COMUNE DI ANGRI

IV
GIOVEDÌ 20 NOVEMBRE 2014
GustaLO
il Cittadino
IL PRODOTTO
LA CURIOSITÀ
Scende in campo il mascarpone:
un inverno in... crema lodigiana
È LA RICETTA
CHE IDENTIFICA
IL TERRITORIO
Non è necessario aspettare il dessert per gustare
l’ospite fisso delle tavole nel periodo delle feste: si
presta anche come ingrediente per primi e secondi
n I tuorli d’uovo e lo zucchero. E poi un bicchierino di brandy, a regalare l’inconfondibile
gusto. Per molti è una presenza
fissa sulla tavola di Natale, altri
ingannano l’attesa fino a fine
dicembre sperimentando nuove
ricette. Per arrivare pronti all’appuntamento con le festività.
Con i primi freddi, arriva il tempo da protagonista per il mascarpone, ospite fisso delle tavole dei lodigiani, che lo accompagnano spesso a una fetta
di pandoro o di panettone. Eppure quello del mascarpone è
anche un rito e un simbolo, da
gustare in purezza, come si fa
con il gelato: una ciotola, un
cucchiaio, per un incontro a tu
per tu, che permette di cogliere
il gusto della dolce miscela in
tutta la sua interezza.
La ricetta più diffusa è quello
che vede il gusto del mascarpone, declinato con altri elementi
chiave, come le uova e lo zucchero. Sbattere tre tuorli d’uovo
fino con 200 grammi di zucchero fino a che non si ottiene una
mix spumoso, aggiungere il
mascarpone, per 200 grammi, e
un bicchierino di brandy, amalgamando il tutto delicatamente.
A parte vanno montati gli albumi con un pizzico di sale, per
poi incorporarli e ottenere così
una vellutata dolce al punto
giusto, da servire da sola al cucchiaio o da spalmare sul dolce
preferito. Una crema che occupa un posto speciale nel cuore
dei lodigiani: preferita a casa,
tra i dolci di Natale, scelta anche
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nei ristoranti, che spesso riservano a questa delicatezza per il
palato un gradino preferenziale
nella carta dei dessert. Abbinando, nei periodi invernali,
anche piatti ad hoc, tra i primi e
i secondi, in cui il mascarpone
incontra altre interessanti combinazioni.
Come quelle suggerite nel portale della Provincia di Lodi dedicato alle ricette tipiche del
territorio, in cui compaiono
molti piatti firmati da Vittorio
Bottini, accademico della Cucina Italia e autore di una raccolta
di ricette tipiche lodigiane. Tra
queste la pasta al mascarpone,
in cui due etti di maltagliati di
pasta di grano duro vengono
messi a cottura con molte acqua, già salata, per circa venti
minuti. Per la guarnitura, si
prepara una amalgama di 100
grammi di mascarpone e rosso
d’uovo, con l’aggiunta di sale e
di una buona dose dell’ingrediente X, la noce moscata. Il
tutto viene sbattuto per ottenere un impasto omogeneo e compatto, in cui viene versata la pasta appena scolata, da servire
poi in piatti caldissimi con l’aggiunta di una spolverata di grana lodigiano. Tra i secondi, ispirati al gusto inconfondibile della
crema più amata dai lodigiani,
c’è la faraona, in cui al posto del
tradizionale ripieno, viene
messo al sicuro un etto di mascarpone, facendola poi cuocere
a fuoco lento con del vino secco
o del rhum, aggiungendo brodo
o latte durante la cottura.
n Spesso e volentieri, nei ricettari cartacei e online, da quelli misconosciuti e quelli super
consultati, come Giallo Zafferano e come le ricette di Benedetta
Parodi, il nome di Lodi compare
proprio associato al mascarpone. Per la variante che viene
chiamata “crema lodigiana” e definita una ricetta tipica lombarda. Per aromatizzare la crema
vengono consigliati il brandy o il
rhum; per gustarla, la scelta è infinita. Si può versare in tazzine
da caffè per assaporarne il gusto
puro o renderla un gustoso accompagnamento per altre dolci
prelibatezze.
Come il pandoro o il panettone,
nella più tradizionale delle ricette festive, o delle lingue di gatto,
magari al cioccolato, che posso
essere preparate in casa o acquistate, o infine con la sabbiosa di
Maleo. Il nome deriva dalle sue
origini, che vengono identificate
nell’area agricola a sud di Milano,
da molti secoli dedita all’allevamento bovino, di cui la città di
Lodi è diventata simbolo.
SAPORI TIPICI In alto il mascarpone “al naturale”, qui sopra la crema pronta
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