locandina - Avvocati Termini

TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE DEDICATO AI CLIENTI DEL GRUPPO RANDSTAD
ANNO IX - NUMERO 34 - giugno 2014
PAGIN A 0 2
l’approfondimento
«Si è persa un’occasione». Così Francesco
Rotondi, avvocato dello studio LabLaw,
commenta le misure sulla somministrazione
PA GINA 03
PA GINA 0 4
case history
Novartis e Randstad HR Solutions insieme
per un progetto di formazione che ha coinvolto
circa 700 lavoratori somministrati
territorio
Viaggio nella Lombardia che cerca di attrarre
investimenti stranieri e nella Milano che si sta
preparando al grande evento di Expo 2015
E DITORIAL E
Agenzie protagoniste
È un momento di grandi cambiamenti, questo, per
il mondo del lavoro. E Workshop, come sempre, si fa
trovare pronto nel raccontare e commentare le recenti
novità in tema di contratti a termine, apprendistato e
somministrazione previste dalle norme recentemente
presentate dal Governo e convertite in legge.
Si tratta di misure significative, anche se non
“rivoluzionarie”, la cui adozione era urgente per
dare una “scossa” a un sistema bloccato come quello
italiano: l’abolizione della causale sia per i contratti
a termine che per la somministrazione, ad esempio,
a mio parere è un passo molto importante che toglie
qualsiasi tipo di alibi a chi sosteneva che la normativa
fosse eccessivamente rigida e poco chiara e lasciava
spazio a troppe interpretazioni.
Ma le maggiori novità potrebbero arrivare in futuro.
Di recente, infatti, ho incontrato proprio il Ministro del
Lavoro Giuliano Poletti, che sta lavorando al famoso
Jobs Act in pratica le misure che il Governo intende
adottare per cambiare e semplificare la materia
giuslavoristica. Entro un anno, quindi, potrebbero
vedere la luce numerose novità che coinvolgeranno
contratti di lavoro e ammortizzatori sociali.
In uno scenario così, sono convinto che le agenzie
per il lavoro avranno un ruolo sempre più importante
e non solo per quanto riguarda la somministrazione,
ma per una gamma di servizi sempre più ampia,
dalla formazione alla consulenza. Sarà interessante
capire come le agenzie potranno collaborare
con i centri pubblici per l’impiego per andare incontro
alle esigenze delle aziende e, allo stesso tempo,
supportare le persone ad aggiornare le proprie
competenze aiutandole a trovare un’occupazione.
Non c’è dubbio che abbiamo davanti a noi un periodo
stimolante. In attesa di ulteriori novità, ognuno
deve fare la sua parte.
Marco Ceresa
Amministratore Delegato Randstad Italia
CO VE R S T O RY / Nuove nor me
Al lavoro per il lavoro
incentivare l’occupazione è senza dubbio la priorità del governo. lo dimostrano
le misure contenute nella nuova legge da poco pubblicata, che presentano
novità soprattutto in tema di contratto a termine e apprendistato
C
ome creare un clima favorevole
agli investimenti e incentivare
l’occupazione? Il mondo politico, economico e industriale da
alcuni mesi si sta interrogando su questo
tema. Un interrogativo diventato sempre
più forte nelle ultime settimane, da quando il Governo ha presentato alle Camere,
tramite il Decreto legge 34/14 (convertito
nella legge 78/2014 in seguito alla pubblicazione in Gazzetta ufficiale del 19 maggio), le nuove misure legate all’occupazione e, in particolare, ai contratti a termine,
di apprendistato e di somministrazione.
Si tratta di misure che, secondo le dichiarazioni del Governo, anticipano e preparano la strada al Disegno di legge delega
1428/2014, che dovrebbe dar vita a un
nuovo Codice del lavoro semplificato e al
nuovo contratto a tempo indeterminato a
tutele crescenti.
Ma quali sono le misure più importanti
del Decreto?
legge del Decreto, il contratto a tempo
determinato potrà avere una durata massima di 36 mesi, comprese eventuali proroghe che si riducono a cinque (dalle otto
inizialmente previste) da potersi utilizzare
nell’arco dei 36 mesi. Non viene toccata
invece la disciplina dei rinnovi: alla fine di
un contratto sarà necessario rispettare il
periodo di “stop and go” (10 giorni se il
contratto dura meno di sei mesi o 20 se
dura di più) per poi rinnovarlo.
Il parere degli esperti
Ma che cosa ne pensano gli addetti ai lavori? Workshop ha raccolto alcuni commenti autorevoli: «Sicuramente queste
misure possono favorire le assunzioni,
anche se, mentre le aziende guadagnano
tre anni di flessibilità, ai lavoratori manca
una prospettiva futura – spiega Luca Solari, Docente di Organizzazione industriale
e Organizzazione del lavoro all’Università
statale di Milano –; probabilmente sarebbe
stato meglio puntare subito sul contratto a
tempo indeterminato a tutele crescenti».
Un punto sottolineato anche da Gilberto Creston, Segretario della Funzione
pubblica di Cgil Pavia: «Capisco l’esigenza
di avere norme più agili, ma non si può
prescindere dai diritti dei lavoratori: queste misure “consegnano” il lavoratore al
datore di lavoro, perché al termine dei tre
anni non c’è nessuna ipotesi di conferma.
Il rapporto di lavoro più diffuso dovreb-
PILLOLE
Campionato saldatori
CILE
Innovazione
Uomini di valore
In pista per i Giochi sudamericani
Piccole start-up crescono
Si è conclusa il 28 maggio a Milano la terza edizione
del Campionato saldatori Randstad 2014. Un’iniziativa promossa e coordinata dalla Specialty Technical in
partnership con Lincoln Electric, leader mondiale nella
progettazione e produzione di prodotti e soluzioni
per la saldatura, con il patrocinio dell’Istituto Italiano
della Saldatura. Una campionato speciale, suddiviso in
nove tappe in altrettante città italiane, che ha permesso di mettere in contatto i professionisti del settore
con le aziende. Il vincitore, tra i 142 partecipanti, è
stato Sergio Parisi, 42enne dipendente di Alstom a
Savigliano (Cn).
Un tempo si chiamavano Giochi della Croce del sud.
Oggi sono conosciuti come Giochi sudamericani e
sono una sorta di Olimpiadi del continente latino.
Quest’anno hanno avuto luogo in Cile, nel mese di
marzo, e in un certo senso anche Randstad può dire
di aver partecipato.
Randstad Cile, infatti, è stata partner strategico del
Comitato organizzatore e, sulla spinta dello slogan
“Capitale umano per lo sport,” ha aiutato l’ente nella
selezione di alcune figure chiave dell’evento, come
i 50 autisti delegati al trasporto degli atleti, delle
autorità e delle celebrità invitate.
Un sostegno alle imprese che innovano. E che possono
migliorare l’efficienza del nostro business.
Per questo Randstad ha dato vita al RIF (Randstad
Innovation Fund), il Fondo per l’innovazione rivolto
alle start-up.
Il primo investimento si chiama Gigwalk, un’impresa statunitense che offre soluzioni di marketing
innovativo. La start-up americana ha creato, infatti,
un motore di ricerca e una app per collegare i consumatori ai distributori, consentendo così alle aziende di ridefinire e ridisegnare le proprie strategie e i
propri modelli di business.
s
Il lavoro a termine senza causale
L’introduzione più importante è legata al
contratto a termine ed è quella relativa
all’abolizione della causale, ovvero l’obbligo di indicare le esigenze di carattere
tecnico, organizzativo, produttivo e sostitutivo che inducono il datore di lavoro
ad apporre una scadenza al contratto.
Con l’abrogazione della regola generale
che imponeva di indicare la causale nel
contratti viene meno la precedente ipotesi
di acausalità da prima missione introdotta dalla Riforma Fornero, che prevedeva
una durata massima del rapporto pari a
12 mesi. A seguito della conversione in
Una misura (anche) per i giovani
Uno degli obiettivi del Decreto legge 34/14 è contrastare la disoccupazione
giovanile, che in Italia sta toccando livelli di guardia: secondo i dati Istat,
nel nostro Paese gli under 25 senza lavoro ad aprile hanno superato il 43%.
workshop
CO VE R S TORY / Nuove nor me
segue dalla prima pagina
be essere quello a tempo indeterminato,
non a termine, come ribadito anche dall’Unione europea».
Attenzione
alle soglie di assunzione
Se da un lato, quindi, le aziende possono
godere di una maggiore libertà nell’assunzione di personale, dall’altro si deve fare
attenzione alle norme che impediscono
un uso scorretto degli accordi a tempo
determinato: è stato imposto, infatti, un
limite alle assunzioni a termine dirette da
parte delle aziende, che non devono essere più del 20% dell’organico complessivo, calcolato sulla base dei lavoratori a
tempo indeterminato. Non concorrono
al raggiungimento della soglia i contratti
stipulati per ragioni sostitutive, quelli per
esigenze stagionali, i contratti stipulati per
l’avvio di nuove attività e quelli siglati con
lavoratori over 55 e somministrati. Il tetto
del 20% può essere aumentato o ridotto,
invece, in base agli accordi previsti dai contratti collettivi nazionali di lavoro.
Le sanzioni per i “trasgressori” sono
comunque un po’ meno severe: se prima
erano previsti la conversione del contratto
del lavoratore – da determinato a indeterminato – e il pagamento di un’indennità, ora l’ammenda è pari al 20% della
retribuzione per ogni mese o frazione di
mese superiore a 15 giorni nel caso in cui
un solo lavoratore ecceda tale limite; sanzione che, nel caso di altri lavoratori che
sforano il tetto imposto, ammonta al 50%
dello stipendio. «Mi sembra una misura
positiva – commenta Solari –: non c’è più
la minaccia di assunzioni a tempo indeterminato, ma viene stabilita una logica
di risarcimento».
Le imprese che sono già al di sopra
di questa soglia del 20% hanno tempo
fino alla fine dell’anno per regolarizzarsi.
In caso contrario, dal 2015 non potranno
più assumere con contratto a termine.
«In sostanza, mi sembra che si stia
cercando di ridurre i disoccupati di lungo
periodo – commenta Creston –; si tratta
di una risposta immediata all’attuale situazione economico-sociale, sperando che
nel frattempo il sistema produttivo riparta
e ci sia la possibilità di introdurre forme di
lavoro nuove».
Come cambia l’apprendistato
Il Governo non ha agito però solo sui contratti a termine. Si è occupato anche di
quella che dovrebbe essere la tipologia più
utilizzata per l’inserimento dei giovani nel
mercato del lavoro, vale a dire l’apprendistato. Inizialmente cancellato, è ritornato
l’obbligo di inserire il piano individuale
formativo nel contratto, seppur in forma
sintetica. Un ruolo importante per la formazione viene mantenuto dalle Regioni,
che entro 45 giorni dalla sottoscrizione del
contratto di apprendistato devono comunicare all’azienda le modalità di svolgimento delle attività formative pubbliche, con la
possibilità di avvalersi anche dell’azienda
stessa o di enti privati per l’erogazione di
corsi e ore di formazione.
«Bisognerebbe prendere spunto per
la formazione dai modelli degli altri Paesi
europei, come la Germania. Serve un si-
«
stema professionale nuovo, con strutture
«È necessario dar vita a servizi che aiutino
le persone ad acquisire maggiori competenze
e più serenità. Probabilmente le migliori
intuizioni verranno da sperimentazioni locali»
interamente dedicate alla formazione del
lavoratore, che sia un mix tra formazione
pubblica e privata», racconta Gilberto Creston. È stata modificata anche la clausola
di stabilizzazione: l’obbligo di confermare
i contratti di apprendistato è previsto solo
per i datori di lavoro con più di 50 dipendenti (con la legge Fornero il vincolo era 30
dipendenti, mentre in precedenza 10), per
poter procedere alla stipula di nuovi contratti di questo tipo. «Si può ancora fare
molto – spiega Luca Solari –: è necessario
dar vita a servizi che aiutino le persone
ad acquisire maggiori competenze e più
serenità. Probabilmente le migliori intuizioni verranno da sperimentazioni locali».
Nel frattempo, qualcosa si muove... n
un passo
in avanti
Secondo
il professor
Luca Solari (nella
foto), le misure
adottate dal
Governo in tema
di contratti
a tempo
determinato
sono positive
in quanto mirano
a favorire
le assunzioni,
«anche se –
riconosce
il professore
– i lavoratori
“rischiano”
di avere una
prospettivafutura
limitata».
l’ approfondim ento / agenzie per il lavoro
«Un’occasione persa per tutti»
Così l’avvocato Francesco Rotondi ha definito le misure che hanno coinvolto
la somministrazione. Un argomento su cui c’è ancora un po’ di confusione, ma
che rappresenta sempre più un supporto per le aziende alla ricerca di flessibilità
«S
diversi per natura
In molti confondono la somministrazione con il contratto
a termine. Ma si tratta di due forme completamente
diverse, come tiene a sottolineare l’avvocato Francesco
Rotondi (nella foto): «Sono la somministrazione
è un contratto di natura commerciale tra l’utilizzatore
e l’agenzia per il lavoro mentre il contratto a tempo
determinato è un accordo tra lavoratore e azienda».
«Le esigenze delle imprese
in termini di flessibilità
organizzativa e le esigenze
dei lavoratori in termini di
accesso al mondo del lavoro
possono trovare una risposta
solo attraverso la conoscenza
concreta della normativa»
Chiunque voglia dare il proprio contributo a questa rubrica,
proponendo e affrontando una tematica che ritiene
importante, può scrivere a [email protected]
i è persa un’altra occasione per dare autonomia e dignità a
un modello contrattuale che potrebbe rappresentare uno strumento per lo sviluppo del Paese». Esordisce
così Francesco Rotondi, founding partner
dello studio legale LabLaw, parlando delle nuove misure che regolamenteranno il
contratto di somministrazione. In occasione
della tappa milanese (20 maggio) del Tour
legale organizzato da Randstad, oltre alle
novità introdotte per contratto a termine e
apprendistato, si è infatti discusso anche del
contratto che regola la fornitura professionale di manodopera da parte delle agenzie
per il lavoro. Una modalità contrattuale che
sembra soffrire dell’incapacità della politica
di legiferare in modo chiaro e puntuale.
Difetti di legislazione
Dal 1997, infatti, la legislazione tratta praticamente allo stesso modo il contratto a
termine e il contratto di somministrazione.
Un’anomalia tutta italiana che deriva dal
nostro contesto politico, sociale e sindacale. «In realtà – ha spiegato l’avvocato
ai numerosi presenti – c’è una profonda
differenza tra contratto a termine e somministrazione: il primo è regolamentato
dal codice civile, mentre il secondo, che di
fatto è un contratto di natura commerciale, ha un altro sistema di regole. Inoltre,
anche i soggetti contraenti sono diversi
(impresa e lavoratore per il contratto a
termine; agenzia per il lavoro e utilizza-
tore per la somministrazione, ndr). Non
sarebbe quindi corretto equiparare a livello
normativo queste due forme contrattuali».
Il nuovo decreto non ha contribuito a
eliminare questo “vizio”, anche se rende
la vita più facile alle imprese.
Causa, tempo e sanzioni
Anche per la somministrazione, infatti, è
prevista l’eliminazione della causale, sia
nel contratto commerciale tra l’azienda e
l’agenzia per il lavoro, sia nel successivo
contratto tra l’agenzia e il lavoratore. Il
limite massimo di ogni singolo contratto
di somministrazione di lavoro a tempo
determinato resta di 36 mesi e prevede un massimo di sei proroghe, come
previsto dal Contratto nazionale per le
agenzie per il lavoro da poco rinnovato. In questo caso, c’è una differenza
sostanziale con il contratto a tempo determinato: le cinque proroghe previste
per quest’ultima tipologia di contratto
si riferiscono alla durata complessiva del
rapporto tra datore di lavoro e lavoratore
(che non può superare i 36 mesi) e non
per ogni singolo contratto; per la somministrazione, invece, le proroghe sono
sei per ogni contratto e, salvo particolari
casi previsti dai Ccnl, non vi sono particolari limiti temporali di utilizzo.
Ma le misure avrebbero potuto essere
ancora più incisive: «Il legislatore non è
voluto entrare nel merito del contratto
di somministrazione e, paragonandolo al
contratto a termine, ha creato un po’ di
confusione. In realtà la somministrazione
a tempo determinato è una forma contrattuale che garantisce una buona flessibilità:
il vincolo può essere sciolto senza sanzioni
ed è uno strumento che può essere rinnovato in poco tempo senza pagare di più».
Inoltre, gli unici limiti imposti per il
numero di somministrati in azienda sono
quelli previsti dalla contrattazione collettiva o dagli accordi interconfederali: il limite
del 20% di lavoratori a termine in azienda
previsto dal Decreto Poletti, infatti, non
trova applicazione per la somministrazione. Sono esclusi dai limiti di contingentamento stabiliti dal Ccnl, tra gli altri, anche
lavoratori in mobilità, stagionali e quelli
assunti in sostituzione di lavoratori assenti, soggetti disoccupati che percepiscono
indennità di disoccupazione o persone che
percepiscono ammortizzatori sociali e i lavoratori svantaggiati (tra gli altri, over 50
o disoccupati da almeno sei mesi) o molto
svantaggiati (ad esempio disabili o senza
lavoro da almeno 24 mesi).
La somministrazione può essere quindi
un valido supporto alle imprese: «Le esigenze delle imprese in termini di flessibilità
organizzativa e le esigenze dei lavoratori
in termini di accesso al mondo del lavoro
possono trovare una risposta solo attraverso la conoscenza concreta della normativa. L’obiettivo di questo tour legale
organizzato con Randstad è proprio quello
di fornire certezze circa il quadro normativo di riferimento attraverso anche l’analisi
di casi concreti, conclude Rotondi». n
ANNO IX - NUMERO 34 - giugno 2014
Case h istory / progetti
C A LEND A RIO
Novartis, obiettivo formazione
da giugno
Randstad HR Solutions e la divisione Vaccini della multinazionale farmaceutica
hanno collaborato a un’iniziativa di training rivolta ai somministrati. Lo scopo?
Trasferire il sistema di valutazione della Performance, valori e comportamenti
Nel mese di giugno Randstad Hr Solutions
organizza in collaborazione con Bosch Tec, scuola
di formazione del Gruppo Bosch, un corso di
formazione Lean Experience all’interno del sito
di Cernusco sul Naviglio, a pochi passi da Milano.
Gli argomenti del corso saranno relativi alla Lean,
ovvero tutto ciò che può contribuire a rendere
la produzione più snella, e prevederanno lezioni
teoriche e round pratici in aule appositamente
allestite.
R
andstad e Novartis a braccetto. E non solo per le “classiche” attività di formazione.
«Le due aziende collaborano in diversi Paesi, ma ogni nazione ha
un suo accordo separato. Qui in Italia
collaboriamo con la divisione Vaccini,
che ha sede a Siena, per le attività di
somministrazione di lavoratori a tempo
determinato e indeterminato, e offriamo anche servizio di consulenza sul training», racconta Andrea Salvini, National
key account di Randstad.
Prima formare, poi valutare
E proprio questo è il cuore del progetto
che ha portato alla formazione – in tema
di performance management – di oltre
700 somministrati legati non solo a Randstad, ma anche ad altre agenzie per il
lavoro. «La nostra esigenza era di estendere il nostro sistema di valutazione delle
prestazioni anche ai numerosi lavoratori
somministrati dei nostri siti di Siena e
Rosia – racconta Benedetta Caselli, Responsabile HR Central managament della divisione Vaccini di Novartis -. Prima,
però, era necessario formarli e renderli
consapevoli della filosofia che sta dietro
a questo sistema di performance management, trasferendo loro la differenze
fra obiettivi, valori e comportamenti attesi in Novartis. I somministrati, infatti,
non sapevano nulla di questo sistema
che si applicava, fino all’anno precedente, solo ai collaboratori Novartis».
Numeri da record
Da qui è nato il percorso formativo
coordinato da Randstad HR Solutions.
«Si tratta di un progetto di formazione
Con Bosch la formazione è Lean
Fino al 31 ottobre
10 milioni per i lavoratori
un team che funziona
Benedetta Caselli (al centro) è soddisfatta del lavoro svolto in
collaborazione con Randstad HR Solutions. Manuela Agosti (a sinistra)
e Andrea Salvini (a destra) possono così sorridere...
finanziata rivolto a una popolazione di
somministrati composta per più dell’80%
da operai, ma ha coinvolto anche figure
di staff e ricercatori – racconta Manuela
Agosti, Training manager di Randstad HR
Solutions –. Come prima cosa, abbiamo
costruito la matrice del progetto, concordando i contenuti con Novartis e un’altra
società, i cui consulenti sono poi andati
a illustrarli “sul campo” ai somministrati. Il progetto, nato ad aprile 2013, si è
concretizzato tra i mesi di novembre e
dicembre 2013 con 30 aule da quattro
ore ciascuna. Si è trattato di un grande
sforzo organizzativo, visto che abbiamo
dovuto gestire e coordinare oltre 700
persone tenendo in considerazione turni
di lavoro, esigenze e spostamenti».
ai somministrati alcune riviste, con l’indicazione di individuare attraverso immagini e fotografie in esse contenute i valori
Novartis e di costruire un patchwork che
sintetizzasse per loro gli aspetti chiave
della mission della nostra azienda. Sono
contenta perché abbiamo ricevuto ottimi
feedback da tutti i partecipanti; Novartis desidera che le persone lavorino per
obiettivi e questo deve valere a ogni livello: basti pensare che in azienda il bonus
per il raggiungimento degli obiettivi è
esteso anche ai somministrati».
Lavorare in Novartis premia, non c’è
dubbio. n
Fondimpresa continua a sostenere le realtà
in crisi. Con l’Avviso 2/2014, il Fondo finanzia
la formazione di lavoratori a rischio di perdita
del posto, in particolare di quelli in cassa
integrazione nell’ambito di accordi che prevedono
l’utilizzo di ammortizzatori sociali.
Sono a disposizione 10 milioni di euro fino
a esaurimento risorse. Per riqualificare i lavoratori,
le imprese potranno usufruire di contributi
aggiuntivi fino a un massimo di 200mila euro
nel cuore
della toscana
Il progetto
di formazione era
indirizzato a oltre 700
somministrati operativi
nei siti Novartis
di Siena e Rosia.
Obiettivo raggiunto
Un grande sforzo che ha dato i suoi
frutti, come racconta ancora Benedetta
Caselli: «Durante le ore in aula abbiamo
svolto alcune esercitazioni per trasferire
al meglio i comportamenti attesi in Novartis: ad esempio, abbiamo consegnato
BUSINE SS
Risorse umane: il futuro è sempre più centralizzato
i Service Center sono nati per ottimizzare alcune attività hr. randstad ne ha sette in tutto il mondo: scopriamo di che cosa si tratta
L
a nuova frontiera delle risorse umane si chiama Service center. In pratica, un vero
e proprio hub in cui sono concentrate alcune delle più importanti attività del processo HR: non solo quelle amministrative, ma anche quelle di selezione e formazione.
Attività centralizzate
Il concetto sembra complicato da spiegare, ma non è così. «I Service center sono
nati negli anni ’80 all’interno delle grandi aziende; si tratta di veri e propri centri
di servizio dedicati al business, che si occupano di migliorare e standardizzare i processi all’interno di determinate aree» – racconta Dan Ferrandino, Director business
development EMEA di Randstad Sourceright, la società del gruppo che si occupa a
livello mondiale di Rpo, l’outsourcing del processo di reclutamento.
Questi center of expertise in seguito hanno abbracciato anche il mondo HR. Soprattutto all’interno delle grandi aziende multinazionali, infatti, molte attività dell’area
delle risorse umane sono state centralizzate, per ridurre i costi di gestione e anche per
fare fronte alle sempre più crescenti richieste di flessibilità e contaminazione delle
diverse realtà nazionali. E così sono nati i primi HR Service center, che inizialmente si
occupavano di attività amministrative come gestione di dati e benefit, trasferimenti
e payroll. Oggi il loro perimetro si è allargato anche ad attività di selezione come
pre-screening dei cv e preparazione di documenti e contratti, e di formazione come
l’organizzazione dei corsi.
Le “sette meraviglie” di Randstad
Ma come funziona un vero Service center sul recruitment? Per capirlo bene ci aiutano
gli Shared service center di Randstad. «Ne abbiamo sette nel mondo, dislocati negli
Stati Uniti, Regno Unito, Ungheria, India, Malesia e Filippine – racconta ancora Dan
Ferrandino -. A Budapest, ad esempio, il nostro hub per l’Europa, ci sono 45 persone
e si parlano 16 lingue, tra cui l’italiano. Ci sono alcune attività, come le interviste
telefoniche, che possono essere svolte solo da persone madrelingua».
Benefici per tutti
«Si tratta di un modello organizzativo che può portare grandi benefici alle aziende –
racconta Fabio Costantini, Chief operations officer di Randstad HR Solutions –. Oltre
a un maggiore coinvolgimento dei dipendenti nel processo HR, c’è la possibilità di
usufruire di economie di scala sul recruitment, ottenere massima trasparenza nel
monitoraggio del budget e del Roi e “liberare” le risorse degli uffici HR dai compiti
più operativi per concentrarsi su obiettivi più strategici».
Basta qualche piccolo accorgimento per ottenere buoni risultati: definire attentamente le attività da centralizzare nell’HR Service center, adottare un’interfaccia
integrata con tutti gli altri database di HR management e delineare in modo chiaro
procedure, processi, responsabilità e i parametri per la valutazione dell’efficacia del
servizio, oltre a un’accurata formazione per i dipendenti coinvolti.
workshop
ANNO IX - NUMERO 34 - giugno 2014
TERRITO RIO / Lom bardia
La scommessa (da vincere) di una regione
Aumentano gli investimenti stranieri nella “locomotiva” d’Italia. Lo testimonia il progetto Invest in Lombardy,
cui partecipa anche Randstad. e Come raccontano gli addetti ai lavori, i numeri dopo due anni di attività sono positivi
È
considerata uno dei motori
d’Europa. Ma la Lombardia
è anche una regione in “profonda trasformazione”. E
non è solo l’Istat, l’Istituto nazionale di
statistica, a dirlo nel suo 9° censimento
dell’industria e dei servizi, pubblicato nel
mese di maggio: «Negli ultimi anni sono
stati in molti a dimostrare un interesse
sempre maggiore per il nostro territorio:
la Lombardia è una regione con aziende
eccellenti e molto diverse tra loro, che
suscitano l’interesse di investitori di tutto
il mondo», spiega Pier Andrea Chevallard,
direttore di Promos, l’ente speciale della
Camera di Commercio che ha dato vita
a Invest in Lombardy, il progetto nato nel
2012 per aiutare le aziende straniere a
investire in Italia.
Un supporto per gli investitori
Invest in Lombardy è nato dall’esigenza,
espressa da molte imprese straniere, di
trovare un interlocutore istituzionale che
li aiutasse negli investimenti. «Non è
semplice investire in Italia – spiega Chevallard – a causa di una forte burocrazia
e della scarsa capacità del nostro territorio di promuoversi e valorizzarsi». Grazie
anche al supporto di partner qualificati,
Invest in Lombardy supporta le aziende
che decidono di scommettere su Milano
e dintorni: «Le nostre attività sono varie:
aiutiamo gli investitori a definire il business plan, forniamo dati e informazioni
sul mercato di riferimento, li mettiamo in
contatto con consulenti, soggetti privati o
banche e li aiutiamo a risolvere i problemi
con la pubblica amministrazione».
Tra questi partner qualificati c’è anche
Randstad: «Vogliamo essere protagonisti in un momento di grandi prospettive
per questa regione – racconta Alessandro
Chiozzi, Business development manager
– e abbiamo le carte in regola per farlo:
siamo una società internazionale presente capillarmente su tutto il territorio
e possiamo offrire un’ampia gamma di
servizi, dalla somministrazione alla formazione passando per le nostre divisioni
specializzate». Una scommessa per tutti,
quindi, che sembra dare i suoi frutti.
Un progetto che funziona
In poco più di due anni dall’inizio del progetto, infatti, i risultati non si sono fatti
attendere: «I numeri sono sotto gli occhi
di tutti – spiega Chevallard –: per ogni
euro investito in questo progetto ne ritornano 60. Dal 2012 abbiamo contattato
più di 10mila aziende, circa 5mila l’anno.
Abbiamo finalizzato circa 40 tra investi-
menti e espansioni sul nostro territorio e,
in questi primi mesi del 2014, abbiamo
già assistito quasi 100 investitori».
Molti di essi sono europei e americani,
anche se negli ultimi anni le aziende di
Paesi come Brasile, Russia e India sembrano essere molto attive. «Si tratta spesso
di grandi realtà – racconta Chevallard –
anche se non mancano le Pmi: di solito
comprano o investono in un’azienda per
portare il prodotto nel loro mercato d’origine. Le più interessate sono le aziende
farmaceutiche, ma anche il settore della
logistica è coinvolto: cercano il nostro
know-how, le nostre competenze e, infatti, un altro settore su cui gli investitori
puntano è quello legato al design, del
quale Milano è capitale mondiale».
Al centro dei servizi
Ma se gli investimenti dall’estero continuano a crescere, per le aziende e i lavoratori lombardi il presente e il futuro sono
ancora di difficile lettura. Anche a Milano,
il cuore (e la mente) del sistema economico lombardo. «Stiamo osservando una
fase di crescita dei mercati – racconta Laura Roselli, Area manager di Randstad –,
ma non sappiamo se e quanto durerà. Se
alcuni settori, come il mercato assicurativo, presentano piccole battute d’arresto,
altri stanno crescendo: è il caso dell’Ict, a
cui abbiamo dedicato una Unit apposita».
Sviluppatori, sistemisti e programmatori sono quindi sempre più richiesti, non
solo dalle società di consulenza. E anche il
settore della ristorazione e dell’hotellerie
è in crescita.
La parte del leone a Milano, infatti, la
giocano proprio i servizi. «La parte produttiva – continua Laura Roselli – ormai
è fuori dalla città, così come le aziende
di logistica e le realtà distributive e chimico-farmaceutiche. Se dovessi dare un
consiglio alle imprese, direi di continuare a spingere sull’acceleratore, visto che
siamo in una fase positiva del mercato»,
conclude Laura Roselli. n
un cantiere
verso il futuro
La Lombardia
è da sempre una
delle regioni
che guidano non
solo l’economia
italiana, ma anche
quella europea:
basti pensare che
il Pil pro-capite,
in base alle
ultime rilevazioni
effettuate dal
Centro studi di
Confcommercio,
supera i 34mila
euro. E intorno
a una Milano che
si sta rimettendo
a nuovo in vista
di Expo, sono
molte le aree
produttive
di eccellenza
pronte a sfruttare
le opportunità
offerte
dall’Esposizione
universale.
Eventi
Expo, Milano si mette in mostra
Tra meno di un anno inizierà l’Esposizione universale. Un appuntamento in grado di offrire a molte aziende italiane nuove possibilità
di crescita e di sviluppo. E infatti la città si è già “messa in moto” con una serie di importanti iniziative. Perché l’occasione è unica
I
l countdown è iniziato. Manca meno
di un anno, infatti, all’inizio di Expo
(1° maggio 2015) e a Milano e in Lombardia
sono molte le iniziative dedicate a cittadini
e imprese per presentare le opportunità
offerte dall’evento. Un “fremito” che sta
scuotendo tutti i partecipanti e gli addetti
ai lavori, come racconta Giacomo Biraghi,
coordinatore dei Tavoli tematici Expo 2015,
il progetto della Camera di Commercio
di Milano per coinvolgere il sistema
economico-imprenditoriale nell’Esposizione
universale. «Io lo definisco “Expottimismo”:
dal 2010 abbiamo creato un ufficio
dedicato a questo evento e dei tavoli
tematici per consentire a privati cittadini,
imprenditori e giovani fondatori di start-up
di presentare il loro progetto a una platea
di aziende, istituzioni, investitori e media.
Agli ultimi tavoli erano presenti più di mille
persone, mentre le aziende che hanno
presentato progetti concreti in questi mesi
sono state 880. Inoltre, offriamo
una consulenza quotidiana alle imprese:
negli ultimi tre anni ne abbiamo assistite
più di 30mila».
Un Catalogo da non perdere
L’Expo sarà senza dubbio un evento
determinante per Milano e la Lombardia:
è previsto, infatti, un indotto di circa
25 miliardi di euro nel periodo compreso
tra il 2013 e il 2020, e le creazione
di circa 190mila posti di lavoro. «Stiamo
già lavorando con clienti stranieri che ci
richiedono personale – racconta Matteo
Ambrosio, Unit Manager della filiale
milanese Randstad di via Vittor Pisani –:
abbiamo ricevuto richieste da aziende
private tedesche, spagnole e giapponesi
che operano nel catering, nella ristorazione
e nell’organizzazione di eventi pubblici
e congressuali».
Secondo le stime della Camera di
Commercio, invece, saranno più di mille
le imprese italiane coinvolte direttamente
opportunità da cogliere
Oltre 150 Paesi partecipanti di
cui 60 che avranno un proprio
padiglione, 184 giorni di
esposizione (fino al 31 ottobre
2015), 20 milioni di visitatori
previsti. Inutile dire che Expo
per Milano (e per l’Italia intera)
è un’occasione irripetibile.
nell’Esposizione universale tra quelle
impegnate nella realizzazione delle
infrastrutture, le aziende fornitrici
e le agenzie di eventi e comunicazione.
Per mettere in contatto le imprese italiane
con i Paesi partecipanti per la fornitura
di beni e servizi, la società Expo 2015, in
collaborazione con la Camera di Commercio
di Milano e le principali associazioni di
categoria a livello nazionale e territoriale,
ha dato vita al Catalogo per i partecipanti:
si tratta di un market place virtuale,
costruito tramite piattaforma telematica.
A Promos, l’ente speciale della Camera
di Commercio, è stato affidato il compito
di promuoverlo: è stato organizzato così un
roadshow sul territorio locale e nazionale
per informare imprenditori e professionisti
sulle opportunità offerte dal Catalogo
ed è stato istituito un Help desk apposito
per le imprese.
In vista dell’Expo, quindi, non c’è tempo
da perdere...
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