1 BIRDCAGE RF COIL Scegliamo il rifermento in modo che la corrente n–esima sia in rn = (R cos n∆φ, R sin n∆φ) con ∆φ = 2π N essendo R il raggio del birdcage coil. Cominciamo ad analizzare la struttura supponendo assenza di mutua induttanza tra le varie sezioni della struttura. Il circuito equivalente `e allora quello di Fig. 2, in cui 1 Zs (ω) = j ω L − Zp = jω M (1) ωC Dai principi di Kirchhof segue poi1 Vn = (In − In+1 ) Zp (ω) Vn = Vn+1 + In+1 Zs (ω) (2) Per la simmetria della struttura, la corrente e la tensione debbono essere costanti con φ, oppure variare in maniera regolare. Deve cio`e essere VN = V0 V1 V0 N e analogamente per la corrente. Ma, d’altra parte, VN = V0 (sono la stessa sezione) per cui il rapporto tra tensioni (e correnti) di due strutture successive deve essere pari a una delle radici complesse dell’unit`a: Vn+1 2π = Vn exp jm N ovvero 2πn Vn = V0 exp jm N e In+1 2π = In exp jm N 2πn e In = I0 exp jm N m = 0, 1, . . . , N − 1 (3) m, n = 0, 1, . . . , N − 1 (4) La (3) mostra che sono possibili esattamente N configurazioni di tensioni e correnti. Dalle (3) segue anche πm i m 2π h 2π −2j sin In − In+1 = In 1 − exp jm = In exp j N 2 N N 1 (5) A parte i valori di Zs e Zp , l’analisi che viene sviluppata si pu´ o applicare anche a strutture low–pass e band–pass. 1 e sostituendo nelle (2) si ha πm i m 2π h Zp (ω) −2j sin Vn = In exp j 2 N N 2π 2π Vn = Vn exp jm + In exp jm Zs (ω) N N La seconda relazione fornisce 2π 2π Vn − Vn exp jm = In exp jm Zs (ω) N N πm i 2π m 2π h = In exp jm −2j sin Vn exp j Zs (ω) 2 N N N (6) e sostituendo Vn dalla prima delle (6) si ottiene m 2π In exp j 2 N h −2j sin πm i N πm i m 2π h Zp (ω) exp j −2j sin 2 N N 2π = In exp jm Zs (ω) N Poich`e In 6= 0, segue allora la condizione di risonanza h πm i2 Zp (ω) = Zs (ω) N Per una struttura passa–alto, le impedenza sono date dalle (1). Si ottiene cos`ı 1 2 πm −4 sin jω M = j ω L − N ωC πm i h 1 M = ω L + 4 sin2 ωC N ovvero le varie frequenza di risonanza comprese tra ωm = r −2j sin 1 C h L + 4 sin ωN/2 = p 2 πm N M 1 C [L + 4M ] m = 0, 1, . . . , N − 1 i e ω0 = √ (7) (8) (9) 1 C L Il campo pu` o essere ottenuto dalla legge di Biot–Savart. Tuttavia, in prima approssimazione, il campo al centro della struttura pu` o essere calcolato come campo di N fili indefiniti. Si trova allora H= N −1 X n=0 In iϕ 2πR n (10) in cui i versori iϕn sono ortogonali ai rispettivi vettori posizione rn . Quindi iϕn = sin n∆φ ix − cos n∆φ iy . Sostituendo nella (10) assieme alla corrente data da (4) segue 2 N −1 2πn I0 X exp jm sin n∆φ ix − cos n∆φ iy H= 2πR n=0 N N −1 I0 X jmn∆φ ejn∆φ − e−jn∆φ ejn∆φ + e−jn∆φ = ix − iy e 2πR n=0 2j 2 avendo usato le formule di Eulero. Raggruppando i termini segue I0 H=− 2πR "N −1 X j(m+1)n∆φ e (jix + iy ) + N −1 X j(m−1)n∆φ e # (−jix + iy ) n=0 n=0 La prima somma ´e pari a N se m + 1 = 0. Per tutti gli altri valori di m la somma ´e nulla in quanto ´e la somma di N numeri complessi di modulo unitario, e con le fasi equispaziate. Rappresentandoli sul piano di Gauss, si trovano equispaziati sul cerchio unitario, e quindi la loro somma (che coincide con il loro baricentro, moltiplicato per N ) ´e nulla. Analogamente vale per la seconda somma, che ´e diversa da zero, e pari a N , solo per m − 1 = 0. Pertanto i soli modi di interesse sono quelli per cui m = 1, oppure m = N − 1 (i valori di m sono periodici di periodo N ), che garantiscono un campo costante nella zona di interesse. In particolare, per m = 1 si ha B = jµ0 N I0 (ix + jiy ) 2πR (11) che nel dominio del tempo diventa B(t) = BRF cos ωL t ix − sin ωL t iy con BRF = µ0 N |I0 | 2πR 2 EFFETTO DELLA MUTUA INDUTTANZA L’analisi svolta sin qui ha trascurato l’effetto di mutua induttanza tra i leg della struttura. Il loro effetto ´e quello di aggiungere una ulteriore caduta di tensione sui leg, e quindi la prima delle (2) diventa Vn = (In − In+1 ) Zp (ω) + V Mn dove, dette Mij le mutue induttanze tra i leg i e j, risulta X V Mn = jω Mnp (Ip − Ip+1 ) p6=n essendo Ip − Ip+1 la corrente nel leg p–esimo. Se indichiamo con Mnn la auto–induttanza (finora indicata con M ), la prima delle (2) diventa 3 Vn = jω N −1 X p=0 Mnp (Ip − Ip+1 ) = jω N −1 X p=0 = 2ω sin m 2π Mnp Ip exp j 2 N πm N m 2π exp j 2 N h −2j sin NX −1 πm i N Mnp Ip p=0 avendo usato anche la (5). La geometria periodica fa si che Mnp dipenda solo dalla differenza n − p: Mnp = Mn−p,0 . Usando poi la (4) si ottiene N −1 X Mnp Ip = p=0 N −1 X p=0 = I0 2πm Mn−p,0 I0 exp jp N n−N X+1 2πm exp j(n − q) N Mq,0 q=n 2πm = I0 exp jn N n−(N −1) X Mq,0 q=n 2πm exp −jq N sono La sommatoria va da q = n fino a q = n − (N − 1). Ma sia Mq,0 , sia exp −jq 2πm N periodiche in q di periodo N . Quindi la sommatoria pu´ o essere fatta da q = 0 fino a q = N − 1, e pertanto l’ultimo termine ´e la trasformata (discreta) di Fourier della sequenza delle mutue induttanze. Posto cio´e ˆm = M N −1 X Mq,0 q=0 segue N −1 X p=0 e la prima delle (2) diventa Vn = 2ω sin 2πm exp −jq N 2πm ˆ Mnp Ip = I0 exp jn Mm N πm N m 2π exp j 2 N a cui va aggiunta la seconda delle (2), che diventa 2πm ˆ Mm I0 exp jn N πm i 2πn 2π m 2π h = I0 exp jm −2j sin exp jm Zs (ω) Vn exp j 2 N N N N Sosttuendo una nell’altra, ed eliminando termini comuni, segue 2ω sin πm N m 2π exp j 2 N ˆm M πm i m 2π h −2j sin exp j 2 N N 2π Zs (ω) = exp jm N 4 (12) ovvero, ricordando l’espressione di Zs 2 −4jω sin πm 1 ˆ Mm = j ω L − ωC πm ˆm M N (13) che ´e la nuova equazione di risonanza cercata. Confrontando la (13) con la (8) si trovano come frequenze di risonanza ωm = r 1 C h L + 4 sin 2 m = 0, 1, . . . , N − 1 i (14) N Ancora una volta interessa la frequenza corrispondente a m = 1 (oppure a m = N − 1). Tuttavia, al contrario della (0), questa frequenza non ´e necessariamente la penultima. Anzi, in genere, risulta essere la terzultima. APPENDICE 1: INDUTTANZA ESPRESSIONI DI INDUTTANZA E MUTUA I valori di auto–induttanza L e mutua induttanza Mij di fili sono espressi da integrali1 , che vanno risolti numericamente. Tuttavia, sono state sviluppate diverse espressioni empiriche semplici, che sono di largo utilizzo. Per quanto riguarda l’auto–induttanza di un filo di raggio a e lunghezza ℓ, si ha2 µ0 2ℓ L= −1 ℓ (15) log 2π a in cui, qui e nel seguito, il logaritmo `e in base e. Per una sbarra quadrata, di lato w, si ha analogamente 2ℓ 1 µ0 + log ℓ (16) L= 2π w 2 Per due fili paralleli, entrambi lunghi ℓ, posti a distanza d, si ha invece s s 2 2 ℓ d µ0 ℓ − 1+ ℓ log + 1 + ℓ (17) + Mij = 2π d d d ℓ 1 Si veda, ad esempio, J. Jin, Electromagnetic Analisys and Design of MRI, CRC Press, sez. 2.8 e appendice 2D. 2 Questa e le espressioni successive sono tratte da F.W. Grover, Inductance Calculation, Dover. 5
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