Jobs Act contratto - Ordine Avvocati Pordenone

IL CONTRATTO A TEMPO
DETERMINATO
Jobs Act, circolare ministeriale n.
18/2014 e primi rinnovi contrattuali
L’impatto del Jobs Act: la libertà di
assunzione a termine
“E’ consentita l’apposizione di un termine
alla durata del contratto di lavoro
subordinato a fronte di ragioni di carattere
tecnico, produttivo, organizzativo o
sostitutivo di durata non superiore a 36
mesi, comprensiva di eventuali proroghe …
per lo svolgimento di qualunque tipo di
mansione”
L’impatto del Jobs Act: la libertà di
assunzione a termine
Non viene più richiesta la sussistenza e
l’indicazione delle ben note “ragioni di
carattere tecnico, produttivo, organizzativo
o sostitutivo” che tanto contenzioso hanno
creato nella pratica: viene implicitamente meno
anche l’ingombrante requisito (imposto dalla
giurisprudenza più che dalla norma) della
necessaria temporaneità dell’occasione di
lavoro
Liberalizzazione della causale
Dopo il Jobs Act esiste soltanto il contratto
acausale, sia in fase di stipulazione che in
fase di rinnovo
Nel contratto è sufficiente indicare una data di
cessazione (o, per relationem, un evento futuro
e certo): l’unico onere rimane la forma scritta
E’ possibile assumere a termine anche soggetti
che in passato avevano già collaborato con
l’azienda, in quanto la libertà non è più limitata al
solo “primo” rapporto
Contratto a termine
come contratto unico
Contratto a tempo determinato acausale come vero e
proprio contratto unico di lavoro (finisce lo sfavor che
durava dal 1962, il contratto a termine non è più
socialmente pericoloso)
(“nelle more dell’adozione … del contratto a tempo
indeterminato a protezione crescente”)
Unici limiti residui:
 durata massima complessiva pari a trentasei mesi
comprensivi di proroghe e rinnovi
 periodo di intervallo (c.d. stop and go) tra un contratto a
termine e il successivo in caso di rinnovo
 nuovo limite quantitativo (contingentamento ex lege)
La tensione con il diritto
comunitario
I contratti di lavoro a termine costituiscono una
eccezione rispetto alla forma comune dei
rapporti di lavoro che resta quella del contratto a
tempo indeterminato (dir. 1999/70/CE)
La nuova disciplina, estremamente interessante in
un’ottica di gestione flessibile degli organici, regge
il vaglio di compatibilità con la disciplina
comunitaria?
La tensione con il diritto
comunitario
La direttiva si preoccupa di dettare “misure di prevenzione degli abusi
… derivanti dall’utilizzo di una successione di contratti o rapporti di
lavoro a tempo determinato” (direttiva, clausola n. 5)
La clausola n. 5 impone agli Stati membri una o più misure relative a:
“a) ragioni obiettive per la giustificazione del rinnovo dei suddetti
contratti o rapporti;
b) la durata massima totale dei contratti o rapporti di lavoro a tempo
determinato successivi;
c) il numero dei rinnovi dei suddetti contratti o rapporti”.
Il Jobs Act abbandona la misura sub a), non richiedendo più ragioni
oggettive per i rinnovi, ma lascia intatta la misura sub b), durata
massima complessiva, e quindi pare aver conservato la compatibilità
della normativa italiana con quella europea (attenzione però!
Abrogazione implicita dell’art. 5, comma 4 ter, d. lgs. n. 38del 2001)
Contratto a termine e
somministrazione
L’apposizione del termine in maniera
acausale è possibile, per qualunque tipo di
mansione, sia nella forma del contratto a
tempo determinato sia nell’ambito di un
contratto di somministrazione a tempo
determinato
Il nuovo limite quantitativo
Totale liberalizzazione della causale, ma – in chiave
compensativa – nuovo limite quantitativo
(contingentamento ex lege):
il numero complessivo di contratti a tempo determinato
non può eccedere il limite del 20% del numero dei
lavoratori a tempo indeterminato in forza al 1°
gennaio dell’anno di assunzione
Contingentamento ex lege riguarda solo il contratto a
termine non la somministrazione
(per quest’ultima il limite può essere fissato solo dai
contratti collettivi)
Il nuovo limite quantitativo
Si computano tutti i lavoratori impiegati con contratto a
tempo indeterminato?
Apprendisti: NO, ai sensi dell’art. 7, comma 3, TU
apprendistato (“fatte salve specifiche previsioni di
legge o di contratto collettivo, i lavoratori assunti con
contratto di apprendistato sono esclusi dal computo
dei limiti numerici previsti da leggi e contratti
collettivi per l’applicazione di particolari normative e
istituti”: conforme Circ. Confindustria 8 luglio 2014,
prot. n. 19732; contra Circ. Min. lav. n. 18/2014)
Dirigenti: SI (conforme Circ. Min. lav. n. 18/2014)
Il nuovo limite quantitativo
E i lavoratori part time?
In base alla lettera della legge il lavoratore part time a
tempo indeterminato dovrebbe computarsi come
una (1) unità (nella specie non sembra possibile
applicare il principio pro rata temporis, in quanto la
legge contrappone lavoratori a termine a lavoratori a
tempo indeterminato, a prescindere dalla tipologia;
contra Circ. Min. lav. n. 18/2014 secondo cui i
lavoratori part time sono computabili secondo il
consueto principio pro rata temporis)
Il nuovo limite quantitativo
E i lavoratori a chiamata?
NO per il caso in cui non percepiscano l’indennità di
disponibilità, SI per il caso in cui la percepiscano
(così Circ. Min. lav. n. 18/2014 secondo cui in
ques’ultimo caso – in applicazione dell’art. 39 del d.
lgs. n. 276 del 2003 – andrebbero computati pro
rata temporis in base alla ore lavorate nell’ultimo
semestre)
Il nuovo limite quantitativo
Modalità operative di computo
In caso di numero decimale, è possibile l’arrotondamento
all’unità superiore?
Es. un’azienda ha 9 dipendenti, il 20% è pari a 1,8; potrà
assumere solo un lavoratore a termine o spingersi a
due?
Circ. Min. lav. n. 18/2014: “qualora la percentuale del 20%
dia luogo ad un numero decimale il datore di lavoro potrà
effettuare un arrotondamento all’unità superiore
qualora il decimale sia uguale o superiore a 0,5”
Interpretazione che ha una sua logica, ma anche la sua
pericolosità (l’arrotondamento
non è previsto dalla legge …)
Il nuovo limite quantitativo
Modalità operative di computo
Il limite quantitativo è fisso (numero assoluto di
contratti a tempo determinato che si possono
stipulare in corso d’anno) oppure mobile
(proporzione tra lavoratori stabili e a termine da
monitorare tempo per tempo)?
Il nuovo limite quantitativo
Formulazione infelice della norma: presa alla lettera il
20% rappresenterebbe il numero massimo assoluto
di contratti a tempo determinato stipulabili in un
anno
Ma …
Circ. Min. lav. n. 18/2014: “esso rappresenta una
proporzione … tra contratti ‘stabili’ e a termine, di
modo che allo scadere di un contratto sarà possibile
stipularne un altro sempreché si rispetti la
percentuale massima di lavoratori a tempo
determinato del 20%”
Il nuovo limite quantitativo
I lavoratori a tempo determinato part time si
computano per teste o in base all’orario svolto?
La lettera della legge fa esplicito riferimento al
“numero dei contratti” a tempo determinato: nel caso
di specie non sembra applicabile il principio pro rata
temporis (contra Consulenti del lavoro, Fondazione
Studi, parere 6 agosto 2014, n. 2 secondo cui
un’azienda con 5 dipendenti potrebbe assumere 2
part time al 50% anziché 1 lavoratore full time)
Il nuovo limite quantitativo
Il nuovo limite di legge ha una portata meramente
suppletiva, in assenza di previsioni della contrattazione
collettiva
In prima battuta, quindi, si tratta di verificare il rispetto
delle clausole collettive di contingentamento (“ccnl
stipulati dai sindacati comparativamente più
rappresentativi”), anche se fissano limiti più restrittivi
“In sede di prima applicazione del limite percentuale …
conservano efficacia, ove diversi, i limiti percentuali già
stabiliti dai vigenti ccnl”
Circ. Min. lav. n. 18/2014: “non è pertanto necessario, da
parte della contrattazione collettiva, l’introduzione di
nuove clausole limitatrici giacché continuano a trovare
applicazione quelle già esistenti”
Il nuovo limite quantitativo
Le clausole collettive che prevedono percentuali
specifiche riferite solo ad alcune attività (causali
…) sono ancora vigenti nell’attuale assetto
normativo?
Es. ccnl occhialeria: limite del 10% per aziende
fino a 70 dipendenti, 5% per aziende oltre 70
dipendenti, per i contratti riferiti a specifiche
ipotesi: attività non programmabili,
sperimentazione di nuovi prodotti etc
Circ. Confindustria 8 luglio 2014: “in tali casi
troveranno applicazione solamente i limiti generali
previsti dalla legge”
Il nuovo limite quantitativo
Vengono fatte salve le esenzioni dal
contingentamento già previste in precedenza
(art. 10, comma 7, d.lgs. n. 368 del 2001):
 start up: fase di avvio di nuove attività per i
periodi definiti dai ccnl
 ragioni di carattere sostitutivo o di
stagionalità
 specifici spettacoli ovvero programmi radiofonici
o televisivi
 lavoratori di età superiore a 55 anni
Il nuovo limite quantitativo
Accordi di rinnovo posteriori al Jobs Act
 Turismo (16 giugno 2014): la base di computo è
costituita dai lavoratori assunti con contratto a
tempo indeterminato (apprendisti inclusi), iscritti
nel LUL al momento di assunzione
Base di computo
Lavoratori a termine
0-4
4
5-9
6
10-25
7
26-35
9
36-50
12
Oltre 50
20%
Il nuovo limite quantitativo
Accordi di rinnovo posteriori al Jobs Act
 Edili (1° luglio 2014): il cumulo di contratti a
termine e di somministrazione a tempo
determinato non può superare, mediamente
nell’anno civile, la percentuale del 25% dei
rapporti a tempo indeterminato (intesi come
media dell’anno civile precedente
all’assunzione)
Il nuovo limite quantitativo
Accordi di rinnovo posteriori al Jobs Act
 Metalmeccanici: sono inclusi nella base di
computo dei lavoratori a tempo indeterminato:
dirigenti, lavoratori a domicilio, part time in
proporzione all’orario effettivamente svolto;
esclusi gli apprendisti
Il nuovo limite quantitativo
Accordi di rinnovo posteriori al Jobs Act
 Metalmeccanici: soluzione particolare, vale il
20% di legge, ma inteso come media nell’arco
dell’anno (1° gennaio-31 dicembre); “il periodo
di utilizzo può essere ridotto fino a periodi
brevissimi dell’anno (anche giorni) determinando
percentuali che superano il 100% della forza a
tempo indeterminato da compensare, però, con
più lunghi periodi di ‘assenza’ di rapporti a
termine per ristabilire la percentuale media
annua del 20%”
Il nuovo limite quantitativo
Accordi di rinnovo posteriori al Jobs Act
 Metalmeccanici: interessante opportunità per i
consulenti: viene infatti delegata alla
contrattazione aziendale la facoltà di elevare il
limite quantitativo in tutti quei casi in cui per
l’esecuzione di un’opera, di un servizio, di una
commessa o di un appalto (nostalgia canaglia
della causale …) sia necessario superare il
limite del 20%
Il nuovo limite quantitativo
Quale sanzione in caso di violazione del limite quantitativo?
sanzione amministrativa pecuniaria (finalizzata al Fondo
per occupazione e formazione) pari – per ciascun
lavoratore - al:
 20% della retribuzione per ciascun mese se lo sforamento
riguarda un solo lavoratore;
 50% della retribuzione per ciascun mese se lo sforamento
riguarda due o più lavoratori
 “per ciascun mese”: di durata del contratto o come periodo
all’atto dell’accertamento? Circ. Min. lav. n. 18/2014 segue
la seconda lettura
Opera solo la sanzione amministrativa o anche la
sanzione civilistica della conversione in contratto a
tempo indeterminato?
Il nuovo limite quantitativo
Computo concreto della sanzione:
 la frazione di mese superiore a 15 giorni di
durata del rapporto equivale ad un mese intero
 “è certamente soggetta alle riduzioni di cui
all’art. 16 della l.n. 689/1981 … l’importo
sanzionatorio in questione andrà notificato
nella misura di un terzo ed il suo pagamento
entro 60 giorni dalla notifica estinguerà la
violazione” (Circ. Min. lav. n. 18/2014)
Il nuovo limite quantitativo:
esenzioni
Datori di lavoro che occupano sino a 5 dipendenti:
possibile stipulare un (1) contratto a tempo
determinato
Limite quantitativo non si applica ai contratti a tempo
determinato stipulati tra istituti pubblici di ricerca
ovvero enti privati di ricerca e lavoratori che
svolgono in via esclusiva attività di ricerca
scientifica o tecnologica; in questo caso il contratto
può avere una durata pari a quella del progetto di
ricerca cui si riferiscono (e quindi superare i 36
mesi)
Libertà di assunzione, ma
attenzione ai divieti
a) per la sostituzione di lavoratori in sciopero;
b) salva diversa disposizione degli accordi sindacali, presso unità
produttive nelle quali si sia proceduto, nei 6 mesi precedenti, a
licenziamenti collettivi riguardanti lavoratori adibiti alle stesse
mansioni, salvo che tale contratto (i) sia concluso per sostituire
lavoratori assenti ovvero (ii) abbia una durata iniziale non
superiore a 3 mesi ovvero (iii) il lavoratore venga assunto dalla
mobilità;
c) presso unità produttive nelle quali sia operante una sospensione
dei rapporti o una riduzione dell’orario, con diritto al
trattamento di integrazione salariale, che interessino lavoratori
adibiti alle stesse mansioni (per la sola somministrazione viene
fatta salva diversa disposizione degli accordi sindacali);
d) da parte delle imprese che non abbiano effettuato la valutazione
dei rischi
Quando si può prorogare?
Per la proroga del termine la legge richiede:
 il consenso, anche tacito, del lavoratore;
 una durata iniziale del contratto inferiore a tre anni;
 la sussistenza di ragioni oggettive, la cui prova incombe
sul datore di lavoro;
 la proroga deve riferirsi alla “stessa attività lavorativa” per
la quale il contratto è stato stipulato
Quando ricorrono tutte queste condizioni la proroga è
ammessa una sola volta sono ammesse sino a 5 proroghe
nell’arco dei complessivi 36 mesi di durata massima del
rapporto (indipendentemente dal numero dei rinnovi)
La proroga
Problemi non risolti dalla legge
1) Cosa significa “stessa attività lavorativa”? La
giurisprudenza formatasi sulla vecchia legge aveva chiarito
che l’identità non si riferisce alle mansioni del lavoratore,
che possono anche mutare, ma deve essere intesa nella
dimensione oggettiva riferibile alla destinazione aziendale
(es. esclusa la legittimità della proroga nel caso in cui
un’impresa costruttrice di automezzi pesanti aveva assunto a
termine a fronte dell’acquisizione di una commessa
riguardante la produzione di 180 autobus urbani e poi
giustificato la proroga a fronte dell’acquisizione di una nuova
commessa di 250 autobus per percorso extraurbano; Cass.
16 maggio 2005, n. 10140; conforme Cass. 16 aprile 2008, n.
9993)
Lettura anacronistica
nel nuovo quadro di acausalità
La proroga
Problemi non risolti dalla legge
Circ. Min. lav. n. 18/2014: “la proroga … è dunque
ammessa alla condizione che ci si riferisca alla ‘stessa
attività lavorativa’, intendendo con tale formulazione le
stesse mansioni [o, disgiuntiva di chi scrive] mansioni
equivalenti”
Lettura ministeriale criticabile: troppo semplicistica
il legislatore riferendosi alla stessa attività lavorativa
sembra imporre (non solo una mera equivalenza, ma
addirittura) una perfetta identità di mansioni (in tal senso
anche Circ. Confindustria 8 luglio 2014, prot. n. 19732
secondo cui “per questo motivo si ritiene preferibile non
procedere all’esercizio dello ius variandi in occasione
dell’esercizio della proroga”)
La proroga
Problemi non risolti dalla legge
2) Quale sanzione in caso di proroga
illegittima, ossia stipulata senza le condizioni
essenziali prima viste?
Si applica la rigorosa disciplina della
prosecuzione di fatto del rapporto
Le nuove regole: regime
transitorio
Norma espressa: le nuove regole “si applicano ai
rapporti di lavoro costituiti successivamente alla data
di entrata in vigore” del decreto e quindi ai contratti a
tempo determinato stipulati a far data dal 21 marzo
2014
Conseguenza: il nuovo regime delle proroghe sembra
applicabile solo ai contratti stipulati a far data dal 21
marzo 2014, non ai contratti preesistenti (conforme
Circ. Min. lav. n. 18/2014)
Le nuove regole: regime
transitorio
“Sanatoria”: “sono fatti salvi gli effetti già prodotti
dalle disposizioni introdotte dal presente decreto”
es. se nelle more della conversione (e quindi tra il 21
marzo 2014 e il 20 maggio 2014) è stata fatta una
seconda proroga di un contratto preesistente, questa
dovrebbe ritenersi validamente effettuata malgrado
non si tratti di “rapporto costituito” dopo l’entrata in
vigore del decreto
Le nuove regole: regime
transitorio
Nuovo limite quantitativo e clausole collettive di
contingentamento: in attesa dei rinnovi continuano ad
applicarsi le clausole collettive precedenti
Circ. Min. lav. n. 18/2013: “si ritengono ancora efficaci le
clausole contrattuali che impongono limiti complessivi alla
stipula di contratti a termine e alla utilizzazione di lavoratori
somministrati” (es. ccnl commercio: limite complessivo del
28% annuo dell’organico a tempo indeterminato in forza
nell’unità produttiva)
Nuovo limite quantitativo: tolleranza sino al 31 dicembre 2014
per i datori di lavoro che alla data di entrata in vigore del
decreto superavano il tetto del 20% (o quello più elevato
stabilito dal ccnl)
Prosecuzione di fatto
Se il lavoro prosegue di fatto dopo la scadenza del
termine originario o validamente prorogato o dopo il
periodo di durata massima complessiva di 36 mesi:
1. inizialmente
è
dovuta
soltanto
una
maggiorazione retributiva pari al 20% fino al decimo
giorno e al 40% per i giorni ulteriori
2. decorso il periodo “cuscinetto” (30 giorni nel
caso di contratto di durata inferiore a 6 mesi, 50 negli
altri casi) il contratto si considera a tempo
indeterminato a far data da tale sconfinamento
La disciplina dell’intervallo in
caso di riassunzione
A. Riassunzione entro 10 giorni (o 20 se il contratto ha
durata superiore a 6 mesi) dalla scadenza del contratto
precedente: il secondo contratto si considera a tempo
indeterminato
B. Riassunzione il giorno stesso della scadenza del
precedente contratto: il rapporto si considera a tempo
indeterminato sin dall’inizio
NB! Il rispetto dell’intervallo di legge non consente di
mettersi al riparo da iniziative giudiziarie del lavoratore, che
potrebbe far valere il principio generale della nullità del
contratto in frode alla legge in caso di reiterate assunzioni
dirette ad eludere la disciplina legale (contratto a tempo
indeterminato come forma comune …)
La disciplina dell’intervallo in
caso di riassunzione
La disciplina sugli intervalli non trova
applicazione per le attività stagionali e
“in relazione alle ipotesi individuate dai
contratti collettivi, anche aziendali,
stipulati dalle organizzazioni sindacali dei
lavoratori e dei datori di lavoro
comparativamente più rappresentative sul
piano nazionale”
La durata massima complessiva
Durata massima complessiva: 36 mesi riferita, a
prescindere dagli intervalli tra l’uno e l’altro, a tutti i
contratti a termine, comprensivi di proroghe e di
rinnovi, intercorsi tra le stesse parti per mansioni
equivalenti (in questo caso, cosa significa
equivalenza? Stessa professionalità o stesso livello
contrattuale? Circ. Min. lav. n. 13/2008: stessa
professionalità)
Sanzione: sforati i 36 mesi complessivi + 50 giorni
di periodo cuscinetto (cfr. Circ. Min. lav. n. 13/2008) il
rapporto si considera a tempo indeterminato
La durata massima complessiva
Deroga: un ulteriore contratto a termine,
oltre i 36 mesi, può essere stipulato per una
sola volta a condizione che la stipula
avvenga (i) presso la DTL, (ii) con
l’assistenza di un rappresentante sindacale
e (iii) per la durata massima stabilita negli
avvisi comuni (cfr. avviso comune 10 aprile
2008 che ha stabilito la durata massima di 8
mesi)
La durata massima complessiva
Esclusioni
1) attività stagionali (come definite dal DPR
7 ottobre 1963, n. 1525)
2) attività individuate dai CCNL stipulati
dalle organizzazioni comparativamente più
rappresentative: ancora possibile?
3) possibilità di deroghe da parte di
contratti collettivi, anche aziendali, stipulati
dalle organizzazioni comparativamente più
rappresentative sul piano nazionale: ancora
possibile?
La durata massima complessiva
Rigidità introdotta dalla legge Fornero
ai fini del computo della durata massima complessiva di 36
mesi si tiene conto anche dei periodi in cui il lavoratore è
stato impiegato, in mansioni equivalenti (identica
professionalità, a prescindere dal formale inquadramento
del lavoratore), in forza di un contratto di
somministrazione di lavoro a termine
Questo limite riguarda il lavoro a termine e non anche la
somministrazione - per la quale è rimasto espressamente
escluso (lettura confermata anche dal Jobs Act: “periodo
massimo di durata del contratto a tempo determinato pari a
36 mesi”)
La durata massima complessiva
I datori di lavoro dovranno tener conto, ai fini del limite dei 36
mesi, dei periodi
lavoro svolti in forza di contratti di somministrazione a
tempo determinato stipulati dopo l’entrata in vigore della
riforma Fornero, ovvero dopo il 18 luglio 2012
Circolare Min. lav. n. 18 del 2012
“raggiunto tale limite il datore di lavoro potrà comunque
ricorrere alla somministrazione a tempo determinato con
lo stesso lavoratore anche successivamente al
raggiungimento dei 36 mesi”
interpretazione pericolosa
in sede giudiziale
La maggiorazione contributiva
sul lavoro a termine
La legislazione dell’alternanza: ora contratto unico, prima
strumento da disincentivare …
La riforma Fornero, al fine di disincentivarne l’utilizzo, ha
imposto a carico del datore di lavoro, a partire dal 1°
gennaio 2013, un contributo addizionale pari all’1,4%
Il contributo addizionale è escluso per le assunzioni in
sostituzione di lavoratori assenti o per attività
stagionali
Si prevede la restituzione del contributo in caso di
trasformazione in contratto a tempo indeterminato o di
assunzione a tempo indeterminato, in quest’ultimo caso
con esclusione dei mesi di intervallo
Diritto di precedenza
Lavoratori “standard”: se prestano la propria
attività per un periodo superiore a 6 mesi
hanno diritto di precedenza nelle assunzioni a tempo
indeterminato effettuate dallo stesso datore di lavoro,
per le medesime mansioni, entro i 12 mesi successivi
alla cessazione del lavoro a termine
Condizione: comunicazione della volontà di
avvalersene entro 6 mesi dalla cessazione
(Nuovo) onere per il datore di lavoro: menzionare il
diritto di precedenza nel contratto di assunzione
Diritto di precedenza
Lavoratori stagionali: diritto di precedenza
limitatamente alle assunzioni a termine per la
medesima attività stagionale
Condizione: comunicazione della volontà di
avvalersene entro 3 mesi dalla cessazione del
rapporto
(Nuovo) onere per il datore di lavoro:
menzionare il diritto di precedenza nel contratto
di assunzione
Diritto di precedenza
Lavoratrici madri: congedo di maternità
utile ai fini del computo del periodo che fa
scattare il diritto di precedenza
Diritto di precedenza esteso anche alle
assunzioni a tempo determinato effettuate
dal datore entro i successivi 12 mesi per le
medesime mansioni
Diritto di precedenza
Cosa succede nel caso in cui vi sia più di un
lavoratore titolare del diritto di precedenza per
un’unica posizione lavorativa?
In base ai principi generali il datore di lavoro
dovrebbe poter scegliere quale lavoratore
assumere tra i vari “concorrenti”, chiaramente nel
rispetto dei principi di non discriminazione,
correttezza e buona fede
Salva ovviamente diversa disciplina collettiva: es.
ccnl autotrasporto prevede che - a parità di
richieste - prevalga l’anzianità di servizio e, in caso
di ulteriore parità, l’anzianità anagrafica
Diritto di precedenza
In ogni caso:
 diritto di precedenza si estingue entro un anno dalla
cessazione del rapporto
 viene generalmente esclusa la possibilità della tutela
in forma specifica: conseguente operatività della sola
tutela risarcitoria
(Cass. 14 maggio 2010, n. 11737: “l’inadempimento del
datore di lavoro, che si perfeziona con l’assunzione di
soggetti diversi da quelli che hanno diritto di precedenza,
costituisce fonte di responsabilità risarcitoria”; nella specie,
trattandosi di lavoratore stagionale è stato riconosciuto
congruo - come parametro di quantificazione – “quanto il
lavoratore avrebbe percepito ove fosse stato assunto dal
datore di lavoro”)
Contratti speciali
Regole speciali sono previste:
 per le aziende del settore del commercio di
esportazione/importazione di prodotti ortofrutticoli
 per le c.d. start up innovative
 nel settore agricolo (operai)
 nel settore del turismo e dei pubblici esercizi per il
c.d. personale extra (speciali servizi di durata non
superiore a tre giorni: es.
banchetti/ricevimenti)
 per i dirigenti
 per gli iscritti alle liste di mobilità
Assunzione dalla mobilità
I contratti a tempo determinato stipulati con lavoratori in
mobilità (fino al 31 dicembre 2016) vengono integralmente
sottratti al campo di applicazione di cui al d. lgs. n. 368 del
2001
Le maggiori particolarità
sono sterilizzati ai fini del computo della durata massima
complessiva di 36 mesi
nel caso in cui lo stesso soggetto venga riassunto a termine
presso la stessa azienda non vi è la necessità di rispettare
alcun intervallo (in tal senso cfr. anche la circolare Min. lav. 29
agosto 2013, n. 35)
non paiono computabili nel nuovo limite quantitativo del
20% (conforme Circ. Min. lav. n. 18/2014)
Assunzione a termine
dei dirigenti
 consentita l’assunzione a termine senza giustificazione
per un periodo non superiore a cinque anni e con
facoltà del dirigente di dimettersi con preavviso dopo tre
anni (art. 10, comma 4, d. lgs. n. 368/2001)
 prevista espressamente la disapplicazione dell’intera
disciplina generale, compresa la forma scritta (Cass.
16 gennaio 2006, n. 749), con la sola eccezione del
principio di parità di trattamento e del criterio di
computo dell’organico. Tuttavia se il contratto iniziale o
prorogato raggiunge i cinque anni, una eventuale
ulteriore assunzione o proroga potrebbe ritenersi in frode
alla legge (o addirittura contra legem: cfr. Circ. Min. lav.
14 dicembre 2001)
Attività stagionali
Particolarità
 non si applica il nuovo limite quantitativo del
20%
 non si applica il limite di durata massima
complessiva di 36 mesi
 non si applica lo stop&go in caso di
riassunzione
 non si applica il contributo aggiuntivo
dell’1,4%
Assunzioni per ragioni
sostitutive
Particolarità
non si applica il nuovo limite
quantitativo del 20%
non si applica il contributo aggiuntivo
dell’1,4%
Assunzioni per ragioni sostitutive
/ attività stagionali
interesse (paradossale …) ad introdurre la
causale per godere dei benefici sopra visti?
in realtà il contratto è ormai solo acausale; si
potrebbe semplicemente specificare nel
contratto di assunzione che si tratta di
un’attività stagionale o che l’assunzione
avviene in sostituzione di un lavoratore
assente (indicandone anche nome e ragione
dell’assenza?)
Messaggio Inps n. 4152 del 17 aprile 2014
Il meccanismo impugnatorio
art. 32, comma 3, Collegato lavoro (l.n. 183 del 2010, modificata
dalla legge Fornero)
Impugnazione a pena di decadenza in termini stringenti, al fine di
sanzionare il lassismo di alcuni lavoratori nell’introduzione della
causa
Doppio barrage: lavoratore se vuole ottenere la conversione deve:
entro 60 120 giorni (dalla scadenza del termine): contestare la validità
del termine mediante atto scritto (es. raccomandata a.r.)
entro 270 180 giorni (dalla “contestazione” di cui al numero 1):
depositare ricorso oppure promuovere tentativo di conciliazione o
arbitrato
entro 60 giorni (se la conciliazione o l’arbitrato siano rifiutati o non
raggiunto l’accordo): depositare ricorso
Il meccanismo impugnatorio
Tale meccanismo impugnatorio si applica nei casi in cui il
lavoratore voglia far valere la nullità del termine ai sensi
degli art. 1 (apposizione del termine, non più causale), 2
(servizi postali e aeroportuali) e 4 (proroga)
Azzerato il contenzioso sulla causale il doppio barrage di fatto
riguarderà solo le contestazioni relative alla proroga
Per tutti gli altri vizi (violazione divieti di assunzione, sforamento
della durata massima complessiva etc): azione nei limiti della
prescrizione (dalla lunga inerzia del lavoratore il Giudice
potrebbe però dedurre l’intervenuta risoluzione consensuale,
specie se il decorso del tempo è accompagnato dal
reperimento di un nuovo posto di lavoro)
La sanzione del Collegato lavoro
art. 32, comma 5, l.n. 183/2010: “Nei casi di
conversione del contratto a tempo determinato, il
giudice condanna il datore di lavoro al risarcimento del
lavoratore stabilendo un’indennità onnicomprensiva
nella misura compresa tra un minimo di 2,5 ed un
massimo di 12 mensilità dell’ultima retribuzione
globale di fatto” applicando nella quantificazione i
criteri fissati dall’art. 8 l.n. 604 del 1966 in tema di
tutela obbligatoria conseguente a licenziamento
Il nuovo meccanismo sanzionatorio si applica a tutti i
giudizi, pendenti e futuri
La sanzione del Collegato lavoro
Indennità risarcitoria: è onnicomprensiva, ma
non sostitutiva del diritto del lavoratore alla
riammissione in servizio
Ambito di applicazione: a fronte dell’ampiezza
della norma (“nei casi di conversione”) si ritiene
che si applichi non solo al contratto a termine
illegittimo, ma anche alla c.d.
somministrazione irregolare
(Cass. 17 gennaio 2013, n. 1148; Cass. 29 maggio
2013, n. 13404; Cass. 1° agosto 2014, n.
17540; Cass. 20 agosto 2014, n. 18046)
Legittimità della nuova sanzione
•
•
•
•
Corte cost. 9 novembre 2011, n. 303
(Corte cost. n. 112/2012)
la nuova sanzione si applica a tutti i giudizi pendenti,
tanto nel merito, quanto in sede di legittimità
l’indennità forfetaria è dovuta sempre e comunque,
senza necessità dell’offerta della prestazione, né di oneri
probatori di sorta
il nuovo regime risarcitorio non ammette la detrazione
dell’aliunde perceptum
l’indennità forfetaria copre solo il medio tempore, dal
momento della sentenza, invece, il datore è tenuto al
pagamento delle retribuzioni dovute
Legittimità della nuova sanzione
L’interpretazione autentica della sanzione
offerta dalla riforma Fornero
L’indennità onnicomprensiva “ristora per intero
il pregiudizio subito dal lavoratore, comprese
le conseguenze retributive e contributive
relative al periodo compreso fra la scadenza
del termine e la pronuncia del
provvedimento” che ricostituisce il rapporto
(sulla legittimità nuova sanzione: cfr. Cass. nn.
1411, 5241, 14996 del 2012; Corte giust. 12
dicembre 2013)
Computabilità
I lavoratori a tempo determinato si computano
nell’organico aziendale?
Soluzione differenziata a seconda dell’ambito
normativo di riferimento; in particolare:
1) ai fini del raggiungimento del requisito
numerico necessario per la costituzione di
r.s.a./r.s.u. e l’esercizio dei diritti di attività
sindacale, si considera il numero medio mensile di
lavoratori a tempo determinato impiegati negli ultimi
due anni, sulla base dell’effettiva durata dei loro
rapporti di lavoro;
Computabilità
2) ai fini dell’applicazione dell’art. 18 St. lav.,
i lavoratori a termine sono computabili solo
quando siano addetti a esigenze non
provvisorie e occasionali (cfr. Cass. 5 ottobre
2006, n. 21407, che - per un’impresa
alberghiera - ha considerato i lavoratori a
termine “normalmente” impiegati)
3) ai fini delle assunzioni obbligatorie:
computo dei soli contratti di durata superiore
a sei mesi
Facoltà di recesso delle parti
Il rapporto di lavoro a tempo determinato può essere risolto
ante tempus soltanto in presenza di una giusta causa
(art. 2119 c.c.) o in caso di impossibilità sopravvenuta
della prestazione (artt. 1463 e ss. c.c.; Cass. 7 febbraio
2004, n. 2365 a proposito del rapporto a termine del
Direttore generale di una ASL soppressa; Cass. 10
febbraio 2009, n. 3276 per cui non basta la
riorganizzazione produttiva): il recesso unilaterale del
datore o del prestatore di lavoro è consentito soltanto se
motivato da un grave inadempimento della controparte o
da una impossibilità oggettiva sopravvenuta della
prestazione (è escluso il licenziamento determinato da
motivi esclusivamente economici, ma non quello per
motivi disciplinari)
Licenziamento ante tempus
illegittimo
Quale sanzione?
Giurisprudenza: esclusione apparato
sanzionatorio di cui all’art. 18 St. lav., bensì
tutela risarcitoria che comporta il
pagamento al lavoratore delle retribuzioni
dal licenziamento alla scadenza del termine
pattuito
Malattia e altri casi di sospensione
della prestazione
Cosa succede in caso di malattia?
Maternità?
Paternità?
Nel caso di sospensione della prestazione
lavorativa per il quale sia previsto, nel rapporto di
lavoro ordinario, il diritto del lavoro alla
conservazione del posto, questa protezione non
produce l’effetto di una dilazione del termine di
cessazione del rapporto originariamente pattuito
Contratto a tempo determinato Vs
somministrazione a termine
La somministrazione di lavoro conserva
il suo appeal a fronte della concorrenza
del nuovo (e alquanto) flessibile
contratto a termine, che non richiede
più la causale e che è prorogabile per
ben 5 volte?
Contratto a tempo determinato Vs
somministrazione a termine
Risposta assolutamente positiva per (almeno) cinque
ragioni:
 il lavoratore somministrato non si computa nell’organico
dell’impresa utilizzatrice
 il lavoratore somministrato non matura il diritto di
precedenza
 alla somministrazione non si applica il nuovo limite
quantitativo del 20%, si applicano solo le clausole collettive di
contingentamento
 il limite di durata massima complessiva di 36 mesi si
applica al solo contratto a tempo determinato, non alla
somministrazione
 possono essere sforate le clausole di contingentamento
se la somministrazione coinvolge soggetti disoccupati /
svantaggiati / molto svantaggiati
Contratto a tempo determinato Vs
somministrazione a termine
Somministrazione “illimitata”: i limiti quantitativi sono
esclusi in caso di invio in missione di:
a) soggetti disoccupati, percettori della relativa
indennità, da almeno 6 mesi
b) soggetti comunque percettori di ammortizzatori
sociali, anche in deroga, da almeno sei mesi
c) lavoratori definiti “svantaggiati” o “molto
svantaggiati” ex art. 2 Reg. CE 6 agosto 2008, n.
800
Lavoratori svantaggiati
a) chi non ha un impiego regolarmente retribuito da almeno sei
mesi
b) chi non possiede un diploma di scuola media superiore o
professionale
c) lavoratori che hanno superato i 50 anni di età
d) adulti che vivono soli con una o più persone a carico
e) lavoratori occupati in professioni o settori caratterizzati da un
tasso di disparità uomo-donna che supera almeno del 25 % la
disparità media uomo-donna in tutti i settori economici dello
Stato membro
f) membri di una minoranza nazionale all'interno di uno Stato
membro che hanno necessità di consolidare le proprie
esperienze in termini di conoscenze linguistiche, di formazione
professionale o di lavoro, per migliorare le prospettive di
accesso ad un'occupazione stabile
Lavoratori molto svantaggiati
«lavoratore molto svantaggiato»: lavoratore senza
lavoro da almeno 24 mesi