Progetto LIFE09 - NAT/IT/000093 ECO-RICE Le risaie del vercellese: programma integrato per la riqualificazione ambientale e la gestione sostenibile dell'agroecosistema risicolo Vercelli rice fields: integrated plan for environmental requalification and sustainable management of rice agroecosystem Azione E.2.1 Monitoraggio dell’evoluzione degli habitat acquatici e della loro funzionalità all’interno della rete ecologica, a seguito delle azioni di ripristino ambientale previste Monitoring of wetland habitat evolution and of their functionality inside the ecological network, after the planned natural restoration actions Componente: VEGETAZIONE RELAZIONE CONCLUSIVA Laboratorio di ECOLOGIA ENEA-UTTS Autori: M. R. Minciardi e S. Ciadamidaro Hanno collaborato alla realizzazione dei rilievi S. Abati, S. Bisceglie, D. C. Spada, G.L. Rossi Gennaio 2014 INDICE Premessa.................................................................................................................................................... 4 Metodologia .............................................................................................................................................. 5 Area di studio ............................................................................................................................................ 9 Le aree di intervento ............................................................................................................................... 10 Fontane Mora e Moretta presso cascina Oschiena .............................................................................. 10 Fontana Pratolungo e aree circostanti in località Lachelle ................................................................. 12 Creazione di una zona umida di neoformazione in una camera di risaia presso cascina Spinola. ..... 15 La riqualificazione delle sponde dello specchio d’acqua contiguo al bosco della Partecipanza. Il lago della Guglielmina. ............................................................................................................................... 22 Rivitalizzazione dei Fontanili all’interno del Bosco della Partecipanza............................................. 24 Conclusioni ............................................................................................................................................. 26 BIBLIOGRAFIA .................................................................................................................................... 28 Primi risultati derivanti dall’uso degli indicatori individuati .......... Errore. Il segnalibro non è definito. Allegato 1 – “I rilievi della componente vegetale” ..................................................................................... Allegato 2 - “Habitat di interesse potenzialmente presenti in ambito risicolo” Allegato 3 - “Tabella Riassuntiva dell’andamento degli indicatori individuati nei siti di intervento.” ...... Premessa Il progetto ECO-RICE comprende una specifica Azione finalizzata al monitoraggio degli habitat acquatici ripristinati o riqualificati nell’ambito delle Azioni del progetto. In particolare, l’obiettivo dell’azione è quello di valutare, con riferimento alla scala temporale del progetto, l’efficacia ecologica degli interventi, soprattutto in termini di contributo allo sviluppo della reticolarità ecologica del territorio. Gli interventi di ripristino e riqualificazione di habitat acquatici e palustri sono stati condotti in ambiti territoriali attribuibili a due diverse tipologie di elementi strutturali della rete: sia aree di consolidate rilevanza per la creazione ed il mantenimento della biodiversità, quali le Core Area del SIC Bosco della Partecipanza e del SIC Palude di San Genuario, sia in ambiti a matrice agricola con la creazione di Stepping Stone. Nelle Core Area gli interventi sono stati finalizzati al miglioramento della funzionalità di alcuni fontanili ed alla riqualificazione delle sponde di uno specchio d’acqua (Bosco della Partecipanza) e di ambienti palustri (Palude di San Genuario). Gli interventi per la creazione di Stepping Stone hanno riguardato: il ripristino di zone umide permanenti, la rivitalizzazione di un fontanile interrato, la riqualificazione di fontanili, la creazione di cenosi lineari arbustive. Il monitoraggio della componente vegetale, finalizzato alla valutazione dell’efficacia degli interventi compiuti, ha avuto come obiettivi non solo quello di valutare l’efficacia degli interventi dal punto di vista dell’efficienza degli impianti, ad esempio in termini di attecchimento, ma, soprattutto e prioritariamente, valutare l’efficienza ecologica degli interventi in relazione alla tutela e implementazione della funzionalità degli habitat a scala di area vasta nell’ambito delle rete ecologica. Metodologia Le attività di monitoraggio hanno avuto lo scopo di valutare l’evoluzione dello stato delle formazioni/habitat di interesse (ovvero habitat target) e delle specie vegetali di interesse conservazionistico nei siti di intervento. Propedeutico alle attività di monitoraggio è stata l’individuazione delle formazioni e degli habitat d’interesse oltre che delle specie indicatrici (sia indicatrici di disturbo antropico, sia di interesse conservazionistico ed ecologico). Per monitorare l’efficacia “impiantistica” degli interventi si è monitorata anche la percentuale di attecchimento delle specie di impianto. Nel complesso, quindi, anche sulla base delle procedure già utilizzate nel monitoraggio degli interventi effettuati nel SIC Palude di San Genuario nell’ambito del progetto N° LIFE NAT IT/007209 e in ragione precedenti analoghe esperienze nello stesso territorio, sono stati selezionati i seguenti indicatori: • presenza/assenza e copertura di formazioni spontanee • presenza/assenza e copertura delle formazioni/habitat obiettivo • presenza/assenza e copertura di specie indicatrici di disturbo antropico • presenza/assenza e copertura di specie aliene • presenza/assenza e copertura di specie attese • percentuale di attecchimento delle specie di impianto I rilievi sono stati condotti nelle stagioni vegetative 2012 e 2013. Nel 2012, a partire da giugno sino ad ottobre, in ciascuna area di intervento sono stati effettuati almeno un sopralluogo e un rilievo; in alcuni ambiti in cui l’intervento di rinaturalizzazione era stato già compiuto e dove erano presenti particolari criticità (quali la nuova zona umida di cascina Spinola) i sopralluoghi sono stati infittiti per monitorare l’andamento del ripristino ambientale. Durante la stagione vegetativa 2013 è stato effettuato un rilievo nel periodo compreso tra metà giugno ed i primi giorni di agosto; oltre ai rilievi sono stati compiuti sopralluoghi speditivi per verificare l’evoluzione delle copertura delle specie indicatrici analogamente a quanto avvenuto l’anno precedente. In ciascun sito sono stati rilevati in dettaglio gli ambiti acquatici e palustri. I risultati dei rilievi sono riportati integralmente nell’Allegato I “I rilievi della componente vegetale”. I rilievi vengono effettuati annotando la copertura complessiva della comunità rispetto all’ambito di intervento. Per ciascun taxon viene poi annotata la copertura percentuale. In casi particolari, come per i rilievi a Cascina Spinola, la sommatoria delle coperture dei singoli taxa può arrivare sino a 200%, in ragione della presenza di 2 strati di vegetazione. Nel capitolo bibliografia vengono riportati i testi utili alla determinazione degli organismi vegetali che sono stati utilizzati in questo studio, oltre ad alcuni documenti che fanno riferimento al contesto normativo e scientifico in cui si inserisce il presente lavoro di monitoraggio. Sono riportati di seguito gli habitat/ formazioni individuati come target nell’ambito del progetto ECORICE. Nell’Allegato II “Habitat di interesse potenzialmente presenti in ambito risicolo” si può ritrovare un elenco ragionato degli habitat di tali aree. Habitat target Habitat di interesse presenti ed al cui incremento sono stati finalizzati gli interventi di recupero e ripristino degli habitat acquatici 31.40 Acque oligomesotrofe calcareee con vegetazione bentica di Chara spp. Ambiti lentici anche a profondità molto bassa, acque moderatamente alcaline, o acque oligotrofe poco alcaline 31.50 Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition. Laghi, pozze e anche lanche profonde (anche in situazioni di livelli trofici significativi) con vegetazione ascrivibile al Magnopotamion o all’Hydrocharition . Lamineti a dominanza di Nuphar luteum, Nynphaea alba, Myriophyllum spp. Laghi, pozze e anche lanche profonde (anche in situazioni di livelli trofici significativi) con vegetazione ascrivibile Myriophyllum nupharetum. 32.60 Fiumi delle pianure e montani con vegetazione del Callitricho Batrachion e Ranunculion Fluitantis vegetation Cenosi tipiche di piccoli corsi d’acqua di pianura, frequenti nel reticolo irriguo a deflusso naturale, particolare frequenza negli ambienti di risorgiva. Formazioni igrofile a dominanza di muschi all’interno boschi mesoigrofili. Sono da considerare come target anche le formazioni igrofile a dominanza di muschi e, secondariamente da alcune fanerogame mesoigrofile (quali Caltha palustris) epatiche, ed alghe Coniugatoficeae che sono da considerare formazioni attese per i piccoli corsi d’acqua (a carattere quasi lentico) all’interno del bosco della Partecipanza. L’habitat del Callitricho Batrachion è, infatti, più tipico di corsi d’acqua di dimensioni comunque maggiori e, soprattutto, in stazioni caratterizzate da maggiore luminosità. Formazioni a elofite riferibili al Magnocaricion Formazioni a dominanza di elofite caratterizzate dalla prevalente presenza di specie di elofite e geofite quali Phragmites australis, Phalaris arundinacea, Carex spp., Cyperus spp, Juncus spp., Typha spp, Sparganium spp. 64.30 Bordure igrofile di margine Cenosi igrofile di mantello di formazioni arboree e di bordura igrofila di corsi d’acqua con sponde non ripide, la composizione varia in funzione della tipologia di corso d’acqua. In aggiunta ad interventi di diretta ricostituzione di tali habitat sono stati compiuti interventi finalizzati alla ricostruzione di formazioni arbustive lineari “di protezione” rispetto agli ambiti caratterizzati dalla presenza di habitat target. Specie target di interesse conservazionistico Le specie presenti nell’area di intervento e, nello specifico, nel complesso dei siti di intervento sono: Utricularia australis Lista rossa nazionale e Lista rossa regionale Sagittaria sagittifolia Lista rossa nazionale e Lista rossa regionale Caltha palustris LR32/82 Protezione assoluta Osmunda regalis LR32/82 Protezione assoluta Marsilea quadrifolia All. II el.b) Direttiva Habitat 92/43/CEE Lista rossa nazionale e Lista rossa regionale Specie target di interesse ecologico Sono da intendersi tali le specie caratteristiche costituenti i diversi habitat target. Ad esempio sono da considerare tra le specie target per l’habitat del Callthrico Batrachion tutte le specie del genere Callithriche, tutte le specie del genere Ranunculus gruppo Batrachium, ma anche Berula erecta, Apium nodiflorum, Nasturtium officinale, Potamogeton natans, Potamogeton nodosus. Tra queste possono essere ritenute come specie meno tolleranti alterazione antropica le diverse specie di Callithriche e Berula erecta. Specie indicatrici di disturbo antropico Sono da considerare in questa categoria tutte le specie la cui presenza dominante è in vario modo determinata da un uso antropico del territorio in esame; assumono, però, particolare rilevanza le specie aliene. La pianura Padana è tra i territori europei in cui la presenza delle specie aliene assume carattere di particolare problematicità. Nell’area sono presenti specie aliene acquatiche (quali Elodea canadensis e Najas gracillima), di suoli idromorfi (quali Cyperus microyria, Solidago gigantea), infestanti le coltivazioni (quali le diverse specie idrofite anfifite del genere Heteranthera o essere specie pioniere adattate ad ambienti xerici quali Sorghum halepense, Artemisia verlotorum) oltre a diverse specie di habitus arbustivo che facilmente colonizzano le bordure degli ambienti acquatici e palustri (quali Phytolacca americana, Buddleya davidii, Amorpha fruticosa). Gli impianti di formazioni lineari arbustive, pur collocandosi sul limitare di ambiti igrofili, si trovano in condizioni stazionali di relativa xericità che favorisce lo sviluppo sia delle specie aliene di habitus arbustivo prima elencate sia di una quota di specie erbacee quali Setaria glauca. Sono state considerate anche specie indicatrici di disturbo antropico non aliene. Si tratta di specie che sono spesso presenti con abbondanza contenuta anche in formazioni attese ma talvolta divengono dominanti in ragione dell’alterazione che caratterizza le formazioni. Tali specie possono essere riferibili a stadi di alterazione delle cenosi legnose come nel caso delle specie del genere Rubus, oppure possono divenire dominanti in maniera anomala negli ambienti acquatici e su suoli idromorfi come nel caso dei taxa algali Cladophora e Vaucheria o della graminacea Echinochloa crus-‐galli infestante non solo le colture di riso. Area di studio L’area di studio, che ha interessato il monitoraggio della componente, vegetale si situa nell’area della piana risicola vercellese e comprende i siti di del progetto ECO-RICE in cui sono stati realizzati interventi per il recupero di ambienti acquatici e palustri. • la fontana Mora presso Cascina Oschiena. • Il fontanile e l’area circostante a Lachelle • la camera di risaia rinaturalizzata a Cascina Spinola • la sponda del canale nei pressi di cascina Spinola e l’area marginale nei pressi della riseria Arrigone • le vasche all’interno dell’area prossima al Centro Visita di San Genuario • le sponde dello specchio d’acqua nei pressi del bosco della Partecipanza • i fontanili all’interno del bosco della Partecipanza Le aree di intervento Fontane Mora e Moretta presso cascina Oschiena In quest’area gli interventi realizzati hanno comportato la rivitalizzazione idrica delle polle di risorgiva, la modellazione con diminuzione della pendenza delle sponde, l’impianto di una siepe mesoigrofila di sponda. La fontana Mora si trova in vicinanza della Strada Provinciale e riceve, a scarsissima distanza dalla testa, acque di colatura irrigua. Sono stati rilevati sia l’ambito acquatico sia quello di sponda. La fontana Moretta è localizzata a sud della fontana Mora e, pur trovandosi anch’essa in un ambito a risicoltura intensiva, non riceve apporti da acque di colature di risaia nel primo tratto del suo corso. A valle degli interventi di riqualificazione, la comunità acquatica presente in entrambe le “testate”, si è arricchita in termini di copertura e diversità rispetto ad alcune specie caratteristiche dell’habitat Callitricho Batrachion. Peraltro, le pressioni esercitate dall’ambito agricolo circostante e, soprattutto nel caso della fontana Mora, la commistione delle acque di falda con acque di colatura di risaia rende le comunità presenti scarsamente strutturate e diversificate rispetto all’atteso, anche la copertura complessiva è limitata: tra le specie dominanti si rinvengono sia specie tipiche delle formazione acquatiche dei piccoli corsi d’acqua di pianura quali Callitriche sp., Apium nodiflorum, Veronica anagallis aquatica, sia taxa indicatori di disturbo antropico quali alcuni generi algali tra cui Cladophora e Vaucheria oltre a una significativa presenza di taxa algali tipici di cenosi effimere a dominanza di Coniugatoficeae tra cui Spirogyra e Zygnema. La comunità acquatica non è stata oggetto di interventi di impianto. Al contrario, le sponde sono state oggetto di un intervento di riqualificazione che ha comportato, oltre al rimodellamento, anche l’impianto di specie arbustive per la ricostruzione di una siepe campestre mesoigrofila.. La comunità delle specie erbacee insediatesi sulla sponde è, al momento, prevalentemente costituita da erbacee di neo-colonizzazione. La siepe è risultata strutturata, come da progetto, in due formazioni lineari contigue: una composta da specie caratterizzata da maggior igrofilia, in posizione più prossima al corso d’acqua, l’altra posta distalmente rispetto all’acqua e costituita da specie più mesofile. L’attecchimento delle specie di impianto è risultato soddisfacente con oltre il 75% di attecchimento delle piantine utilizzate. Salvo che per la specie Euonymus europaeus, si è riscontrata un’efficienza di attecchimento lievemente maggiore nelle specie caratterizzate da maggior igrofilia. Tra le specie mesofile ha presentano percentuali di attecchimento lievemente inferiori alla media Crataegus monogyna. Oltre alle specie arbustive di impianto la cenosi spondale è costituita da specie igrofile quali Agrostis stolonifera, Phalaris arundinacea, Juncus conglomeratus, Rumex spp., Persicaria lapathifolia; sono presenti anche specie caratterizzate da minor igrofilia quali Equisetum arvense e Chenopodium album e specie sinantropiche e ruderali quali Urtica dioica, Echinochloa crus-galli, Plantago major, Setaria glauca. Indicazioni gestionali La crescita e la strutturazione delle siepi porterà sicuramente ad un maggior grado di ombreggiamento sulla porzioni acquatiche. Ciò comporterà un sicuro miglioramento delle cenosi acquatiche, in termini di avvicinamento alla cenosi obiettivo: l’habitat del Callitricho Batrachion. Per il miglioramento delle cenosi presenti in corrispondenza della testa e dell’asta della fontana Mora, sarebbe necessario deviare l’apporto di colatura di risaia che giunge poco dopo la testata del fontanile. I due siti di intervento risultano comunque strettamente “immersi” in una matrice agricola che oltre a determinare su di essi numerose pressioni, li isola dagli ambienti naturali (seppur pochi) circostanti. Durante la fase finale delle attività di monitoraggio si è rinvenuta, su indicazione del Dr. Seglie, referente del monitoraggio della componente erpetofauna, un’area di una certo interesse per gli habitat acquatici e boschivi in prossimità della cappella Tabalino. Un collegamento con tale area, anche se limitato ad una solo componente strutturale, quale quella arbustiva, migliorerebbe la reticolarità ecologica di questa piccola porzione di territorio. Fontana Pratolungo e aree circostanti in località Lachelle L’area di intervento comprende diversi ambiti eterogenei nei quali sono stati effettuati diversi interventi di riqualificazione. L’area è caratterizzata dalla presenza di un piccolo corso d’acqua di risorgiva alimentato almeno da due diverse polle di risorgiva; la testata principale del corso d’acqua è posta all’interno di una formazione arborea mesoigrofila. Lungo il corso d’acqua, nel suo sviluppo al di fuori della piccola formazione arborea presente in corrispondenza della testata si rinviene in sponda sinistra un lembo di fragmiteto (localizzato in una proprietà non interessata da interventi); procedendo ulteriormente lungo lo sviluppo del corso d’acqua è presente un piccolo tifeto insediato in corrispondenza di una piccola area a suolo fortemente idromorfo. Gli interventi previsti ed in parte già realizzati sono: • la rivitalizzazione della 2° polla di risorgiva (parzialmente interrata prima dell’inizio del progetto ECORICE), • la rimodellazione sia di quest’ultima polla di risorgiva sia della sponda sx dell’asta di fontanile, • l’impianto di una siepe pluristratificata in sponda sx, al di fuori della porzione occupata dalla formazione boschiva, • l’ampliamento delle porzioni a fragmiteto, • la creazione, all’interno del tifeto di piccole pozze, • il taglio selettivo degli esemplari di robinia all’interno della piccola formazione boschiva. I rilievi della vegetazione compiuti nel 2013 dimostrano un miglioramento complessivo di tutte le formazioni oggetto di intervento. Le cenosi acquatiche localizzate sia in corrispondenza della testata sia lungo l’asta, ospitano adesso una componente algale più limitata e si sono arricchite di alcune specie attese quali Nasturtium officinale, Myosotis scorpioides e Lemna minor mentre prima il piccolo corso d’acqua ospitava una cenosi poco strutturata è ricca in specie indicatrici di disturbo antropico quali Bidens frondosa e Solidago gigantea che ora risultano contenute. Al miglioramento delle cenosi dell’asta del fontanile ha sicuramente contribuito l’addolcimento delle sponde. L’efficienza di attecchimento dei rizomi di Phragmithes è risultata superiore al 70%. Da ultimo, si intende considerare l’area umida di neoformazione derivante da una escavazione in un’area dove era presente un piccolo “Typheto” caratterizzato da una forte presenza di specie aliene ed indicatrici di disturbo antropico quali Solidago gigantea, e Sorghum halepense. La zona umida di neoformazione creatasi è caratterizzata dalla presenza di specie attese e di interesse, già insediatesi nel corso di una sola stagione, quali Callitriche hamulata cfr. e Lemna minor. Si segnala, però, il rinvenimento di una pianta di Heteranthera rotundifolia, specie aliena ed infestante che si è provveduto ad eliminare. Ciò a testimonianza del fatto che gli ambienti di neoformazione, soprattutto in territori a matrice agricola prevalente, sono costantemente minacciate rispetto all’ingressione di specie aliene infestanti. Indicazioni gestionali L’intervento ha condotto alla realizzazione di una variegata serie di piccole zone umide che, nel loro complesso, creano un’area a buona naturalità di dimensioni non limitatissime. L’estensione di tale area è comunque troppo limitata per garantire le formazioni esistenti dall’isolamento in cui la piana risicola vercellese condanna alcune tipologie di habitat quali, in primo luogo, quelli forestali. Gli habitat del reticolo idrografico potrebbero godere potenzialmente di buona connessione ma, soprattutto negli ultimi decenni, le tecniche colturali in atto hanno fortemente compromesso le funzionalità ecologica del reticolo idrografico. La connessione ecologica dell’area è, quindi, fondamentale per incrementarne la funzionalità ecologica e la resilienza rispetto alle pressioni provenienti dal territorio circostante. Creazione di una zona umida di neoformazione in una camera di risaia presso cascina Spinola. Si tratta dell’intervento probabilmente di maggiore entità per quel che riguarda l’entità della variazione nella destinazione d’uso dell’area. In dettaglio, gli interventi attuati sono stati: • la creazione di uno specchio d’acqua a profondità variabile nell’ex camera di risaia • la realizzazione di una siepe intorno allo specchio d’acqua stesso • la realizzazione di una formazione arbustiva lungo lo sviluppo del Navilotto Nella zona umida derivante dalla camera di risaia i rilievi della vegetazione sono stati effettuati dopo la rinaturalizzazione morfologica; il monitoraggio, effettuato in corrispondenza di due stagioni vegetative, presenta indubbi interessi scientifici e prototipali. La rilevazione della colonizzazione e dell’evoluzione spontanea della vegetazione acquatica si presenta, infatti, come uno studio di notevole interesse sia perché tale intervento potrebbe assumere valore prototipale in riferimento alla scala di area vasta nella piana risicola vercellese sia in relazione alle problematiche generali inerenti il controllo e la gestione delle specie aliene infestanti. Infatti, il primo anno dopo il ripristino si è assistito ad una massiccia invasione di Heteranthera reniformis e una significativa presenza di Heterenthera limosa. All’interno dell’ex camera di risaia le differenti profondità venutesi a creare con l’intervento di rimodellazione morfologica hanno determinato la creazione di mesohabitat differenziati; è possibile individuare schematicamente: • una porzione caratterizzata da acque molto basse (inferiori a 20 cm), • una porzione caratterizzata da acque poco profonde (non superiori a 60 cm), • una porzione caratterizzata da acque più profonde (da 60 cm a circa 100 cm). E’ stato eseguito il rilievo della vegetazione localizzando osservazioni di dettaglio in diversi punti nell’ambito delle diverse tipologie di ambienti venutesi a creare. Negli ambiti ad acque più basse, nella primavera-estate 2012 è risultata dominante l’esotica Heteranthera reniformis (anche se è presente sporadicamente Heteranthera limosa) (copertura del 40% circa). Il rilievo di dettaglio compiuto ha, però, consentito di evidenziare la presenza di numerose specie tipiche di acque lentiche che devono essere ritenute come attese nell’habitat venutosi a creare quali: Scrophularia umbrosa, Juncus conglomeratus, Lythrum salicaria, Persicaria lapatipholia, Ranunculus sceleratus, Lemna minor, Alisma plantago-aquatica, Veronica anagallis-aquatica, Sagittaria sagittifolia, Typha latifolia. Nella porzione caratterizzata da acque di profondità intermedia Heteranthera reniformis risulta ancora la specie dominante, anche se il suo peso complessivo nell’ambito della comunità diventa meno rilevante (quantificabile in una copertura del 30%); in tale ambito oltre alle specie più prettamente acquatiche già citate precedentemente quali Persicaria lapathyfolia, Ranunculus sceleratus, Lemna minor, Alisma plantago-aquatica, Veronica anagallis-aquatica, Sagittaria sagittifolia, Typha latifolia compaiono Potamogeton trichoides, Potamogeton filiformis e altre specie schiettamente acquatiche come Spirodela polyrhiza e l’alga Chara vulgaris. Di sicuro interesse, anche in termini di competizione rispetto all’espansione di Heteranthera reniformis, la massiccia presenza (copertura > 35 %) di Elatine triandra. Tra le altre specie presenti: Ottelia alismoides, Agrostis stolonifera, Schoenoplectus tabernaemontani ed alghe riferibili ai generi Cladophora e Spirogyra. Da ultimo, nella porzione caratterizzata da acque più profonde diventano dominanti Elatine triandra, Potamogeton filiformis, Chara vulgaris, Spirodela polyrhyza oltre a Potamogeton trichoides, Agrostis stolonifera, Typha latifolia, Sparganium erectum; risulta consistente anche la presenza di alghe dei generi Cladophora, Ulothrix, Spirogyra. Già nella tarda primavera del 2012, si è scelto di non contrastare l’infestazione di Heteranthera con pesticidi. Le motivazioni che hanno indotto a compiere tale scelta sono diverse: in primis i rilievi della componente vegetale ed, ancor più, quelli faunistici hanno indicato il buon valore ecologico comunque già raggiunto dalla zona umida; secondariamente si è optato per mantenere la possibilità di monitorare il caso studio prototipale. I sopralluoghi ed i rilievi compiuti nella primavera-estate del 2003 hanno dimostrato la grande efficienza ecologica della scelta compiuta. La competizione messa in atto dalle specie “attese” (e anche di quelle non esotiche invasive) ha, di fatto, sostanzialmente debellato l’Heteranthera reniformis e l’Heteranthera limosa. L’Heteranthera reniformis che è risultata solo presente e solo limitatamente alla porzione di acque più basse. Le cenosi rilevate nel 2003 nelle diverse porzioni dell’area umida pur comprendendo alcune specie aliene, come Najas gracillima e Lagarosiphon major, sono caratterizzate dalla presenza di specie attese e di interesse conservazionistico come Sagittaria sagittifolia, Butomus umbellatus, Alisma plantago aquatica e, soprattutto, la pianta carnivora Utricularia australis. L’esame degli impianti arbustivi realizzati ha permesso di verificare l’elevata percentuale (maggiore del 95%) di attecchimento del complesso delle specie di impianto in entrambi gli interventi. In relativa prossimità spaziale e funzionale con questi interventi di ricostituzione di formazioni lineari arbustive, si è messo in atto anche un ripristino di un’area marginale posta nelle vicinanze della riseria Arrigoni. L’intervento effettuato nell’ambito di quest’area agricola marginale è consistito nell’impianto di un arbusteto meso-igrofilo. I rilievi effettuati prima dell’intervento hanno evidenziato la presenza di vegetazione erbacea ruderale e sinantropica anche se le specie presenti sono in parte caratterizzate da relativa igrofilia; è infatti dominante Solidago gigantea e sono presenti specie quali Chenopodium album, Setaria glauca, Urtica dioica. Erano presenti anche specie legnose, complessivamente a limitata copertura, tra cui Rubus sp. e Robinia pseudoacacia oltre ad alcuni esemplari di Alnus glutinosa di taglia arbustiva. L’intervento di ripristino ha condotto all’impianto di una siepe mesoigrofila, la percentuale di attecchimento rilevata è risultata soddisfacente attestandosi intorno al 75% Indicazioni gestionali L’intervento ha condotto sicuramente ad un incremento importante della naturalità dell’area ma permangono due tipologie di criticità gestionali: anche in questo sito, seppur in misura minore, si presenta il problema dell’isolamento delle formazioni presenti; inoltre, la stretta connessione della zona umida con il reticolo idrografico della acque di coltivazione conduce ad introdurre acque di qualità fisico chimica bassa nella zona umida. Rispetto a tali criticità si segnala, da un alato, il ripristino di una seconda camera di risaia nelle immediate vicinanze che potrebbe comunque ovviare a parte delle problematiche legate all’isolamento ecologico delle formazioni. Rispetto alla qualità delle acque presenti nella camera di risaia, si potrebbe approfondire la ricerca di una bocca di risorgiva nella stessa camera di risaia. Miglioramento ambientale di vasche poste all’interno dell’area prossima al Centro Visita del SIC Palude di San Genuario. Il SIC Palude di San Genuario è stato già oggetto di un Progetto N° LIFE NAT IT/007209 conclusosi nel 2005 che, tra l’altro, ha comportato la rinaturalizzazione di un’area recintata (ex allevamento ALMA) di proprietà del Comune di Fontanetto Po ed attualmente in gestione all’Ente di Gestione del parco del Po tratto vercellese/alessandrino e delle Sorti della Partecipanza. Il SIC comprende un’area ben più ampia dell’ex allevamento ma in esso risiedono alcune delle rilevanze ambientali, soprattutto ornitologiche, dell’intera area. Con il progetto LIFE ECO-RICE si è voluto migliorare la funzionalità di alcune delle porzioni dell’ex allevamento. I risultati del precedente progetto LIFE hanno dimostrato l’utilità di ampliare le aree allagate e hanno indicato come gli interventi di escavazione possano efficientemente condurre a tali risultati. Obiettivo del progetto è stato approfondire ed ampliare le zone allagate prioritariamente nelle vasche 42, 43, 45 e 46 (si vede schema progettuale allegato). Altri interventi obiettivo sono stati la rinaturalizzazione della morfologia (già in parte realizzata durante il precedente progetto LIFE) della vasche 35 (si tratta di un lago di discrete dimensioni) oltre che 3 e 4. Interventi di rilievo morfologico sono stati anche quelli che hanno condotto alla rimozione di cordoli di separazione tra alcune vasche. Oltre a ciò, per migliorare le possibilità di adeguamento delle vasche soggette a nuovo scavo, si è provveduto a creare canalizzazioni che consentano il trasporto di acqua dalla porzione Nord dell’area verso quella posta a Sud; ciò poiché la gran parte delle polle di risorgiva più importanti si trova nella porzione Nord dell’ex allevamento. Gli interventi, in funzioni della necessità di non arrecare disturbo alle specie ornitiche prioritarie nidificanti (tra gli altri Tarabuso, Airone rosso, Falco di Palude), sono stati condotti solo in minima parte nel tardo inverno 2012-2013 e, in massima parte, nell’autunno 2013. I rilievi condotti per effettuare il monitoraggio degli interventi hanno permesso di arrivare ad una valutazione dello stato delle cenosi prima e dopo l’intervento solo per la vasca 43; per le altre vasche la temporizzazione degli interventi potrà condurre ad un loro monitoraggio solo nella prossima primavera 2014. I rilievi confermano come gli ambiti non acquatici e non idromorfi dell’area sono caratterizzati da cenosi di interesse solo se si tratta di formazioni a struttura arboreo arbustiva; le zone aperte xeriche sono invece caratterizzate da cenosi in gran parte costituite da specie sinantropiche e da una quota di specie infestanti (quali Rubus sp.), in parte anche aliene (Solidago gigantea, Phytolacca americana). In due delle vasche potenzialmente oggetto di intervento sono presenti nuclei di formazioni igrofile in corrispondenza di ambiti a sbstrato sostanzialmente idromorfo; tali ambiti si rinvengono in corrispondenza di piccole aree escavate nel corso del progetto LIFE condotto nel SIC San Genuario e in corrispondenza di aree poste nella porzione più meridionale di tali “vasche”, laddove si vengono a creare, stagionalmente, aree di ristagno idrico. Nelle piccole aree derivanti da precedenti escavazioni si rinvengono piccoli lembi di formazioni a dominanza di Typha latifolia, Phragmites australis, Juncus conglomeratus, Carex pseudocyperus. I rilievi condotti nella vasca 43 solo pochi mesi dopo l’intervento di escavazione fanno ritenere che l’approfondimento delle vasche potrà condurre ad un incremento delle formazioni e specie target nel sito. In particolare nelle porzioni più igrofile della vasca 43 è comparsa Utricularia australis ed anche muschi di ambienti acquatici e palustri quali Hypnum squarrosum. Le porzioni di sponda delle tre vasche-lago oggetto di interventi di rimodellamento sono caratterizzate dalla presenza di cenosi erbacee di specie sinantropiche e ruderali tra cui sono dominanti Solidago gigantea e Rubus sp. Lo schema topografico della zona prossima al Centro Visita del SIC Plaude di San Genuario La riqualificazione delle sponde dello specchio d’acqua contiguo al bosco della Partecipanza. Il lago della Guglielmina. L’intervento ha avuto come oggetto la riqualificazione delle sponde del lago artificiale posto nei pressi della Cascina Guglielmina, al margine sud del Bosco della Partecipanza. Oltra alla manutenzione ed all’efficientamento delle opere di controllo idraulico del lago, l’intervento è stato finalizzato al rimodellamento delle sponde dello specchio d’acqua con la finalità di ridurne l’acclività ed alla successiva rinaturalizzazione della sponda attraverso l’impianto di formazioni a dominanza di elofite e, retrostante rispetto alle prime, di una formazione arbustiva mesoigrofila La forte acclività delle sponde del lago prima dell’intervento determinava la presenza di cenosi vegetali dominate da specie sinatropiche indicatrici di forte disturbo antropico (quali Rubus sp.); in tali cenosi, solo scarsamente differenziate lungo il profilo del lago, diveniva estesamente rilevante anche la presenza di specie aliene infestanti quali Artemisia verlotorum, Phytolacca americana, Solidago gigantea. Lo strato arboreo era costituito da qualche esemplare di Salix alba ma erano dominanti specie di origine antropica quali Prunus avium, Pinus strobus, Juglans regia, Platanus orientalis. Oltre ai rilievi lungo le sponde è stato compiuto anche un rilievo della porzione acquatica raggiungibile del lago. I dati confermano sia per il 2012 sia per il 2013 la dominanza di Myriophyllum spicatum oltre alla presenza di specie algali pionier quali le Coniugatophyceae Spirogyra e Zygnema oltre che di taxa ubiquitari quali Cladophpra e le Cyanophyceae Oscillatoria e Lyngbya. I rilievi condotti lungo le sponde dopo gli interventi di riqualificazione indicano la presenza di cenosi a buona diversità e localmente differenziate in funzione delle condizioni stazionali presenti nei diversi tratti delle sponde. Rimane comunque problematica la forte presenza e la grande varietà di specie esotiche infestanti quali Artemisia verlotorum, Erigeron annuus, Sonchus arvensis, Sorghum halepense, Humulus scandens. Per contro oltre all’efficacia delle specie di impianto si è constatata la presenza di specie da ritenersi attese quali Lysimachia vulgaris, Lythrum salicaria, Scrophularia umbrosa e Typha latifolia . Indicazioni gestionali Le condizioni di forte eliofilia che caratterizzano le sponde del lago favoriscono le specie sinantropcihe ed infestanti; potrebbe essere utile incrementare la formazione arbustiva con specie arboree per migliorare la qualità delle cenosi erbacee. Rivitalizzazione dei Fontanili all’interno del Bosco della Partecipanza Gli interventi di riqualificazione hanno riguardato due delle vari fontane presenti dentro il bosco. Il bosco è caratterizzato dalla presenza di numerosi fontanili e risorgive, un tempo attivamente gestite per approvvigionamento idrico. Gli interventi progettuali hanno interessato la Fontana del Cappello e la Fontana Divisione. Caratteristica di gran parte delle fontane è di essere alimentate da diverse polle di risorgiva. In particolare si intervenuti sulla Fontana Cappello sud, sulla Fontana Cappello Nord, sulla Fontana Divisione Nord. L’intervento sulla fontana Cappello Sud è stato molto limitato e ha comportato solo il taglio selettivo di specie indesiderate sulle sponde oltre a blandi interventi di modellazione. Le cenosi poste nella porzione acquatica di tale Fontana sono costituite solo da specie algali ubiquitarie. In coincidenza della Fontana Capello Nord l’intervento realizzato ha comportato la realizzazione di uno scavo per potenziare la portata della Fontana. Analogo intervento è stato condotto nella Fontana Divisione Nord. IN prossimità di questa si è anche proceduto allo scavo ex novo di una zona idromorfa che si è rilevata essere coincidente con la fuoriuscita di una polla di Fontanile. Le fontane Cappello Nord e Divisione Nord erano caratterizzate dalla presenza di cenosi acquatiche a forte componente muscinale di un certo interesse; inoltre, in corrispondenza della Fontana Divisione Nord è localizzato un popolamento di Caltha palustris (specie microterma relitta di valore conservazionistico) di rilievo. Gli interventi di escavazione amento delle comunità ma, necessariamente si è potuta notare la perdita di alcune specie muscinali nella fontana Cappello Sud; al contrario il popolamento di Caltha palustris presso la Fontana Divisione Nord appare sostanzialmente invariato. La perdita temporanea di una stazione d muschi igrofili appare comunque facilmente recuperabile inquanto le comunità acquatiche rilevate nel complesso delle Fontane della Partecipanza si differenziano in maniera molto limitata nei diversi siti. Le differenze riguardano solo la presenza/assenza e la differenza dei valori di copertura di un numero limitato di specie. Le cenosi sono dominate da briofite quali specie appartenenti ai generi Mnium, Fissidens, Oxyrrhynchium, Hypnum Cratoneuron, Pellia. Oltre alla porzione briofitica la comunità comprende fanerogame quali Juncus effusus, Carex hirta, Molinia caerulea, Nasturtium officinale, Lemna minor. Indicazioni gestionali L’importanza ecologica delle formazioni tipiche dei piccoli corsi d’acqua all’interno dei boschi planiziali è ampiamente misconosciuta. Tali ambiti contribuiscono in modo sostanziale al mantenimento della diversità e funzionalità di tali ecosistemi. Appare rilevante mantenere e studiare tali ambiti conservatisi all’interno di uno degli ultimi boschi planiziali della Pianura Padana. Conclusioni Le attività di monitoraggio sono state effettuate con l’obiettivo di caratterizzare e valutare nel tempo l’evoluzione delle comunità vegetali nei siti di intervento, attraverso l’uso di indicatori precedentemente identificati (copertura di formazioni spontanee, copertura di specie indicatrici di disturbo antropico, copertura di specie aliene, copertura di specie e formazioni/habitat attesi e della definizione di habitat obiettivo. Si riassumono i risultati complessivi derivanti dall’elaborazione dei dati floristici rilevati nell’Allegato III “Tabella Riassuntiva dell’andamento degli indicatori individuati nei siti di intervento.” Si desume facilmente che le attività di riqualificazione hanno condotto ad un importante incremento complessivo in termini di coperture degli habitat e delle formazioni attese ovviamente attraverso un incremento delle coperture delle specie attese ed una riduzione della copertura delle specie indicatrici di disturbo antropico e, tra queste, delle specie aliene. Ovviamente, gli incrementi percentuali delle formazioni e delle specie attese si sono registrati in aree prima coltivate. Nella risaia rinaturalizzata presso Cascina Spinola gli interventi hanno consentito di ottenere ambiti acquatici di diversa profondità che ospitano sia cenosi palustri a prevalenza di elofite ed anfifite sia cenosi a prevalenza di specie schiettamente acquatiche. L’analisi della naturale evoluzione di quest’area, convertita da risaia a zona umida permanente, può divenire occasione di un interessante studio prototipale per l’area della pianura risicola vercellese. Nel complesso dei siti di intervento si sono maggiormente incrementate le formazioni a dominanza di elofite (riferibili al Magnocaricion), le formazioni igrofile ad alte erbe (Habitat 64.30), le formazioni di erbe acquatiche tipiche dei corsi d’acqua di pianura (Habitat 32.60); gli interventi hanno, inoltre, contribuito ad incrementare la copertura delle formazioni legnose mesoigrofile sia arboree sia arbustive. Il territorio oggetto delle attività di ECORICE, nonostante sia prevalentemente caratterizzato dalla dominante coltura risicola, presenta ancora importanti valori ambientali e una significativa quota di biodiversità che permette la contemporanea presenza nell’area vasta di formazioni estremamente diversificate: oltre a quelle già citate è importante la presenza di formazioni boschive riferibili di boschi planiziali (Habitat 91.60 e 91.E0*) e sono presenti anche rare formazioni a dominanza di muschi igrofili nei piccoli corsi d’acqua presenti nel bosco della Partecipanza. BIBLIOGRAFIA APAT – 2007 – Protocollo di campionamento ed analisi per le macrofite delle acque correnti. In “Metodi Biologici per le acque. Parte I”. Manuali e Linee Guida APAT. Roma. Azzollini R., Betta G., Minciardi M. R. – 2003 -‐ Uso di macrofite acquatiche per il biomonitoraggio delle acque di canali irrigui: prime applicazioni in un’area del Vercellese. In: Atti del Convegno Nazionale: Botanica delle zone umide. 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