TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE DEDICATO AI CLIENTI DEL GRUPPO RANDSTAD ANNO IX - NUMERO 34 - giugno 2014 PAGIN A 0 2 l’approfondimento «Si è persa un’occasione». Così Francesco Rotondi, avvocato dello studio LabLaw, commenta le misure sulla somministrazione PA GINA 03 PA GINA 0 4 case history Novartis e Randstad HR Solutions insieme per un progetto di formazione che ha coinvolto circa 700 lavoratori somministrati territorio Viaggio nella Lombardia che cerca di attrarre investimenti stranieri e nella Milano che si sta preparando al grande evento di Expo 2015 E DITORIAL E Agenzie protagoniste È un momento di grandi cambiamenti, questo, per il mondo del lavoro. E Workshop, come sempre, si fa trovare pronto nel raccontare e commentare le recenti novità in tema di contratti a termine, apprendistato e somministrazione previste dalle norme recentemente presentate dal Governo e convertite in legge. Si tratta di misure significative, anche se non “rivoluzionarie”, la cui adozione era urgente per dare una “scossa” a un sistema bloccato come quello italiano: l’abolizione della causale sia per i contratti a termine che per la somministrazione, ad esempio, a mio parere è un passo molto importante che toglie qualsiasi tipo di alibi a chi sosteneva che la normativa fosse eccessivamente rigida e poco chiara e lasciava spazio a troppe interpretazioni. Ma le maggiori novità potrebbero arrivare in futuro. Di recente, infatti, ho incontrato proprio il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti, che sta lavorando al famoso Jobs Act in pratica le misure che il Governo intende adottare per cambiare e semplificare la materia giuslavoristica. Entro un anno, quindi, potrebbero vedere la luce numerose novità che coinvolgeranno contratti di lavoro e ammortizzatori sociali. In uno scenario così, sono convinto che le agenzie per il lavoro avranno un ruolo sempre più importante e non solo per quanto riguarda la somministrazione, ma per una gamma di servizi sempre più ampia, dalla formazione alla consulenza. Sarà interessante capire come le agenzie potranno collaborare con i centri pubblici per l’impiego per andare incontro alle esigenze delle aziende e, allo stesso tempo, supportare le persone ad aggiornare le proprie competenze aiutandole a trovare un’occupazione. Non c’è dubbio che abbiamo davanti a noi un periodo stimolante. In attesa di ulteriori novità, ognuno deve fare la sua parte. Marco Ceresa Amministratore Delegato Randstad Italia CO VE R S T O RY / Nuove nor me Al lavoro per il lavoro incentivare l’occupazione è senza dubbio la priorità del governo. lo dimostrano le misure contenute nella nuova legge da poco pubblicata, che presentano novità soprattutto in tema di contratto a termine e apprendistato C ome creare un clima favorevole agli investimenti e incentivare l’occupazione? Il mondo politico, economico e industriale da alcuni mesi si sta interrogando su questo tema. Un interrogativo diventato sempre più forte nelle ultime settimane, da quando il Governo ha presentato alle Camere, tramite il Decreto legge 34/14 (convertito nella legge 78/2014 in seguito alla pubblicazione in Gazzetta ufficiale del 19 maggio), le nuove misure legate all’occupazione e, in particolare, ai contratti a termine, di apprendistato e di somministrazione. Si tratta di misure che, secondo le dichiarazioni del Governo, anticipano e preparano la strada al Disegno di legge delega 1428/2014, che dovrebbe dar vita a un nuovo Codice del lavoro semplificato e al nuovo contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti. Ma quali sono le misure più importanti del Decreto? legge del Decreto, il contratto a tempo determinato potrà avere una durata massima di 36 mesi, comprese eventuali proroghe che si riducono a cinque (dalle otto inizialmente previste) da potersi utilizzare nell’arco dei 36 mesi. Non viene toccata invece la disciplina dei rinnovi: alla fine di un contratto sarà necessario rispettare il periodo di “stop and go” (10 giorni se il contratto dura meno di sei mesi o 20 se dura di più) per poi rinnovarlo. Il parere degli esperti Ma che cosa ne pensano gli addetti ai lavori? Workshop ha raccolto alcuni commenti autorevoli: «Sicuramente queste misure possono favorire le assunzioni, anche se, mentre le aziende guadagnano tre anni di flessibilità, ai lavoratori manca una prospettiva futura – spiega Luca Solari, Docente di Organizzazione industriale e Organizzazione del lavoro all’Università statale di Milano –; probabilmente sarebbe stato meglio puntare subito sul contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti». Un punto sottolineato anche da Gilberto Creston, Segretario della Funzione pubblica di Cgil Pavia: «Capisco l’esigenza di avere norme più agili, ma non si può prescindere dai diritti dei lavoratori: queste misure “consegnano” il lavoratore al datore di lavoro, perché al termine dei tre anni non c’è nessuna ipotesi di conferma. Il rapporto di lavoro più diffuso dovreb- PILLOLE Campionato saldatori CILE Innovazione Uomini di valore In pista per i Giochi sudamericani Piccole start-up crescono Si è conclusa il 28 maggio a Milano la terza edizione del Campionato saldatori Randstad 2014. Un’iniziativa promossa e coordinata dalla Specialty Technical in partnership con Lincoln Electric, leader mondiale nella progettazione e produzione di prodotti e soluzioni per la saldatura, con il patrocinio dell’Istituto Italiano della Saldatura. Una campionato speciale, suddiviso in nove tappe in altrettante città italiane, che ha permesso di mettere in contatto i professionisti del settore con le aziende. Il vincitore, tra i 142 partecipanti, è stato Sergio Parisi, 42enne dipendente di Alstom a Savigliano (Cn). Un tempo si chiamavano Giochi della Croce del sud. Oggi sono conosciuti come Giochi sudamericani e sono una sorta di Olimpiadi del continente latino. Quest’anno hanno avuto luogo in Cile, nel mese di marzo, e in un certo senso anche Randstad può dire di aver partecipato. Randstad Cile, infatti, è stata partner strategico del Comitato organizzatore e, sulla spinta dello slogan “Capitale umano per lo sport,” ha aiutato l’ente nella selezione di alcune figure chiave dell’evento, come i 50 autisti delegati al trasporto degli atleti, delle autorità e delle celebrità invitate. Un sostegno alle imprese che innovano. E che possono migliorare l’efficienza del nostro business. Per questo Randstad ha dato vita al RIF (Randstad Innovation Fund), il Fondo per l’innovazione rivolto alle start-up. Il primo investimento si chiama Gigwalk, un’impresa statunitense che offre soluzioni di marketing innovativo. La start-up americana ha creato, infatti, un motore di ricerca e una app per collegare i consumatori ai distributori, consentendo così alle aziende di ridefinire e ridisegnare le proprie strategie e i propri modelli di business. s Il lavoro a termine senza causale L’introduzione più importante è legata al contratto a termine ed è quella relativa all’abolizione della causale, ovvero l’obbligo di indicare le esigenze di carattere tecnico, organizzativo, produttivo e sostitutivo che inducono il datore di lavoro ad apporre una scadenza al contratto. Con l’abrogazione della regola generale che imponeva di indicare la causale nel contratti viene meno la precedente ipotesi di acausalità da prima missione introdotta dalla Riforma Fornero, che prevedeva una durata massima del rapporto pari a 12 mesi. A seguito della conversione in Una misura (anche) per i giovani Uno degli obiettivi del Decreto legge 34/14 è contrastare la disoccupazione giovanile, che in Italia sta toccando livelli di guardia: secondo i dati Istat, nel nostro Paese gli under 25 senza lavoro ad aprile hanno superato il 43%. workshop CO VE R S TORY / Nuove nor me segue dalla prima pagina be essere quello a tempo indeterminato, non a termine, come ribadito anche dall’Unione europea». Attenzione alle soglie di assunzione Se da un lato, quindi, le aziende possono godere di una maggiore libertà nell’assunzione di personale, dall’altro si deve fare attenzione alle norme che impediscono un uso scorretto degli accordi a tempo determinato: è stato imposto, infatti, un limite alle assunzioni a termine dirette da parte delle aziende, che non devono essere più del 20% dell’organico complessivo, calcolato sulla base dei lavoratori a tempo indeterminato. Non concorrono al raggiungimento della soglia i contratti stipulati per ragioni sostitutive, quelli per esigenze stagionali, i contratti stipulati per l’avvio di nuove attività e quelli siglati con lavoratori over 55 e somministrati. Il tetto del 20% può essere aumentato o ridotto, invece, in base agli accordi previsti dai contratti collettivi nazionali di lavoro. Le sanzioni per i “trasgressori” sono comunque un po’ meno severe: se prima erano previsti la conversione del contratto del lavoratore – da determinato a indeterminato – e il pagamento di un’indennità, ora l’ammenda è pari al 20% della retribuzione per ogni mese o frazione di mese superiore a 15 giorni nel caso in cui un solo lavoratore ecceda tale limite; sanzione che, nel caso di altri lavoratori che sforano il tetto imposto, ammonta al 50% dello stipendio. «Mi sembra una misura positiva – commenta Solari –: non c’è più la minaccia di assunzioni a tempo indeterminato, ma viene stabilita una logica di risarcimento». Le imprese che sono già al di sopra di questa soglia del 20% hanno tempo fino alla fine dell’anno per regolarizzarsi. In caso contrario, dal 2015 non potranno più assumere con contratto a termine. «In sostanza, mi sembra che si stia cercando di ridurre i disoccupati di lungo periodo – commenta Creston –; si tratta di una risposta immediata all’attuale situazione economico-sociale, sperando che nel frattempo il sistema produttivo riparta e ci sia la possibilità di introdurre forme di lavoro nuove». Come cambia l’apprendistato Il Governo non ha agito però solo sui contratti a termine. Si è occupato anche di quella che dovrebbe essere la tipologia più utilizzata per l’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro, vale a dire l’apprendistato. Inizialmente cancellato, è ritornato l’obbligo di inserire il piano individuale formativo nel contratto, seppur in forma sintetica. Un ruolo importante per la formazione viene mantenuto dalle Regioni, che entro 45 giorni dalla sottoscrizione del contratto di apprendistato devono comunicare all’azienda le modalità di svolgimento delle attività formative pubbliche, con la possibilità di avvalersi anche dell’azienda stessa o di enti privati per l’erogazione di corsi e ore di formazione. «Bisognerebbe prendere spunto per la formazione dai modelli degli altri Paesi europei, come la Germania. Serve un si- « stema professionale nuovo, con strutture «È necessario dar vita a servizi che aiutino le persone ad acquisire maggiori competenze e più serenità. Probabilmente le migliori intuizioni verranno da sperimentazioni locali» interamente dedicate alla formazione del lavoratore, che sia un mix tra formazione pubblica e privata», racconta Gilberto Creston. È stata modificata anche la clausola di stabilizzazione: l’obbligo di confermare i contratti di apprendistato è previsto solo per i datori di lavoro con più di 50 dipendenti (con la legge Fornero il vincolo era 30 dipendenti, mentre in precedenza 10), per poter procedere alla stipula di nuovi contratti di questo tipo. «Si può ancora fare molto – spiega Luca Solari –: è necessario dar vita a servizi che aiutino le persone ad acquisire maggiori competenze e più serenità. Probabilmente le migliori intuizioni verranno da sperimentazioni locali». Nel frattempo, qualcosa si muove... n un passo in avanti Secondo il professor Luca Solari (nella foto), le misure adottate dal Governo in tema di contratti a tempo determinato sono positive in quanto mirano a favorire le assunzioni, «anche se – riconosce il professore – i lavoratori “rischiano” di avere una prospettivafutura limitata». l’ approfondim ento / agenzie per il lavoro «Un’occasione persa per tutti» Così l’avvocato Francesco Rotondi ha definito le misure che hanno coinvolto la somministrazione. Un argomento su cui c’è ancora un po’ di confusione, ma che rappresenta sempre più un supporto per le aziende alla ricerca di flessibilità «S diversi per natura In molti confondono la somministrazione con il contratto a termine. Ma si tratta di due forme completamente diverse, come tiene a sottolineare l’avvocato Francesco Rotondi (nella foto): «Sono la somministrazione è un contratto di natura commerciale tra l’utilizzatore e l’agenzia per il lavoro mentre il contratto a tempo determinato è un accordo tra lavoratore e azienda». «Le esigenze delle imprese in termini di flessibilità organizzativa e le esigenze dei lavoratori in termini di accesso al mondo del lavoro possono trovare una risposta solo attraverso la conoscenza concreta della normativa» Chiunque voglia dare il proprio contributo a questa rubrica, proponendo e affrontando una tematica che ritiene importante, può scrivere a [email protected] i è persa un’altra occasione per dare autonomia e dignità a un modello contrattuale che potrebbe rappresentare uno strumento per lo sviluppo del Paese». Esordisce così Francesco Rotondi, founding partner dello studio legale LabLaw, parlando delle nuove misure che regolamenteranno il contratto di somministrazione. In occasione della tappa milanese (20 maggio) del Tour legale organizzato da Randstad, oltre alle novità introdotte per contratto a termine e apprendistato, si è infatti discusso anche del contratto che regola la fornitura professionale di manodopera da parte delle agenzie per il lavoro. Una modalità contrattuale che sembra soffrire dell’incapacità della politica di legiferare in modo chiaro e puntuale. Difetti di legislazione Dal 1997, infatti, la legislazione tratta praticamente allo stesso modo il contratto a termine e il contratto di somministrazione. Un’anomalia tutta italiana che deriva dal nostro contesto politico, sociale e sindacale. «In realtà – ha spiegato l’avvocato ai numerosi presenti – c’è una profonda differenza tra contratto a termine e somministrazione: il primo è regolamentato dal codice civile, mentre il secondo, che di fatto è un contratto di natura commerciale, ha un altro sistema di regole. Inoltre, anche i soggetti contraenti sono diversi (impresa e lavoratore per il contratto a termine; agenzia per il lavoro e utilizza- tore per la somministrazione, ndr). Non sarebbe quindi corretto equiparare a livello normativo queste due forme contrattuali». Il nuovo decreto non ha contribuito a eliminare questo “vizio”, anche se rende la vita più facile alle imprese. Causa, tempo e sanzioni Anche per la somministrazione, infatti, è prevista l’eliminazione della causale, sia nel contratto commerciale tra l’azienda e l’agenzia per il lavoro, sia nel successivo contratto tra l’agenzia e il lavoratore. Il limite massimo di ogni singolo contratto di somministrazione di lavoro a tempo determinato resta di 36 mesi e prevede un massimo di sei proroghe, come previsto dal Contratto nazionale per le agenzie per il lavoro da poco rinnovato. In questo caso, c’è una differenza sostanziale con il contratto a tempo determinato: le cinque proroghe previste per quest’ultima tipologia di contratto si riferiscono alla durata complessiva del rapporto tra datore di lavoro e lavoratore (che non può superare i 36 mesi) e non per ogni singolo contratto; per la somministrazione, invece, le proroghe sono sei per ogni contratto e, salvo particolari casi previsti dai Ccnl, non vi sono particolari limiti temporali di utilizzo. Ma le misure avrebbero potuto essere ancora più incisive: «Il legislatore non è voluto entrare nel merito del contratto di somministrazione e, paragonandolo al contratto a termine, ha creato un po’ di confusione. In realtà la somministrazione a tempo determinato è una forma contrattuale che garantisce una buona flessibilità: il vincolo può essere sciolto senza sanzioni ed è uno strumento che può essere rinnovato in poco tempo senza pagare di più». Inoltre, gli unici limiti imposti per il numero di somministrati in azienda sono quelli previsti dalla contrattazione collettiva o dagli accordi interconfederali: il limite del 20% di lavoratori a termine in azienda previsto dal Decreto Poletti, infatti, non trova applicazione per la somministrazione. Sono esclusi dai limiti di contingentamento stabiliti dal Ccnl, tra gli altri, anche lavoratori in mobilità, stagionali e quelli assunti in sostituzione di lavoratori assenti, soggetti disoccupati che percepiscono indennità di disoccupazione o persone che percepiscono ammortizzatori sociali e i lavoratori svantaggiati (tra gli altri, over 50 o disoccupati da almeno sei mesi) o molto svantaggiati (ad esempio disabili o senza lavoro da almeno 24 mesi). La somministrazione può essere quindi un valido supporto alle imprese: «Le esigenze delle imprese in termini di flessibilità organizzativa e le esigenze dei lavoratori in termini di accesso al mondo del lavoro possono trovare una risposta solo attraverso la conoscenza concreta della normativa. L’obiettivo di questo tour legale organizzato con Randstad è proprio quello di fornire certezze circa il quadro normativo di riferimento attraverso anche l’analisi di casi concreti, conclude Rotondi». n ANNO IX - NUMERO 34 - giugno 2014 Case h istory / progetti C A LEND A RIO Novartis, obiettivo formazione da giugno Randstad HR Solutions e la divisione Vaccini della multinazionale farmaceutica hanno collaborato a un’iniziativa di training rivolta ai somministrati. Lo scopo? Trasferire il sistema di valutazione della Performance, valori e comportamenti Nel mese di giugno Randstad Hr Solutions organizza in collaborazione con Bosch Tec, scuola di formazione del Gruppo Bosch, un corso di formazione Lean Experience all’interno del sito di Cernusco sul Naviglio, a pochi passi da Milano. Gli argomenti del corso saranno relativi alla Lean, ovvero tutto ciò che può contribuire a rendere la produzione più snella, e prevederanno lezioni teoriche e round pratici in aule appositamente allestite. R andstad e Novartis a braccetto. E non solo per le “classiche” attività di formazione. «Le due aziende collaborano in diversi Paesi, ma ogni nazione ha un suo accordo separato. Qui in Italia collaboriamo con la divisione Vaccini, che ha sede a Siena, per le attività di somministrazione di lavoratori a tempo determinato e indeterminato, e offriamo anche servizio di consulenza sul training», racconta Andrea Salvini, National key account di Randstad. Prima formare, poi valutare E proprio questo è il cuore del progetto che ha portato alla formazione – in tema di performance management – di oltre 700 somministrati legati non solo a Randstad, ma anche ad altre agenzie per il lavoro. «La nostra esigenza era di estendere il nostro sistema di valutazione delle prestazioni anche ai numerosi lavoratori somministrati dei nostri siti di Siena e Rosia – racconta Benedetta Caselli, Responsabile HR Central managament della divisione Vaccini di Novartis -. Prima, però, era necessario formarli e renderli consapevoli della filosofia che sta dietro a questo sistema di performance management, trasferendo loro la differenze fra obiettivi, valori e comportamenti attesi in Novartis. I somministrati, infatti, non sapevano nulla di questo sistema che si applicava, fino all’anno precedente, solo ai collaboratori Novartis». Numeri da record Da qui è nato il percorso formativo coordinato da Randstad HR Solutions. «Si tratta di un progetto di formazione Con Bosch la formazione è Lean Fino al 31 ottobre 10 milioni per i lavoratori un team che funziona Benedetta Caselli (al centro) è soddisfatta del lavoro svolto in collaborazione con Randstad HR Solutions. Manuela Agosti (a sinistra) e Andrea Salvini (a destra) possono così sorridere... finanziata rivolto a una popolazione di somministrati composta per più dell’80% da operai, ma ha coinvolto anche figure di staff e ricercatori – racconta Manuela Agosti, Training manager di Randstad HR Solutions –. Come prima cosa, abbiamo costruito la matrice del progetto, concordando i contenuti con Novartis e un’altra società, i cui consulenti sono poi andati a illustrarli “sul campo” ai somministrati. Il progetto, nato ad aprile 2013, si è concretizzato tra i mesi di novembre e dicembre 2013 con 30 aule da quattro ore ciascuna. Si è trattato di un grande sforzo organizzativo, visto che abbiamo dovuto gestire e coordinare oltre 700 persone tenendo in considerazione turni di lavoro, esigenze e spostamenti». ai somministrati alcune riviste, con l’indicazione di individuare attraverso immagini e fotografie in esse contenute i valori Novartis e di costruire un patchwork che sintetizzasse per loro gli aspetti chiave della mission della nostra azienda. Sono contenta perché abbiamo ricevuto ottimi feedback da tutti i partecipanti; Novartis desidera che le persone lavorino per obiettivi e questo deve valere a ogni livello: basti pensare che in azienda il bonus per il raggiungimento degli obiettivi è esteso anche ai somministrati». Lavorare in Novartis premia, non c’è dubbio. n Fondimpresa continua a sostenere le realtà in crisi. Con l’Avviso 2/2014, il Fondo finanzia la formazione di lavoratori a rischio di perdita del posto, in particolare di quelli in cassa integrazione nell’ambito di accordi che prevedono l’utilizzo di ammortizzatori sociali. Sono a disposizione 10 milioni di euro fino a esaurimento risorse. Per riqualificare i lavoratori, le imprese potranno usufruire di contributi aggiuntivi fino a un massimo di 200mila euro nel cuore della toscana Il progetto di formazione era indirizzato a oltre 700 somministrati operativi nei siti Novartis di Siena e Rosia. Obiettivo raggiunto Un grande sforzo che ha dato i suoi frutti, come racconta ancora Benedetta Caselli: «Durante le ore in aula abbiamo svolto alcune esercitazioni per trasferire al meglio i comportamenti attesi in Novartis: ad esempio, abbiamo consegnato BUSINE SS Risorse umane: il futuro è sempre più centralizzato i Service Center sono nati per ottimizzare alcune attività hr. randstad ne ha sette in tutto il mondo: scopriamo di che cosa si tratta L a nuova frontiera delle risorse umane si chiama Service center. In pratica, un vero e proprio hub in cui sono concentrate alcune delle più importanti attività del processo HR: non solo quelle amministrative, ma anche quelle di selezione e formazione. Attività centralizzate Il concetto sembra complicato da spiegare, ma non è così. «I Service center sono nati negli anni ’80 all’interno delle grandi aziende; si tratta di veri e propri centri di servizio dedicati al business, che si occupano di migliorare e standardizzare i processi all’interno di determinate aree» – racconta Dan Ferrandino, Director business development EMEA di Randstad Sourceright, la società del gruppo che si occupa a livello mondiale di Rpo, l’outsourcing del processo di reclutamento. Questi center of expertise in seguito hanno abbracciato anche il mondo HR. Soprattutto all’interno delle grandi aziende multinazionali, infatti, molte attività dell’area delle risorse umane sono state centralizzate, per ridurre i costi di gestione e anche per fare fronte alle sempre più crescenti richieste di flessibilità e contaminazione delle diverse realtà nazionali. E così sono nati i primi HR Service center, che inizialmente si occupavano di attività amministrative come gestione di dati e benefit, trasferimenti e payroll. Oggi il loro perimetro si è allargato anche ad attività di selezione come pre-screening dei cv e preparazione di documenti e contratti, e di formazione come l’organizzazione dei corsi. Le “sette meraviglie” di Randstad Ma come funziona un vero Service center sul recruitment? Per capirlo bene ci aiutano gli Shared service center di Randstad. «Ne abbiamo sette nel mondo, dislocati negli Stati Uniti, Regno Unito, Ungheria, India, Malesia e Filippine – racconta ancora Dan Ferrandino -. A Budapest, ad esempio, il nostro hub per l’Europa, ci sono 45 persone e si parlano 16 lingue, tra cui l’italiano. Ci sono alcune attività, come le interviste telefoniche, che possono essere svolte solo da persone madrelingua». Benefici per tutti «Si tratta di un modello organizzativo che può portare grandi benefici alle aziende – racconta Fabio Costantini, Chief operations officer di Randstad HR Solutions –. Oltre a un maggiore coinvolgimento dei dipendenti nel processo HR, c’è la possibilità di usufruire di economie di scala sul recruitment, ottenere massima trasparenza nel monitoraggio del budget e del Roi e “liberare” le risorse degli uffici HR dai compiti più operativi per concentrarsi su obiettivi più strategici». Basta qualche piccolo accorgimento per ottenere buoni risultati: definire attentamente le attività da centralizzare nell’HR Service center, adottare un’interfaccia integrata con tutti gli altri database di HR management e delineare in modo chiaro procedure, processi, responsabilità e i parametri per la valutazione dell’efficacia del servizio, oltre a un’accurata formazione per i dipendenti coinvolti. workshop ANNO IX - NUMERO 34 - giugno 2014 TERRITO RIO / Lom bardia La scommessa (da vincere) di una regione Aumentano gli investimenti stranieri nella “locomotiva” d’Italia. Lo testimonia il progetto Invest in Lombardy, cui partecipa anche Randstad. e Come raccontano gli addetti ai lavori, i numeri dopo due anni di attività sono positivi È considerata uno dei motori d’Europa. Ma la Lombardia è anche una regione in “profonda trasformazione”. E non è solo l’Istat, l’Istituto nazionale di statistica, a dirlo nel suo 9° censimento dell’industria e dei servizi, pubblicato nel mese di maggio: «Negli ultimi anni sono stati in molti a dimostrare un interesse sempre maggiore per il nostro territorio: la Lombardia è una regione con aziende eccellenti e molto diverse tra loro, che suscitano l’interesse di investitori di tutto il mondo», spiega Pier Andrea Chevallard, direttore di Promos, l’ente speciale della Camera di Commercio che ha dato vita a Invest in Lombardy, il progetto nato nel 2012 per aiutare le aziende straniere a investire in Italia. Un supporto per gli investitori Invest in Lombardy è nato dall’esigenza, espressa da molte imprese straniere, di trovare un interlocutore istituzionale che li aiutasse negli investimenti. «Non è semplice investire in Italia – spiega Chevallard – a causa di una forte burocrazia e della scarsa capacità del nostro territorio di promuoversi e valorizzarsi». Grazie anche al supporto di partner qualificati, Invest in Lombardy supporta le aziende che decidono di scommettere su Milano e dintorni: «Le nostre attività sono varie: aiutiamo gli investitori a definire il business plan, forniamo dati e informazioni sul mercato di riferimento, li mettiamo in contatto con consulenti, soggetti privati o banche e li aiutiamo a risolvere i problemi con la pubblica amministrazione». Tra questi partner qualificati c’è anche Randstad: «Vogliamo essere protagonisti in un momento di grandi prospettive per questa regione – racconta Alessandro Chiozzi, Business development manager – e abbiamo le carte in regola per farlo: siamo una società internazionale presente capillarmente su tutto il territorio e possiamo offrire un’ampia gamma di servizi, dalla somministrazione alla formazione passando per le nostre divisioni specializzate». Una scommessa per tutti, quindi, che sembra dare i suoi frutti. Un progetto che funziona In poco più di due anni dall’inizio del progetto, infatti, i risultati non si sono fatti attendere: «I numeri sono sotto gli occhi di tutti – spiega Chevallard –: per ogni euro investito in questo progetto ne ritornano 60. Dal 2012 abbiamo contattato più di 10mila aziende, circa 5mila l’anno. Abbiamo finalizzato circa 40 tra investi- menti e espansioni sul nostro territorio e, in questi primi mesi del 2014, abbiamo già assistito quasi 100 investitori». Molti di essi sono europei e americani, anche se negli ultimi anni le aziende di Paesi come Brasile, Russia e India sembrano essere molto attive. «Si tratta spesso di grandi realtà – racconta Chevallard – anche se non mancano le Pmi: di solito comprano o investono in un’azienda per portare il prodotto nel loro mercato d’origine. Le più interessate sono le aziende farmaceutiche, ma anche il settore della logistica è coinvolto: cercano il nostro know-how, le nostre competenze e, infatti, un altro settore su cui gli investitori puntano è quello legato al design, del quale Milano è capitale mondiale». Al centro dei servizi Ma se gli investimenti dall’estero continuano a crescere, per le aziende e i lavoratori lombardi il presente e il futuro sono ancora di difficile lettura. Anche a Milano, il cuore (e la mente) del sistema economico lombardo. «Stiamo osservando una fase di crescita dei mercati – racconta Laura Roselli, Area manager di Randstad –, ma non sappiamo se e quanto durerà. Se alcuni settori, come il mercato assicurativo, presentano piccole battute d’arresto, altri stanno crescendo: è il caso dell’Ict, a cui abbiamo dedicato una Unit apposita». Sviluppatori, sistemisti e programmatori sono quindi sempre più richiesti, non solo dalle società di consulenza. E anche il settore della ristorazione e dell’hotellerie è in crescita. La parte del leone a Milano, infatti, la giocano proprio i servizi. «La parte produttiva – continua Laura Roselli – ormai è fuori dalla città, così come le aziende di logistica e le realtà distributive e chimico-farmaceutiche. Se dovessi dare un consiglio alle imprese, direi di continuare a spingere sull’acceleratore, visto che siamo in una fase positiva del mercato», conclude Laura Roselli. n un cantiere verso il futuro La Lombardia è da sempre una delle regioni che guidano non solo l’economia italiana, ma anche quella europea: basti pensare che il Pil pro-capite, in base alle ultime rilevazioni effettuate dal Centro studi di Confcommercio, supera i 34mila euro. E intorno a una Milano che si sta rimettendo a nuovo in vista di Expo, sono molte le aree produttive di eccellenza pronte a sfruttare le opportunità offerte dall’Esposizione universale. Eventi Expo, Milano si mette in mostra Tra meno di un anno inizierà l’Esposizione universale. Un appuntamento in grado di offrire a molte aziende italiane nuove possibilità di crescita e di sviluppo. E infatti la città si è già “messa in moto” con una serie di importanti iniziative. Perché l’occasione è unica I l countdown è iniziato. Manca meno di un anno, infatti, all’inizio di Expo (1° maggio 2015) e a Milano e in Lombardia sono molte le iniziative dedicate a cittadini e imprese per presentare le opportunità offerte dall’evento. Un “fremito” che sta scuotendo tutti i partecipanti e gli addetti ai lavori, come racconta Giacomo Biraghi, coordinatore dei Tavoli tematici Expo 2015, il progetto della Camera di Commercio di Milano per coinvolgere il sistema economico-imprenditoriale nell’Esposizione universale. «Io lo definisco “Expottimismo”: dal 2010 abbiamo creato un ufficio dedicato a questo evento e dei tavoli tematici per consentire a privati cittadini, imprenditori e giovani fondatori di start-up di presentare il loro progetto a una platea di aziende, istituzioni, investitori e media. Agli ultimi tavoli erano presenti più di mille persone, mentre le aziende che hanno presentato progetti concreti in questi mesi sono state 880. Inoltre, offriamo una consulenza quotidiana alle imprese: negli ultimi tre anni ne abbiamo assistite più di 30mila». Un Catalogo da non perdere L’Expo sarà senza dubbio un evento determinante per Milano e la Lombardia: è previsto, infatti, un indotto di circa 25 miliardi di euro nel periodo compreso tra il 2013 e il 2020, e le creazione di circa 190mila posti di lavoro. «Stiamo già lavorando con clienti stranieri che ci richiedono personale – racconta Matteo Ambrosio, Unit Manager della filiale milanese Randstad di via Vittor Pisani –: abbiamo ricevuto richieste da aziende private tedesche, spagnole e giapponesi che operano nel catering, nella ristorazione e nell’organizzazione di eventi pubblici e congressuali». Secondo le stime della Camera di Commercio, invece, saranno più di mille le imprese italiane coinvolte direttamente opportunità da cogliere Oltre 150 Paesi partecipanti di cui 60 che avranno un proprio padiglione, 184 giorni di esposizione (fino al 31 ottobre 2015), 20 milioni di visitatori previsti. Inutile dire che Expo per Milano (e per l’Italia intera) è un’occasione irripetibile. nell’Esposizione universale tra quelle impegnate nella realizzazione delle infrastrutture, le aziende fornitrici e le agenzie di eventi e comunicazione. Per mettere in contatto le imprese italiane con i Paesi partecipanti per la fornitura di beni e servizi, la società Expo 2015, in collaborazione con la Camera di Commercio di Milano e le principali associazioni di categoria a livello nazionale e territoriale, ha dato vita al Catalogo per i partecipanti: si tratta di un market place virtuale, costruito tramite piattaforma telematica. A Promos, l’ente speciale della Camera di Commercio, è stato affidato il compito di promuoverlo: è stato organizzato così un roadshow sul territorio locale e nazionale per informare imprenditori e professionisti sulle opportunità offerte dal Catalogo ed è stato istituito un Help desk apposito per le imprese. In vista dell’Expo, quindi, non c’è tempo da perdere... 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