LE LEVE Prof. Arch. Giuseppe DEL DUCA Le leve «Datemi un punto d'appoggio e vi solleverò il mondo». Questa frase è attribuita ad Archimede che la pronunciò quando iniziò a costruire macchine capaci di spostare grandi pesi con piccole forze. (Archimede) Le leve Sono delle macchine semplici che consentono di svolgere un lavoro con minore energia Ma che cos’è realmente una leva? Una leva è semplicemente un’asta che ruota attorno ad un punto chiamato fulcro. Fulcro Le leve Potenza Ad una leva vengono applicate due forze: la resistenza e la potenza Resistenza Le leve bp P bR F La distanza tra la resistenza e il fulcro è detta braccio della resistenza; la distanza tra la potenza e il fulcro è detta braccio della potenza. Le leve Una leva è in equilibrio quando il prodotto della potenza per il braccio della potenza è uguale al prodotto della resistenza per il braccio della resistenza P x bP = R x bR CONDIZIONE DI EQUILIBRIO P x b P = R x bR LE LEVE SONO POSSONO ESSERE CLASSIFICATE IN LEVE DI MACCHINE SEMPLICI CHE RENDONO MENO FATICOSO IL LAVORO DELL’UOMO 1° GENERE 2° GENERE 3° GENERE Se IL SE La Se La FULCRO RESISTENZA POTENZA E’ Posto Tra E’ Posto Tra E’ Posto Tra POTENZA FULCRO FULCRO E la E la E la RESISTENZA POTENZA RESISTENZA LE LEVE 1° GENERE Leva di primo genere: il fulcro è posizionato tra la Fp e la Fr. Può essere: - Vantaggiosa, se bp > br (se il braccio della potenza è maggiore del braccio della resistenza) Se IL In una leva vantaggiosa per sollevare un certo peso è sufficiente una forma inferiore del peso sollevato FULCRO - Svantaggiosa, se bp< br (se il braccio della potenza è minore del braccio della resistenza) E’ Posto Tra - Indifferente, se bp=br (se il braccio della potenza è uguale al braccio della resistenza) fr POTENZA fp F E la RESISTENZA F fp fr LE LEVE 2° GENERE Se la RESISTENZA Leva di secondo genere: la resistenza è posta tra il fulcro e la potenza Una leva di 2° genere è sempre vantaggiosa perché il braccio della potenza è sempre più lungo del braccio della resistenza fp E’ Posto Tra FULCRO F E la POTENZA fr LE LEVE 3° GENERE Una leva di terzo genere si ha se la potenza è posta tra il fulcro e la resistenza Se la Le leve di 3° genere sono sempre svantaggiose perché br è sempre più lungo bp POTENZA E’ Posto Tra FULCRO F fp E la RESISTENZA fr LEVA FULCRO FORZA RESISTENTE FORZA APPLICATA GENERE Carrucola Fissa Asse centrale Oggetto da sollevare Forza fisica Primo Forbici Cerniera Oggetto da tagliare Impugnatura Primo Remo Pala immersa in acqua Peso della barca Manico Secondo Schiaccianoci Perno Noce Mano Secondo Carriola Asse della ruota Peso da trasportare Manici Secondo Braccio Umano Gomito Oggetto sorretto dalla mano Muscoli del braccio Terzo Prendi ghiaccio Perno Cubetti di ghiaccio Mano Terzo Tenaglia Cerniera Chiodo Impugnatura Primo Perno Oggetto da prendere (ad esempio: pelo, francobollo) Dita Perno Oggetto da prendere (carbone) Dita Pinzetta Pinza per i carboni ardenti Terzo Terzo LE MACCHINE Prof. Arch. Giuseppe DEL DUCA Cosa definiamo per macchina? E’ un qualsiasi dispositivo in grado di fare un LAVORO utile all’uomo come nel renderlo più VELOCE, la bicicletta ci consente di muoverci più velocemente rispetto a chi si muove a piedi. nel fare meno SFORZI, con una carriola possiamo trasportare pesi imprimendo uno sforzo minore rispetto a doverlo sollevare a mani nude. Noi in effetti siamo circondati da macchine, alcune semplici mentre altre più complesse, quindi con il termine macchina semplici intendiamo tutto ciò che ci può semplificare il nostro vivere quotidiano. Dal punto di vista statico una macchina è un dispositivo che consente di equilibrare una forza (resistente) per mezzo di un’altra forza (motrice) Le macchine possono essere descritte come semplice e composte LE MACCHINE SEMPLICI SONO: LA FUNE, LE LEVE, IL CUNEO, IL PIANO INCLINATO, LA CARRUCOLA(o LA PULEGGIA), IL PARANCO, IL VERRICELLO Esse aiutano l'uomo a compiere diverse specie di lavoro: sollevare, trasportare, ruotare, tirare e tagliare. Combinando insieme le macchine semplici, si hanno le macchine complesse, pertanto le macchine complesse sono destinate ad eseguire compiti specifici. Le macchine semplici sono chiamate così perché non si possono scomporre in macchine ancora più elementari. Esse potenziano enormemente la forza muscolare. Le macchine più importanti che hanno facilitato nei secoli il lavoro dell'uomo e dalle quali sono derivati poi tutti i più sofisticati meccanismi sono: la leva, la vite e il piano inclina Tale macchina non è in grado di Essa equivale ad una leva di primo moltiplicare l’intensità della P (che genere, e siccome non ci consente E’ una ruota girevole attorno a un deve pertanto essere comunque di sollevare un peso superiore alla asse passante per il suo centro. Sul superiore alla R) ma il vantaggio di nostra forza la si può considerare bordo esterno è praticata una tale macchina sta nel poter INDIFFERENTE scanalatura (o gola) nella quale può modificare la direzione della P a scorrere una fune. piacere. La carrucola fissa: viene definita Ad esempio, per sollevare un peso è fissa se la staffa è fissata ad un possibile agire tirando verso il basso supporto: il peso agganciato invece che verso l’alto, potendo così all’estremo della fune viene sfruttare anche il proprio peso del sollevato tirando l’altro estremo corpo. della fune. LA CARRUCOLA (o Puleggia) LA CARRUCOLA MOBILE: differisce da quella fissa in quanto ad essere agganciato in modo fisso è un capo della fune, mentre la carrucola è libera di muoversi lungo la fune stessa. Il peso da sollevare è attaccato alla carrucola e la forza deve essere esercitata sul capo della fune libero. Si comporta come una leva di secondo genere: il fulcro è posto all’estremo del diametro della ruota, la forza resistente al centro e la forza motrice all’altro estremo del diametro stesso. È pertanto una macchina sempre vantaggiosa. Normalmente viene accoppiata ad una carrucola fissa, in modo da consentire il sollevamento del corpo agendo, comunque, verso il basso. IL PIANO INCLINATO E’ una macchina che permette il sollevamento di corpi, costituita da una superficie inclinata che collega il piano su cui è posto il corpo da sollevare con quello in cui lo stesso corpo deve essere spostato. Per effetto della scomposizione delle forze, la forza necessaria per muovere un corpo su di un piano inclinato è sempre minore di quella che occorrerebbe per sollevarlo. Pertanto se su un piano inclinato il peso del corpo (resistenza) si scompone secondo due forze R1 e R2 – Così per trascinare un corpo su di un piano inclinato è sufficiente applicare una forza motrice ( P ) parallela al piano maggiore della componente R1. (Tralasciando l’attrito) Inoltre minore è l’angolo di inclinazione α minore sarà fo sforzo da applicare IL CUNEO È una macchina semplicissima il cui principio di funzionamento è molto simile a quello del piano inclinato. È costituito da un corpo metallico a forma di prisma triangolare e serve in genere per provocare la separazione di due parti di un corpo unico in cui esista già una fenditura. In effetti questi viene impiegato per fendere i blocchi di legno, volendo immaginare il cuneo può essere paragonato a due piani inclinati accostati. LA VITE È costituita da un cilindro metallico, con una testa scanalata a croce o a taglio per inserire il cacciavite, che presenta un rilievo elicoidale, chiamato filetto, che ruotando avanza nel materiale. Il filetto della vite si può pensare come la sezione di un piano inclinato che viene avvolto su se stesso IL PARANCO È costituito da un sistema di carrucole fisse e mobili collegate fra di loro. A seconda del numero di carrucole utilizzate le Fm si riduce della metà, di un terzo, di un quarto etc... rispetto alla Fr da contrastare, poiché il peso si suddivide lungo i tratti di fune che collegano le carrucole IL VERRICELLO È costituito da un cilindro ruotante intorno al proprio asse (tamburo) alla cui estremità è unita una carrucola di diametro notevolmente più grande. La Fm è applicata alla carrucola mediante una fune che si avvolge sulla gola stessa mentre la Fr è applicata a una fune che si avvolge sul tamburo. È una macchina sempre vantaggiosa, poiché il bp (il raggio della carrucola) è sempre maggiore del br (il raggio del tamburo). Varianti del verricello sono il verricello a manovella e il verricello a ingranaggi, con i quali si può demoltiplicare ulteriormente lo sforzo. LE FORZE Prof. Arch. Giuseppe DEL DUCA LA FORZA Tutte queste macchine per poter compiere un lavoro utile all’uomo hanno bisogno di FORZE Quando sei al banco, una forza chiamata gravità ti mantiene seduto sulla sedia. Si eserciti una forza quando si da un calcio al pallone. Si esercita una forza anche quando si vuole rompere una noce con uno schiaccianoci La Forza Esistono tanti tipi di forze, ma sono tutte azioni che possono provocare *) un’accelerazione, *) un rallentamento, *) un cambio di forma o il cambio di direzione. Che cos’è la forza? Si chiama forza qualunque azione che sia capace di cambiare il movimento di un oggetto. Ad esempio, se una palla sta ferma e tu le dai un calcio, prende a rotolare si ha: un’accelerazione. Con il tuo calcio, allora, hai agito con una forza sulla palla. Che cos’è la forza? Anche quando si da un calcio contro il muro si applichi una forza. Il muro non si muove perché oppone troppa resistenza, ma magari si deforma (si scheggia l’intonaco), la deformazione è l’altro possibile effetto delle forze, oltre al movimento. Di una forza bisogna conoscere quanta forza (intensità) dove si applica (punto di applicazione) direzione verso La forza si indica e si rappresenta con una freccia (vettore) L’unità di misura di una forza è il chilogrammi-forza o in Newton. Pensiamo di applicare ad un corpo più forze, in questo caso possiamo avere: *) stesso punto di applicazione *) stessa direzione *) stesso verso *) stesso punto di applicazione *) stessa direzione *) verso opposto *) stesso punto di applicazione *) direzione diversa In questo caso, la forza risultante è data dalla diagonale del parallelogramma che ha per lati le due forze iniziali. Operazioni con i vettori Con i vettori è possibile eseguire operazioni simili a quelle con i numeri, quali la somma, la differenza ed il prodotto. Ci si occuperà della somma e differenza di vettori Dato un sistema complanare (cha appartiene allo stesso piano) di due o più vettori, eseguire la loro somma consiste nel determinare un solo vettore, detto vettore somma o vettore risultante La somma di vettori può eseguirsi graficamente con diverse procedure. Una è quella illustrata nella figura seguente, in cui è rappresentata la determinazione del vettore risultante di un sistema piano di tre vettori (il procedimento è valido per un numero grande a piacere di n vettori). Dato il sistema di vettori, si riportano tali vettori, nella stessa scala del disegno, in una parte opportuna del foglio (a lato o sopra il sistema di vettori disegnato) Occorre disporli uno di seguito all'altro, cioè con la parte finale di un vettore coincidente con la parte iniziale del successivo e così via. Bisogna prestare molta attenzione, perché ciascun vettore va riportato parallelamente a quello originario, facente parte del sistema già disegnato, e con lo stesso modulo lunghezza e segmento. Somma di vettori paralleli Somma e differenza di vettori (forze): regola del parallelogramma La regola del parallelogramma può essere applicata solo se i vettori, componenti il sistema assegnato, non sono paralleli tra loro. Se i vettori non sono paralleli, allora le loro rette d'azione s'incontreranno in un punto (punto d'incidenza). Somma e differenza di vettori (forze): regola del Poligono Funicolare. Lo scopo di questo procedimento consiste nel determinare la retta d’azione della risultante Dato un sistema di vettori, si costruisce dapprima il poligono dei vettori, seguendo la procedura già indicata. Facciamo l’esempio per soli tre forze, ma il procedimento è valido per un qualsiasi numero n di vettori complanari. Si sceglie un punto a piacere P, denominato polo, e da esso si proiettano tutti i vertici della poligonale, semplicemente congiungendoli con il polo P mediante segmenti, denominati raggi proiettanti. Conviene denominare i raggi proiettanti, per evitare errori di costruzione, nominandoli con le lettere minuscole dell'alfabeto (a, b, c, ...ecc.) rispettando rigorosamente l'ordine numerico dei vertici della poligonale. Pertanto, il raggio 0P sarà “a”, il raggio 1P sarà “b”, il raggio 2P sarà “c”, il raggio 3P sarà “d”, e così via. Scelto un punto “W”, a piacere, sulla sinistra del primo vettore del sistema dato, da esso si traccia la retta a' parallela al primo raggio proiettante “a”, che incontrerà nel punto “A” la retta d'azione della prima forza F1. Dal punto “A” si traccia la retta b', parallela al secondo raggio proiettante “b”, che incontrerà nel punto “B” la retta d'azione della seconda forza F2. Dal punto “B” si traccia la retta c' parallela al terzo raggio proiettante “c”, che incontrerà nel punto “C” la retta d'azione della terza forza F3. Dal punto “C” si traccia la retta d' parallela al quarto (e, nel nostro esempio, ultimo) raggio proiettante “d”,che si interromperà, dopo un breve tratto, nel punto K. La spezzata, generalmente aperta, di vertici W, A, B, C, ..... K prende il nome di poligono funicolare Forze ed equilibrio Se su un oggetto agiscono più forze, si deve valutare qual è l’effetto totale, cioè la forza risultante. Forze ed equilibrio Pensa a una gara di tiro alla fune. I giocatori tirano da entrambi i lati della corda. Quindi alla corda sono applicate due forze, una da una parte e una dall’altra. L’equilibrio dei corpi Quando osserviamo un corpo fermo (o come si dice "in quiete") tendiamo a pensare che su di esso non agisca alcuna forza. L’equilibrio dei corpi Ciò non è possibile, perché su un corpo agisce sempre la forza di gravità e dunque la mancanza di moto è dovuta all'esistenza di un'altra forza che la contrasta. Pertanto, si può dunque affermare che un corpo in quiete è in equilibrio. L’equilibrio dei corpi La forza in grado di equilibrare la forza di gravità su un corpo (o peso) deve avere la stessa direzione (verticale), la stessa intensità ma verso opposto. Ma dove deve essere applicata? L’equilibrio dei corpi Immaginiamo ogni corpo costituito da un gran numero di particelle (molecole), ognuna delle quali ha una certa massa ed è attratta dalla Terra con una forza pari al suo peso. La risultante di tutte queste forze parallele e con lo stesso verso è una forza diretta verso il basso e con intensità uguale al peso totale del corpo. L’equilibrio dei corpi Tale forza peso è applicata in un punto, detto baricentro, che varia da corpo a corpo. Si dice baricentro il punto di applicazione della forza peso. Equilibrio dei corpi appoggiati Perché la Torre di Pisa non cade? Perché la risultante verticale passante per il baricentro G cade all’interno della sua base. G Equilibrio dei corpi sospesi Un corpo sospeso per un punto può trovarsi in diverse condizioni di equilibrio. Prendiamo, ad esempio, un quadro appeso ad un chiodo: Equilibrio dei corpi sospesi Se il punto fisso si trova sopra il baricentro G ed è esattamente sopra la verticale, il quadro si trova in equilibrio stabile. Cosa succede se si cerca di spostare il quadro? Punto fisso G Equilibrio dei corpi sospesi Se il punto fisso coincide col baricentro G, il quadro si trova in un equilibrio indifferente. Cosa succede se si cerca di spostare il quadro? Punto fisso G Equilibrio dei corpi sospesi Se il punto fisso si trova sotto il baricentro G, sulla sua verticale, il quadro si trova in un equilibrio instabile. Cosa succede se si cerca di spostare il quadro? G Punto fisso Autore arch. DEL DUCA Giuseppe www.ideandonline.it Materiale liberamente utilizzabile rispettando la licenza: http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/3.0/it/deed.it
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