Relazione - IPASVI Torino

Collegio di Torino
RISULTATI
DELL’ASSISTENZA
INFERMIERISTICA:
una sfida da accogliere
per esistere
Outcome organizzativi:
gli effetti degli organici sugli esiti clinici dei pazienti
Carlo Orlandi , Ospedale San Raffaele, Milano, Area Qualità
Inquadramento del tema
Un po’ di storia
Staffing e outcome
Cosa fare?
Conclusioni
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•
•
•
•
Cadute, LdP, infezioni, soccorsi mancati, dolore inutile,
povertà della relazione…
Se salvaguardiamo gli organici, è lecito aspettarsi una
diminuzione di questi esiti negativi?
Meno infermieri = più esiti negativi
quindi:
più infermieri = meno esiti negativi
Adesso siamo pochi? Ma quanto pochi e pochi
rispetto a che cosa?
Gli esiti negativi ci sono sempre, ma quanti sono nel
mio reparto?
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•
•
Quali sono gli esiti sui quali influiscono gli organici?
Su quali esiti ha delle ricadute il nostro lavoro?
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Se accettiamo che esistano esiti misurabili
dell’effetto di una professione sui suoi
assistiti, assumiamo che il professionista sia
una variabile e che sia possibile ricercare la
relazione fra questa (intervento o variabile
indipendente) e ciò che accade (variabile
dipendente o esito) agli esposti (i pazienti)
(Palese, 2008).
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Definizione di Staffing
• Il processo di composizione di uno staff
In termini quantitativi e solo per
l’ambito infermieristico: quanti
infermieri, quanti OSS, quanti OTA,
quanti ausiliari ecc.
In termini qualitativi: quanti
infermieri laureati, quanti
infermieri esperti, quanti OSS
esperti, quanto turnover ecc.
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Inquadramento del tema
Un po’ di storia
Staffing e outcome
Cosa fare?
Conclusioni
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• Fino alla metà degli anni 90 si è prestata poca
attenzione alla relazione tra lo staffing e gli
outcome dei pazienti.
• Quando veniva chiesto di dimostrare se gli
infermieri riuscissero effettivamente ad
incidere in modo significativo sull’assistenza
ai pazienti il nursing aveva poco da offrire in
termini di “prove” (Palese, 2008).
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• Florence Nightingale fu la prima a considerare alcuni
esiti, quali la mortalità e la morbilità, come
influenzabili dall’infermieristica.
• Virginia Henderson scrisse che l’esito più importante
è l’indipendenza del paziente nelle attività della vita
quotidiana.
• Altre teoriche svilupparono i concetti di benessere
fisico, mentale e spirituale.
• Nel 1997 alla facoltà di infermieristica dell’Università
dello Iowa è stato sviluppato il sistema di
classificazione NOC.
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Con Aiken e Needleman l’infermieristica è stata associata,
con dati sperimentali, alla mortalità e alle complicanze dei
pazienti.
Linda Aiken è un’infermiera e sociologa,
professore di Nursing e di Sociologia,
Direttore del Centro per gli outcome
sanitari dell’Università della Pennsylvania.
Jack Needleman è professore nel
Dipartimento di Salute pubblica e
Management della facoltà si salute
pubblica dell’UCLA.
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Aiken L.H., Clarke S.P., Sloane D.M., Sochalski J., Silber
J.H., Hospital nurse staffing and patient mortality, nurse
burnout and job dissatisfaction, JAMA, 2002, 288, 16,
1987-1993.
Outcome misurati:
• Mortalità e failure to rescue entro 30 giorni;
• Insoddisfazione sul lavoro
• Burnout
Risultati:
Ogni paziente in più assistito da un’infermiera comporta:
• un aumento del 7% dei rischio di mortalità e di failure to
rescue entro 30 giorni;
• un aumento del 23% della probabilità di incorrere nel
burnout;
• un aumento del 15% della probabilità di provare
insoddisfazione al lavoro
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Needleman J et al. Nurse-Staffing Levels and the
Quality of Care in Hospitals. N Engl J Med; 2002;
346 (22): 1715-22.
Risultati:
Il numero medio di ore dedicate a ogni paziente è di: 11.4,
suddivise in :
• 7,8 ore erogate da infermieri;
• 1,2 ore erogate da figure simili ai nostri OSS;
• 2,4 ore erogate da personale ausiliario.
Un aumento delle ore erogate dagli infermieri si traduce in:
• Diminuzione della durata della degenza nei pazienti
internistici;
• Diminuzione del numero delle IVU;
• Diminuzione del numero dei sanguinamenti del tratto GI
superiore;
• Diminuzione delle polmoniti, degli episodi di shock e di
arresto cardiaco e degli episodi di failure to rescue.
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Needleman J et al. Nurse-Staffing Levels and the
Quality of Care in Hospitals. N Engl J Med; 2002;
346 (22): 1715-22.
Failure to rescue: soccorso mancato (Ministero della
Salute)
“defined as the death of a patient with one of five lifethreatening complications:
• pneumonia
• shock or cardiac arrest,
• upper gastrointestinal bleeding,
• sepsis,
• deep venous thrombosis
for which early identification by nurses and medical and
nursing interventions can influence the risk of death.
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Inquadramento del tema
Un po’ di storia
Staffing e outcome
Cosa fare?
Conclusioni
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Kane RL et al., The association of registered nurse
staffing levels and patient outcomes: systematic
review and metanalysis; Medical Care, 2007, 45 (12),
1195-1204.
Risultati:
Un aumento di un paziente per ogni infermiere provoca, relativamente alla
mortalità:
•
Un aumento del 9% del rischio di morte in ICU (5 vite salvate su 1000 pz),
•
Un aumento del 16 % del rischio di morte in chirurgia (6 vite salvate su 1000 pz),
•
Un aumento del 6 % del rischio di morte in medicina (5 vite salvate su 1000 pz),
Un aumento di un paziente per ogni infermiere provoca, relativamente agli eventi
avversi:
•
Un aumento nella frequenza delle polmoniti acquisite in ospedale;
•
Un aumento nella frequenza delle estubazioni non pianificate;
•
Un aumento nella frequenza delle insufficienze respiratorie nei pazienti
chirurgici;
•
Un aumento nella frequenza degli arresti cardiaci;
•
Un aumento nella frequenza dei failure to rescue;
•
Un aumento del 24% della durata della degenza in TI;
•
Un aumento del 31% della durata della degenza in chirurgia.
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Needleman J., Buerhaus P., Shane Pankratz V., Leibson C.L.,
Stevens S.R., Harris M., Nurse Staffing and Inpatient Hospital
Mortality, N Engl J Med, 2011, 364, 1037-1045.
Risultati:
La diminuzione della presenza di un infermiere per turno
provoca un aumento statisticamente significativo del rischio di
morte (2% in più).
Si verifica un aumento statisticamente significativo del rischio di
morte (4% in più) anche quando il turnover dei pazienti aumenta
(calcolato come la somma dei ricoveri, delle dimissioni e dei
trasferimenti). Il turnover dei pazienti è ritenuto un
componente fondamentale del carico di lavoro degli infermieri.
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Butler M. et al, Hospital nurse staffing models and patient
and staff-related outcomes (review), The Cochrane library,
2011, 7.
A completamento del concetto di staffing:
•
•
•
•
•
per staffing model ci si riferisce alle modalità per identificare e allocare il
personale, per realizzare gli schemi di turno, per l’utilizzo dello straordinario e
per il ricorso a personale esterno;
per staffing level si intende il rapporto infermiere/paziente, le ore di
assistenzainfermieristica erogate (in toto) e le ore erogate dagli infermieri;
lo skill mix fa riferimento al numero di infermieri sul totale del personale, alle
ore di assistenza erogate da infermieri, alla percentuale di presenza di infermieri
rispetto al totale dell’organico assistenziale e alla percentuale di presenza di
Advance Nurse Practitioner sul totale;
il grade mix fa riferimento alle posizioni gerarchiche ricoperte dagli infermieri;
il qualification mix fa riferimento alla percentuale di presenza di infermieri con
qualificazione postlaurea o postdiploma rispetto al totale degli infermieri
presenti.
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Aiken L.H. et al. for the RN4CAST consortium, Nurse
staffing and education and hospital mortality in nine
European countries: a retrospective observational study,
The Lancet, 26 febbraio 2014.
RN4CAST è un progetto europeo (http://www.rn4cast.eu/en/index.php)
che ha l’obiettivo di studiare le caratteristiche della professione
infermieristica in Europa.
La pubblicazione su Lancet si riferisce a uno studio, che ha visto coinvolti
più di 400.000 pazienti con età maggiore a 50 anni, provenienti da 300
ospedali in 9 diversi Paesi europei (Italia esclusa), nel quale è stata
correlata la mortalità ospedaliera a 30 giorni dall'ammissione al carico di
lavoro e alla formazione di base.
Risultati:
•
•
Ogni paziente da assistere in più aumenta la probabilità di mortalità a
30 giorni del 7%;
Un aumento del 10% del personale formato con laurea di primo livello
(Bachelor degree) è associato ad una diminuzione del rischio di
mortalità del 7%.
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Aiken L.H. et al. for the RN4CAST consortium, Nurse
staffing and education and hospital mortality in nine
European countries: a retrospective observational study,
The Lancet, 26 febbraio 2014.
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 Dubois C.A. et al. Associations of patient safety
outcomes with models of nursing care organization at
unit level in hospitals. International Journal for Quality in
Health Care 2013; 25(2):110–117.
Ricerca condotta a livello di unità operativa, nel quale non sono stati usati dati aggregati.
Risultati:
nei reparti con modelli
professionali innovativi si osserva
la riduzione della frequenza di:
•
•
•
•
•
•
Errori nella somministrazione
della terapia
Cadute
Polmoniti
Infezioni delle vie urinarie
Contenzione inutile
Lesioni da pressione
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Inquadramento del tema
Un po’ di storia
Staffing e outcome
Cosa fare?
Conclusioni
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Il rapporto Berwick sul
miglioramento della sicurezza dei
pazienti in Inghilterra
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National Advisory Group on theSafety of Patients in England, A
promise to learn– a commitment to act, Improving the Safety of
Patientsi n England, 2013
Due punti importanti delle conclusioni:
• Il Governo, le Autorità per l’Istruzione e il NHS devono assicurare la presenza
di personale sufficiente per soddisfare le esigenze attuali e future del NHS.
Le organizzazioni sanitarie devono garantire che il personale sia presente in
numero adeguato per garantire cure sicure in ogni momento e che sia ben
supportato da tutta l’organizzazione. I dirigenti e gli amministratori devono
assumersi la responsabilità di fare in modo che le aree cliniche abbiano
personale adeguato ai diversi livelli di gravità e di dipendenza del paziente,
in accordo con le evidenze scientifiche sulle dotazioni sicure di personale.
• Le conoscenze (e le abilità connesse al loro utilizzo) inerenti la qualità e la
sicurezza del paziente devono far parte della preparazione iniziale e della
formazione permanente di tutti gli operatori sanitari, compresi i dirigenti e
gli amministratori.
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200 min. X 30 pz. = 6000 minuti
100 ore / 8 ore = 12,5 presenze
12, 5 / 3 = 4 OSS
8,5 infermieri = 3,5 M, 3 P, 2 N
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Inquadramento del tema
Un po’ di storia
Staffing e outcome
Cosa fare?
Conclusioni
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Il programma nazionale di valutazione degli esiti
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Il programma nazionale di valutazione degli esiti
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Il programma nazionale di valutazione degli esiti
Esito: mortalità per infarto acuto del miocardio.
 Confronto tra A.O. S.G. MOSCATI – AVELLINO (N = 390, Rischio Grezzo =
4.36, Rischio ADJ = 6.18, RR = 0.60, p = 0.038) e A.O. A.CARDARELLI NAPOLI (N = 619, Rischio Grezzo = 9.69, Rischio ADJ = 12.96, RR = 1.26, p =
0.077)
 La mortalità dell’ A.O. S.G. MOSCATI – AVELLINO è significativamente inferiore alla
media nazionale mentre la mortalità dell’ A.O. A.CARDARELLI – NAPOLI è
significativamente superiore.
 Per l’ A.O. A.CARDARELLI – NAPOLI sarebbe opportuno condurre un audit clinico
ed organizzativo per verificare:
 Criticità nel percorso clinico assistenziale
 Deficit di tipo organizzativo
 Problematiche relative alla codifica del contenuto della cartella clinica.
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Le riflessioni sulla adeguatezza degli organici non
possono essere disgiunte dalle riflessioni sulla qualità
del nostro operato nei suoi risvolti di prassi – clinica e di teoria - formazione.
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Gli esiti delle attività sanitarie hanno due implicazioni
importantissime:
Per i pazienti!
Per noi!
(se io so che agisco sul dolore, sulla
relazione, sulle LdP ecc. non mi devo
occupare solo della terapia o delle
medicazioni delle ferite chirurgiche…)
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Problemi nella misurazione degli esiti:
• Le scale di misura non sono sempre validate (sensibilità e
specificità)
• È molto difficile individuare degli indicatori specifici di una
professione (cadute, LdP, infezioni…)
• Gli indicatori di quantità (n° di ore di presenza degli
infermieri) e di qualità (livelli formativi) delle presenze
infermieristiche sono ancora grezzi (non ci dicono niente
sulle capacità decisionali, sulle competenze acquisite…)
• Nel nostro paese non esistono basi di dati che consentano di
rilevare con grandi numeri le informazioni raccolte negli USA
(quantità e qualità degli infermieri)
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Si potrebbe…
•
•
•
•
cominciare a utilizzare sistematicamente gli esiti già
documentati dalla ricerca per vedere cosa accade nei
nostri ospedali;
cominciare a tenere monitorati pochi esiti (cadute, LdP,
infezioni del sito chirurgico…) e fare delle riflessioni su
questi;
cominciare a studiare i rapporti fra organici ed esiti
anche nei nostri ospedali (ricerca multicentrica sui NSO
di Regione Emilia Romagna);
cominciare a ragionare anche nel nostro Paese su degli
organici minimi di sicurezza?
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“La salute è divenuta un bene costoso, non ammette
sprechi e richiede quindi prestazioni di alto livello
professionale che necessitano di valutazioni
sistematiche. La professione infermieristica deve
essere sempre pronta a fornire gli elementi che
dimostrino l’efficacia e il rendimento delle sue
prestazioni”.
Virginia Baronio
(citata in IJN, n. 9/2014, p. 40)
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Bibliografia
 Aiken L.H., Clarke S.P., Sloane D.M., Sochalski J., Silber J.H., Hospital
nurse staffing and patient mortality, nurse burnout and job
dissatisfaction, JAMA, 2002, 288, 16, 1987-1993.
 Aiken L.H. et al. for the RN4CAST consortium, Nurse staffing and
education and hospital mortality in nine European countries: a
retrospective observational study, The Lancet, 26 febbraio 2014.
 Butler M. et al, Hospital nurse staffing models and patient and
staff-related outcomes (review), The Cochrane library, 2011, 7.
 Doran, D.M., Gli esiti sensibili alle cure infermieristiche,
Milano,McGraw-Hill, 2013.
 Dubois C.A. et al. Associations of patient safety outcomes with
models of nursing care organization at unit level in hospitals.
International Journal for Quality in Health Care 2013; 25(2):110–
117.
 Griffiths P. State of the Art Metrics for Nursing: a rapid appraisal.
National Nursing Research Unit at King's College, London, 2008.
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Bibliografia
 Kane R.L. et al., The association of registered nurse staffing levels and
patient outcomes: systematic review and metanalysis; Medical Care,
2007, 45 (12), 1195-1204.
 Needleman J. et al. Nurse-Staffing Levels and the Quality of Care in
Hospitals. N Engl J Med; 2002; 346 (22): 1715-22.
 Needleman J., Buerhaus P., Shane Pankratz V., Leibson C.L., Stevens S.R.,
Harris M., Nurse Staffing and Inpatient Hospital Mortality, N Engl J Med,
2011, 364, 1037-1045.
 Nursing Sensitive Outcomes (NSO), Osservatorio Regionale sui Nursing
Sensitive Outcomes, Regione Emilia-Romagna, Bologna, 2014.
 Orlandi C., Composizione dell’équipe assistenziale e qualità dell’assistenza
negli ospedali, Management Infermieristico, 2005, 2, 14.
 Orlandi C., Cos'è e come si può misurare la sorveglianza infermieristica?
Alcuni spunti dal dibattito internazionale sull'argomento, L’Infermiere,
2011, 2, 17-22.
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Bibliografia
 Orlandi C., Organici degli infermieri e mortalità ospedaliera, L’Infermiere, 2011, 3,
11-14.
 Orlandi C., Gli effetti degli organici infermieristici sugli esiti clinici dei pazienti,
L’infermiere, 2012, 5, 14-20.
 Orlandi C., La situazione degli organici ospedalieri in Gran Bretagna. Quali gli
insegnamenti per il nostro paese?, L’Infermiere, 2014, 1 .
 Orlandi C., Effetti degli organici infermieristici sugli esiti delle attività sanitarie:
una panoramica sugli studi internazionali, Salute e Territorio, 199/200, 2014.
 Palese A. et al., Esiti sensibili alle cure infermieristiche: analisi critica della
letteratura, AIR, 2008, 27, 1, 33-41.
 Royal College of Nursing, Safe staffing for older people’s wards, a RCN Toolkit,
2012.
 Safe Staffing Alliance, “Consensus Statement”, Nursing Standard, 2013, 15
maggio, vol 27, no 37.
 Saiani L. et al., “Raccomandazioni e standard italiani per dotazioni infermieristiche
ospedaliere sicure: esiti di una consensus conference”, Igiene e Sanità Pubbica,
2011; 67: 777-792.
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Grazie per l’attenzione!
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