Scuola di Ingegneria Tecnica del freddo G. Grazzini, A. Milazzo ________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Esistenza del massimo per il lavoro Consideriamo un sistema chiuso in condizioni stazionarie che scambi le quantità di calore Qh e Qc con solo due sorgenti alle temperature Th e Tc. Lo scambio avvenga attraverso due isoterme alle temperature Tsh e Tsc, con Th > Tsh > Tsc > Tc. In base al primo principio della Sorgente calda Th Bh termodinamica, in un sistema chiuso che Scambi termici isotermi percorre un ciclo, il calore ceduto dalla Tsh sorgente calda Qh dovrà essere maggiore di Sistema chiuso quello Qc ceduto alla fredda perché il lavoro sia positivo. Lm Tsc Bc Lm=Qh-Qc Considerando il lavoro in funzione di Qh, si Th > Tsh > Tsc > Tc Sorgente fredda Tc pag. 1 Scuola di Ingegneria Tecnica del freddo G. Grazzini, A. Milazzo ________________________________________________________________________________________________________________________________________________ presentano due casi con lavoro nullo: a) Qh = 0 che implica Qc = 0 ; b) Qh = Q'c Il lavoro essendo nullo a questi estremi e maggiore di zero nell’intervallo tra loro, dovrà esistere almeno un massimo per 0 < Qh < Q'c. Si noti come agli estremi si abbiano particolari valori del rendimento; considerando Q come una funzione delle differenze di temperatura si ha: qh = Bh T h − T sh qc = Bc (Tsc − Tc ) La condizione Qh = 0 fornisce Th=Tsh, Tc = Tcs. Quindi per un motore reversibile si può scrivere il rendimento come ε = 1 - Qc/Qh = 1 - Tc/Th pag. 2 Scuola di Ingegneria Tecnica del freddo G. Grazzini, A. Milazzo ________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Vale a dire il rendimento è quello classico di Carnot per lavoro sviluppato nullo. D'altra parte la condizione Qh = Q'c dà per l’efficienza ε = 1 - Q'c/Qh = 0 Una legge generale di scambio termico Supponiamo che sia utilizzabile una legge generale di scambio termico per la temperatura più alta ed una di tipo convettivo per cedere calore a bassa temperatura qh = Bhm T mh − T shm Sfruttando la reversibilità interna del motore, il secondo principio della termodinamica permette di scrivere che: qc = Bc1 (Tsc − Tc ) pag. 3 Scuola di Ingegneria Tecnica del freddo G. Grazzini, A. Milazzo ________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Qh Qc = Tsh Tsc ed usando le relazioni di scambio termico si ottiene per il rendimento: m Tsh Tc Tsh m − 1 Lm εm = = 1 − / − Th β m 1 − qh Th Th Th (5.1) e per il lavoro l’espressione: T m Lm = BhmThm 1 − sh ε m Th con Bhm βm = Bc1 pag. 4 Scuola di Ingegneria Tecnica del freddo G. Grazzini, A. Milazzo ________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Tsh Nel caso in cui m=1 è possibile derivare rispetto a Th e si ricava l'espressione del lavoro massimo Lmax 1 T = Bc1β1Th 1 − c Th ½ 2 / (1 + β1 ) per ½ Tc Tsh = β1 + / (1 + β1 ) Th Th ed il rendimento corrispondente al lavoro massimo per m=1 sarà pari a: ½ ε L1 Tc = 1 − Th , [Curzon e Ahlborn, 1975]. pag. 5 Scuola di Ingegneria Tecnica del freddo G. Grazzini, A. Milazzo ________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Per un m generico l'equazione (5.1) mostra come, l'efficienza massima, si ottenga per Tsh=Th e corrisponda a quella di Carnot, come d’altronde previsto anche teoricamente per l’energia solare, ma con Qh=0 e quindi L=0 come precedentemente detto. Per una differenza di temperatura finita tra Tsh e Th , il massimo dell'efficienza si ha invece per βm = 0 cioè Bc1 tendente all'infinito (dato che Bhm=0 fornirebbe Qh=0 ed L=0) e vale Tc εm = 1− Tsh L’equazione (5.1) fornisce risultati confrontabili con quelli classici per l’energia solare, con m=4. Dalle relazioni si vede che il rendimento di Carnot e quello di Curzon e Ahlborn sono indipendenti da β1 mentre, per un m=4, che corrisponde al caso dell’irraggiamento ed in particolare si può riferire alla radiazione solare, il rendimento corrispondente al lavoro massimo, εLm, aumenta al diminuire di βm . pag. 6 Scuola di Ingegneria Tecnica del freddo G. Grazzini, A. Milazzo ________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Dalle figure si nota l'esistenza di un massimo per il lavoro ottenibile il cui valore, ed il Tsh valore di Th per cui si ottiene, dipendono da β1 . Il lavoro massimo aumenta al crescere Tsh di β1 , così come, per un dato valore di Th , ne dipende il valore dell'efficienza ε1 crescente al diminuire di β1 . Si noti l'esistenza di un massimo per il lavoro ottenibile anche per m=4, funzione, oltre Tsh che di Th , di un parametro β4 = σβ1 con σ costante di Stefan-Boltzmann che è richiesta dalla legge di scambio termico considerata. Da tutto ciò si coglie l'importanza del rapporto tra le caratteristiche degli scambiatori al fine di ottenere il lavoro massimo ed il massimo rendimento; dato però che questi due massimi non si ottengono con lo stesso valore dei parametri considerati, l'ottimizzazione sarà strettamente condizionata dal disegno del sistema e dalle modalità di scambio termico utilizzate. Ad esempio, nel caso in cui si utilizzi una risorsa rinnovabile, potrebbe essere preferibile realizzare il sistema in modo che questo risulti ottimizzato rispetto al lavoro massimo, mentre, nel caso in cui si utilizzi una risorsa esauribile, sarà preferibile ottimizzare il rendimento, così da ottenere lavoro con il minimo impiego di risorse. pag. 7 Scuola di Ingegneria Tecnica del freddo G. Grazzini, A. Milazzo ________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Lavoro in funzione di Tsh/Th per vari valori di β1ed m=1;Th=1500K Tc=300K Rendimento in funzione di Tsh/Th per vari valori di β1 ed m=1; Th=1500K Tc=300K pag. 8 Scuola di Ingegneria Tecnica del freddo G. Grazzini, A. Milazzo ________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Lavoro in funzione di Tsh/Th per differenti valori di β1 ed m=4 ; Th=1500K Tc=300K Rendimento in funzione di Tsh/Th per differenti valori di β1 ed m=4 ; Th=1500K Tc=300K pag. 9 Scuola di Ingegneria Tecnica del freddo G. Grazzini, A. Milazzo ________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Sistemi frigoriferi irreversibili con scambi isotermi L'analisi termodinamica di cicli frigoriferi e pompe di calore può essere sviluppata sulla falsariga di quella trattata nel precedente paragrafo per motori endoreversibili con irreversibilità termiche esterne. Detta analisi e' stata applicata a motori irreversibili anche internamente molto presto [Bejan, 1988] in particolare è stato posto in evidenza, [Grazzini, 1990], come non occorra introdurre il concetto di potenza, ma si possa restare nell'ambito dell'analisi termodinamica classica. Andiamo qui ad analizzare cicli inversi che presentano irreversibilità sia interne che esterne, limitandoci alla trattazione di quelli con scambi termici che avvengono tra fluidi a temperatura costante. E' possibile così procedere ad una semplice analisi parametrica dei sistemi, data la riduzione delle variabili in gioco, analisi riportata in forma grafica per alcuni valori dei parametri introdotti. Viene discussa anche la possibile esistenza di un minimo per il lavoro necessario al funzionamento della macchina, in analogia al caso della macchina motrice che presenta un massimo. Attraverso il bilancio exergetico del sistema, il bilancio entropico ed ammettendo una legge lineare di proporzionalità diretta tra l'energia termica scambiata e le differenze di temperatura, vengono espresse le grandezze utilizzabili per la definizione del COP e dell'efficienza exergetica. pag. 10 Scuola di Ingegneria Tecnica del freddo G. Grazzini, A. Milazzo ________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Viene mostrata l'esistenza di un massimo per il COP in funzione della differenza di temperatura tra sorgente calda ed isoterma superiore del ciclo. L'insieme costituito dal frigorifero che lavora con un ciclo chiuso stazionario tra due fluidi, uno raffreddato e l'altro riscaldato, può essere visto come un sistema aperto che, assorbendo lavoro esterno, sottrae energia termica ad una corrente fluida a temperatura Tc e la cede ad un'altra a temperatura Th più elevata della prima; quindi il bilancio exergetico, trascurando le variazioni di energia cinetica e potenziale, può essere così espresso: Th Qh Tsh Ls Ex = Exci+ Exhi- Exco- Exho - Tr ∆Su ove Tr è la temperatura di riferimento. Dato che assumiamo scambi termici temperatura costante, esso diviene: Th Tsc a Tc Qc Tc Ex = -Qh(1-Tr/Th)+Qc(1-Tr/Tc)-Tr∆Su pag. 11 Scuola di Ingegneria Tecnica del freddo G. Grazzini, A. Milazzo ________________________________________________________________________________________________________________________________________________ L'entropia prodotta nell'universo termodinamico vale ∆Su = ∆Sh + ∆Sc + ∆Ss per il sistema in condizioni stazionarie, dove: ∆Sh = Qh/Th - Qh/Tsh ; ∆Sc = -Qc/Tc + Qc/Tsc ; ∆Ss = Qh/Tsh- Qc /Tsc, essendo Tsh e Tsc le temperature delle isoterme lungo le quali avviene lo scambio termico tra il fluido che percorre il ciclo frigorifero ed i due fluidi che entrano ed escono dal sistema; sarà: Tsh > Th > Tc > Tsc Sostituendo nell'espressione dell'exergia, si ottiene ovviamente: Ex = -Qh + Qc Contrariamente a quanto avviene per le macchine motrici, per cui l'analoga relazione permette di affermare l'esistenza di un massimo per il lavoro ottenibile, in questo caso si può solo affermare che, in base al secondo principio della termodinamica, l'exergia deve essere sempre fornita al frigorifero oppure essere nulla, cioè: Ex ≤ 0 con |Qh| ≥ Qc ≥0 e Qh ≤ 0. pag. 12 Scuola di Ingegneria Tecnica del freddo G. Grazzini, A. Milazzo ________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Dalla relazione tra le temperature, segue che si possono assumere le seguenti relazioni per valutare lo scambio termico: Qh = Bh (Tsh − Th ) Qc = Bc (Tc − Tsc ) sottosistema del ciclo inverso applicando il secondo principio della termodinamica al Qc Qh ∆S s = + Tsc Tsh e ponendo Bh ∆S s ∆Th Th ∆Th = Tsh − Th , ∆Tc = Tc − Tsc , β = ,G = ,t = ,τ = Bc Bc Th Tc si può scrivere Qc = COP = BcTc [t (β − G ) − G ] 1 − G + t (β + 1 − G ) Qh = BhTht Qc [1 − G + t (β + 1 − G )] = 1 − tβτ [t (β − G ) − G ] Ls −1 pag. 13 Scuola di Ingegneria Tecnica del freddo G. Grazzini, A. Milazzo ________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Il COP è nullo se Qc tende a zero o Qh (Ls)tende all'infinito. Considerando 0<G<1 con β e t maggiori di zero allora COP( t ) G ,β G > 0 se < t < ∞ β − G COP( β ) G ,t 1 > 0 se G1 + < β < ∞ COP( G ) t ,β t tβ > 0 se G > 1+ t Per cui il COP dovrà avere un massimo come funzione della differenza di temperatura, tra sorgente ed isoterma calda, e del rapporto tra le caratteristiche degli scambiatori in corrispondenza di due valori facilmente individuabili annullando le derivate t max ½ β G 1 + G(1 + β − G ) = β −G ; βmax 1 1 = G1 + 1 + ½ t G viceversa, il COP (G)t,β aumenta sempre al diminuire di G. pag. 14 Scuola di Ingegneria Tecnica del freddo G. Grazzini, A. Milazzo ________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Definendo l’efficienza exergetica come: Exco − Exci η ex = Ex con le stesse ipotesi usate prima si ottiene: Tr η ex = COP ⋅ (1 − ) Tc e l’efficienza exergetica presenterà un massimo per gli stessi valori di β e t per cui il COP ha un massimo. Per le pompe di calore si ottiene la relazione classica: COPp = COP + 1 ed in conseguenza della definizione assunta di rendimento exergetico: η exp = Exho − Exhi T = (COP + 1)(1 − r ) Ex Th Considerando il COP funzione solo dei parametri adimensionali β e t, si possono trovare dei massimi quando si hanno irreversibilità interne al sistema. E' possibile verificare l’assenza di una condizione di ottimo per l’exergia. pag. 15 Scuola di Ingegneria Tecnica del freddo G. Grazzini, A. Milazzo ________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Andamento del COP (t,β) con G=0.001; Th=303.15; Tc=253.15; τ=1.2 Andamento di Ex(t,β) con Th=303.15; Tc=253.15; TR=293.15;τ=1.2;G=0.001 pag. 16 Scuola di Ingegneria Tecnica del freddo G. Grazzini, A. Milazzo ________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Andamento del COP (G,β) con t=0.02; Th=303.15; Tc=253.15; τ=1.2 Andamento del COP (tmax) come funzione di β e G con Th=303.15; Tc=253.15; τ=1.2 pag. 17 Scuola di Ingegneria Tecnica del freddo G. Grazzini, A. Milazzo ________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Ottimizzazione numerica di un sistema frigorifero In letteratura si trovano pochi esempi di analisi di frigoriferi completamente irreversibili; il ciclo viene a volte esaminato anche attraverso le trasformazioni interne nel caso di simulazioni. Gli scambiatori sono considerati in modo semplificato, a parametri costanti e tuttavia le relazioni di “ottimo” che si ottengono non sono semplici, essendo numerose le variabili. Anche una valutazione numerica delle condizioni di ottimo, attraverso i parametri concentrati, diviene abbastanza complessa. Conseguentemente è stata usata una metodologia di ottimizzazione che considera il comportamento fisico degli scambiatori e porta al loro dimensionamento ottimale, definendo anche le temperature di lavoro del fluido. Il ciclo analizzato è un ciclo a compressione semplice. Considerando le irreversibilità interne ed esterne, il COP massimo viene ricercato numericamente in funzione delle differenze di temperatura delle sorgenti e dei parametri degli scambiatori. Viene utilizzato R-134a come fluido frigorigeno data la sua attuale diffusione. Bilancio in condizioni stazionarie Si consideri un sistema frigorifero che evolve tra due fluidi, sottraendo calore da un fluido freddo, la cui temperatura di ingresso al sistema aperto indichiamo con Tci, e restituendolo ad uno caldo, con temperatura di ingresso Thi, essendo Wf il lavoro fornito dall’esterno. pag. 18 Scuola di Ingegneria Tecnica del freddo G. Grazzini, A. Milazzo ________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Trascurando le variazioni di energia cinetica e potenziale, trascurando le perdite di carico, la prima legge della termodinamica ci consente di scrivere: . . ∑ W j = mc ∆hc + m h ∆hh Wh Tho Thi Qh Tfho Tfhi Assumendo valido per i fluidi evolventi, il comportamento dei gas o dei liquidi ideali, l’equazione precedente assume la forma: ΣW j = Qcn + Qhn In particolare, con riferimento al sottosistema rappresentato dal fluido frigorigeno (evidenziato dal tratteggio più spesso in figura), risulta: W f = − Qh + Qc Wf Tfci Tfco Qc dove Qh e Qc rappresentano il calore Tci Tco Wc scambiato. Il lavoro richiesto per vincere le perdite dovute agli attriti all’interno degli scambiatori, lato caldo e lato freddo è dato da: pag. 19 Scuola di Ingegneria Tecnica del freddo G. Grazzini, A. Milazzo ________________________________________________________________________________________________________________________________________________ . Wh = m h ⋅ vh ⋅ ∆Ph . Wc = m c ⋅ vc ⋅ ∆Pc dove ∆Ph e ∆Pc rappresentano le perdite di carico per unità di portata del fluido refrigerato e di quello riscaldato. Le prestazioni del sistema sono espresse dal coefficiente COP, definito come il rapporto tra il calore effettivamente sottratto alla sorgente fredda ed il lavoro fornito al sistema aperto nel suo complesso. Esprimendo tale calore netto con la relazione: . Qcn = −Qc − Wc = −Qc − m⋅ v c ⋅ ∆Pc risulta: . Q − Qc − m c ⋅ vc ⋅ ∆Pc COP = cn = ∑ W j Q − Q + m. h ⋅ v ⋅ ∆P + m. c ⋅ v ⋅ ∆P c h h h c c Avendo indicato come obiettivo la determinazione del calore effettivamente sottratto alla sorgente fredda Qcn , è necessario conoscere i valori di Qh , Wc e W h per determinare il relativo valore di COP. pag. 20 Scuola di Ingegneria Tecnica del freddo G. Grazzini, A. Milazzo ________________________________________________________________________________________________________________________________________________ L’obiettivo di massimizzare il coefficiente di prestazione del sistema frigorifero può essere ottenuto applicando un algoritmo di ricerca basato su una tecnica greedy del tipo complex. Questo metodo si sviluppa generando casualmente P punti ammissibili nello spazio delle variabili indipendenti che caratterizzano il problema. Per ogni punto generato viene verificata l’ammissibilità: se risulta inammissibile viene ritratto verso il centroide del sistema di punti precedentemente generati finché non risulta ammissibile. Ottenuto in tal modo un insieme di P punti ammissibili, detto complesso, si valuta la funzione obiettivo in ciascuno di tali vertici e quello caratterizzato dal peggior valore di questa viene ribaltato ad una certa distanza dal centroide dei punti rimanenti. Nel punto così generato viene quindi valutata la funzione obiettivo ed i vincoli; sono possibili tre alternative: * il nuovo punto risulta ammissibile ma peggiore di quello da cui è stato generato; si dimezza e lo si ritrae verso il centroide finché non risulta migliore; * se invece risulta migliore si passa a controllare il criterio di arresto; * il nuovo punto risulta non ammissibile. Lo si fa arretrare verso il centroide. pag. 21 Scuola di Ingegneria Tecnica del freddo G. Grazzini, A. Milazzo ________________________________________________________________________________________________________________________________________________ La ricerca ha termine quando il sistema Tfho dei P punti risulta sufficientemente addensato e quando la varianza della T Tho funzione obiettivo calcolata sui P punti è inferiore ad un limite prefissato. Tfh Consideriamo un fluido frigorigeno che Tfhi evolve secondo il ciclo schematizzato in figura, dove sono riportate Thi indicativamente anche le variazioni di temperatura dei fluidi esterni al ciclo. Tci Tco Avendo fissato le temperature Tci e Thi ed il Tfco calore sottratto alla sorgente fredda Qc come un dato di progetto, il calcolo del Tfci Tfc COP si riconduce alla valutazione del calore ceduto lato caldo Qh, e della portata d’acqua con relative perdite di S carico, m& h , ∆ph , lato caldo ed equivalenti lato freddo, oltre che dei coefficienti di scambio termico. Nel caso in esame, è possibile esprimere tali termini mediante le seguenti grandezze: pag. 22 Scuola di Ingegneria Tecnica del freddo G. Grazzini, A. Milazzo ________________________________________________________________________________________________________________________________________________ . . T fh , Tfc , m h , mc , Dh , Dc e nh, nc dove D ed n sono il diametro ed il numero di tubi in cui scorre l’acqua nei due scambiatori. Tali grandezze vengono definite in partenza mediante estrazione casuale di una generica 8-pla all’interno di campi predefiniti, consentendo il calcolo delle restanti grandezze che caratterizzano il problema. Le temperature di uscita dal condensatore e dall’evaporatore sono espresse dalle relazioni: T fho = T fh − ∆Tsot ; T fco = T fc + ∆Tsur dove ∆Tsot e ∆Tsur rappresentano rispettivamente il sottoraffreddamento ed surriscaldamento del fluido frigorigeno all’uscita del condensatore e dell’evaporatore. L’ammissibilità della 8-pla predetta è quindi verificata rispetto ai seguenti vincoli: il T fho ≥ Thi ; T fh ≥ Tho ; Tci ≥ T fco ; Tco ≥ T fci Il fluido frigorigeno impiegato, R-134a, cede il calore all’acqua all’interno di uno scambiatore tubi-mantello, con l’acqua che fluisce all’interno dei tubi. La determinazione delle proprietà termodinamiche del fluido frigorigeno è fatta utilizzando una sottoprogramma di calcolo derivato da REFRPROP 5.0; per le proprietà termodinamiche dell’acqua sono state usate espressioni polinomiali di secondo grado, funzioni della temperatura media, ricavate dai dati riportati da Raznjevic. pag. 23 Scuola di Ingegneria Tecnica del freddo G. Grazzini, A. Milazzo ________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Avendo definito le temperature di evaporazione e condensazione è possibile, nell’ipotesi di laminazione isoentalpica, valutare la portata di frigorigeno necessaria a sottrarre la quantità di calore Qc : Qc m& 134 a = hTfco − hTfho La temperatura di uscita del fluido dall’evaporatore viene calcolata considerato un rendimento isoentropico di compressione dato da un polinomio di quarto grado, ricavato correlando i dati di letteratura, in funzione del rapporto tra le pressioni corrispondenti alle due temperature di evaporazione e condensazione. Tali dati forniscono valori del rendimento variabili tra 0.30 e 0.65 per un rapporto di compressione variabile tra 20 e 2. In questo modo si può valutare la temperatura di ingresso allo scambiatore lato caldo, Tfhi . la cui conoscenza, con i vincoli dati, è necessaria alla determinazione della potenza termica nominale ceduta alla sorgente a più alta temperatura, Qh : Qh = m& 134 a ⋅ ( h fho − h fhi ) che permette di valutare la temperatura di uscita dell’acqua Tho dato che la portata fa parte delle grandezze definite casualmente. Se tale temperatura verifica la disuguaglianza Tho ≤ T fh si procede ad analoga verifica al lato freddo. pag. 24 Scuola di Ingegneria Tecnica del freddo G. Grazzini, A. Milazzo ________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Avendo considerato un condensatore tubi-mantello, ed un analogo evaporatore allagato, sono state trascurate le perdite di carico lato fluido frigorigeno. Dimensionamento degli scambiatori A questo punto passiamo al dimensionamento degli scambiatori. La conoscenza del numero dei tubi, del diametro e delle portate d’acqua permette il calcolo del coefficiente di scambio termico in convezione forzata mediante la relazione di Petukhov: (Re− 1000) ⋅ Pr⋅ z Nu = 2/3 1/ 2 1 + 12.7 ⋅ Pr − 1 ⋅ z ( dove: ) z = 0.5 /(1.58 ⋅ ln(Re) − 3.28) 2 Tale relazione è stata scelta dato il suo grande campo di validità, 2300 < Re < 5*106; nel laminare è stato considerato Nu=4.364, avendo supposto il moto completamente sviluppato. Per quanto riguarda l’evaporatore, è stato considerato allagato e quindi il coefficiente di ebollizione di massa medio da un tubo cilindrico è stato calcolato con la relazione: k v3 ⋅ g ⋅ ρ v ⋅ ( ρ l − ρ v ) ⋅ (r + 0.40 ⋅ c pv ⋅ (Tw − Tsat ) ) he = 0.62 ⋅ µ ⋅ ( T − T ) ⋅ D v w sat pag. 25 Scuola di Ingegneria Tecnica del freddo G. Grazzini, A. Milazzo ________________________________________________________________________________________________________________________________________________ La temperatura di parete Tw viene calcolata conoscendo Qe , attraverso un bilancio termico sulla parete del tubo. Utilizzando la relazione classica con la differenza media di temperatura logaritmica: Q= UA ∆Tml e trascurando la resistenza del tubo metallico, è possibile calcolare il valore che deve avere l’area di scambio e conseguentemente si dimensiona l’evaporatore. Per quanto riguarda il condensatore, si procede in modo analogo. In questo caso si impone che un rango sia necessario per desurriscaldare il vapore, usando per valutare il suo coefficiente di scambio la relazione: Nu = 0.33 ⋅ Re 0.6 ⋅ Pr 1 / 3 Per gli altri ranghi si usa il coefficiente medio di scambio in condensazione: 0.728 ⋅ k l g ⋅ ( ρ l − ρ v ) ⋅ (nr D) 3 ⋅ r hc = ⋅ nr D k ⋅ ν ⋅ ( T − T ) l l sat w 1/ 4 e si dimensiona il condensatore. La valutazione delle lunghezze Lc ed Lh, lato freddo e caldo, consente infine il calcolo delle perdite di carico, valutando il fattore d’attrito con la relazione esplicita di Moody del 1947, riproposta da Haaland: pag. 26 Scuola di Ingegneria Tecnica del freddo G. Grazzini, A. Milazzo ________________________________________________________________________________________________________________________________________________ 6 1 / 3 ε 10 f = 0.00551 + 2 ⋅104 + D Re E’ così possibile valutare il COP considerando il sistema frigorifero come un sistema termodinamico aperto. A causa della natura fortemente casuale del metodo di ricerca applicato è necessario effettuare più ripetizioni del codice considerando punti di partenza diversi così da rendere indipendente il valore della soluzione trovata da tale scelta. In conseguenza di ciò la soluzione non sarà, in generale unica, in quanto costituita da una nuvola di punti di cui valutiamo eventualmente la varianza. Risultati del calcolo Il programma di calcolo è stato usato con R-134a, per una potenza frigorifera di 50 kW, facendo variare gli estremi dei campi delle variabili, in particolare quelli dei diametri dei tubi e del loro numero. Sono state inoltre variate le temperature di ingresso dell’acqua. Ciò ha portato ad ottenere valori “ottimi” del COP diversi al variare dei vari parametri. Riportando l’andamento del COP in funzione dell’area totale degli scambiatori, somma di quella all’evaporatore ed al condensatore si ottiene:. pag. 27 Scuola di Ingegneria Tecnica del freddo G. Grazzini, A. Milazzo ________________________________________________________________________________________________________________________________________________ 7.0 6.5 6.0 5.5 5.0 COP 4.5 4.0 3.5 3.0 2.5 2.0 1.5 1.0 0.5 0 100 200 300 400 500 2 At [m ] 280-313 K 288-310 K Log. (280-313 K) Log. (280-300 K) 288-300 K 280-300 K Log. (288-310 K) Log. (288-300 K) Come si può notare si ha una rapida crescita iniziale ed un appiattimento successivo, diverso al variare della differenza di temperatura tra i due fluidi esterni. Si nota come sia relativamente facile aumentare il COP agendo solo sugli scambiatori, un COP che tiene conto di tutta l’energia richiesta dal sistema. Si noti che il rendimento termodinamico η, al variare del COP passa da 0.15 a 0.49; calcolando il rendimento di Carnot rispetto alle temperature di ingresso dell’acqua, per considerare la completa reversibilità della macchina ideale che risulta pari a 8.49 con Tci=280.15 e Thi=313.15. pag. 28 Scuola di Ingegneria Tecnica del freddo G. Grazzini, A. Milazzo ________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Nelle figure successive si può invece notare come vari il valore della differenza media logaritmica di temperatura diminuendo al crescere del COP, ma con una notevole differenza tra i due scambiatori. 35 30 ml [K] 25 20 15 10 5 0 1.0 1.5 2.0 2.5 3.0 3.5 4.0 4.5 COP Evaporatore Condensatore Lineare (Condensatore) Lineare (Evaporatore) pag. 29 Scuola di Ingegneria Tecnica del freddo G. Grazzini, A. Milazzo ________________________________________________________________________________________________________________________________________________ 12.0 10.0 Tmlh / Tm lc 8.0 6.0 4.0 2.0 0.0 1.0 1.5 2.0 2.5 3.0 3.5 4.0 4.5 COP La diversità di dimensionamento richiesta agli scambiatori è mostrata anche dalle figure successive, che permettono il confronto tra i valori di UA lato condensatore ed pag. 30 Scuola di Ingegneria Tecnica del freddo G. Grazzini, A. Milazzo ________________________________________________________________________________________________________________________________________________ evaporatore, pur con oscillazioni legate al metodo di calcolo usato. Tale valore del rapporto tende a discostarsi dall’unità, contrariamente a quanto previsto dalla teoria, quando si pongono limiti al valore massimo della somma dei due prodotti, limiti dovuti ad esempio a problemi di costo. Questo risultato teorico si riferisce però a sistemi con temperatura costante. Utilizzando per gli scambiatori l’efficienza: ε= Q C min ⋅ (Tmax − Tmin ) dove Q è il calore scambiato e Cmin è dato semplicemente dalla portata di acqua per il suo calore specifico, poiché nel nostro caso, in ambedue gli scambiatori, l’altro fluido cambia fase e quindi il suo calore specifico tende all’infinito. Tale efficienza rappresenta il rapporto tra l’energia scambiata realmente e quella massima scambiabile se lo scambiatore fosse ideale. Tuttavia lo scambio termico potrebbe essere espresso da una relazione del tipo: Qh = K h ( T fhi - T hi ) Qc = Kc ( T ci - T fci ). ed è interessante osservare come varia il rapporto: β = Kh/Kc pag. 31 Scuola di Ingegneria εk Tecnica del freddo G. Grazzini, A. Milazzo ________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Si può notare come esso decresca all’aumentare del COP, coerentemente con i risultati delle altre figure riferiti agli altri parametri che caratterizzano gli scambiatori. Ciò significa che al crescere del COP 1.2 devono ridursi le 1.0 resistenze termiche ed in particolare quella 0.8 lato evaporatore, 0.6 poiché è la zona di maggior irreversibi0.4 lità. 0.2 Una simile riflessione vale anche per i 0.0 1.0 1.5 2.0 2.5 3.0 3.5 4.0 4.5 risultati che mostrano come l’efficienza COP degli scambiatori Evaporatore Condensatore decresca all’aumentare Lineare (Evaporatore) Lineare (Condensatore) del COP, con una efficienza diversificata e maggiore all’evaporatore, contrariamente a quanto previsto in parte della letteratura. Tale discordanza sembrerebbe dovuta alla non costanza della temperatura dei fluidi. pag. 32 Scuola di Ingegneria 80 Tecnica del freddo G. Grazzini, A. Milazzo ________________________________________________________________________________________________________________________________________________ 70 60 50 UA [kW/K] La particolare tipologia adottata per gli scambiatori, che ci consente di trascurare le perdite di carico dal lato del fluido frigorigeno negli scambiatori, probabilmente sposta il COP massimo verso i valori più alti delle superfici di scambio, essendo le perdite di carico lato acqua meno influenti sul parametro obiettivo scelto per l’ottimizzazione, rispetto a quelle lato frigorigeno che altererebbero direttamente il ciclo inverso. Si evidenzia comunque un 40 y = 1.4878x 2.1024 30 20 10 y = 1.8438x 1.3796 0 1.0 1.5 2.0 2.5 3.0 3.5 4.0 COP UAh UAc Potenza (UAc) Potenza (UAh) pag. 33 4.5 Scuola di Ingegneria Tecnica del freddo G. Grazzini, A. Milazzo ________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Kh/Kc o UAh/UAc 2.0 1.0 0.0 1.0 1.5 2.0 2.5 3.0 3.5 4.0 4.5 COP Kh/Kc Lineare (UAh/UAc) UAh/UAc Lineare (Kh/Kc) pag. 34 Scuola di Ingegneria Tecnica del freddo G. Grazzini, A. Milazzo ________________________________________________________________________________________________________________________________________________ sovradimensionamento dello scambiatore freddo rispetto a quello caldo, legato alla maggiore variazione di entropia per irreversibilità connessa allo scambio termico del primo. L’aumento dei due valori di UA, mostra come l’ipotesi di considerare costante la loro somma, spesso usata in letteratura nella ricerca dell’ottimizzazione, non porti alla loro eguaglianza. Infatti il COP massimo si ottiene sempre per valori di UAc>UAh; maggiore dovrà anche essere il rendimento dell’evaporatore e minore la differenza media logaritmica di temperatura. Un’ultima considerazione deriva dalla diminuzione dell’efficienza degli scambiatori all’aumentare del COP. Come conseguenza della non linearità dei fenomeni utilizzati nel ciclo, segue che le condizioni di lavoro ottimali del sistema frigorifero corrispondono a condizioni diverse da quelle cui porterebbe l’ottimizzazione dei singoli componenti. Perciò è necessario utilizzare metodologie che, simulando il sistema complessivo, permettono la ricerca delle migliori condizioni di lavoro, che saranno variabili al variare delle condizioni esterne. Non esiste un punto di ottimo assoluto, come mostrano i risultati riportati; occorrerà cercare il dimensionamento ottimale per le condizioni esterne più gravose e successivamente adattare il funzionamento del sistema stesso alle mutate condizioni, considerando che esiste sempre un ottimo relativo. pag. 35
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