Slides Beck - Università degli studi di Bergamo

LA DEPRESSIONE Aaron T. Beck 1967 LA DEPRESSIONE (Beck, 1967) 1)  Definizione della depressione 2)  Sintomatologia della depressione 3)  Decorso e prognosi 4)  Classificazione dei disturbi affeNvi 5)  Reazioni depressive nevroQche e psicoQche 6)  Reazione maniaco-­‐depressiva 15) Distorsioni cogniQve nella depressione 17) Cognizione e psicopatologia 18) Sviluppo della depressione Aaron T. Beck •  Nasce nel 1921 a Providence, negli StaQ UniQ •  Psichiatra e psicoterapeuta •  Professore Emerito al DiparQmento di Psichiatria dell’Università della Pennsylvania e direZore del Beck Psychopathology Research Center •  Fondatore del Beck InsQtute for CogniQve Behavior Therapy Padre della terapia cogni/va Aaron T. Beck Creed, T.A., Reisweber, J., & Beck, A.T. (2011). CogniQve Therapy with High School Students: Techniques and Materials to PracQce CT in the School SeNng. New York: Guilford Press. Clark, D.A., & Beck, A.T. (2010) CogniQve therapy of anxiety disorders: Science and pracQce. Guilford Press. Beck, A.T. & Alford, B.A. (2009). Depression: Causes and Treatments (2nd ed). Philadelphia: University of Pennsylvania Press. Beck, A.T., Rector, N., Stolar, N., & Grant, P. (2008). Schizophrenia: CogniQve theory, research, and therapy. New York: Guilford Press. Wenzel, A., Brown, G.K., & Beck, A.T. (2008). CogniQve therapy with suicidal paQents: ScienQfic and clinical applicaQons. Washington, D.C.: APA Books. ScoZ, J., Williams, J.M.G., & Beck, A.T. (1989). CogniQve therapy in clinical pracQce. London: Croom Helm Definizione della depressione 1.  Alterazione specifica dell’umore: tristezza, solitudine, apaQa. 2.  ConceZo negaQvo di sé, autorimproveri e autoaccuse. 3.  Desideri regressivi e autopuniQvi: desiderio di fuggire, nascondersi o morire. 4.  Alterazioni vegetaQve: anoressia, insonnia, perdita della libido. 5.  Mutamento del livello di aNvità: rallentamento o agitazione. (Beck, 1967, pp. 18-­‐19) La nomenclatura ufficiale (APA, 1952) “Disturbi dovuQ a turbe del metabolismo, della crescita, della nutrizione o della funzione endocrina” •  Reazione psico/ca involu/va “Disturbi di origine psicogena o privi di cause oggeNve o di alterazioni struZurali chiaramente delineate” •  Reazione maniaco-­‐depressiva •  Reazione psico/ca depressiva “Reazione schizofrenica” •  Disturbo schizoaffe;vo “Reazioni psiconevroQche” •  Reazione nevro/ca depressiva La nomenclatura ufficiale (APA, 1952) Validità “In generale, sembra che gli studi compiuQ giusQfichino la separazione del gruppo dei disturbi depressivi dagli altri disturbi psichiatrici […] Di molto inferiori sono le tesQmonianze a sostegno delle diverse soZocategorie all’interno del gruppo dei disturbi affeNvi” (Beck, 1967, pp. 84-­‐85) AZendibilità “Sia dai nostri studi che da studi precedenQ è emerso che sulle diagnosi faZe in base alla nomenclatura standard il grado di aZendibilità interpsichiatrica è relaQvamente basso” (Beck, 1967, p.28) 1. 
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MANIFESTAZIONI EMOTIVE Umore abbaJuto Sen/men/ nega/vi verso sé stessi Diminuzione della gra/ficazione Perdita di aJaccamen/ emo/vi Crisi di pianto Perdita della risposta di ilarità MANIFESTAZIONI MOTIVAZIONALI Paralisi della volontà Desideri di elusione, fuga e ri/ro Desideri suicidi Aumento della dipendenza I DELIRI D’inferiorità Di crimine e punizione Nichilis/ci Soma/ci Di povertà 1. 
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MANIFESTAZIONI COGNITIVE Bassa valutazione di sé AspeJa/ve nega/ve Autoaccusa e autocri/ca Indecisione Distorsione dell’immagine corporea MANIFESTAZIONI VEGETATIVE E FISICHE 1. 
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Inappetenza Turbe del sonno Perdita della libido Susce;bilità alla fa/ca LIVELLO DI ATTIVITÀ Depressione con rallentamento Depressione con agitazione Il modello esplica/vo di Beck •  I sintomi sono la manifestazione di un disturbo psicologico o fisiologico, non svolgono una funzione intrapsichica o interpersonale. •  Formula una teoria della depressione: -­‐  verificabile empiricamente -­‐  specifica -­‐  esausQva rispeZo alla sintomatologia -­‐  valida per tuN i Qpi di depressione. Il modello esplica/vo di Beck •  La depressione è un disturbo affeNvo e qualunque indebolimento del pensiero ne è una conseguenza (APA, 1952). •  Per Beck è plausibile il contrario: esiste un d i s tu rb o p ri ma ri o d el p en s i ero co n conseguente alterazione dell’affeZo e del comportamento. Il modello esplica/vo di Beck •  Beck ha analizzato i contenuQ dei pensieri di 50 pazienQ depressi e 31 non depressi in traZamento psicoterapeuQco aZraverso l’analisi degli appunQ presi da lui stesso durante i colloqui. •  I pazienQ depressi si differenziavano dal gruppo di confronto per la prevalenza di determinaQ temi. Il modello esplica/vo di Beck CONTENUTO TEMATICO DELLE COGNIZIONI DEI PAZIENTI DEPRESSI §  Bassa considerazione di sé §  Idee di privazione §  AutocriQche e autorimprovero §  Problemi e doveri opprimenQ §  Autocomandi e ordini §  Desideri di fuga e suicidio Il modello esplica/vo di Beck CARATTERISTICHE FORMALI DELLE COGNIZIONI DEPRESSIVE •  AutomaQche •  Involontarie •  PerseveranQ •  Plausibili per il paziente Quanto più le cognizioni sembravano plausibili, tanto più era forte la reazione affeNva. Quando il paziente era in grado di meZere in dubbio la validità di tali pensieri, la reazione affeNva era in genere inferiore. Il modello esplica/vo di Beck Tali cognizioni rappresentano gradi diversi di distorsione della realtà (osservata ad ogni livello della depressione) dovuta ad ERRORI SISTEMATICI nell’elaborazione dell’informazione: •  es..: un assistente si scoraggiò notevolmente quando riceveZe l’annuncio che tuN i pazienQ analizzaQ dagli assistenQ sarebbero staQ successivamente esaminaQ dai medici interni. Il suo pensiero nel leggere l’annuncio fu: “Il capo non ha fiducia nel mio lavoro”. à Deduzione arbitraria •  Astrazione seleNva •  Eccessiva generalizzazione •  Esagerazione (ingiganQre o minimizzare) •  Definizione inesaZa Il modello esplica/vo di Beck RAPPORTO (causale-­‐effeZo) TRA PENSIERI E SENTIMENTI •  Beck ha invitato i pazienQ a concentrare l’aZenzione sui pensieri ogni volta che avevano un senQmento spiacevole o che tale senQmento aumentava di intensità à un senQmento spiacevole era preceduto da un pensiero spiacevole. •  I pensieri associaQ agli affeN depressivi contenevano i Qpi di distorsioni e contenuQ temaQci depressivi Qpici. Gli schemi Modelli complessi, presumibilmente impressi nella struZura dell’organismo dall’esperienza, che contribuiscono, con le proprietà dell’oggeZo sQmolo presentato o dell’idea presentata, a determinare il modo in cui deve essere percepito e conceZualizzato l’oggeZo o l’idea (English & English, 1958) Gli schemi •  StruZure cogniQve permanenQ •  Funzione valutaQvo-­‐interpretaQva degli sQmoli •  Spiegano i temi ripetuQ nelle associazioni libere, nelle riflessioni spontanee, nei sogni, nelle reazioni agli sQmoli ambientali Gli schemi ConceN e aZeggiamenQ relaQvi a se stessi e al proprio mondo si formano a parQre da: •  esperienze personali •  aZeggiamenQ e opinioni altrui •  idenQficazioni con persone significaQve. Gli schemi giudizio negaQvo immagine negaQva di sé interpretazione negaQva delle esperienze successive Formazione di STRUTTURE PERMANENTI La triade della depressione “I disturbi della depressione possono essere consideraQ in chiave di aNvazione di una serie di tre modelli cogniQvi principali che costringono l’individuo a vedere se stesso, il proprio mondo e il proprio futuro in maniera idiosincrasica.” (Beck, 1967) Visione nega/va del mondo Visione nega/va di sé Visione nega/va del futuro La triade della depressione Visione negaQva del mondo: il paziente interpreta le esperienze come faN che lo sminuiscono in maniera sostanziale (in termini di sconfiZa, privazione, denigrazione). es:.: un datore di lavoro lodava un’impiegata per il suo lavoro. Per tuZo il tempo che egli parlò, ella pensò ripetutamente “Mi sta criQcando”. La triade della depressione Visione negaQva di sé: il paziente tende ad aZribuire le esperienze spiacevoli a un proprio difeZo fisico, mentale o morale. Si considera inadeguato, manchevole, indegno a causa di questo presunto difeZo. Inoltre criQca, rimprovera, punisce e respinge se stesso per il faZo di essere così inferiore. La triade della depressione Perché un conceZo di sé negaQvo sia patogeno, deve essere associato a un giudizio di valore negaQvo. Es.: Sono un debole (conceZo di sé negaQvo) È disgustoso essere deboli (giudizio di valore negaQvo) Non valgo nulla perché sono debole (generalizzazione) La triade della depressione Visione negaQva del futuro: aspeZaQve negaQve. Previsioni del futuro come estensioni dello stato presente. Differenze con il paziente ansioso. La triade della depressione Quando vengono aNvate tuZe le componenQ della costellazione depressiva, l’individuo interpreta un’esperienza come la manifestazione di una sconfiZa personale o di una frustrazione, aZribuisce questa sconfiZa a un proprio difeZo, si considera indegno per il faZo di avere questo traZo, si accusa di aver acquisito questo traZo e perciò detesta se stesso. Poiché riQene che il traZo sia una parte insita di sé, non vede speranze di cambiare e immagina un futuro privo di soddisfazioni e pieno di dolore. (Beck, 1967, p.332) Lo sviluppo della depressione schemi •  VISIONE NEGATIVA DEL MONDO •  VISIONE NEGATIVA DI SÉ •  VISIONE NEGATIVA DEL FUTURO • 
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sintomi Umore depresso Paralisi della volontà Desideri di elusione Desideri suicidi Aumento della dipendenza Lo sviluppo della depressione “Ti senQ così come pensi” SCHEMI SCHEMI RISPOSTA AFFETTIVA RISPOSTA AFFETTIVA Lo sviluppo della depressione Disperazione e pessimismo MANIFESTAZIONI MOTIVAZIONALI 1. 
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Paralisi della volontà Desideri di elusione, fuga e riQro Desideri suicidi Aumento della dipendenza Lo sviluppo della depressione Visione negaQva di sé e perdita della moQvazione SINTOMI FISICI 1.  Inibizione motoria 2.  SusceNbilità alla faQca Sviluppo della depressione PREDISPOSIZIONE ALLA DEPRESSIONE: insieme di aZeggiamenQ negaQvi permanenQ concernenQ sé stessi, il mondo, il proprio futuro. Sviluppo della depressione EVENTI SCATENANTI: 1.  Stress specifici: situazioni che ricordano le esperienze traumaQche originarie. Es.: un uomo d’affari di successo raccontò che si era sempre senQto inferiore ai compagni di scuola che venivano da famiglie agiate, poiché la sua era una famiglia povera. Quando, da adulto, si trovava con persone più ricche di lui, senQva di essere fuori posto e di non valere quanto gli altri. Queste idee erano associate a sensazioni di tristezza passeggere. Ad un certo momento della sua carriera fu eleZo al consiglio d’amministrazione di una società. Ritenne che gli altri consiglieri venissero dal “lato giusto della via” mentre lui veniva dal “lato sbagliato”. Senz che non poteva essere all’altezza degli altri consiglieri e cadde nella depressione per parecchi giorni. 2.  Stress non specifici: situazioni di stress molto forte che non colpiscono il campo di sensibilità specifica. 3.  Altri faZori: tensione psicologica. Sviluppo della depressione Una volta aNvaQ, gli schemi idiosincrasici dominano il pensiero della persona e conducono alla sintomatologia depressiva à Ipera;vità degli schemi. 1.  Interferenza nei processi di coordinamento sQmolo-­‐schema 2.  Distorsione e interpretazione erronea della realtà (temi prevalenQ ed errori sistemaQci) 3.  Perdita dell’obieNvità. Altri disturbi psichiatrici Psicopatologia come disturbo del pensiero. È possibile formulare una diagnosi differenziale tra i vari disturbi psichiatrici sulla base dei temi di pensiero specifici. Il grado di indebolimento cogniQvo consente di differenziare tra nevrosi e psicosi (temi più inverosimili, errori conceZuali più frequenQ e gravi).