Commercio estero Accordi di libero scambio: da sfruttare maggiormente di Monica Zurfluh, Responsabile Switzerland-GE per la Svizzera italiana e Marco Passalia, Responsabile Servizio Export Cc-Ti La recente approvazione da parte del Consiglio federale del rapporto sulla politica economica esterna 2013 ci dà lo spunto per sottolineare l’importanza del commercio con l’estero per il nostro Paese, ma anche per parlare degli strumenti a disposizione delle aziende elvetiche nella difficile opera di internazionalizzazione. Per garantire alle imprese svizzere un accesso ai mercati internazionali possibilmente privo di ostacoli e di discriminazioni rispetto a quello di cui beneficiano i loro principali concorrenti, la Svizzera persegue una politica di libero scambio. Dispone infatti di una rete di 29 accordi con 55 Stati, conclusi nell’ambito dell’AELS, ma anche di accordi bilaterali come quello con il Giappone o, più recentemente, con la Cina. Ma gli accordi di libero scambio (ALS) vengono sfruttati dalle aziende svizzere? E in che misura? In uno studio commissionato da Switzerland Global Enterprise sulla “valutazione dell’utilizzo degli ALS tra gli esportatori svizzeri negli anni 2012/13” (Evaluierung der FHA-Nutzung durch Schweizer Exporteure - 2012/2013, PD Dr. Patrick Ziltener, lic.oec. HSG e Georg D. Blind, Università di Zurigo, gennaio 2014) oltre al libero scambio con i Paesi UE quali Germania, Francia, Italia, Austria e Gran Bretagna sono stati analizzati anche gli accordi con Messico, Canada e Corea del Sud. Ciò ha portato a risultati in parte sorprendenti: nel solo commercio di merci transfrontaliere con l’UE, gli imprenditori svizzeri, grazie agli ALS, beneficiano di risparmi doganali annuali pari a 1 miliardo di franchi. I vantaggi dell’accordo con l’UE vengono sfruttati quasi in maniera esaustiva. Diverso è però il caso degli ALS con Paesi d’oltremare: essi non vengono utilizzati a sufficienza. Secondo gli autori dello studio i motivi di questo mancato utilizzo degli ALS sono: •mancanza di conoscenza e d’interesse circa gli ALS e i loro vantaggi: molte aziende ritengono che un volume d’affari modesto non ne giustifichi l’utilizzo; 42 | Ticino Business •disposizioni particolari degli ALS legate al fatto che alcuni categorie merceologiche sono escluse dall’esenzione dai dazi doganali oppure che tale esenzione venga introdotta gradualmente e posticipata; •regole d’origine restrittive: queste preferenze doganali valgono generalmente solo per merci che soddisfano le regole d’origine previste dall’accordo stesso; più le regole d’origine sono restrittive, meno prodotti e categorie di prodotto possono beneficiare di un’esenzione dai dazi; •costi amministrativi: la preparazione dei documenti e dei certificati in grado di definire l’appartenenza del prodotto ad una categoria esente da dazi è talvolta così dispendiosa che dal punto di vista degli esportatori non vale la pena oppure non è possibile gestire la pratica entro una determinata scadenza; •assenza di cumulo diagonale: per merci non trasportate direttamente dal Paese d’invio verso il Paese di destinazione, bensì via un Paese terzo (merci trasbordate o perfezionate), generalmente non si possono applicare i vantaggi doganali dati dall’ALS. Per informare e formare il personale e la dirigenza delle aziende ticinesi sul funzionamento, i vantaggi e l’utilizzo ottimale degli ALS, vi è un impegno costante da parte della Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino (Cc-Ti) e dell’ufficio di Lugano di Switzerland Global Enterprise (S-GE), che ha anche messo a disposizione un utile strumento per capire gli ALS come “Trade4Free” nonché delle factsheets sugli ALS analizzati dallo studio summenzionato.
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