Verbale riunione del Consiglio Pastorale Parrocchiale

PARROCCHIA SANTI PIETRO E PAOLO
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Verbale riunione del Consiglio Pastorale Parrocchiale
(9 settembre 2014)
In data 9 settembre 2014 alle ore 20.45, presso la Casa Parrocchiale, si è riunito il Consiglio
Pastorale Parrocchiale.
La riunione è stata presieduta da don Claudio.
Erano presenti:
Caregnato don Claudio parroco
Maiocchi Manuela
ausiliaria diocesana
Andrigo Lina Frontini, Barberini Alessandra, Berto Emanuela, Brugnera Mario, Cremona
Alessio, Debbia Giorgio, Galli Marina, Molteni Anna Maria, Tenti Mario, Tosatto Dante
Assenti giustificati: Capellaro Roberta e Minuzzo Roberto.
La riunione del Consiglio Pastorale Parrocchiale presenta il seguente ordine del giorno:
1. Uno sguardo al prossimo anno pastorale.
2. L’incontro di decanato dei CPP – 24 settembre 2014.
3. Assemblea Pastorale Parrocchiale – 5 ottobre
4. “Notizie” dai Gruppi Parrocchiali.
5. Varie ed eventuali
a. Situazione ristrutturazione Oratorio.
b. La “pubblicità” dei Gruppi Parrocchiali (Madonna del Rosario).
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Don Claudio introduce la riunione con una riflessione sul vangelo di Giovanni:
Giovanni 21,15-19 (Bibbia C.E.I.)
15 Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi ami tu più di
costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti amo». Gli disse: «Pasci i miei agnelli».
16 Gli disse di nuovo: «Simone di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti
amo». Gli disse: «Pasci le mie pecorelle». 17 Gli disse per la terza volta: «Simone di Giovanni, mi
ami?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi ami?, e gli disse: «Signore,
tu sai tutto; tu sai che ti amo». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecorelle. 18 In verità, in verità ti
dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai
vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi». 19 Questo
gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse:
«Seguimi».
Meravigliosa immagine del rapporto tra Gesù e Pietro!
Il pasto preso insieme li ha affiatati e Gesù ora guarda Pietro e gli fa una domanda
impegnativa, gli chiede: “Mi ami tu più di costoro?” (AGAPAS ME … amare in modo
incondizionato!). La risposta di Pietro è sfumata, umile. Pietro non usa il verbo “amare”.
Dopo quanto gli è capitato (è cosciente di aver rinnegato Gesù), come può affermare con
sicurezza un amore incondizionato che esige un totale dono di sé? E neppure osa dire che
lo ama più degli altri. Egli ha rinnegato il Maestro, gli altri no! Si limita a usare il verbo
dell’amicizia (PHILO SE), ma anche questo con umiltà, affidandosi finalmente al giudizio
del suo Signore: “Tu sai che ti voglio bene”. E Gesù sapeva che ora Pietro era in sintonia
con lui e pronuncia quella formula che è conferimento di missione: “Pasci i miei agnelli”.
Siamo in un linguaggio pastorale. Dire “pasci” significa affidargli il gregge perché vada
avanti e il gregge lo segua come si segue il pastore di cui le pecore conoscono la voce,
significa che amare Gesù è preoccuparsi perché al gregge non manchi il necessario,
incominciando dagli agnelli, cioè dai piccoli, dai più deboli, significa difenderli dai
pericoli, disposto a dare la propria vita, perché abbiano la vita.
Gesù per la seconda volta gli chiede ancora: “Mi ami tu?” e Pietro ripete: “Tu sai che ti
voglio bene”. E Gesù gli dice: “Pasci le mie pecore”. Il parlare è cambiato. Gesù non solo
gli affida il gregge, ma gli affida il governo del gregge, gli dà pieni poteri sul popolo di
Dio. Tale è nella Bibbia il senso pieno di pascere. Gli affida la totalità del gregge. Sarà lui
che visibilmente, nel suo ministero, dovrà unire tutti i figli di Dio dispersi, fare di tutti un
solo gregge, un solo popolo. È l’autorità di Gesù sul suo popolo che il ministero di Pietro
dovrà rendere visibile nella storia.
Ed eccoci alla terza domanda di Gesù: “Mi vuoi bene?”. Qui Gesù si colloca sul piano di
Pietro e usa il verbo dell’amicizia. Si compie così per Pietro la parola di Gesù: “Non vi
chiamo più servi, ma amici” e agli amici si dice tutto (15,14). Sulle prime Pietro si rattrista
– è difficile dimenticare quel che gli è capitato – ma poi si dona totalmente a Gesù:
“Signore, tu sai tutto, tu sai che ti voglio bene”. Sono amici e gli amici hanno gli stessi
ideali e lavorano insieme per uno stesso scopo. Pietro perciò lavorerà all’unisono con
Gesù e come Gesù. E Gesù gli ripete: “Pasci le mie pecore”.
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E noi? Come rispondiamo alla chiamata di Gesù? Abbiamo tante cosa da fare e non ci
rendiamo conto a volte che la cosa più importante è la risposta che di volta in volta diamo
alla domanda di Gesù … “mi ami?”.
Eppure Gesù ed il Padre Suo hanno una sconfinata fiducia negli uomini: ci affidano le loro
pecorelle, i loro agnelli!
Cosa vuol dire allora per noi avere cura della “comunità”?
E’ un impegno che dobbiamo prendere e portare avanti per il prossimo anno.
Anche dal Vescovo provengono indicazioni sul prossimo anno pastorale
 La vita del cristiano ha un “cuore” preciso: l’incontro con Gesù
Lo “stile” di vita del cristiano deve essere la “comunione”, il piacere di essere
popolo di Dio, l’avere il “gusto” della comunità cristiana
“La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù.
Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto
interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia. In questa
Esortazione desidero indirizzarmi ai fedeli cristiani, per invitarli a una nuova tappa
evangelizzatrice marcata da questa gioia e indicare vie per il cammino della Chiesa nei
prossimi anni” (Evangelii Gaudium).
 Papa Francesco nell’Angelus di domenica 7 settembre 2014 dice che anche la
“parola” uccide … perché, voi sapete, anche le parole uccidono! Quando io sparlo, quando io
faccio una critica ingiusta, quando io “spello” un fratello con la mia lingua, questo è uccidere la fama
dell’altro! Anche le parole uccidono … Gesù infatti ci ha detto di non giudicare. La correzione
fraterna è un aspetto dell’amore e della comunione che devono regnare nella comunità cristiana, è
un servizio reciproco che possiamo e dobbiamo renderci gli uni gli altri
 Il b. Giovanni XXIII sottolineava come è molto di più quello che ci unisce rispetto a
quello che ci divide
 E la gioia, l’entusiasmo di aver incontrato Gesù è ciò che ci rende capaci di
comunicarlo
 Riflettiamo sul contesto in cui viviamo: dobbiamo essere una “comunità educante”,
capaci di stare nella Chiesa, la Chiesa che c’è, la Chiesa così com’è, non cercare la
Chiesa che ci fa più comodo, quella che io preferisco, quella che mi piace di più
 La “comunità”, la “comunione” ci rendono capaci di educare alla fede coloro che
verranno dopo di noi: considerata la “frammentarietà” – caratteristica dei ragazzi (e
della gente) d’oggi – dobbiamo costituire un gruppo di “figure” che ruotano attorno
ad essi, specificarne i tratti, i lineamenti, individuando le modalità con cui
“insieme” contribuire all’educazione dei ragazzi
 Viene sottolineata quindi l’importanza della liturgia domenicale: occorre curarne
maggiormente le specifiche componenti: dai chierichetti al coro, dai ministri ai
ministranti
 Un tema molto importante dovrà essere quello delle “vocazioni”: saranno istituiti
cammini vocazionali, in modo da rendere capace il “ragazzo” di capire qual è la sua
strada, quale sentiero Dio ha tracciato per lui
 Il 24 settembre p.v. si svolgerà in Santo Stefano a Tradate un incontro di preghiera
presieduto da mons. Franco Agnesi con la partecipazione di tutti i CPP del
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Decanato durante il quale verranno date delle indicazioni Pastorali per il prossimo
anno liturgico
 Il 5 di ottobre p.v. si terrà la consueta Assemblea Pastorale Parrocchiale (dalle 9.00
alle 10.00): sarà l’occasione per riprendere insieme il cammino pastorale 2014-2015
Un altro aspetto da coltivare e migliorare è la COMUNICAZIONE.
Un’attività di INFORMAZIONE e COMUNICAZIONE CRISTIANA e PARROCCHIALE
sempre più attenta, capillare e puntuale e in linea coi tempi.
Negli Atti degli Apostoli, Chiesa ideale, ma non per questo meno reale, i primi discepoli di
Gesù erano disposti ad affrontare le persecuzioni confidando nella forza dello Spirito
Santo per "proclamare con pieno coraggio la parola" (At 4,29) e ogni occasione, anche molto
difficile, diveniva crescita nell’approfondimento della fede cristiana o allargamento della
Comunità ad altre realtà ecclesiali e sociali (At 5,42; 6,4; 8,4).
L’applicazione pastorale dei dettami del Concilio – sul tema della comunicazione – vede la
luce nel marzo 1971, con la Communio et Progressio, istruzione completa, che illumina
tutti i documenti successivi sull’argomento, basterà ricordare alcuni passi che riteniamo
esemplari:
"Il retto uso degli strumenti della comunicazione sociale rientra nella responsabilità di tutto il
Popolo di Dio" (n. 4).
"L’uomo del nostro tempo non può fare a meno dell’informazione, che deve rispondere a criteri di
rettitudine, di accuratezza, di esattezza e di fedeltà" (n. 34).
"Quanti hanno responsabilità pastorali nella Chiesa devono, attraverso i mezzi di
comunicazione sociale, annunziare con perseveranza la verità nella sua pienezza" (n. 123).
"Non sarà quindi obbediente al comando di Cristo chi non sfrutta convenientemente le
possibilità offerte da questi strumenti per estendere al maggior numero di uomini il raggio di
diffusione del Vangelo" (n. 126).
Oggi si è fatto molto progresso tecnico, siamo nell’era del computer e di internet, ma la
Chiesa italiana non può proprio dire di aver un maggior peso nell’opinione pubblica, né di
“aver preso il largo” nell’annunziare Cristo con i mezzi di massa.
Occorre trovare nuove modalità per far sentire a “casa”, cos’è e come si sviluppa la “vita”
parrocchiale: il foglio degli avvisi, le benedizioni natalizie, le iniziative di carità, di
missionarietà, di “familiarità”, di preghiera, spesso vengono portate avanti nell’anonimato
e senza darne il giusto risalto: Papa Francesco non perde occasione non per sottolineare il
male che c’è ma quello che di bene si può fare e si può e si deve dire!
Ed allora: cos’è bene per la nostra realtà?
Impariamo a fare comunione, a benedire fra noi, impariamo maggiormente a collaborare tra
i vari gruppi parrocchiali allargando la partecipazione per esempio durante le riunioni del
Gruppo Liturgico a rappresentanti di altri gruppi, inserendo altresì momenti di
comunicazione nei CPP.
LE RELAZIONI vengono viste come un aspetto estremamente importante per creare e
stimolare l’aggregazione, la comunione.
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Si può pensare a nuove forme e modalità di incontro: per esempio durante il periodo delle
benedizioni natalizie si può pensare a come riunire le varie Associazioni e Società in
momenti di preghiera e di scambio di “auguri”.
In altri termini occorre “osare qualcosa di nuovo”. Vola soltanto chi osa farlo!
Vengono poi riportate alcune “notizie” dei vari Gruppi Parrocchiali:
IL GRUPPO FAMIGLIA vede iniziare il quarto anno di lavoro e calare leggermente il
numero dei partecipanti: anche in questo settore si può pensare a qualcosa di innovativo,
come la formazione di un “nuovo gruppo”.
IL GRUPPO CARITAS sottolinea come il problema più delicato per la nostra realtà di
paese sia la mancanza di LAVORO e l’importanza del Centro di Ascolto quale momento di
vicinanza ai fratelli in stato di bisogno, momento di vicinanza morale e psicologica
soprattutto.
IL GRUPPO ORATORIO, nell’anomalia della definizione, è una realtà che accorpa vari
gruppi parrocchiali e in cui tutti possono “dare e prendere”: l’ORATORIO è visto come
forma di collaborazione, come parte attiva della “Comunità Educante”, come
manifestazione concreta di accoglienza, di apertura verso tutti i ragazzi e le loro famiglie
che vogliono camminare insieme, come momento vivo, fatto soprattutto di RELAZIONI.
IL GRUPPO CATECHISTI sta seguendo un percorso di quattro giorni di formazione anche
in ottica del nuovo progetto di catechesi, progetto che non potrà decollare quest’anno sia
per mancanza di sussidi sia per mancanza di “risorse umane”.
IL GRUPPO LITURGICO manifesta l’importanza della collaborazione dei vari gruppi
parrocchiali nella stesura dei programmi liturgici nei vari periodi dell’anno e propone di
realizzare in certe occasioni una sorta di “accoglienza” in occasione delle celebrazioni
(Santa Messa domenicale).
IL GRUPO SEGRETERIA: da circa un anno si è costituito un gruppo (tre collaboratori) che
affiancano il Parroco durante gli orari di Segreteria per le attività di registrazione, stampa
e invio dei vari certificati, nonché per la predisposizione e stampa degli avvisi settimanali
e di interesse Parrocchiale, Decanale e Diocesano ed inoltre accolgono e si rendono
disponibili per tutti coloro che in qualche modo hanno necessità di rivolgersi alla
Parrocchia.
Si chiude il Consiglio con l’informazione che il Progetto per il Nuovo Oratorio sia ormai in
dirittura di … PARTENZA: è pronto il progetto esecutivo e si attende solo l’approvazione
da parte della Curia per passare poi al bando di concorso per l’assegnazione dei lavori ad
una specifica impresa.
In occasione della prossima festività della Madonna del Rosario (12 ottobre 2014) verrà
realizzato un nuovo opuscolo informativo da parte di tutti i gruppi parrocchiali.
La prossima convocazione del Consiglio Pastorale Parrocchiale è prevista per lunedì 3
novembre 2014.
Lonate Ceppino, 14 settembre 2014
La segreteria
Alessandra Barberini & Giorgio Debbia
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