oltre il giardino dopo le province ora tocca a

OLTRE IL GIARDINO
Alberto Staterà
DOPO LE PROVINCE
ORA TOCCA
A PREFETTI
E PREFETTURE
' n verità il prefetto è una lue chefu
. inoculata nel corpo politico
I italiano da Napoleone», scriveva
! nel 1944 Luigi Einaudi, che
*
JBL, voleva abolirlo senza indugio.
Settanta anni dopo, i prefetti invece
proliferano e-come Einaudi aveva previsto
in quello stesso scritto - attorno
all'«aduggiante palazzo del governo» è sorta
«una fungaia di baracche e di capanne» nella
quale si muove un ceto di mandarini, alcuni
dei quali via via cigratificano di scandali
grandi e pìccoli. Per carità, la categoria èfatta
in buona parte di «fedeli servitori dello
Stato», come si dice, ma le «mele marce»
pullulano. L'ultimo caso è quello dell'ex
prefetto di Caserta, Sua Eccellenza Ezio
Monaco che consegnò le chiavi della Reggia
patrimonio dell'umanità all'onorevole
Nicola Cosentino, oggi agli arresti con
l'accusa di camorra, per consentirgli difare
jogging e chissà che altro tra il Bosco vecchio e
il Giardino inglese negli orari di chiusura. Il
precedente prefetto di Caserta
Sua Eccellenza Maria Elena
Stasifornì all'azienda
dell'onorevole la certificazione
f" €P di
antimafia e nefu premiata
con un seggio in parlamento.
" v j ^ ^ Ma dì prefetti al servizio
personale dei potenti dì turno
^r
e spesso dei loro loschi affari
Sopra l'ex prefetto sono costellate le più o meno
di Caserta Ezio recenti cronache nere e
Monaco. Diede a giudiziarie. Don Salvatore
Nicola Cosentino Ligresti, definito moltiannifa
le chiavi del parco dalla Cassazione «persona
della Reggia di adusata alla corruzione e al
Caserta perfare venale intrallazzo», neha
jogging allevata un'intera genìa. Non
e 'è quasi prefetto di Milano
degli ultimi decenni che non
sia stato al suo servizio. Prima
Enzo Vicari, il prefetto che
Francesco Cossiga
I!
É
pronosticava addirittura Papa ma che si
accontentò della presidenza di una società dì
don Salvatore, poi Bruno Ferrante e Gian
Valerio Lombardi, quello che accolse in
prefettura l'olgettìna Mrysthell Garda
Polanco con onori riservati a pochi. Infine
Anna Maria Cancellieri, che non è stata
prefetto a Milano, ma che i Ligresti hanno
coccolato persino più degli altri prefetti di
famiglia, aiutandola anche - così dicono - a
diventare ministro ed esultando quando
l'improbabile partitino di Mario Monti
Scelta Civica la propose come presidente
della Repubblica.
La galleria pò trebbe con tin uare con le gesta
di prefetti sudditi, mercenari, cinicio
sprovveduti. Adesempio, Maria Giovanna
lutato, ex prefetto de L'Aquila, che confessò
cinicamente di essersi «falsamente
commossa» per le devastazioni del terremoto;
o, per la serie degli sprovveduti, il prefetto in
carica di Pordenone Pierfrancesco Galante,
che ha vietato di intonare Bella ciao nella
cerimonia commemorativa del25aprile, ma
che difronte alle proteste ila dovuto arretrare.
A che servono questi prefetti se la strada
intrapresa è quella della vera abolizione
(prima o poi) delle province? Se ne sta
occupando nei ritagli di tempo che gli lascia
la campagna elettorale per le europee il
ministro dell'Interno Angelino Alfano, che
non èproprio un gigante del riformismo.
Fatto sta che il governo precedente, nel quale
il presidente del Nuovo Centro Destra pare
che già sedesse, sono stati nominati 22 nuovi
prefetti. Così neabbiamo in tutto213per 103
prefetture.
«Via il prefetto! Via con tutti i suoi uffici e le
sue dipendenze e le sue ramificazioni! Nulla
deve essere lasciato in piedi, nemmeno lo
stambugio del potere». Così scriveva Einaudi,
compresi i punti esclamativi, nel 1944.
Chissà se nel2014 un grido simile uscirà
dalla bocca di Matteo Renzi.
a. statera@repubblica. it
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