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Al.
Ok a1 nuovo Piano dei rifiuti,
stop a discariche e inceneritori
Difficile la sopravvivenza
dell'impianto di Ca' del Bue»
VENEZIA - Oltre 8o osservazioni, più
di 50o pagine fitte di richieste di correzione avanzate da comitati, associazioni e
semplici cittadini, una Valutazione Ambientale Strategica. Il Piano per i rifiuti, che
per la prima volta riunisce in un unico quadro regionale rifiuti urbani, speciali e bonifiche, è pronto per il via libera definitivo
del consiglio, dopo che venerdì scorso è
stato approvato dalla giunta (è in gestazione dal 2oi1, l'ultimo Piano risale al 2004).
L'assessore all'Ambiente Maurizio Conte conferma le linee guida già delineate durante la fase di scrittura: no a nuove discariche, no a nuovi inceneritori. Si continuerà
a spingere l'acceleratore sulla differenziata, che peraltro si sta rivelando un business eccellente anche in tempo di crisi (oltre i.5oo aziende in tutto il Veneto lavorano nel trattamento delle «frazioni da recupero» , altre 200 si occupano del loro smaltimento). «L'obiettivo che ci poniamo è
quello di arrivare ad una differenziata del
7o%o, con una produzione di rifiuti che non
superi i 420 chilogrammi per abitante spiega Conte -. Ciò significa che non saranno realizzate sul nostro territorio nuove discariche ma si andrà ad esaurimento di
quelle esistenti». Con una novità da «fantascienza della'munnezza»: le vecchie discariche, riempite negli anni in spregio alle
norme di sicurezza (anche perché le norme in questione, in molti casi, ancora non
c'erano) potrebbero essere trattate con l'elettrolisi e la trasformazione molecolare,
così da tramutarle in giacimenti di biodiesel e biogas.
Perle stesse ragioni, non sembra esserci più spazio in Veneto neppure per nuovi
tennovalorizzatori. O meglio: si faticherà a
tenere aperti quelli che ci sono. Attualmen-
Si parla di noi
te, dopo la chiusura di lesina, sono in
funzione solamente gli impianti di Padova e Schioa Ca' del Bue, nel Veronese, è
attivo esclusivamente come impianto di
trattamento. Da tempo si parla dell'avvio
di una linea di incenerimento ma l'ipotesi è abortita sul nascere dallo stesso Conte: «Qualunque decisione nel merito spetta alla società di gestione - dice l'assessore - non sta alla Regione stabilire se Ca'
del Bue debba restare o meno aperto. Certo è che se si guarda alle prospettive indicate dal Piano, non vedo grandi possibilità di sopravvivenza, soprattutto sul fronte della sostenibilità finanziaria. Servono
á1
,J
II nuovo Piano punta
ad incentivare ulteriormente
la differenziata, così da
arrivare al 70% del ricicla
rifiuti da bruciare e non ce ne sono. A meno che non si voglia trovare l'equilibrio
economico alzando le tariffe a carico dei
cittadini...». L'alternativa sarebbe un nuovo investimento tecnologico che permetta di bruciare i rifiuti speciali, anziché
quelli urbani. In questo caso la domanda
ci sarebbe, e florida, ma pure qui c'è un
ostacolo: il mercato dei rifiuti «speciali»,
a differenza di quello degli urbani (che
vanno smaltiti tutti entro i confini provinciali), è libero. Ca' del Bue riuscirebbe
a competere con i prezzi proposti in Germania, Austria e Ungheria?
Ma. Bo.
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