download 20141103175232_Relazione Monitoraggio componente

Progetto LIFE09 - NAT/IT/000093
ECO-RICE
Le risaie del vercellese: programma integrato per la riqualificazione ambientale e la
gestione sostenibile dell'agroecosistema risicolo
Vercelli rice fields: integrated plan for environmental requalification and sustainable
management of rice agroecosystem
Azione E.2.1
Monitoraggio dell’evoluzione degli habitat acquatici e della loro funzionalità all’interno
della rete ecologica, a seguito delle azioni di ripristino ambientale previste
Monitoring of wetland habitat evolution and of their functionality inside the ecological
network, after the planned natural restoration actions
Componente: VEGETAZIONE
RELAZIONE CONCLUSIVA
Laboratorio di ECOLOGIA
ENEA-UTTS
Autori: M. R. Minciardi e S. Ciadamidaro
Hanno collaborato alla realizzazione dei rilievi S. Abati, S. Bisceglie, D. C. Spada, G.L.
Rossi
Gennaio 2014
INDICE
Premessa.................................................................................................................................................... 4 Metodologia .............................................................................................................................................. 5 Area di studio ............................................................................................................................................ 9 Le aree di intervento ............................................................................................................................... 10 Fontane Mora e Moretta presso cascina Oschiena .............................................................................. 10 Fontana Pratolungo e aree circostanti in località Lachelle ................................................................. 12 Creazione di una zona umida di neoformazione in una camera di risaia presso cascina Spinola. ..... 15 La riqualificazione delle sponde dello specchio d’acqua contiguo al bosco della Partecipanza. Il lago
della Guglielmina. ............................................................................................................................... 22 Rivitalizzazione dei Fontanili all’interno del Bosco della Partecipanza............................................. 24 Conclusioni ............................................................................................................................................. 26 BIBLIOGRAFIA .................................................................................................................................... 28 Primi risultati derivanti dall’uso degli indicatori individuati .......... Errore. Il segnalibro non è definito. Allegato 1 – “I rilievi della componente vegetale” .....................................................................................
Allegato 2 - “Habitat di interesse potenzialmente presenti in ambito risicolo”
Allegato 3 - “Tabella Riassuntiva dell’andamento degli indicatori individuati nei siti di intervento.” ...... Premessa Il progetto ECO-RICE comprende una specifica Azione finalizzata al monitoraggio degli
habitat acquatici ripristinati o riqualificati nell’ambito delle Azioni del progetto.
In particolare, l’obiettivo dell’azione è quello di valutare, con riferimento alla scala temporale
del progetto, l’efficacia ecologica degli interventi, soprattutto in termini di contributo allo
sviluppo della reticolarità ecologica del territorio.
Gli interventi di ripristino e riqualificazione di habitat acquatici e palustri sono stati condotti in
ambiti territoriali attribuibili a due diverse tipologie di elementi strutturali della rete: sia aree di
consolidate rilevanza per la creazione ed il mantenimento della biodiversità, quali le Core
Area del SIC Bosco della Partecipanza e del SIC Palude di San Genuario, sia in ambiti a
matrice agricola con la creazione di Stepping Stone.
Nelle Core Area gli interventi sono stati finalizzati al miglioramento della funzionalità di alcuni
fontanili ed alla riqualificazione delle sponde di uno specchio d’acqua (Bosco della
Partecipanza) e di ambienti palustri (Palude di San Genuario).
Gli interventi per la creazione di Stepping Stone hanno riguardato: il ripristino di zone umide
permanenti, la rivitalizzazione di un fontanile interrato, la riqualificazione di fontanili, la
creazione di cenosi lineari arbustive.
Il monitoraggio della componente vegetale, finalizzato alla valutazione dell’efficacia degli
interventi compiuti, ha avuto come obiettivi non solo quello di valutare l’efficacia degli
interventi dal punto di vista dell’efficienza degli impianti, ad esempio in termini di
attecchimento, ma, soprattutto e prioritariamente, valutare l’efficienza ecologica degli
interventi in relazione alla tutela e implementazione della funzionalità degli habitat a scala di
area vasta nell’ambito delle rete ecologica.
Metodologia Le attività di monitoraggio hanno avuto lo scopo di valutare l’evoluzione dello stato delle
formazioni/habitat di interesse (ovvero habitat target) e delle specie vegetali di interesse
conservazionistico nei siti di intervento.
Propedeutico alle attività di monitoraggio è stata l’individuazione delle formazioni e degli
habitat d’interesse oltre che delle specie indicatrici (sia indicatrici di disturbo antropico, sia di
interesse conservazionistico ed ecologico).
Per monitorare l’efficacia “impiantistica” degli interventi si è monitorata anche la percentuale
di attecchimento delle specie di impianto.
Nel complesso, quindi, anche sulla base delle procedure già utilizzate nel monitoraggio degli
interventi effettuati nel SIC Palude di San Genuario nell’ambito del progetto N° LIFE NAT
IT/007209 e in ragione precedenti analoghe esperienze nello stesso territorio, sono stati
selezionati i seguenti indicatori:
•
presenza/assenza e copertura di formazioni spontanee
•
presenza/assenza e copertura delle formazioni/habitat obiettivo
•
presenza/assenza e copertura di specie indicatrici di disturbo antropico
•
presenza/assenza e copertura di specie aliene
•
presenza/assenza e copertura di specie attese
•
percentuale di attecchimento delle specie di impianto
I rilievi sono stati condotti nelle stagioni vegetative 2012 e 2013.
Nel 2012, a partire da giugno sino ad ottobre, in ciascuna area di intervento sono stati
effettuati almeno un sopralluogo e un rilievo; in alcuni ambiti in cui l’intervento di
rinaturalizzazione era stato già compiuto e dove erano presenti particolari criticità (quali la
nuova zona umida di cascina Spinola) i sopralluoghi sono stati infittiti per monitorare
l’andamento del ripristino ambientale.
Durante la stagione vegetativa 2013 è stato effettuato un rilievo nel periodo compreso tra
metà giugno ed i primi giorni di agosto; oltre ai rilievi sono stati compiuti sopralluoghi speditivi
per verificare l’evoluzione delle copertura delle specie indicatrici analogamente a quanto
avvenuto l’anno precedente.
In ciascun sito sono stati rilevati in dettaglio gli ambiti acquatici e palustri. I risultati dei rilievi
sono
riportati
integralmente
nell’Allegato
I
“I
rilievi
della
componente
vegetale”.
I rilievi vengono effettuati annotando la copertura complessiva della comunità rispetto
all’ambito di intervento. Per ciascun taxon viene poi annotata la copertura percentuale. In casi
particolari, come per i rilievi a Cascina Spinola, la sommatoria delle coperture dei singoli taxa
può arrivare sino a 200%, in ragione della presenza di 2 strati di vegetazione.
Nel capitolo bibliografia vengono riportati i testi utili alla determinazione degli organismi
vegetali che sono stati utilizzati in questo studio, oltre ad alcuni documenti che fanno
riferimento al contesto normativo e scientifico in cui si inserisce il presente lavoro di
monitoraggio.
Sono riportati di seguito gli habitat/ formazioni individuati come target nell’ambito del progetto
ECORICE. Nell’Allegato II “Habitat di interesse potenzialmente presenti in ambito risicolo” si
può ritrovare un elenco ragionato degli habitat di tali aree.
Habitat target Habitat di interesse presenti ed al cui incremento sono stati finalizzati gli interventi di recupero e ripristino degli habitat acquatici 31.40 Acque oligomesotrofe calcareee con vegetazione bentica di Chara spp. Ambiti lentici anche a profondità molto bassa, acque moderatamente alcaline, o acque oligotrofe poco alcaline 31.50 Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition. Laghi, pozze e anche lanche profonde (anche in situazioni di livelli trofici significativi) con vegetazione ascrivibile al Magnopotamion o all’Hydrocharition . Lamineti a dominanza di Nuphar luteum, Nynphaea alba, Myriophyllum spp. Laghi, pozze e anche lanche profonde (anche in situazioni di livelli trofici significativi) con vegetazione ascrivibile Myriophyllum nupharetum. 32.60 Fiumi delle pianure e montani con vegetazione del Callitricho Batrachion e Ranunculion Fluitantis vegetation Cenosi tipiche di piccoli corsi d’acqua di pianura, frequenti nel reticolo irriguo a deflusso naturale, particolare frequenza negli ambienti di risorgiva. Formazioni igrofile a dominanza di muschi all’interno boschi mesoigrofili. Sono da considerare come target anche le formazioni igrofile a dominanza di muschi e, secondariamente da alcune fanerogame mesoigrofile (quali Caltha palustris) epatiche, ed alghe Coniugatoficeae che sono da considerare formazioni attese per i piccoli corsi d’acqua (a carattere quasi lentico) all’interno del bosco della Partecipanza. L’habitat del Callitricho Batrachion è, infatti, più tipico di corsi d’acqua di dimensioni comunque maggiori e, soprattutto, in stazioni caratterizzate da maggiore luminosità. Formazioni a elofite riferibili al Magnocaricion Formazioni a dominanza di elofite caratterizzate dalla prevalente presenza di specie di elofite e geofite quali Phragmites australis, Phalaris arundinacea, Carex spp., Cyperus spp, Juncus spp., Typha spp, Sparganium spp. 64.30 Bordure igrofile di margine Cenosi igrofile di mantello di formazioni arboree e di bordura igrofila di corsi d’acqua con sponde non ripide, la composizione varia in funzione della tipologia di corso d’acqua. In aggiunta ad interventi di diretta ricostituzione di tali habitat sono stati compiuti interventi finalizzati alla ricostruzione di formazioni arbustive lineari “di protezione” rispetto agli ambiti caratterizzati dalla presenza di habitat target. Specie target di interesse conservazionistico Le specie presenti nell’area di intervento e, nello specifico, nel complesso dei siti di intervento sono: Utricularia australis Lista rossa nazionale e Lista rossa regionale Sagittaria sagittifolia Lista rossa nazionale e Lista rossa regionale Caltha palustris LR32/82 Protezione assoluta Osmunda regalis LR32/82 Protezione assoluta Marsilea quadrifolia All. II el.b) Direttiva Habitat 92/43/CEE Lista rossa nazionale e Lista rossa regionale Specie target di interesse ecologico Sono da intendersi tali le specie caratteristiche costituenti i diversi habitat target. Ad esempio sono da considerare tra le specie target per l’habitat del Callthrico Batrachion tutte le specie del genere Callithriche, tutte le specie del genere Ranunculus gruppo Batrachium, ma anche Berula erecta, Apium nodiflorum, Nasturtium officinale, Potamogeton natans, Potamogeton nodosus. Tra queste possono essere ritenute come specie meno tolleranti alterazione antropica le diverse specie di Callithriche e Berula erecta. Specie indicatrici di disturbo antropico Sono da considerare in questa categoria tutte le specie la cui presenza dominante è in vario modo determinata da un uso antropico del territorio in esame; assumono, però, particolare rilevanza le specie aliene. La pianura Padana è tra i territori europei in cui la presenza delle specie aliene assume carattere di particolare problematicità. Nell’area sono presenti specie aliene acquatiche (quali Elodea canadensis e Najas gracillima), di suoli idromorfi (quali Cyperus microyria, Solidago gigantea), infestanti le coltivazioni (quali le diverse specie idrofite anfifite del genere Heteranthera o essere specie pioniere adattate ad ambienti xerici quali Sorghum halepense, Artemisia verlotorum) oltre a diverse specie di habitus arbustivo che facilmente colonizzano le bordure degli ambienti acquatici e palustri (quali Phytolacca americana, Buddleya davidii, Amorpha fruticosa). Gli impianti di formazioni lineari arbustive, pur collocandosi sul limitare di ambiti igrofili, si trovano in condizioni stazionali di relativa xericità che favorisce lo sviluppo sia delle specie aliene di habitus arbustivo prima elencate sia di una quota di specie erbacee quali Setaria glauca. Sono state considerate anche specie indicatrici di disturbo antropico non aliene. Si tratta di specie che sono spesso presenti con abbondanza contenuta anche in formazioni attese ma talvolta divengono dominanti in ragione dell’alterazione che caratterizza le formazioni. Tali specie possono essere riferibili a stadi di alterazione delle cenosi legnose come nel caso delle specie del genere Rubus, oppure possono divenire dominanti in maniera anomala negli ambienti acquatici e su suoli idromorfi come nel caso dei taxa algali Cladophora e Vaucheria o della graminacea Echinochloa crus-­‐galli infestante non solo le colture di riso. Area di studio L’area di studio, che ha interessato il monitoraggio della componente, vegetale si situa
nell’area della piana risicola vercellese e comprende i siti di del progetto ECO-RICE in cui
sono stati realizzati interventi per il recupero di ambienti acquatici e palustri.
•
la fontana Mora presso Cascina Oschiena.
•
Il fontanile e l’area circostante a Lachelle
•
la camera di risaia rinaturalizzata a Cascina Spinola
•
la sponda del canale nei pressi di cascina Spinola e l’area marginale nei pressi della
riseria Arrigone
•
le vasche all’interno dell’area prossima al Centro Visita di San Genuario
•
le sponde dello specchio d’acqua nei pressi del bosco della Partecipanza
•
i fontanili all’interno del bosco della Partecipanza
Le aree di intervento Fontane Mora e Moretta presso cascina Oschiena In quest’area gli interventi realizzati hanno comportato la rivitalizzazione idrica delle polle di
risorgiva, la modellazione con diminuzione della pendenza delle sponde, l’impianto di una
siepe mesoigrofila di sponda.
La fontana Mora si trova in vicinanza della Strada Provinciale e riceve, a scarsissima distanza
dalla testa, acque di colatura irrigua. Sono stati rilevati sia l’ambito acquatico sia quello di
sponda.
La fontana Moretta è localizzata a sud della fontana Mora e, pur trovandosi anch’essa in un
ambito a risicoltura intensiva, non riceve apporti da acque di colature di risaia nel primo tratto
del suo corso.
A valle degli interventi di riqualificazione, la comunità acquatica presente in entrambe le
“testate”, si è arricchita in termini di copertura e diversità rispetto ad alcune specie
caratteristiche dell’habitat Callitricho Batrachion. Peraltro, le pressioni esercitate dall’ambito
agricolo circostante e, soprattutto nel caso della fontana Mora, la commistione delle acque di
falda con acque di colatura di risaia rende le comunità presenti scarsamente strutturate e
diversificate rispetto all’atteso, anche la copertura complessiva è limitata: tra le specie
dominanti si rinvengono sia specie tipiche delle formazione acquatiche dei piccoli corsi
d’acqua di pianura quali Callitriche sp., Apium nodiflorum, Veronica anagallis aquatica, sia
taxa indicatori di disturbo antropico quali alcuni generi algali tra cui Cladophora e Vaucheria
oltre a una significativa presenza di taxa algali tipici di cenosi effimere a dominanza di
Coniugatoficeae tra cui Spirogyra e Zygnema.
La comunità acquatica non è stata oggetto di interventi di impianto.
Al contrario, le sponde sono state oggetto di un intervento di riqualificazione che ha
comportato, oltre al rimodellamento, anche l’impianto di specie arbustive per la ricostruzione
di una siepe campestre mesoigrofila.. La comunità delle specie erbacee insediatesi sulla
sponde è, al momento, prevalentemente costituita da erbacee di neo-colonizzazione. La
siepe è risultata strutturata, come da progetto, in due formazioni lineari contigue: una
composta da specie caratterizzata da maggior igrofilia, in posizione più prossima al corso
d’acqua, l’altra posta distalmente rispetto all’acqua e costituita da specie più mesofile.
L’attecchimento delle specie di impianto è risultato soddisfacente con oltre il 75% di
attecchimento delle piantine utilizzate.
Salvo che per la specie Euonymus europaeus, si è riscontrata un’efficienza di attecchimento
lievemente maggiore nelle specie caratterizzate da maggior igrofilia. Tra le specie mesofile ha
presentano percentuali di attecchimento lievemente inferiori alla media Crataegus monogyna.
Oltre alle specie arbustive di impianto la cenosi spondale è costituita da specie igrofile quali
Agrostis stolonifera, Phalaris arundinacea, Juncus conglomeratus, Rumex spp., Persicaria
lapathifolia; sono presenti anche specie caratterizzate da minor igrofilia quali Equisetum
arvense e Chenopodium album e specie sinantropiche e ruderali quali Urtica dioica,
Echinochloa crus-galli, Plantago major, Setaria glauca.
Indicazioni gestionali La crescita e la strutturazione delle siepi porterà sicuramente ad un maggior grado di
ombreggiamento sulla porzioni acquatiche. Ciò comporterà un sicuro miglioramento delle
cenosi acquatiche, in termini di avvicinamento alla cenosi obiettivo: l’habitat del Callitricho
Batrachion.
Per il miglioramento delle cenosi presenti in corrispondenza della testa e dell’asta della
fontana Mora, sarebbe necessario deviare l’apporto di colatura di risaia che giunge poco
dopo la testata del fontanile.
I due siti di intervento risultano comunque strettamente “immersi” in una matrice agricola che
oltre a determinare su di essi numerose pressioni, li isola dagli ambienti naturali (seppur
pochi) circostanti. Durante la fase finale delle attività di monitoraggio si è rinvenuta, su
indicazione del Dr. Seglie, referente del monitoraggio della componente erpetofauna, un’area
di una certo interesse per gli habitat acquatici e boschivi in prossimità della cappella Tabalino.
Un collegamento con tale area, anche se limitato ad una solo componente strutturale, quale
quella arbustiva, migliorerebbe la reticolarità ecologica di questa piccola porzione di territorio.
Fontana Pratolungo e aree circostanti in località Lachelle L’area di intervento comprende diversi ambiti eterogenei nei quali sono stati effettuati diversi
interventi di riqualificazione.
L’area è caratterizzata dalla presenza di un piccolo corso d’acqua di risorgiva alimentato
almeno da due diverse polle di risorgiva; la testata principale del corso d’acqua è posta
all’interno di una formazione arborea mesoigrofila.
Lungo il corso d’acqua, nel suo sviluppo al di fuori della piccola formazione arborea presente
in corrispondenza della testata si rinviene in sponda sinistra un lembo di fragmiteto
(localizzato in una proprietà non interessata da interventi); procedendo ulteriormente lungo lo
sviluppo del corso d’acqua è presente un piccolo tifeto insediato in corrispondenza di una
piccola area a suolo fortemente idromorfo.
Gli interventi previsti ed in parte già realizzati sono:
•
la rivitalizzazione della 2° polla di risorgiva (parzialmente interrata prima dell’inizio del
progetto ECORICE),
•
la rimodellazione sia di quest’ultima polla di risorgiva sia della sponda sx dell’asta di
fontanile,
•
l’impianto di una siepe pluristratificata in sponda sx, al di fuori della porzione occupata
dalla formazione boschiva,
•
l’ampliamento delle porzioni a fragmiteto,
•
la creazione, all’interno del tifeto di piccole pozze,
•
il taglio selettivo degli esemplari di robinia all’interno della piccola formazione boschiva.
I rilievi della vegetazione compiuti nel 2013 dimostrano un miglioramento complessivo di tutte
le formazioni oggetto di intervento.
Le cenosi acquatiche localizzate sia in corrispondenza della testata sia lungo l’asta, ospitano
adesso una componente algale più limitata e si sono arricchite di alcune specie attese quali
Nasturtium officinale, Myosotis scorpioides e Lemna minor mentre prima il piccolo corso
d’acqua ospitava una cenosi poco strutturata è ricca in specie indicatrici di disturbo antropico
quali Bidens frondosa e Solidago gigantea che ora risultano contenute.
Al miglioramento delle cenosi dell’asta del fontanile ha sicuramente contribuito l’addolcimento
delle sponde.
L’efficienza di attecchimento dei rizomi di Phragmithes è risultata superiore al 70%.
Da ultimo, si intende considerare l’area umida di neoformazione derivante da una
escavazione in un’area dove era presente un piccolo “Typheto” caratterizzato da una forte
presenza di specie aliene ed indicatrici di disturbo antropico quali Solidago gigantea, e
Sorghum halepense.
La zona umida di neoformazione creatasi è caratterizzata dalla presenza di specie attese e di
interesse, già insediatesi nel corso di una sola stagione, quali Callitriche hamulata cfr. e
Lemna minor. Si segnala, però, il rinvenimento di una pianta di Heteranthera rotundifolia,
specie aliena ed infestante che si è provveduto ad eliminare.
Ciò a testimonianza del fatto che gli ambienti di neoformazione, soprattutto in territori a
matrice agricola prevalente, sono costantemente minacciate rispetto all’ingressione di specie
aliene infestanti.
Indicazioni gestionali L’intervento ha condotto alla realizzazione di una variegata serie di piccole zone umide che,
nel loro complesso, creano un’area a buona naturalità di dimensioni non limitatissime.
L’estensione di tale area è comunque troppo limitata per garantire le formazioni esistenti
dall’isolamento in cui la piana risicola vercellese condanna alcune tipologie di habitat quali, in
primo luogo, quelli forestali. Gli habitat del reticolo idrografico potrebbero godere
potenzialmente di buona connessione ma, soprattutto negli ultimi decenni, le tecniche
colturali in atto hanno fortemente compromesso le funzionalità ecologica del reticolo
idrografico.
La connessione ecologica dell’area è, quindi, fondamentale per incrementarne la funzionalità
ecologica e la resilienza rispetto alle pressioni provenienti dal territorio circostante.
Creazione di una zona umida di neoformazione in una camera di risaia presso cascina Spinola. Si tratta dell’intervento probabilmente di maggiore entità per quel che riguarda l’entità della
variazione nella destinazione d’uso dell’area.
In dettaglio, gli interventi attuati sono stati:
•
la creazione di uno specchio d’acqua a profondità variabile nell’ex camera di risaia
•
la realizzazione di una siepe intorno allo specchio d’acqua stesso
•
la realizzazione di una formazione arbustiva lungo lo sviluppo del Navilotto
Nella zona umida derivante dalla camera di risaia i rilievi della vegetazione sono stati
effettuati dopo la rinaturalizzazione morfologica; il monitoraggio, effettuato in corrispondenza
di due stagioni vegetative, presenta indubbi interessi scientifici e prototipali. La rilevazione
della colonizzazione e dell’evoluzione spontanea della vegetazione acquatica si presenta,
infatti, come uno studio di notevole interesse sia perché tale intervento potrebbe assumere
valore prototipale in riferimento alla scala di area vasta nella piana risicola vercellese sia in
relazione alle problematiche generali inerenti il controllo e la gestione delle specie aliene
infestanti. Infatti, il primo anno dopo il ripristino si è assistito ad una massiccia invasione di
Heteranthera reniformis e una significativa presenza di Heterenthera limosa.
All’interno dell’ex camera di risaia le differenti profondità venutesi a creare con l’intervento di
rimodellazione morfologica hanno determinato la creazione di mesohabitat differenziati; è
possibile individuare schematicamente:
•
una porzione caratterizzata da acque molto basse (inferiori a 20 cm),
•
una porzione caratterizzata da acque poco profonde (non superiori a 60 cm),
•
una porzione caratterizzata da acque più profonde (da 60 cm a circa 100 cm).
E’ stato eseguito il rilievo della vegetazione localizzando osservazioni di dettaglio in diversi
punti nell’ambito delle diverse tipologie di ambienti venutesi a creare.
Negli ambiti ad acque più basse, nella primavera-estate 2012 è risultata dominante l’esotica
Heteranthera reniformis (anche se è presente sporadicamente Heteranthera limosa)
(copertura del 40% circa). Il rilievo di dettaglio compiuto ha, però, consentito di evidenziare la
presenza di numerose specie tipiche di acque lentiche che devono essere ritenute come
attese nell’habitat venutosi a creare quali: Scrophularia umbrosa, Juncus conglomeratus,
Lythrum salicaria, Persicaria lapatipholia, Ranunculus sceleratus, Lemna minor, Alisma
plantago-aquatica, Veronica anagallis-aquatica, Sagittaria sagittifolia, Typha latifolia.
Nella porzione caratterizzata da acque di profondità intermedia Heteranthera reniformis risulta
ancora la specie dominante, anche se il suo peso complessivo nell’ambito della comunità
diventa meno rilevante (quantificabile in una copertura del 30%); in tale ambito oltre alle
specie più prettamente acquatiche già citate precedentemente quali Persicaria lapathyfolia,
Ranunculus sceleratus, Lemna minor, Alisma plantago-aquatica, Veronica anagallis-aquatica,
Sagittaria sagittifolia, Typha latifolia compaiono Potamogeton
trichoides, Potamogeton
filiformis e altre specie schiettamente acquatiche come Spirodela polyrhiza e l’alga Chara
vulgaris. Di sicuro interesse, anche in termini di competizione rispetto all’espansione di
Heteranthera reniformis, la massiccia presenza (copertura > 35 %) di Elatine triandra. Tra le
altre
specie
presenti:
Ottelia
alismoides,
Agrostis
stolonifera,
Schoenoplectus
tabernaemontani ed alghe riferibili ai generi Cladophora e Spirogyra.
Da ultimo, nella porzione caratterizzata da acque più profonde diventano dominanti Elatine
triandra, Potamogeton filiformis, Chara vulgaris, Spirodela polyrhyza oltre a Potamogeton
trichoides, Agrostis stolonifera, Typha latifolia, Sparganium erectum; risulta consistente anche
la presenza di alghe dei generi Cladophora, Ulothrix, Spirogyra.
Già nella tarda primavera del 2012, si è scelto di non contrastare l’infestazione di
Heteranthera con pesticidi. Le motivazioni che hanno indotto a compiere tale scelta sono
diverse: in primis i rilievi della componente vegetale ed, ancor più, quelli faunistici hanno
indicato il buon valore ecologico comunque già raggiunto dalla zona umida; secondariamente
si è optato per mantenere la possibilità di monitorare il caso studio prototipale.
I sopralluoghi ed i rilievi compiuti nella primavera-estate del 2003 hanno dimostrato la grande
efficienza ecologica della scelta compiuta.
La competizione messa in atto dalle specie “attese” (e anche di quelle non esotiche invasive)
ha, di fatto, sostanzialmente debellato l’Heteranthera reniformis e l’Heteranthera limosa.
L’Heteranthera reniformis che è risultata solo presente e solo limitatamente alla porzione di
acque più basse.
Le cenosi rilevate nel 2003 nelle diverse porzioni dell’area umida pur comprendendo alcune
specie aliene, come Najas gracillima e Lagarosiphon major, sono caratterizzate dalla
presenza di specie attese e di interesse conservazionistico come Sagittaria sagittifolia,
Butomus umbellatus, Alisma plantago aquatica e, soprattutto, la pianta carnivora Utricularia
australis.
L’esame degli impianti arbustivi realizzati ha permesso di verificare l’elevata percentuale
(maggiore del 95%) di attecchimento del complesso delle specie di impianto in entrambi gli
interventi.
In relativa prossimità spaziale e funzionale con questi interventi di ricostituzione di formazioni
lineari arbustive, si è messo in atto anche un ripristino di un’area marginale posta nelle
vicinanze della riseria Arrigoni.
L’intervento effettuato nell’ambito di quest’area agricola marginale è consistito nell’impianto di
un arbusteto meso-igrofilo.
I rilievi effettuati prima dell’intervento hanno evidenziato la presenza di vegetazione erbacea
ruderale e sinantropica anche se le specie presenti sono in parte caratterizzate da relativa
igrofilia; è infatti dominante Solidago gigantea e sono presenti specie quali Chenopodium
album,
Setaria
glauca,
Urtica
dioica.
Erano
presenti
anche
specie
legnose,
complessivamente a limitata copertura, tra cui Rubus sp. e Robinia pseudoacacia oltre ad
alcuni esemplari di Alnus glutinosa di taglia arbustiva.
L’intervento di ripristino ha condotto all’impianto di una siepe mesoigrofila, la percentuale di
attecchimento rilevata è risultata soddisfacente attestandosi intorno al 75%
Indicazioni gestionali L’intervento ha condotto sicuramente ad un incremento importante della naturalità dell’area
ma permangono due tipologie di criticità gestionali: anche in questo sito, seppur in misura
minore, si presenta il problema dell’isolamento delle formazioni presenti; inoltre, la stretta
connessione della zona umida con il reticolo idrografico della acque di coltivazione conduce
ad introdurre acque di qualità fisico chimica bassa nella zona umida.
Rispetto a tali criticità si segnala, da un alato, il ripristino di una seconda camera di risaia
nelle immediate vicinanze che potrebbe comunque ovviare a parte delle problematiche legate
all’isolamento ecologico delle formazioni. Rispetto alla qualità delle acque presenti nella
camera di risaia, si potrebbe approfondire la ricerca di una bocca di risorgiva nella stessa
camera di risaia.
Miglioramento ambientale di vasche poste all’interno dell’area prossima al Centro
Visita del SIC Palude di San Genuario.
Il SIC Palude di San Genuario è stato già oggetto di un Progetto N° LIFE NAT IT/007209
conclusosi nel 2005 che, tra l’altro, ha comportato la rinaturalizzazione di un’area recintata
(ex allevamento ALMA) di proprietà del Comune di Fontanetto Po ed attualmente in gestione
all’Ente di Gestione del parco del Po tratto vercellese/alessandrino e delle Sorti della
Partecipanza.
Il SIC comprende un’area ben più ampia dell’ex allevamento ma in esso risiedono alcune
delle rilevanze ambientali, soprattutto ornitologiche, dell’intera area.
Con il progetto LIFE ECO-RICE si è voluto migliorare la funzionalità di alcune delle porzioni
dell’ex allevamento.
I risultati del precedente progetto LIFE hanno dimostrato l’utilità di ampliare le aree allagate e
hanno indicato come gli interventi di escavazione possano efficientemente condurre a tali
risultati.
Obiettivo del progetto è stato approfondire ed ampliare le zone allagate prioritariamente nelle
vasche 42, 43, 45 e 46 (si vede schema progettuale allegato). Altri interventi obiettivo sono
stati la rinaturalizzazione della morfologia (già in parte realizzata durante il precedente
progetto LIFE) della vasche 35 (si tratta di un lago di discrete dimensioni) oltre che 3 e 4.
Interventi di rilievo morfologico sono stati anche quelli che hanno condotto alla rimozione di
cordoli di separazione tra alcune vasche. Oltre a ciò, per migliorare le possibilità di
adeguamento delle vasche soggette a nuovo scavo, si è provveduto a creare canalizzazioni
che consentano il trasporto di acqua dalla porzione Nord dell’area verso quella posta a Sud;
ciò poiché la gran parte delle polle di risorgiva più importanti si trova nella porzione Nord
dell’ex allevamento.
Gli interventi, in funzioni della necessità di non arrecare disturbo alle specie ornitiche
prioritarie nidificanti (tra gli altri Tarabuso, Airone rosso, Falco di Palude), sono stati condotti
solo in minima parte nel tardo inverno 2012-2013 e, in massima parte, nell’autunno 2013.
I rilievi condotti per effettuare il monitoraggio degli interventi hanno permesso di arrivare ad
una valutazione dello stato delle cenosi prima e dopo l’intervento solo per la vasca 43; per le
altre vasche la temporizzazione degli interventi potrà condurre ad un loro monitoraggio solo
nella prossima primavera 2014.
I rilievi confermano come gli ambiti non acquatici e non idromorfi dell’area sono caratterizzati
da cenosi di interesse solo se si tratta di formazioni a struttura arboreo arbustiva; le zone
aperte xeriche sono invece caratterizzate da cenosi in gran parte costituite da specie
sinantropiche e da una quota di specie infestanti (quali Rubus sp.), in parte anche aliene
(Solidago gigantea, Phytolacca americana).
In due delle vasche potenzialmente oggetto di intervento sono presenti nuclei di formazioni
igrofile in corrispondenza di ambiti a sbstrato sostanzialmente idromorfo; tali ambiti si
rinvengono in corrispondenza di piccole aree escavate nel corso del progetto LIFE condotto
nel SIC San Genuario e in corrispondenza di aree poste nella porzione più meridionale di tali
“vasche”, laddove si vengono a creare, stagionalmente, aree di ristagno idrico.
Nelle piccole aree derivanti da precedenti escavazioni si rinvengono piccoli lembi di
formazioni a dominanza di Typha latifolia, Phragmites australis, Juncus conglomeratus, Carex
pseudocyperus. I rilievi condotti nella vasca 43 solo pochi mesi dopo l’intervento di
escavazione fanno ritenere che l’approfondimento delle vasche potrà condurre ad un
incremento delle formazioni e specie target nel sito. In particolare nelle porzioni più igrofile
della vasca 43 è comparsa Utricularia australis ed anche muschi di ambienti acquatici e
palustri quali Hypnum squarrosum.
Le porzioni di sponda delle tre vasche-lago oggetto di interventi di rimodellamento sono
caratterizzate dalla presenza di cenosi erbacee di specie sinantropiche e ruderali tra cui sono
dominanti Solidago gigantea e Rubus sp.
Lo schema topografico della zona prossima al Centro Visita del SIC Plaude di San Genuario
La riqualificazione delle sponde dello specchio d’acqua contiguo al bosco della Partecipanza. Il lago della Guglielmina. L’intervento ha avuto come oggetto la riqualificazione delle sponde del lago artificiale posto
nei pressi della Cascina Guglielmina, al margine sud del Bosco della Partecipanza.
Oltra alla manutenzione ed all’efficientamento delle opere di controllo idraulico del lago,
l’intervento è stato finalizzato al rimodellamento delle sponde dello specchio d’acqua con la
finalità di ridurne l’acclività ed alla successiva rinaturalizzazione della sponda attraverso
l’impianto di formazioni a dominanza di elofite e, retrostante rispetto alle prime, di una
formazione arbustiva mesoigrofila
La forte acclività delle sponde del lago prima dell’intervento determinava la presenza di
cenosi vegetali dominate da specie sinatropiche indicatrici di forte disturbo antropico (quali
Rubus sp.); in tali cenosi, solo scarsamente differenziate lungo il profilo del lago, diveniva
estesamente rilevante anche la presenza di specie aliene infestanti quali Artemisia
verlotorum, Phytolacca americana, Solidago gigantea. Lo strato arboreo era costituito da
qualche esemplare di Salix alba ma erano dominanti specie di origine antropica quali Prunus
avium, Pinus strobus, Juglans regia, Platanus orientalis.
Oltre ai rilievi lungo le sponde è stato compiuto anche un rilievo della porzione acquatica
raggiungibile del lago. I dati confermano sia per il 2012 sia per il 2013 la dominanza di
Myriophyllum spicatum oltre alla presenza di specie algali pionier quali le Coniugatophyceae
Spirogyra e Zygnema oltre che di taxa ubiquitari quali Cladophpra e le Cyanophyceae
Oscillatoria e Lyngbya.
I rilievi condotti lungo le sponde dopo gli interventi di riqualificazione indicano la presenza di
cenosi a buona diversità e localmente differenziate in funzione delle condizioni stazionali
presenti nei diversi tratti delle sponde.
Rimane comunque problematica la forte presenza e la grande varietà di specie esotiche
infestanti quali Artemisia verlotorum, Erigeron annuus, Sonchus arvensis, Sorghum
halepense, Humulus scandens. Per contro oltre all’efficacia delle specie di impianto si è
constatata la presenza di specie da ritenersi attese quali Lysimachia vulgaris, Lythrum
salicaria, Scrophularia umbrosa e Typha latifolia .
Indicazioni gestionali Le condizioni di forte eliofilia che caratterizzano le sponde del lago favoriscono le specie
sinantropcihe ed infestanti; potrebbe essere utile incrementare la formazione arbustiva con
specie arboree per migliorare la qualità delle cenosi erbacee.
Rivitalizzazione dei Fontanili all’interno del Bosco della Partecipanza Gli interventi di riqualificazione hanno riguardato due delle vari fontane presenti dentro il
bosco. Il bosco è caratterizzato dalla presenza di numerosi fontanili e risorgive, un tempo
attivamente gestite per approvvigionamento idrico.
Gli interventi progettuali hanno interessato la Fontana del Cappello e la Fontana Divisione.
Caratteristica di gran parte delle fontane è di essere alimentate da diverse polle di risorgiva.
In particolare si intervenuti sulla Fontana Cappello sud, sulla Fontana Cappello Nord, sulla
Fontana Divisione Nord.
L’intervento sulla fontana Cappello Sud è stato molto limitato e ha comportato solo il taglio
selettivo di specie indesiderate sulle sponde oltre a blandi interventi di modellazione. Le
cenosi poste nella porzione acquatica di tale Fontana sono costituite solo da specie algali
ubiquitarie.
In coincidenza della Fontana Capello Nord l’intervento realizzato ha comportato la
realizzazione di uno scavo per potenziare la portata della Fontana.
Analogo intervento è stato condotto nella Fontana Divisione Nord. IN prossimità di questa si è
anche proceduto allo scavo ex novo di una zona idromorfa che si è rilevata essere
coincidente con la fuoriuscita di una polla di Fontanile.
Le fontane Cappello Nord e Divisione Nord erano caratterizzate dalla presenza di cenosi
acquatiche a forte componente muscinale di un certo interesse; inoltre, in corrispondenza
della Fontana Divisione Nord è localizzato un popolamento di Caltha palustris (specie
microterma relitta di valore conservazionistico) di rilievo.
Gli interventi di escavazione amento delle comunità ma, necessariamente si è potuta notare
la perdita di alcune specie muscinali nella fontana Cappello Sud; al contrario il popolamento
di Caltha palustris presso la Fontana Divisione Nord appare sostanzialmente invariato.
La perdita temporanea di una stazione d muschi igrofili appare comunque facilmente
recuperabile inquanto le comunità acquatiche rilevate nel complesso delle Fontane della
Partecipanza si differenziano in maniera molto limitata nei diversi siti. Le differenze
riguardano solo la presenza/assenza e la differenza dei valori di copertura di un numero
limitato di specie. Le cenosi sono dominate da briofite quali specie appartenenti ai generi
Mnium, Fissidens, Oxyrrhynchium, Hypnum Cratoneuron, Pellia. Oltre alla porzione briofitica
la comunità comprende fanerogame quali Juncus effusus, Carex hirta, Molinia caerulea,
Nasturtium officinale, Lemna minor.
Indicazioni gestionali L’importanza ecologica delle formazioni tipiche dei piccoli corsi d’acqua all’interno dei boschi
planiziali è ampiamente misconosciuta. Tali ambiti contribuiscono in modo sostanziale al
mantenimento della diversità e funzionalità di tali ecosistemi. Appare rilevante mantenere e
studiare tali ambiti conservatisi all’interno di uno degli ultimi boschi planiziali della Pianura
Padana.
Conclusioni Le attività di monitoraggio sono state effettuate con l’obiettivo di caratterizzare e valutare nel
tempo l’evoluzione delle comunità vegetali nei siti di intervento, attraverso l’uso di indicatori
precedentemente identificati (copertura di formazioni spontanee, copertura di specie
indicatrici di disturbo antropico, copertura di specie aliene, copertura di specie e
formazioni/habitat attesi e della definizione di habitat obiettivo.
Si riassumono i risultati complessivi derivanti dall’elaborazione dei dati floristici rilevati
nell’Allegato III “Tabella Riassuntiva dell’andamento degli indicatori individuati nei siti di
intervento.”
Si desume facilmente che le attività di riqualificazione hanno condotto ad un importante
incremento complessivo in termini di coperture degli habitat e delle formazioni attese
ovviamente attraverso un incremento delle coperture delle specie attese ed una riduzione
della copertura delle specie indicatrici di disturbo antropico e, tra queste, delle specie aliene.
Ovviamente, gli incrementi percentuali delle formazioni e delle specie attese si sono registrati
in aree prima coltivate. Nella risaia rinaturalizzata presso Cascina Spinola gli interventi hanno
consentito di ottenere ambiti acquatici di diversa profondità che ospitano sia cenosi palustri a
prevalenza di elofite ed anfifite sia cenosi a prevalenza di specie schiettamente acquatiche.
L’analisi della naturale evoluzione di quest’area, convertita da risaia a zona umida
permanente, può divenire occasione di un interessante studio prototipale per l’area della
pianura risicola vercellese.
Nel complesso dei siti di intervento si sono maggiormente incrementate le formazioni a
dominanza di elofite (riferibili al Magnocaricion), le formazioni igrofile ad alte erbe (Habitat
64.30), le formazioni di erbe acquatiche tipiche dei corsi d’acqua di pianura (Habitat 32.60);
gli interventi hanno, inoltre, contribuito ad incrementare la copertura delle formazioni legnose
mesoigrofile sia arboree sia arbustive.
Il territorio oggetto delle attività di ECORICE, nonostante sia prevalentemente caratterizzato
dalla dominante coltura risicola, presenta ancora importanti valori ambientali e una
significativa quota di biodiversità che permette la contemporanea presenza nell’area vasta di
formazioni estremamente diversificate: oltre a quelle già citate è importante la presenza di
formazioni boschive riferibili di boschi planiziali (Habitat 91.60 e 91.E0*) e sono presenti
anche rare formazioni a dominanza di muschi igrofili nei piccoli corsi d’acqua presenti nel
bosco della Partecipanza.
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