CABEZA CLARA, CORAZON SOLIDARIO Y PUÑO COMBATIVO Si conclude così, con Daniel Pascual Hernandez che intona l’inno del CUC, la serata organizzata dalle ACLI di Torino con Solidarietà per il Guatemala Onlus, International Help Onlus e l’Associazione SUR Società Umane Resistenti “GUATEMALA. Le mani sulla terra: la schiavitù globale”. Un incontro intenso e necessario che riporta al centro temi chiave per il Guatemala e non solo: terra, casa, lavoro. Nella testimonianza di Daniel queste parole diventano programma politico e storia vissuta. Daniel racconta di sé, della sua famiglia, della sua comunità. Suo padre era dirigente del CUC, due suoi fratelli e una sorella sono morti nella guerriglia. Daniel racconta di come inizia, poco più che ragazzo, a fare la sua parte nel periodo della guerra civile (agli inizi degli anni 80), traducendo nella lingua madre del popolo Maya (la lingua quiché) le notizie e i comunicati che arrivano nelle campagne e che i contadini non sanno leggere. Racconta di una comunità che resiste al massacro della guerra civile e del difficile processo di pace che inizia a metà degli anni 90. Racconta di come questo processo resti ancora oggi incompiuto e delle conseguenze devastanti del neocolonialismo, che significa liberalizzazione delle terre, privatizzazioni selvagge, concessioni minerarie illimitate. Racconta, ancora, di come cambia nel tempo la strategia del CUC, organizzazione nazionale che rivendica la terra, il diritto a lavorarla, il diritto ad un diverso modello di sviluppo. “Si tratta” dice Daniel “di pensare e di agire in termini di comunità rivendicando diritti di base come appunto il lavoro, la terra, la casa, i diritti sociali”. Oggi i popoli nativi e i movimenti contadini e popolari si sono riappropriati della loro identità e sono nel mezzo di un processo di ricostruzione e di crescita di consapevolezza. È una protesta pacifica e permanente da parte di comitati e movimenti che difendono la vita per le nuove generazioni, recuperando culture ancestrali che mettono al centro la madre terra, il territorio, un diverso modello di produzione agricola e di vita, per contrastare il modello di sviluppo basato sull’appropriazione e sul saccheggio del territorio e delle risorse non rinnovabili. Daniel Pascual Hernández , introdotto dalla giornalista di Avvenire Lucia Capuzzi, non si è risparmiato e ha intrecciato un lungo dialogo con lei e, successivamente, con Giancarlo PELUCCHI, segretario regionale della FLAI (Federazione Lavoratori AgroIndustria) CGIL, e con il pubblico. Daniel ribadisce più volte l’importanza del percorso di riappropriazione della propria storia e identità, anche come premessa per costruire una nuova rete di relazioni fra soggetti diversi sui territori e racconta, infine, dell’incontro “storico” in Vaticano con Papa Francesco che ha dialogato per tre ore con i movimenti popolari provenienti da Asia, Africa e America Latina. All’udienza erano presenti credenti di varie confessioni, credenti di altre fedi e non credenti, segno tangibile di questo riconoscimento e di questa volontà di apertura resa possibile da papa Francesco, testimonianza viva della sua attenzione alle rivendicazioni dei diritti “sacri” dei poveri e degli esclusi: terra, vivienda e trabajos, diritto alla terra, alla casa, al lavoro. Coordinatore generale del CUC Il Comitato di Unità Contadina (CUC) nasce in Guatemala il 15 di aprile 1978, quando i contadini e i lavoratori agricoli si unirono per lottare per migliori salari e contro la militarizzazione e la discriminazione nei confronti dei popoli indi-geni. La base del CUC è costituita dalle comunità: è infatti organizzato in comitati comunitari, municipali, regionali e il comi-tato nazionale. Oggi fanno parte del CUC circa 200 comunità e 8.000 famiglie organizzate
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