L`Olimpia e una sfida vissuta troppo nervosamente

IL CASO
L'Olimpia
e una sfida
vissuta troppo
nervosamente
dall'inviato
• MILANO
La foto di gruppo negata nel
"terzo tempo" alla Bocconi, i
post incendiari sui social, le piccole scorrettezze che dimostrano come saper vincere è persino
più difficile di saper perdere. C'è
qualcosa che non torna nell'atteggiamento dei campioni d'Italia, bravissimi a rifilare una sonora scoppola alla Dinamo ma
non altrettanto abili a gestire in
maniera serena il confronto con
una squadra di provincia di assai più modesto lignaggio. Colpevole solo di avere ultimamente messo in discussione - in
campo, si intende - la leadership della pluriscudettata capoli-
sta. A Desio, a febbraio, era finita
con Kleiza che provava a farsi
giustizia da solo, scegliendo Jeff
Brooks come bersaglio di una
possibile rissa, e con coach Banchi che in sala stampa
"dimenticò" di fare i complimenti ai vincitori. Domenica è finita con Hackett (quello che sabato sui social assicurava che, sì,
oltre a batterli avrebbe anche
picchiato i sassaresi) che con
15 " da giocare, sul +17, fa il gesto
di fermarsi e chiudere la contesa, poi supera la metà campo e
con gli avversari ormai ai saluti
passa la palla sotto canestro a
Cerella, che tira (e oltre tutto
sbaglia). Roba che nessuno fa
più neppure nei campionati
amatoriali, pena il dileggio e il di-
sprezzo da parte di compagni e
avversari. Fi guriamoci se queste
cose le può fare una squadra leggendaria come l'Olimpia Milano. Stona da morire, tutto questo, con la magnifica atmosfera
di domenica sera al Forum, con
oltre 8 mila spettatori e un tifo feroce ma corretto. Logan è stato
bersagliato pesantemente, è vero, ma a Desio se l'era cercata
(era andato a braccia alzate sotto la curva milanese in segno di
sfida). E poi tifosi sono una cosa,
mentre i tesserati dovrebbero essere altro. E allora, detto che
amarsi non è obbligatorio ma rispettarsi, a questi livelli, è d'uopo, la domanda è sola e soltanto
una: ma che bisogno c'è? fasi.)
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