CARDIOLOGIA Scompenso cardiaco, arriva una nuova cura efficace Luisa Romagnoni • «Lo scompenso cardiaco è una sindrome invalidante, si manifesta quando il cuor e non è più in grado di pompare una quantità sufficiente di sangue nell'organismo», spiega Michele Senni, direttore della cardiologia I, scompenso e trapianti di cuore all'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. «É la più comune causa di ospedalizzazione per i pazienti con oltre 65 anni. In Italia coinvolge circa 600 mila persone ogni anno». Fanno bensperare gli esiti di uno studio clinico internazionale (Paradigm-HF, condotto su oltre 8000 pazienti con scompenso cardiaco), che è stato chiuso in anticipo, per solidità dei risultati raggiunti. La sperimentazione si è basata sul confronto di una nuova molecola MEDICINA & FARMACOLOGIA (inibitore del recettore dell'angiotensina e della neprilisina), con un Ace-inibitore, terapia standard nel trattamento dello scompenso cardiaco. «Rispetto ad uno dei farmaci più utilizzati finoad oggi, èpotenzialmente superiore in termini di sopravvivenza e diriduzionedelle riospedalizzazioni», sottolinea ilprofessor Senni che ha coordinato per l'Italia questo studio (40 i centri arruolati a livello nazionale con200 pazienti coinvolti). Lamolecola agisce con diverse modalità sui meccanismi neuro-ormonali del cuore, bloccando i recettori responsabili di effetti dannosi e stimolando al contempo i processi protettivi del muscolo cardiaco. «Si tratta quindi di un farmaco potenzialmente rivoluzionario, perchéperlaprimavoltamostraun'al- ternativapiù efficace di trattamento rispetto agli Ace-inibitori, che rappresentano tutt'oggi uno dei cardini della terapia per lo scompenso cardiaco cronico». Ogni anno circa un terzo dei pazienti con scompenso cardiaco vanno incontro alla forma acuta, cherichiede l'immediata assistenza medica. Di questi pazienti il 3-4 % non sopravvive al primo episodio, il 20-30% muore nell'arco di un anno. Vi sono ricerche promettenti. «A Milano, presso il dipartimento cardiotoracovascolare dell'ospedale Niguarda Ca' Granda spiega il direttore Maria Frigeriostaper partire uno studio su serelaxina, una molecola che si è dimostrata capace di produrre un miglioramento nei sintomi dello scompenso cardiaco acuto».
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