamo la rotta verso l’isola di Piskera e via finalmente a mollare
gli ormeggi e prendere il mare; la prima sensazione è sorprendente: a soli 2000 giri di motore la
barca fa otto nodi , ma fortunatamente il vento inizia a farsi sentire issiamo la randa , apriamo il
genoa e, zittito il volvo penta, la barca si carena ed inizia la goduria: bordi, virate, abbattute ci
alterniamo alla ruota seguendo le indicazioni di Paolo Tomsic che si dimostrerà il nostro asso nella
manica sempre prodigo di spiegazioni, consigli e chiarimenti durante le manovre e gli assetti delle
vele. Raggiungiamo Piskera nel pomeriggio dopo aver navigato nel parco marino delle Incoronate,
vero ed unico spettacolo di madre natura: mare blu cobalto, vento, assenza di onda, rocce a picco.
Sono entusiasta non avevo mai visto nulla di così bello. Ormeggiamo al pontile e poi un tuffo
ristoratore in un’acqua cristallina. Serata conviviale ed appuntamento per le nove del giorno dopo
per pianificare la prima regata. Siamo pronti è giovedì, carte alla mano organizziamo la regata della
mattina, saremo solo due barche identiche sarà un match race combattuto, gli amici sloveni ci sanno
fare con le scotte ed il timone. Con rotta sul faro dell’isola di Abavela alle ore 10,30 viene data la
partenza; gli avversari vincono la partenza , ma si portano subito troppo al largo, il nostro tattico
Paolo consiglia una rotta più a terra e la scelta sarà vincente, risaliamo gli avversari e presto ci
poniamo tra la loro barca e l’arrivo; teniamo il controllo del campo di regata virando ad ogni loro
virata mantenendo sempre il lato favorevole; la barca naviga a sette , otto nodi di velocità spesso al
pari della velocità del vento reale, a bordo siamo concentrati ed attenti a non commettere errori i
ragazzi sloveni sono dietro, ma basterebbe una nostra defalliance e subito ci sarebbero addosso;
passiamo a poco meno di venti metri dalle rocce dell’isoletta di Abavela, rocce a picco sul mare, il
depth segna 80 metri di profondità ma ormai gli avversari sono distanziati di circa 500 metri e la
prima prova è vinta !!!
Prendiamo un gavitello in una baia vicino all’Isola di Katina per un bagno ed un panino e subito a
pianificare la seconda regata della giornata con partenza tra la punta dell’Isola lunga e lo scoglio di
Gornja Aba lasciando a sinistra l’isola di Lavdara per arrivare poi a Sali. Passiamo, a motore, a
nord dell’Isola di Katina issiamo la randa , fuori il genoa e diamo inizio alle procedure di partenza.
Paolo Tomsic al timone si piazza dietro la barca avversaria, con una serie di abbattute e di virate
giungiamo in testa sulla linea di partenza allo scadere del tempo, doppiata la punta a sud dell’Isola
lunga, cambio di timoniere e cambio repentino di rotta rispetto a quella tenuta dagli amici sloveni
che prediligono una rotta più al largo; noi, al contrario facciamo rotta a terra verso una chiazza di
mare più scuro, la barca schizza in avanti più veloce, con due virate “ prendiamo le misure”
sull’avversario, ma non è una passeggiata: controllo costante della vela di prua, regolazioni
millimetriche del trasto randa, della scotta, del vang consentono di mantenere sempre la barca ad
una buona andatura; in pozzetto non c’è tensione, ma concentrazione e sono veramente pochi i
momenti di disattenzione dovuti a qualche risata, a qualche sfottò per fisiologici errori di qualcuno
di noi . Dopo l’ultima virata rasente il segnale che delimita un campo di acquacultura, a meno di un
miglio dall’arrivo con un maestrale al traverso di dodici nodi tocchiamo 9.1 nodi di velocità , sarà
la punta massima in questa due giorni. L’arrivo a Sali è tranquillo sistemati gli ormeggi una seduta
al bar del porto è d’obbligo per tracannarci, con i nostri avversari, una sacrosanta birra alla spina
fresca e spumeggiante al punto giusto. Ottima cena a gustare del polipo in campana ed altre
prelibatezze ben irrorate ed a finire ancora un gelato per i palati più esigenti. La giornata è stata
intensa e bellissima, la mezzanotte fa capolinea e non abbiamo alcuna difficoltà, salutati i nostri
amici / avversari , ad affidarci a Morfeo.
Seconda giornata di regate, molliamo gli ormeggi da Sali e prendiamo il mare, la giornata è calda e
senza vento, tentiamo di organizzare la prima prova con rotta verso l’isola di Zut, ma con appena
due nodi di vento reale da poppa le barche sono praticamente ferme; passata un’oretta decidiamo di
annullare la prova e di far comunque rotta su Zut a motore in attesa che si alzi un po’ di aria.
Puntualmente eccola arrivare verso le 13,30, non è intensa siamo sui quattro nodi max, ma
sufficiente ad organizzare la terza prova partendo da Zut direzione Biograd risulterà la regata più
tecnica e difficile di questa due giorni di vela. Alla partenza Paolo Tomsic dopo due repentine
abbattute ed una virata al fulmicotone piazza la prua davanti agli avversari, ma questi non mollano
anzi sfruttando meglio le bave di aria si riportano a ridosso della nostra barca ed in una continua
alternanza di prue, fra abbattute, e virate di copertura senza mai mollare un attimo arriviamo a
ridosso della punta estrema a sud dell’isola di Pasman dove con un occhio al depth ed un altro agli
avversari che ci navigano affiancati da sottovento riusciamo a scapolare la punta per poi virare e
risalire verso Biograd.
Con un angolo di rotta più stretto le barche riprendono velocità, ma è una cosa alquanto effimera; il
vento tende a calare ed al largo del porto di Biograd c’è pachea completa ormai sono quasi le 17,00
a quest’ora il maestrale va a dormire. I nostri avversari sportivamente riconoscono che non hanno
più margini per rimontare le circa tre lunghezze di distacco, rolliamo il genoa, ammainiamo la
randa e portiamo a casa anche la terza regata.
Il porto è affollato siamo a venerdi ed è giorno di rientro di tutti i charter, c’è un viavai di marinai,
velisti, si riordinano le barche, si susseguono le visite a bordo per le consegne delle dotazioni per
noi è tutto a posto, nessun problema, e ci credo, eravamo poco prima a comprare un parabordo
perso in mare forse a causa di un nodo “ parlato “ che è rimasto aimè “ muto “ e di una maniglia
sfuggita di mano in una fase concitata di manovra. Stanchi, accaldati, cucinati dal sole delle
Incoronate ritiriamo il premio che l’organizzatore aveva messo in palio, una bottiglia magnum di
Prosecco 5 litri !!!! ( ndr la bottiglia verrà sturata alla prox occasione c\o la ns. Sede )
Prima di cena in un caos indescrivibile, a Biograd c’è anche il raduno di moto Harely Davinson,
provenienti da tutta Europa, una strameritata birra è d’obbligo. Poi la serata continua, cena, musica,
feste, ma oramai le nostre batterie sono scariche e l’ultima notte a bordo di “ solent “ questo è il
nome della barca, passa presto; le sacche sono nuovamente piene, una leggera pioggerellina ci da
il buongiorno, mentre in auto percorriamo la via del rientro, passo il cartello barrato con il nome
della cittadina croata, direzione autostrada . La vacanza è davvero finita si torna a Grignano.
Ringrazio amici che hanno condiviso con me questa bellissima esperienza e soprattutto la S.N.G.
nelle persone dei componenti del Direttivo, del Direttore vela e del nostro Economo che hanno
autorizzato la partecipazione a questo evento.
Buon vento
Evviva Grignano
Raffaele Scoppa