Rankine mod. - Dipartimento di Ingegneria Industriale

Scuola di Ingegneria
Tecnica del freddo G. Grazzini, A. Milazzo
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In un impianto frigorifero a semplice compressione di vapore vanno distinti quattro organi
fondamentali collegati, tra loro, in modo da costituire un circuito chiuso
−
−
−
−
il compressore
il condensatore
la valvola di laminazione
l'evaporatore
Qh
Condensatore
Tsho
1
Organo di
laminazione
Tshi
4
Ls
Il fluido frigorigeno passando
Compressore
attraverso la valvola di laminazione,
Tsci
Tsco
giunge, a bassa temperatura e
2
3
pressione, con un titolo
Qc
Evaporatore
possibilmente basso, all'evaporatore
dove, a spese del calore sottratto
all'ambiente che si vuole raffreddare, subisce il cambiamento di fase ed un leggero
surriscaldamento, al fine di evitare la compressione nella zona del vapor saturo umido,
rischiosa per la maggior parte dei compressori. Viene da qui inviato nel compressore che lo
riporta ad una pressione tale che la condensazione avvenga ad una temperatura superiore a
quella del fluido di raffreddamento utilizzato al condensatore.
Inevitabilmente, nel caso il compressore sia di tipo volumetrico, una certa quantità dell'olio di
lubrificazione si disperde nel fluido frigorigeno e perviene, malgrado la presenza del separatore
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d'olio, all'evaporatore; problema questo che finisce per influenzare la scelta del tipo d'impianto
e le sue caratteristiche di funzionamento.
Nel condensatore il vapore viene prima desurriscaldato, quindi condensato ed eventualmente
sottoraffreddato, in modo da diminuire il titolo all'ingresso dell'evaporatore ed aumentare
l'effetto frigorigeno, vale a dire l’energia sottratta per unità di portata del fluido, aumento che a
volte coinvolge anche il coefficiente di effetto utile.
Ritorna poi alla valvola di laminazione dove subisce un’espansione con conseguente
diminuzione di temperatura e pressione.
Nella realizzazione pratica di un impianto frigorifero, al ciclo suddetto sono associate varie
cause di irreversibilità, sia interna che esterna, caratteristiche delle diverse trasformazioni, di
seguito elencate.
•
Le trasformazioni, idealmente isobare, di evaporazione e condensazione, saranno, in realtà,
soggette a perdite di carico e quindi la pressione e la temperatura, a fine trasformazione,
saranno minori di quelle ideali.
•
Durante il surriscaldamento ed il sottoraffreddamento si hanno scambi termici con perdite di
carico.
•
La trasformazione di compressione adiabatica, pur potendo essere considerata tale, è
irreversibile con conseguente aumento di entropia.
•
Nella valvola di laminazione il processo è irreversibile e quindi, pur essendo praticamente
adiabatico, comporta un aumento di entropia del fluido.
•
Gli scambi termici, nel condensatore e nell'evaporatore, avvengono con una differenza finita
di temperatura.
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Tali cause di irreversibilità contribuiranno a ridurre, rispetto al valore massimo caratteristico di
un ciclo di Rankine inverso, i valori del coefficiente di effetto utile e del rendimento di secondo
principio. Un'analisi exergetica, applicata ai singoli componenti dell'impianto considerati come
sistemi aperti dal punto di vista termodinamico, può permettere di quantificare le singole
sorgenti di perdita.
4’
T
4
P
1
2’
3
h
2
s
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Tipologie degli scambiatori
La scelta della tipologia di evaporatore o condensatore da adottare è dettata dalla sostanza che
si desidera raffreddare o riscaldare e dal tipo di impianto che si sta considerando. La variabilità
degli schemi costruttivi è grande, tuttavia si possono evidenziare alcune tipologie principali.
Raramente è però possibile applicare lo schema classico di principio dello scambiatore
equicorrente o controcorrente; avendo a che fare con cambiamento di fase, la maggior parte
sono a correnti incrociate in vario modo.
Nel caso di refrigerazione di liquidi si usano in genere scambiatori a fascio tubiero od a piastre.
In essi la velocità del fluido bifasico, liquido-vapore, deve essere sufficientemente elevata in
modo da assicurare il moto dell'eventuale olio trasportato dal frigorigeno.
A
Gli evaporatori a fascio tubiero, possono avere
disposizione dei tubi orizzontale o verticale.
Quelli a fascio tubiero orizzontale si
distinguono, quanto al sistema di
alimentazione del refrigerante, in evaporatori
1
allagati ed in evaporatori ad espansione secca.
B
Negli evaporatori allagati, alimentati tramite
un regolatore automatico di livello, il refrigerante bolle nel mantello mentre il liquido da
raffreddare scorre all'interno dei tubi; viceversa, negli evaporatori ad espansione secca, con
alimentazione regolata da una o più valvole termostatiche, il refrigerante vaporizza all'interno
dei tubi e nel mantello circola il liquido da raffreddare. La scelta del sistema di alimentazione
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dipende, in sede pratica, dal diverso comportamento dei fluidi frigorigeni nel riguardo dell'olio
lubrificante che con i compressori volumetrici finisce sempre per arrivare agli evaporatori. Se,
in ragione della sua densità, il refrigerante allo stato liquido galleggia sull'olio si può adottare
un evaporatore allagato in cui l’olio si raccoglie, sul fondo del mantello, in un apposito
pozzetto e viene periodicamente restituito al compressore mediante una tubazione, collegata
all'aspirazione del compressore stesso.
Se invece l'olio tende a galleggiare
sulla
superficie
del
liquido
refrigerante, si preferisce il sistema ad
espansione secca con il quale si
provvede al trasporto dell'olio fuori
dall'evaporatore
mantenendo
sufficientemente elevata (circa 5-6
m/s) la velocità del vapore all'interno
dei tubi. Per aumentare la velocità di
circolazione del liquido da raffreddare
si dispone trasversalmente al fascio
dei tubi una serie di diaframmi che
costringono il fluido ad un percorso
tortuoso. Considerazioni simili vanno
sviluppate anche per i condensatori, ove occorre valutare con particolare attenzione il peso
della sezione di desurriscaldamento del vapore.
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Gli scambiatori a piastre sono ottenuti delimitando i canali di passaggio dei due fluidi
attraverso una serie di piastre parallele. Opportuni disegni dei canali di raccordo permettono di
ottenere molti canali rettangolari paralleli, occupati alternativamente dai due fluidi. Le piastre
sono poi sagomate in modo da aumentare il coefficiente di scambio tra fluidi e pareti. Tale tipo
di scambiatori risulta particolarmente compatto ed efficiente, pur presentando in genere elevate
perdite di carico.
Per ottenere strutture sufficientemente compatte, nel caso di raffreddamento d'aria, si utilizzano
batterie di tubi usualmente alettati; all'esterno dei tubi circola l'aria mentre all'interno degli
stessi il refrigerante. La circolazione dell'aria può avvenire naturalmente oppure essere forzata
utilizzando ventilatori.
Poiché il coefficiente di scambio termico lato aria è più basso di quello lato frigorigeno, è
compito dell'alettatura compensare tale squilibrio aumentando la superficie a contatto del gas. I
tubi hanno disposizioni diverse, spesso sono tra loro sfalsati, alternati cioè trasversalmente al
senso di circolazione dell'aria, per evitare che un tubo faccia da schermo al successivo e creare,
nel contempo, una maggiore turbolenza a tutto vantaggio del coefficiente globale di scambio
termico.
Particolari accorgimenti nel disegno delle alette permettono di aumentare il coefficiente di
scambio; anche all’interno, dal lato del fluido frigorigeno, la lavorazione delle superfici dei tubi
permette di realizzare microcanali che riducono la resistenza termica, pur pagando uno scotto in
termini di perdite di carico.
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